MANTOVA CÓLTA MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 a cura di Paolo Bertelli la Voce di Mantova Convegno al Bibiena dedicato al restauro dei libri e dei documenti L’ Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche, AICRAB, insieme al Comune di Mantova e in collaborazione con le Università Ca’ Foscari Venezia, di Padova e di Cassino, organizza il Convegno Internazionale Le conseguenze della conservazione, che si svolgerà a Mantova, presso il Teatro Bibiena venerdì e sabato. Il convegno si attua nell’ambito del PRIN 2010-2011 “Bibliotheca italica manuscripta (BIM): descrivere, documentare, valorizzare i manoscritti medievali d’Italia”. «La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro». Nell’incipit dell’articolo 29 del Codice dei beni culturali si chiarisce come si esplica la conservazione del patrimonio culturale, senza tuttavia definirla. Quella che segue è una proposta di definizione. La conservazione è il complesso delle azioni dirette e indirette volte a rallentare gli effetti della degradazione causata dal tempo e dall’uso sulle componenti materiali dei beni culturali per garantirne la fruizione nel presente e la trasmissione al futuro. Da queste premesse prende spunto il Convegno, che si rivolge ai conservatori, ai restauratori, ai frequentatori di archivi e biblioteche per ragioni di studio, lavoro o diletto. Il convegno si articola in quattro sessioni, ciascuna delle quali è concepita in modo da garantire un ampio spazio per il dibattito. Il comitato scientifico vede: Flavia De Rubeis, Paolo Eleuteri, Nicoletta Giovè, Cesare Guerra, Marilena Maniaci, Irma Pagliari, Melania Zanetti. La partecipazione al convegno è gratuita ma è indispensabile iscriversi: https://eventbri- te.it/event/15681162780/. Il programma vede l’apertura dei lavori venerdì mattina alle 10. Dopo i saluti la “tavola rotonda” dedicata a “Conservazione e accesso”. Coordina: Paolo Eleuteri. interventi di Alessandro Vitale Brovarone, Sabina Magrini, P. Martin M. Morales S.J., Marco Palma, Adriano Prosperi. Nel pomeriggio dalle 14.30: “Ripensare il restauro: finalità e nuove prospettive”. Coordina: Flavia De Rubeis. Interventi di Elisabetta Braidot, Giulia Manfrè, Gloria Maurig, Teresa Pitton, Viviana Zanotel. “E dopo il restauro? Riscontri e opinioni dall’Archivio Tavolare di Trieste”: interventi di Mariella Magliani, Andrea Giovannini, Valeria Zanini e Antonella Gasperini. Dalle 16.30: “Studiare per conservare, conservare per studiare”. Coordina: Nicoletta Giovè. Interventi di Konstantinos Choulis, Giulia Orti, Simona Inserra, Timoty Leonardi, Luciano Sassi. In serata visita alle mostre a Palazzo Te e ricevimento. Sabato dalle 9.30: “Conservazione e digitalizzazione”. Coordina: Marilena Maniaci. Interventi di Marina Battaglini, Cesare Guerra, Flavio Marzo, Mons. Cesare Pasini, Raffaele Santoro. Quindi la chiusura del convegno con l’intervento dell’assessore Marco Cavarocchi. A seguire l’Assemblea generale dei soci AICRAB (riservata ai soci). Sabato alla “Einaudi” AL VIA LE CELEBRAZIONI MATILDICHE: ALLA “ROTONDA” DI SAN LORENZO L’INTERVENTO DI P. GIOVANNI SPINELLI Conversazione con Parmiggiani sulle esperienze astratte del ’900 Sant’Inselom sant in Dom quando il nostro patrono consigliava la grancontessa S i celebra oggi la festa di Sant’Anselmo da Baggio o Anselmo II di Lucca (Milano, 1035 circa - Mantova, 18 marzo 1086), patrono di Mantova, il cui corpo incorrotto si conserva sotto l’altare maggiore del duomo cittadino (e per le celebrazioni liturgiche si rimanda all’articolo di pagina 8). Quest’anno la ricorrenza assume un sapore particolare, coincidendo il 2015 con il 9° anniversario della morte di Matilde di Canossa. La grancontessa, infatti, ebbe il vescovo Anselmo come amico e consigliere. Sant’Anselmo fu nipote di papa Alessandro II, che lo nominò vescovo di Lucca e cardinale dopo essere stato monaco nell'abbazia benedettina di Polirone. Eletto vescovo di Lucca nel 1073 (all'epoca della lotta per le investiture), inizialmente rifiutò la nomina per non ricevere dall'imperatore Enrico IV le regalie connesse al suo ufficio, ma accettò l'elezione il 29 settembre 1074: per il suo forte sostegno al movimento riformatore della Chiesa, nel 1081 venne esiliato dall'imperatore e si ritirò come monaco nell'abbazia del Polirone, sotto la protezione di Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere spirituale. In seguito fu reintegrato nel suo ufficio da papa Gregorio VII. I papi Vittore III e Urbano II lo scelsero come legato pontificio in Lombardia: Anselmo fissò la sua residenza a Mantova (sempre sotto la protezione di Matilde e facendone il centro propulsore della vita religiosa dell'Italia settentrionale); qui si dedicò al radicamento dei principi della riforma gregoriana e si impegnò a contrastare l'antipapa Clemente III. Si spense a Mantova il 18 marzo 1086. A partire dal 1081 aveva curato la redazione della Collectio canonum, una raccolta in tredici libri di fonti del diritto canonico (attinte soprattutto dal Decretum di Burcardo di Worms): ha lasciato anche una difesa di Gregorio VII. E proprio nel contesto delle celebrazioni matildiche prendono il via oggi i percorsi culturali nelle terre di Matilde di Ca- scomparsa vede inoltre: domenica 12 aprile, ore 17.30 presso la parrocchiale di Poggio Rusco l’intervento del Gamma Chorus, Coro e Orchestra del Conservatorio “L. Campiani” di Mantova (dir. Luca Buzzavi). Relatore Lino Rezzaghi. Domenica 17 maggio alle ore 17 presso l’Oratorio matildico di S. Andrea del Ghisione a Villa Poma: coro “Livia d’Arco” (dir. Roberto Fabiano); relatore Roberto Castaldini; domenica 24 maggio alle ore 16 alla chiesetta della Madonnina di Cereta il coro Voci del Mincio (dir. Mario Rebecchi), relatore Cesarino Mezzadrelli e domenica 31 maggio alle 20.45 in S. Tommaso ad Acquanegra sul Chiese, la corale “L. Marenzio” (dir. Muzio Martini) e relatore Roberto Capuzzo. Il programma prevede poi numerosi appuntamenti fino al prossimo 18 ottobre. DA BAGGIO Un dipinto che raffigura l’apparizione mariana a Sant’Anselmo e, più a destra, l’effigie di Matilde di Canossa nossa. Alle 16 la Rotonda di San Lorenzo accoglierà il concerto dei Cantori del Caldone (direttore Nerile Jaruskaite), cui si affiancherà la relazione di p. Giovanni Spinelli Osb. Alle 18, in duomo, la Corale Discantica (dir. Michael Guastalla) accompagnerà la celebrazione della Santa Messa con il vescovo mons. Roberto Busti. Il programma de Matilde 2015 - I luoghi della Grancontessa nel novecentesimo anniversario della Andrea Taddei in finale al “Premio Arte Laguna” In concorso nella sezione pittura all’esposizione allestita all’Arsenale di Venezia P restigioso riconoscimento per l’artista mantovano Andrea Sante Taddei che figura tra i 120 finalisti della nona edizione del “Premio Arte Laguna” (nella foto “Display”, collage su carta del 2013, dedicato al tema dell’apparire continuamente tramite i social). Ora si incrociano le dita per la proclamazione dei vincitori che avverrà sabato 21 marzo alle ore 18, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra allestita all’Arsenale di Venezia. Le opere finaliste, che rappresentano 44 Paesi, saranno esposte sino al 5 aprile, divise tra 6 categorie, e figurano nel catalogo curato da Igor Zanti. Taddei è presente nella rosa dei nomi della sezione “Pittura”, scelto dallo stesso Zanti e dalla giuria internazionale composta da Claudio Bertorelli, Simone Frangi, Franck Gautherot, Chus Martinez, Bartolomeo Pietromarchi, Domenico Quaranta, Veeranganakumari 11 Solanki, Philippe van Cauteren, Jonathan Watkins, Roberto Zancan. Taddei è in gara con Hadieh Afshani (Iran), Mónica Alvarez Herrasti (Messico), Victoria Arney (UK), Peter Baldinger (Austria), Bettina Beranek (Austria), Jessie Brennan (UK), John Brennan (UK), Hugo Cardenas (Colombia), Maxine Chionh (Singapore), Ana Couceiro (Portogallo), Alexander Egorov (Russia), Andrea F.L. Granchi (Francia), Judit Horvath Loczi (Ungheria), Zoe Hounta (Grecia), Kasia Kmita (Polonia), Filip Mirazovic (Serbia), Zhi Mo (Cina), Nasim Sima (Iran), Estela Ortiz Rodo (Spagna), Katerina Paoutová (Cechia), Noemi Staniszewska (Polonia), Alexander Wtges (Panama), Yu-Hsin Wu (Taiwan), Yan Zhisheng (Cina) e gli italiani Andrea Ciresola di Verona, Maria Cultrera, Dario Maglionico, Pamela Pintus, Luca Rinaldi. P resso la libreria galleria “Einaudi” di Corso V. Emanuele 19, dove è in corso un’esposizione di opere astratte-informali di alcuni maestri della generazione degli anni ’30 quali Piero Ruggeri, Giancarlo Bargoni, Claudio Olivieri, sabato alle ore 17,30 si terrà una conversazione con Sandro Parmiggiani dal titolo Nel segno del colore. Esperienze astratte italiane nel secondo ’900. Sandro Parmiggiani (Reggio Emilia 1946), studia in Italia e negli Stati Uniti. Critico d’arte, collaboratore di quotidiani e riviste (tra cui Il Giornale dell’Arte) e autore di testi di presentazione a mostre, è stato dal 1977 al 2010 curatore della attività espositive di Palazzo Magnani a Reggio Emilia. Ha realizzato esposizioni e curato cataloghi per grandi fotografi internazionali da Kertesz a Ghirri, da Sandro Fontana a Michael Kenna, da Ferdinando Scianna a McCullin. Ha curato grandi antologiche di maestri italiani dell’informale, come Mario Raciti, Enrico Della Torre, Mandelli, Moreni, Morlotti, Piero Ruggeri. La mostra in corso alla Galleria Einaudi Nel segno del colore ha come protagonisti i pittori italiani nati negli anni ’30, come il torinese Piero Ruggeri, i liguri Luiso Sturla e Giancarlo Bargoni e il romano naturalizzato mantovano Claudio Olivieri. Questi pittori, a partire dagli anni ’50, abbandonano la figura e incominciano una ricerca nel campo della pittura astratta che porteranno avanti fino ai giorni nostri. Chi si spinge verso una pittura tattile dove i pigmenti pittorici si accumulano creando bassorilievi come Bargoni, chi disegna con il colore come Ruggeri, chi come Olivieri porta il colore ad una dimensione pulviscolare componendo immagini di invito verso il mistero. La mostra documenta anche la presenza di pittori mantovani formatisi sempre alla fine degli anni ’50 dentro alla grande ricerca “informale”, quali Sermidi, Schirolli e Morari. MANTOVA IN GALLERIA D omani è previsto un importante appuntamento alla Biblioteca Teresiana, recentemente restaurata e restituita ai cittadini mantovani: la Mantova del Cinquecento e la sua ricca scena musicale, nel libro di Stefania Lanzo Musica e madrigali al tempo di Vincenzo Gonzaga che ripercorre le vicende dell'opera L'amorosa caccia: madrigale a più voci che ebbe grande risonanza ma di cui si persero le tracce. Un libro illustrato in grande formato (pp. 128, cm 23x30, illustrazioni a colori, euro 30), un lavoro di ricerca storica, musicale e iconografica che descrive la società dell'epoca e i suoi protagonisti. La presentazione si tiene alla Biblioteca Teresiana domani, giovedì 19 marzo alle 17.30. Con l'autrice partecipano il direttore della Teresiana Cesare Guerra, l'assessore alle Biblioteche Marco Cavarocchi, lo storico e scrittore Rodolfo Signorini e l'editore Nicola Sometti. Queste le vicende trattate nel volume: nell’aprile del 1588, a pochi mesi dall’ascesa al potere di Vincenzo I Gonzaga, ventiquattro musici di origine mantovana, per volontà del nobile Alfonso Preti, si prestano ad un progetto compositivo comune realizzando una pubblicazione dal titolo L’amorosa caccia. L’opera, costituita da ventiquattro madrigali a cinque voci, seppur riscuota al momento un ottimo successo, lentamente viene dimenticata, lasciando traccia di sé solo in alcune citazioni. Il libro di La musica al tempo di Vincenzo Gonzaga: si presenta il volume di Stefania Lanzo Stefania Lanzo, riccamente illustrato, vuole riproporla ripercorrendone le vicende e interpretandola come un reperto musicale in cerca della propria storia, dei propri autori, della propria voce. Tra i musici affermati della collezione si citano G.M. Bacchino, H. Baccusi, P. Cantino, A. Coma, G. Moro, S. Nascimbeni, A. Nuvoloni, N. Parma, G.B. Recalchi, F. Rovigo, A. Striggio, R. Trofeo; meno quotati sembrano invece C. Accelli, E. Ceruti, S. Cressoni, P. Marni, A. Preti, mentre risultano co- nosciuti come compositori esclusivamente grazie a “L’amorosa caccia” H. Borelli, C. Ceruti, O. Grassi, P. Massari, G.B. Orto, F. Ramesini, C. Zucca. Il tentativo di rispondere ai molti quesiti che l’opera pone, diviene spunto per svelare un tessuto pulsante di relazioni tra Corte, Chiesa, Accademia e musici, offrendo l’opportunità di tracciare in un quadro organico aspetti significativi del pensare e del fare musica nella Mantova di fine Cinquecento.
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