Italia paese so oassicurato

Aprile 2015
SOTTO LA LENTE
Italia paese sottoassicurato
Che l’Italia sia un Paese sottoassicurato lo dicono i
numeri, e non una credenza diffusa. Strano ma vero,
in un Paese la cui tradizione popolare ha intrecciato
da sempre le proprie radici con quelle della scaramanzia, un intero universo di riti, leggende, immagini
e racconti che fanno degli italiani uno dei popoli più
superstiziosi del mondo. Eppure, proprio gli italiani
sembrano non avere imparato che c’è un modo
molto pratico per allontanare le paure e alleggerire i danni derivati dagli incidenti, di qualsiasi
natura.
Secondo la Polizia Stradale almeno il 5% dei veicoli
che circolano sul nostro territorio non è in regola
con la copertura assicurativa, obbligatoria per
legge. Il dato è emerso dai controlli effettuati, in un
unico giorno, dalla Stradale su tutta la penisola. Al
sud la percentuale raddoppia e, in alcune province,
supera il 10%. Un esperimento lungo 24 ore di
controlli, e quindi parziale, che ha portato a 10
denunce e 125 veicoli sequestrati.
Ma l’emergenza non è legata solo alla RC auto. Una
ricerca dell’Associazione Bancaria italiana (ABI) e
dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), infatti, evidenzia la pesante sottoassicurazione che caratterizza le Piccole e Medie
Imprese italiane (PMI), motore produttivo del
Paese. I dati dell’'Associazione Italiana Brokers di
Assicurazione e Riassicurazione (Aiba) mostrano
che il 14% delle PMI non è assicurato contro gli
incendi, il 31% non si protegge dai furti e, per quanto
riguarda i rischi emergenti, solo il 28% si tutela da
rischi tecnologici. Il 23% non ha coperture di responsabilità civile prodotti e solo il 15% ha sottoscritto
una polizza credito o cauzioni, il 12% una copertura
contro i rischi da inquinamento e soltanto il 3% si
assicura contro le interruzioni di attività.
IPR Marketing per il settimanale Plus24 sulle condizioni di reddito e risparmio degli italiani, nel 2012 ha
messo in evidenza come la preoccupazione di molti
nostri concittadini sia rivolta verso il presente,
mentre pochi riescono a essere previdenti per il
futuro. Dall’indagine emerge infatti che l'81% degli
intervistati non possiede né un’assicurazione sulla
vita né una assicurazione sanitaria. Il 71%, inoltre,
ha dichiarato di non possedere un’assicurazione sui
danni, eccezion fatta per la RC auto. Le percentuali
sono molto elevate e le cause si possono intravedere nel difficile contesto economico in cui versa gran
parte del Paese. Il 3% degli intervistati ha dichiarato
di aver dovuto interrompere il pagamento di polizze
assicurative su vita, salute e danni. Tra le cause di
queste interruzioni, la più diffusa è risultata
essere il reddito insufficiente (40%), a cui si
aggiunge un 12% di intervistati che ha affermato di
aver interrotto il pagamento perché, pur non attraversando gravi difficoltà economiche, ha considerato
queste polizze spese non indispensabili, e quindi
sacrificabili. Le spese assicurative sono percepite da
molti come "superflue", eppure una recente indagine
GFK-Eurisko sulle maggiori preoccupazioni delle
famiglie italiane vede nei primi dieci posti la crescita
e il futuro dei figli, le spese impreviste per infortunio/malattia, la perdita del posto di lavoro , il rischio di
perdita dei risparmi accumulati a causa di “default”
finanziari e la tranquillità economica al momento del
ritiro dalla vita lavorativa. Preoccupazioni comprensibili a cui una compagnia assicurativa, con
i suoi prodotti, può dare una risposta concreta.
La RC auto e le coperture delle PMI sono solo due
esempi, molto lontani tra loro, indice di come la
tendenza degli italiani sia quella di sottovalutare i
rischi e le potenzialità delle polizze. Un sondaggio di
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Aprile 2015
APOTROPAICO
Il Gobbo
Il profilo del gobbo fa pensare a qualcuno che è curvo sotto il peso di qualcosa. In passato questo peso è stato
associato alla ricchezza e alla fecondità. È una figura popolare molto nota nella tradizione napoletana,
conosciuto come “O’ Scartellato”: ha un enorme gobba sulla schiena e questa sua deformazione fisica lo
costringe a camminare chino in avanti. Bisogna però aggiungere che nell’immaginario collettivo questo personaggio è raffigurato con un cilindro nero in testa, una giacca nera, un papillon rosso, camicia bianca e due
gambe a forma di corno rosso. Secondo il costume partenopeo toccare la sua gobba porta fortuna.
Questo gesto scaramantico, annoverato tra le antiche credenze come indice di buon augurio, porta benessere, ricchezza e prosperità. La figura del gobbo si pone, quindi, come antagonista dello iettatore. Nella Smorfia
napoletana il gobbo corrisponde al numero 57, mentre nella tradizione partenopea corrisponde ad un amuleto
fatto di plastica, di corallo o di altro materiale ed usato in maniera analoga al corno rosso. Nel 1942 una commedia in tre atti di Peppino De Filippo, “Non è vero...ma ci credo” ha ripreso in tal senso la figura del
Gobbo.
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