newsrai una casa nel cuore

PRESENTAZIONE
C
ristiana
Capotondi
è
Anna,
la
“Condominio Occidentale” di Paola Musa in onda
protagonista di una storia che pone
lunedì 6 aprile in prima serata su Rai1. A vestire i
l’accento su uno dei grandi problemi
panni della protagonista Cristiana Capotondi, mentre
dei nostri tempi: l’emergenza abitativa.
Aurora Giovinazzo interpreta il ruolo della figlia. Il
Racconta la tragedia di chi all’improvviso
personaggio di Augusto, il capo dei condomini della
si ritrova senza lavoro, senza soldi, senza amici e
casa sul fiume, ha il volto di
soprattutto senza un tetto sulla testa. Un viaggio
Simone Montedoro è invece Francesco, l’uomo che
nel dramma di chi, proprio per le condizioni in cui è
riavvicinerà Anna ai sentimenti e all’amore, mentre
costretto a vivere, non ha voce. Ma è anche una storia
Michela Andreozzi è Lucia, una amica di Anna alle
di coraggio, determinazione e di rinascita. Il racconto
prese con una scelta molto importante. Completano il
di come sia possibile, anche nelle grandi difficoltà,
cast Nadia Kibout, Denis Campitelli, Chiara Gensini,
mantenere intatta la propria dignità e rialzarsi.
Matteo Cremon, Marco Conidi, Fabio Brunetti,
“Una casa nel cuore” una produzione Rai Fiction -
Ludovico Vitrano, Maria Rosaria Carli, Silvana De
Red Film, prodotta da Mario Rossini, per la regia di
Santis e Ninetto Davoli.
Andrea Porporati. Un tv movie tratto dal romanzo
Giorgio Colangeli,
LA STORIA
A
nna è una giovane donna come tante. Ha una casa
accogliente, un marito protettivo che l’ha spinta a non
lavorare perché “si occupa di tutto lui”, una figlia di
undici anni che adora. Ma un bel giorno suo marito
scappa senza lasciare spiegazioni e il mondo di Anna
va in pezzi. Scopre che la sua casa accogliente è sotto sfratto
esecutivo, che degli strozzini cercano il marito, che tutta la sua
vita era costruita su menzogne.
Ad Anna resta solo la figlia, Aurora. Per lei, la donna si rimbocca le
maniche, cerca un lavoro, si mette in lista per un alloggio popolare.
Ma i tempi non sono facili e madre e figlia finiscono a dormire in
macchina. Le viene in aiuto Francesco, l’impiegato di una Onlus
che si occupa di alloggi popolari. La accompagna in un posto, un
barcone sul fiume, dove si sono rifugiati con il sostegno della sua
Onlus altri senzatetto come lei: una sorta di variegata comunità
capeggiata da Augusto, detto l’Imperatore, che cerca di evitare
che dalla miseria materiale si arrivi a quella morale. E per lui c’è
un solo modo di farlo: sforzarsi in ogni momento di mantenere
la dignità. Su questo strano Condominio galleggiante Anna, fra
durezze e disagi, scopre anche il bene prezioso della solidarietà.
Ma la figlia Aurora, che all’inizio si è fatta forza, soffre sempre
di più l’anomala situazione e comincia a entrare in conflitto con
la madre, che inconsciamente ritiene responsabile dell’accaduto.
Paura, freddo, vergogna e la gelosia verso Francesco, che
Aurora vede come pretendente all’amore della madre, hanno il
sopravvento sulla ragazzina, che tenta la fuga. Per ritrovarla Anna
è costretta a rivolgersi alle forze dell’ordine, che devono prendere
atto della situazione in cui vive la piccola Aurora e fanno scattare
la macchina dei servizi sociali. Aurora viene data in affidamento
temporaneo, Anna si ritrova sola. Le sembra di non avere più
ragioni di vita e sta per lasciarsi andare. Ma la grave malattia di un
anziano e poetico abitante del barcone la rimette in pista. Anna si
fa forza, assiste il malato, comincia a essere di sostegno agli altri,
cerca incessantemente lavoro e alla fine viene premiata. Ma la già
precaria situazione della piccola comunità diventa insostenibile a
causa dell’esondazione del fiume. Anna guida i suoi compagni in
una protesta che finalmente suscita l’intervento dei media e porta
all’assegnazione di una casa provvisoria per tutti loro.
Per Anna è la possibilità di riavere con sé Aurora, che è pronta a
riabbracciarla. Forse un giorno ci sarà posto anche per Francesco
nella sua vita. Ma prima Anna sa che deve imparare a contare
solo su stessa.
NOTE DI REGIA
Q
uando ho ricevuto la proposta di Mario
ha appassionato subito: la possibilità di lavorare
Rossini e di Rai Fiction di dirigere
con Cristiana Capotondi. Un’attrice vitale, vivace,
Una casa nel cuore, ho accettato con
spiritosa e assieme capace di profonda drammaticità.
particolare interesse per due ragioni.
Dall’aspetto
La prima è stato lo script, tratto dal
nasconde una determinazione impressionante, forza
apparentemente
fragile,
ma
che
libro di Paola Musa Condominio occidentale, che
da vendere. Una Anna perfetta.
mi è apparso subito una storia universale, semplice
Cristiana ha disegnato una giovane madre che impara
e profonda come sono certi articoli di cronaca che ti
sulla sua pelle cosa significa combattere, sporcarsi
capitano per caso sotto gli occhi, smarriti in fondo alle
le mani, inventarsi una nuova esistenza, trovare un
pagine interne di un quotidiano.
tetto, un lavoro e alla fine vincere. Non mi vergogno
La storia di una donna, innanzitutto. Anna.
di confessare che a volte è difficile starle dietro,
Una donna, apparentemente fragile e rinchiusa in
essere all’altezza della sua capacità d’attenzione e
una vita un po’ soffocante, ma tranquilla, che una
di concentrazione. Ha lavorato al personaggio fin
mattina si sveglia e scopre che tutte le sue certezze
dall’inizio, fin dal nostro primo incontro sullo script
sono svanite. Il marito un po’ stalker che l’ha pian
e poi per tutte le riprese del film, fino al doppiaggio,
piano costretta, col ricatto dell’amore, a un’esistenza
approfondendolo, limandolo, giocandoci, facendolo
di completa dipendenza da lui, è sparito, ha dei debiti
crescere, scoprendone e rivelandomene le pieghe più
con degli usurai, la sua attività è fallita, ma soprattutto
umane, a volte buffe, a volte malinconiche, sempre
è fuggito senza una spiegazione per Anna e sua figlia
sorprendenti.
Aurora. Lasciandole letteralmente in mezzo a una
Insieme a Cristiana e ad Aurora Giovinazzo, la attrice
strada.
che ha prestato volto e anima (persino il suo nome
Un disastro, ma è l’inizio di una vita nuova. Perché
di battesimo) al personaggio della figlia, ho potuto
Anna reagisce. Combatte, non si arrende. Forse da
costruire un viaggio in una Roma nuova e segreta,
sola non ce l’avrebbe fatta, ma ha Aurora, sua figlia di
una Roma che sta accanto a quella cui siamo abituati,
undici anni. Per lei non può lasciarsi andare.
la solita Roma del traffico, dei turisti, della vita di ogni
È così che dal giorno in cui perdono tutto, pian piano
giorno.
Anna e Aurora, ritrovano la vita, il sapore della vita.
Una Roma bellissima che sta qualche metro sotto
Scoprono mondi che non avrebbero mai immaginato
all’altra Roma.
di conoscere. Si avventurano per un’altra città, una
La Roma del fiume. La Roma del Tevere e delle sue
Roma che rivela aspetti minacciosi e duri, ma anche
rive. Ma anche quella della campagna attorno al Parco
sorprese di bellezza e umanità imprevedibili.
degli acquedotti, dove ci si può addormentare per
E alla fine Anna è una donna diversa, più forte, più
strada, nella disperazione, in macchina e svegliarsi
libera. E l’amore che la lega a sua figlia è cambiato,
scoprendo una imprevista bellezza, che ci cambia
è diventato un legame più profondo, per entrambe,
dentro.
qualcosa per cui vale la pena vivere.
Dal punto di vista della regia seguire il viaggio di Anna
Questo porta al secondo motivo per cui il film mi
e Aurora nell’altra Roma mi ha permesso di filmare
e mostrare quella parte di splendore che tutti i giorni abbiamo
accanto, ma su cui raramente posiamo lo sguardo.
Splendore che non è solo meraviglia dei luoghi, ma anche delle
persone e degli incontri imprevisti che si fanno. Anna e Aurora
incontrano brutte e belle persone nella loro avventura. Ma saranno
queste ultime a costituire una nuova famiglia per loro. Un piccolo
gruppo di senza casa, che viene ospitato “provvisoriamente” come
loro in una casa galleggiante sul fiume, in attesa di un alloggio
popolare. Quell’intermezzo nelle loro vite, la casa sul fiume e i
compagni che la abitano, diventerà un ricordo indelebile e caro.
È qui che incontrano nuovi amici che le aiuteranno a rifarsi una
esistenza. Primo tra tutti una specie di angelo custode, interpretato
da un fantastico Ninetto Davoli, un uomo misterioso, che ha deciso
di non parlare, solo lui sa perché, ma che si affeziona ad Anna e
Aurora e si prende cura di loro a suo modo, con poesia e leggerezza.
E alla fine decide di rompere il suo silenzio per loro, anche se solo
per dire tre parole, ma così importanti che non poteva tacerle.
E poi c’è Augusto, interpretato dal grande Giorgio Colangeli, che
è il capo del piccolo gruppo di “condomini” della casa sul fiume,
preoccupato di difendere la loro normalità di esseri umani, di
aiutarli a restare persone degne di questo nome.
E accanto a loro un gruppo di personaggi, segnati dall’avventura
che è capitata, ma solidali e disposti a mettere insieme i loro talenti
cui hanno prestato volto e anima Chiara Gensini, Nadia Kibout,
Marco Conidi, Matteo Cremon, Fabio Brunetti, Denis Campitelli.
E poi Simone Montedoro, che interpreta Francesco, l’uomo che
forse riuscirà a convincere Anna a dare una nuova chance ai
sentimenti e all’amore.
Infine Ludovico Vitrano, che ha saputo portare con pazienza i
panni difficili del marito inadeguato, non all’altezza della donna che
aveva a fianco, e Michela Andreozzi che interpreta con sensibilità
e delicatezza il ruolo di un’amica di Anna che deve fare una scelta
difficile.
Voglio ricordare per il grande contributo dato al film anche Beatrice
Scarpato, che ha saputo disegnare con le sue scenografie l’altra
Roma, la Roma del cuore, che cercavo. E poi Mary Montalto, che
con i suoi costumi ha restituito ai personaggi della storia la dignità di
persone che voleva per loro Augusto/Colangeli. E poi la fotografia
di Marcello Montarsi, un occhio cristallino sui volti e i luoghi, la
musica in fondo all’anima di Francesco Cerasi, e il montaggio
impeccabile e attento alle ragioni dei personaggi di Simona Paggi.
Vorrei ringraziare infine la Red Film e Rai Fiction per avermi affidato
questa bella storia e per avermi sostenuto nel raccontarla.
Andrea Porporati
RAI FICTION
presenta
CRISTIANA CAPOTONDI
in
UNA CASA NEL CUORE
Regia di
ANDREA PORPORATI
Una coproduzione RAI FICTION – RED FILM
prodotta da MARIO ROSSINI per RED FILM
CAST Artistico
ANNACRISTIANA CAPOTONDI
AUGUSTOGIORGIO COLANGELI
FRANCESCOSIMONE MONTEDORO
LUCIAMICHELA ANDREOZZI
AURORAAURORA GIOVINAZZO
NADINENADIA KIBOUT
PIETRODENIS CAMPITELLI
CLAUDIACHIARA GENSINI
ANTONIOMATTEO CREMON
BRUNOMARCO CONIDI
NINOFABIO BRUNETTI
SANDRO CARLI
LUDOVICO VITRANO
GIUDICEMARIA ROSARIA CARLI
PORTIERASILVANA DE SANTIS
ALBERTONINETTO DAVOLI
CAST Tecnico
RegiaANDREA PORPORATI
Soggetto
GIUSEPPE BADALUCCO, FRANCA DE ANGELIS,
FRANCESCA PANZARELLA, PAOLA MUSA, TIZIANA SENSI
Sceneggiatura
GIUSEPPE BADALUCCO, FRANCA DE ANGELIS,
FRANCESCA PANZARELLA
Tratto dal romanzo “Condominio Occidentale”
di Paola Musa - Salerno Editrice
Direttore Fotografia
MARCELLO MONTARSI
Fonico di presa diretta
MASSIMO PISA
MontaggioSIMONA PAGGI
Scenografia
BEATRICE SCARPATO
MusicheFRANCESCO CERASI
Edizioni Musicali RAI COM
CostumiMARY MONTALTO
TruccoBRUNO TARALLO
AcconciatureMIRELLA CONTE
CastingADRIANA SABBATINI
Organizzatore generale
MAURO MAGGIONI
Produttore
MARIO ROSSINI - RED FILM per RAI FICTION
Produttori RAI
FANIA PETROCCHI
NOTE DI PRODUZIONE
Q
uando ho letto il libro di Paola Musa
Condominio Occidentale, sono rimasto
subito
colpito
dalla
straordinaria
contemporaneità di questa storia così
umana ma, allo stesso tempo, così
tragica e tristemente quotidiana.
Ho capito subito che sarebbe stato materiale perfetto
per un film di denuncia col compito di lanciare un grido
d’allarme verso il problema delle emergenze abitative.
Forse al cinema, una tematica così urgente avrebbe
faticato a esprimersi, mentre trovo che la dimensione
televisiva abbia messo ancora più in risalto la grande
commozione che scaturisce da una situazione di
difficoltà come quella raccontata in Una casa nel cuore.
La sensibilità della vicenda è stata subito colta dalla
Rai, che ha sposato il progetto senza indugi.
Inoltre, durante le riprese, l’intero gruppo di lavoro ha
avuto modo di misurarsi con una realtà troppe volte
coperta ai nostri occhi e che, negli ultimi tempi, non ha
fatto distinzione di classe tra le vittime.
Rispetto al romanzo, però, abbiamo apportato una
differenza importante e, ce lo permetteranno, più poetica
per il pubblico: il grande parcheggio decentrato in cui la
protagonista e sua figlia trovano riparo è diventato nel
film un barcone solidale sulle rive del Tevere, scelta
che ci ha permesso di avvalerci anche dello splendido
scenario naturale e artistico della Capitale.
Così facendo, gran parte degli attori e della troupe si è
trovata coinvolta in difficili condizioni di ripresa, specie
per le sequenze della piena del fiume, girate in pieno
novembre, per le quali si è reso necessario anche
l’ausilio di un’elaborata effettistica digitale in 3D sia sul
set che in post-produzione.
Mario Rossini