Il Terz’Ordine dei Servi ha un nuovo Beato: don Luigi Caburlotto La beatificazione che verrà celebrata il 16 maggio prossimo in Piazza San Marco a Venezia del sacerdote veneziano Luigi Caburlotto (1817-1897) interessa direttamente l’Ordine secolare del Servi di Maria. Sì, direttamente, perché il nuovo beato è stato iscritto e ha professato nel Terz’Ordine a Venezia, anzi fu in fondatore della sezione maschile della fraternità veneziana. Nel registro di quella fraternità maschile, fondata nel 1885, egli fu iscritto come il Nr. 1 e ne fu il correttore (cioè assistente spirituale) fino a un anno dalla morte, avvenuta il 9 luglio 1897. Assunse il nome di fr. Giuseppe di San Luigi Gonzaga e con questo nome firmò tutti i verbali che puntualmente ad ogni riunione venivano redatti, letti, approvati e da lui sottoscritti. Forse la scoperta di questo legame del nuovo beato con il Terz’Ordine dei Servi di Maria sarà una sorpresa per molti. Lo è stato anche per me, frate che ha vissuto a Venezia per oltre 20 anni e che aveva sentito spesso parlare di questo sacerdote, senza però alcun riferimento al nostro Ordine. Solo ora, nel fervore della preparazione di questa beatificazione, ho potuto scoprire che esiste realmente un profondo e significativo legame. Si può anzi dire che il Beato Luigi Caburlotto è un altro Beato Ferdinando Maria Baccilieri. Come il Baccilieri, infatti, il Caburlotto fu profondamente nutrito dalla spiritualità dei Servi di Maria (recitava ogni giorno la corona dei Sette Dolori di Maria, oltre che il Rosario), fu parroco e terziario Servo di Maria, fu educatore della gioventù e fondatore di una congregazione di suore che prendessero Maria come modello del loro servizio. La sua vita non fu molto complicata, perché visse sempre nella città di Venezia, ma molto intensa, tanti furono gli impegni e gli incarichi che si assunse. Nato a Venezia il 7 giugno 1817, figlio di gondolieri, fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1842 e venne quasi subito nominato cooperatore e poi parroco nella chiesa di San Giacomo dell’Orio. Il 30 aprile 1850 diede inizio ad una scuola popolare per le fanciulle più trascurate dalle famiglie. In pochi anni il gruppo di maestre volontarie che sostenevano la scuola divenne un istituto religioso di suore per le quali egli stesso scrisse la Regola e che chiamò Figlie di S. Giuseppe. Poiché il Caburlotto ebbe fin da giovane una grande ammirazione per le monache Serve di Maria Eremitane Scalze del vicino monastero veneziano, si può osservare che la regola di queste monache influenzò ampiamente le prime regole della nuova congregazione. Assunse, infatti, la devozione alla Madonna dei Sette Dolori, invitò le prime suore a celebrare solennemente la festa dell’Addolorata il 15 settembre e a meditare ogni giorno i suoi dolori, recitando 7 Ave Marie dopo ogni dolore. Il saluto di quelle suore era: Ave, Maria, Mater Dolorosa. Le chiamò Figlie di San Giuseppe, ma il loro spirito doveva esser quello del servizio. Nelle regole scrisse: “La vostra ambizione sia servire le altre come Giuseppe a Nazaret serviva Maria e Gesù” e “Tutte le suore formeranno una condizione sola, ad imitazione di San Giuseppe nella casa di Nazaret, nella quale non vi era alcuno che servisse a Gesù e a Maria fuori di Giuseppe; tutte devono ritenersi ugualmente serve di Gesù e di Maria ed una serva dell’altra”. Oltre che parroco per molti anni, il Caburlotto fu soprattutto educatore della gioventù più povera e più esposta ai pericoli. Molto si dedicò all’educazione delle fanciulle perdute, ripetendo spesso la frase: “Educate bene una ragazza, avrete salvato una famiglia”. Ma si dedicò anche ai ragazzi, senza risparmio di forze. Avvenne che nel 1866 il Veneto fosse annesso all’Italia (dopo la dominazione dell’impero austro-ungarico) e che poco dopo gli Ordini religiosi fossero soppressi e i loro beni incamerati. Tanti orfanatrofi e istituzioni educative a Venezia, fondati e gestiti da ordini e congregazione religiose, vennero così sottratte dal nuovo governo liberale al controllo della chiesa e laicizzati. Fu un disastro! Non solo perché il personale laico costava molto più che quello religioso e quindi le finanze pubbliche non potevano sostenere gli altissimi costi che la nuova gestione comportava, ma soprattutto perché i giovani, educati senza principi morali, rifiutavano qualsiasi disciplina. Fu così che il comune di Venezia, guidato da anticlericali, si affidò al parroco don Luigi Caburlotto, pregandolo di assumere progressivamente la responsabilità di tutte quelle istituzioni educative raggruppate nella Congregazione di carità. Anzi nel 1870 il Regno d’Italia (che da poco aveva conquistato Roma, sottraendola al papa) lo nominò cavaliere del Regno. Il Caburlotto accettò tutte queste proposte e nomine per amore dei giovani e in pochi anni ristabilì ordine, disciplina, serenità e parsimonia nelle spese nei vari istituti sia maschili che femminili, con soddisfazione di tutti. Non proprio di tutti, però, perché i cattolici più intransigenti e specialmente tanti colleghi preti (fino anche al Patriarca di Venezia) cominciarono a guardarlo con sospetto, come collaborazionista con i nemici della chiesa e come un prete passato alla parte opposta. Il Caburlotto capì tutte queste nuove avversità, ne soffrì, si accorse anche di venir discriminato all’interno del clero veneziano, ma non indietreggiò nella sua opera e continuò finché ebbe forze ad occuparsi dell’educazione dei giovani, come impegno primario. Nel 1800 i Servi di Maria non erano presenti a Venezia, giacché erano stati soppressi al tempo di Napoleone nel 1806-1810, i loro due splendidi conventi (Santa Maria dei Servi e San Giacomo alla Giudecca) spogliati di tutte le ricchezze e opere d’arte e i frati cacciati dalla città. Questi vi poterono tornare solo nel 1896, quando il Patriarca Giuseppe Sarto (divenuto poi Pio X) consegnò loro l’ex Abbazia della Misericordia. Le monache del monastero Santa Maria del Pianto vennero anch’esse soppresse e secolarizzate nel 1806-10, ma già nel 1817, avvenuta la “restaurazione”, ripresero la loro vita comune nel monastero in Campo della Lana. Fu lì che il Caburlotto conobbe la spiritualità dell’Ordine dei Servi e lì, dove nel 1875 era stato fondato un Terz’Ordine femminile dei Servi, volle dare inizio alla sezione maschile di questo Terz’Ordine, divenendone primo confratello e correttore, nominato dal Patriarca. Assunse, come già ricordato, il nome di fra Giuseppe di San Luigi Gonzaga, per richiamare la sua devozione al santo sposo di Maria e suo primo “Servo” e conservare il nome di battesimo, che era proprio Luigi. Nell’archivio provinciale storico della Provincia veneta a Vicenza sono tuttora conservati i registri della fraternità maschile del terz’Ordine veneziano al suo tempo. Si può notare come tutte le adunanze venissero registrate con un ampio e preciso verbale, con annotazioni delle preghiere che si recitavano, dei temi trattati e delle somme di solidarietà raccolte. Alla fine, tutti quei verbali venivano firmati dal correttore, il Beato Luigi Caburlotto, con il suo nome di fratello nell’Ordine. Si può anche notare facilmente come fino alla sua morte i verbali siano stati riportati sempre con ordine e precisione, mentre dopo di lui divengono più generici, irregolari e talvolta mancanti, fino a restare per lunghi periodi addirittura non registrati. Appare quindi una precisione che rasenta la pignoleria, ma espressione comunque di serietà e di amore all’Ordine, come raramente si può trovare. fra Lino M. Pacchin
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