Ali Arcivescovile c'è "Maniunlte": a coop degli studenti Firmato anche un protocollo con la Federazione provinciale I ragazzi: «Modalità intelligente per applicare la solidarietà» di Paolo Piffer Una parte dei soldi ricavati nei pochi mesi di lavoro dalla costituzione della cooperativa sarà devoluta al reparto pediatria dell'ospedale S.Chiara per contribuire a curare i piccoli ricoverati. Mentre il resto, d'altronde sono pur sempre quattordicenni che iniziano a scoprire il mondo, servirà a finanziare una gita. All'Arcivescovile di via Endrici a Trento, scuola paritaria cattolica, con quest'anno scolastico si è dato vita all'Istituto tecnico economico ad indirizzo amministrazione, finanza e marketing che è come dire, tanto per intenderci, i "vecchi" ragionieri per quanto, come è ovvio che sia, con un corso di studio più ampio, variegato e complesso, che cerca di rispondere agli attuali e futuri sbocchi lavorativi. E come scelta precisa della scuola è stato deciso di istituire una cooperativa formata dai ragazzi della prima classe per i quali sono già previste un paio di ore settimanali di lezione con un esperto della Federazione mentre, nel triennio, sono in program- ma stage sul campo, dentro una realtà cooperativistica. Detto, fatto, il progetto è decollato da subito e l'atto di costituzione di ManiunITE (il nome come il simbolo sono stati decisi dai soci) è stato messo nero su bianco nel gennaio scorso. Ventuno studenti, cooperativa a maggioranza femminile (13 a 8) ma presidenza e vicepresidenza, maschili (Davide Maccani e Michele Battisti), a suon di voti. «Ma tanto poi decidono le ragazze», sorride la tutor, la prof Ricciarda Laurenzi, docente di diritto ed economia. Già una quindicina i soci sostenitori, tra insegnanti, genitori e personale scolastico. Scopo dichiarato, deciso in assemblea, l'organizzazione di eventi ricreativi. Tantoché, i prossimi appuntamenti saranno l'organizzazione di un torneo di calcetto a 5 (quota di iscrizione fissata a 2 euro), in omaggio le magliette da gioco, dolci e bibite ad un apposito banchetto. Previsto anche il concerto di una band locale. Non è l'unica cooperativa scolastica in provincia. Altri istituti hanno dato il via ad esperienze simili. «Ma la particolarità - sottolinea la prof Ricciarda Laurenzi - è che è stato sottoscritto un protocollo di collaborazione di cinque anni con la Federazione, ed è il primo esempio, strutturato in questo modo, su scala provinciale, che prevede anche la presenza in classe, per alcune ore, di esperti in cooperazione». Ai ragazzi Y esperienza interessa e coinvolge. «E' una bella cosa, una modalità intelligente per praticare i valori della co operazione, in primis la solidarietà e il lavorare per gli altri. Un modo per rendersi utili», affermano. E non nascondono che potrebbe anche rappresentare, in futuro, uno sbocco lavorativo, perlomeno una possibilità. «Certo, perché no?, Intanto impariamo, poi si vedrà», affermano all'unisono. La tutor Laurenzi ricorda che anche altri docenti sono coinvolti nel progetto e ne sottolinea gli scopi. «Innanzitutto, e questo corrisponde all'indirizzo di studio dei ragazzi - sostiene - imparare a fare impresa. Quindi, in questo caso, fare cooperazione, insegnandone i valori». In Pag. 7 attesa della seconda coop, il prossimo anno. Con la nuova prima classe. I complimenti del presidente i i i p Schelfi A proposito della costituitone della cooperativa ManiunlTE, il presidente della Federazione trentina della cooperatone Diego Schelfi, ponendo la sua firma al protocollo di collaborazione con l'Istituto Arcivescovile, ha detto: «Fare cooperativa fin da giovani è un modo per prendersi a cuore il proprio futuro». SI preside della scuola, don Lamberto Agostini, ha sottolineato; «Vogliamo valorizzare il nuovo percorso di studi in modo nuovo, la cooperazione è un patrimonio di questo Trentino che affonda le radici nel vangelo». La nascita della cooperativa scolastica (formata da li tra ragazze e ragazzi delia prima classe) fa parte del progetto dell'Istituto Tecnico Economico ad indirizzo amministrazione, finanza e marketing, nato quest'anno e che va ad affiancare è tre licei (classico, scientifico e linguistico) presenti nell'istituto di via Endrici a Trento. Il protocollo d'intesa tra Federazione e Arcivescovile ha inaugurato un progetto quinquennale al quale sono dedicate due ore settimanali gestite in compresenza dalla docente di diritto ed economia Ricciarda Laurenzi e dall'esperta dell'ufficio educazione cooperativa della Federazione Marina Pancheri. «Attraverso lo strumento cooperativistico hanno dichiarato Schelfi e don Agostini -glistudenti possono capire, verificandolo sul campo, come funziona la gestione di una cooperativa, cosa significa definire un progetto e cosa comporta sperimentare la divisione dei compiti, l'assegnazione dei ruoli e delle responsabilità, l'elezione degli organi di governo e controllo», (pa.pi.) inwinwo iw UMSE » ' ! [All'Arcivescovile k'è "Maniunlte": la coop degli studei Lffind Pag. 8 «Funtut», è nata la coop del Russell QJES. Stage degli studenti della terza UC del liceo economico alla Federazione CLES - Gli studenti della terza classe UC del Liceo economico sociale Russell si sono trasferiti per tre giorni presso la sede della Cooperazione Trentina, per un breve corso preparatorio alla creazione di una Acs - Associazione Cooperativa Scolastica. «Un modo innovativo e originale per preparare il terreno alla costituzione della loro cooperativa, strumento fondamentale per vivere in maniera concreta l'essere cooperatori - afferma un comunicato della coooperazione -. Per farlo sono stati aiutati dallo staff dell'ufficio di educazione cooperativa della Federazione, dei veri professionisti in questo settore». La nascita è stata ufficializzata, mercoledì, alla presenza del direttore generale della Cooperazione Trentina, Carlo Dellasega, che si è dimostrato molto soddisfatto dell'impegno dimostrato da questi giovani e dalla loro bella idea. Agli studen ti è stato presentato il quadro della Cooperazione Trentina, la sua struttura, il suo radicamento nelle piccole e nelle grandi comunità. I suoi settori storici, ma anche quelli più innovativi che vanno a comDorre un mosaico di oltre mezzo migliaio di società che rappresenta un patrimonio della collettività «perché la Cooperazione è un bene di tutti». Da parte loro i ragazzi hanno nominato i vertici della cooperativa, affidando a ognuno un preciso incarico. Presidente e vicepresidente sono Angela e Veronica. Naturalmente è stato scelto il nome, la ragione sociale, della Acs. Anche qui è prevalso lo spirito cooperativo, riflesso nella scelta partecipata e condivisa. Alla fine ha prevalso «Funtut». Due termini che rappresentano spirito e mission della società: cooperare divertendosi. Pag. 9 Ieri la visita. Miorandi e Robol distantì ma d'accordo su una cosa: questa è l'eredità della giunta. L'assessore: «Ma bisogna andare avanti con la pianificazione di tutta l'area» All'ex stazione finita la struttura, si tratta su ristorante e negozi: «C'è molto interesse». Intanto nella futura sede della Rurale si scopre la storia dipinta sui soffitti A nord del Corso la città del futuro Quartiere ex novo, tra terrazze aUVrban cit e affreschi e giardini di palazzo Balista CHIARA ZOMER Prima ì'urban city, all'ex stazione delle corriere, ora imbrigliato da impalcature impattanti, in attesa della leggerezza che le vetrate dovrebbero regalare alla struttura. Poi palazzo Balista, che ci si ricordava decadente e si riscopre arricchito di affreschi che l'ambizioso restauro della Cassa Rurale di Rovereto sta valorizzando. La città del futuro potrà piacere o meno, ma sta già prendendo forma, tra l'ambizione di allargare i giardini, progetti di pedonalizzazione e nuova viabilità. E la visita di ieri ai due cantieri - dove sono stati investiti 35 milioni di euro in tempi di edilizia al collasso - permetteva di intrawederlo, questo futuro. Partendo dall'urban city, il sindaco Andrea Miorandi e l'assessore Giulia Robol hanno rivendicato il ruolo di una giunta che «ha ereditato il dibattito decennale su quest'area e la pianificazione della giunta Valduga, ma ha saputo agire, con una partnership pubblico privato capace di generare qualità edilizia e urbanistica». Politicamente e personalmente distanti, Miorandi e Robol ieri erano uniti almeno dalla rivendicazione di questa come l'eredità forte della legislatura. Con un ammonimento: «11 progetto è coerente se si continua, con coraggio, la pianificazione dell'area, da via Paganini chiusa al traffico e corso Bettini a senso unico - osserva Robol - solo se non si chiude il cerchio l'intervento causerà problemi viabilistici». Incastrato tra chi lo apprezza perché rappresenta la rinascita di un'area ferma da decenni e chi lo critica perché paesaggisticamente troppo impattante, l'Urban city cresce veloce. 11 taglio del nastro è previsto per marzo 2016: conclusa la struttura, ora si lavora all'impiantistica e nel frattempo, camminando tra impalcature e pali, si immagina quel che 1! nascerà. 1 tre piani sotterranei ospiteranno 250 posti auto gestiti dal privato ma messi a disposizione della città. Ci si accede da via don Rossaro: dalla stessa rampa che porterà anche ai 90 stalli di palazzo Balista. Poi su, al piano meno uno, con i 1800 metri quadrati del Conad. Si vedranno dalla strada, grazie alle vetrate. Così come dalla strada si vedranno i due ascensori panoramici - per ora c'è solo l'enorme vano che li ospiterà e che porteranno ai piani superiori. 11 bar con la grande terrazza, al primo piano, è già venduto. 11 ristorante, al secondo, avrà a sua volta un ampio dehor. «Non abbiamo ancora deciso spiega il presidente del consorzio Giuseppe Tornasi - ma abbiamo già una quindicina di interessati». Quanto ai negozi - sei in tutto - sono avviati i contatti per affittarli tutti, «con marchi che in città ora non ci sono». E poi su, verso gli uffici (già certe le Acli) e il mega attico. Di cui però per ora c'è solo lo scheletro. Ma la vista merita, anche se dura un secondo. Bisogna andare: il piatto forte della visita è palazzo Balista, venduto all'asta dalla giunta Valduga, acquistato dalla Rurale. Qui sono finiti i lavori di muratura, si opera sull'impiantistica. Con il sottotetto sostenuto dalle travi in legno (una originale), con gli uffici del secondo piano e la sala nobile del primo, quella col balcone, che sarà destinata al Cda. Ma il tesoro è al piano terra, nelle due stanze sulla destra. Perché nascosti da secoli d'intonaco e pessimo gusto, il restauro ha fatto emergere degli affreschi: i soffitti risalgono al '700, le pareti in una stanza sono del 700, nell'altra dell'800. In ogni caso, gioielli. Qui all'epoca in cui palazzo Balista era una casa patrizia, si vendevano le sete e i velluti. Qui in futuro la Rurale porterà avanti le transazioni importanti, in una sala di rappresentanza capace di impressionare davvero. 11 direttore Luca Filagrana e il presidente Paolo Marega mostrano tutto con orgoglio. Sanno di aver lavorato per una sede efficiente (in un unico edificio si riuniranno tutti gli uffici ora sparsi) ma soprattutto prestigiosa. Ma sanno anche di aver movimentato denaro quando l'economia ne aveva bisogno come l'aria. «Era anche questo il nostro obiettivo», rivendica Marega, prima di uscire dal palazzo in cui tra un anno e mezzo entrerà per tagliare il nastro. Si esce dal retro, dove sorgeranno i giardini e da dove lo sguarPag. 10 do abbraccia l'urban city. E lì viene spontaneo pensare che sì, l'intero comparto è collegato, soprattutto se, come ci si augura, si potrà abbattere l'edifi- cio che ospita la cassa malati per ridisegnare viabilità e spazi. 1 due cantieri non sono che l'inizio. Cosa diventerà tutto questo, se sarà o meno un nuo- vo baricentro della città, lo decideranno gli anni a venire. E le scelte della prossima amministrazione comunale, chiunque sia a sedersi a palazzo Pretorio. Prosegue l'attività per «riempire» il nuovo complesso: 15 le richieste per il ristorante, sui sei negozi accordo vicino Pag. 11 GRIGNO Dalla Rurale 189 mila euro al volontariato Superano quota 189 mila euro i contributi della Cassa Rurale Valsugana e Tesino a sostegno delle iniziative realizzate dalle oltre 300 associazioni di volontariato attive sui 19 comuni in cui opera. Progetti e manifestazioni culturali, sportive, turistiche e di protezione civile promosse nel 2014 sono state presentate nel corso di due serate, a Tezze di Grigno e a Cismon, durante le quali sono state illustrate anche le modalità per accedere ai contributi 2015. Ma non solo contributi, la Cassa nel 2014 ha promosso anche attività di formazione nelle scuole, che ha portato alla costituzione di tre nuove associazioni cooperative scolastiche. E poi serate informative e culturali, premi allo studio, consulenze legali gratuite e promozione attraverso i propri canali di comunicazione ma anche nove gazebi, tre sale riunioni e due archi gonfiabili a disposizione delle associazioni che ne fanno richiesta. A presentare le ricadute sul territorio, i rappresentanti di alcune delle associazioni: l'Avis comunale di Castello Tesino che ha celebrato i 50 anni di attività, le Pro Loco di Grigno e Tezze per la promozione del territorio mentre in ambito culturale è stato dato spazio all'associazione Tagliata della Scala di Primolano. Lo sport è stato rappresentato dal G.S. Lagorai di Telve, dai Pescatori Dilettanti Lago di Corlo e Cismon e dalla Polisportiva Judo yalstagna. «È una bella soddisfazione vedere che anche in un periodo difficile possiamo sostenere quanti mettono a disposizione tempo e competenze a favore di tutta la comunità» ha commentato il presidente della Cassa Paolo Zanetti, nelT illustrare il bilancio sociale 2014. «Si tratta di un impegno che i nostri 5.200 soci riconoscono e apprezzano. Non è un caso che il 63% della base sociale sia con noi da almeno 10 anni» ha aggiunto il direttore Paolo Gonzo. E per il 2015? Michele Sartori, dell'Ufficio relazioni esterne, ha spiegato che quest'anno la banca ha deciso di aggiungere ai contributi (che vanno richiesti entro il 30 aprile rivolgendosi agli sportelli della Cassa o sul sito www.cr-valsuganaetesino. net) e ai servizi già offerti, anche una polizza assicurativa ad hoc studiata in base alle esigenze delle associazioni. Pag. 12 A Volano serata informativa sulla ristrutturazione di casa Nell'aula magna della scuola elementare di Volano, in via stazione 30, questa sera alle 19.45, "Dream house group", un gruppo di professionisti specializzati nel settore delle ristrutturazioni, organizza con il patrocinio di Confedilizia Rovereto e Comunità di valle Vallagarina, Alto Garda e Ledro e la partecipazione della Cassa Rurale Alta Vallagarina una serata informativa sul tema: "Perché ristrutturare oggi e non aspettare domani". «Confedilizia - spiega il preIl gruppo di professionisti spiegherà le opportunità eco- sidente Giorgio Aita - ha connomiche riservate a chi, oggi, cesso il patrocinio a questi prointenda ristrutturare o riquali- fessionisti, tenendo conto delficare energeticamente un im- la crisi immobiliare e del diffimobile. Inoltre, spiegheranno cile momento che sta attravergli sgravi fiscali e gli strumenti sando il settore edilizio. Confefiscali, la tecnologia e i mate- dilizia, sempre attenta da oltre riali per il confort del futuro, 130 anni a curare gli interessi l'iter corretto per una ristruttu- dei proprietari immobiliari, acrazione consapevole. Ai tecni- coglie con viva partecipazione ci, inoltre, potranno essere po- tutte le iniziative volte al riste tutte le domande per risol- sparmio energetico e ad una migliore gestione di tutti gli vere i dubbi. impianti domestici». Pag. 13 La Rurale taglia le cariche ma ce paura per il futuro Lavis-Cembra scende da 10 a 7 amministratori come richiesto da Bankitalia Preoccupa l'impostazione nazionale, contraria ai piccoli istituti di credito eli Daniele Erler Assemblea straordinaria, venerdì sera, per la Cassa rurale di Lavis e Valle di Cembra. Una folla di soci ha riempito la sala della Cantina sociale. Un passaggio obbligato, come ha spiegato il presidente Ermanno Villotti. Anche a Lavis ci si è dovuti adeguare alle richieste promosse dall'organo di vigilanza, ovvero dalla Banca d'Italia. La decisione - suffragata dalla grande maggioranza dei soci - è stata di ridurre il consiglio d'amministrazione, che scende a sette unità (prima erano dieci) più il presidente. Insomma, anche a Lavis si vedono le prime conseguenze di un dibattito, che sta impegnando gli istituti di credito cooperativo a livello nazionale. «Nel nostro lavoro - ha spiegato il presidente Villotti - siamo fortemente vigilati dalla Banca d'Ita- lia. Non è un venir meno della nostra autonomia, ma una garanzia per tutti, vista l'alta responsabilità che abbiamo come amministratori di una Cassa rurale». Eppure non a tutti è piaciuta questa sorta d'ingerenza da Roma; come se ci si dovesse adeguare, in maniera obbligata, a decisioni prese a livello nazionale. «C'è un attacco all'idea stessa del credito cooperativo», ha lamentato un socio, durante l'assemblea. «Non può essere che sia qualcun altro a decidere, e che a noi spetti solo il compito di dire di sì». Il timore è che - nel dibattito in corso - anche le casse rurali debbano fare i conti con un forte processo di riforma, che già ha investito le maggiori banche popolari, che entro luglio 2016 dovranno trasformarsi in Spa. La realtà nazionale, come ha fatto sapere il mini- stro Carlo Padoan, è fatta di un numero eccessivo di banche di credito cooperativo, spesso con dimensioni troppo esigue. In sostanza, si sta sempre più agevolando un processo di aggregazione fra le banche; il timore - soprattutto in una realtà come il Trentino - è che tutto questo porti ad un venir meno delle caratteristiche peculiari delle Casse rurali. Innanzitutto, il forte attaccamento al territorio. Il discorso sarà approfondito nel dibattito nazionale dei prossimi mesi; intanto anche a Lavis, come detto, la cassa rurale vedrà scendere i propri amministratori ad otto: attraverso un processo graduale, che si concluderà nell'arco di due anni. Venerdì sera, infine, è stata annunciata anche la data della prossima assemblea ordinaria, durante la quale sarà discusso il bilancio. Sarà il prossimo 15 maggio. Pag. 14 Le stanze affrescate dì Palazzo Balista: stona e innovazione j • • • Il presidente della Cassa Rurale Marega ha aperto le porte Restaurati due splendidi affreschi al pianterreno Il tessuto urbano che si rigeneDa abitazione della famiglia ra. A due passi dal Mart e dal Rosmini, nel Settecento, a secentro storico. Accanto al nuo- de principale della banca di vissimo "Urban City", su corso credito cooperativo roveretaRosmini, un altro cantiere sta na, il passo oggi è breve. Il nuocambiando il volto della città, vo palazzo Balista «è un editiLa ristrutturazione di palazzo ciò ad alta efficienza energetiBalista, la casa la nuova sede ca e modernità - ha spiegato il della Cassa Rurale di Rovereto, presidente Marega - la parola sta procedendo. A passi spedi- d'ordine dei lavori è intrecti. Per tagliare il nastro nell'au- ciò». Arredamento, il nuovo lotunno 2016, pochi mesi dopo go, le pareti, le sale: tutto, quello dell'Urban City (e che all'interno dell'edificio, dovrà l'attuale primo cittadino spera ricordare i 115 anni di storia di inaugurare entrambi). della Cassa Rurale, ogni oggetI due palazzi - che mescola- to presente sarà un intreccio no innovazione e la tradizione tra arte e colori primari. Sosecolare roveretana - oggi so- prattutto quelli dominanti nei no uniti da una voragine, che due splendidi affreschi ritrovarappresenta l'accesso al siste- ti sotto gli strati di intonaco suina di parcheggi interrati della gli avvolti delle due stanze acnuova sede della Rurale. Fra c a n t 0 all'ingresso principale. Urban e Balista, la città potrà Oggi, ogni lunedì mattina, pagodere di 340 parcheggi, in lazzo Balista può essere visitaparte a pagamento, in parte to dai curiosi. Merita una capagratuiti. Ieri mattina, anche pa- t ina. Perché si resta meraviglialazzo Balista è stato visitato ti di tanta bellezza. dalla giunta Miorandi. AccomNe\ s o t t o t e t t 0 > i n i e g n o m a s . pagnato dal presidente della S Ì C C Ì 0 della vai di Flemme, saRurale Paolo Marega e dal di- r a r i c a v a t a l a sala formazione e rettore Luca Filagrana, gli am- gn uffici dei dipendenti, al piammistraton roveretam hanno n o inferiore, la sala principale potuto ammirare lo stato del presidente e del direttore, dell'arte del cantiere. altri uffici, come pure al pianterreno. Un accesso sarà su corso Rosmini, mentre da via don Rossaro i clienti saranno accolti nella grande teca in vetro e acciaio che accoglierà tutti gli sportelli. (n.f.) Pag. 15 W7% Sito sempre in ewoiuzione: anche sui web ROVERETO. Volete sapere a che punto stanno è lavori all'Urban City e vive lontano da Rovereto? 1 r^iTrinif^.^lìrihl ' N®n Preoccupatevi. Collegandosi : '• ' ": : •-'Hb-ruì* awww.yrbancitvroveret0.it,è awww.yrbancityroveret0.it, è ';.,:'•' I '. fi,]'1 ^Ifl^jlf'Li possibile leggere e vedere i video U: ' i'"" ' ' ~ 'il .-". ' della della brilla sezione webweb tv. tv. Nella sezione "ali"ali •ilil-;. -• " -. , news" l'architetto Bonifazi, ->. ''• i>.:h% ? co-progettista,racconta l'evoluzione del cantiere. Nella *v?r .!_ sezione report, siamo arrivati al numero 12, dell'8 febbraio scorso. ""TP* 1 *,**" """ • ^ ! ; i f • « : : : , Pag. 16 La fiducia tra i migranti regala a Sara Tonini 25.000 euro La borsa di studio Claudio Dematté, istituita per iniziativa del Comitato Amici di Claudio Demattè in collaborazione con Università di Trento e la Fondazione Trentino Università, è stata vinta da Sara Tonini. Laurea magistrale in Economics and Finance alla Luiss di Roma e dottoranda in Locai Development and Global Dynamics all'Università di Trento (nell'ambito della Scuola in Scienze sociali) la trentenne si è aggiudicata un finanziamento di 25 mila euro per il suo progetto sulla trasmissione della fiducia tra generazioni di migranti e la costruzione della coesione sociale («Building social cohesion: the transmission of trust through migrant generations»). Come destinazione per lavorare alla sua ricerca ha scelto l'Institute for the Study of Labor (IZA) di Bonn per le competenze presenti in tema di immigrazione e per una conoscenza profonda degli strumenti d'indagine socio-economica necessari per sviluppare il suo progetto. Questa volta poi la commissione di selezione ha deciso di dare un riconoscimento anche a un altro candidato. Un premio di 3.000 euro più un prestito sulla fiducia garantito dalla Fondazione Trentino Università, va a Enrico Fiorentini per la validità del suo progetto che si concentra sulle problematiche derivanti da rischio nucleare nel mondo. Pag. 17 Le erogazioni crescono del 2 6 % . Crediti deteriorati al 16%. Utile a 1,4 milioni, + 7 % . Mediocredito, boom di prestiti in Trentino TRENTO - Riparte l'erogazione dei finanziamenti da parte di Mediocredito Trentino Alto Adige. Nel 2014 i nuovi crediti concessi sono 233 per 186,3 milioni di euro, con un incremento dell'11,4% sui 167,2 milioni del 2013.1 finanziamenti erogati salgono del 12,1% a 145 milioni. I crediti complessivi alla clientela restano in calo del 6,9% a 1.202 milioni, ma il segnale c'è. E si vede soprattutto in Trentino e in Alto Adige. Ieri il cda di Mediocredito, presieduto da Franco Senesi, ha approvato il bilancio 2014.1 conti chiudono con un risultato netto di periodo, pur penalizzato dall'accresciuto carico fiscale, di 1,4 milioni, in crescita del 7,3% rispetto ai livelli del 2013. La ripresa del credito è stata partico- larmente significativa in regione, dove l'incremento delle concessioni di nuovi prestiti ha raggiunto il 75,4% e le nuove erogazioni sono cresciute del 46,8%. A Trento gli aumenti sono rispettivamente del 42,2% e del 26,1%. La dinamica dei crediti deteriorati lordi ha manifestato una crescita molto contenuta e inferiore alla media del sistema (+3,4% rispetto al 2013) con un'incidenza sul totale dei crediti del 16,1% (dal 15,1% del 2013). Le rettifiche di valore sono ancora consistenti e pari a 15 milioni. All'interno delle attività di banca di investimento, si è stabilizzato l'apporto delle commissioni da servizi e consulenza alle imprese mentre, quanto all'attività in equity, si sono registrate plusvalenze per la cessione di due par- tecipazioni e una crescita dei dividendi. Sempre elevati e ancora in crescita i coefficienti patrimoniali, più che allineati alle previsioni di Basilea IH. Prosegue su più fronti il consolidato rapporto con il sistema del credito cooperativo. La provvista non ha presentato particolari criticità e i nuovi flussi per 272 milioni sono derivati da prestiti obbligazionari, programma Tltro della Bce, fondi Bei e Cassa Depositi e Prestiti, depositi da Casse rurali e Bcc. Mediocredito è nel cantiere aperto della superbanca delle imprese con Cassa Centrale e della holding del Nord Est, questioni oggi legate anche all'esito dell'autoriforma nazionale delle Bcc. Nell'assemblea prevista il 13 aprile verrà inoltre rinnovato il cda. F. Ter. Pag. 18 BANCHE Investimenti: domanda bassa Mediocredito reagisce bene Nel corso del 2014, in Italia, le erogazioni. non si sono ancora concretizSotto il profilo economico, zati i preannunciati segnali di la Banca ha registrato un calo ripresa e Mediocredito ha - in del margine di intermediazioparte - risentito della debolez- ne rispetto al 2013, mala dinaza delle richieste di impiego mica stabile dei costi operatiper investimenti da parte del- vi, su livelli medi storici già le piccole e medie aziende. contenuti, ha consentito di Ciononostante, la Banca consolidare un rapporto cost/ non ha fatto mancare il pro- income (rapporto tra costi prio sostegno creditizio ai pro- operativi e margine di intergrammi di sviluppo delle atti- mediazione) che rimane attevità delle imprese, puntando a stato su livelli di eccellenza. mantenere stabile la propria Le rettifiche nette sulle attiposizione in termini economi- vità (ovvero le svalutazioni di ci e di quote di mercato. crediti in sofferenza) sono diCiò ha portato ad una fase minuite rispetto al 2013 grazie di crescita dei volumi di opera- ad un rallentamento nella ditività, in particolare nel territo- namica di crescita delle partirio regionale, con un aumento te non performing. delle nuove concessioni e del- Il risultato netto di periodo pur penalizzato daU'accresciuto carico fiscale - ammonta a circa 1,4 milioni di Euro, in crescita del 7,3% rispetto ai livelli del 2013. Quanto all'attività, nelF anno 2014 si è registrata una ripresa dei volumi di nuovo credito concessi (+18,9% per numero di operazioni e +11,4% per importo complessivo) e dei conseguenti livelli di erogazioni (+12,1% in valore). La ripresa è stata particolarmente significativa in Regione dove l'incremento delle concessioni di nuovo credito ha raggiunto il 75,4% e le nuove erogazioni sono cresciute del 46,8%. Pag. 19 Mediocredito, utile a +7% Crediti deteriorati al 16%, 15 milioni di rettìfiche +ii per cento in crescita i! credito erogato +75 per cento L'aumento di credito in regione TREITO Mediocredito Trentino Alto Adige chiude il 2014 con un utile di 1,4 milioni, in crescita del 7,3%, pur nelle difficoltà, rispetto al 2013. Nel 2014 si è registrata una ripresa dei volumi di nuovo credito concessi (+18,9% per numero di operazioni e +11,4% per importo complessivo) e dei conseguenti livelli di erogazioni (+12,1% in valore). La ripresa è stata particolarmente significativa in regione dove l'incremento delle concessioni di nuovo credito ha raggiunto il 75,4% e le nuove erogazioni sono cresciute del 46,890. Per ripartizione geografica, il TrentiHQ_Alto_Adiee._si_conferma il principale mercato della Banca: qui è concentrato il 46,190 del totale del portafoglio crediti, per il resto distribuito tra Veneto (23,7%), Lombardia (11,3%), Emilia Romagna (10,3%) e altre aree (8,6%). In flessione il margine di intermediazione, che si è assestato a 27,6 milioni di Euro (-10,7%). I crediti deteriorati sono in tutto il 16,1% (dal 15,1% del 2013). Le rettifiche di valore sono ancora consistenti, circa 15 milioni di euro. Per il futuro servirà inserire la banca in un contesto più ampio rispetto al settore «imprese». Toccherà al nuovo cda il riassetto. Pag. 20 Sostegno a Casa Girelli-La Vis Zeni incalza: «Pericolo bypass» OFFENSIVA PD CANTINA LA VIS ZENI INCALZA IL GOVERNATORE L uca Zeni (Pd) si rivolge alla giunta e attraverso un'interrogazione invoca chiarezza rispetto all'istanza di fallimento verso La Vis e all'operazione su Casa Girelli. Zeni chiede «se sia stata depositata un'istanza di fallimento da parte di creditori, ex soci, o altri». a pagina 11 TRENTO Depositata in consiglio provinciale l'interrogazione di Luca Zeni (Pd) rispetto all'istanza di fallimento verso La Vis e all'operazione della Provincia su Casa Girelli: il timore è che i «paletti» imposti dal Pd vengano bypassati. Nel documento Zeni chiede «al presidente della Provincia e all'assessore competente se sia stata deposi- tata un'istanza di fallimento da parte di creditori, ex soci, o altri». Inoltre chiede lumi sul piano di riassetto, che avrebbe dovuto, se approvato, sbloccare i io milioni. In particolare il consigliere vuole sapere «quale esito la richiesta di attestazione fatta da Cooperfidi abbia avuto». Richiesta che era finita nella discussa delibera 1037 del 2014. «In merito a Casa Girelli, che risulta essere un ramo sano — continua — chiedo quali siano gli strumenti che la Provincia intende utilizzare per garantire la piena operatività e messa in sicurezza del ramo industriale della Cantina La Vis, se ci sia l'ipotesi di leaseback e se sia prevista un'attestazione di certificazione, per evitare che l'intervento aggiri di fatto quanto stabilito dalla giunta stessa nella delibera 1037/14». Pare infine che i vertici di piazza Dante stiano trovando difficoltà nell'operazione Cagi, prima di aver risolto la questione dell'istanza fallimentare. E. 0 § t © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 21 LaVis, ultima chiamata per il salvataggio La Provincia offre 2-3 milioni come garanzia a Casa Girelli, ramo sano del gruppo. E spera nell'effetto leva sulle banche LA CANTINA LaVis, l'idea deia Pro¥Ìiicia per Casa Girelli La Provincia è pronta ad offrire 2-3 milioni come garanzia a Casa Girelli, controllata da LaVis. • CHIARA BERTA PAGINA14 di Chiara Bert Non un leaseback, ma una garanzia - attraverso Trentino Sviluppo - a Casa Girelli, l'azienda di imbottigliamento di vino controllata dalla LaVis: il ramo sano del gruppo, 65 posti di lavoro che nessuno vuole rischiare di perdere. La garanzia che la Provincia è pronta a mettere sarebbe per una quota dell'immobile di Casa Girelli in viale Verona, bene senza ipoteche stimato oltre 9 milioni di euro se avesse una destinazione d'uso residenziale: la cifra dell'intervento pubblico si aggirerebbe tra i 2 e i 3 milioni di euro, soldi che andrebbero tutti a sostenere il «gioiello di famiglia». Un'operazione che nei piani di Piazza Dante otterrebbe però un'effetto-leva sul sistema bancario, innescando quel finanziamento degli istituti di credito che consentirebbe alla Cantina LaVis di rifiatare e affrontare il piano di rilancio. Probabile che per mettere a punto l'intervento serva ancora qualche giorno. «In giunta ne riparleremo quando saranno ultimate le due istruttorie, quella per l'operazione su Casa Girelli e quella sulla revisione cooperativa di LaVis con le controdeduzioni della Cantina», chiarisce il presidente della Provincia Ugo Rossi. Una settimana fa il vicepresidente Alessandro Olivi aveva incontrato i lavoratori di Casa Girelli, da mesi in allarme per il proprio posto di lavoro e per gli stipendi, e a loro aveva annunciato che la Provincia intende «garantire la piena operatività e la messa in sicurezza dell'azienda e il mantenimento dei suoi indici di qualità, affinché dal rafforzamento di Casa Girelli possa derivare anche un beneficio per il gruppo di cui fa parte». E qui sta la novità dell'operazione: aiutare Casa Girelli, il polmone vitale della LaVis in crisi, e attraverso questo aiuto convincere le banche a concedere quel credito indispensabile alla Cantina per evitare il fallimento e il commissariamento. Trentino Sviluppo interverrebbe con una garanzia per una quota dell'immobile, tra i 2 e i 3 milioni di euro, soldi che dovranno restare a Casa Girelli e non essere drenati dalla casa madre in crisi, con l'impegno che un domani - se malauguratamente LaVis dovesse fallire il ramo di Casa Girelli potrebbe staccarsi per sopravvivere autonomamente. La speranza è che, di fronte alla garanzia del pubblico, a BLOCCO BANCARIO L'obiettivo Pag. 22 di Piazza Dante è superare il no di Cassa Centrale e Rurale di Trento al piano dirilanciodellacantina sull'orlo del fallimento quel punto gli istituti di credito si muovano e mettano sul piatto un finanziamento almeno di pari entità a vantaggio del gruppo LaVis, gravato da un debito che ha superato gli 80 milioni di euro. Solo a quel punto si potrebbe sbloccare il piano di salvataggio da 10 milioni (8 della Provincia, 2 di Cooperfidi) per l'acquisto della parte più vecchia della cantina, leaseback che lo scorso giugno la giunta provinciale aveva condizionato al via libera della stessa Cooperfidi al piano di risanamento e rilancio della cantina. Ma in questo momento il salvataggio è bloccato dal no di Cassa Centrale e Cassa Rurale di Trento, le due banche creditrici (su 11) della Cooperazione. La Federazione pare più _jche_ scettica sul rilancio della LaVis. Ma i tempi sono strettissimi, la crisi di liquidità della cantina è sotto gli occhi di tutti. E un eventuale fallimento trascinerebbe inevitabilmente con sé anche l'azienda sana, Casa Girelli. Uno scenario inaccettabile per la Provincia. Anche perché l'operazione-studentato su Casa Girelli - da costruire sull'area di viale Verona di proprietà della LaVis, vicino allo studentato dell'Opera a Sanbapolis - non ha fatto nessun passo avanti. «Frenerei gli entusiasmi, la soluzione è di là da venire, io sono ancora in attesa di uno studio di fattibilità e sostenibilità finanziaria. Se ieri questa operazione era legata al salvataggio della LaVis, oggi è accettabile solo se è utile alle esigenze dell'Università di Trento per quanto riguarda il fabbisogno di posti letto per gli studenti», aveva detto lo scorso ottobre l'assessora all'università Sara Ferrari. E dal Pd Luca Zeni aveva subito lanciato un altolà: «La motivazione non può essere salvare la cantina». Pag. 23 «Mercato contadino all'ex Cbs, un errore» Dro, netta presa di posizione dei promotori del parco agricolo del Garda: «La soluzione non è funzionale, meglio le iniziative di Coldiretti nelle piazze» «Pensare di accentrare a Dro il Farmer's market (mercato del contadino) non sembra funzionale alle esigenze di larga parte dei suoi potenziali fruitori abitanti del Basso Sarca»: lo dicono dal comitato promotore del parco agricolo del Garda trentino, dopo aver notato che tra le indicazioni fornite dal documento preliminare del piano territoriale c'è quella di collocare il Farmer's market del futuro distretto agricolo (se questo mai nascerà...) presso la struttura ex Cbs a Dro, ora parzialmente in disuso dopo il trasferimento dei magazzini e degli uffici amministrativi a Pietramurata. «Al riguardo - afferma a nome del comitato Duilio Turrini - è già operativa l'iniziativa "Campagna Amica" promossa dalla Coldiretti la quale ha attivato nelle piazze dei principali comuni trentini il mercato in cui i produttori agricoli vendono direttamente ai consumatori i prodotti delle loro aziende. La vicinanza del mercato del conta- legamento anche con fattorie didino al luogo di residenza del dattiche di cui si auspicava la cliente pare essere requisito in- nascita, come museo della civildispensabile per il suo succes- tà contadina per conservare le testimonianze di antichi prodotso». Per una modesta porzione ti e metodi di produzione agridel grande edificio dell'ex Cbs il cola. Naturalmente - argomencomitato promotore del parco ta Turrini - potranno essere anche spazi di vendita agricolo - che ritiene invece op- ospitati dei prodotti locali che verranno portuno che le amministrazioni usufruiti prevalentemente dai locali si adoperino per potenzia- residenti di Dro e dai turisti desire, organizzare e promuovere derosi di conoscere Y offerta del meglio i già esistenti mercati del mondo agricolo locale. Rimane contadino presso i diversi co- però sullo sfondo la questione muni della Comunità - aveva a fondamentale della finora mansuo tempo pensato ad altre de- cata costituzione del distretto stinazioni d'uso. «Innanzitutto agricolo del Garda trentino. I come punto di raccolta e pesa- promotori dell'iniziativa e i tura dei conferimenti dei soci 9.000 cittadini firmatari della della cooperativa Valli del Sarca proposta di legge di iniziativa e come magazzino di scorte popolare assistono al penoso agrarie. Come sede del Distretto rimpallarsi di responsabilità tra agricolo, come show-room dei amministratori comunali, della prodotti agricoli locali per i turi- Comunità di Valle e della Prosti ospiti del Garda trentino, co- vincia riguardo al fatto che la me punto informativo dei siste- legge provinciale da quasi otto mi di produzione e trasforma- anni rimane inapplicata». zione dei frutti della terra in colfm.cass.) Pag. 24 L'extravergine dell'Agraria ha conquistato il «Sol d'Argento» L'Agraria di Riva del Garda continua ad inallerare trofei. Internazionali e prestigiosi. Grazie all'extravergine «Bio 46° Parallelo», l'azienda rivana ha conquistato proprio in questi giorni il «Sol d'Argento» al concorso internazionale Sol d'Oro di Verona, per la categoria «oli biologici». Per il terzo anno consecutivo gli extravergini altogardesani sono saliti sul podio di questo importante concorso, che ha lo scopo di evidenziare la migliore produzione olivicola dell'emisfero nord e di farla conoscere ad operatori e consumatori. ^Alla vincita del Sol d'Argento si aggiunge la «Gran Menzione» ottenuta con l'extravergine Uliva Dop. Chi vorrà conoscere, gustare e apprezzare i prodotti in questione, oltre che presso la sede dell'Agraria in località S, Nazaro, potrà farlo da domani «VinitalySol&Agrifood» di Verona che si apre proprio domenica e prosegue sino a mercoledì. Agraria di Riva sarà presente presso lo Stand B.l Tensostruttura C. Pag. 25 IL PREMIO Olio biologico, Agraria Riva vince il Sol d'argento a Verona Agraria Riva del Garda parteciperà anche quest'anno a Sol& agrifood Taste of Business, in programma da domani a mercoledì 25 marzo a Verona, presso VeronaFiere. La Rassegna Internazionale dell'Agroalimentare di Qualità è una prestigiosa vetrina che, anche grazie alla concomitanza con Vinitaly, promuove l'ec- cellenza olivicola ed agroali- sul podio di questo importanmentare sul mercato naziona- te concorso, che ha lo scopo di le ed internazionale. evidenziare la migliore produAgraria Riva la vincita del zione olivicola dell'emisfero Sol d'argento (medaglia d'ar- dord e di farla conoscere ad gento) al concorso internazio- operatori e consumatori. Alla nale Sol d'Oro di Verona, con vincita del Sol d'argento si agl'extravergine bio 467 /Paralle- giunge la Gran menzione ottelo per la categoria oli biologici. nuta con l'extravergine Uliva Per il terzo anno consecutivo dop Garda Trentino, per la cagli extravergini di Agraria sono tegoria Fruttato leggero. Pag. 26 Allevatore a soli 23 anni produce latte d'alta qualità Gianluca Graziadei s'è diplomato a San Michele e lavora nella stalla del papà Non sa cosa siano le vacanze, ma ama ciò che fa e gli orari non gli pesano eli Carlo Brid! Nell'incontrare Gianluca Graziadei, uno dei pochissimi giovani allevatori rimasti nel tratto del Trentino che va da Vezzano al lago di Garda - se ne stimano meno di dieci - colpisce innanzi tutto la passione che lo anima in quello che è sicuramente il lavoro agricolo più impegnativo, ossia quello dell'allevatore. «Io afferma - ho sempre avuto la passione per le vacche e per i mezzi agricoli. La nostra azienda è in parte anche viticola, ma quel settore lo lascio a mio fratello perché a me non piace la viticoltura». Avendo avuta la fortuna di avere un padre allevatore, con una stalla nel bel mezzo dei vigneti della piana di Sarche, Gianluca si è trovato a crescere fra le mucche, con l'occhio attento alle loro caratteristiche visto che papà ha sempre puntato sulla selezione peraltro con eccellenti risultati. Prova ne sia il fatto che la produzione media/ capo per lattazione è pari a 105 quintali di un latte di alta qualità tanto che la sua è una delle aziende trentine selezionate per la linea "Latte Alta Qualità". E il futuro, con l'ormai vicina abolizione delle quote latte e la liberalizzazione conseguente del mercato, come lo vede? «Non sono pessimista - afferma Gianluca- abbiamo un piano in testa, poi io sono convinto che fare un latte di alta qualità non sia cosa facile e l'alta qualità penso ci salverà.Poi noi cerchiamo di condurre una politica aziendale coerente e senza avventure. In quest'ottica, anche il suo sogno nel cassetto è molto pratico essendo quello di veder retribuito meglio, ma anche più riconosciuto, il suo impegno non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. «Se pensiamo all'enorme opera che facciamo per il mantenimento dell'ambiente - spiega "sfalciando" ben 40 ettari di prati sulle nostre montagne, il nostro lavoro meriterebbe maggiore considerazione e rispetto perché è un lavoro di cui beneficia l'intera società. Chi critica dovrebbe prima cercare di capire cosa facciamo. Anche nello spargimento del letame e del liquame, ad esempio, cerchiamo di adottare tecniche con non diano fastidio a nessuno, interrando immediatamente il fertilizzante. Certo è che oggi l'odore del letame che una volta ci accompagnava ovunque enza problemi non viene più sopportato. L'azienda Graziadei ha puntato sul fotovoltaico al punto che oggi non solo siamo autosufficienti, ma immettiamo anche molta energia nella rete pubblica. Tutto questo, grazie alla copertura dell'intera stalla con pannelli fotovoltaici». Alla nostra domanda se ha pensato anche al biogas, la risposta non ammette repliche: «Non è economicamente conveniente, l'investimento necessario non si ammortizzerebbe mai». Gianluca è molto attento anche alle innovazioni in azienda. «L'ammodernamento è costante - afferma - certo le risorse, con i prezzi del latte in calo e quelli dei mezzi di produzione in costante crescita, non danno grandi margini». Ma Gianluca previlegia sempre l'investimento in azienda. Una prova? Pur essendo un giovane di 23 anni che lavora duramente non ha una macchina propria. Un impegno per 365 giorni l'anno con uni reddito scarso: natutrale chiedergli se è pentito della sua scelta professionale. «Neanche per sogno - è la risposta netta - sono molto orgoglioso del mio lavoro, mi piace, e non sento affatto il peso delle molte ore che impone ogni giorno. È come un gioco e i sacrifici non gli sento» affatto». Durante l'inverno un po' di tempo riesce a ritagliarselo per il suo hobby: scialpinismo e sci discesa. Poi inizia la stagione e tempo per gli hobby non ce né più. Pag. 27 Un'azienda con 40 ettari eli prati tra il Bondone e Paltò Garda Gianluca Graziadei nasce nella piccola frazione di Ponte Oliveti, vicino a Sarche, 23 anni fa, frequenta per 4 anni li corso eli formazione professionale a San Michele dove ottiene il brevetto di imprenditore agrìcolo. Per ora è collaboratore di papà Carlo - ma ha in corso la pratica per l'insediamento come capo azienda - in una realtà con una media di 105 quintali di latte a lattazione di ottima qualità: cellule somatiche nomila, grasso 4%, proteine 3,15% carica microbica inferiore alle 5000. Conduce un'azienda di 40 ettari di prati che spallano dal Monte Bondone al Gazza sopra Margone, ben 32 sono coltivati a mais ceroso per l'alimentazione delle mucche distribuiti dall'Alto Garda fino a Flavina sotto Trento. La vita media di queste vacche di razza Frisona altamente selezionate per essere autentiche fabbriche da latte è molto breve, 4 lattazioni di media. E capi allevati sono 105 in mungitura più una cinquantina per la rimonta. Cc.b.) Pag. 28 Rapporto Mediobanca. Nel 2015 la metà degli operatori si aspetta un aumento del fatturato vicino al 5% Il vino investe e avanza all'estero Le principali cantine La classifica perfatturato 2014. In milioni di euro Var.% su 2013 Cantine Riunite &Civ Gruppo Campati (Divisione Vini) Palazzo Ariti nori Mezzacorona Fratelli Martini Secondo Luigi 160 Casa Vinicola Zonin 160 Cavit Cantina Viticoltori 158 128 Bg Gruppo Cevico 107 I Fonte: bilanci e questionari ** Ilvinononfiniscedistupire. L'anno scorso le cantine hanno pigiato con decisione sui pedali degli investimenti e della crescita in Asia nonostante le incertezze dell'economia mondiale e l'embargo incrociato tra Europa e Russia. Le cantine co- operative si sono confermate nelle prime due posizioni della classifica italiana. Il faro dell'area studi di Mediobanca è puntato su 122 società tricolori con fatturato superiore ai 25 milioni di euro. Dall'analisi è emerso il robusto con- tributo delle vendite estere sul fatturato italiano nel 2014; l'aumento degli investimenti (+10%) nonostante la flessione dello 04% per l'intera economia e lo sviluppo del mercato asiatico, +16,9% delle vendite. Per quest'anno però le aspettative degli operatori si sono fatte meno aggressive, infatti il 50% degli intervistati si attende una crescita delle vendite sotto il 5% nonostante la quasi parità tra dollaro ed euro. Secondo Mediobanca, nonostante le vendite domestiche in Italia siano rimaste invariate rispetto al 2013, il fatturato estero dei maggiori produttori con passaporto italiano è aumentato del 2,8%, trainando il fatturato complessivo a 5,11 miliardi, +1,4%. In quest'ambito, gli spumanti, con in testa il Prosecco, confermano il trend positivo dello scorso anno e guidano la crescita con un +4,1% sul 2013 sospinti dall'estero (+6,2%). Gli spumanti siriconfermanoprimi anche nella classifica degli investimenti tecnici segnando un +58% rispetto al20i3. In generale tutto il settore rimane vivace con investimenti tecnici in crescita del 10%: un risultato ancora più significativo se paragonato alla contestuale contrazione dello 0,4% del dato nazionale. Solo il 5% del fatturato estero del vino italiano è realizzato in Asia ma i ricercatori di Mediobanca scommettono che presto questo dato dovrà essere aggiornato visto che nel 2014I'Asia si è rivelata la destinazione che ha incrementato maggiormente le vendite con un +16,9%. Energica anche la crescita del Nord America (+6,1%), dove si realizza il 32% dell'export, mentre rallentano le esportazioni italiane di vino nei paesi Uè (+1,7% sul 2013), che tuttavia si confermano la prima piazza estera per il vino italiano; assorbono il 50% dell'export totale. In flessione invece le esportazioni in Africa, Medio Oriente e negli altri Paesi europei (non nella Uè) che calano del 3,3%, per una quota pari all'11% del totale; il residuo 1% delle esportazioni va in Sud America. Nella classifica dei top seller 2014, Santa Margherita si aggiudica il primato della crescita (+7,8% a 110 milioni) tra i gruppi con oltre 100 milioni di fatturato. In assoluto al vertice si conferma il gruppo Cantine Riunite-Giv con 536 milioni di fatturato (+0,3%), seguito da Caviro con 314 milioni (-2%), Campari con209 milioni (-8,3%), Antinori(+4,8%)eMezzacorona(+5%). Se invece si considera la proiezione estera sale sul podio Ruffino, che realizza all'estero il 92,9% del fatturato, seguita da Masi Agricola, 90,5%, e da Fratelli Martini, 89,5%. ' E le aspettative per il 2015? L'82% degli intervistati non prevede un calo delle vendite per l'anno a venire, ma sono solo il 9% gli ottimisti che prevedono una buona annata nel 2015 con crescita delle vendite superiore al 10%. E. Se. Pag. 29 Retori" Mediobanca vino I tre poli trentini fra i «top 25» TRENTO Mediobanca stila la classifica delle 25 maggiori società vitivinicole italiane per fatturato. Al quinto posto figura Mezzacorona, con 171 milioni nel 2014, con 49 milioni di bottiglie prodotte. All'ottavo posto c'è Cavit, con 158 milioni di fatturato. Al iScsimo posto c'è La Vis, con 89 milioni di fatturato. Alla 25esima posizione compare Masi Agricola, che ha in pancia l'azienda roveretana Bossi Fedrigotti e nel 2014 ha fatturato 60 milioni di euro (-7%), con circa 11,7 milioni di bottiglie. i RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 30 LA GRANDE RASSEGNA ) ) ìnitaly, il Trentino schiera 1 suoi big La provincia si presenta con tutte le sue specialità. Cavit, Mezzacorona e Lavis pronte ad essere protagoniste eli Cari© Bridi Apre domani a Verona, la 49A edizione del Vinitaly, un evento al quale il Trentino enologico e non solo, si presenta con tutte le sue specialità in un momento in cui tutti gli indicatori portano il segno più per la commercializzazione dei vini trentini particolarmente le vendite all'estero. Questo vale particolarmente per le cantine più grosse: Cavit, Mezzacorona e Lavis che stanno sfruttando al meglio le opportunità offerte dai mercati mondiali. Un dato valga per tutti: dal 2012 al 2014 il valore del vino esportato dall'Italia è passato da 2,7 miliardi agli oltre cinque. A Verona, i migliori vini del Trentino saranno presenti oltre che a Veronafiere assieme alle specialità gastronomiche trentine nel "FuoriSalone" veronese con uno spazio espositivo a disposizione, a rotazione dei soci per degustazioni e vendita diretta delle proprie specialità in una serie di stand presso Piazza dei Signori fino al 23 marzo. L'iniziativa è coordinata dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, il cui presidente Francesco Antoniolli ha dichiarato come "questi momenti di contatto diretto con la gente siano fondamentali per i soci produttori perchè permettono di far conoscere al pubblico internazionale le proprie specialità". Fabio Piccoli, responsabile promozione Consorzio Vini del Trentino, afferma come "per noi sia molto importante essere sia dentro che fuori la fiera poiché ci consente di instaurare un doppio dialogo, sia con gli operatori del settore dentro il Vinitaly, che con il vasto pubblico di consumatori finali che si riverserà nelle piazze della città." Dentro il padiglione 3 del Vinitaly molte le iniziative delle aziende trentine: per l'evento di questa sera aH'"Opera Wine" che farà da apripista alla rassegna, Wine Spectator ha scelto nel ristretto club delle aziende italiane più quotate il Teroldego Rotaliano "Nos" 2006, del Gruppo Mezzacorona che domani alle 16 presenterà le novità: selezione Castel Firmian e Alpe Regis Pas Dose Trentodoc 2008, mentre la Cantina Mezzolombardo presenterà il Trentino Lagrein Riserva. L'azienda specializzata nella produzione di Trentodoc la Revì presenterà le sue novità: Revì D. zero vendemmia 2011, Rosé vendemmia 2011 e Paladino tutti sboccati per l'occasione. Trentodoc propone sempre all'interno del padiglione 3 un fitto programma di incontri e momenti informali di assaggio per tre giornate: domani, lunedì e martedì con l'obiettivo di spiegare la storia le peculiarità e le caratteristiche di ognuna delle bottiglie proposte, mentre alcuni rappresentanti del mondo del vino italiano racconteranno la loro esperienza con le bollicine trentine in incontri della durata di dieci minuti cui seguirà la degustazione di un calice di Trentodoc. Nella giornata di lunedì 23 Pag. 31 marzo alle ore 15 i campioni dell'Aquila Basket saranno in visita allo stand della Cavit che si presenta con un restyling raffinato ed elegante del suo Muller Thurgau oltre che con la piattaforma social "Cavit Natura Trentina". L'intervento sull'immagine della bottiglia in tutti i formati, sottolineano in Cavit, mira a valorizzare il vitigno Muller Thurgau, profondamente legato al territorio trentino ed utilizzato sia per il vino fermo che come base spumante. "Cavit Natura Trentina" è una piattaforma on line che racconta il Trentino, le sue bellezze naturali le tradizioni e la sua grande vocazione enologica. La Cantina La'Vis presenterà sei nuovi vini 4 bianchi e 2 rossi destinati alla grande distribuzione per continuare a crescere sia in Italia che all'estero della line Durer-Weg che hanno un ottimo rapporto qualità/ prezzo che sarà la loro arma vincente nel mercato Ho.re.ca oltre che nella Gdo sui quali abbiamo raccolto l'attenzione dei principali player nazionali e Vinitaly rappresenterà l'inizio di una nuova fase di sviluppo per questa azienda", afferma Marco Zanoni, Ad della La Vis. il Ferrarif bollicine «ufficiali» di Expo MILANO. Da sempre bollicine italiane per eccellenza» Ferrari è stato scelto dal Padiglione Italia quale brindisi dei momenti ufficiali della rappresentanza del nostro Paese a Expo Milano 1015. I capi di stato e le personalità in visita saranno accolti a Palano Italia da un calice di Trentodoc, portando così avanti la tradizione che vede Ferrari rappresentare il "Brindisi degli italiani" e suggellare i più importanti momenti istituzionali, dello sport e dello spettacolo del nostro Paese. II legame tra Ferrari e Expo ha radici storiche che rimandano all'Esposizione Internazionale di Milano del 1906. In quell'occasione, la piccola cantina trentina, fondata solo 4 anni prima, si aggiudica la Medaglia d'Oro, il primo di una lunga serie di riconoscimenti. Oltre un secolo dopo, Ferrari si affaccia a Expo Milano 2015 in duplice veste: ambasciatore del migliore made in Italy e testimone del proprio impegno sul fronte della sostenibilità e del biologico. Pag. 32 Trentodoc da Vinitaly a Expo 2015 VINO. Oggi a Verona anteprima con OperaWine TRENTO - Domani apre Vinitaly 2015. Oggi è in programma l'anteprima OperaWine al palazzo della Gran Guardia a Verona. Tra i 100 migliori vini italiani selezionati da Wine Spectator ci sono i trentini Ferrari Perle Trentodoc 2006, Foradori Granato Vigneti delle Dolomiti Igt Teroldego 2010, Mezzacorona Nos Teroldego Rotaliano Riserva 2006. Ma le bollicine Trentodoc sono già pronte a fare il salto da Vinitaly a Expo 2015 Milano. Trentodoc, con 41 produttori e 7 milioni di bottiglie prodotte, è infatti partner tecnico in numerosi momenti istituzionali e nelle occasioni in cui le Der- sonalità visiteranno il padiglione «Vino, a taste of Italy», realizzato da Vinitaly per Expo Milano. «Attraverso i brindisi con il pubblico, con le delegazioni e le autorità - dichiara l'assessore provinciale all'agricoltura Michele Dallapiccola - vogliamo far conoscere le peculiarità del Trentodoc, metodo classico italiano di montagna in grado di sintetizzare l'unicità del nostro territorio dolomitico». Al tempo stesso Ferrari Trentodoc è stato scelto dal Padiglione Italia quale brindisi dei momenti ufficiali della rappresentanza del nostro Paese a Expo. «Trovo molto significativo tornare a Expo Milano dopo oltre un secolo afferma il presidente delle Cantine Ferrari Matteo Lunelii - All'Esposizione Internazionale del 1906, quando abbia- mo conquistato la Medaglia d'Oro, eravamo una piccola cantina, una start up la definiremmo in termini moderni». Per quanto riguarda Vinitaly, nello stand trentino coordinato dal Consorzio Vini si contano 69 produttori presenti. Prodotti d'eccellenza e assaggi «imperdibili» vengono, tra gli altri, da Cavit, Mezzacorona, La Vis, Cantina Rotaliana, Endrizzi, Cembranidoc. Ieri il cda di Italian Wine Brands, prima azienda vinicola quotata in Borsa nata dalla joint venture tra Giordano Vini e la trentina Provinco, ha approvato il bilancio 2014, che vede ricavi per 140 milioni di euro e un utile netto di 5,1 milioni. Provinco, ricordaTAd Alessandro Mutinelli, è stata riconosciuta come Best Italian Producer dal Berliner Wein Trophy. Pag. 33 Etichette regionali al Vinitaly Gli eventi da non perdere VERONA PARTE IL VINITALY TRENTODOC PROTAGONISTA A l Vinitaly, al via domani, uno dei protagonisti sarà il Trentodoc, il marchio collettivo territoriale dedicato al metodo classico trentino, presente al padiglione 3 stand E1/F2, con tante novità, appuntamenti e degustazioni. Non mancheranno i prodotti tipici locali. a pagina 15 Negri Durante la fiera Sarà presentata anche !aco!!aborazione con Expo 2015, di cui i! Trentodoc sarà partner di Francesca negri Essere o no essere? Vinitaly o non Vinitaly? Se siete dei wine lover la data del salone intemazionale del vino di Verona ce l'avete segnata da tempo in agenda, ma l'interrogativo, come ogni anno è: buttarsi o no nel caos di padiglioni dove il vino difficilmente si degusta in condizioni ottimali? Se ancora siete in dubbio, c'è un'altra occasione che — come tutti i FuoriSalone — sembra molto più interessante. Si tratta di Vinitaly & The City: da oggi e fino mercoledì, dalle 18 alle 23 in piazza dei Signori, nel Cortile del Mercato Vecchio, nel Cortile del Tribunale e a Palazzo della Gran Guardia il FuoriSalone di Vinitaly animerà il centro della città con un itinerario gastronomico d'eccellenza dove un'enoteca di vini selezionati accomPag. 34 pagnerà le specialità della tradizione gastronomica nazionale. Grande spazio sarà dedicato alle produzioni tipiche trentine che fanno parte della Strada del vino e dei sapori della provincia di Trento, magari con cui divertirsi a fare giochi di abbinamenti con prodotti di altre regioni. Basta acquistare il coupon di io euro che dà accesso a un calice e a quattro degustazioni. In ogni stand ci sarà anche la possibilità di acquistare i prodotti degustati direttamente dal produttore. Al Vinitaly, al via domani, uno dei protagonisti sarà il Trentodoc, il marchio collettivo territoriale dedicato al metodo classico trentino, presente al padiglione 3 stand E1/F2, con tante novità, appuntamenti e degustazioni. Per tutti i giorni della manifestazione sarà possibile conoscere Trentodoc soprattutto attraverso la proposta delle migliori etichette selezionate dalle case spumantistiche ma anche attraverso un programma di appuntamenti informali allo stand Trentodoc. Sommelier dedicati assisteranno il pubblico, spiegando storia, peculiarità e caratteristiche di ognuna delle bottiglie proposte, mentre alcuni rappresentanti del mondo del vino italiano racconteranno la loro esperienza con le bollicine trentine nei momenti #MyTrentodoc, incontri della durata di dieci minuti cui seguirà la degustazione di un calice di Trentodoc. La manifestazione scaligera sarà l'occasione di presentare anche la collaborazione con Expo 2015, di cui il Trentodoc sarà partner tecnico nel padiglione «Vivo, a faste of Italy». L'evento veronese è spesso palcoscenico privilegiato sul quale far debuttare nuove etichette e progetti, come accadrà domani per la Cantina Rotaliana, che alle 15 presenterà il suo nuovo Lagrein di 2012. Altra area da visitare è certamente quella del padiglione 6, dove allo a stand C2/D2 trova spazio il Consorzio Vini Alto Adige con ben 77 cantine. Per quattro giorni lo stand ospiterà un articolato programma di degustazioni tematiche che spazieranno dalla famiglia dei Pinot ai bianchi aromatici, dai rossi autoctoni fino agli spumanti. La degustazione è libera e prevede la rotazione giornaliera dei vini in assaggio. Pag. 35 Oggi e domani a Magre le porte di Casòn Hirschprunn e quelle di Tòr Lòwengang sono aperte agli operatori per la nuova edizione di Summa, l'evento ideato dal vigneron dagli occhi di ghiaccio Alois Lageder. Un viaggio all'interno dell'enogastronomia di pregio, una due giorni di visite guidate della cantina e dei vigneti, seminari, verticali e degustazioni di raffinate etichette attraverso cui entrare in contatto diretto con oltre 60 produttori provenienti da Italia, Germania, Francia, Austria e Nuova Zelanda, scelti personalmente da Alois Lageder non solo per l'eccellenza della loro produzione, ma anche per i rapporti d'amicizia e di fiducia instaurati nel corso di molti anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 36 CEMBRA Cerimonia a Palazzo Maffei con la consegna delle targhe Premio a l i «Botteghe Storiche» CEMBRA-- «Una tradizione familiare antica... il nostro negozio era il ritrovo di tutto il paese,... mio nonno cominciò questo lavoro nella cantina di casa... ho ereditato questa grande passione da mio zio...». Questo si può sentire entrando nelle botteghe storiche di Cembra che con grande passione portano avanti il lavoro dei nonni e dei bisnonni. Un importante riconoscimento che qualifica, valorizza e promuove l'offerta commerciale di tutta Cembra ma nello stesso tempo l'intera Valle. Grazie al progetto del censimento promosso dal Comune in collaborazione con la Camera di Commercio, sono ben 11 le botteghe storiche che a Cembra hanno ottenuto la targa di riconoscimento per aver superato i 50 anni di attività. Le aziende sono state premiate nei giorni scorsi presso Palazzo Maffei e sono: Zanotelli Giuseppe macelleria, Paolazzi Luigi macelleria, Gaigher Tiziano panificio, Nicolodi Francesco non alimentare, Nicolodi Rosanna non alimentare, icolodi Martino cartoleria, Famiglia Cooperativa, Fadanelli Danilo cartoleria giornali, Zanotelli Giuliano «Bar Vico». Paolazzi Mara, pizzeria Saint Rock e 1. Nardon Guido «Bar Rosalpina». Sono stati premiati anche i due titolari del Panificio Gaigher e del Bar Pizzeria Saint Rock che ad oggi sono ultranovantenni. Pag. 37 «La nuova Conad affosserà il corso» «È ovvio che questa realtà commerciale metterà in crisi alcune delle realtà commerciali, e non è dato sapere se vi saranno vantaggi almeno per i consumatori in quanto comunque la città di Rovereto è ben dotata di esercizi di questo tipo e per tutte le fasce di prezzo». Così l'ex sindaco Roberto Maf f ei torna sul dibattito circa l'ex stazione delle Corriere in corso Rosmini. «Sicuramente, essendo un attrattore di traffico porterà un aumento di automobili, porterà ad un congestionamento del traffico in una realtà già problematica con il rischio di far diventare il corso una "camera a gas". Non credo che per un semplice supermercato ne valga la pena. Sottolineo anche, a mio avviso, • la bizzarra operazione immobiliare architettata sull'area in questione dove si fa fatica a scorgere un vero vantaggio per la città, e cioè un vero interesse pubblico che ne giustificasse l'operazione». Pag. 38 Una centrale a Tiarno? Dibattito il 24 gt «Energie e territorio: quali scelte per un futuro migliore della Valle di Ledro»: è questo il titolo del dibattitoconfronto organizzato per martedì prossimo 24 marzo, alle ore 20.30, presso l'auditorium di Tiarno di Sopra. Oggetto della serata la controversa decisione di realizzazione una centrale di teleri-" scaldamento e produzione pellet a Tiarno di Sopra, progetto portato avanti da AGS di Riva. Il confronto, organizzato dalla cooperativa So.L.E., società Ledro Energia, in collaborazione con il Comune di Ledro, vuole aprire un dibattito approfondito con tutta la popolazione della valle di Ledro sull'opera, gli obiettivi, i vantaggi, ma anche gli effetti ambientali, acustici, paesaggisti e di inquinamento, che essa può comportare. Inoltre il coinvolgimento della popolazione è volto anche a capire quanto ruolo del territorio è previsto nel progetto, e quindi quale controllo gli abitanti potranno esercitare sull'opera o quale partecipazione azionaria locale è prevista nella società di realizzazione del progetto. L'incontro vedrà gli interventi del sindaco di Ledro Achille Briga (nella foto piccola) che illustrerà le strategie energetiche dell'amministrazione; Pietro Zanotti, esperto di energie alternative ed efficienza energetica; Floriano Migliorini e Aldo Bronzini del gruppo AGS, che illustreranno il progetto e Michele Corti sulla compatibilità e criticità della bio massa sul territorio ledrense. Pag. 39 Anche al «nido» i bimbi possono conoscere 3 lingue DRO - Nei giorni scorsi si è svolto all'asilo nido di Dro un pomeriggio di porte aperte con protagoniste le famiglie che hanno così potuto visitare la struttura e partecipare, con i loro bambini, ai laboratori di inglese e tedesca proposti per l'occasione. A settembre, infatti, partirà il progetto sperimentale, tra i primissimi in Trentino, dell'approccio al trilinguismo anche nell'asilo nido. Presente all'evento pure il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi, che ha sottolineato come «lo studio delle lingue stia diventando sempre più importante nella nostra società. La spe- rimentazione linguistica proposta dalla Cooperativa Bellesini, che gestisce la struttura fin dalla sua apertura, è decisamente innovativa e apprezzabile. Le giovani generazioni saranno i prossimi cittadini del mondo e dunque dovranno essere preparati ad affrontare la vita con le necessarie conoscenze. Si deve sempre di più pensare in maniera globale e per farlo occorrono gli strumenti giusti. Come amministrazione sposiamo in toto questa iniziativa che ha trovato a Dro terreno fertile visto che la nostra azione è sempre stata improntata all'innova- zione». Presente anche l'assessore alle politiche sociali Cristina Chistè: «Siamo molto soddisfatti del servizio proposto alle famiglie; queste occasioni sono un'opportunità di conoscere e vedere concretamente come funziona un Nido d'Infanzia». Dopo i ringraziamenti da parte del presidente della cooperativa Bellesini Roberto Festi, si è dato il via ai due laboratori "Lichten und Schatten", in lingua tedesca, e "What's in the red box?" in inglese, con la possibilità di sperimentare i vari spazi del nido. Primo assaggio del trilinguismo (tedesco, inglese oltre all'ita- liano) che la Provincia ha intenzione di proporre, attraverso diversi progetti, anche nelle strutture rivolte alla prima infanzia, un invito che la Cooperativa Bellesini ha raccolto proponendo un approccio al plurilinguismo proprio al nido di Dro a partire da settembre 2015. Il progetto sarà un'avanguardia nella realtà trentina e darà la possibilità anche ai più piccoli (0-3 anni) di interagire con educatori in lingua. Sono aperte le iscrizioni per l'anno educativo 2015/2016: per informazioni rivolgersi direttamente all'amministrazione comunale. Pag. 40 • La cooperativa dal 1993 segue e propone progetti educativi e sodali E nata Officina Ephedra spazio per fare comunità Attiverà corsi e laboratori per gruppi di tutte le età CHIARA TURRINI La cooperativa sociale Ephedra ha inaugurato sabato pomeriggio la sua Officina Ephedra: un centro per creare comunità, promuovere l'incontro e proporre attività e laboratori socio-educativi. Gii spazi di via Baiiino 11, a Riva dei Garda, hanno accolto per la prima volta i molti soci e amici che hanno festeggiato la nuova apertura insieme al direttivo e agli educatori. «Ci piace la parola Officina, perché ricorda le attività artigianali, ed è una metafora per il fare comunità - ha detto il vicepresidente Fabrizio Bettolìi al momento della cerimonia - con questo centro vogliamo puntare sulla coesione sociale che oggi dicono essere in crisi. Lo facciamo aprendo questi locali a tutti, non solo ai ragazzi, anche agli adulti». L'Officina attiverà corsi e laboratori per gruppi di tutte le età, con proposte che spaziano dall'orientamento, al counseling interculturale, passando per la psicomotricità e Varte-terapia. 11 momento di festa inaugurale - «coincide con il primo giorno di primavera!» ha fatto notare simbolicamente lo psicologo Piergiorgio Zancato, che lavora con Ephedra - è stato occasione per rimarcare l'importanza delle cooperative sociali, «speranza per il futuro nonostante il taglio delle risorse» e «base dell'autonomia trentina», secondo il presidente della comunità Salvador Valandro, presente all'inaugurazione con il vicesindaco rivano Alberto Bertolini e agli assessori Alessio Zanoni, di Riva, e Stefano Miori, di Arco. Officina Ephedra si propone come luogo di co-progettazione, co-gestione e confronto: «Questo è un contenitore - ha detto Bettoni - che riempiremo di contenuti insieme alla gente che deciderà di viverlo con noi». Ephedra esiste dal 1993, con due centri, ad Arco e a Riva, che seguono circa 30 ragazzi e ragazze. Oltre a ciò, i servizi socio-educativi offerti dalla cooperativa vanno dal supporto domiciliare ai progetti con le scuole, e coinvolgono circa un centinaio di bambini e adolescenti, dando lavoro a 35 dipendenti che hanno un'età media intorno ai 30 anni. «Con l'Officina vorremmo offrire alla cittadinanza un luogo da vivere - spiega la presidente di Ephedra, Car- la Roncolato - ci accorgiamo che c'è bisogno di questo». In vent'anni la cooperativa ha osservato l'evoluzione della società, con l'aumento di cittadini provenienti da altri Paesi e la diffusione delle nuove tecnologie. Spiega la presidente: «Sono sempre di più le famiglie arrivate in Italia che hanno bisogno di creare una rete di relazioni e sostegno, con le quali si lavora sull'integrazione». Anche l'adolescenza è cambiata, dilatandosi nel tempo e variando nelle problematiche. «La tendenza tra i ragazzini oggi è quella di prediligere i rapporti virtuali, spendendo molto tempo sui social network e con i videogiochi. Questo crea solitudine e fragilità nel momento di incontrare la realtà» dice Roncolato, che fa notare il fenomeno dei cosiddetti Neet, giovani che non lavorano né lo cercano, tantomeno studiano: una generazione problematica poiché non riesce a trovare la propria strada ed è bloccata da una sfiducia apatica nel futuro. «Officina Ephedra offrirà attività per provare a venire incontro a tutte queste realtà», conclude Roncolato, dando il via al nuovo progetto Officina. Pag. 41 Aperto il Centro del riuso: carta in più contro la crisi Riva, taglio del nastro alla Palazzina Mimosa di una struttura permanente: gli oggetti che non vengono più utilizzati potranno trovare una nuova vita Che il mercatino del riuso non sia più semplicemente una bella iniziativa di stampo ecologista, lo si è capito da tempo. Oggi rappresenta anche e soprattutto una reale esigenza per molte famiglie della zona e non soltanto per quelle nuove, che arrivano da più lontano. La crisi ha mutato le condizioni di vita della nostra comunità, e non certo in meglio. Ecco perché le amministrazioni comunali, in prima linea a fronteggiare quotidianamente l'emergenza economica, hanno compreso la necessità di dare continuità ad una manifestazione fin qui sporadica. E' nata così l'idea di creare una sorta di "bottega" del riuso dove poter comperare (non vi è la gratuità perché si vuole responsabilizzare all'acquisto consapevole, ma i prezzi sono pressoché simbolici) tutte le settimane, nelle giornate del lunedì e del mercoledì, dalle 9 alle 12, e il sabato dalle 10 alle 12.30, mentre la consegna dei materiali è fattibile il giovedì, dalle 14 alle 16, e il sabato, dalle 10 alle 12.30. Ieri mattina è stato inaugurato il primo centro di riuso permanente della Busa, che usufruisce di uno spazio nella palazzina Mimosa a Riva. Per il taglio del nastro erano presenti il sindaco Adalberto Mosaner con la sua giunta al completo e il presidente del consiglio Massimo Accorsi e per la Comunità dell'Alto Garda e Ledro (che supporta l'iniziativa) il presidente Salvador Valandro el'assessora Michela Calza mentre per la cooperativa Garda 2015 il presidente Claudio Molinari più i referenti del comitato Vivi Rione, del circolo pensionati II Quartiere, dell'associazione Carabinieri in congedo, della Caritas e della cooperativa Ephedra. A rompere il ghiaccio, nei discorsi di rito, è stato l'ex senatore Molinari, che ha sottolineato la fondamentale collaborazione delle associazioni presenti nella palazzina e anche della Caritas. Poi è toccato al sindaco Mosaner: «Questa iniziativa ci deve far capire che le cose che non ci sembrano più utili o non ci servono più possono avere una seconda vita e diventare, dunque, di grande utilità per altri. Negli ultimi anni sono aumentate anche sul nostro territorio le persone che abbisognano di un aiuto concreto ma molte non trovano il coraggio di chiederlo. In questo luogo c'è grande rispetto della dignità umana perché le cose non vengono regalate ma messe in vendita, anche se ad un prezzo davvero simbolico. Qui il commercio non c'entra nulla». Gli oggetti che si vuole consegnare al Crp devono essere puliti, integri e funzionanti (altrimenti non vengono accettati) e vanno dall'abbigliamento ai giocattoli, dai piccoli elettrodomestici alle stoviglie, dai libri, dischi e ed ai quadri e molto altro. Pag. 42 Officina Ephedra, progetto per la comunità Riva, inaugurata la sede in via Ballino. Tra le proposte percorsi di conoscenza e sostegno allo studio di Katla Dell'Eva «Di fronte alla crisi della comunità, si risponde con più comunità», afferma Fabrizio Bettolìi, vicepresidente della cooperativa sociale Ephedra,, facendo propria l'idea dell'economista Amartya Sen, il quale sosteneva che la crisi della democrazia fosse da combattere non con meno, ma con più democrazia. «In un momento di difficoltà per quella che è la partecipazione sociale» - continua poi - «c'è grande necessità di coesione, di collaborazione, di comunità.» Questo il progetto che spinge l'associazione ad aprire una nuova sede in via Ballino, 11, a Varone: un luogo denominato "Officina Ephedra", il cui nome trae spunto dall'«idea di lavorare insieme, a livello di comunità.» La nuova struttura ospiterà quindi numerose attività sociali, offerte non solo ai minori - fascia della quale la cooperativa si occupa da qualche decennio -, ma anche agli adulti. Vi si terranno percorsi dedicati alla conoscenza di sé; progetti di sostegno alla genitorialità, consulenze educative e pedagogiche; percorsi di rimotivazione e supporto allo studio, all'orientamento scolastico e professionale; pratiche di sostegno dei minori nella partecipazione ai propri diritti e alle decisioni che li riguardano (Advocacy); counseling interculturale; momenti di musicoterapia, psicomotricità e training autogeno; laboratori teatrali e varie altre attività artistiche e creative. Una lunga lista di progetti che, afferma la presidentessa di Ephedra, Carla Roncolato, «è destinata ad arricchirsi, nel tempo, anche su richiesta dei partecipanti e degli interessati.» All'inaugurazione dell'"Officina", tenutasi ieri pomeriggio, erano presenti anche alcune rappresentanze dell'ammi- nistrazione locale: il presidente della Comunità dell'Alto Garda e Ledro Salvador Valandro, il vicesindaco di Riva Alberto Bertolini, l'assessore del Comune di Arco Stefano Miori, l'assessore del Comune di Riva Alessio Zanoni. Infatti, sostiene Valandro, «progetti come questi non possono vedere la mobilitazione di Ephedra da sola, né delle cooperative da sole: c'è bisogno di un accompagnamento da parte delle amministrazioni pubbliche. Si deve andare a costruire un sistema che possa continuare a darci il benessere e il welfare che ci siamo garantiti fino ad oggi. Dobbiamo fare squadra, anche nell'ambito sociale, che è quello che più spesso le direzioni amministrative scelgono di tagliare. Partire con un'officina, vuol dire partire con gli strumenti giusti, vuol dire parlare di welfare generativo, cioè capace di generare economia oltre che socialità.» Pag. 43 TIGNE Ampliamento necessario Al Centro Anffas 100 mila euro TIONE - Una voce all'interno del Bim del Sarca - un finanziamento da lOOmila euro - riguarda anche il centro Anffas di Tione Leonia Piovanelli e Roberta Pellegrini, le benefattrici che pensarono al futuro dei giovani disabili. Serve ampliare il centro, lo dicono da parecchio i dirigenti dell'ente, e i fondi per un progetto di 4 milioni di euro circa, finanziabili al 75%, erano stati stanziati dalla giunta provinciale, ma oggi i costi del progetto vengono ridotti s<jtto i 3 milioni di euro per la spending review. Oltre al Bim del Sarca, contribuirà anche il Bim del Chiese. L'impegno a contribuire da parte dei Comuni delle Esteriori e della Valle del Chiese è stato, almeno informalmente, dato. Con l'ampliamento si prevede di ospitare nel centro un laboratorio sociale e soprattutto - sogno e speranza di tanti genitori - un piano dedicato al «Dopo di noi»: cioè cosa accade ai ragazzi diversamente abili, divenuti adulti, quando viene meno l'enorme lavoro e supporto che genitori e famiglie mettono in campo? La risposta è quella di strutture che si prendano in carico 24 ore su 24 le persone. Pag. 44 Con la "Bolletta del cuore" risparmi e aiuti La Rete Sono 1600 i contratti con Dolomiti Energia per avere energia green e scontata Un fondo va alla cooperativa per i disabili: ora il Bicigrill diventa sponsor dell'idea di Sandra Mattel Il progetto è unico nel suo genere in Italia: risparmiare sulla bolletta della luce e del gas, consumando energia verde, dando^anche un sostegno solidale. È la "Bolletta del cuore", promossa dalla cooperativa La Rete con Dolomiti Energia, un'iniziativa lanciata un anno fa e che ha già avuto 1600 adesioni, per un totale di 6.882 euro raccolti. Un'idea nata dalla cooperativa, che è attiva dal 1988 sul fronte della disabilità, in un'ottica innovativa perché attiva "energie", tanto per rimanere in tema, per supportare i disabili e le famiglie, attraverso il principio di sussidiarietà. E in un'epoca in cui le risorse sono in calo, La Rete si è preoccupata di puntare su iniziative che vadano a finanziare attività, altrimenti difficili da sostenere. Ora la "Bolletta del cuore" vuole far conoscere ad un più vasto pubblico le potenzialità del progetto e si è alleata ad un'altra realtà, come il Bicigrill, che è imprenditoriale ma ha una sensibilità sociale, visto che i gestori Mario e Mirio hanno collaborato con La Rete. Per tre lunedì consecutivi (il 13, il 20 e il 27 aprile) pubblicizzerà l'iniziati- va, offrendo l'aperitivo, alle ore 18. In quell'occasione si potrà attivare il contratto con Trenta spa, lasciando il proprio nome e codice fiscale, perché tutta la procedura verrà svolta dall' azienda. Chi sottoscriverà la "Bolletta del cuore" avrà uno sconto del 12% sull'energia elettrica, del 6% sul gas e una parte dello sconto andrà ad alimentare un fondo per progetti sociali gestiti dalla cooperativa. Un'avventura, quella de La Rete partita nel 1988, da alcune persone di buona volontà, che hanno avuto l'intuizione di affrontare un servizio per i disabili non solo in termini di assistenza, ma nell'ottica del mutuo aiuto. C'erano Dario lanes, Sandra Venturelli, nomi che hanno fatto scuola nel welfare e nell'inclusione sociale in Trentino. Oggi La Rete segue più di 144 persone con disabilità, 135 nuclei familiari e coinvolge 265 volontari. Mauro Tommasini, direttore de La Rete, spiega la particolarità di questa cooperativa: «Abbiamo iniziato - racconta - a progettare microgruppi che si prendessero carico dei disabili, a livello di prestazioni, ma anche per rispondere ai bisogni delle famiglie che, nel momento in cui si trovano a dover affrontare un problema di questo tipo, sono schiacciati da responsabilità e problemi, oltre che dal dolore. L'idea è stata quella di fare in modo che i familiari potessero incontrarsi, confrontarsi, per poter avere una vita all'esterno e per poter diventare essi stessi, insieme ai volontari, risorsa». La Rete, in sintesi, non è una cooperativa di lavoro, né un'associazione familiare, è un'impresa sociale a tutti gli effetti. «Ospitiamo infatti - prosegue Tommasini - anche i ragazzi del servizio civile, perché loro spendono del tempo, ma poi ne guadagnano per il futuro. In questi anni sono passati 3.000 volontari che in una logica di reciprocità, coinvolgono i disabili in attività, laboratori, gite, socializzazione, per migliorare la vita dei familiari ed il benessere dei disabili. In questo modo mettiamo in rete persone con risorse nuove, sviluppando relazioni e informazioni». «Per la Rete - spiega Tommasini a proposito della "Bolletta del cuore - non è una novità costruire partnership con realtà profit che devono però avere alcune caratteristiche etiche e di sostenibilità valoriale precise. Il fine, infatti, non giustifica il mezzo». Pag. 45 Assunzioni in crescita grazie agli incentivi Aumentate del 20% nei primi due mesi «Ma serve formazione per i disoccupati» FABIA SARTORI «Ce maggiore tutela per i lavoratori stabili, e meno per i precari» Nei primi due mesi del 2015 le assunzioni in Trentino sono aumentate circa del 20% rispetto allo stesso periodo del 2014. Questo effetto non è da imputare all'entrata in vigore del Jobs Act, bensì all'incentivazione verso le assunzioni a tempo indeterminato (8.000 euro all'anno per tre anni di sgravio fiscale per le aziende) contenuta nella legge di stabilità. «Tra le principali criticità portare dal contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti si identificano una mi- In attesa degli effetti del Jobs Act si valutano positivamente gli incentivi per chi offre un lavoro a tempo \ indeterminato nor tutela degli ammortizzatori sociali verso i lavoratori precari e la definizione di efficaci politiche attive e formative nel periodo di disoccupazione. Per le quali servono risorse economiche stimate in qualche milione di euro all'anno». È quanto riportato ieri da Franco Ianeselli della Cgil del Trentino nel corso del convegno «Lavoro, formazione e Jobs Act» svoltosi al Muse. «Il Jobs Act è entrato in vigore a partire dal 7 marzo, e ancora non possiamo valutarne gli effetti. Probabilmente molte imprese hanno atteso il 2015 (e gli incentivi) per assumere nuovi lavoratori - dice - Per il futuro ci aspettiamo altre assunzioni e numerosi passaggi ai contratti a tempo indeterminato, con interruzione dei contratti a termine in essere, grazie al «bonus Renzi»». Il riferimento è ad aziende ben inserite nel settore, cui serve manodopera per compiere il lavoro che hanno da svolgere: «La variabile fondamentale - aggiunge - è legata all'andamento dell'economia: è necessario capire se ci sarà o meno una ripresa dei consumi e della produttività». Ma che tipo di previsioni lavorative si fanno in Trentino a seguito dell'entrata in essere del contratto a temDO indeterminato a tutele crescenti? Ianeselli sostiene che il Jobs Act non porterà ad un incremento dell'occupazione o ad una diminuzione del lavoro precario. «Certamente sarà più facile per i datori di lavoro arrivare al licenziamento dei dipendenti - spiega - Tra le principali problematiche correlate ai nuovi ammortizzatori sociali c'è una maggior tutela dei lavoratori "stabili" rispetto a quelli "precari": con la Provincia abbiamo già aperto un tavolo per intervenire a favore di questi ultimi». Luca Arighi di Confindustria Trento si è soffermato, così come Ianeselli, sulla necessità di creare delle politiche di formazione attive per i lavoratori in disoccupazione. «La nostra Agenzia del Lavoro svolge già un ottimo lavoro - afferma Ianeselli - Ma ora diventa indispensabile creare una rete che comprenda anche le realtà private». Il fulcro del problema rimangono i finanziamenti: «Che non possono provenire dal Fondo sociale europeo poiché quelle risorse sono state destinate dalla Provincia al trilinguismo - prosegue - Nulla in contrario, ma per attuare percorsi di formazione idonei è necessario recuperare qualche milione di euro all'anno». Infine, il senatore Giorgio Tonini si è dichiarato ottimista: «Il Jobs Act aiuterà a diffondere la "buona impresa" che innova e compete ad armi pari». Pag. 46 ECONOMIA Nella tavola rotonda tra economisti e politici ricette per un futuro in bilico tra difficoltà e segnali positivi Rossi confessa l'impotenza della politica locale di fronte alle dinamiche economiche. «Le imprese si muovano» Leriformesono necessarie ma il futuro è a luci e ombre Il discorso è partito dal Jobs Act, riconosciuto da tutti i presenti come una riforma imporLa buona dose di ottimismo ce l'ha messa alla fine Nicola Pie- tante e una rivoluzione culturale, anche se Bogni ne ha ridipoli, il vate dei sondaggisti itamensionato la portata indicanliani, che ha riscontrato nelle do nella riforma del diritto pesue ultime rilevazioni una breznale e civile e nella politica za positiva che attraversa il energetica le vere chiavi in graPaese e che fa ritenere al 70% do di far fare all'Italia uno scatdelle famiglie che il 2015 sarà to in avanti e di attirare invemigliore dell'anno scorso. «Le stitori esteri. Sul iuturo delprevisioni di crescita sono l'economia Nicastro, sottolinedell'I,5% quest'anno e del 2,5% ando come la riforma delle l'anno prossimo» annuncia sipensioni abbia già messo in licuro Piepoli. nea il Paese col resto d'EuroNon tutti erano apparsi così pa, loda le azioni del governo ottimisti nelle quasi due ore di Renzi per quanto fatto e quandibattito su Jobs Act e futuro to ha intenzione di fare con il dell'economia che hanno predecreto sulle Banche Popolaceduto la consegna dei Premi ri e i progetti sulla Buona ScuoDemattè. Attorno al tavolo olla: «Cose che danno il senso di tre a uno dei principali arteficome sia cambiata l'aria in cuci della riforma del mercato del cina». lavoro, Filippo Taddei, responRispondendo a una domanda sabile delle politiche economisui rapporti tra Economia e Poche del Pd nazionale, c'erano litica Filippo Taddei, che è un il presidente della Provincia Ugo Rossi, il direttore genera-^ economista prestato alla polile del Gruppo UniCredit Rober-* tica, ha sottolineato l'anomalia della sua stessa posizione, to Nicastro, l'ex ex ceo di Ubs dovuta al fatto che oggi la poPrivate Banking e International Advisor Rudi Bogni e Puc- litica è giocoforza assorbita cio Zadra, ex direttore genera- dall'economia perché ha il prole di Abi, Associazione banca- blema di come uscire dalla criria italiana. Con il professor Mi- si e dare un futuro alle giovachele Andreaus, presidente del- ni generazioni. «Ma bisogna fare in modo - ha detto - che gli la Fondazione Trentino Univereconomisti in Doliticadiventisità, a fare da moderatore. FRANCO GOTTARDI no in futuro ridondanti perché il paese potrà così porsi le domande e affrontare le questioni che contano». Quanto al futuro dell'economia locale Puccio Zadra ha indicato il mix di risorse naturali, il territorio e le sue potenzialità turistiche e l'energia soprattutto, e istituzionali, cioè un'ottima Università e il buon governo dell'autonomia, che la provincia dovrebbe valorizzare facendone un brand del Trentino. Quanto a Rossi, che sulle Casse rurali in difficoltà ha ipotizzato rafforzamenti e soggetti forti che ne coprano le spalle, ha confessato l'impotenza della politica provinciale a incidere sulle dinamiche economiche ed ha ammesso che durante la crisi forze il salvataggio forzato di qualche impresa poi comunque finita male poteva anche essere evitato. «Per uscire dalla crisi - ha concluso - c'è bisogno di un sistema di imprese che si dia una mossa, che faccia la sua parte perché il tempo in cui piazza Dante interviene e risolve tutto è fiunito». Pag. 47 Veronafiere Parte Vinitaly Bossi Fedrigottì «in vetrina» TRENTO Novità trentina al Vinitaly che inizia oggi e finisce mercoledì alla fiera di Verona. Masi agricola fa debuttare «Vign'Asmara 2013», vino bianco trentino pensato per il lungo affinamento. Il vino è dedicato nel nome al mito della suntuosa dimora nobiliare, Villa Asmara — distrutta in periodo bellico — e al suo storico vigneto, sito nelle proprietà dei Conti Bossi Fedrigottì, famiglia aristocratica trentina che dal 1697 è conosciuta per i suoi vini di pregio come il Fojaneghe, primo vino a taglio bordolese d'Italia, oggi reinterpretati dai tecnici di Masi. Il Vign'Asmara, Igt delle Dolomiti, dall'uvaggio insolito, amalgama allo Chardonnay (80%), vitigno internazionale, l'indigeno Traminer (20%). «Il carattere di contemporaneità del Vign'Asmara consiste proprio nel fatto che si tratta di un bianco nobile di stampo internazionale, ma con altrettanta nostrana specificità. Un vino che parla tante lingue senza dimenticare l'accento e la fonetica della terra trentina da cui nasce» spiega Raffaele Boscaini, coordinatore del Gruppo Tecnico Masi. Masi agricola è situata al padiglione 7 stand C3. Per quanto riguarda la rappresentanza istituzionale del vino trentino, il Consorzio vini ricorda che all'edizione 2015 sono presenti 69 produttori per 1500 metri quadrati di spazio espositivo. «L'ubicazione sarà, come ogni anno, al Padiglione 3-Stand F4 e l'allestimento metterà al centro i vignaioli, al fine di garantire la massima visibilità ai veri custodi dell'identità del vino trentino. Accanto a loro, oltre alle altre aziende del panorama vitivinicolo locale, gli spazi gestiti dal Consorzio Vini del Trentino ospiteranno anche gli altri tre enti di riferimento del settore presenti sul territorio ovvero la Fondazione Edmund Mach, l'Istituto Tutela Grappa del Trentino e l'Istituto Trentodoc che, in quanto ambasciatore di eccellenza, avrà a disposizione un'area ad hoc». Fra le novità che saranno presentate a Verona figura «Clè» il nuovo metodo classico brut di Albino Armani 1607. Da segnalare poi «Corvée» Pinot grigio di montagna prodotto a 700 metri di altezza da Cembra Cantina di montagna del gruppo La Vis. Mezzacorona presenterà l'AlpeRegis Pas Dose Trentodoc 2008, il nuovo vino siciliano Feudo Arancio Tinchitè Rosé, Riserve Castel Firmian Lagrein 2012 e Chardonnay 2013, oltre ad Assonanza, blend di Chardonnav e Gewiirztraminer. Pag. 48 POLITICA Alcuni istituti della legge hanno preso spunto da quanto fatto nella nostra provincia. L'Asdi assomiglia al reddito di garanzia, il Naspi al reddito di attivazione In Trentino nei primi due mesi dell'anno i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 30%, anche per il combinato disposto con gli sgravi fiscali alle imprese «Col Jobs Act il lavoro è più stabile» // «quasi trentino» Taddei, padre della riform duetto con Olivi davanti al popolo delPd FRANCO GOTTARDI C'è qualcosa di trentino nel Jobs Act con cui il governo Renzi ha riformato il mercato del lavoro. Non solo perché il principale autore della legge, il responsabile per economia e lavoro del Pd nazionale Filippo Taddei, è un bolognese figlio di trentini legato da vincoli di parentela e affetto con la nostra terra ma anche perché alcuni strumenti contenuti nel Jobs Act sono stati mutuati da modelli esistenti in Trentino. Ieri sera Taddei, dopo aver partecipato ad un dibattito alla Fondazione Cassa di Risparmio, si è messo a disposizione anche del Pd locale per un dibattito in coppia col vicepresidente della giunta provinciale e assessore a sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi. Titolo: «Più impresa... più lavoro. Una via trentina al Jobs Act». L'economista impegnato in politica, unico ad essere chiamato da Renzi in segrete- ria pur avendo appoggiato alle primarie Pippo Civati (ma forse oggi sceglierebbe il premier), ha ribadito un concetto su cui insiste mólto in ogni occasione: «Non è vero che questa riforma introduce flessibilità ma al contrario rida centralità al lavoro stabile». Perché al di là dell'abolizione dell'articolo 18, peraltro citato poco o nulla nei dibattiti, con i contratti a tutele crescenti possono e potranno uscire dal limbo dei quasi tutelati molte false partite Iva e molti di coloro che hanno sempre vissuto e lavorato nella precarietà. «Si passa - sostiene - da una tutela del posto a una tutela del lavoratore. Ora è seguito da quando viene assunto alla fase attiva e se poi perde il posto avrà un assegno di durata maggiore». Proprio il nuovo Asdi, l'assegno di disoccupazione, ha molte similitudini con un istituto già presente nella nostra provincia: il reddito di garanzia. È un contributo che a livello na- zionale viene dato a persone vicine allo stato d'indigenza. Ma anche il Naspi può essere identificato con il reddito di attivazione. Insomma la Provincia con la delega sugli ammortizzatori sociali in qualche caso ha anticipato il governo. Alessandro Olivi da parte sua ha fatto notare come nei primi due mesi dell'anno i contratti a tempo indeterminato in Trentino siano aumentati del 30% rispetto a un anno fa. Non che tutto sia da attribuire all'effetto Jobs Act perché anche le agevolazioni fiscali alle imprese introdotte con la legge di stabilità possono avere avuto un ruolo importante, ma sono elementi che danno fiducia per il futuro. Il vice presidente ha poi reso omaggio a Renzi: «Il Pd nazionale e il governo - ha detto - ci impongono una sfida perché noi eravamo abituati a correre ma adesso loro si sono messi a correre ancora di più». Pag. 49 Popolari, badbank Fondazioni, Bcc il piano del governo per il nuovo credito [L'INCHIESTA] Così governo e Bankitalia vogliono cambiare le banche Adriano Bonafede E ravamo abituati apensare a u n m o n d o delle banche ingessato e sclerotizzato, sempre uguale a se stesso, con indubitabili virtù m a anche con innegabili vizi, che risaltano sempre di più ora, dopo l'avvio dell'Unione bancaria: bassa capitalizzazione e (in molti casi) difficoltà a reperire capitale di rischio q u a n d o necessario (ancor più se dovessero esserci future crisi), bassa redditività per gli azionisti. Ma da qualche mese il gesso si è spezzato, il vecchio m o n d o sta crollando. segue a pagina 8 Adriano Bonafede QUESTA VOLTANON SI È OPTATO PER UN'UNICA, GRANDE RIFORMA MA PER UN SERIE DI PICCOLI INTERVENTI APPARENTEMENTE SLEGATI L'UNO DALL'ALTRO. TUTTI INSIEME, PERÒ, CONFIGURANO UN DLVERSO ASSETTO DEI SISTEMA BANCARIO ITALIANO. CON QUESTI FINI segue dalla prima , anche se non conosciamo ancora la forma che prenderà, possiamo cercare di immaginarlo seguendo le orme che troviamo sul terreno. Credito non bancario. L'anno scorso abbiamo visto l'introduzionedeiminibondper le piccole e medie imprese, un modo per bypassare il credito bancario e trovare i fondi necessari allo sviluppo. E il direct len- E ding, i prestiti diretti, da parte delle assicurazioni, un vecchio istituto che era caduto in disuso e che ora è stato rivitalizzato. Infine, persino i credit fund, fondi che fanno finanziamenti, materia fino a quel momento rigorosamente riservata alle banche sulla base del testo unico. Ildecretoleggesullepopolari. MaalTiniziodel2015abbiamo visto altre novità, ancora più rilevanti. L'anno è cominciato con uno scoppiettante decreto legge che obbliga le dieci principali popolari - quotate e non - con attivi oltre gli 8 miliardi, a trasformarsi in Spa divenendo quindi più contendibili rispetto alla regola una testa-un voto vigente nel settore cooperativo. Un fulmine a ciel sereno per una categoria che èriuscitaper anni a sabotare nel segreto delle commis- sioni parlamentari ogni proposito di pur minima riforma e che ancora adesso sta lottando per ridurne l'impatto introducendo ad esempio un limite al possesso azionario del 5 per cento, simile a quello già vigente in Unicredit. Le banche di credito cooperativo. A stretto giro di posta è arrivato anche il processo di autoriforma delle banche di credito cooperativo. Qui si va verso un polo centrale federativo, partecipato da tutte le Bcc, che si farebbe carico di risolvere il problema di eventualiaumentidicapitalenecessari. Il modello ideale, ma al momento difficilmente ripetibile sul suolo italiano, sarebbe quello del Credit Agricole: questa banca è in effetti una confederazione di federazioni di banche di credito cooperativo ma nel corso del tempo ha sviluppato un brand così forte da essere percepita all'esterno come una grande banca. L'autoriforma delle Fondazioni Proprio nei giorni scorsi è arrivato il protocollo d'intesa tra l'Acri, associazione delle fondazioni e il ministero dell'Economia per un processo di autoriforma che dovrebbe essere graduale e durare alcuni anni. Il principale fine da raggiungere è quello di ridurre il peso di una singola azienda bancaria sul patrimonio delle fondazioni. Il limite previsto sarà di un terzo dell' attivo patrimoniale, e a essere colpiti saranno soprattutto la Compagnia di San Paolo (su Intesa Sp) e Cariverona (su Unicredit). Tra le novità più rilevanti dell'accordo con il governo anche l'impossibilità di indebitarsi, salvo limitate esigenze temporanee: è chiaro qui il riferimento indiretto alle fondazioni Mps e Carige che per partecipare agli aumenti di capi- Pag. 50 tale della propria banca di rifèrimentohannofinitoconilbruciare la maggior parte del proprio patrimonio, che dovrebbe invece essere appannaggio della comunità locale. Labadbank Da mesi si parla della possibilità di cedere a una bad bank la montagna di sofferenze delle banche (circa 185,5 miliardi a fine gennaio) che oggi frena il credito. Il governo pensa adesso a una soluzione "leggera" - che sia accettabile per la Commissione europea, poco incline ad aprire la strada a nuovi aiuti di Stato per varare in tempi rapidi un intervento che faciliti lo sblocco, per questa via, di nuovi finanziamenti per l'economia. LaEximBank Nelle scorse settimane era stata introdotta per decreto legge la possibilità, per la Sace, che da tempo la reclamava, di ottenere una licenza bancaria per creare un istituto creditizio in appoggio alle esportazioni italiane. In sede di conversione del decreto - evidentemente nato nelle stanze della presidenza del Consiglio hanno però pesato le argomentazioni sia della Cdp che della Banca d'Italia. La Cdp, sotto il cui controllo è postala Sace, tramite il suo presidente Franco Bassanini, hareclamato in un'audizione in Parlamento l'eventuale decisione in merito alla creazione di un istituto di credito, non necessariamente dentro la Sace. La Banca d'Italia ha invece fatto vedere che il testo de decreto era scritto in modo tale da obbligarla a rifiutare l'autorizzazione, ai sensi del testo unico bancario. Piccole crepe, poi corrette, che però non impediscono di vedere che il percorso verso un complessivo ridisegno del credito in Italia è sposato dal governo Renzi e condiviso nella sua sostanza anche dalla Banca d'Italia. E si tratta certo di un programma ambizioso, che non ha preso la strada di una sola grande riforma ma di tanti piccoli ma successivi step, di cui il più maggiore è certamente la trasformazione in Spa delle grandi popolari. Ma qual è il fil rouge che lega questo percorso di rinnovamento dell'intero settore e, soprattutto, da dove viene l'input del cambiamento e qual è il suo approdo finale? Le mosse del governo, dirette o indirette, rispondono ad almeno tre esigenze: «La prima è fornire più credito alle imprese e rilanciare l'economia - spiega Fabrizio Pagani, capo delle segreteria tecnica del mini- stro dell'Economia -. La seconda è quelladi rispettatele indicazioni della vigilanza europeain funzione dell'Unione bancaria. La terza, ma non ultima, deriva dalla necessità di trovare un altro assetto di sistema dopo gli anni di crisi, rendendo più solide le banche». Non c'è dubbio che questa voltail "celo chiedel'Europa", in questo casolaBce, siavero.Eche il governo agisca in accordo, a grandi linee, con la Banca d'Italia per portarlo avanti. Volendo risalire ali'indietro, ancor prima della vigilanza europea, c'è stato un risveglio dei regolatori in tutto il mondo, dal G20 in giù, dopo la crisi globale. Un'attenzione crescente è stata posta sulla solidità delle banche e sullarobustezzadelloro capitale e l'asticella è stata continuamente spostata verso l'alto. Il timore dei regolatori, anche italiani, soprattutto per le popolari e per le banche di credito cooperativo, è che - in presenza di nuove crisi - molte di queste non sarebbero state più in grado di fronteggiare 1 ' esigenza di ulteriori aumenti di capitale. Da qui l'apertura del capitale a soci, come i fondi, che sono già presenti nel loro capitale (con una media del 20 per cento) ma che potrebbero essere indotti a fare maggiori investimenti se potessero contare su una maggiore partecipazione al controllo. Ma non si tratta soltanto di un'imposizione formale, cervellotica, di regole più stringenti a chi fa credito. I regolatori, anche quelliitaliani,nonsottovalutano il ruolo dei mercati, che in questi anni si sono abituati ad attendersi dagli istituti bancari prove di grande solidità patrimoniale e che non vedono bene chi non può fornirle. Una maggiore solidità è richiesta anche in vista delle nuove regole europee sulla "risoluzione" delle crisi bancarie: in futuro non si potrà più pensare al salvataggio pubblico di un'azienda bancaria in crisi se prima non avranno pagato di persona gli azionistiesoltantodopo diesi saràpassatiperil"purgatorio" di un piano di ristrutturazione. Pag. 51 LA BASSA REDDITIVITÀ DELLE BANCHE ITALIANE RoE previsto nel 2015 • Francia • Paesi del Nord 73 BNP PARIBAS DANSKE BANK 76 CREDIT AGRICOLE SA SWEDBANK 8,4 SOCIETE GENERALE • Germania NORDEA • Spagna I*.5 DEUTSCHE BANK BBVA SANTANDER • Italia INTESA SANPAOLO • UNIONE BANCHE IT. |4,3 BANCO POPOLARE |4,4 7,6 • Regno Unito l'.l LLOYD BANKING GROUP RBS GROUP • • 2 , 1 UNICREDIT Svizzera CREDIT SUISSE GROUP MEDIOBANCA MPS • • HSBC 5,2 ftlBS LA CRESCITA DELLE SOFFERENZE BANCARIE Rapporto % sofferenze lorde-prestiti bancari 10 9,6%^ 9 8 f^ 7 ^ ^ ^ K - / ^ 5 ^^~- 4 ^S* ,3% 2 i '08 "^<"£3%, '09 "IO i '11 '12 "13 •14 Pag. 52 Bankitalia scommette: più credito alle imprese IL PORTAFOGLIO DELLA BCE In miliardi di euro a.oon 9MM1 II J***1* ' 1.000 O A .1 I I I T\P fonte: Bsl oosb i erg i "00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 "10 '11 '12 '13 '14 '15 Mariano Mangia CON IL CALO DEI RENDIMENTI MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI OFFERTA DEI PRESTITI E SI STIMOLANO GLI INVESTIMENTI. MAGARI CONEMISSIONI AZIENDALI Roma ualcuno, per enfatizzarne la "potenza di fuoco", nisce il "bazooka". E' il piano di acquisto di titoli con cui la Bce di Mario Draghi tenta di far ripartire l'economia dell'area euro. Ma in che modo, spendendo 60 miliardi al mese per comprare titoli sul mercato, si aiuta l'economia? Il primo, più tangibile effetto è la riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato oggetto di acquisti da parte della Bce: nelle obbligazioni, prez- S zo del titolo e rendimenti sono legati da una relazione inversa, se il primo sale per effetto delle maggiori richieste, si riduce il secondo. In realtà è stato sufficiente già solo l'annuncio dell'avvio dei preparativi, dato il 6 novembre scorso. Da quella data al 17 marzo, i rendimentudei titoli di Stato tedeschi a 10 anni sono calati dallo 0,8% allo 0,3%, quelli dei Btp italiani di eguale scadenza dal 2,4% all' 1,3%. Ma, come spiega un recente documento della Banca d'Italia, gli acquisti di titoli da parte delle banche centrali influenzano economia e inflazione attraverso diversi "canali". Queste "cinghie di trasmissione" funzionano in maniera diversa a seconda dei paesi e, come scrive la banca centrale italiana, "nell'area del- l' euro, l'importanza relativa dei diversi canali è influenzata dal ruolo preponderante del sistema bancario nel finanziamento dell'economia". Il calo dei rendimenti ha un primo effetto diretto: con lo spostamento verso il basso dei rendimenti di mercato, migliorano le condizioni di offerta del credito bancario e si stimolano gli investimenti. Va sottolineato che, se calano irendimenti dei titoli di Stato, diventa anche più conveniente l'emissione di obbligazioni daparte delle aziende e questo potrebbefavorirelasostituzionediuna parte dell'indebitamento bancario con "debito di mercato". E' quello che accaduto negli Stati Uniti e che sarebbe auspicabile accadesse anche nel nostro paese, visto che l'indebitamento bancario rappresenta due terzi dei debiti finanziari delle imprese, contro una media dell'area euro del 50%. C'è, poi, il "canale del tasso di cambio": la maggiore liquidità e i bassi rendimenti favoriscono un deprezzamento del cambio; l'euro ha perso il 15% rispetto al dollaro negli ultimi quattro mesi; il calo dell'euro, a sua volta, contribuisce a far crescere l'inflazione, si pagano di piùle materie prime e i prodotti che si importano, allontanando la minaccia della deflazione, e rende più competitive le esportazioni. Non è finita. Se i titoli di Stato rendono meno e "spariscono" dal mercato, gli investitori sono spinti ad acquistare strumenti finanziari con rendimenti attesi più elevati, ma con un maggior grado dirischio,come azioni e obbligazioni societarie. E' quello che viene definito il "canale del riaggiustamento diportafoglio" chehagiocato un ruolo molto rilevante, in termini di impatto, nelle operazioni di "Quantitative Easing" negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il prezzo di azioni e obbligazioni sale per effetto della maggiore domanda e cresce di conseguenza anche laricchezza, il patrimonio delle famiglie e questo incremento dovrebberiflettersiinunamaggiore crescita dei consumi, è così che funziona il " canale della ricchezza". La Banca d'Italia elenca, infine, due ulteriori effetti. L'annuncio di una manovra espansiva di dimensioni elevate, come quella appena varata dalla Bce, da un lato può accrescere la fiducia del pubblico, e una maggiore fiducia stimola consumi e investimenti ("canale dellafiducia"),dall'altro, può sostenere le aspettative di inflazione ("canale delle aspettative di inflazione"). Pag. 53 Cgil: Burli lascia, Ianeselli è il favorito «Riforma organizzativa, nuovo vertice, più servizi, filiere invece di categorie » TRENTO - Nei giorni scorsi l'esecutivo della Cgil del Trentino è stato informato delle prossime dimissioni di Paolo Burli dall'incarico di segretario generale. Burli lascerà l'incarico nelle prossime settimane, prima della conferenza di organizzazione prevista per giugno, per dare spazio, dice, al rinnovamento al vertice che deve accompagnarsi alla riforma organizzativa messa in cantiere dal sindacato di via Muredei. Il candidato in pole position per succedere a Burli è Franco Ianeselli, già in segreteria fino all'anno scorso, che ha mantenuto deleghe sul mercato del lavoro oltre che la responsabilità del settore impianti a fune. Abbiamo chiesto a Burli di spiegare le motivazioni della sua decisione. «A giugno - dice il segretario - è in programma la conferenza di organizzazione dove presenteremo la riorganiz- zazione della Cgil del Trentino sia nel campo dei servizi che nell'attività sindacale delle categorie. Questa riorganizzazione può essere accompagnata anche dalla mia disponibilità a lasciare l'incarico e dall'individuazione di un nuovo leader». Il mandato di Paolo Burli, rieletto segretario l'anno scorso, scade a fine 2016, quando saranno passati otto anni al vertice e, a norma di statuto, non sarà rieleggibile. «Ma è ora il momento di costruire un nuovo gruppo dirigente, partendo dal segretario. La segreteria resterà quella attuale e darà continuità». In segreteria con Burli ci sono oggi Gloria Bertoldi e Andrea Grasselli. Ci sono motivazioni personali nella scelta? «Sono stato segretario generale in sei anni terribili per la crisi - risponde Burli - E prima ero segretario amministrativo. Sono anche stanco. Il nuovo progetto è faticoso e servono forze nuove». Ma in cosa consiste questo progetto di riorganizzazione? «Dobbiamo adeguare maggiormente l'organizzazione della Cgil alle necessità e ai bisogni delle persone - spiega Burli - essere di più nei luoghi di lavoro, dare servizi adeguati. Con i tagli subiti dai patronati e dai Caf, c'è bisogno di rendere il comparto servizi più aderente ai bisogni, più flessibile, più qualificato». Il rinnovamento riguarda però anche il lavoro sindacale. «Dobbiamo avviare dei ragionamenti sulle filiere anziché rimanere su categorie del '900, i metalmeccanici, i chimici. Vogliamo anticipare alcune decisioni organizzative della Cgil nazionale». Il direttivo della Cgil comincerà a discutere di tutto questo lunedì. F. Ter. Pag. 54 Altro che Popolari Spa: necessario controllare il gigantismo delle banche risparmio dietro le quinte drea Giacobino U na delle ragioni che viene addotta per la trasformazione delle banche popolari in società per azioni riguarda la necessità che così facendo esse possano aumentare di taglia. Questo ragionamento nasce dal presupposto che "grande" sia, nel mondo bancario, strettamente sinonimo di "migliore" e che l'abbandono da parte delle popolari della struttura giuridica cooperativa rappresenti la strada obbligata per procedere su questo sentiero ritenuto virtuoso. Il solo fatto che il decreto legge attualmente in discussione non tocchi il mondo delle Bcc, tradizionalmente più piccole delle popolari (molte delle quali sono anche quotate) sarebbe già sufficiente per comprendere che, dunque, l'essere grande per una banca non è di per sé la garanzia di migliore efficienza. Ma poi vale la pena soffermarsi su due fenòmeni tra loro interconnessi. Il primo è capire quanti danni abbiano fatto finora nel mondo le megabanche. L'ultimo clamoroso scandalo di evasione fiscale perpetrato dalla filiale di Ginevra della Hsbc, uno dei giganti bancari che opera su tutto il pianeta, la dice lunga. Oggi un colosso come l'americana Citi opera in 101 paesi con oltre 241.000 addetti e possiede 10.000 partecipazioni. Eppure proprio Citi sta iniziando a chiedersi se non sia venuto il momento di dimagrire, se cioè in tutti questi anni non sia cresciuta troppo e non rischino di fare la fine della rana della celebre favola che, invidiosa della stazza del bue, si gonfiò fino a scoppiare. E la megabanca Jp Morgan, regina di Wall Street, due anni fa ha subito perdite per oltre 6 miliardi di dollari perché non aveva saputo controllare a sufficienza l'attività di trading svolta dalla sua filiale di Londra C'è dell'altro. Le megabanche non assicurano gli azionisti migliori guadagni. La maggior parte di questi titani, infatti, fatica a rendere al pari di aziende di altri settori, come le Utilities. L'anno scorso, ad esempio, il ritorno sul capitale investito di Citi è stato del 3,4%. E in Italia? Aparte l'eccezione Credem, banca di stazza media, che viaggia suU'8% circa, le due grandi banche Intesa e Unicredit si attesteranno rispettivamente, secondo le stime per quest'anno, al 6,3% e 5,5%. Probabilmente i veri problemi stanno altroverispettoalle popolari-spa. Qualche giorno fa Carmine Barbagallo, capo della Vigilanza di Banca d'Italia, haricordatoche in Italia lo "shadow banking", la "banca-ombra", vale 400 miliardi di dollari, cioè il 18% del nostro Pil. Si tratta di tutte le attività di intermediazione creditizia svolte al di fuori del sistema bancario tradizionale. Controllare sempre di più e meglio lo "shadow banking" e accorgersi per tempo dei danni provocati dal gigantismo sono due direzioni sulle quali marcare per rendere il sistema del credito davvero più efficiente, al servizio dei cittadini e delle imprese. Pag. 55 Metà delle vendite è all'estero el'export spinge in alto gli utili Luigi Dell'Olio ILBUSINESSOLTRE CONFINE CONTINUAAD AUMENTARE. WINE MONITOR RILEVA CHE IL ROE SI ATTESTA IN MEDIA AL 4,4 % TRA LE IMPRESE CHE ESPORTANO FINO AL 50% DEL VALORE, MA RAGGIUNGE IL10,9%TRALEAZIENDE • CHE GENERANO ALL'ESTERO TRE-QUARTI DELLE VENDITE Milano y export fabene allaredditività. E' q u a n t o emerge dallo studio Wine Monitor, curato da Nomisma, su u n campione di 46 imprese vitivinicole (cooperative escluse). Nel corso dell'ultimo decennio si è assistito a u n a p r o gressiva riduzione dei consumi interni. Diparipasso, però, sono cresciute le esportazioni divinoitaliano:nel2014ilprogresso è stato nell'ordine dell'1%, per u n valore complessivo di 5,1 miliardi di euro. Ma su u n decennio, il balzo è stato dell'88%, grazie soprattutto agli spumanti. In sostanza, le quantità di vino commercializzate oltreconfine h a n n o raggiunto quelle consumate sul mercato domestico. Non tutti i produttori hann o beneficiato in egual misura di questo trend: lo studio di Nomisma rileva che le aziende con oltre 50 milioni di fatturato ( che in Italia n o n raggiungono ilnumero di trenta) ormai esportano più del 60%, mentre le realtàpiùpiccole faticano a valicare le Alpi. Quanto alla redditività, il Roe (rapporto tra il risultato netto rettificato e il capitale netto) si attesta in media al 4,4 % tra le imprese che esportano fino al 50% del valore, m a raggiunge il 10,9% nel caso delle aziende che generano all'estero almeno tre-quarti dellevendite. Lo studio diNomisma si sofferma anche sugli aspetti che accomunano le aziende più orientate all'export: la tendenza di queste realtà è a focalizzarsi su segmenti precisi del mercato, in particolare nella parte più a L valle della filiera: trasformazione (a partire d a i semilavorati), imbottigliamento, distribuzione e commercializzazione. Le attività inerenti a queste fasi sono caratterizzate da u n a marginalità inferiore e d a u n a redditività del capitalepiùelevatarispetto achi copre rinterafilieradellaproduzione. Quindi, a parità di prodotti offerti, diminuiscono i margini unitari di prodotto, m a a u m e n t a n o più che proporzionalmente i volumi e i valori di vendita conio stesso capitale investito. Restando in t e m a di internazionalizzazione, uno studio realizzato da Sace, stima inbenl,6miliardi di euro il valore delle nuove esportazioni che 4L comparto potrebbe mettere"a segno nei prossimi tre anni se riuscisse a cogliere a pieno il potenziale che arriva dall'estero. Anche l'Area Studi di Mediobanca si è occupata del tema, con u n report pubblicato nei giorni scorsi. Oltre a ribadire la scelta vincente dell'internazionalizzazione, gli analisti di Piazzetta Cuccia h a n n o anche stilato u n a graduatoria dei top seller italiani. La prima piazza per fatturato, come già nel passare alla storia come u n anno di transizione nel settore, pur con le grandi differenze tra aree geografiche di cui si è detto. 2013, è andata al gruppo Cantine Riunite-Giv con 536 milioni di euro. Parecchio staccata (314 milioni) la seconda, vale a dire Caviro, seguita Campari che, con la divisione vino, chiude il podio avendo generato u n giro d'affari di209 milioni. La quarta piazza va al gruppo Antinori con 180 milioni, davanti alla cooperativa Mezzacorona, a q u o t a 171 milioni (+5%). La classifica dei produttori in base alla forza dei loro bilanci vede in testa la venetaBotter. Seguonol'emiliano-romagnola Cantine Turrini, Masi Agricola, anch'essa veneta, e la toscana Ruffino. Quanto all'anno in corso, l'82% dei produttori intervistati da Mediobanca n o n prevede u n calo delle vendite, m a sono il 9% stima u n progresso. Insomma, il 2015 dovrebbe Pag. 56 VINO ITALIANO, IL TREND i milioni di ettolitri EXPORT 01 '02 '03 '04 '05 '06 » CONSUMI INTERNI '07 '08 '09 '10 Fone i : Ioana fcltator '11 '12 '13 Pag. 57 La tendami | Sempre più richiesto sul mercato soprattutto da chi ha bimbi E il biologico spopola tra i trentini Prendono sempre più piede, sia all'interno dell'agricoltura trentina, sia nelle scelte d'acquisto dei consumatori, i prodotti provenienti unicamente da coltivazioni biologiche. Una parte consistente dell'edizione 2015 della mostra mercato dell'agricoltura era riservato a lavorati, alimenti e addirittura cosmetici esclusivamente di origine bio. Tale tipo di agricoltura pare fare breccia tra i consumatori trentini, sempre più attenti alla provenienza del cibo e dei più comuni additivi e detergenti di uso domestico. «Negli ultimi anni - ci ha spiegato Chiara March, vicepresidente dell'associazione Donne in campo, che riunisce una cinquantina di coltivatrici trentine affiliate alla Confederazione italiana agricoltori rileviamo una grande attenzione, in particolare da parte delle famiglie alla qualità del cibo e dei prodotti utilizzati. Di fatto, soprattutto chi ha bambini, presta particolare riguardo alla salubrità di quanto acquistato». La varietà della produzione legata al biologico è talmente vasta da suscitare stupore: si va dai più comuni alimenti freschi, fino alle saponette e ai profumatori per la casa. All'esposizione mercato di ieri non mancavano tuttavia gelati, vini, cioccolato e formaggi, carni ed insaccati, infusi e spezie, tutti di provenienza biologica. Una delle ragioni del successo ottenuto dai prodotti biologici - ci è stato detto - è legata all'affermazione di un nuovo modo di rapportarsi all'alimentazione: sempre più persone preferiscono comperare prodotti genuini per poi realizzare in casa dolci, dessert, frullati e succhi di frutta in sostituzione di quelli industriali. «In molti ha concluso March - hanno preso parte ai nostri laboratori per apprendere come realizzare alimenti sani per sé e per i propri figli». L.B. Pag. 58 . agricoltura tira ancora Più di 30.000 alla mostra La due giorni ha attirato famiglie e tecnici Tantissime persone si sono riversate ieri nei padiglioni di Trento Fiere, per il secondo e ultimo giorno dell'edizione numero 69 LORENZO BASSO Nonostante il meteo instabile, una moltitudine di persone si è riversata nella giornata di ieri nei padiglioni di Trento fiere, per il secondo giorno della sessantanovesima edizione della mostra-mercato dedicata all'agricoltura. Appuntamento fisso dei primi giorni di primavera, la manifestazione è riuscita a coinvolgere un numero di trentini da primato. 11 risultato ha superato le aspettative degli stessi organizzatori, con oltre quasi 32.000 visite nell'arco delle due giornate (ieri e sabato) di apertura. Solo ieri, i biglietti venduti sono stati complessivamente oltre 17 mila, mentre il giorno precedente poco meno di 14 mila visitatori avevano approfittato dell'inaugurazione per prendere parte ad un evento fisso per la città, rivolta sia ai professionisti del mondo dell'agricoltura e dell'allevamento, sia ai curiosi, agli amanti della natura e agli appassionati di giardinaggio. 11 dato riguardante le presenze si pone in linea con quello registrato lo scorso anno. «Abbiamo riportato la fiera- ha spiegato Marzia Bortolameotii, Sabato statati eira 14.000 biglietti, ieri 17.000. Il dato sulle presenze è in linea con quello registrato lo scorso anno una delle curatrici della mostramercato - alle sue finalità originali, cercando di interessare principalmente i coltivatori e gli esperti del settore agricolo. Ciò, comunque, è stato fatto senza dimenticare le famiglie, da anni coinvolte nella manifestazione, ed i bambini, veri protagonisti delle iniziative collaterali e dei laboratori pratici». Disposta su una superficie di diecimila metri quadrati, la fiera ha permesso ad artigiani, coltivatori e produttori, ma anche a rivenditori e fornitori di macchine, a responsabili di aziende locali e di fattorie didattiche, di far conoscere la propria attività, incontrando la cittadinanza in una dimensione vivace adatta alle famiglie. Gran parte delle attività e dei laboratori predisposti nel corso della manifestazione, erano infatti pensati per i più piccoli, che si sono potuti cimentare, in momenti e luoghi adatti alla tenera età, in pratiche ormai relegate a pochi coltivatori: dalla produzione della polenta alla realizzazione dei formaggi, dalla mungitura alla cura dei più comuni animali d'allevamento. Tra le particolarità della manifestazione, che contava oltre 150 espositori, vi era lo stand allestito dalla Provincia in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach. Lo spazio denominato «La montagna che nutre» e dedicato alla specialità alimentari trentine era idealmente collegato con Expo Milano 2015 dove il Trentino sarà presente proprio con lo stesso formato. La principale attrazione dell'evento, fonte di richiamo per adulti e bambini, è stato tuttavia il polo zoologico, promosso come consuetudine dalla Federazione provinciale degli allevatori trentini. Sotto un enorme tendone, i numerosi visitatori hanno potuto conoscere, ammirare ed accarezzare i più comuni animali da fattoria, apprezzandone le peculiarità e, in alcuni casi, acquistando un cucciolo di compagnia. Infine, una grande successo è stato riscosso anche dai ragazzi della scuola Arte bianca di Rovereto, che, assieme ai docenti e agli artigiani del pane, hanno sfornato circa tre quintali di pane, distribuito poi gratuitamente, con l'obbiettivo di mostrare alla cittadinanza come viene realizzato il prodotto fresco. Pag. 59 «Jobs act, il Trentino è un modello» Taddei: «Qui bisogna guardare per trovare l'eccellenza». Olivi: ora dobbiamo rilanciare TRENTO Un Trentino all'avanEppure, per quanto migliore guardia, capace di indicare la rispetto ad altre realtà, anche «retta via» al resto del Paese. per il Trentino la strada da perFilippo Taddei, responsabile correre sembra tutta in salita. economico del Partito demo«La crisi è ancora evidente e cratico nonché tra i padri del abbiamo difficoltà anche noi a Jobs Act, non ha dubbi: «È qui monitorare gli effetti delle poche bisogna guardare per trolitiche attive. Sicuramente il vare modelli d'eccellenza». Jobs Act potrà aiutarci a spinUna promozione che arriva gere su questo punto anche se prima nel corso della tavola rodobbiamo riconoscere di essetonda nella sede della Fondare stati quanto meno anticipazione Cassa di Risparmio di tori su certe questioni, penso a Trento e Rovereto, dedicata alquanto fatto con il reddito di l'analisi delle conseguenze ecocontinuità o di garanzia, ad nomiche della riforma del lavoesempio», precisa Ugo Rossi, ro, e poi al centro Santa Chiara, presidente della Provincia. dove Taddei e Alessandro Olivi, vicepresidente della giunta e «Salto culturale» assessore economico della «Oggi il salto culturale deve giunta provinciale, parlano essere comune: si deve comdella sfida riformista del Pd e della «via trentina per l'attua- prendere che Piazza Dante non zione del Jobs act». si può trovare la soluzione per tutti i mali. Concetti che sosteInversione di tendenza nevo già in tempi non sospetti, Taddei passa in rassegna gli venendo per questo schernito elementi di discontinuità che, come "ragioniere"», puntualizsostiene, «rivoluzioneranno il za il governatore. mercato del lavoro italiano». Strategico, dunque, riuscire Un mercato che ha generato a rendere le peculiarità del negli ultimi anni almeno un Trentino reali motori di ripremilione di occupati in meno, sa, «non limitandosi a un'ottica con un unico grande sconfitto: da campanile, investendo su il lavoro stabile. «Abbiamo as- una rete tra soggetti capace di sistito — dice — al tracollo del dare valore al brand locale in tempo indeterminato, il Jobs un'ottica globale» auspica GiuAct nasce per ridare centralità a seppe Zadra, ex direttore genequesta tipologia di lavoro, dan- rale di Abi, Associazione bando fiducia ai nostri giovani, caria italiana. Un auspicio in lipuntando sulla loro formazio- nea con il senso ultimo della ne. In passato siamo stati inef- serata che si è conclusa con la ficaci nel risolvere i problemi consegna della borsa di studio strutturali dell'Italia ma oggi è tempo di riscoprire una diClaudio Dematté alla studenmensione competitiva legata tessa Sara Tonini per il suo proalla qualità e non al costo». getto dedicato alla trasmissioPag. 60 ne della fiducia tra generazioni di migranti e la costruzione della coesione. Nuove sfide Faccia a faccia con Olivi, Taddei spiega con maggiore dovizia di particolari che il governo nazionale ha adottato uno strumento mutuato dal sistema trentino, l'Asdi, l'assegno di sostegno alla disoccupazione, che corrisponde a una misura esistente da anni nella nostra provincia, il reddito di garanzia. «C'è poi il Naspi, il nuovo assegno di disoccupazione che è stato simile al reddito di attivazione del Trentino», puntualizza Olivi. «Abbiamo cambiato — spiega Taddei — il paradigma del mercato del lavoro per tutelare il lavoratore e non il posto fisso. E per spostare la flessibilità dal lavoratore alle aziende». Olivi e Taddei citano i «segnali di ripresa per l'occupazione stabile», nei primi mesi dell'anno. Ma la strada è ancora lunga, sia a Roma sia a Trento. «Noi in Trentino andavamo di corsa — chiude l'assessore e a Roma abbiamo trovato qualcuno che corre più di noi. Nei prossimi mesi non possiamo andare al traino del governo nazionale, ma elaborare ancora qualcosa di meglio, grazie alla nostra autonomia e alla delega sugli ammortizzatori sociali». Silvia Pagiipca Andrea Hossi Tonon © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 61 Rapporto USI Cassa integrazione 2015 Aumenta la straordinaria, diminuisce l'ordinaria Azzerata quella «in deroga» TRENTO Cassa integrazione in diminuzione nel primo bimestre dell'anno, anche per la forte diminuzione della cassa integrazione in deroga «che risente dei fermi amministrativi per mancanza di finanziamenti» dice l'Inps. Secondo i dati Uil, a gennaio e febbraio 2015 la cassa ordinaria in Trentino è diminuita 67,4%, con un contingente di ore che passa da 523mila a ^ornila. La cassa straordinaria invece aumenta del 16790, passando da 262mila a 7oomila ore concesse. La cassa in deroga era di i8imila ora e all'inizio del 2015 è stata azzerata. Nel complesso la diminuzione è del 9,9%. Per quanto riguarda le stime di quanti lavoratori sono assistiti da questi ammortizzatori, la Uil ritiene che in Trentino ci siano 502 persone in ordinaria, 2061 in straordinaria e nessuna in cassa in deroga. Nel caso dell'ordinaria si avverte una diminuzione di 1037 unità rispetto all'analogo periodo del 2014; la straordinaria invece cresce di 1289 unità; la cassa in deroga, azzerata, cala di 534 unità. Nel complesso la diminuzione è di 281 unità lavorative stimate. Pag. 62 «Assunzioni in crescita? Lariformanon e entra» Arighi (Confindustria): laripresaè timida TREHT© Il Jobs Act non è sinonimo di occupazione. Il giudizio emerso nel corso del convegno «Lavoro, formazione e Jobs Act» promosso da Simki, società del gruppo conjsmo che si occupa di formazione e sviluppo delle risorse umane, è pressoché unanime: sarà l'esonero contributivo da 8mila euro per tre anni, riconosciuto alle aziende che assumono a tempo indeterminato nel corso del 2015, a determinare la ripresa tanto attesa del mercato del lavoro. Così, in Trentino, le assunzioni che nei primi due mesi del 2015 sono cresciute del 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, non sarebbero direttamente collegabili al piano nazionale sul lavoro. «Queste assunzioni dipendono principalmente dagli incentivi concessi alle imprese, il Jobs Act in sé non fa altro che rendere più semplici i licenziamenti e in ogni caso, l'aspetto realmente determinante è il contesto economico generale» commenta Franco laneselli, Cgil del Trentino. Opinione sposata anche da Luca Arighi, membro della giunta esecutiva di Confindustria Trento, per il quale: «Si intravede una timida ripresa, ma non basta un singolo provvedimento per far marciare il Paese verso nuove rotte. Se aiutiamo le imprese a diventare più competitive e i lavoratori a aumen- tare le loro competenze, allora sarà naturale veder aumentare le assunzioni». Necessario, dunque, investire sulla formazione, far sì che le aziende possano reperire sul territorio le risorse migliori, senza dimenticare l'importanza del monitoraggio delle azioni intraprese. «Solo così l'occupabilità potrà sfociare in occupazione» ha sottolineato Marco Carcano, sociologo, partner di Simki, ricordando quanto determinante sia «lavorare sulle politiche attive, sulla transizione scuola-lavoro e sul ripensamento dell sistema degli ammortizzatori sociali». Questione sulla quale laneselli ha evidenziato non poche difficoltà legate a divergenze di vedute con la Provincia: «La giunta ha scelto di utilizzare le risorse del Fondo sociale europeo per il trilinguismo, mentre a nostro avviso sarebbe stato più importante intervenire sugli ammortizzatori, in particolare per i precari, molto penalizzati da questa riforma». «La verità — ha concluso il senatore Giorgio Tonini — è che la riforma impone un cambio di paradigma nel rapporto tra imprese e lavoratori. Se vogliamo evitare un uso distorto della Cig (cassa integrazione guadagni, ndr) e Cigs (ovvero la cassa integrazione guadagni straordinaria, ndr) a sostegno di aziende ormai decotte, dobbiamo ripensare profondaPag. 63 mente il sistema del welfare e dare per assodato che la tutela ilei .lavoratore si è ormai _sno- stata dall'azienda al mercato del lavoro». S.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 64 Torna "roncola selvaggia" tagliate 400 viti a Volano La tremenda scoperta ieri mattina nel campo di Giorgio Voltolini in località Lopi «Quest'anno non farò la vendemmia, è il terzo episodio in pochi mesi» Roncola selvaggia a Volano: 400 vigne tagliate di netto nel campo di Giorgio Voltolini. Degli ignoti hanno capitozzato la gran parte delle viti del campo in località Lopi nelle campagne di Volano, di proprietà del Voltolini. L'uomo, che da qualche anno si è trasferito con la famiglia a Mori, ha fatto la terribile scoperta ieri mattina. In particolare è stata la moglie a scoprire le prime viti tagliate. Poi, un po' alla volta, ci si è resi conto del tremendo danno occorso al vigneto. Il gesto è stato mirato, perché sono state tagliate viti solo nel campo di Voltolini, e non in quello dei vicini. L'autore del gesto inoltre ha colpito solo all'interno del campo, racchiuso tra la ferrovia ed una strada interpoderale. Le viti prossime alla strada o alla ferrovia non sono state tagliate, probabilmente per evitare di farsi scoprire o di rendere subito evidente il gesto. Poche viti sono state risparmiate nel campo, qua e là; Voltolini, ad un primo calcolo, stima in oltre 400 le piante tagliate. Alcuni filari sono stati risparmiati. «Ma quest'anno la vendemmia non la farò, raccoglierò sì e no qualche quintale d'uva», dichiara sconsolato Giorgio Voltolini. Sono state tranciate di netto a circa un metro d'altezza. Con tutta probabilità è stata utilizzata una cesoia, ed il lavoro è stato preciso e veloce, in alcuni filari persino scientifico, nessuna pianta è stata salvata. Il gesto è mirato anche perché gli autori hanno preferito colpire il campo coltivato a pinot grigio, la varietà che è pagata di più; le vicine viti di chardonnay non sono state interessate dall'atto di vandalismo. La perdita è enorme, perché prima di tornare a poter vendemmiare bisognerà aspettare diversi anni, rifacendo l'impianto oppure aspettando la ricrescita dei tralci nelle viti che sopravvivranno. E dire che l'impianto è recente, le vigne sono ancora giovani (quattro anni) e sarebbero entrate in piena produzione fra un anno odue. «É il terzo episodio di cui sono vittima - racconta Voltolini - in novembre mi hanno tagliato diversi fili dell'impianto, giusto una settimana fa abbiamo trovato i lucchetti del capanno rotti». Il gesto può essere stato compiuto nei giorni scorsi; Voltolini, abitando a Mori, era da alcuni giorni che non tornava nel suo terreno. Sono invece di venerdì notte i furti, sempre registrati in campagna a Volano: ignoti hanno divelto alcuni capanni e hanno asportato materiale ferroso. Diversi contadini hanno lamentato queste "incursioni notturne". Purtroppo non è la prima volta che si verificano simili raid nei vigneti attorno a Volano, ma da anni non si registrava un gesto vandalico così grave come quello subito da Voltolini. (m.s.ì Pag. 65 IERI L'APERTURA ìnitaly, lottimismo egli espositori trentini Inaugurato ieri dal Ministro Martina la 49 a edizione del Vinitaly, un'edizione da record con la presenza di 4000 espositori provenienti da ben 24 paesi. E' prevista la presenza di ben 120 operatori specializzati nel settore vino provenienti da tutti i continenti ed i buyer più importanti del comparto vino provenienti da ben 52 paesi. L'esposizione si sviluppa su una superficie di 90 mila metri quadrati netti, sono questi i numeri più significativi snocciolati ieri dal presidente e dal direttore di Verona Fiere Ettore Riello e Giovanni Mantovani. Importante il clima che si respira fra gli espositori delle 400 cantine italiane presenti delle quali oltre 60 provenienti dal Trentino. «Oggi - ha ricordato il ministro Martina - il settore assicura un fatturato di 9.5 miliardi, di questi secondo il Ministro, nel 2014 5,11 miliardi sono frutto dell'esportazione e per U2015 sono previsti ben 5.5 miliardi fatturati con l'export. A questo punto l'obiettivo lanciato dal premier Matteo Renzi al Vinitalv dello .scorso di raggiungere i 7.5 miliardi nell'arco di cinque anni non è poi così distante». In tutti c'è una gran voglia di lasciarsi la crisi alle spalle e nonostante che il consumo in Italia sia sceso dagli oltre 100 litri prò capite/anno degli anni 70 ai circa trenta attuali grazie all'espor- 99% Fiducioso anche w il ministro Martina: «Il settore assicura un fatturato di 9.5 miliardi Per il 2015 sono previsti ben 5.5 miliardi fatturati con l'export contro i 5,11 deiranno scorso» tazione la situazione si prospetta favorevole. «Negli ultimi 12 mesi - ha affermato Martina - abbiamo messo in campo un'operazione di semplificazione tagliando 64 mila registri, ed abbiamo approvato il tanto atteso decreto per i diritti d'impianto ma siamo stati protagonisti anche del piano straordinario per l'internazionalizzazione che vedrà l'agroalimentare al centro delle azioni». Altra cosa attesa particolarmente dai piccoli, l'entrata in vigore del registro unico dei controlli e il Testo unico del vino, che dovrà prendere la luce prima della conclusione dell'esposizione universale di Milano Expo. Durante l'inaugurazione del salone internazionale dei vini e dei distillati, sono stati consegnati i Premi Cangrande "Benemeriti della Vitivinicoltura", un prestigioso riconoscimento che ogni anno viene assegnato secondo le indicazioni provenienti dagli Assessorati dell'Agricoltura delle Regioni, nel nostro caso della Provincia. Per il Trentino il premiato è stato Vittorio Salizzoni e per l'Alto Adige Anton Zublasing. Oggi gli esperti agricoli della stampa trentina saranno a Verona per la visita al Vinitaly con particolare riferimento al padiglione 3 dove si trovano i trentini. (c.b.ì Pag. 66 Grande folla anche nell'area dell'agricoltura Circa 30 mila visitatori in due giorni per i 150 espositori presenti a Trento fiere Consueta curiosità per gli animali, interesse anche per il risparmio energetico Il tempo meteorologico di questa prima domenica di primavera, ha certamente aiutato: la pioggia al mattino presto, poi la tregua e nel corso del pomeriggio l'alternanza tra nubi e leggere schiarite ha fatto sì che l'afflusso alle casse nelle casette in legno posizionate all'esterno di Trento Fiere, fosse costante. Nella giornata di sabato 10 mila visitatori che ieri sono raddoppiati, arrivando tranquillamente a quota 30 mila nelle due giornate di apertura della 69a mostra mercato dell'agricoltura, la vera festa di primavera dei trentini. In linea con l'edizione dello scorso anno. I cittadini dalle valli sono scesi in città, mentre non c'è stato il traffico in direzione opposta, verso le piste, per le ultime sciate di stagione. Così, complice la concomitante fiera di San Giuseppe, l'afflusso è stato ininter- rotto fino alle 19, quando si sono spente le luci. I 10 mila metri quadrati di mostra hanno visto la presenza di 150 espositori, posizionati nei piazzali esterni, sotto la grande nuova tensostruttura del polo zootecnico, curato dalla Federazione provinciale degli allevatori del Trentino, poi quello delle piante officinali ed aromatiche, abbinate alle piante grasse, quindi il padiglione interno, al piano rialzato, con gli enti istituzionali e le associazioni che hanno messo in mostra tutte le loro attività. Infine Domo 2015, ospitato nelle sale del seminterrato con lo spazio dedicato all'edilizia, al risparmio energetico ed alle nuove tecnologie. In un connubio fatto di un settore in costante evoluzione. Con oltre 50 aziende espositrici provenienti da tutta Italia. A fare da canofila. come ten- dono a sottolineare gli organizzatori di Trento Fiere, la Aprie l'Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia con uno sportello informativo sugli impianti termici e la dimostrazione del funzionamento della caldaia. In mostra pure Trentino Sviluppo con Arca, con uno stand dedicato all'edilizia in legno. Senza dimenticare gli spazi del gusto con gli stand enogastronomici con prodotti di qualità e di nicchia da tutta Italia, L'assessorato all'agricoltura con la Fondazione Mach e i prodotti del Trentino con degustazioni curate dalla scuola per tecnici di cucina e della ristorazione del Centro formazione professionale Enaip di Tione. Infine l'associazione agriturismi del Trentino e la Tribù delle Iurte, attività ludica con gli asinelli, riservata ai bambini. (e. I. ) Pag. 67 tassi minimi spingono a scelte più coraggiose. E si spera più vicine all'economia reale DI MASSIMO FRACARO E GIUDITTA MARVELLI L a crisi non è ancora arrivala al capolinea, ma per i rendimenti degli asse! finanziari l'ullima fermala di una storia quella della «normalizzazione'» è in visla. La Banca eentrale, con il massiccio programma di sostegno ai mercati, ha suonato il campanello: è ora di scendere. I.e famiglie che a\evano qualche rispar mio da parte, negli ultimi anni, sono riuscite a guadagnare cifre interessanti, mentre i prezzi dei Blp salivano e i rendimenti dei nostri titoli di Stalo si avvicinavano seni pre di più a quelli minimi della virili nordica di tedeschi e finlandesi. Adesso hiso gna cominciare un altro viaggio. L'industria del risparmio che arriva alia sesta edizione del Salone con un anno record di raccolta e qualche buon risultato da fare valere sa che le recenti fortune di pubblico dei fondi comuni e delle formule gè stile sono proprio legate alla necessità impellente di ripartire. Di cambiare mezzo, di migrarci finanziariamente parlando) verso possibilità ili guadagno che la lolla alla deflazione ha reso sempre più complicale. Vallile, l'orse, inveslinienli allernalivi di lunghissimo periodo in infrastrulliire e piccole imprese: le strade per far fruttare il denaro provedono viaggi decisamente più avvonlurosi per i denari di famiglia. Oggi il nemici) numero uno, 1 erosione del costo della vita, è fuori combat limonio. Ma quando l'inflazione si risveglierà lo oose per chi investe potrebbero diventare anche più difficili di quanto non siano ora. L'utilizzo di strumenti che offrono con Irollo del rischio, economie di scala nei costi, sembra un'idea assennata. Non solo in visla deli auspicata ripresa, ma anche di una nuova epoca dove, in ogni caso, rispar miare per la pensione e per il futuro sarà sempre più importante. Perché il welfare, l'ombrello pubblico, anche in Muropa sarà destinato più ai libri di storia che ai prò grammi della politica. CO RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 68 La riforma Chi dovrà vendere quote Unicredit e Intesa Sanpaolo. Sopra la soglia- limite 14 su 35 degli enti medio grandi. Tre anni per adeguarsi ìoi uiu>ioi li II posto in banca non è più sicuro Dopo l'accordo tra Guzzett e il ministero dell'Economia, cosa cambia con il tetto del 33% tra il valore della partecipata e l'attivo capo di gabinetto del ministero dell'Economia. Poche settimane, un mese ice Giuseppe Gozal massimo. E le nuove regozetti che è sbagliale a regime per il congresso to «incaponirsi» (crapuli è il mila- dell'Acri di metà giugno. nese per testardo ) nella preA oltre 15 anni dalla legge sa sulla banca d'origine: me- Ciampi (che non fissava paglio diversificare per tempo rametri e tempi) e a tre dalla rischio e rendimento, anche Carla delle Fondazioni (con se le due cose non vanno adesione solo volontaria), sempre a braccetto. anche gli enti nati dallo scorTrattandosi del presiden- poro delle banche si prepate dell'Acri e della Fondazio- rano a una stagione nuova ne Cariplo, la prima per pa- che, per virtù o per necessitrimonio con 7,4 miliardi, il tà, coinvolge tutto il mondo monito ai colleghi può sem- del credito. Come testimobrare facile: il 4,8% che l'en- niano il decreto sulla trate della Ca' de Sass detiene sformazione d'imperio delle in Intesa Sanpaolo non arri- grandi Popolari in spa e la va a impegnare al fair vaine travagliata autoriforma delneppure il 30% dell'attivo, le Bcc e Casse rurali. anche dopo la corsa delle pisaldi azioni in Borsa fino a 3,1 euIl protocollo Acri-Mef fisro, e quella quota promette sa regole più stringenti su di fruttare mezzo miliardo tutti i fronti. Sulle nomine, di cedole da qui al 2018. con l'incompatibilità tra orMa Guzzetti non guarda gani delle fondazioni e ruoli in casa. Il ruolo nell'Acri ri- politici che coprono tutto lo chiede visione istituzionale spettro da Palazzo Chigi alle e pragmatismo per far sì che comunità montane. Sui le 88 Fondazioni associate cambi di casacca, con 12 merestino artefici del proprio si in «sonno» obbligato per futuro. Anche cambiando chi voglia traslocare dall'Enregole e comportamenti. E te alla banca o viceversa (il in frelLa. Da pochi giorni i 13 tragitto fatto a suo tempo a articoli del Protocollo Acri- Siena da Giuseppe MussaMef siglato 111 marzo con il li). Sui compensi, con il tetto ministro Pier Carlo Padoan a 240 mila euro per i presisono in mano agli organi de- denti delle casseforti da olgli enti di origine bancaria, tre un miliardo e lo 0,1% (sul con la ferma sollecitazione patrimonio) per il monte indi Guzzetti a completare le dennità delle fondazioni da pratiche di adesione in tem- 500 milioni in su. E ancora pi celeri, corredate dagli im- c'è il divieto di fare derivati pegni a conformare gli sta- senza logiche di copertura o, tuti alle norme della riforma peggio, di indebitarsi per seconcordata al tavolo coordi- guire gli aumenti di capitale nato da Roberto Garofoli, della banca, una strada che DI CARLO TURCHETTB D aveva portato vicine al default le fondazioni Mps e Carige. Ora si potrà contrarre un debito solo in via temporanea, per coprire uno «sfasamento tra uscite di cassa ed entrate certe per data e ammontare», e comunque non oltre il 10% dei mezzi propri. Ma le ricadute sugli assetti di governance delle partecipate verranno dal tetto del 33,3% (calcolato sul totale attivo) alla concentrazione del rischio su un solo emittente. Che poi è la banca conferitaria per tutti, tranne in gioco ras®/® delia Caf de Sass e il 2r5®/@ nel libro soci di Ghizzoni la Fondazione Crt che ha azioni Unicredit per un valore corrente di 920 milioni ma titoli Atlantia (5,1% la quota) per oltre un miliardo. Difficile immaginare che si scardini la stabilità di governo delle banche, anche perché la riforma dà tre anni di tempo per rientrare sotto la soglia e 24 mesi in più se la banca non è quotata. Un atterraggio morbido, quindi. Ma non del tutto indolore se si pensa che sono sopra il tetto 14 fondazioni sulle 35 medio-grandi e 29 su 53 tra quelle con patrimonio sotto 200 milioni. Le ricadute toccano anzitutto i primi due colossi del credito. Nel libro soci di Intesa Sanpaolo la maggioranza (56%) è ormai Pag. 69 in mano a investitori esteri ma ci sono anche 17 fondazioni con il 28% del capitale e il governo delle liste per il cda. In Unicredit gli internazionali sono al 62% ma residuano 12 fondazioni con il Sarà un atterraggio morbido. Limiti anche a deriwati e indebitamento giori venditori sarebbero così la Fondazione CR di Verona di Paolo Biasi (quasi 50% dell'attivo concentrato sulla conferitaria) e quella di Modena (oltre 55% tra quota diretta e tramite Carimonte). Dovrebbero alleggerirsi dell'1,2-1,3% a testa. Ma anche per loro c'è il paracadute dei tre anni di tempo. 10,9%, tutt altro che ininfluenti. Chi e quanto dovrà vendere? CorriereEconomia ha fatto una stima aggiornando ai prezzi di Borsa sia la quota nella conferitaria sia l'attivo. L'impatto maggiore è sulla Compagnia di San Paolo, guidata da Luca Rem mcrt, che ha una concentrazione prossima al 60% sulla quota Intesa Sanpaolo e per rientrare sotto soglia dovrebbe scendere dal 9,5% attorno al 6%. Facoltà che peraltro si è precostituita da luglio modificando i regolamenti con l'ok del Mef, l'autorità di vigilanza. Situazione simile per la Fondazione di Padova che ha oltre il 60% dell'attivo puntato sul 4,45% della Ca de Sass: dovrebbe alleggerirsi del 2% per rientrare. Anche più sbilanciato è il portafoglio dell'Ente CR Firenze dove spiccano le quote Intesa (3,3%) e Cassa Firenze (10,3% riconducibile allo stesso emittente secondo il Protocollo Acri-Mef). In tutto potrebbe entrare il gioco l'8,5% della prima banca del Paese. Verona e Modena Nel caso di Unicredit l'impatto potenziale è minore, anche perché alcuni enti si sono già alleggeriti. I magPag. 70 CHI E SOPRA LA SOGLIA E CHI E SOTTO Dati in milioni di euro '.';:': • V.-----. •-.;=!•• . - : : i - • / ' . / ' • i • • • ' : • ' • ' 1 ' '. •••'•.:. .,..•• v -; : L:; /.."•-" •'/ i .'••;-:-i...i : Ì . : T - > i . ' A::\.:« !': •'.•',. j.:-v" / . . • L "" -- ; . = . , : . . / • : • < • ! . • . • ! . : : " . J '•.••• • "•*•'.. •: 'l'i' • * ' " l - - .: '•?'••.• " ,! i / . -. i- "• <j,\~* UG !• ; ; : ; , • ' • • • • : • ' . : _', ; / . ' • : • 1.1= ••• •".'• ' . : . _'" • • ! : •; : 5 •• ' / "ì v:-.'-r- s .-'. . ' ' ; . ' ' . • > ' : : "- '- : V:-; "/ -:-.V~ ....-.i"::". :•:•:-•..• :" «:' : '.- -': • • • . - . . : : ' • . ' ! : . ! ' •^:J ."•.:"•.'.'•>:• '}.:•'•'•(• 1 ':••-. : .";.:-.i ; ••";'••' :, i>:° •• / ' • • " ' " • • ' -.-"' : ; • . / . • " • ; ' '•'.-.••:. \- ' / .•,= : • / . '•' ••••.''•'•'•; . ; ! : • ; : ; !.:Ì:Ì.-:V ! ;. .'•'! .-.:i.. MO ; -.. J ' " : , i ••':•;. y'.-" Le prime 18fondazioniper attivo di bilancii\ in iniii-'-i ii.'•!•: si iiii.!:ì:-ll.: IÌ: i'i^:!^l..;iw...iiriiiv/'^i:i'.-ni:' più alto che andrebbe ceduta per rispettare i!f?;^'!:ri •.v>/.\ii||\Mn'w. f;= Ì,-,ÌI v.-zliii-ì nci-^io-1.^!! - Mr:ji!n^. Il valore di mercato è ai prezzi di Borsa del ] V ÌIVU/I. (••ìior-- 'ii :•."•! irò pnr jr ivivhn noiì .-in;>i i;:}. 1) Azioni ordinarie più rnc; 2) quota diretta •: \\v'<\\&\; Pag. 71 avoro, il Trentino ha anticipato Renzi ma sia più global» j • • J "1!""% • Rossi al rassegnazione della borsa di studio Demattè Taddei del Pd: «Jobsnatore Acthacontro le diversità di trattamento» poi portato il Trentino litiche attive. Una responsabilidi Paolo Piffer Almeno sul Jobs Act, tutti renziani i banchieri, e il presidente Rossi, che ieri alla Fondazione Caritro hanno partecipato alla tavola rotonda in occasione dell'assegnazione della borsa di studio in memoria di Claudio Demattè, l'economista trentino scomparso undici anni fa. Ospite d'onore Filippo Taddei, responsabile nazionale economia del Pd, ritenuto uno dei padri dei recenti provvedimenti in materia di lavoro. Che ha esordito: «In nessun altro Paese europeo come in Italia la differenza di trattamento tra chi aveva un contratto a tempo indeterminato e quelli con in mano un rapporto di lavoro temporaneo era così ampia. Siamo quindi intervenuti sulla stabilizzazione del lavoro garantendo incentivi alle imprese e investendo sulle professionalità e le competenze». E il presidente della Provincia Ugo Rossi, a ruota: «Il Jobs Act è stata una scelta coraggiosa, di flessibilità, un investimento sul capitale umano a garanzia di una stabilità maggiore». Il gover- ad esempio anticipatore di quanto fatto a livello nazionale, ovviamente non in quanto a normative legislative che in questo campo non gli competono, ma riguardo ad alcune misure. «Qualche strumento di accompagnamento - ha sottolineato lo abbiamo adottato, ad esempio il reddito di attivazione come quello di garanzia. Inoltre, i provvedimenti del governo ci permetteranno di misurare meglio gli effetti delle nostre politiche attive». Pareri favorevoli al JA anche da parte di Rudi Bogni, ex ceo di Ubs Private Banking e International Advisor («Bisognava farlo») come di Roberto Nicastro, direttore generale di UniCredit («Una positiva discontinuità, abbiamo già assunto 100 giovani»). Per Puccio Zadra, già direttore generale dell'Abi (l'Associazione bancaria italiana) si tratta di «una rivoluzione culturale». «Finora - ha proseguito - toccava all'impresa garantire l'occupazione. Adesso la responsabilità passa alla pubblica amministrazione attraverso una serie di po- tà pazzesca». Ma nel corso della tavola rotonda moderata da Michele Andreaus, presidente della Fondazione Trentino Università, non ci si è confrontati solo sulla nuova normativa in materia di lavoro. A proposito di autonomia (provinciale) e globalizzazione, il presidente Rossi ha detto che la seconda «non si è perseguita fino in fondo». «Diventerò noioso - ha proseguito - ma se non si sanno le lingue.. .E poi bisogna anche dire che spesso e volentieri si è usato l'autonomia in una logica di campanile. C'è la necessità di uno sforzo culturale per un'apertura alla concorrenza internazionale pur consapevoli che il campanile e l'identità, sono il nostro valore aggiunto». Anche sulle difficoltà del sistema creditizio, che interessano anche quello cooperativistico delle casse rurali, il governatore ha detto la sua. «Il fatto è ha sostenuto - che anche in questo campo si deve riuscire a stare nella globalità. Con la crisi si può dire che il nostro sistema creditizio la sua parte l'ha fatta ma adesso ha un po' il fiato corPag. 72 to». Secondo Zadra «le Casse rurali hanno dato una mano enorme alle aziende trentine. E le hanno viziate. C'erano fin troppi soldi e non si sapeva cosa farne, E' questo il vero problema». Per Bogni «il Trentino deve mantenere il suo spirito egualitario e un po' montanaro ma deve essere più ambizioso in campo economico e riuscire a catturare valore aggiunto». Pag. 73 addoppiati in 4 anni gli iscrìtti al "Progettone" I dati del Centro per l'impiego di Tione tratteggiano le dimensioni della crisi Al 31 dicembre 380 disoccupati erano in lista per un impiego temporaneo eli Fabio simoni Fotografano la difficile situazione economica e occupazionale in Giudicarle: una situazione di stagnazione se non di recessione, che si prolunga ormai da alcuni anni. Sono i numeri degli iscritti nelle liste dell'Intervento 19 (ex progettone), Fazione promossa dall'Agenzia del Lavoro, in collaborazione con il Centro per l'impiego di Tione, la Comunità di Valle e i Comuni, in favore dei lavoratori disoccupati, deboli o svantaggiati. I dati forniti dalla dottoressa Rosanna Parisi, responsabile del Centro per l'impiego di Tione, parlano chiaro. Gli iscritti alla prima lista, quella relativa al 31 dicembre 2014, risultato essere 380. Ad essi andranno ad aggiungersi quelli della seconda lista che si chiuderà il 31 marzo prossimo. Sono 380 gli iscritti per l'attività prevista dall'Intervento 19 nel corso del 2015, contro i 300 dello stesso periodo dell'anno precedente. E pensare che erano 204 nel 2012, che sono passati a 265 nel 2013, con un incremento pari al 30 per cento; che hanno raggiunto il numero di 300 lavoratori nel 2014, con un ul- teriore incremento più conte- sentato all'Agenzia del Lavonuto ma sempre significativo; ro, un progetto sovracomunaper raggiungere i 380 di le relativo all'Intervento 19, quest'anno, con una crescita che interessa i Comuni di Boldecisamente notevole. Una beno e Zuclo - di Preore, Racrescita che, in quattro anni, goli, Montagne - di Bondo, ha fatto lievitare gli iscritti Breguzzo - di Villa Rendena e quasi del doppio. E, che che Pelugo. Prevede l'occupaziose ne dica, dimostra ancora ne a tempo determinato per 6 una volta, come dalla crisi mesi e mezzo, di 18 persone. economica e soprattutto da Scendendo nel dettaglio quella occupazionale non si dei numeri forniti dal Centro sia ancora usciti. per l'impiego, sempre con riA fronte dei 380 iscritti at- ferimento la lista degli iscritti tuali, e qui sta il dramma, le entro il 31 dicembre, 92 (eraopportunità lavorative offerte no 64 nel 2014) risultano i ladall'Agenzia del Lavoro, attra- voratori appartenenti alla caverso le sovvenzioni della Pro- tegoria dei disoccupati da più vincia, sono appena 145, lo di 12 mesi, con età maggiore stesso numero del 2014. Un ai 35 anni; addirittura 126 numero che, anche assumen- (erano 104) i lavoratori disocdo i lavoratori (o parte di essi) cupati da più di 3 mesi, con a part time invece che a tem- più di 50 anni; 43 (erano 27) po pieno, risulta essere asso- sono i disoccupati invalidi ai lutamente insufficiente a co- sensi della legge 68/99 e 119 (105) i disoccupati in difficolprire le esigenze. Per dovere di cronaca, è giu- tà segnalati dai servizi sociali. Ricordiamo infine i princisto ricordare come la Comunità delle Giudicane, inserendo pali settori di attività riservati nel bilancio 2015, la consi- ai lavoratori dell'Intervento stente somma di 300mila eu- 19 (lavori socialmente utili): ro, permetterà ai Comuni che sfalcio e manutenzione delle presenteranno l'apposito pro- aree verdi dentro e fuori dei getto all'Agenzia del Lavoro, centri urbani; manutenzione di assumere una cinquantina e cura delle piste ciclabili; vadi lavoratori in più rispetto a lorizzazione dei beni culturali quelli previsti dalla Provincia. ed artistici; servizio di appogJE_la_stessa Comunitàiia pre- gi nelle case di riposo. Pag. 74 Governante Nonostante le polemiche su! decreto Renzi, molte banche sono in via di adeguamento rapido. Prossimo passo le Bcc Popolali Arriva la legge? Ecco chi è pronto in anticipo Domani il provvedimento in Aula. Ma Milano, Veneto e Vicenza sono già avviate verso ia trasformazione in Spa DI STEFANO RSGHS l decreto Renzi sul riordino del sistema creditizio italiano è arrivato al dunque. Dopo aver incassato il via libera della Camera (290 voti favorevoli, 149 contrari, 7 astenuti), il disegno di legge 1813 di conversione del decreto legge n°3 del 24 gennaio 2015 ha ottenuto il visto anche dalle commissioni Finanze e Industria del Senato, che hanno dato mandato al relatore per portare il testo in aula, domattina. In queste prossime ore non mancheranno i colpi di scena. La pervicace ostinazione a difendere lo status quo che ha caratterizzato una parte dell'universo delle banche popolari, contrasta con chi finalmente guarda avanti e trova nel confronto con un mercato I il relatore Moscardo!!! |Pci): «Non cfera tempo per le modifiche» sempre più ampio e orizzontale la vera ragione della propria esistenza. Nell'incassare l'ole dalle commissioni del Senato, con un provvedimento blindato, il relatore Claudio Moscardclli (Pd) ha evidenziato come non ci sia tempo per introdurre modifiche: «quando andremo al voto - ha evidenziato penso che il governo metterà la fiducia». Tempo perso Il tempo in effetti c'era, ma non in questo 2015. Anni, non mesi, che le banche popolari hanno speso nell'immobilismo più assoluto, evitando accuratamente, sebbene sollecitate, di avviare una scria attività di autoriforma che avrebbe permesso loro di interpretare meglio i tempi e di non arrivare a un confronto con il governo su posizioni tanto lontane. Ora, voto di fiducia o meno, approvazione dell'aula o ricorso alla Corte costituzionale, qualsiasi sia l'evoluzione del decreto Renzi dello scorso gennaio, un primo grande risultato si è già ottenuto: alcune popolari, indipendentemente dalle indicazioni che emergeranno domani da Roma, hanno già deciso autonomamente di intraprendere la via per la trasformazione della forma sociale da cooperativa a società per azioni. Intuizioni La straordinaria intuizione di uguaglianza Ira i soci, qualsiasi sia il loro apporto alla causa sociale, così come emerge dal principio del voto capitario nato nell'Ottocento, si è rivelato anacronistico nel momento in cui la finanza non è più quella regionale, le dimensioni sono rilevanti e il confronto è con una concorrenza globale e un regolatore sovranazionale. Il limite posto dal decreto Renzi degli otto miliardi di attivo pone un chiaro confine dimensionale tra chi può ancora concretamente perseguire i fini mutualistici tipici delle banche popolari e chi è chiamalo a rispondere ad allre logiche. ita \lla Ime, il deucto tocca 10 banche su 70 a conferma che lo spirito di straordinaria vicinanza sociale delle banche popolari non verrà meno, ma anzi uscirà rafforzato dall'uscita di chi, in tutta evidenza, popolare non è più da tempo. Confondere il Banco Popolare o Ubi - società che capitalizzano rispettivamente 5 e 6,3 miliardi e hanno aitivi per 123 e 121 miliardi - con una delle altre sessanta banche non toccale dal decreto rischierebbe di divenire offensivo per entrambe. Il decreto Renzi ha però evidenziato anche molti lati positivi. Alcuni istituti - Veneto Banca e Popolare di Vicenza in maniera esplicita, la Banca Popolare di Milano anche martedì scorso assecondando pubblicamente la trasformazione indotta dal decreto - hanno già intrapreso la strada del cambiamento. È vero anche che Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare si è scaglialo contro la riforma in una accorata lettera ai dipendenti e che il presidente di Bper, Ettore Caselli, che al contempo presiede anche l'associazione di categoria, non può agire contro l'interesse dei propri associati, ma il cambiamento è in atto e di questo rutti beneficeranno. 'Il Ih ^lul II i I -1 Lo hanno capito chiaramente i capi azienda delle banche Pag. 75 coinvolte. Se i presidenti «devono» in alcuni casi difendere lo status quo, i manager che quotidianamente si trovano a confrontarsi sui mercati hanno già abbracciato il cambiamento. Da Vicenza a Montcbelluna, da Modena a Sondrio, da Milano a Bergamo, Brescia e Verona le dimensioni delle dieci banche coinvolte sono tali che una limitazione partecipativa al capitale - nonostante sia, in sette casi, addolcita dalla distinzione tra soci e azionisti, che deriva dalla bizantina collocazione sul mercato azionario delle azioni delle stesse banche «popolari» - rappresenta un aggravio sul fronte della provvista e un ostacolo sul piano della governante. Maggior e l i » Se il disegno del premier Renzi arriverà a compimento queste banche usciranno dalla riforma più forti e più identitarie di quanto siano oggi. Banche popolari vere, legate al territorio, non aggregati finanziari che si mascherano dietro a una carta d'identità scaduta. Al di là degli ostruzionismi, dei ricorsi e delle manovre della potentissima lobby che le raggruppa, il governo sembra aver interpretato pienamente il senso di un cambiamento non più rinviabile. L'occasione è Presidenti e amministratori hanno orizzonti di riferimento diwersi straordinaria per tulio il sistema, tanto da aver mosso verso l'auloriforma anche il mondo del credito cooperativo, le Bcc che hanno dimensioni davvero locali. Gli episodi di mala gestio - la Popolare dell'Etruria e del Lazio è commissariata; sono indagati alcuni amministratori ed ex amministratori di Veneto Banca; èrinvialoa giudizio un ex presidente della Bpm - non devono richiamare i toni di una guerra santa che non ha ragione di essere. Le dieci banche individuate dal decreto hanno semplicemente smesso di essere popolari perché cresciute troppo. Continueranno ad esserlo, pienamente, le sessante banche che il decreto neppure sfiora. @Righist © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 76 Oltre 150 espositori hanno attirato moltissime persone, tra cui tante famiglie con bambini.Ira le novità dei laboratori per i più piccoli con materiali naturali imali in mostra aspettando la fiera Alla «Festa di Primavera» anche cibo, riciclo e novità FABIA SARTORI I trentini non rinunciano alia loro «Festa di primavera»: per tutta la giornata di ieri i padiglioni di Trento Fiere in via Briamasco sono stati invasi da adulti e bambini in occasione della 69esima edizione della Mostra dell'Agricoltura, in particolar modo le famiglie hanno frequentato il polo zootecnico nel piaz- Molto gettonato lo spazio gestito dall'Associazione dei panificatori con dimostrazioni dei giovani studenti zale esterno: i più piccoli sono rimasti affascinati dalla possibilità di poter accarezzare e vedere da vicino galli e faraone, conigli e anatre. Anche se il vero e proprio «pienone» lo hanno fatto gli animali all'interno dei recinti (e non in gabbia), ovvero mucche e cavalli, maiali e vitellini, pecore e asini. Insomma, la prima giornata della Mostra dell'Agricoltura è partita con il piede giusto. Ed ha portato con sé la connotazione «moderna» che gli organizzatori desiderano darle: se un tempo si trattava di un appuntamento irrinunciabile per tecnici del settore, oggi non sono solo agricoltori ed allevatori ad attendere l'evento. Prodotti dell'artigianato e attrezzi per l'agricoltura, macchinari e strumenti per il giardinaggio, stand gastronomici e polo zootecnico messi in mostra da 150 espositori hanno attirato l'attenzione di cittadini di ogni età e professione. Basti pensare che ogni Pag. 77 anno la fiera è visitata da oltre 30.000 persone. E per il 2015 gli organizzatori di Trento Fiere stimano di raggiungere lo stesso «gradimento» riscontrato negli anni precedenti, anche alla luce delle numerose presenze contate nella giornata di ieri. L'Expo 2015 di Milano è uno degli eventi italiani più importanti nell'anno in corso: alla Mostra dell'Agricoltura non poteva mancare uno stand che illustrasse in che maniera il nostro territorio è in grado di «nutrire il pianeta e energia per la vita». «L'ambiente montano ha grandi potenzialità per la produzione di piante coltivate o sponta- nee di elevato valore nutrizio- pa» davanti ai grandi forni allenale: vuole essere la risposta stiti per l'occasione. Così come, del Trentino ad Expo 2015 con sempre dal punto di vista enocibi di qualità sempre maggio- gastronomico, hanno fatto «colre, che combinano elementi nu- po» le carni ed i formaggi protrizionali e benessere» dice Fe- posti dalla Federazione provinderico Bigaran, responsabile ciale degli allevatori ed i vini dello stand allestito dalla Pro- dell'enoteca provinciale di Pavincia e dalla Fondazione Ed- lazzo Roccabruna. Novità dell'edizione 2015 sono mund Mach. Tra gli stand più graditi c'è quel- stati certamente i numerosi lalo gestito dall'Associazione dei boratori per bambini e ragazzi: panificatori trentini: il profumo «SI Trentino dei Bambini» sarà di pane appena sfornato e la in fiera a fine aprile - dice Silvia possibilità di vedere all'opera i Conotter- Oggi proponiamo lagiovani della Scuola dell'arte voretti di riciclo creativo con bianca di Rovereto hanno in- materiali naturali». Non sono dotto molte persone a fare «tap- mancati visitatori negli stand di aziende agricole locali. Pag. 78 La sfida delle cooperative continua FRANCO DE BATTAGLIA Siamo nel 1969 circa. Primi giorni del mese di dicembre. Tutti attorno al tavolo di cucina per aiutare il papà nella cernita dei buoni. Così allora venivano chiamati gli scontrini fiscali. In questo caso quelli emessi dalla Famiglia cooperativa di Capriana, sotto la tutela del Sait, il Consorzio delle cooperative di consumo trentine. Mio padre, uomo austero, soleva dire con quella sua voce pacata: «Cari i me Bòi, la Famiglia cooperativa l'è el calmiere dei prèzzi, sperònte che la dure!». E noi, tutti presi da quello strano inventario lo ascoltavamo, e per la verità comprendevamo ben poco. E così, scontrino dopo scontrino procedevamo in quella strana contabilità. Mia sorella era l'addetta all'estrazione, che avveniva pescando dall'apposito scatolone, posto al centro del tavolo. Io, di seguito, dettavo l'importo al papà che io registrava. Alla fine di questo inusitato bilancio, collocate tutte le cifre in colonna, mio padre eseguiva l'operazione finale. La somma totale era cospicua, visto che la spesa generale veniva fatta alla Famiglia Cooperativa, salvo qualche spesuccia giornaliera fatta nel negozietto della «Silvia Gianata», sotto casa. Noi ragazzi non comprendevamo il significato di tale operazione ma ci divertiva l'essere coinvolti in questa sorta di inventario posticcio. Scoprimmo poi, in età adulta, che i regali di Natale tanto agognati, altro non erano che il frutto di quello strano bilancio. La Famiglia cooperativa concedeva ai soci un buono acquisto in percentuale a quello che era stato speso (investito). Una manna per quei tempi di ristrettezze economiche. Quei buoni capitavano proprio a fagiolo, così amava dire mio padre. Ora i tempi sono cambiati radicalmente anche per le Cooperative in Trentino e questo purtroppo lo constatiamo tutti i santi giorni. Corrado Zanol - Capriana /""l ono ricordi che affiorano insieme alle / / ^% preoccupazioni... Famiglie cooperative » » §*Jf e casse rurali che soffrono la crisi», commenta Zanol a postilla della sua lettera. Ed è vero. Ma i ricordi non sono solo nostalgia dei bei tempi andati (coupon allora per i ragazzi, computer oggi?) sono anche la radice di un patto fra uomini e donne (i soci) e territorio (paesi, quartieri) che continua, e che deve continuare in tempi molto cambiati. Sono anche l'impegno per proseguire una sfida che diverrà anche più difficile, ora che la globalizzazione mette in crisi la stessa agricoltura di montagna, da cui dipende, come in Alto Adige, il turismo e il suo paesaggio. Sono la consapevolezza che se si vuole restare padroni della propria casa e del proprio territorio (diciamo così senza scomodare il termine «autonomia») occorre ritornare a saper stare tutti, anche fra generazioni diverse, attorno a un tavolo, a fare le somme e le sottrazioni per sentirsi partecipi, coinvolti, non solo in una realtà di consumo e di credito, ma di produzione e lavoro. «Sperònte che la dura» non è solo avere il negozio sotto casa, ma è anche continuare ad avere in mano i «coupon» del futuro: è sentirsi «soci», prima che «consumatori». Va tenuta presente la piccola scena familiare tratteggiata in questa lettera come un'alternativa di vita, non solo di bilancio, anche per spronare la cooperazione a tener fede e rilanciare i valori su cui si regge. È vero che ci sono le difficoltà, ma è anche vero che cooperative e casse rurali hanno affrontato una crisi lunga ormai sette anni (i biblici sette anni di vacche magre!) resistendo, aiutando, sbagliando magari, ma non tradendo chi lavora. Per il Trentino davvero, come diceva il suo papà «sperònte che la dure», ma non tanto, e non solo nel senso di avere qualche sconto in più - sempre utile e necessario visti i tempi - ma nel senso che la bottega e il credito servano a dare presenza umana ai paesi, a dare continuità e sicurezza ai nuovi quartieri, a incentivare i ritorni, a non alienare e svendere un patrimonio costituito in un secolo di fatiche. [email protected] Pag. 79 iS Perché nella cooperazione sarà importante il confronto , entile direttore, vorrei breve'/ ^ mente replicare alle affermazio* <- ni della signora Mattarei in merito alla questione del rinnovo dei vertici della Federazione della Cooperazione. Il fatto che io abbia affermato come positivo che possa esservi una sana competizione sulla base di un serio confronto programmatico e di visione, non fa altro che assolvere a un dovere della politica che è quello di farsi carico di una riflessione che non riguarda solo il futuro della coo- perazione ma in realtà il futuro complessivo dell'autonomia. Ho trovato del tutto singolare (per usare un termine gentile) la reazione della signora Marina Mattarei, la quale si rivolge a un rappresentante del popolo (lo scrivente) dicendogli in buona sostanza di «non impicciarsi» delle questioni inerenti il futuro della dirigenza della cooperazione e questo solo per avere accolto positivamente la notizia di più candidati alla presidenza. Reazioni scomposte come questa di- mostrano in realtà che è quantomai necessario che la politica - pur senza ingerenze e nel rispetto del ruolo di ciascuno - si riprenda le sue responsabilità e^ftrfi il suo contributo a una più seria é approfondita riflessione sul futuro del sistema cooperativo, cardine della nostra economia e del nostro autogoverno e (non solo interesse di pochi). Lorenzo Baratter - Capogruppo Patt in consiglio provinciale e regionale Pag. 80 Lacotperazitne e la politica • Gentile direttore, non trova che ci sia molta o comunque troppa ipocrisia nel coro partitico di lamentele per unafrase di Baratter sul candidato Gios alla presidenzadellafederconsorzi? Forse Angeli e Schelfi, gli ultimi presidenti, vengono dal cielo? E del resto se non si interessa del mondo della cooperazione, che vuol dire mezzo Trentino se non più, di cosa dovrebbe interessarsi la politica? lettera firmata Confesso: ho riso molto. Perché - come scrive Sei - Sa Cooperazione rappresenta mezzo Trentino e perché iS ruoSo stesso deSSa Federazione non può che essere poSitico: per definizione. Persino Se battagSie per Sa presidenza degSi uStimi anni - anche se ScheSfi non ne è stato scaSf ito, come non So sarà iS prossimo presidente in pectore, DaSpaSù - hanno visto da una parte e daSS'aStra esponenti di aree comunque riconducibiSiaSSapoSitica. Avrei potuto parSare di due visioni poSitiche diverse, ma iS concetto è iS medesimo. IS probSema è un aStro: trovare un discrimine f ra S'occupazione di un Suogo da parte dei partiti (cosa che un tempo andava moSto di moda) e Sa dimensione poSiticaCoggi paradossaSmente trascurata, anche aSSa Suce deSSa mancanza di una reaSe cSasse dirigente) di soggetti che per queS Suogo vengono sceSti. A proposito: io considero Gios un ottimo professore prestato aSS'amministrazioneaaSSa poSitica, neS senso nobiSe deS termine (perché Sa poSitica resta nobiSe), più che ai partiti. Pag. 81 IL Pili© DELLE PAROLE Ma il linguaggio è molto importante • «In un mio articolo (vero) non troverete le parole orrende sindachessa o ingegnerà, al massimo assessora, solo per evitare latelefonata di rimprovero del giorno dopo». Ha scritto più o meno così, Andrea Selva, raccontando la giornata in redazione con piccole e piccoli allievi ospiti del giornale, colpito dalla provocazione di una studentessa (con meno di IO anni) che Io ha "ripreso" per aver utilizzato il termine "ragazzini" e non "ragazzine e ragazzini". Una bella lezione, che commuove tante donne che faticano ogni giorno ad affermare il proprio diritto di esistere in unaterrache sembra così accogliente, ma dove ancora non si è riusciti ad approvare la legge sulladoppiapreferenzadi genere, già in vigore dal 2012 nel resto d'Italia (nei comuni al di sopradei5 milaabitanti). In un interessante confronto tra i direttori dei mediadella nostra provincia, promosso qualche mese fa dalla Commissione Provinciale perle Pari Opportunità sul tema della "Comunicazione di genere", uno degli argomenti più dibattuti è stato proprio l'utilizzo del linguaggio di genere. In quella occasione, grazie anche all'intervento della professora Giovanna Covi, è emerso che la lingua non è uno strumento neutro che risponde solo ad unaesigenza comunicativa, bensì un sistema complesso che può incidere profondamente nella costruzione di unasocietàche rispetti il ruolo delladonna,atutti i livelli. Rivolgersi ad una donna, che in quel frangente ricopre un determinato ruolo o sta esercitando unacerta professione, declinando al femminile il titolo, non solo è corretto in lingua italiana, ma è un riconoscimento dellasuafunzione. Comportamenti contrari sono da ritenersi offensivi. Un esempio? Alla Camera dei Deputati, mentre si commemorava l'alluvione che ha colpito Genova, l'onorevole Sandro Biasotti si è rivolto al «signor presidente Laura Boldrini». Lei ovviamente non ha gradito, e lo ha invitato a chiamarla Signora Presidente. Il commento del deputato è stato «sicuramente è una donna, forse non è una signora», tra l'altro quando lei era assente. È notala risposta di Angela Merkel a chi obiettò al suousodi Kanzlerin dicendo che la parola non esisteva: «Non è esistita finché in questo ruolo non sono arrivata io». Da allora nella linguatedescaalla parola Kanzler si è affiancata la parola Kanzlerin. Al pari, in lingua inglese, quando lascena pubblicaera occupata esclusivamente da uomini si usava chiamare chairman chi aveva un ruolo dirigenziale, però quando le donne vi hanno cominciato a partecipare è stato coniato chairwoman ed oggi si è diffuso il termine che include femminile e maschile chairperson a dimostrare la volontà dei "parlanti" di trasmettere il dovuto equilibrio di genere in ogni circostanza. Anche l'Accademia della Crusca, ha dato indicazioni molto chiare al riguardo, che può essere utile ricordare. Itermini chefiniscono-o,aio/-ario mutano in -a, aia/-aria. Ad esempio: architetta, avvocata, chirurga, commissaria, deputata, impiegata, ministra, prefetta, notala, primaria, segretaria (generale), sindaca. Quelli che finiscono in iere mutano in -iera. Alcuni esempi? ConsiPag. 82 gliera, infermiera, pioniera, portiera. Poi ci sono i termini che finiscono in -sore e mutano in -sora, come assessora, difensora, evasora, revisora. Mentre quelli che finiscono in -tore mutano in -trice: ambasciatrice, amministratrice, ispettrice, redattrice, senatrice. Basta anteporre l'articolo femminile, per i termini in -e /-a: custode, giudice, interprete, parlamentare, preside. Allo stesso modo funziona per forme italianizzate di participi presenti latini come agente, dirigente, inserviente, presidente, rappresentante. Chissà perché si ritengono "orrende" parole come assessora, consigliera, ingegnerà, sindaca, evia dicendo, mentre non ci facciamo alcun scrupolo a pronunciare parole impronunciabili come "scannerizzare" (orrendo in questo caso è un termine appropriato). A quella "ragazzina", che merita tutta la nostra stima e ammirazione, che ha chiesto di essere considerata e rispettata ancheconunlinguaggiodeclinato nel suo genere, la invito a non farsi scoraggiare dalle "resistenze" che incontrerà lungo il suo cammino. Ci saranno sempre quelli (spero sempre meno) cheti diranno che certi termini al femminile "suonano male, o sono cacofonici" o ancora "che la lingua italiana non li prevede". Ebbene, ti assicuro, cara "ragazzina", che quelle ragioni non sono insormontabili, anzi... sono solo il frutto di un'abitudine e come tale, è possibile, anzi, come tu ci hai insegnato, è importante cambiare! Minella Chilà d'accordo. Tanto che questo giornale ha dedicato alla piccola pioniera (mi sto applicando!) So spazio che si merita, cioè un pezzo in prima pagina. Quanto a certi termini declinati al femminile, porti pazienza, temo che continuerò a trovarli orrendi, soprattutto nei casi in cui si bada più allaforma che alla sostanza. Ma questo ahimé - è un difetto che ha piena parità di genere, (a.s.) Gentile Minella, anche Sei è rimasta conquistata dalla ragazzina che non voleva passare per maschio. La cosa mi rallegra, perché siamo Pag. 83 REPLICANTI MALDESTRI di Luca Malossini a sollevato un polverone l'uscita di Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt, a sostegno dell'autocandidatura di Geremia Gios quale sfidante di Renato Dalpalù nella corsa alla guida della cooperazione. Del resto ci voleva ben poco a capire che quelle poche righe avrebbero agitato la politica trentina, compattando un fronte partitico trasversale. Nel merito, la posizione di Baratter si può condividere o meno. Ciò su cui riflettere è invece il metodo che denota una bulimia di potere e una scelta dei tempi completamente sbagliata. Al riguardo, Baratter sconta una certa dose di inesperienza. Sostenere l'autocandidatura di Gios o di un'altra figura è legittimo, anche se chi ha un ruolo politico farebbe meglio ad astenersi. Al massimo, può essere accettata una condivisione sotto traccia, lontana dai riflettori, soprattutto mentre i giochi in Via Segantini sono più che mai aperti. L'ala contraria a Dalpalù, pur stimando Gios, sta infatti vagliando altre opzioni. Non si tratta di voler leggere quello che non è scritto, come ha detto Baratter nel respingere le accuse. A volte, però, bisogna prestare attenzione all'opportunità politica di determinate prese di posizione. Siccome non abbiamo l'anello al naso, sappiamo che la Cooperazione, dopo la fine del sodalizio tra Schelfi e Dellai, è un terreno conteso dai partiti. Lo è sempre stato, in verità. La De, nel pieno delle sue forze, ne è stata protagonista indiscussa. Stiamo però parlando di un'altra epoca, di altri uomini. «Democristiani si nasce, non si diventa» verrebbe da dire, senza con ciò voler riesumare antiche retoriche sulla Balena bianca. Ai tempi aveva provato a incunearsi tra i cooperatori un autonomista di stampo doroteo come Franco Tretter. Sapeva muoversi, l'uomo di Tuenno. Tesseva ragionamenti, allacciava rapporti, ma pagava dazio sul campo perché dietro di lui non c'erano eserciti; solo un manipolo di fedelissimi, insufficienti per duellare con lo scudocrociato. Guarda caso, l'attuale segretario delle Stelle alpine — ossia Franco Panizza, che di Tretter fu allievo e segretario — ha preso subito le distanze da Baratter, imputando al proprio capogruppo un'uscita solitaria improvvida, sicuramente nel metodo. n Patt, tanto più in virtù del ruolo di governo che ha assunto, dovrebbe avere maggiore accortezza. Il potere oggi va gestito attraverso le idee, non con la sola fòrza dei numeri. Replicare maldestramente vecchi modelli di potere può essere controproducente e, comunque, la rivitalizzazione dei partiti passa da un'altra strada. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 84 ^£ L'intervento Il ruolo delle cooperative sociali di Aleeste Santuari * Pag. 85 In questi giorni, anche sulla stampa locale, soprattutto in ragione dei provvedimenti governativi sulle banche popolari e a seguito dello scandalo di Mafia Capitale che (ahimé) ha coinvolto una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, ci si interroga sul mondo della cooperazione e dell'impresa sociale, in particolare per quanto riguarda le prospettive future. Dobbiamo renderci conto che è in atto un'evoluzione in cui la novità è l'introduzione della componente partecipata e circolare. Stato, mercato e terzo settore partecipano alla produzione di valore, che non è solo economico e di profitto, ma sociale. Non esiste più la dicotomia fra io Stato committente che incarica il terzo settore nell'erogazione esternalizzata di beni e servizi di utilità sociale, contro il mercato e le imprese di profitto. Oggi sono tutti chiamati a produrre valore. Si potrebbe ritenere che tale evoluzione metta in discussione l'aspetto identitario del mondo cooperativo. Come ha recentemente sottolineato il professor Geremia Gios, il mondo della cooperazione richiede una «grande opera di aggiornamento»: valori e principi fondanti non sono in discussione. Si tratta invece di ammodernare le modalità con cui quei valori e principi si applicano. La legge 381/1991 prevede in capo alle cooperative sociali di perseguire una finalità sociale nell'azione svolta, di servire determinate categorie di soggetti, nonché una compagine sociale ampia. L'assetto, complesso e difficile da gestire, può costituire un vantaggio competitivo perle cooperative sociali, in quanto permette loro di essere maggiormente presenti nel territorio e legittimate, quindi produrre servizi che rispondono con maggior efficacia e tempestività ai bisogni. Riconosciuto il ruolo di innovazione sociale e di sperimentazione organizzativa delle imprese sociali, occorre dunque superare i paradigmi anche di natura giuridicoamministrativa che hanno fino a oggi caratterizzato il rapporto tra pubblica amministrazione ed enti erogatori. Poiché la finalità degli affidamenti alle cooperative sociali e imprese sociali rientra in quelle di interesse generale, così come riconosciute anche a livello europeo, dovrà essere cura della pubblica amministrazione affidante verificare che le procedure di selezione siano idonee non soltanto ad assicurare il principio di trasparenza, di non discriminazione e di efficienza, ma soprattutto il pieno rispetto e valorizzazione, ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione, della capacità progettuale e dei processo di produzione del servizio oggetto dell'affidamento che le cooperative sociali sono in grado di garantire. Si potranno così superare i compartimenti stagni e si potrà realizzare un'efficace misurazione dell'impatto sociale delle attività e degli interventi realizzati dai soggetti non profit e cooperativi. Con benefici diretti per le comunità servite. * Docente di diritto dell'economia degli enti non profit Uniwersità di Bologna Pag. 86 UN UOMO DI NOME GIOBBE/2 RESISTERE SENZA MALEDIRE, SCOPRIRE LA "LIBERTÀ DEL LETAME" La risposta dell'intoccabile I N O S T R I TEMI Un uomo di nome Giobbe/2 La libera risposta dell'intoccabile (Senza maledizione) LUIGINO BRUNI Laricchezza,ogniricchezzaumana, tutta lanostraricchezza,èprima di tutto "dono". Veniamo al mondo nudi, e iniziamo il nostro cammino sulla terra grazieallagratuità dì due mani che ciraccolgonoquando ci affacciamo sul mondo. Riceviamo in dono l'eredità di millenni di civiltà, di genialità che ci vengono donati senza alcun merito. S A PAGINA 3 di Luiaino Bruni ie tti La nostra civiltà attuale, scesa dal Nord e dall'Occidente, ha visto il sole e l'azzurro; non ha visto le tenebre del mare, il fango secco, i deserti di sabbia gialla, le rocce spaccate, le fiumane asciutte, il groviglio dei cespugli polverosi, la crudeltà della luce, il sale e il. sudore, i gridi e il silenzio, la rapida putrefazione. In questo veder male, in questa illusione, sta la nostra cultura, che è per questo - di fronte alla morte e quindi alla vita - il ritratto dell'impotenza ' m m Sergio Quinzio, Cristianesimo dell'inizio e della fine aricchezza,ogniricchezzaumana, tutta la nostra ricchezza, è prima di tutto dono. Veniamo al mondo nudi, e iniziamo il nostro •cammino sulla terra grazie alla gratuità di due fmani che ci raccolgono quando ci affacciamo sul mondo. Riceviamo in dono l'eredità di millenni di civiltà, di genialità, di bellezza, che ci vengono donati senza alcun merito nostro. Nasciamo dentro istituzioni che c'erano prima che arrivassimo, che ci accudiscono, proteggono, amano. Il nostro merito è sempre sussidiario al dono, ed è molto più piccolo. E noi invece continuiamo a creare ingiustizie crescenti in nome della meritocrazia, e a vivere come se la ricchezza e i consumi potessero cancellare la nudità dalla quale veniamo e che ci attende sempre fedele nei crocicchi di tutte le strade della vita. atana ("l'oppositore") perde la sua prima sfida, perché nonostante il suo vento impetuoso che spazzò via tutti i beni di Giobbe, questi non maledisse Dio: «In tutta questa vicenda Giobbe non peccò né mai lanciò attacchi contro Dio» (1,22). Ma il Satana non è ancora convinto della gratuità della fede di Giobbe, e così chiede a Dio il permesso di provarlo nell'ultimo bene rimasto: il corpo. E così, in una nuova assise della corte celeste, prende la parola e chiede ancora: «Pelle per pelle: per salvarsi la vita l'Uomo è disposto a tutto. Perciò prova un po' a stendere la tua mano e a colpirlo nelle ossa e nella carne: scommetto che ti scaglierà in faccia maledizioni» (2,4-5). Dio gli risponde ancora: «Ecco, lo metto nelle tue mani». Satana allora «colpì Giobbe con un morbo maligno che lo avvòlse dalla pianta dei piedi fino alla testa. Giobbe prese un coccio per grattarsi e sedette in mezzo all'immondizia» (2,7-8). La sventura di Giobbe giunge fino al limite del possibile. Gli rimane sola la nuda vita. Ma, come Giobbe, solo quando siamo dentro il tracollo totale scopriamo risorse sconosciute che ci fanno capaci di sopportare sofferenze che prima di viverle pensavamo fossero insopportabili. Una fortezza che ci potrà sorprendere anche quando ci scopriremo capaci di morire, quando per tuttala vita avevamo pensato jdi non esseme capaci. Ss Jm C on il secondo capitolo del libro di Giobbe l'orizzonte dell'umano buono amico di Dio continua ad allargarsi, e nessuna condizione umana resta simbolicamente fuori. Giobbe sul mucchio di letame, in mezzo alla spazzatura del villaggio, tocca il punto più basso della condizione umana, le periferie esistenziali più distanti, gli scarti, tutti i "vinti", tutte le scorie della storia. Le discariche si trovavano fuori dalle mura, perché la malattia della pelle di Giobbe (forse qualcosa di simile alla lebbra) lo marchia come impuro, e quindi deve essere cacciato via, con gli "scomunicati". Nessuna malattia più di quelle infettive della pelle erano per l'uomo medioorientale segno della maledizione che Dio riserva solo ai peccatori. Nelle religioni "economiche" del tempo (e, oggi, anche in quella delle nostre grandi imprese e banche) la sventura e l'impurità vengono considerate come gli effetti di una vita da peccatore. E questa equivalenza che Giobbe Pag. 87 non vuole accettare - per lui, e per noi. Giobbe da ricco e potente si ritrova sventurato, impuro, e quindi intoccabile, fuori da tutte le caste sociali. È questa ancora oggi la triste sorte di imprenditori, dirigenti, lavoratori, politici, sacerdoti, che caduti in rovina si ritrovano non solo impoveriti, ma seduti su un cumulo di macerie che include anche famiglia, amici, salute. E subito finiscono anche tra gli impuri fuori dal villaggio, allontanati e emarginati da club, associazioni, circoli, confinati in discariche sociali e relazionali, scansati da tutti e non toccati per il terrore di restare anch'essi contagiati dalla loro rovina. a Giobbe, sulla cenere e il letame, con il coccio, non maledì Dio. Continuò a essere giusto. Non c'è gratuità più grande di chi spera e vuole che Dio esista e che sia giusto anche quando nella sua vita personale non vede più né i segni,della sua presenza né quelli della sua giustizia. Giobbe continua a cercare la verità e la giustizia. M Giobbe sul mucchio di letame raggiunge le periferie esistenziali più distanti, gli scarti degli scarti, tutti i "vinti" e tutte le scorie E lì lo possiamo ancora incontrare Il poema di Giobbe è la rivelazione della immensa profondità dello spessore morale dell'uomo, capace di continuare a benedire Dio nella sventura radicale e immeritata, senza la sua reciprocità Unaricercadisperata, che ha un valore etico e spirituale immenso quando pensiamo che nell'Antico Testamento (Giobbe incluso) l'idea dell'esistenza di una vita dopo la morte è molto rarefatta, quasi inesistente, n luogo dove YHWH vive e dove si può incontrare la sua benedizione è questa terra, non un altro. La lotta di Giobbe abbraccia allora ogni essere umano che voglia apprendere il mestiere del vivere senza accontentarsi delle risposte semplici, neanche di quelle semplicissime dell'ateismo. Giobbe, in ogni tempo, continua a lottare anche per loro. S e la vita funziona e fiorisce arriva inevitabilmente la tappa del mucchio di letame. È l'appuntamento con la povertà non scelta. Finché siamo noi a scegliere di essere poveri, siamo forse nel campo delle virtù ma non siamo ancora in quello di Giobbe. La povertà scelta, che ha generato e genera molte vite buone, non è la povertà di Giobbe: Giobbe è un ricco e felice che diventa povero senza averlo scelto, e per questo la sua condizione abbraccia le povertà di tutti, soprattutto quella di chi non l'ha scelta, ma vi si ritrova dentro. Una povertà radicale e universale, perché mentre sono stati sempre pochi coloro che hanno scelto la povertà come stile di vita (ancora meno sono quelli che riescono a liberarsi dalla ricchezza di aver liberamente scelto la povertà), molti, potenzialmente tutti, possiamo fare l'esperienza di diventare poveri senza averlo né chiesto né scelto. E fi incontrare Giobbe, che ci attende e combatte con e per noi. Come quando, dopo aver speso una vita per costruire una ricchezza spirituale, ' un giorno, quasi sempre all'improvviso, ci si ritrova nudi su un mucchio di letame, privati di tutti i "beni" che avevamo accumulato. Ho avuto il dono di conoscere alcune persone grandi, che hanno trovato la radicale libertà del letame solo preparandosi a morire, quando liberi da tutte le ricchezze, soprattutto da quelle spirituali, hanno spiccato un nuovo volo finalmente libero, anche quando è durato solo pochi anni, mesi, a volte giorni o ore. Questa povertà radicale e non-scelta ci fa diventare quei "piccoli" che riescono ad entrare in un altro regno, perché prima lo riescono a vedere e a desiderare. iobbe sul letame non è totalmente solo. Da lui arrivano prima la moglie e poi alcuni amici. La moglie fa una rapida, infelice ed unica comparsa, mentre gli amici saranno i protagonisti di tutto il dramma di Giobbe. «La moglie gli gridò: "Continui a persistere nella tua integrità? Maledici Dio e crepa"» (2,9). Parole misteriose e dalle molte possibili spiegazioni, ma che non sono rare nella vita dei giusti caduti in sventura, quando al culmine di una grande prova succede che siano proprio le persone più vicine a diventare le più distanti, perché oltre a non capire che cosa stanno vivendo mogli, padri, mariti, finiscono per dare i consigli meno saggi e veri, anche se spinti dall'amore o dalla pietà. Dalla moglie giunge a Giobbe un invito ad arrendersi, a suicidarsi, a lasciarsi morire. Ma Giobbe non l'ascolta: «Parli come una stupida: se da Dio accettiamo i beni perché non dovremmo accettare anche i mali?» (2,10). Giobbe non scelse la morte, e anche se (lo vedremo! sentirà la tentazione di voler morire, continuerà a vivere, a lottare e a cercare un senso: «Anche in tutta questa « vicenda, Giobbe non peccò con le sue labbra» (2,10). G G iobbe non maledì Dio. Però maledì se stesso e la propria vita, urfauto-maledizione di una poesia e di una umanità che ci lasceranno senza fiato, e che dopo migliaia di anni sono capaci di commuoverci, di convertirci, di spingerci a cercare almeno un Giobbe attorno a noi, e accompagnarlo su queste pagine immense. È così scoprire una nuova preghiera, forse quella più bella di tutte. Ogni volta che rileggiamo Giobbe, Qoelet, Marco, possiamo donare parole ai tanti ammutiti dal dolore e dalla vita, che non possono, non riescono, non vogliono gridare i loro dolori più grandi e veri. Si può cominciare o ricominciare a pregare - a pregare si dimentica e si reimpara molte volte nella vita - prendendo in prestito le parole estreme di Giobbe, fino a farle diventare le nostre parole e quelle di chi non ne ha più. D poema di Giobbe è larivelazionedella immensa profondità dello spessore morale dell'uomo, capace di continuare a benedire Dio nella sventura radicale e immeritata senza la sua reciprocità. Giobbe cercherà in tutto il suo dramma di trovare un senso a questa mancanza di reciprocità di Dio, e con lui ogni lettore che legge il libro di Giobbe all'interno di una Bibbia fondata sulla reciprocità "contrattuale" dell'Alleanza e della Legge [Torah). Quale sarà la reciprocità di Dio? La scommessa tra Satana e Èlohim non è vinta da nessuno dei due: il vero vincitore è Giobbe, che "costringerà" Dio stesso a liberarsi a sua volta dalla logica retributiva, economica, contrattuale. A chiedergli di diventare ai suoi occhi d'uomo ciò che è: Altro. Grazie a Giobbe, uomo fedele anche senza reciprocità, Dio deve allora continuare ad amarci anche quando noi smettiamo di farlo. Può, e deve, essere presente in un mondo che non lo vuole, non lo vede, non lo desidera più. [email protected] Pag. 88
© Copyright 2024 ExpyDoc