Giornale di Brescia. Dem bresciani, a favore 5 su sei

PRIMO PIANO
GIORNALE DI BRESCIA VENERDÌ 17 APRILE 2015
LA POLITICA
Bersani: sull’Italicum combatteremo
Dopo l’infuocata assemblea di mercoledì, l’ex segretario Pd suona la carica
ma poi assicura: non vogliamo far cadere il governo. E la minoranza appare divisa
ROMA Il day after della riunione
coledì sera: Bersani ha definito la
del gruppo del Pd alla Camera, che
minoranza «combattiva e non in rimercoledì sera ha approvato il
tirata», ma poi ha assicurato anche
«no» alle modifiche all’Italicum, seche «non vogliamo far cadere gogna un momento di difficoltà o alverno ma convincere a modificare
meno di riflessione nella minoranil percorso» . E 22 senatori bersaniazaDem. Al suo interno si manifestani e civatiani hanno invitato i depuno più posizioni, da quelle più dutati Dem a votare per modificare
re di Pippo Civati, Stefano Fassina
l’Italicum. Una mossa considerata
e Alfredo D’Attorre, passando per
non elegante, come sferzante è l’inquelle pur combattive di Pier Luigi
vito del senatore bersaniano MiBersani, fino a quelle di un folto
guel Gotor ai deputati della sinistra
gruppo di esponenti di Area Riforinterna a «essere coerenti in Aula»,
mista «a disagio» di fronte all’irrigicome per dubitare che lo saranno.
dimento dei toni e favorevoli a riUn clima non propriamente serespettare le decisioni
no. E a Montecitorio, da
prese dal gruppo.
una parte D’Attorre e
In questo scenario anFrancesco Boccia dicono
MANOVRE
cora sfilacciato tutti i
che non voteranno l’Italigruppi parlamentari La vera discussione cum se non verrà cambiaspostata dalla
hanno convenuto di
to, dall’altra c’è una amspostare la vera dipia fetta di Area RiformiCommissione
scussione in Aula, tra
sta (la componente guidaall’Aula
due settimane.
ta da Roberto Speranza)
Ieri si è conclusa la di- fra due settimane: di parere diverso: dopo il
scussione generale si cerca di favorire
voto nel Gruppo, dicono
sull’Italicum in Comin diversi, si deve rispettala mediazione
missione, ed è stato
re il principio democratideciso di far slittare il
co e le decisioni della
termine degli emendamaggioranza.
menti da oggi a lunedì 20 aprile.
È l’esortazione per esempio di DaQuesto, ha spiegato il presidente
rio Ginefra, che parla esplicitamenFrancesco Paolo Sisto (Fi), perché
te di «disagio» tra le fila della mino«tutti i gruppi si sono impegnati a
ranza verso i «teorici della guerripresentare solo gli emendamenti
glia». E Davide Zoggia dice che se
essenziali». Cosa confermata da
gli emendamenti saranno respinti
esponenti delle opposizioni, come
si dovrà votare sì alla legge. Matteo
Danilo Toninelli (M5s) o Stefano
Renzi, ieri partito per Washington,
Quaranta (Sel). Altrettanto faransi è detto «soddisfatto» per l’esito
no le varie anime della sinistra del
della Assemblea di mercoledì sera,
Pd: Stefano Fassina ne ha annune ha espresso «grande rispetto per
ciati due, e Davide Zoggia, di Area
le dinamiche in atto all’interno delRiformista tre. In casa Pd si è cercala minoranza Pd». Un modo eleganto ieri di riprendere il bandolo della
te per prendere atto delle divisioni
matassa, dopo il confronto di mernella sinistra.
L’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in Aula alla Camera
REGIONALI LIGURIA: DOPO L’AVVISO DI GARANZIA
Il Pd a Paita: resti la nostra candidata
GENOVA Il Pd sta con Raffaella Paita. Un avviso di garanzia per
l’alluvione di Genova dell’8 ottobre scorso (un morto e la zona
centrale della città devastata), non scalfisce la fiducia del partito
verso la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione.
Da quando l’altro ieri il Pd ha saputo dell’avviso di garanzia per
omicidio e disastro colposo e mancata allerta, i vertici si sono
confrontati e mai sembra essere trapelata la possibilità di non
sostenere Paita. La renziana vincitrice delle primarie, a quanto si
apprende, avrebbe detto di essere pronta a un passo indietro se il Pd
lo avesse voluto. Con Renzi in viaggio verso gli Usa sono stati il
numero due del partito, Guerini, e il sottosegretario Lotti, a schierarsi
apertamente al fianco della candidata indagata: «Vai avanti».
Dem bresciani, a favore 5 su sei
Nuova legge elettorale, si astiene solo l’on. Cominelli
BRESCIA Cinque voti a favore e un’astenuta.
È questo l’esito del voto bresciano all’assemblea dei deputati del partito democratico chiamati ad approvare il testo sulla nuova legge
elettorale che la settimana prossima arriverà
alla Camera per il voto finale.
La voce fuori dal coro è quella di Miriam Cominelli, che quando è stata chiamata a esprimere
il proprio giudizio sull’Italicum insieme ai
suoi 309 colleghi del Pd ha preferito abbandonare la riunione. «Come minoranza avevamo
chiesto di inserire la possibilità di apparentarsi al secondo turno. L’assemblea del partito ha
deciso invece che bisogna andare avanti senza modificare il testo. Pertanto non ho partecipato al voto, ma quando il testo arriverà in Parlamento per l’approvazione finale mi adeguerò alla linea dell’assemblea». Non concordano
con lei gli altri deputati bresciani pro-Itali-
NUOVO CENTRODESTRA
A Stresa, tre giorni di incontri
con Lupi, Cattaneo e Parolini
BRESCIA Prende il via oggi pomeriggio a
Stresa la tre giorni di formazione per gli
amministratori locali organizzata dal
Nuovo Centro Destra e da Area Popolare
di Brescia. Da oggi pomeriggio a domenica
mattina sono previsti incontri e momenti
di confronto con i consiglieri regionali del
Gruppo Ncd al Pirellone, con il
capogruppo di Area Popolare alla Camera,
Maurizio Lupi, il Presidente del Consiglio
Regionale della Lombardia Raffaele
Cattaneo, l’assessore regionale Mauro
Parolini, l’eurodeputato Massimiliano
Salini, l’on. Raffaello Vignali.
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cum. «Condivido in pieno la proposta di votare subito alla Camera la legge elettorale approvata al Senato - dice Alfredo Bazoli -. Sono 13
mesi che discutiamo questo testo dopo la prima approvazione a Montecitorio. Questo sistema elettorale assicura stabilità e rappresentatività oltre ad essere il migliore che oggi si
possa offrire al panorama politico».
Della stessa opinione anche Guido Galperti,
che parla di un testo che va nella giusta direzione per garantire una solida maggioranza a chi
vincerà le prossime elezioni senza essere
ostaggio dei voleri di singoli parlamentari. «Le
correzioni fatte al Senato, richieste dalla minoranza Pd, sono sufficienti per garantire una democrazia elettorale - spiega Luigi Lacquaniti.
Mi pare che ci sia un giusto temperamento tra
un principio di rappresentatività degli eletti e
un principio di governabilità. D’accordo è anche Gregorio Gitti: «Io credo che si vada verso
una semplificazione del sistema politico e una
elaborazione della doppia coalizione in un
possibile bipartitismo». Più diretta l’opinione
di Marina Berlinghieri: «La legge elettorale perfetta non esiste, ma sono state accolte le richieste della minoranza interna al Pd e l’Italicum è
stato modificato al Senato. Ora però è tempo
di farla diventare legge e continuare il cammino delle riforme». Da spettatore, il senatore Paolo Corsini rimane nettamente contrario al testo di Matteo Renzi: «Non c’è l’apparentamento al secondo turno e questo non garantisce
un sistema politico basato sull’alternanza e uccide il bipolarismo a favore del partito unico
della nazione. Inoltre avremo un parlamento
di nominati perché con l’Italicum i tre quarti
dei deputati sarà composto dai capolista decisi dalle segreterie di partito».
Davide Cordua
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Italicum, i dubbi
del prof. Spadacini:
«Versione peggiorata
del Porcellum»
BRESCIA «L’Italicum è la versione peggiorata del Porcellum. Perché tecnicamente tutti i modelli proporzionali con
premio di maggioranza costruiscono
una rappresentanza forzosa». Questa
l’opinione del giurista Lorenzo Spadacini che insegna Diritto Costituzionale
all’Università Statale di Brescia e che
mercoledì ha partecipato all’audizione
in Commissione Affari Costituzionali alla Camera proprio sul nuovo sistema
elettorale in discussione in Parlamento.
Non solo, secondo Spadacini, vi è un errore nella formulazione della legge che
potrebbe portare all’elezione di un numero maggiore dei 630 deputati previsti
proprio dall’Italicum. «Il problema dei
seggi - spiega - è collegato al cattivo coordinamento delle discipline. In particolare la questione scaturisce dalle due Regioni a statuto speciale, la Valle d’Aosta e
il Trentino. L’Italicum assegna sì i seggi
di maggioranza attraverso il riparto nazionale, ma non tiene conto dei resti e
dei seggi che sarebbero assegnati in queste due regioni alla minoranza con un
modello tipo Mattarellum. In sostanza si
potrebbe correre il rischio di eleggere 10
deputati in più». Proprio per questa ragione il Movimento 5 Stelle ha depositato un emendamento per correggere l’errore contenuto nel progetto di legge.
Spadacini non risparmia critiche ad una
legge che definisce «eversiva» perché
«prevede l’elezione diretta del primo ministro attraverso un doppio turno a livello nazionale. Un unicum nel mondo». Secondo il giurista bresciano non regge
nemmeno la teoria secondo cui «l’Italicum in questo modo permette la sera
stessa delle elezioni di stabilire chi governa». «Nemmeno il modello maggioritario più estremo, quello inglese, permette
di far coincidere la maggioranza parlamentare con il primo ministro il giorno
stesso delle elezioni. Il vincitore, la sera
stessa, lo si ottiene nei sistemi presidenziali, ma anche Obama potrebbe non
avere la maggioranza al Congresso».
Carlo Muzzi