Pastorale Giovanile Diocesana Azione Cattolica Ticinese – Metodologia e didattica Contenuti principali Cos’è un progetto? Cos’è un programma? Come pianificare? Come organizzare? PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA www.animatori.ch SettoreGiovani Un’importante premessa L’educazione e qualcosa che attiene a una relazione tra uomini; pertanto non può essere trattata esclusivamente da un punto di vista tecnico e preconfezionato. L’educazione è qualcosa che riguarda le persone, che riguarda me e l’altro; si tratta di un fenomeno che avviene tra me e l’altro, che interessa la mia coscienza e la sua. Educare è una comunicazione di sé, cioè del proprio modo di rapportarsi con il reale. Devo perciò, prima di tutto, riflettere e lavorare su me stesso. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Introduzione alla Pagina 3 Pedagogia di Dio Perché questo tema? Siamo stati creati da Dio stesso a sua immagine e somiglianza (cfr. Gen 1,26). Questo comporta due aspetti: dapprima che possiamo imparare noi stessi il modo in cui Dio si comporta con noi, il modo in cui Dio stesso ci educa; secondariamente, proprio perché ad immagine di Dio, allora possiamo comportarci anche con gli altri allo stesso modo. Come Dio educa noi, così noi siamo chiamati ad educare noi stessi e gli altri! Per questo momento mi sono mi lasciato ispirare dal libretto del cardinale Carlo Maria Martini, Dio educa il suo popolo, Milano 1987. Questo documento è il Piano pastorale della Diocesi di Milano per l’anno 1987: alle indicazioni pastorali concrete, il cardinale fa precedere una lunga introduzione che intende investigare il modo in cui Dio ha educato ed educa il suo popolo. Ho tenuto conto di alcune indicazioni emerse durante il Corso, come pure delle mie conoscenze bibliche. L’approccio è chiaramente biblico. —> DIO CHIAMA Nella Scrittura si parte da un fatto evidente, sin dalle prime pagine: “Dio chiama”! Molte e diversificate sono le chiamate di Dio: c’è la chiamata all’esistenza (Gen 2, “E l’uomo divenne un essere vivente”); c’è la chiamata alla vita con Lui (Mc 3,14: “E ne costituì Dodici che stessero con lui”); e dopo che sono stati con Lui, Egli li manda per un compito ed una missione nel mondo e nella Chiesa (Mt 28,19: “Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”), affinché ogni uomo ed ogni donna possa essere posto nella situazione concreta di scegliere definitivamente, oltrepassata la soglia della morte e del morire, a compiere la propria chiamata alla vita eterna (Gv 11,25: “Io sono la Risurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà”). Non è però evidente che una persona riesca, nei sentieri dell’esistenza e delle diverse chiamate, a trovare la via che conduce a quella soglia, a quel destino di vita eterna. Per questo occorre un itinerario, un progetto: occorre che Dio educhi l’uomo e la donna a trovare e percorrere il sentiero che conduce alla vita senza fine. COMPITO DELL’ANIMATORE E DELLA VITA DI GRUPPO: CONDURRE NOI STESSI, LE PERSONE ED I RAGAZZI CHE CI SONO AFFIDATI A CONOSCERE QUESTO ITINERARIO ED A CAMMINARE INSIEME VERSO IL NOSTRO DESTINO ULTIMO! —> DIO CHIAMA ED EDUCA L’attenzione di Dio è duplice: la Scrittura, soprattutto l’Antico Testamento, ci testimonia l’attenzione collettiva, cioè rivolto al popolo di Dio, alla Chiesa (Dt 32,10-12: “Egli Pagina 4 Introduzione alla pedagogia di Dio lo trovò in una terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo educò, ne ebbe cura, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio”). L’attenzione di Dio è rivolta tutto il popolo, non tanto al singolo individuo, anche se, chiaramente, per salvare tutto il popolo egli dovrà salvare ogni persona singolarmente! Ma Dio, almeno nella Scrittura, si rivolge al singolo individuo e lo chiama individualmente, soprattutto al momento in cui investe questa persona di una missione a favore della collettività (cfr. le numerosissime vocazioni di re, profeti, condottieri, sacerdoti, apostoli, discepoli). PER I NOSTRI GRUPPI E RAGAZZI, OCCORRE AVERE UN’ATTENZIONE DUPLICE: ALLA SINGOLA PERSONA, CERTAMENTE, MA CIÒ NON È SUFFICIENTE: OCCORRE CHE LE SINGOLE PERSONE IMPARINO A VIVERE COME UN POPOLO. E, DEL RESTO, NON CI SI PUÒ ACCONTENTARE DI FORMARE UN GRUPPO: OCCORRE VEGLIARE CHE OGNI PERSONA SIA MESSA NELLA CONDIZIONE DI SEGUIRE LE VIE CHE CONDUCONO A DIO. Gli inviti, p. es., vanno fatti con la circolare (invito al popolo), ma, allo stesso tempo, anche con invito e contatto personale! —> LA MODALITÀ EDUCATIVA DI DIO —> NELLA STORIA: il progetto educativo di Dio si compie ad una comunità/persona concreta, non ad una realtà disincarnata. Dio si è rivolto a quel popolo (e non ad un altro), che in quel periodo storico (ca. 800 anni a.C.), si trovava in quel paese lì (Egitto), in quelle condizioni particolari (di schiavitù), tramite quella persona concreta (Mosè), che aveva quel tale carattere e personalità. Non avrebbe potuto liberare Israele quarant’anni prima né dopo, perché Mosè non sarebbe stato pronto per compiere una tale impresa. PER I NOSTRI GRUPPI E RAGAZZI: OCCORRE PRESTARE ATTENZIONE AFFINCHÉ SI PRENDA LA PERSONA ED IL GRUPPO LÀ DOVE ESSO SI TROVA (E NON DOVE NOI VORREMMO CHE FOSSE!). È CHINANDOSI SUL GRUPPO O SULLA PERSONA, CHE È POSSIBILE PRENDERLA PER MANO ED INVITARLA A FARE UN CAMMINO CON TE. IL PROGETTO, INOLTRE, DEVE ESSERE ADEGUATO A COLUI, CUI VIENE PROPOSTO: NON BASTA IL BEL PROGETTO, OCCORRE CHE SIA ADATTO A QUELLE PERSONE CONCRETE, IN QUEL TEMPO E LUOGO. —> GRADUALE/PROGRESSIVA: il processo educativo di Dio è da una parte graduale e progressivo, e dall’altro è anche fatto di salti di qualità e rotture. Ma il cammino deve essere anche progressivo, a spirale: tenta, cioè, di far tornare la persona/gruppo sempre alle stesse componenti centrali del proprio cammino, perché vengano assimilate PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 5 Introduzione alla pedagogia di Dio sempre meglio e sempre più. Cfr. 40 anni nel deserto del popolo d’Israele, quando per compiere quel percorso ci avrebbe impiegato qualche mese… Cfr. l’anno liturgico, che ci fa tornare ogni anno alle stesse attenzioni (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua) ed ogni tre anni sempre agli stessi testi. Ma non è un cammino circolare (a Dio non piacciono i cerchi), perché ogni anno si è diversi da come si era un anno prima! Il cammino torna sulle stesse cose, ma io sono diverso! È un cammino a spirale!!! IL CAMMINO ANNUALE PUÒ ANCHE RIPROPORRE LE STESSE COSE E LE STESSE TAPPE, PERCHÉ CIÒ È EDUCATIVO DI PER SÉ: “REPERITA IUVANT”, IN QUANTO LE STESSE COSE, A DISTANZA DI TEMPO, POSSONO RISUONARE CON UNA PROFONDITÀ DIVERSA! Però... —> ROTTURE/SALTI QUALITÀ: Dio interviene nella storia personale e collettiva anche provocando delle rotture, discontinuità e salti di qualità nell’itinerario. Capita che egli chieda di uscire dalla spirale e di ricostruirtene una diversa! Cfr. le molte vocazioni ed avvenimenti (sia in positivo che in negativo). Esemplare è la vocazione di Maria (Lc 1,26-38): aveva un progetto matrimoniale suo, già molto dettagliato che contemplava la verginità e la rinuncia ad avere figli, ed invece un angelo viene a stravolgere tutto: “Fiat voluntas tua!”. PER QUESTO L’ITINERARIO DEVE PREVEDERE DELLE NOVITÀ, DELLE DIVERSITÀ, DEGLI STACCHI, PERCHÉ QUI È POSSIBILE CHE AVVENGA L’IMPOSSIBILE! P. ES.: PARTECIPAZIONE ALLE GMG, LA BICICLETTATA AD ASSISI, IL PELLEGRINAGGIO ALLA SALETTE… QUANTE OCCASIONI CHE, PER ALCUNI, SI SONO TRASFORMATE IN OCCASIONI PER PERCEPIRE E SCEGLIERE UNA VOCAZIONE DIVERSA! —> DIALETTICO/CONFLITTUALE: il rapporto educativo è un confronto tra due libertà: tra la libertà di Dio che si dona e la libertà dell’uomo che è chiamato a rispondere al dono; tra una fedeltà assoluta di Dio e una libertà vacillante da parte dell’uomo, segnata dalla resistenza e dalla ribellione. Dio si impegna e sembra sudare le sette camicie, ma sta dentro questo complesso rapporto, continuando ad essere fedele a se stesso ed alle sue promesse. IL RAPPORTO TRA ANIMATORI E GRUPPO/RAGAZZI PUÒ ESSERE SEGNATO DAL CONFLITTO DALLA TENSIONE: È QUALCOSA CHE AVVIENE, NON OCCORRE RICERCARLO. SE PERÒ AVVIENE, VA AFFRONTATO NON COME UNA TRAGEDIA, BENSÌ COME UN’OCCASIONE DI CRESCITA. È IMPORTANTE CHE L’EDUCATORE SIA FERMO E DECISO, AFFINCHÉ IL RAGAZZO/GRUPPO SI POSSA MISURARE E CONFRONTARE. Pagina 6 Introduzione alla pedagogia di Dio —> CORREZIONE/PAZIENZA: Dio è un educatore energico (Gb 5,17-18: “Felice l’uomo che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana); cfr. anche Sal 29) eppure anche Padre misericordioso e paziente (Lc 15: “Gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò). I due atteggiamenti sono complementari ed entrambi necessari: da una parte il bastone dall’altra la carota (Gv 15,1-2: “Io sono la vera vite ed il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto lo toglie ed ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”). “L’ira di Dio” è proprio la combinazione di questi due atteggiamenti di correzione energica e di paziente misericordia: è il permettere alla persona/popolo di scegliere ciò che egli ritiene il meglio. Se si sceglie il bene, le conseguenze saranno di bene; se sceglie ciò che non è bene, si dovranno sopportare le conseguenze di ciò che non è bene. Si picchia la testa e si ritorna… “Ah, vedo che vuoi scegliere quella cosa lì. Non è una buona cosa. Però fa’ come credi: io aspetto il tuo ritorno”. E quando egli ritorna: “Te l’avevo detto…” C.M. MARTINI DÀ LE SEGUENTI INDICAZIONI (cfr. op. cit., pg. 38/39): Educare non vuol dire accontentare sempre Educare non vuol dire approvare sempre; occorre anche il coraggio della verità Un’educazione realistico prevede anche la correzione, perché nessun uomo nasce perfetto. Permettere la crescita incontrastata della persona/gruppo è rinuncia all’educazione. Occorre trovare il modo giusto La verità che non viene dall’amore non educa, ma esaspera Correggere non è solo dire “Hai sbagliato!” ma anche mostrane le ragioni: ciò nasce da un amore intelligente! Anche la correzione fraterna si pone in quest’ambito. —> PROGETTO DI DIO Qual è allora il progetto educativo di Dio sul popolo/persona? Egli intende strapparla dalla “barbarie”, ossia dalla “Legge del più forte”. In Palestina si sono succeduti gli Egiziani, che sono stati vinti dai Siriani, che sono stati vinti dai persiani, che sono stati vinti dai Greci, che sono stati vinti dai Romani. Ed anche l’Impero romano, oggi, non esiste più… L’AT è la proposta di un rapporto con Dio, segnato dalla Legge antica (il Decalogo, o Dieci Comandamenti), in cui viene marcato un “giardino”, un recinto segnato da questi PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 7 PAURA LIBERTÀ DALLA VITA ETERNA IN DIO VITA CON CRISTO FELICITÀ LIBERTÀ IN CRISTO DI AMARE E CON GLI ALTRI LIBERTÀ PER DIO E LA SUA Introduzione alla pedagogia di Dio “Martirio” “AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI” NT 10 COMANDAMENTI AT “LEGGE DEL TAGLIONE” “BARBARIE” dieci “paletti”. Se si rimane entro lo spazio segnato, ecco che si è sicuramente in amicizia con Dio e con gli altri. La “Legge del taglione” caratterizza questo stato, in cui si manifesta la giustizia: “occhio per occhio, dente per dente”: questo è già un grande progresso rispetto alla barbarie, ed esprime il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Gesù Cristo ha insegnato ad andare oltre, proponendo la “Legge dell’Amore”, ossia “Amatevi gli uni gli altri, come io (Gesù, Figlio di Dio) ho amato voi”. È la proposta di un modo di amare “alla divina”. La condizione è stare con Cristo. Amare in questo modo è Pagina 8 Introduzione alla pedagogia di Dio molto faticoso: implica un donarsi, un consumarsi. Proprio per questo più alto è il dono di sé che viene richiesto, ecco che tanto maggiore deve essere la promessa che ci viene fatta. È importante amare, a causa dell’amore stesso. Ma un dono totale dell’esistenza (“martirio”) è possibile solo perché ci è promesso qualcosa di più grande di ciò che perdiamo e lasciamo. Anche Gesù ha potuto affrontare la Passione e la Morte, perché sapeva che il Padre l’avrebbe risuscitato (Gv 10,18: “Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla ed il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”). Questo premio è la vita eterna, destino ultimo di ogni uomo e di ogni donna, di tutti i tempi e tutti i luoghi. Questo è il destino del popolo. In questo processo educativo la libertà viene liberata: con la Legge antica si viene liberati dalla paura della punizione (“bastone”), si viene resi liberi di essere in Cristo e di amare con gli altri (amare è importante di per sé e per sé), si è resi liberi per Dio e per la felicità che egli ci ha promesso (“carota”). I tre termini, paura, amore, premio, sono correlati e segnano tre tappe dello stesso processo educativo. —> SUCCESSO/FALLIMENTO Dio rispetta la libertà dell’uomo in modo assoluto: mai egli si permette di forzare la libertà della creatura. Egli si rivolge all’uomo ed al popolo sempre e solo con un invito: “Se vuoi…”. Il verbo “dovere” è usato sempre e solo come una conseguenza della scelta già operata: “Se vuoi, allora devi…”. Questo implica che il progetto educativo di Dio può avere successo; cfr Gv 6,60-69: “Forse anche voi volete andarvene?” “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Il rischio dell’insuccesso è però implicito: non necessariamente l’invito di Dio deve essere accolto; cfr. Mc 10, 17-22: ”Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: <Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?>. Gesù gli disse: <Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre>. Egli allora gli disse: <Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza>. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: <Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dállo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e séguimi>. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni”. Ma il Signore Gesù, pur essendo dispiaciuto, non sembra preoccuparsi più di tanto: a questo giovane verranno concesse altre possibilità per salvarsi e per seguire Gesù in altri modi. NON DOBBIAMO DISPIACERCI PIÙ DI TANTO SE IL GRUPPO/RAGAZZO NON ACCETTA LA PROPOSTA EDUCATIVA: ALTRI POTRANNO GUIDARLO ALLA SALVEZZA, ED ANCHE SE CIÒ NON DOVESSE AVVENIRE, IL PIÙ GRANDE MAESTRO È IL “MAESTRO INTERIORE”, OSSIA LO SPIRITO SANTO CHE ABITA IN NOI. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 9 L’IMPORTANZA DI UN PROGETTO PEDAGOGICO IN GENERALE E SULL’ADOLESCENTE La nozione di progetto è essenziale per la vita. Essa è caratteristica di una dinamica; partecipa allo slancio vitale che è proprio di una natura vivente e pensante. L’inserimento di sé in un prossimo avvenire o più lontano è segno certo di un seguito. Ma cos’è dunque un progetto in senso collettivo? Si tratta di un’intenzione di lavoro tradotta in obiettivi e in mezzi, appoggiandosi su un certo numero di idee per arrivare a certi risultati. Il progetto di base dà una serie di proposte partendo da determinati criteri. Il progetto teorico deve essere confrontato con i dati a disposizione del reale. Questo confronto si traduce in una proposta d’organizzazione e di funzionamento che sarà il quadro di un programma, uno dei modi per tradurre su un dato periodo il progetto generale in azione concreta. Occorre quindi distinguere da un punto di vista terminologico PROGRAMMA da PROGETTO: PROGETTO NUCLEO DEL PROGETTO Senza rinnegare le idee-forza preesistenti la messa in moto della sessione, bisognerà comporre bene i desideri con le possibilità materiali, concrete (fare i conti con la realtà, sempre!!!). BISOGNA QUINDI RENDERSI CONTO CHE UN PROGETTO NON È SOLAMENTE PEDAGOGICO PER I RAGAZZI PER IL FATTO CHE SI TRASMETTE NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE, MA ANCHE PER GLI ANIMATORI, FUNGENDO DA CONTRATTO MORALE, PER LA RESPONSABILITÀ CHE ABBIAMO SULLE SPALLE E PER LA FIDUCIA CHE È STATA RIPOSTA IN NOI, AFFINCHÈ SI RIMANGA VIGILANTI PERPETUAMENTE SUGLI SCOPI E GLI OBIETTIVI. Pagina 10 L’ITINERARIO PROPOSTO Il progetto di sé Procederemo con la nostra riflessione attraverso l’analisi di quattro documenti scritti allegati. Qui di seguito troviamo le quattro chiavi di lettura da tenere presenti insieme al loro contesto. DOCUMENTO 1 A seguito di una segnalazione spionistica, il 4 agosto 1944 un tedesco e quattro olandesi della polizia nazista fecero irruzione nell’alloggio segreto: tutti i rifugiati clandestini furono arrestati. Qualche giorno dopo furono avviati a Wasterbork, il più grande campo di concentramento tedesco in Olanda. Il 2 settembre 1944 i Frank furono condotti ad Auschwitz, dove il padre venne separato dalle figlie e dalla moglie, che di lì a poco morì di consunzione. Il Diario, trovato nell’alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre, unico superstite della famiglia, fu pubblicato ad Amsterdam nel 1947. Per noi Nella costruzione di sé l’adolescente trova una serie di condizionamenti che provengono dal suo carattere, dalle risonanze interiori degli eventi vissuti, dall’ambiente familiare, dall’educazione, dalla presenza o assenza di affetti, dall’ambiente sociale e culturale, dagli incontri che si fanno, dagli stili di vita con cui ci si confronta, dall’indirizzo, dall’indirizzo di studio seguito,… L’adolescente di oggi tende spesso a idealizzare le proprie possibilità costruendo un’immagine di futuro nella quale sono assenti le difficoltà, gli impedimenti, gli insuccessi. L’incontro con la realtà dei condizionamenti è brutale e finisce per essere inaccettabile. Ciò dà luogo a crisi, a depressioni con improvvise mancanze di fiducia in sé stessi, o a forma di cinismo con totale mancanza di fiducia negli altri e nella possibilità di concepire la vita in una prospettiva di riuscita e di felicità. Bisogna oltremodo dire però che non tutti gli adolescenti vivono queste fasi in forma acuta. Un’inchiesta condotta nel 2001 nelle classi di quarta presso il liceo di Mendrisio, ha messo in evidenza un carattere piuttosto sereno, tranquillo e soddisfatto del giovane d’oggi che non ha troppe pretese ma desidera soprattutto coltivare le relazioni umane. Ci possiamo pertanto chiedere: si tratta di un campione significativo? DOCUMENTO 2 Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494) fu uno dei protagonisti dell’umanesimo italiano. Era convinto della concordia di tutte le filosofie e di tutte le fedi, ognuna espressione di un aspetto di un’unica verità. Il contesto culturale nel quale opera Pico è costituito dall’Umanesimo della seconda metà del ‘400, nel quale maturano la scoperta dell’individualità moderna e una nuova concezione di natura (antropocentrismo). PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 11 Bibliografia: E. Garin, L’umanesimo italiano. Filosofia e vita civile nel Rinascimento, Laterza, Bari 1970, pp. 7-24. Per noi Nel nostro vissuto scolastico possiamo incontrare ragazzi/e che hanno acquisito una mentalità che viene definita scientifica e che si presenta come fiducia nel fatto che la scienza sia l’artefice del successo dell’uomo, come metodo di analisi della realtà per cui solo ciò che è osservabile, misurabile, riproducibile in laboratorio, ha diritto ad essere considerato come “vero”. Si tratta di una modalità di approccio alla vita che, pur essendo oggi sottoposta ad una severa revisione critica, permane nel modo anche comune di affrontare la conoscenza della realtà: esiste, infatti, la lunga storia del pensiero occidentale che ha reso plausibile e vincente questa concezione. Uno dei caratteri rilevanti di questo modo di pensare è la concezione dell’uomo come soggetto capace di progettare se stesso e di rendere il mondo circostante funzionale al suo progetto. La scienza moderna non si è limitata ad essere pura ricerca che arricchisce l’intelletto, ma si è applicata alla tecnica e ha di fatto ricostruito il mondo secondo un progetto umano. È perciò plausibile una visione positiva della scienza e della tecnica, sia per l’uomo comune sia per il giovane studente che esplora gli strumenti che gli sono posti nelle mani per costruire la sua vita. DOCUMENTO 3 Soeren Kierkegaard (Copenaghen 1813-1855) vive un’esistenza tutta interiore, che non si manifesta in eclatanti fatti esteriori. La polemica del filosofo verteva soprattutto contro un cristianesimo pensato teologicamente e filosoficamente più che vissuto nella testimonianza e nella contemporaneità a Cristo. Personalità inquieta, Kierkegaard, nel prendere le distanze dal pensiero oggettivo dell’Idealismo, indica nella comprensione di sé il problema centrale del proprio filosofare. Ne deriva una concezione della filosofia come giornale intimo della propria esistenza, che assume come compito precipuo la comprensione della vita interiore nella sua irripetibile individualità. Bibliografia: S. Kierkegaard, Diario, 1-3, tr. it. Di C. Fabro, Morcelliana, Brescia 1962-63; AA.VV., Kierkegaard. Esistenzialismo e dramma della persona, Morcelliana, Brescia 1985. Per noi È abbastanza facile constatare che nel pensare al proprio avvenire un adolescente è interessato ad affermare il più ampio spazio di libertà per se stesso e ad aspirare al successo ed alla felicità. Si è già detto più volte che nel pensare se stesso l’adolescente è diviso fra momenti euforici ed ottimistici e momenti di ansia, di paura, di pessimismo. Da un lato, è più portato a contare su se stesso, sulle risorse della propria intelligenza; dall’altro, cerca aiuto negli adulti o nei coetanei a seconda delle concrete condizioni in cui vive. Pagina 12 Ben difficilmente la fede religiosa sembra dare qualche aiuto. L’adolescente attuale sembra non ricorrervi. Per i nostri contemporanei, infatti, essa non anima né conduce le aspirazioni interiori dell’uomo; è piuttosto un dato esteriore che s’impone all’uomo e che offre un aiuto, al limite, quasi magico. È innegabile che in queste condizioni un discorso pedagogico-religioso incontri una grande difficoltà a proporsi. DOCUMENTO 4 La vita scolastica si svolge spesso secondo ritmi regolari, fatti di incontri con le stesse persone, con le quali si chiacchiera, si ride e si scherza, si condividono le ansie per i compiti e le interrogazioni, alle quali si confidano i propri problemi familiari o di relazione, le proprie aspirazioni o delusioni. Capitano, però, anche momenti in cui un avvenimento sconvolge tutto un piano di vita. Può essere una situazione familiare che entra in crisi a causa di una malattia o della perdita di un posto di lavoro o di una disgrazia. Un ragazzo o una ragazza si trovano a prendere delle decisioni che cambiano completamente la loro vita: la loro vita sembra essere tutta nelle loro mani. Devono prendere decisioni che segneranno per sempre il loro futuro. Nel compiere una scelta che cambia la vita, una persona può fare riferimento all’amore, ai valori in cui crede, ai propri sentimenti; altre volte si sente semplicemente costretta a vivere in condizioni di rischio e di precarietà. Per noi Il brano presenta il momento della drammatica scelta cui è sottoposta Ester. Solo lei può costituire la salvezza o la rovina del suo popolo. Mardocheo richiama con forza la sua responsabilità personale, che comporta però il rischio della stessa vita. In un primo momento, Ester oppone la propria lealtà e la propria obbedienza alle disposizioni del re. Comprende, però, che al di là dell’osservanza formale della legge esiste la responsabilità personale di fare una scelta: salvare la vita dell’intero suo popolo sparso nell’impero persiano. Ester, allora, chiede a Mardocheo che tutti gli ebrei si radunino a pregare Dio per il buon esito del suo gesto e decide di andare dal re, anche a costo di essere condannata a morte. Didattica Occorre prendere in considerazione la dimensione di responsabilità personale non solo nei confronti di sé stessi ma anche degli altri. È indubbiamente una finalità caratterizzante la fede cristiana. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 13 ALLEGATO ALLA TRATTAZIONE PRECEDENTE, tratto da: L’esperienza della Religione, (Un approccio interdisciplinare), SEI, Torino (Michele Marchetto, Lucillo Maurizio, Zelindo Trenti) DOCUMENTO 1 Anna Frank. Ragazza ebrea tedesca nata a Francoforte il 12 giugno 1929. A causa delle leggi razziali emanate dal governo nazionalsocialista la sua famiglia fu costretta a fuggire in Olanda. Dopo l’invasione tedesca del Paese, i genitori di Anna con un’altra famiglia si costruirono un rifugio segreto nell’ufficio del padre e vi stettero segregati due anni nell’attesa di una prossima fine della guerra e del crollo della Germania. Nel 1944 il loro nascondiglio fu scoperto e tutti furono internati nei campi di concentramento. Anna morì a Bergen Belsen nel 1945, tre settimane prima dell’arrivo delle truppe di liberazione inglesi. Un fastello di contraddizioni Martedì, 1 agosto 1944 Cara Kitty, “un fastello di contraddizioni” è l’ultima frase della mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. “Un fastello di contraddizioni”, mi puoi spiegare con precisione che cos’è? Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore. Il primo significato corrisponde al solito “non adattarsi all’opinione altrui, saperla più lunga degli altri, aver sempre l’ultima parola”, insomma, a tutte quelle sgradevoli qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo … per questo, no, non sono nota, è il mio segreto. Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è, per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio, uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre in agguato e scaccia l’altra, che è più bella, più pura e più profonda. La parte migliore di Anna non è conosciuta da nessuno - vero? – e perciò sono così pochi quelli che mi possono sopportare. Certo, sono un pagliaccio abbastanza divertente per un pomeriggio, poi ognuno ne ha abbastanza di me per un mese. Esattamente la stessa cosa che un film d’amore per le persone serie: una semplice distrazione, uno svago per una volta, da dimenticare presto, niente di cattivo, ma neppure niente di buono. È brutto per me doverti dire questo, ma perché non dovrei dirlo, quando so che è la verità? La mia parte leggera e superficiale si libererà sempre troppo presto della parte più profonda, e quindi prevarrà sempre. Non ti puoi immaginare quanto spesso ho cercato di spingere via quest’Anna, che è soltanto la metà dell’Anna completa, di prenderla a pugni, di nasconderla; non ci riesco, e so anche perché non ci riesco. Pagina 14 Ho molta paura che tutti coloro che mi conoscono come sono sempre, debbano scoprire che ho anche un altro lato, un lato più bello e migliore. Ho paura che mi beffino, che mi trovino ridicola e sentimentale, che non mi prendano sul serio. Sono abituata a non essere presa sul serio, ma soltanto l’Anna “leggera” v’è abituata e lo può sopportare, l’Anna “più grave” è troppo debole e non ci resisterebbe. Quando riesco a mettere alla ribalta per un quarto d’ora Anna la buona, essa, non appena ha da parlare, si ritrae come una mimosa, lascia la parola all’Anna n.1 e, prima che io me ne accorga, sparisce. La cara Anna non è dunque ancora mai comparsa in società, nemmeno una volta, ma in solitudine ha quasi sempre il primato. Io so precisamente come vorrei essere, come sono di dentro, ma ahimè, lo sono soltanto per me. E questa è forse, anzi, sicuramente la ragione per cui io chiamo me stessa un felice temperamento interiore e gli altri mi giudicano un felice temperamento esteriore. Di dentro la pura Anna mi indica la via, di fuori non sono che una capretta staccatasi dal gregge per troppa esuberanza. Come ho già detto, sento ogni cosa diversamente da come la esprimo, e perciò mi qualificano civetta, saccente, lettrice di romanzetti, smaniosa di correr dietro ai ragazzi. L’Anna allegra ne ride, dà risposte insolenti, si stringe indifferente nelle spalle, fa come se non le importasse di nulla, ma ahimè, l’Anna quieta reagisce in maniera esattamente contraria. Se ho da essere sincera, debbo confessarti che ciò mi spiace molto, che faccio enormi sforzi per diventare diversa, ma che ogni volta mi trovo a combattere contro un nemico più forte di me. Una voce singhiozza dentro di me: “Vedi a che ti sei ridotta: cattive opinioni, visi beffardi e costernati, gente che ti trova antipatica, e tutto perché non hai dato ascolto ai buoni consigli della tua buona metà”. Ahimè, vorrei ben ascoltarla, ma non va; se sto tranquilla e seria, tutti pensano che è una nuova commedia, e allora bisogna pur che mi salvi con uno scherzetto; per tacere della mia famiglia che subito pensa che io sia ammalata, mi fa ingoiare pillole per il mal di testa e tavolette per i nervi, mi tasta il collo e la fronte per sentire se ho la febbre, si informa delle mie evacuazioni e critica il mio cattivo umore. Non lo sopporto; quando si occupano di me in questo modo, divento prima impertinente, poi triste e infine rovescio un’altra volta il mio cuore, volgendo in fuori il lato cattivo, in dentro il lato buono, e cerco un mezzo per diventare come vorrei essere e come potrei essere se … non ci fossero altri uomini al mondo. La tua Anna M. Frank (A. Frank, Diario, tr. it. di A. Vita, Einaudi, Torino 1966, pp. 301 – 303) L’esperienza di riferimento Nel costruire se stesso l’adolescente trova una serie di condizionamenti che provengono dal suo carattere, dalle risonanze interiori degli eventi vissuti, dall’ambiente familiare, dall’educazione, dalla presenza o assenza di affetti, dall’ambiente sociale e culturale, dagli incontri che si fanno, dagli stili di vita con cui si confronta, dall’indirizzo di studi seguito. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 15 Il valore del documento nel pensiero dell’autore La lettura del documento dovrebbe aiutare a confrontarsi con i propri sentimenti interiori, con la risonanza che hanno in ciascuno i rapporti con gli adulti e con tutti coloro con i quali si vive. Il lavoro didattico È l’ultima pagina del Diario. Anna ha 15 anni. Tante critiche, tante piccole liti, l’hanno messa più volte in crisi. Anche lei, come tanti adolescenti, si ritira in se stessa e comincia a riflettere sulla propria vita. DOCUMENTO 2 Giovanni Pico della Mirandola (1463 – 1494) fu uno dei protagonisti dell’umanesimo italiano, caratterizzato dall’affermazione della centralità dell’uomo nella natura. L’uomo viene guardato con grande ottimismo, dotato di risorse capaci di renderlo artefice della propria esistenza, superando i condizionamenti e i limiti che la natura sembra porre. L’uomo come opera di natura indefinita Stabilì finalmente l’ottimo artefice che a colui cui nulla poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato agli altri. Perciò accolse l’uomo come opera di natura indefinita e postolo nel cuore del mondo così gli parlò: “Non ti ho dato, o Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché quel posto, quell’aspetto, quelle prerogative che tu desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu, non costretto da nessuna barriera, la determinerai secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Ti posi nel mezzo del mondo perché di là meglio tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine”. O suprema liberalità di Dio Padre, o suprema e mirabile felicità dell’uomo a cui è concesso di ottenere ciò che desidera, di essere ciò che vuole! I bruti nel nascere seco recano – come dice Lucilio – dall’utero materno tutto quello che avranno. Gli spiriti superni dall’inizio o da poco dopo furono ciò che saranno nei secoli dei secoli. Nell’uomo nascente il Padre ripose semi d’ogni specie e germi d’ogni vita. Quelli che ciascuno avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. Se saranno vegetali sarà pianta; se sensibili, sarà bruto; se razionali, diventerà animale celeste; se intellettuali, sarà angelo e figlio di Dio. Ma se, non contento della sorte di nessuna creatura, si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, nella solitaria caligine del Padre colui che fu posto sopra tutte le cose starà sopra tutte le cose. (G. Pico della Mirandola, Discorso sulla dignità dell’uomo, tr. it. di G. Tognon, La Scuola, Brescia 1987, pp. 5 – 7). Pagina 16 L’esperienza di riferimento Ci sono momenti in cui, specie attraverso lo studio scientifico, si acquista la mentalità che tutto nella vita possa essere calcolato e progettato dall’uomo. Il progresso tecnico permette realizzazioni che sembrano soddisfare ogni bisogno dell’uomo. Si è creata, nel pensiero moderno e contemporaneo, la convinzione che l’uomo possa essere l’artefice della propria riuscita e della propria felicità. Il valore del documento nel pensiero dell’autore L’uomo viene presentato come artefice di se stesso, come centro dell’universo, capace sia di esito positivo sia di esito negativo. L’uomo può essere ciò che vuole essere. Il lavoro didattico Il documento può essere utilizzato secondo più linee. In primo luogo costituisce uno stimolo a considerare le grandi potenzialità che l’uomo possiede. La vita è una chiamata all’elaborazione di un progetto di sé entro condizioni di libertà. In secondo luogo è testimonianza del modo di pensare moderno. In terzo luogo può essere utilizzato per un bilancio critico dell’ideale di modernità, a fronte della costatazione di tanti fallimenti storicamente avvenuti. Analisi del testo Qual è il progetto di Dio sull’uomo, secondo la visione di Pico? Che cosa comporta essere al centro del mondo? Chi ha il potere di determinare che cosa diventerà ogni singolo uomo? Che cosa significa “libero arbitrio”? Quale rapporto esiste tra Dio e l’uomo? Attualizzazione Quali elementi positivi trovi nella visione di Pico? Quali limiti intravedi nella medesima visione dell’uomo? quali sentimenti provi nel sentirti libero? Trovi che l’ideale proposto da Pico sia realizzato nel nostro mondo? La libertà per ognuno dà come risultato la giustizia per tutti? PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 17 DOCUMENTO 3 Soeren Kierkegaard (1813 – 1855). Filosofo credente; assume come compito principale della riflessione la comprensione della vita, come unica e irripetibile, guardata nel suo aspetto interiore. Veder chiaro in me stesso Ciò che in fondo mi manca, è di veder chiaro in me stesso, di sapere “ciò ch’io devo fare” (At 9, 6) e non ciò che devo conoscere, se non nella misura in cui la conoscenza ha da precedere sempre l’azione. Si tratta di comprendere il mio destino, di vedere ciò che in fondo Dio vuole ch’io faccia, di trovare una verità “per me”, di trovare l’idea per la quale voglio vivere e morire. […] Soltanto quando l’uomo ha compreso se stesso in questo modo intimo e si vede ormai in cammino sulla propria strada, solo allora la vita si placa e prende un senso. (S. Kierkegaard, Diario, tr. it. di C. Fabro, Morcelliana, Brescia 1962, p. 48) L’esperienza di riferimento Nel pensare al proprio avvenire un adolescente è interessato ad affermare il più ampio spazio di libertà per se stesso e ad aspirare al successo e alla felicità. Conta su se stesso, ma anche cerca aiuto, sia nei propri coetanei che negli adulti. Nei primi per cercare conferma, nei secondi per esplorare le loro sicurezze e i loro ideali. Il valore del documento nel pensiero dell’autore Il brano è tratto dal Diario ed esprime il senso della ricerca personale. L’individuo ha bisogno di trovare una verità, che sia per lui, che dia senso al suo vivere e al suo morire. Il lavoro didattico Un uomo religioso, cristiano luterano, ha trovato nella fede la dimensione per comprendere la propria vita. Il documento ci aiuta a metterci di fronte alla vita come ad una realtà data che, tuttavia, pone la domanda: che ne facciamo di essa? Una seconda domanda emerge dal documento: la fede in Dio può costituire un aiuto per trovare una risposta? Analisi del testo Che cosa “manca” a Kierkegaard? Per la sua ricerca è più importante il conoscere o il fare? In quale posizione si colloca Dio? Quale “verità” è cercata da Kierkegaard? Quando “la vita si placa e prende un senso”? Attualizzazione La ricerca di senso per la propria vita è tipica della condizione adolescenziale? Un adolescente in crisi si mette alla ricerca di “ragioni di vita”? Quando si è nella ricerca di un senso a ciò che ci capita, si preferisce stare da soli o si cerca un aiuto? Mettersi “di fronte a Dio”, quando si è in crisi, aiuta oppure no? Quando si è in crisi, è meglio non pensarci e creare delle distrazioni? Pagina 18 DOCUMENTO 4 Il libro biblico di Ester è stato composto durante la persecuzione scatenata contro gli ebrei dal re di Siria Antioco IV (II secolo a.C.). Ha lo scopo di presentare dei comportamenti esemplari ed essere di conforto nel momento della prova. Se dovrò morire, morirò Quando Mardocheo seppe quello che era avvenuto, si strappò gli abiti, si vestì di sacco e si coprì il capo di cenere. Si precipitò nella piazza della città gridando: “Un popolo innocente è destinato al massacro!”. Giunto alla porta del palazzo del re si fermò perché gli era proibito entrare vestito di sacco e coperto di cenere. In tutte le province fu pubblicata la legge e dappertutto gli Ebrei si lamentavano a voce alta e si battevano il petto in segno di lutto e di dolore. Moltissimi usarono come letto un sacco coperto di cenere. Le serve e gli eunuchi informarono Ester dell’accaduto e la regina, quando l’udì, fu presa dalla disperazione. Mandò dei vestiti a Mardocheo perché se li mettesse, ma lui volle tenere il suo abito di sacco. Allora Ester fece chiamare Acrateo, l’eunuco di corte che era al suo servizio. Gli ordinò di andare da Mardocheo e chiedergli che cosa veramente stava succedendo. Mardocheo gli disse tutto quello che era successo. Lo informò che Aman aveva promesso di versare nel tesoro del re trecentocinquanta tonnellate d’argento per ottenere lo sterminio degli Ebrei. Gli diede anche una copia del decreto di sterminio pubblicato a Susa perché la mostrasse a Ester. Gli raccomandò di dire a Ester di andare dal re, per supplicarlo di avere pietà del popolo ebraico. Egli doveva riferire queste parole: “Ricordati di quando eri povera, e io ti curavo con le mie mani. Aman, che ha la più alta carica a corte, ha parlato al re contro di noi per farci morire. Tu prega il Signore e poi va’ a parlare al re della nostra situazione . Strappaci dalla morte!”. Acrateo tornò da Ester e le riferì tutte queste parole. Allora Ester lo fece tornare da Mardocheo per dirgli: “Se una persona osa presentarsi al re nel suo palazzo, senza essere chiamata, per le i non c’è scampo. Questa è la legge: lo sanno tutti gli abitanti del regno. Perché abbia salva la vita, bisogna che il re stenda verso di lei il suo scettro d’oro. Quanto a me, sono già trenta giorni che il re non mi manda a chiamare”. Quando Mardocheo seppe la risposta di Ester, le fece dire per mezzo di Acrateo: “Non illuderti di poterti salvare, solo tu fra tutti gli Ebrei dell’impero. Se hai deciso di non ascoltarmi in un momento come questo, verrà da un’altra parte un aiuto per la salvezza degli Ebrei. Tu invece morirai, e con te finirà la tua famiglia. Chi sa? forse sei diventata regina proprio per un momento come questo”. Allora Ester rimandò il messaggero da Mardocheo per dirgli: “D’accordo, raduna tutti gli Ebrei che si trovano a Susa e falli digiunare per me: state senza mangiare né bere per tre giorni e tre notti. Digiunerò anch’io con le mie serve; poi andrò dal re anche se è proibito e, se dovrò morire, morirò”. Mardocheo si allontanò e fece come aveva detto Ester. (Ester 4) Bibliografia: H. Burkmair, Storia di Ester PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 19 L’esperienza di riferimento La vita ordinaria procede con i suoi ritmi consueti. Capitano, però, momenti in cui un avvenimento nuovo e inatteso sconvolge le prospettive della vita. Un ragazzo o una ragazza si trovano a dover prendere improvvisamente decisioni dalle quali dipende il proprio avvenire. Nel compiere una scelta di vita, una persona può fare riferimento ai valori in cui crede, oppure semplicemente subire gli eventi. Il valore del documento nel pensiero dell’autore Il documento presenta il momento della drammatica scelta cui è sottoposta Ester. Solo lei può costituire la salvezza o la rovina del suo popolo. Mardocheo la richiama con forza alla sua responsabilità personale, che comporta, però, il rischio per la sua stessa vita. Ester comprende che, al di là dell’osservanza formale della legge, esiste la responsabilità personale di fare una scelta: contravvenire alla legge potrà consentire di salvare l’esistenza di un intero popolo. Il lavoro didattico La lettura del testo ci porta a prendere in considerazione la dimensione della responsabilità personale nei confronti di noi stessi e degli altri. In secondo luogo viene messo in evidenza il concetto cristiano del valore della vita come dono di sé agli altri. Analisi del testo In quale situazione si vengono a trovare gli ebrei? Che cosa chiede Mardocheo a Ester? Si può affermare che Ester deve scegliere tra ubbidire alla legge e comportarsi secondo coscienza? Quale valore mette in evidenza la scelta di Ester? La scelta di Ester è un atto religioso? In che senso? Attualizzazione Conosci situazioni in cui l’amore verso i propri cari può richiedere un grande sacrificio personale? Sei d’accordo che l’amore sia un valore per il quale vale la pena di dare la propria vita? L’amore come donazione di sé è un valore religioso? In che senso? Si può affermare che nella nostra società manca molto l’amore come donazione di sé? Ci sentiamo più educati all’amore verso gli altri o all’amore verso noi stessi? Pagina 20 Le schede esemplificative Cosa sono Le schede qui proposte rappresentano il tentativo di mostrare a livello esemplificativo come è possibile tradurre concretamente il CF Giovanissimi nella vita dei gruppi durante i quattro anni. Vogliono mostrare come questa proposta, nei suoi obiettivi, nei suoi riferimenti, con i suoi strumenti, sia realizzabile ogni anno, passo dopo passo. A cosa servono Servono per la vita concreta dei gruppi, per la realizzazione degli incontri e delle diverse iniziative. Naturalmente non sono, né vogliono essere, esaustive (cioè non dicono e non propongono tutto) quanto piuttosto dare idee ed indicazioni che ogni animatore ed ogni Centro diocesano dovranno arricchire in sintonia con la propria realtà. Non sono una scatola magica da cui estrarre la soluzione incontro per incontro, ma un utile (si spera) punto di riferimento. Cosa contengono Contengono, innanzitutto, i momenti in cui sono suddivisi i 4 anni. La vita del gruppo giovanissimi è stata infatti suddivisa, in queste schede, in momenti. Con il termine momento si intende quello spazio di tempo che comporta il trattamento di una certa tematica, o la proposta di una certa esperienza. Lo abbiamo chiamato così perché, benché a volte possa ridursi ad un solo incontro, altre volte comporta più fasi ed anche di diversa natura (incontri, inchieste, feste, celebrazioni …). Ogni anno è stato suddiviso in 30 momenti così ripartiti nei sei tempi: Inizio Avvento-Natale Pace Quaresima Pasqua Estate 6 momenti 4 momenti 4 momenti 6 momenti 6 momenti 4 momenti L’anno B presenta inoltre un’appendice con 3 momenti dedicati all’affettività su cui si tornerà più sotto. Oltre ai 30 momenti, per ogni anno è proposta una celebrazione per svolgere l’appuntamento simbolico. Il simbolo proposto è invece ricordato all’inizio delle schede di ogni anno. Vi sono quindi 4 schede che contengono 4 tabelle riassuntive delle tematiche e delle proposte che i momenti hanno descritto. Queste tabelle hanno la funzione di fornire idea generale di ciò che le diverse schede espongono analiticamente. Infine, vi è una scheda dedicata alle celebrazioni di passaggio, dove sono ricordate alcune attenzioni e forniti alcuni spunti per realizzare questi momenti importanti nella vita del giovanissimo. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 21 Come sono strutturate le schede dedicate ai momenti Ogni scheda dedicata ai momenti presenta una banda colorata con indicato l’anno e il tempo in cui il momento si colloca. Al di sopra della banda colorata è riportato il titolo del momento, che vuole fornire già un’idea del contenuto. Dopo il titolo vi è una breve descrizione del momento. Si espongono i suoi obiettivi e il perché di certe proposte. Al di sotto della banda si trova una parte suddivisa in due ambiti: l’ambito dei Riferimenti e quello delle Proposte. L’ambito dei Riferimenti vuole aiutare l’animatore a collegare il particolare momento (proposto dalla scheda) agli obiettivi dell’anno, alle mete degli itinerari, alle pagine del Catechismo Io ho scelto voi, alle pagine del Progetto Giovani e delle altre fonti, alle ricorrenze dell’anno liturgico, ad eventuali strumenti che possono essere utili per approfondire la tematica in questione. I riferimenti vogliono far prendere consapevolezza di come ogni momento del cammino si colloca in un preciso contesto ecclesiale e associativo. L’ambito delle Proposte presenta delle idee per l’attuazione pratica del momento. È suddiviso in due parti: in gruppo...: contiene delle indicazioni a volte particolareggiate, a volte più generali circa il “cosa fare” e “il come fare” in gruppo. Primo momento: Anno A, scheda 1 QUI COMINCIA L’AVVENTURA … È il momento iniziale dell’avventura: si tratta di costituire un gruppo di giovanissimi disponibile a fare un cammino di fede in parrocchia e in associazione. L’animatore invita personalmente i ragazzi provenienti dall’ACR o contatta alcuni adolescenti “vicini”. Anno A Riferimenti Inizio Per le caratteristiche del gruppo far riferimento al PG, pp. 120-121: gratuità, reciprocità, dialogicità, democraticità, disciplina. Tale attenzione si colloca bene all’interno dell’itinerario associativo. Per il cammino di fede il riferimento è al CdG/1, come testo prezioso che la comunità cristiana offre per un itinerario significativo per gli adolescenti. In questo primo anno l’attenzione sarà fissata sul secondo capitolo (“In cammino con gli altri”), imperniato sul tema delle rela- Pagina 22 zioni che sono necessarie per la maturazione delle persone e costituiscono la manifestazione della novità di vita che nasce dall’accoglienza del dono di Dio in Cristo Gesù. Per l’avvio del cammino è punto di riferimento importante anche il cap. 1 del CdG/1. Proposte: in gruppo… Favorire un clima di accoglienza fraterna, attraverso la condivisione delle nuove scelte (scuola, lavoro, esperienza ecclesiale …). Proporre le caratteristiche del cammino che si vuole iniziare: amicizia; cammino di fede con il CdG/1: cap. 2 “In cammino con gli altri”; servizio. Il gruppetto iniziale è invitato a dare il proprio parere, a dichiarare la disponibilità, a fare proposte circa il luogo, lo stile dell’incontro, il simbolo … e anche sulle possibilità di coinvolgere altri coetanei. Ricostruire gli elenchi dei coetanei, partendo dal ricordo diretto dei ragazzi: poi si possono confrontare con gli elenchi della parrocchia. Pensare a un invito “simpatico” da portare personalmente a tutti. Qualcuno invece può preparare una “bozza” di carta d’identità del gruppo da proporre a tutti nel primo incontro ufficiale. … e personalmente Ognuno è impegnato a portare un invito ad un amico, compagno, conoscente: a farsi promotore per l’incontro successivo. Secondo momento: Anno C, scheda 8 CIELI E TERRA NARRANO LA GLORIA DI DIO Giunti nel cuore dell’Avvento, scopriamo l’importanza dei doni che il Signore ci ha fatto a partire dalla creazione che è stata posta nelle nostre mani. Lo scopo è quello di porre in risalto la dimensione del ringraziamento: si mettono in evidenza le piccole-grandi realtà di ogni giorno che passano inosservate e che invece sono indispensabili per l’esistenza. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Anno C Pagina 23 Avvento-Natale Riferimenti Si fa riferimento all’Itinerario Catechistico, in particolare riprendendo le pp. 116-117 del CdG/1. Cfr. anche PG p. 108: “Il Giovanissimo di AC è allora chiamato ad effettuare un salto di qualità da un uso puramente strumentale delle cose e della natura ad un rapporto che si fa rispetto, gratitudine e condivisione”. È posto in risalto anche l’itinerario di preghiera nell’uso dei Salmi. Proposte: in gruppo… Partendo dalla lettura delle pagine 116-117 del CdG/1 cerchiamo di far cogliere agli adolescenti gli atteggiamenti dello stupore e della meraviglia di fronte alla grandezza del creato e alla bontà del suo autore. In alcuni luoghi questo sarà facilmente percepibile anche soltanto facendo una breve passeggiata e utilizzando alcuni Salmi come occasione di riflessione. Altrimenti ci si può aiutare con qualche diapositiva da commentare con brani della Parola di Dio. Potrebbe essere ripreso anche il mappamondo, simbolo dell’anno. Si può anche proporre una celebrazione comunitaria o, meglio ancora, valorizzare il momento dell’offertorio nella S. Messa infrasettimanale del gruppo. In essa ogni giovanissimo è invitato a scrivere su di un biglietto un motivo di particolare gratitudine verso il Signore. I biglietti vengono poi posti in un recipiente e bruciati in segno di offerta a Dio e di ringraziamento comune. … e personalmente Invitiamo a concludere la propria giornata con un momento di preghiera che utilizzi i salmi 8, 18, 103 e 148 citati dal CdG/1, così da favorire gli atteggiamenti della meraviglia e della gratitudine. Pagina 24 Quarto momento: Anno B, scheda 18 I GESTI DELLA LIBERAZIONE L’azione liberante di Gesù si attua non solo attraverso il sacramento della riconciliazione, bensì mediante tutti i sacramenti. In ciascuno di essi il bisogno di libertà, di guarigione, di salvezza trovano risposta nei gesti che Gesù compie con la Chiesa, suo corpo. Non sono dunque azioni magiche inventate dall’uomo, né riti che ricordano un passato assai lontano: in essi è sempre Gesù che oggi ci reinserisce nella vicenda di libertà della sua Pasqua. Anno B Quaresima Riferimenti Riferimento all’itinerario liturgico-sacramentale: “l’obiettivo è di guidare i giovanissimi ad una maggiore consapevolezza del “che cosa” sono i sacramenti e perché sono parte integrante della vita della Chiesa. Aiutare, quindi, a viverli non come gesti magici o semplici atti di culto, ma nel loro significato autentico di segni della costante azione di salvezza del Signore Gesù…” (meta itin. liturigico-sacramentale, anno B). Proposte In gruppo… Presentare alcuni degli elementi materiali usati nella celebrazione dei sacramenti (acqua, pane, olio…) e invitare i giovanissimi ad esprimere quali funzioni svolgono e quali significati simbolici dicono loro. A partire da tali simboli, si individui quale specifica liberazione Cristo, con il suo Spirito, compie attraverso ognuno dei sette sacramenti, e dunque quale precisa schiavitù vince, avendo l’attenzione poi di individuare nei testi evangelici, noti ai giovanissimi, uguali atti di liberazione operati da Gesù. Proponiamo alcuni esempi. L’acqua, legata al Battesimo, richiama il tema della purificazione, del lavare, ma anche della fecondità, della vita ritrovata: con essa Cristo sottrae dall’azione mortale del peccato e dona la vita nuova, ricollocandoci nella relazione di figli e di fratelli. L’olio richiama la prosperità, la bellezza, la forza e la salute; Cristo, liberando dal ripiegamento in se stessi abilita alla testimonianza nella vita ed anche nella malattia. … e personalmente Cercare nella “memoria” personale o dei genitori, oppure nell’archivio parrocchiale, le date del proprio Battesimo, della prima Confessione, della Messa di prima Comunione e della Cresima, da riportare nell’Agendissimo poiché tappe dei gesti di liberazione operati da Gesù in noi. PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Brain-storming sulla domanda: Pagina 25 “PERCHÉ UN PROGETTO?” Per trovare uno scopo a tutto Per darsi degli scopi, degli obiettivi, una strada da seguire Per iniziare e concludere qualcosa Perché non si può sempre improvvisare Per non essere colti impreparati Per non perdersi Per fondare le proprie scelte Per misurarsi Per vivere, coscientemente, coerentemente, efficacemente IN SINTESI: Per dare uno scopo ed una direzione alla propria vita, partendo da ciò che si è Per avere un punto di partenza, un punto di arrivo (traguardo) ed un itinerario che conduce dall’uno all’altro. Brain-storming sulla domanda: “PERCHÉ CREDERE?” È un invito ed anche una sfida Perché ne vale la pena Per trovare lo scopo ed il fine della propria vita Per avere una speranza Per avere una chiave: l’amore Perché credere? L’amore. Perché non credere? Il legalismo (regole). Per trovare la felicità, la sicurezza ed un sostegno Accoglienza Per offrirsi agli altri “Abitare nella casa del Signore, tutti i giorni della mia vita” (Salmo 27) L’icona evangelica del credere: S. Tommaso, apostolo (cfr. Gv 20,24-29) IN SINTESI: Credere, perché Dio esiste, che io ci creda o no!!! Pagina 26 DA TENERE PRESENTE PER REDIGERE PIANO-SCALETTA PER UN’UNITÀ DIDATTICA 1. 2. 3. Durata massima della serata: 1h30 Suddivisione del piano a tempo a titolo indicativo Prevedere chi fa l’introduzione, chi presenta il tema e chi (ev.) propone una preghiera o un momento riflessivo iniziale (nb: non dimenticare e varie tecniche d’animazione apprese!) 4. Se del caso, prevedere un documento scritto da lasciare ai partecipanti, un’immagine (ev. spezzone di documento audiovisivo a mo’ d’introduzione) 5. 6. 7. TEMA Dibattito-interazione Sintesi-conclusione-preghiera (o riflessione) Modalità A. B. C. Lavoro a gruppi Assemblea Cineforum —> prevedere un piano speciale per l’unità PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Resoconto delle Pagina 27 Presentazioni progetti Una certa parte del tempo e dell’impegno durante il corso è stato dedicato ai lavori di programmazione, con la finalità di duplice di: 1) esercitare nel concreto i concetti generali presentati nella parte più teorica; 2) produrre del materiale esemplare che può essere tenuto in considerazione a mo’ di esempio per occasioni future. È soprattutto con questo intento che presentiamo qui di seguito una sintesi dei lavori prodotti durante la Tregiorni. PUNTI GENERALI, DA TENERE PRESENTI PER QUALSIASI TIPO DI PROGRAMMAZIONE A cosa serve ciò che faccio e propongo? È realizzabile ciò che propongo? Come “si vende” il prodotto/la proposta? Destinatari? Comunico il mio messaggio? Quali sono le aspettative dei destinatari e con quali espedienti intendo rispondervi? Autocritica e valutazione CRITERI DI VALUTAZIONE (PROGR. ANNUALE ED USCITE) Originalità del progetto Attualità Come “si vende” il prodotto/la proposta? Realizzabilità LE PROPOSTE CONFEZIONATE AL CORSO 1) Esempio di programmazione annuale 2) Esempio di unità didattica 3) Esempio di uscita (uno o più giorni) UNITÀ DIDATTICA Lettera introduttiva Ipotetico slogan Destinatari Scopo? A cosa serve? Pagina 28 Resoconto della presentazione progetti 1) ESEMPIO DI PROGRAMMAZIONE ANNUALE PROGETTO: “IL NOSTRO QUOTIDIANO” Gruppo giovani: 16–18 anni Frequenza: settimanale Blocchi: In famiglia Amore Scuola Sport e tempo libero Noi e Dio Amici Professione Un blocco: “In famiglia” (1) I miei genitori per me Io per i miei genitori La famiglia ideale – la famiglia reale Fratelli? PROGETTO: “STARE INSIEME: CONDIVISONE – DARE – RICEVERE” Gruppo GIOVANI INSIEME, Parrocchia di Gironico Età: 14–18 anni, presenti 10–15; lettere inviate 25 Destinatari: ragazzi appena cresimati o interessati Prete: presente e ci aiuta all’inizio Blocchi: 3 di 5 serate; serata iniziale; 1 weekend Condivisione Dare per ricevere Ricevere per dare Sintesi e missione Un Blocco: “Condivisione” (1) 1°: 13 settembre, presentazione del gruppo, obiettivi, tema, condivisione della cena 2°: 4 ottobre, S. Francesco d’Assisi; visione del film e disc. 3°: 8 novembre: condivisione dell’Amore (lett. a Diogneto) 4°: I Avv, prepariamo il nostro Avvento (costr. calendario) 5°: III Avv, siamo riusciti a condividere (pto. situazione)? PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 29 Resoconto della presentazione progetti PROGETTO: “INTEGRAZIONE E DIVERSITÀ” Gruppo Giovani di Rancate, di fresca costituzione, per tutti i giovani del dopocresima; info durante la preparazione alla Cresima (ca. 30 ragazzi), poi lettera Frequenza: ogni due venerdì Animatori (2) + Prete (1) Blocchi: Settembre–Ottobre: Introduzione – Lo straniero Novembre–Dicembre: L’andicappato Gennaio–Febbraio: Sono timido… Cosa fare?!? Marzo–Aprile: La diversità di pensiero (Ateismo–Fede) Maggio–Giugno: Conclusione, il modello perfetto; possibile? Un blocco: “Lo straniero” (1) 1°: Conoscenza del gruppo; Cos’è il gruppo; Tema dell’anno 2°: Breve film sulle difficoltà d’integrazione; discussione 3°: Razzismo e xenofobia, quali le differenze? 4°: incontro con un emigrato, operatore sociale, centro di accoglienza – Conclusioni PROGETTO: “L’AMICIZIA” Gruppo Giovani di Rivera, ca. 20 ragazzi dai 13 ai 18 anni dal pre–cresima al post–cresima, sia indigeni che stranieri, con situazioni familiari diversificate Frequenza: incontri settimanali; 1° e ultimo con cena Animatori (2) + Aiuto–Animatori (2) + Prete (1) Blocchi: Saper distinguere l’amicizia Amicizia con Gesù Difficoltà nell’amicizia (amicizia non è dire sempre “sì”) Amicizia (?) tra ragazzo e ragazza Preparazione di un teatro Un blocco: “Le difficoltà nell’amicizia” (3) Obiettivo generale: far riflettere con senso critico sull’amicizia e sul cammino di crescita all’interno di essa 1°: Esperienze dei ragazzi (possiamo fare “tutto”?) 2°: Visione di un film 3°: Discussione sul film 4°: Lavoro a coppie casuali in vista del teatro 5°: scegliere un amico così com’è Conclusioni e testimonianze Pagina 30 Resoconto della presentazione progetti PROGETTO: “LA VITA” PROGETTO: “I TALENTI POSSONO FRUTTIFICARE” Gruppo di Robasacco Ragazzi: una quindicina dai 15 anni, che già suonano e cantano in chiesa; abbastanza aperti, non molto religiosi; inoltre altri ragazzi più agitati Prete: non molto presente, ma aperto ed indicativo a livello delle direttive di base Incontri: quindicinali, 1 volta al mese per animazione della messa; 1 volta per incontro di gruppo e preparazione canti Traccia annuale: Introduzione (sett./ott.); Il lavoro (nov./dic.); Il volontariato (genn./febbr.); Discussione e riflessione (da marzo). PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 31 Resoconto della presentazione progetti 2) ESEMPIO DI UNITÀ DIDATTICA UNITÀ DIDATTICA “IO, VAGABONDO” Breve introduzione Ascolto della canzone Materiale: testo della canzone Suddivisione in gruppetti di 2/3 persone e discussione sui valori e sul messaggio della canzone; cosa ci dice? Sintesi – Interazione Conclusione dell’animatore Egli tira le somme; propone una preghiera finale sotto forma di canto (o salmo) ore 20.00h – 5 min. 5 min. 30 min. 40 min. 10 min. Fine: ca. 21.30h UNITÀ DIDATTICA “IO E LA NATURA” Momento di preghiera (sacerdote) Introduzione (1° animatore), con la canzone “Frate Sole, Sorella Luna” Introduzione al tema (2° animatore) Visione parziale del film “Era glaciale” Presentazione del tema Discussione e sintesi Preghiera conclusiva Rinfresco 5 min. 5 min. 5 min. ca. 20 min. 20 min. 20 min. 5 min. ad lib. UNITÀ DIDATTICA: “LA TIMIDEZZA” Introduzione del parroco Giochi: esercizi teatrali; gioco della verità Discussione sulla base dei giochi appena fatti, con il tema: “Come è stato mettersi in discussione?” Bello? Imbarazzante? Come vincere la timidezza? Conclusione: l’animatore tira le somme Rinfresco e grigliata di cinghiale Ciao, ciao… andiamo alla “Sagra dell’uva” 10 min. 30 min. 30 min. 10 min. ??? … Pagina 32 Resoconto della presentazione progetti UNITÀ DIDATTICA “LA CONDIVISONE DELL’AMORE” La lettera a Diogneto Saluto, sintesi delle prime due serate, presentazione della tematica: la condivisione (parroco, 1° animatore) 5/10 min. Brain storming con bigliettini pre–conoscenza sul tema; ev. domande stimolo con il questionario sotto riportato (1° anim.) ca. 30 min. Lettura del testo, da consegnare ai ragazzi (2° animatore) 5 min. Breve riassunto–schema della Lettera (con tabellone); collegamenti e confronto con i bigliettini (2° animatore) ca. 30 min. Sintesi e conclusione; piccola introduzione al prossimo incontro; conclusione della serata con la preghiera (sul tema) ca. 15 min. Questionario: Cosa vuol dire condividere? Con chi condivido? Perché (o per chi) condivido? UNITÀ DIDATTICA “GESTIRE LE NOSTRE EMOZIONI” Preparazione sala per l’esposizione del tema e suc- cessivo dibattito (resp.: 2 giovani del gr.) 20.00h Introduzione del tema (1° anim.) 20.30h Svolgimento del tema (2° anim.) 20.35h È importante che nello svolgere il proprio compito i due giovani responsabili della sala (che però si devono fare aiutare) abbiano un modo diverso di gestire le loro emozioni (vanno istruiti prima): 1. rispettoso, cortese, che cerca di mettere a suo agio l’interlocutore, benché sicuro e determinato nello svolgere il proprio lavoro; 2. molto emotivo (nervoso o arrabbiato se qualcosa non va, poco tatto, egocentrico…). Questa fase introduttiva preparatoria è richiamata durante lo svolgimento del tema. Schema riassuntivo e discussione Conclusione con preghiera (parroco) Rinfresco 21.00h 21.30h 21.45h PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 33 Resoconto della presentazione progetti 3) ESEMPIO DI USCITE DI GRUPPO USCITA A PADOVA No. di partecipanti: 12 Mezzo di trasporto: treno Giorni: 2 Durata: partenza: sabato alle 6.00h; ritorno: domenica alle 20.00h Programma: 10.00h: sistemazione in albergo 14.00h: visita a Sant’Antonio da Padova 17-19.00h: libertà 20.00h: Sagra dell’oca padovana fino alle 24.00h: discoteca Do 10.30h: S. Messa 12.00h: pranzo 13.00h: visita al museo di S. Gimmy 16.30h: partenza e rientro USCITA “TREGIORNI” Programma: 1° giorno 7.00h: partenza 10.00h: arrivo a Vigevano + visita della città 12.45h: pranzo 14.15h: partenza per monastero + visita guidata + ascolto dell’Ora media 16.00h: rientro + sistemazione all’agriturismo 19.00h: cena 20.30h: attività serali ricreative 22.30h: ‘nanna 3° giorno 7.30h: sveglia 2° giorno 7.30h: sveglia 8.00h: preghiera 8.00h: preghiera 8.15h: colazione 8.15h: colazione 9.00h: preparazione bagagli 9.15h: partenza per il parco naturale 9.30h: partenza per Milano Ticino (bici) + visita 10.00h: arrivo + Caccia al tesoro 12.30h: picnic; segue pomeriggio libero 12.00h: pranzo 16.30h: rientro 13.00h: visita del Duomo e scala 19.00h: cena 16.00h: rientro 20.00h: serata riflessiva 18.00h: arrivo a casa 22.30h: ‘notte Pagina 34 Pagina 34 Resoconto della presentazione progetti USCITA IN UMBRIA Giorni: 5 Programma: Mercoledì: partenza 16h da Gironico, piazza della Chiesa Trasferimento in treno fino ad Assisi ed alloggio presso la Casa delle Suore di S. Brigida Cena al sacco Giovedì: sveglia, lodi, colazione Catechesi con un frate del convento (ca. 1h) Visita guidata della Basilica di S. Francesco Pranzo Corsa d’orientamento per la città Cena e serata d’animazione Venerdì: sveglia, lodi, colazione Catechesi Gita a piedi verso le carceri + visita del luogo Pranzo al sacco Messa all’aperto Rientro in serata, cena Serata libera Sabato: sveglia, lodi, colazione Catechesi Visita a S. Chiara e S. Damiano Pranzo Pomeriggio ricreativo Cena Serata a sorpresa Domenica: sveglia, lodi, colazione Messa a S. Maria degli Angeli Partenza PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pagina 35 Pagina 35 Resoconto della presentazione progetti ALCUNE OSSERVAZIONI CONCLUSIVE AL RIGUARDO DELLE “USCITE” Responsabilizzare i più grandi del gruppo nei confronti dei più giovani: ma è realistico? Cfr. la questione del rapporto adolescenti–preadolescenti; cfr. il fatto che fino ai 18 anni gli adolescenti tendono a fare i cavoli loro. Meglio programmi “leggeri” o “intensi”? Un programma dettagliato ad un 13enne può essere utile; ma se il gruppo comprende età diverse, allora è meglio differenziare maggiormente le attività. Utile il volantino anche per informare le famiglie: hanno diritto di sapere! I costi: non esagerare e non sottovalutarne l’incidenza per quanto concerne l’adesione alla proposta. Curare l’aspetto dell’alloggio, in caso di uscite: dove si va? Se si utilizza una casa religiosa, dove c’è qualcuno che dà un’accoglienza, può essere utile. Le esperienze saranno normalmente dei momenti forti, che possono cambiare le persone ed il gruppo. Occasioni utili per favorire la conoscenza tra animatori e ragazzi, come pure tra i ragazzi stessi. Tener presente le alternative in caso di cattivo tempo. Importante avere un buon clima da subito (bivacco, gioco…). Meglio avere e ricevere le iscrizioni per iscritto, anche per uscite di un solo giorno. La critica/autocritica è importante: sottoporre il progetto ad un “esterno” per un confronto realistico. AL RIGUARDO DELLA “PROGRAMMAZIONE ANNUALE” Si discute uno dei temi di fondo del we: darsi un progetto di gruppo. Il progetto non diventa forse qualcosa di troppo rigido? È comunque importante per il gruppo sapere più o meno che cosa lo aspetta, poi il dettaglio sarà precisato strada facendo. Avere un progetto permette di avere un sentiero in modo da non essere angosciati, nel corso dell’anno, dal fatto di dover ogni volta pensare tutto da zero. Sempre sul progetto, si ricorda che il tema è semplicemente un fil-rouge, e non una “camicia di forza”. Poi si è liberi di giocarci dentro. Importante è pensare e costruire il progetto con più teste. Un problema: il gruppo può stufarsi del tema annuale! PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA AZIONE CATTOLICA TICINESE – SETTORE GIOVANI Pastorale Giovanile Diocesana Casella postale 5286 Via Cantonale 2a 6901 Lugano Tel.: 091 968 28 30 Mail: [email protected] Sito: www.pastoralegiovanile.ch Azione Cattolica Ticinese Settore Giovani Casella postale 5286 Via Cantonale 2a 6901 Lugano Tel.: 091 950 84 64 Mail: [email protected] Sito: www.azionecattolica.ch
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