Anzio: record sui Settecentomila

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Anzio: record
sui Settecentomila
Grande eccitazione a Villa Sarsina. Dieci anni di
tribolazioni e finalmente la Regione Lazio assegna
al Comune di Anzio la concessione per il nuovo
porto, che ovviamente prevede un pagamento.
Nel caso specifico 700.000 euro. Il pagamento
della somma viene fatto in tempi da record. Il
Comune, pur avendo le casse vuote, in una ventina di giorni trova
il sistema per avere in prestito il denaro da una banca, ponendo a
garanzia un immobile comunale. In poco tempo il problema è risolto.
L’amministrazione ha dimostrato di saper trovare soluzioni a tempi da
record quando in ballo ci sono cose importanti. Cogliamo l’occasione
di questa efficiente azione politico-amministrativa cercando di
stimolare prossime azioni, che assieme a tanti cittadini riteniamo
urgenti per il progresso e lo sviluppo della nostra città. E per le quali si
dovrebbero battere altri record. Con settecentomila euro si potrebbe
avviare la messa in funzione di un asilo nido comunale o togliere
l’onere del pagamento della mensa a tante famiglie che non ce la
fanno. Con altri settecentomila euro si potrebbe realizzare un teatro,
che la città chiede da anni. Con altri settecentomila euro si potrebbe
aumentale la cubatura delle nostre scuole, dato che ogni anno sale la
richiesta di iscrizioni e i dirigenti scolastici sono costretti a chiudere
laboratori per realizzare nuove aule. Con altri settecentomila euro si
potrebbe realizzare un centro polifunzionale per i giovani e fare una
politica seria di orientamento al lavoro e allo studio volta a favorire
l’inserimento del giovane nella società. Con altri settecentomila euro
si potrebbero avviare i lavori per migliorare le strutture urbane dei vari
quartieri diversi dal Centro Storico (marciapiedi, segnaletica, viabilità
). Con altri settecentomila euro si potrebbe migliorare l’arredamento
urbano della città, che è scarso e per lo più di cattivo gusto. Ci
auguriamo che, per queste e per molte altre cose, vengano trovate le
risorse con altrettanto tempismo. E speriamo che la vicenda del porto
vada bene in porto. Non vorremmo correre il rischio di perdere un
bene pubblico messo a garanzia del prestito perché il Comune non
riesce a far fronte alle tante spese. Magari proprio una scuola.
Andrea Mingiacchi
CASA DI PROPRIETÀ IN CRISI
Cresce il numero delle vendite degli immobili all’asta
PENDOLARI: TUTTO DA RIFARE
Respinta la class action contro Trenitalia, il comitato va avanti
“QUESTO PORTO NON CI SALVERÀ”
Intervista a Petriconi, esponente Pd. Dubbi sul progetto
ACQUA: UN DIRITTO PER POCHI
Nonostante la vittoria referendaria,
agli utenti morosi cartellino rosso sui contatori
LO SBARCO DI ANZIO IN MOSTRA
AL VITTORIANO
A Roma 300 foto inedite,
mappe e filmati ricordano l’arrivo degli alleati
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n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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CASA DI PROPRIETA’ IN CRISI
Aumenta il numero delle vendite di immobili all’asta e
si taglia tutto, anche i beni necessari
A fine settembre è stata presentato il rapporto,
a cura dell’osservatorio delle ACLI del Lazio,
dal titolo: ‘S.O.S. famiglia. Solitudini, ostacoli
e speranze delle famiglie del Lazio nella
quotidianità problematica’, uno spaccato
su come la crisi economica che attanaglia
l’Italia si ripercuota sul modo di vivere e sulle
abitudini delle famiglie laziali.
Dal rapporto emergono una serie di dati
allarmanti: solo il 26,9% delle famiglie,
infatti, si dice sicura, mentre il 31,4%
asserisce di navigare a vista, ossia di prendere
la vita alla giornata, non riuscendo più a fare
dei progetti per il futuro e, persa la facoltà di
far fronte a tutte le difficoltà economiche, ha
cominciato a privarsi di beni e servizi come
abbigliamento, divertimenti, vacanze. A parte
ci sono poi le famiglie denominate ‘nuclei a
rischio’ (27,9%) e i pensionati (13,5%), che
colpiti già da parecchio tempo dalla crisi,
hanno ridotto sensibilmente il loro status
vivendi, arrivando a privarsi anche dei beni
di prima necessità.
Da tutto questo si delinea anche un nuovo
e inedito tipo di famiglia, sempre meno
tradizionale: diminuiscono i matrimoni,
si fanno meno figli mentre aumentano
le separazioni e la presenza sempre più
massiccia dei così chiamati ‘bamboccioni’.
Solo che, se una volta erano i 18-30enni a
restare nelle case paterne, ora invece la fascia
d’età si è sensibilmente alzata, arrivando a
colpire anche i 35-44enni, con un dato che
nel giro di vent’anni si è più che raddoppiato,
passando dal 4,6 del 1990 all’attuale 10,8%.
“Lo studio delle ACLI dimostra che le
famiglie sono state lasciate da sole davanti
alla crisi” si lamenta a fine convegno il
senatore del PD Di Giovan Paolo “Bisogna
intervenire sui redditi, basta con la promessa,
non mantenuta, del quoziente familiare.
Per ora l’unica cosa certa è che il Lazio ha le
addizionali Irpef e Irap più alte d’Italia”.
Già lo scorso anno, dalle colonne del nostro
giornale avevamo lanciato il grido d’allarme
sull’emergenza crisi e sulla povertà crescente
dei cittadini di Anzio. Lo avevamo fatto
provando a trovare quelle cartine-tornasole
che potessero in qualche modo darci delle
indicazioni su come questa emergenza fosse
ormai dilagante nel territorio. Questa volta,
partendo invece dal rapporto delle Acli, ci
siamo chiesti se ci fossero dei nuovi parametri
da individuare, per capire quanto la crisi
economica stia colpendo la nostra città, e
li abbiamo trovati nelle case che vengono
messe all’asta nel Tribunale di Velletri.
Le aste giudiziarie che vengono allestite dal
tribunale di competenza - nel nostro caso
quello di Velletri - sono uno strumento
per attuare la vendita forzata di un bene
appartenente a un privato o a una società
aggravati di debiti.
Se prendiamo in esame solo le 610 procedure
fallimentari attualmente in corso che si
riferiscono alla categoria degli immobiliresidenziali (villette e appartamenti),
arriviamo a conclusioni impressionanti: ben
123 di esse, infatti, sono relative a costruzioni
presenti nel comune di Anzio e 92 in quello
di Nettuno (seguono nell’ordine Ardea con 80
e Velletri con 43), per uno score complessivo
che, per le nostre due cittadine, si aggira
intorno al 36% dei casi.
Analizzando caso per caso ci siamo resi conto
che quasi tutte queste unità immobiliari sono
state messe all’asta dalle banche o istituti di
credito per inadempienze nei pagamenti dei
mutui concessi ai vecchi proprietari.
Se pensiamo che fino a poco tempo fa il sogno
dell’italiano medio era quello di acquistare una
casa propria, questo ci può far comprendere
l’entità dell’emergenza sociale che la crisi ha
creato e il dramma che viene vissuto da tutte
quelle famiglie che non riescono più a trovare
ogni mese i soldi per pagare il mutuo che,
dopo un periodo di tregua, a causa del tanto
nominato spread bancario (termine tra i più
inflazionati in questo periodo, ma di cui ben
pochi conoscono la ripercussione che il loro
aumento produce sulle tasche della gente),
sono tornati a salire.
Si tratta di persone che per anni hanno
lavorato e messo da parte una buona quota
per il tanto sperato bene di proprietà e che,
improvvisamente, con un colpo di spugna,
vedono spazzati via i sacrifici di mezza vita e
rischiano di vivere in mezzo a una strada, nel
senso letterale del termine.
Dietro questo vero e proprio mercato
speculativo, stanno tutti i più importanti
istituti di credito: BNL, Unicredit e Monte
Paschi di Siena.
Molte volte, però, a causa delle vecchie
norme risalenti al 1942, nella rete delle aste
fallimentari si trovano invischiati anche
coloro che hanno pagato regolarmente
la loro abitazione; purtroppo le cronache
si sono occupate troppe volte di famiglie
coinvolte, loro malgrado, nel crack di società
costruttrici. La legge parla chiaro, se una ditta
costruttrice fallisce, le unità immobiliari
da essa vendute nell’ultimo anno possono
entrare a far parte del capitale fallimentare ed
essere messe all’asta per soddisfare i creditori.
Norme certamente superate che il legislatore
ha deciso, in parte, di rivedere con il D.Lgs.
122/2005, tentando di trovare una serie di
garanzie per l’acquirente (come la fidejussione
obbligatoria), ma queste innovazioni sono
ancora per lo più disattese, sia perché c’è
da parte dei costruttori una certa ritrosia
ad applicarle (soprattutto per un fatto di
costi), ma anche perché il compratore non
conoscendo perfettamente i propri diritti,
non sempre li fa valere alla firma del contratto.
A proposito di costruttori in crisi, c’è da
segnalare la presenza, tra i beni messi all’asta,
anche di un intero complesso immobiliare,
quello posto tra viale Roma e via degli abeti,
con ben 14 villette… ancora in costruzione.
Maurizio D’Eramo
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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NUOVO PORTO:
LA CITTÀ CHIAMA LA CAPO D’ANZIO RISPONDE
PARLA LUIGI D’ARPINO PRESIDENTE DELLA CAPO D’ANZIO
Per dirla come il sindaco Luciano Bruschini,
quella del 21 settembre 2011 “è stata una
giornata storica”. Finalmente dopo tanti
rinvii e polemiche la Regione, quasi un anno
dopo la firma dell’accordo di programma,
ha rilasciato la concessione demaniale per la
costruzione del nuovo porto. Per registrare
l’atto e cioè far sì che questo sia valido, il
Comune ha dovuto pagare una “piccola tassa”
di seicentoquarantamila euro; soldi richiesti
alla Banca Popolare del Lazio mediante
finanziamento e ai quali devono essere
aggiunti quattrocentomila euro per far partire
la gara d’appalto, per un importo totale di
circa un milione e centomila euro. Il Comune
doveva decidere se ripagare il finanziamento
tramite una fideiussione o ipoteca di un bene
patrimoniale.
Di questo e molto altro siamo andati a fare
una chiacchierata con il presidente della Capo
d’Anzio (società pubblica incaricata di fare
il porto e controllata al 61% dal Comune di
Anzio e al 39% da Italia Navigando, incaricata
di costruire porti in tutta Italia,) Luigi D’Arpino,
che in un’ora e mezza ha chiarito molti aspetti:
dal cda al costo dell’opera, passando per la
vendita dei posti barca e l’impatto sulla città.
“La concessione demaniale è stata registrata
ieri pomeriggio e per pagarla abbiamo optato
per un mutuo pro quota che verrà rimborsato
in 24 mesi sia dal Comune, che da Italia
Navigando in base alle quote della Capo
d’Anzio che questi posseggono” esordisce il
Presidente, che prosegue: “so perfettamente
che Italia Navigando è stata inserita nella
short list di vendita da parte del Ministero
dell’Economia, come so bene che il suo 7%
è detenuto da un privato; il rischio che la
società vada completamente in mano ad un
privato attualmente non c’è, perché la Capo
d’Anzio, in caso di vendita, ha un diritto di
prelazione che intenderà esercitare”.
In questo ultimo periodo ci sono state
molte polemiche anche sulla composizione
del cda della stessa Capo d’Anzio.
“Innanzitutto devo dire che noi siamo passati
da otto a cinque consiglieri e possiamo
rimanere anche così perché rientriamo nei
parametri della legge (quella in questione dice
che le società con un capitale sociale pari o
superiore ai due milioni possono avere cinque
consiglieri di amministrazione, la Capo
d’Anzio ha cinquecentomila euro).”
C’è dell’altro su cda e nomine: “Ognuno ha il
diritto di pensare e credere quello che vuole,
sono stati fatti dei ragionamenti all’interno
della maggioranza ed è stato scelto Mauro
Fantozzi. Io ho lavorato sia con lui che con
Eugenio Ruggiero (l’altro contendente) e non
avevo preferenze a riguardo”. Poi continua
“per essere nominato consigliere della Capo
d’Anzio bisogna essere un cittadino italiano,
è questo l’unico requisito. I consiglieri sono di
estrema fiducia delle società, loro non fanno
altro che attuare il progetto presentato dall’ing.
Ievolella: se sbaglia non è un problema nostro,
ma suo”.
Proprio per questo quindi non crede
sarebbe più adatto che nel cda ci siano
delle persone con dei requisiti tecnici?
“Una volta presentato, il progetto del porto
è passato al vaglio dell’ufficio tecnico che
l’ha valutato; fatto ciò, se è stato dato l’ok
significa che si può andare avanti. Ripeto la
Capo d’Anzio ha solo il compito di attuare il
progetto che le è stato presentato”.
La Capo d’Anzio non ha anche il compito
di reperire i soldi tramite la vendita dei
posti barca? O i soldi ci sono già?
“L’opera si autofinanzia attraverso la vendita
dei posti, nel settore della nautica c’è crisi, se
immagino il bicchiere mezzo pieno vedo che
in due mesi abbiamo venduto poco più di
cento posti e vedo che ci sono cento persone
che credono nell’operazione. Non credo che a
Genova avremmo ottenuto risultati diversi.
Ci sono due tipologie di persone interessate:
quelle della provincia di Roma, che sanno
del porto e le società charter che ci vogliono
andare con i piedi di piombo. Ci rimane da
fare pubblicità sulle riviste di settore. Per il
momento abbiamo raggiunto tutti quelli che
erano interessati. Era impossibile vendere
600 posti, ma se l’avessimo fatto sarei stato
contento”. Poi commenta anche le possibili
voci che vorrebbero il porto gestito dai
privati. “Abbiamo iniziato le procedure per
la gara d’appalto, il bando sarà pubblicato
anche sulla Gazzetta europea, il porto
costerà complessivamente 180 milioni; la
società che realizzerà il porto verrà pagata
con i posti barca: cioè avrà tanti posti
barca quanti gliene serviranno a coprire il
costo dell’opera. Gli altri rimarranno alla
Capo d’Anzio che gestirà il porto”. Infine
conclude: “i rischi ci sono, è normale, non
so dire con esattezza quali siano, noi ci
occupiamo della parte pubblica; comunque
il porto porterà anche benessere alla città
e mi spiego: ad Anzio ci sono tre grandi
imprese che danno lavoro e queste nell’ordine
sono la Palmolive, il Comune e la ditta
che si occupa del servizio rifiuti. Il porto
si andrebbe a collocare al secondo posto in
questa speciale classifica: attualmente ci
sono cinque cantieri con al massimo venti
persone che ci lavorano, domani le persone,
con 1250 barche a disposizione, potrebbero
essere 60\70, non so dirlo con precisione,
ma il numero di operai sarà raddoppiato se
non addirittura triplicato. Senza contare che
le barche, se non tutte almeno la maggior
parte, hanno bisogno di un equipaggio, della
vernice, del lavaggio e quindi di personale
e inoltre bisogna tener conto le strutture
che andranno a sorgere con il nuovo porto.
Infine vi rivelo che il nuovo porto produrrà
anche energia, di tipo elettrico, attraverso dei
sistemi rinnovabili legati al mare”.
Non scordiamoci che si parla di un’opera
infrastrutturale molto importante che andrà
a coinvolgere anche le due riviere con il
raddoppio delle carreggiate, ma si sa: parlare
è facile, il difficile sta nel realizzare i fatti.
Comunque sia ad majora Capo d’Anzio!
Leonardo Tardioli
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n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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PENDOLARI: TUTTO DA RIFARE
Il Tribunale di Roma respinge la domanda di adeguare il servizio agli standard del
contratto, ma il comitato non si dà per vinto
Come molti dei lettori sapranno, per
esperienza diretta o tramite qualche
conoscente, i treni della linea Roma-Nettuno
non brillano certo per qualità. Nonostante
gli utenti siano quotidianamente decine
di migliaia, la linea ha ottenuto per ben
tre anni di fila il (poco) ambito “Trofeo
Caronte” di Legambiente per il peggior
collegamento regionale verso la capitale.
Basta un singolo viaggio nelle ore di punta
per rendersene conto: treni vecchi, sporchi,
con servizi inagibili, condizionamento
inesistente e sovraffollamento ben oltre i
limiti del sopportabile. A tale situazione un
gruppo di pendolari ha provato a rispondere
intentando una class action contro Trenitalia
lo scorso febbraio. Per chi non lo sapesse,
una class action è un’azione legale collettiva,
introdotta nell’ordinamento legislativo
italiano da circa due anni, che permette
ad un gruppo di soggetti che condividono
una stessa situazione di disagio di rivalersi
su una controparte, in modo che chiunque
si trovi in tale situazione sia parimenti
tutelato, anche in futuro. A fine settembre
è stata depositata la risposta riguardo
l’ammissibilità della class action da parte
del Tribunale ordinario di Roma, purtroppo
per i proponenti negativa. La richiesta
dei pendolari di adeguare il servizio agli
standard del contratto (numero di carrozze,
personale a bordo, ecc.) è stata respinta in
quanto, in base alle motivazioni addotte
dall’ordinanza, l’applicazione del Contratto
di Servizio esulerebbe dalle competenze
del Tribunale Ordinario, rientrando nelle
competenze del giudice amministrativo.
Riguardo a possibili risarcimenti, questi
sono stati divisi in danno patrimoniale
e non patrimoniale. Il risarcimento per
il danno non patrimoniale, richiesto in
risposta alle situazioni di sovraffollamento,
sporcizia, inagibilità dei servizi, condizioni
climatiche da serra in estate e da igloo in
inverno, ovvero per la totale noncuranza
delle basilari norme di sicurezza necessarie
per la civile convivenza, non sussisterebbe
perché i disagi causati non rientrerebbero
nelle tipologie di danno previste per legge. Il
risarcimento del danno patrimoniale invece,
che sarebbe limitato al costo del biglietto,
non risulterebbe possibile per via della non
riscontrata omogeneità degli interessi dei
richiedenti, presupposto della class action.
Effettivamente, tra chi parte da Nettuno
o Padiglione o Lavinio ci sono differenze
insormontabili: 0 €!
Il sito di Trenitalia mantiene toni neutrali
nell’annunciare il fatto, mentre lo stesso
comunicato, presente sulla free-press
romana alla pagina gestita da Ferrovie dello
Stato, è chiosato da un commentatore,
che ribadisce la veridicità della sentenza,
citandone una precedente secondo la
quale il risarcimento vale soltanto per una
“lesione grave di un interesse di rilevanza
costituzionale” e che tali non sono “i disagi
e i fastidi che il vivere comune ci impone
di tollerare”. Evidentemente, nel “vivere
comune” di questo fine giurista sono
presenti svenimenti e malori nel semplice
andare a lavoro.
Ovviamente il comitato che ha proposto
la class action non si arrende e intende
ricorrere per ottenere ciò che richiede. A
tal scopo, fa notare la presidente Rosalba
Rizzuto, un dettaglio renderebbe nulla
l’ordinanza: è stata emessa a firma di un
unico giudice, quando, per la norma che
regola la class action, dovrebbe essere un
collegio di togati ad esprimersi.
Abbiamo chiesto un parere anche ai ragazzi
che si occupano del gruppo Facebook
collegato alla class action, i quali, seppur
determinati a proseguire, notano una diffusa
indifferenza all’iniziativa, anche da parte dei
cittadini. Come esemplifica una lettera di un
pendolare a Il Messaggero del 12 Ottobre,
raccontando il sempre più comune dilemma
se pagare o meno il biglietto in risposta al
servizio offerto da Trenitalia, lo scoramento
porta alla rassegnazione o a gesti che
esulano dalle vie legali. Magari, lamentano
da Facebook, una maggior presenza delle
istituzioni locali aiuterebbe...
Alla fine ci torna in mente l’articolo 3 della
Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo
e delle Libertà fondamentali: “Nessuno
può essere sottoposto a tortura, né a pene
o trattamenti inumani o degradanti”. Ora,
la definizione di trattamento degradante
è la seguente “il trattamento degradante
genera nelle vittime sentimenti di paura,
angoscia e inferiorità in grado di umiliarle
e sminuirle”. Chi viaggia sulla FR8 sa che
tale definizione è molto vicina all’indicare
ciò che si prova in un viaggio da o verso
la Capitale. Ai pendolari non rimarrebbe,
almeno con questa sentenza, che seguire
i consigli dell’AD di Trenitalia, dati nel
2009 in occasione dei disagi di allora: chi
deve viaggiare con il treno “farebbe bene
a munirsi di panini e coperte, o almeno di
un maglione in più.” Meritano una risposta
migliore.
Gino Querini
BREVI:
Bando per gli albi dei
presidenti dei seggi elettorali
Ad Anzio e Nettuno scadrà alla fine
di ottobre il bando per i cittadini
che vogliono ricoprire l’incarico di
Presidente di seggio elettorale. Gli
interessati possono presentare domanda
in carta semplice indirizzata al sindaco
Luciano Bruschini. Per info su requisiti
e modalità di partecipazione contattare
l’ufficio elettorale del comune oppure il
sito www.comune.anzio.roma.it, dove
è possibile scaricare il modello della
domanda da inviare.
Sanità, al Faina il nuovo
reparto di senologia
È stato presentato la scorsa settimana il
nuovo reparto di senologia del Padiglione
“Faina” dell’ospedale “Riuniti” di Anzio
e Nettuno. Un reparto all’avanguardia,
dotato degli ultimi macchinari ed
avvalorato da personale qualificato.
Nato negli anni ‘90, il reparto oggi è
stato potenziato ed effettua lavoro di
prevenzione e cura del tumore al seno.
Presso il proprio medico di fiducia sarà
possibile prenotare i vari esami clinici che
oggi si possono eseguire al reparto del
“Riuniti”, dove ogni donna viene accolta
e seguita durante tutto il percorso: dalla
diagnosi alla cura.
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PIAZZA PULITA: IL CENTRO SENZA VITA
Commercianti sul piede di guerra cercano un accordo con l’amministrazione
Anni fa piazza Pia nei pomeriggi e nelle
serate invernali era affollata dai residenti
che rendevano vivo e frizzante il centro
di Anzio. Intere comitive di ragazzi si
davano appuntamento semplicemente per
socializzare, persino i passerotti sembravano
più indaffarati col loro stridente cinguettìo.
Ma proviamo a ricordare... la folla, le auto
il tran tran che palpitava
e stimolava l’attenzione a
osservare, interessarsi delle
persone, delle vetrine o per
gustare un semplice caffè. Oggi
tutto è cambiato: finita l’estate,
partiti i villeggianti, il cuore
della nostra cittadina rientra
in una fase di inerzia, di triste
desolazione e amaro letargo.
Le cause sono note a tutti: oltra
al decentramento dei residenti lasciati andare nelle periferie per
poter vendere gli appartamenti
a chi non li abita – anche il
rifacimento-stravolgimento
della nuova piazza con l’ampia
isola pedonale (senza pedoni)
che nei mesi autunnali e invernali rende
statica questa parte della città che invece
dovrebbe pullulare di vitalità. Il presidente
dell’Associazione CCN Anzio in piazza
(Centro commerciale Naturale), Angelo
Graziosi che rappresenta 60 attività del centro,
è convinto che “permettere la circolazione alle
auto da via XX Settembre a Corso del popolo
e da via dei Fabbri a via Baccarini, unendo
levante a ponente, potrebbe migliorare la
situazione e invogliare le persone a vivere
di più la piazza”. Pare, infatti, che da un
incontro tra i rappresentanti del CCN con
il Sindaco Bruschini e l’Assessore Perronace
sia scaturito un accordo sulla viabilità della
piazza. Il CCN è molto attivo negli ultimi
tempi ed è stato determinante nell’impegno
di ri-animare la piazza da un punto di vista
culturale (con spettacoli e mostre) ma anche
da quello estetico e pratico rendendola più
gradevole e ospitale. “Abbiamo ottenuto
un fondo dalla Regione Lazio tramite il
Comune - spiega Angelo Graziosi - che ci ha
permesso di installare le nuove panchine, un
chiosco point-info, bacheche per locandine
e cestini per rifiuti. La piazza è stata dotata
anche di una rete Wi-Fi per poter accedere
ad internet gratuitamente e stiamo lavorando
per rinnovare il contratto, cercando di
comprendere anche tutto il porto”.
Viene da chiedersi: perchè tutto questo deve
essere fatto su spinta dei commercianti e
non, come invece dovrebbe
essere, dall’amministrazione
comunale? L’importante è
che qualcosa venga fatto e i
suggerimenti di chi vive da
sempre la piazza diventano
certo
fondamentali.
Le
richieste dell’associazione dei
commercianti per l’apertura
di alcune vie di scorrimento
attorno alla piazza, sembrano
rappresentare una buona
soluzione: l’accordo prevede
l’apertura alle automobili solo
nei giorni feriali (esclusa la
stagione estiva) per creare un
movimento come quello di
molti anni fa anche se i posti
auto, oggi, sono dimezzati.
Infine, anche tra i commercianti serpeggia un
po’ di preoccupazione per la costruzione del
nuovo porto visto che la stranota mancanza
di copertura finanziaria rende sicura la data
di inizio dei lavori ma incerta la chiusura.
Anche per questo, staremo a vedere.
Alessandro Tinarelli
Molti i negozi adiacenti la piazza vittime di rapine. Alcuni il pomeriggio non aprono
L’ABBANDONO CHE GENERA PAURA E DISAGIO
Mentre attendo alcuni commercianti del
centro, indipendenti da associazioni, mi
siedo su una delle panchine e osservo la
piazza e in un attimo vedo quello che non
avevo visto in questi ultimi anni: mancano
più della metà degli alberi che erano
nella vecchia piazza Pia. L’architetto non
ha adeguato il suo progetto all’ambiente
e gli alberi storici del centro non sono
stati integrati. Il che ha contribuito
a depauperare la piazza, visto che gli
alberi fanno ombra preziosa per chi
sosta, generano ossigeno e fanno parte
dell’arredo urbanistico.
Appena il tempo di osservare tutto ciò,
che giunge il momento di accogliere la
delegazione di commercianti che per
abbreviare i tempi si presentano con un
comunicato stampa in cui si legge: “In
merito alla possibilità dell’apertura al
traffico di solo due vie laterali del centro
storico, ci teniamo a precisare che siamo
favorevolissimi. È una lieta aspettativa
per ciò che riguarda l’aspetto economico
ma anche per quello più importante della
sicurezza e dell’ordine pubblico”. Sicurezza
visto che, negli ultimi tempi, sono stati
state molte le attività commerciali del
centro depredate con estrema facilità, tra
cui profumerie, ottici, la farmacia e negozi
di abbigliamento. I malviventi hanno
potuto agire indisturbati in una zona
praticamente deserta, dove non entrano
neppure le macchine della polizia.
Dodici ore di assoluto abbandono della
piazza d’inverno (dalle sei del pomeriggio
alle sei del mattino dopo), al punto
che alcuni negozi, dopo le quattro,
preferiscono non aprire o lasciano la porta
chiusa a chiave. Tutto ciò ha generato un
clima di paura da parte dei commercianti
innescando un circolo vizioso di
arroccamento che certo non permette il
facile fluire di persone e commercio.
Un grido di rabbia quello dei
commercianti per ribadire che la piazza
non può vivere solo nei fine settimana,
ignorata per il resto del tempo dai cittadini
ma, soprattutto, da un’amministrazione
indifferente e lontana.
A. T.
Anzio Space
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
UNA MURAGLIA CINESE
AD ANZIO
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“dialogus tra Nerone
e Incitatus”
Gli effetti devastanti del Piano Regolatore CervellatiDe Angelis-Bruschini
All’ingresso di Anzio, all’altezza della più
grande rotonda della Nettunense che
dovrebbe costituire l’immagine di entrata
nella città vera e propria, dopo aver passato
chilometri di insulse casette permesse
dal Piano Regolatore, è sorto nelle ultime
settimane un lungo muro a blocchetti di tufo
quale recinzione dell’ennesimo complesso
di villette senza qualità, come ormai sta
avvenendo su tutto il territorio.
Questo nuovo scempio al paesaggio e
all’immagine della città sembra, da notizie
che circolano, che sia la duplicazione di quel
complesso dal popolo definito “le casette
delle bambole”, una delle prime realizzazioni
in attuazione del nuovo Piano Regolatore,
sorto a suo tempo all’incrocio fra via Cupa
dei Marmi e via Rinascimento, non a caso
anch’esso recintato da un muro a blocchetti
di tufo.
Di questo passo, tutta la Nettunense, come
ogni strada del territorio di Anzio, diventerà
un susseguirsi di muraglie una più brutta
dell’altra che avranno sì fatto fare un po’ di
soldi a qualcuno, ma che avranno deturpato
in maniera irreparabile la bellezza di questo
posto tanto gradito agli antichi Romani,
così come a Papi, Cardinali e Principi. Una
muraglia cinese che di quella vera non ha
alcun pregio, ma che forse ben definisce
quanto sta accadendo sul nostro territorio.
Sembra, infatti, che siano proprio i cinesi i
protagonisti dell’ultimo episodio di sfratto
commerciale al centro: in Via Matteotti,
dietro la sede originaria del Comune, il
Supermercato affiliato SMA è chiuso dalla
fine di ottobre per scadenza di un contratto
che non è stato rinnovato perché la proprietà,
a quanto si dice ad ogni
angolo della zona centrale,
avrebbe
richiesto
il
raddoppio dell’affitto: si
dice da 6.000 euro mensili
a 12.000. Possibile? Si
chiederanno i cittadini. E
possibile che si è trovato
qualcuno che ha accettato
tali esose condizioni
economiche?
Sembra
proprio di sì. Sembra che
il locale sia stato preso in
affitto da una ditta cinese,
non si sa bene per la
vendita di quali articoli,
che ha fornito tutte le necessarie garanzie
economiche, compresa, sempre a quanto si
dice, una fideiussione bancaria.
Una vera manna dal cielo per i proprietari e
un grosso danno ai servizi commerciali che
la città può offrire a residenti e villeggianti.
Ormai al centro storico sono rimasti solo
tre negozi di alimentari, tre frutterie, tre
pescivendoli e tre macellerie. E questo proprio
in una zona a ridosso del futuro mega-porto,
per il quale la città da tredici anni è bloccata.
Così si predispongono i servizi per le masse di
turisti che si precipiteranno con le loro barche
a fare acquisti e a frequentare questo nuovo
paradiso del porto? In realtà così si provoca
solo la morte del centro di Anzio, ormai
deserto a disposizione di tutti i malviventi
che si aggirano nel comprensorio, come
testimoniano i recenti furti col “buco” che si
sono verificati ai danni di alcuni coraggiosi
commercianti del posto che ancora tengono
aperti i loro esercizi.
Ma il Comune che fa? Guarda che succede
e non dice niente? Così tutela gli operatori
locali? Si prepara solo a rilasciare una
nuova licenza commerciale senza colpo
ferire? O magari l’ha già garantita ai signori
cinesi, mentre agli imprenditori locali
crea solo ostacoli? Di certo si troveranno
i metri quadrati nel più che vetusto piano
commerciale, attraverso i soliti giochi di
prestigio a cui ci hanno abituato i nostri
Amministratori Comunali, sempre deboli
con i forti, oppure ammorbiditi dai potenti.
La storia del Supermercato nell’ex capannone
industriale di Lavinio Scalo è emblematico in
tal senso. La Cina è vicina. La Muraglia pure.
Vito Colagrossi
I: Hihihihi! Nerone! Nerone! Hihihihihi!!
N: Ave Incitatus, sempre trottando in giro
senza Caligola?
I: E che ci posso fare! Io sono un cavallo
sciolto! A Nerò ma lo sai che ad Anzio ti
emulano in ogni cosa? Quanto ti vogliono
bene!
N: So che mi vogliono bene. Ma tu, da
come parli, sembra che abbia qualcosa di
eccezionale da raccontarmi… Sono tutto
“aures”!
I: Sai la faccenda della concessione del
porto di Anzio? Il comune ha preso
un prestito di 700.000 sesterzi da una
banca. Aho! E che pensi che abbiano
fatto un bando pubblico per garantirsi il
miglior acquisto? Ma de che! Hanno fatto
completamente di testa loro! Nemmeno la
mossa hihihihhihihi!!
N: Bene! Sono contento che il mio
Sindacus e tutti i pretoriani mi emulino.
Loro sanno bene che quando decisi di
fare i lavori migliorativi del porto a Capo
d’Anzio non ho fatto nessun tipo di bando
pubblico. Dopo aver sentito il mio amico
Seneca, ho semplicemente dato l’incarico
ad alcuni cortigiani che, con un bel gruppo
di schiavi, hanno realizzato i miei desideri.
Bando? Ma che bando! Ci mancherebbe. E
quanto ci sarebbe voluto?!
I: Hanno fatto presto pure ad Anzio!
Hihihhihihi! In soli venti giorni hanno
trovato tutti i sesterzi! A Nerò ma non
è che sotto sotto sei tu che dai sempre le
dritte ai governatori di Anzio?
N: Caro Incitatus, non è così! Apprendono
dalle mie gesta e non dalle mie parole!
I: A Nerò! Tu poi però hai fatto una brutta
fine! Ti ricordi?
N: Mio caro Incitatus, nessuno sfugge al
suo destino.
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Space - Città
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
CASE POPOLARI (seconda parte)
L’assessore Mercuri:
“è una situazione abbastan za complessa. Stiamo cercando di risolverla”
Anche questo mese si torna a parlare di case popolari: cominciamo
col dire che dopo alcune verifiche abbiamo scoperto che in data
11/10/2010 il Comune di Anzio, mediante bando di gara, si era
detto interessato ad acquistare alloggi, ubicati nel Comune, con
destinazione residenziale. Per il pagamento di tali appartamenti
sarà utilizzato un contributo regionale concesso con deliberazione
n. 710 del 25/09/2009; il bando si concludeva dicendo che gli alloggi
oggetto di offerta non dovevano essere già stati acquistati, costruiti
o recuperati con finanziamenti pubblici. Dopo l’articolo pubblicato
su Anzio-Space numero 33 del mese di ottobre 2011 invece, ci
sono state alcune perplessità da parte di una persona che si trova
in graduatoria e sta aspettando che gli venga assegnato un alloggio
popolare da molti anni; questa persona ha voluto incontrarci
presentandoci la domanda ed i vari documenti di risposta che gli
sono arrivati dal Comune: ci ha spiegato la situazione ed ha cercato
di avere maggiori chiarimenti al riguardo. Chiarimenti che noi non
siamo stati in grado di dare, ma chi di competenza sì.
Quindi, come già annunciato nel numero precedente, abbiamo fatto
una breve ma significativa intervista all’assessore al Patrimonio
e Casa Giuseppe Mercuri, che ci ha spiegato: “è una situazione
abbastanza complessa ma che stiamo cercando di risolvere, la
graduatoria è stata aggiornata e sarà pubblicata al prossimo 30
novembre. Quella precedente è visibile sul sito del Comune ed è
datata 30/06/2009”. (Come vi avevamo dato già conto).
Ma non è tutto: “Il punteggio viene stilato in base ad una serie di
fattori: questi sono tutti elencati sulla domanda che il richiedente
presenta”, inoltre aggiunge: “colui che presenta la domanda viene
aiutato nella compilazione della stessa da uno degli impiegati
dell’Ufficio del Patrimonio; il tutto perché alcuni cittadini, non
italiani, non conoscendo bene la lingua e non comprendendo
alcune richieste barravano tutte le caselle e cosi ci si trovava davanti
a domande non veritiere”, finalmente arriviamo agli alloggi: “al
bando di gara – quello sopra riportato – ha partecipato una sola
impresa; sono stati acquistati sette alloggi situati nella zona di
Via delle cinque miglia che saranno presto assegnati: le case però
non sono del tutto nostre dato che dobbiamo ancora ricevere il
finanziamento regionale e non appena questo arriverà faremo il
rogito e assegneremo le prime case”.
Infine una precisazione a riguardo dello stabile di Via Varese che
è stato costruito di recente in qualità di alloggio popolare e già
abitato: “lo stabile di Anzio Colonia è stato assegnato, come di
diritto, agli ex abitanti del palazzo di Viale Marconi – sempre nella
stessa zona – demolito nel 2005 perché pericolante. Le famiglie, in
attesa di una nuova sistemazione, erano state trasferite ad Anzio
2, sempre in degli alloggi di proprietà del Comune. Non appena
ultimata la costruzione ci è sembrato giusto e doveroso chiedere a
queste persone se volessero rimanere nelle case che già abitavano
da qualche anno o se volessero tornare nel loro vecchio quartiere”.
Ringraziando l’assessore per la sua disponibilità, vi diciamo che della
questione torneremo ad occuparci nei prossimi numeri, dato anche
quanto sopra riportato, ma soprattutto che in data 26/04/2010 in un
avviso pubblico del Comune, nel programma dell’amministrazione
c’è la realizzazione di insediamenti per edilizia residenziale pubblica
attraverso la formazione di appositi piani di zona.
In conclusione: siamo solo all’inizio.
Leonardo Tardioli
PASSIONE, PROMUMI E BIGIOTTERIA
Profumi sì ma tanto altro nel grazioso negozio di Federica Pucci. La prima cosa che colpisce
sono le vetrine, sempre a tema e mai banali, curate nei particolari in ogni periodo dell’anno,
comunicano un senso di attenzione ai dettagli che ritroviamo all’interno. Borse per tutti i
gusti, bigiotteria in cristallo Swarovski che brilla dagli espositori, foulard in seta impalpabile,
Federica ci racconta che ha una passione per gli accessori che sceglie sempre con attenzione
andando a selezionarli nelle fiere specializzate che si tengono a Milano. È dinamica Federica,
sempre alla ricerca di quel qualcosa in più da offrire alle sue clienti, alle quali dedica tempo e
cortesia rendendo il momento dell’acquisto una piacevole pausa nel correre di tutti i giorni.
Alla fine la nostra chiacchierata la osserviamo mentre confeziona con cura un pacchetto,
nastri in tessuto, carte preziose e ogni volta un particolare per arricchirlo con gusto. Se non
trovate l’idea giusta per un regalo o se pensate che sia arrivato il momento di farlo a voi stesse
questo regalo, magari vi abbiamo suggerito il posto giusto. Il negozio, in Via Bruno Buozzi
(Anzio) è aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle
19,30 con chiusura nei pomeriggi di giovedì e domenica.
Anzio Space
[email protected]
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n.34_novembre 2011
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Space - Città
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Anzio Space
COSA SCRIVONO SU ANZIO…
Lo Fazio pone dubbi di legittimità sul Cda della capo d’Anzio
(…) La più interessante presentata dal consigliere del PD Lo Fazio e firmata
da tutto il gruppo del centrosinistra. “Noi chiediamo lumi sull’ennesima
manovra poco cristallina dell’Amministrazione – ha riferito Lo Fazio Alla luce delle nomine che sono state indicate per il rinnovo del consiglio
di amministrazione della Capo d’Anzio, come opposizione ma soprattutto
come cittadini ci piacerebbe conoscere in base a quale normativa sono
stati nominati i tre rappresentanti in quota al Comune di Anzio. A termini
di legge (la numero 296 del 27/12/2006) la Capo d’Anzio può avere un
consiglio di amministrazione composto al massimo da tre componenti
(mentre invece nella società ce ne sono già cinque). L’unica ipotesi di
estensione dei componenti è prevista nel caso in cui la società per azioni
abbia un capitale sociale superiore ai 2 milioni di euro. E questo non è il
caso della Capo d’Anzio”.
Cinque Giorni - 1 ottobre 2011
Nuovo porto, il finanziamento non convince
(…) Nell’ultimo consiglio comunale il sindaco Bruschini ha ottenuto,
tramite una delibera che ha trovato l’opposizione del PD, una delega per
assicurare alla Banca Popolare del Lazio, tramite fideiussione o ipoteca
sui beni comunali di Anzio, le garanzie necessarie per erogare alla Capo
d’Anzio Spa il finanziamento necessario al pagamento degli oneri relativi
alla concessione regionale, per la costruzione del nuovo porto turistico. In
totale la somma ammonta a 1.200.000 euro, ma la Capo d’Anzio, società
pubblica che appartiene per il 61% al Comune anziate e per il 39% a
Italia Navigando, non ha il denaro necessario in cassa e quindi si è scelto
di ricorrere allo strumento del finanziamento. “Noi avevamo in mente
un altro tipo di porto – spiega Paride Tulli – ma abbiamo sempre difeso
la Capo d’Anzio in quanto società completamente pubblica. Ma ora c’è il
rischio che la concessione possa essere venduta a un privato, per esempio
nel caso in cui finito l’iter della gara d’appalto non ci siano in cassa i soldi
per i lavori”. La delibera con la quale si è scelto di fornire le dovute garanzie
all’istituto di credito, inoltre, potrebbe anche essere illegittima in quanto non
corrispondente pienamente alle leggi in vigore che regolano l’erogazione di
prestiti e finanziamenti agli enti locali da parte delle banche.
La Provincia Latina - 4 ottobre 2011
Tangenti, procura indaga su “mister X”
Presunte tangenti per l’appalto del servizio mensa scolastica, l’inchiesta
comincia ad avanzare. I carabinieri della compagnia di Anzio hanno dato
seguito all’esposto presentato alcuni mesi orsono dal sindaco anziate Luciano
Bruschini, che si cautelò dopo la denuncia vibrante dell’ex capogruppo del
Pdl Mario Pennata. Contemporaneamente gli investigatori della polizia
stanno seguendo il filone della Serenissima, la società che gestisce il servizio
nelle scuole e che presentò a sua volta una querela. Nonostante il silenzio
degli ultimi mesi, fonti accreditate della procura di Velletri assicurano che
le indagini stanno procedendo in modo spedito. (…) negli ultimi giorni
gli investigatori hanno acquisito gli atti relativi all’assegnazione della gara,
i verbali e i rapporti tra Comune e Serenissima. Si lavora in segreto per
appurare se ci sia stato realmente un giro di “mazzette” e per verificare
l’affidamento dell’appalto.osc
Cinque Giorni - 22 settembre 2011
Riviera Zanardelli 45 – Anzio - Tel 06 98340765 - fax 06 98342058
POLIZZE AUTO – INFORTUNI – MALATTIA – COMMERCIO – RC DELL’IMPRESA –
RC DEL PROFESSIONISTA – VITA – FONDI PENSIONE
CONVENZIONI CON POSSIBILITA’ DI TRATTENUTA IN BUSTA PAGA PER I DIPENDENTI
DEL COMUNE DI ANZIO – REGIONE LAZIO - COLGATE PALMOLIVE – ALPLA- ASL RM H
– ABBOT – RECORDATI – WHYETH PFIZER – SELEX –
SIGMA TAU – ICA FOODS - FIORUCCI – O/I –
PROCTER & GAMBLE - IBI LORENZINI
TARIFFE SCONTATE PER GLI ISCRITTI CGIL – UIL – CISL – CNA – CONFESERCENTI –
SOCI COOP- INARCASSA
Anzio Space
Lavinio - Space
n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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DENUNCIATI
I DISSENZIENTI DEl CONSORZIO
Il presidente del comitato, Giuseppe Nicolò, replica alla querela con documenti alla mano
I recenti sviluppi della querelle legata
al Consorzio di Lavinio c’inducono
nuovamente ad incontrare l’Arch.
Giuseppe Nicolò, presidente del
Comitato Dissenzienti che ormai da
anni contesta la natura e la legittimità
dell’Ente. L’occasione di tale incontro
ci viene fornita dalla recente denuncia
per diffamazione a mezzo stampa che
Nicolò ha ricevuto dal Presidente del
Consorzio Roberto Antinori, ultimo atto
di un conflitto che non accenna sedarsi
o a trovare soluzione. Presidente Nicolò
cosa si prova ad essere denunciato?
“A essere sincero in questo momento provo
rabbia e indignazione, ma non certamente
paura. Il Presidente Antinori con questo
gesto vuole attuare un’azione intimidatoria
nei confronti miei e dei Dissenzienti per
ridurci al silenzio, ma può stare certo che
non ci riuscirà. Sono convinto inoltre che
se è arrivato a tanto, significa che ormai
le nostre azioni stanno colpendo nel segno
e che ormai è dalle parti del Consorzio che
cominciano a serpeggiare nervosismo e
paura. Del resto noi Dissenzienti abbiamo
chiesto al Consorzio solo dei chiarimenti
in merito a tutti quei lati oscuri che ci
sembra che tale Ente mostri, solo in seguito
alle mancate risposte da parte sua e del
suo Presidente, abbiamo voluto informare,
con le dovute pezze di appoggio, l’autorità
giudiziaria e la guardia di finanza delle
irregolarità amministrative e legali che
secondo noi si ravvisano nella natura e
nell’attività del Consorzio”.
Avete ottenuto qualcosa?
“Al momento attendiamo serenamente
che le nostre informative abbiano esito,
nel pieno rispetto dei tempi e dei modi
dell’azione della magistratura”.
Nel frattempo dovrete difendervi...
“Lo faremo in piena certezza di essere nel
giusto e di aver solo cercato di mostrare
ai cittadini di Lavinio e di Anzio che il
Consorzio non è pubblico e che sperpera
denaro che non gli dovrebbe essere neanche
erogato. In fondo perché vengo denunciato?
Per aver negato la natura di ente pubblico
non economico del Consorzio, ma tali
enti sono stati espressamente abrogati
nella Legge del 6 agosto 2008 n.133, che
converte il Decreto legge del 25 giugno
n.112 e nella fattispecie l’Articolo 26 detto
Taglia Enti, quindi come si fa adesso a
definire di tale natura il Consorzio? Perché
il Consorzio è ancora in piedi visto che la
legge che ho adesso citato ha abrogato tali
enti? Il Comune in merito non ha preso
nessuna decisione. Inoltre se il Consorzio
è di natura pubblica, i suoi dipendenti
dovrebbero versare i contributi all’Inpdap,
il fondo previdenziale per i dipendenti
della pubblica amministrazione. Perché
invece un dipendente del consorzio mi
ha mostrato una sua busta paga in cui si
vede chiaramente che l’ente previdenziale
di riferimento è l’Inps e il contratto che lo
inquadra è quello dell’edilizia?”
Dubbi legittimi ma intanto il Consorzio
va avanti…
“In maniera del tutto arbitraria dico
io! Del resto la stessa Assemblea del 26
giugno – quella in cui sono stati deliberati
una serie di interventi di manutenzione
stradale pari a Euro 218.423,36 - secondo
noi è abusiva, dato che nel dicembre 2010 il
50% dei delegati nonché la presidenza sono
decaduti”.
Come fa ad accadere questo? Come può
un’assemblea illegittima deliberare una
spesa simile?
“Eppure è successo e la spesa è stata approvata
all’unanimità. La somma deliberata doveva
servire per la manutenzione di via Regina
Amata, via dello Scoglio, via dei Ciclamini,
via delle Rose, via Stella Marina, via degli
Anemoni, viale Turchese, via del Pesco, via
dei Giornalisti, via Gozzano, via Manzoni,
via Oriani, via Leopardi; ma i conti
secondo noi non tornano. Infatti, la cifra
messa in campo è eccessiva rispetto ai lavori
effettivamente realizzati. Infatti, non è stata
compiuta nessuna ripavimentazione, ma
solo dei rattoppi laddove vi erano buche
o dove erano stati effettuati i lavori per
la posa delle tubature del gas. Non sono
state sistemate caditoie per l’acqua piovana
ai margini delle strade, né realizzati dei
marciapiedi. La cifra deliberata è quindi
eccessiva: per i lavori effettivamente svolti
sarebbe bastata una somma di 80.000 –
120.000 Euro e non di oltre 218.000! Tutto
questo lo dico con chiara cognizione di
causa vista la mia professione di architetto.
Le irregolarità non finiscono qui: infatti, ci
domandiamo noi dissenzienti, che fine ha
fatto la macchina pulitrice costata Euro
101.000 e mai messa effettivamente in uso
perché troppo rumorosa e dai consumi
troppo alti? Perché nei bilanci del Consorzio
c’è il capitolo di spesa carburante che oscilla
tra gli Euro 8000 e gli Euro 18.000? Ci
sembrano delle cifre folli! Inoltre sono state
deliberate cifre per la segnaletica stradale,
ma quest’ultima deve essere gestita dalla
provincia ed è finanziata dalla fiscalità
generale, cosa c’entra il Consorzio? Perché
si devono spendere dei soldi, pagati dai
cittadini di Lavinio, per adempiere funzioni
già di pertinenza di un’altra istituzione? Del
resto lo stesso discorso si può fare con la
stessa manutenzione stradale che i cittadini
di Lavinio mare pagano tramite la Bucalossi
al Comune; perché tutti i cittadini di Anzio
pagano solo le tasse ordinarie e i cittadini
che hanno la sfortuna di avere la casa sul
territorio di questo Consorzio pagano una
doppia tassazione?”
Intanto le cartelle della Gerit per mancato
pagamento dei contributi consortili
continuano ad essere recapitate…
“Verissimo e molti temono per un’eventuale
ipoteca sulla loro casa, ma ricordiamo a
tutti che per poter ipotecare la prima casa,
la Gerit, che tra l’altro dal primo gennaio
2012 non potrà più esercitare i propri diritti,
deve accumulare un credito di almeno Euro
20.000, mentre devono essere almeno Euro
8.000 i debiti che un contribuente ha per
vedersi ipotecata la seconda casa. In altri
nostri interventi abbiamo già dimostrato
che tali cartelle sono abusive. Non invitiamo
nessuno a non pagarle ma alla fine questi
soldi dovranno essere restituiti ai cittadini”.
Ci sembrano tutti argomenti ragionevoli
e seri, che pongono interrogativi
meritevoli per lo meno di risposte in
grado di dissipare ogni dubbio…
“Invece tutto quello che ricevo sono
solo denunce intimidatorie, ma non mi
arrendo di certo. Noi Dissenzienti non
ci stancheremo mai di denunciare simili
irregolarità, continueremo a chiedere che
venga fatta piena luce su questa vicenda”.
Umberto Spallotta
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“Anzio-Space” su:
novembre 2011_n.34
Lavinio - Space
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
12
Anzio Space
ACQUA: UN DIRITTO PER POCHI
Nonostante la vittoria referendaria, agli utenti morosi cartellino rosso sui contatori
Sembra che non sia cambiato nulla, eppure
5 mesi fa il popolo sovrano aveva vinto un
referendum in modo netto e clamoroso,
smentendo decenni di propaganda
neoliberista che vorrebbe il servizio idrico
in mano ai privati e al mercato. Ad Anzio
la questione dell’acqua è particolarmente
sentita, vista la pessima gestione della
società privata Acqualatina che in pochi
anni ha accumulato una montagna di
debiti, nonostante le tariffe vessatorie che ha
imposto ai cittadini. Proprio questa pessima
gestione e la convinzione dell’inalienabilità
del diritto all’accesso all’acqua da parte dei
cittadini - di qualsivoglia orientamento
politico - ha permesso la splendida vittoria
referendaria e la speranza fondata di
superare la gestione privatistica della società
controllata dal gruppo francese Veolia e
partecipata dai Comuni del nostro territorio.
L’impegno dei movimenti per l’acqua e di
tutte le forze politiche e sociali che lo hanno
appoggiato non è certo mancato, ma ancora
nessun passo concreto è stato compiuto.
Il Comune nulla ha fatto per adempiere la
Anzio-space
cerca collaboratori commerciali.
Per informazioni scrivere a:
[email protected]
oppure
contattare il
333.73.50.189
volontà dei cittadini di uscire da Acqualatina,
nonostante la delibera approvata a questo
scopo dal Consiglio comunale nel 2007, la
mancata sottoscrizione del contratto con
la stessa società, le sentenze ripetute che
legittimerebbero l’uscita da essa, le 1600
firme consegnate al Consiglio comunale
per inserire nello statuto del Comune
l’intangibilità del diritto all’accesso all’acqua.
Così nel frattempo continuano le incursioni
dei tecnici di Acqualatina presso le case di
cittadini “morosi” a chiudere rubinetti e
istallare riduzioni, terrorizzando famiglie
intere in barba di qualsiasi rispetto dei
diritti sovrani degli elettori e dello stesso
diritto alla vita.
A Lavinio la situazione è particolarmente
grave. Moltissimi sono i distacchi avvenuti,
si possono riconoscere dai cartellini
rossi applicati ai contatori colpiti da tali
provvedimenti. Se ne possono contare a
decine punteggiare i viali del quartiere. Molti
distacchi avvengono presso utenze che per
anni non hanno pagato le tariffe dovute, ma
spesso si vanno a colpire interi condomini,
e si reclamano cifre fuori da ogni controllo
che superano anche le decine di migliaia
di euro. L’impressione è che Acqualatina
scarichi sugli utenti l’ammontare enorme dei
suoi debiti. Un condominio di Passeggiata
delle sirene si è dovuto accordare per
rateare una cifra pari e Euro 34.000. I
condomini ammettono di non essere stati
per nulla attenti al pagamento delle bollette,
probabilmente favoriti dalla pessima e
squalificante gestione dell’acquedotto di
Carano, ma la cifra è enorme, e ora pur
avendo pagato circa la metà dell’importo
non sanno più come fronteggiare il debito.
“Negli anni scorsi - ci dicono - il consumo
schizzò in alto anche per una perdita non
rilevata, poi ci siamo accordati con il gestore
per rateizzare l’importo ma è incredibile
quanto debito abbiamo accumulato, e ora
non ce la facciamo più. Sembra che da quei
rubinetti invece che acqua esca oro fuso”.
Altri cittadini chiudono il contatore con
degli sportelli sigillati tramite lucchetto,
sperando in questo modo di tenere lontani
i tecnici della società Acqualatina. Altri
fronteggiano di persona i tecnici, in un
clima che rischia di diventare sempre più
teso. Le persone sono impaurite di fronte
alle minacce di distacco che arrivano
con inquietante regolarità, il panico in
questo caso aiuta Acqualatina che così può
riscuotere almeno parte di quanto esige a
danno spesso di famiglie già alle prese con
le difficoltà tipiche di questa congiuntura
economica, con il lavoro che scarseggia, le
tasse che aumentano, i servizi sociali che
vengono ridotti.
Secondo quanto stabilito dal referendum
di giugno, la società che gestisce il
servizio idrico dovrebbe rinunciare ai
suoi profitti. Le bollette dovrebbero
essere ridotte del 7%, vale a dire di quella
remunerazione del capitale investito che
è stata abrogata dal referendum stesso.
Dovrebbe essere l’Agenzia nazionale di
vigilanza sulle risorse idriche a disporre
questa riduzione, intimandola all’Ato4
e ad Acqualatina, e lo dovrebbe fare in
nome dell’obbedienza alla legge. Dal
Comitato acqua-pubblica ci fanno sapere
che è in arrivo una mobilitazione a questo
riguardo e invitano tutti i cittadini ad
informarsi presso sportelli o banchetti che
verranno allestiti proprio per far rispettare
l’esito del referendum e dare sollievo alla
popolazione. I residenti di Lavinio (come
degli altri quartieri) potranno quindi
disporre di punti d’informazione e azione
legale. Ovviamente i debiti pregressi
andranno onorati, ma per il futuro le
bollette dovranno essere necessariamente
ridotte, nell’attesa che l’acqua torni in
mani pubbliche e venga gestita con criteri
trasparenti, partecipati e senza procurare
profitti o gravare sulle tasche di sfiniti
cittadini.
U. S.
Anzio Space
Space - Politica
n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
13
QUESTO PORTO NON CI SALVERÀ
PETRICONI, ESPONENTE DEL PD ESPRIME FORTI DUBB sull’opera
dal piano economico all’impatto sulla città
Da anni lei è impegnato, prima da
comune cittadino, poi come dirigente
del PD, in una lunga battaglia contro
il progetto di porto del centro destra.
Al punto in cui siamo cosa pensa in
proposito?
“Non vedo come possano realizzare il
porto di cui parlano da 15 anni vista
la crisi che non ha salvato la nautica e
lungo le banchine vediamo solo barche in
vendita per una drammatica riduzione
di disponibilità di denaro, per i costi del
carburante e perché la gente ha altro a
cui pensare oltre la nautica. Siamo a
terra, e invece che perseguire un porto
misurato alla città, realizzabile
rapidamente,
continuano
a
perdere tempo prezioso con un
mega progetto che difficilmente
troverà
compratori,
ultimo
sussulto di una politica fatta per
faccendieri, speculatori e non per
chi ha a cuore la società civile. Con
l’accordo di programma la strada
della privatizzazione del porto è
presa: pagare con “posti barca” la
ditta che eseguirà i lavori costituirà
di fatto una privatizzazione, che
molto probabilmente
avverrà
anche formalmente visto che il
Comune, ancor prima di iniziare,
non riesce neanche a pagare la
tassa di concessione sulle aree
portuali senza ricorrere al credito.
Dovremmo quindi iniziare a
interrogarci su quanto sia costata
finora la Capo d’Anzio, su come
si rifletterà la fideiussione sul
futuro bilancio comunale e se si
potranno sostenere i costi annuali di
concessione e di continuo e-scavo di un
opera gigantesca. “
Quindi secondo lei rischiamo un
pasticcio?
“Comincia a preoccuparsene perfino Il
Granchio che inizia a esprimere dubbi
sul piano economico dell’opera, e a dire
che in caso di difficoltà nelle vendite dei
posti barca sia meglio lasciar perdere.
Ma a spaventarmi ancor di più sono
gli intenti e le dichiarazioni della Capo
d’Anzio quando parla di rinuncia a
rendite di posizioni da parte di alcuni”.
A chi si riferisce?
“A chi lavora nel centro storico, perché
la città avrà un nuovo padrone privato,
e i cantieri, gli ormeggiatori e tutte le
attività che insistono sul porto compresi
commercianti e ristoratori dovranno
farci i conti. Persone a cui privatizzando
di fatto il porto ruberanno il futuro e che
non vorremmo vedere incatenarsi per
non lasciare le proprie attività. “
A proposito di contrapposizioni, è
vero che il centro sinistra non vuole
che Anzio abbia il porto?
“Abbiamo a cuore il rilancio della
portualità, ma non accettiamo di
svendere la
città come
avvenuto
per il Piano Regolatore che ci ha
sommerso di cemento, tanto che persino
l’assessore all’edilizia Garzia inizia a
riconoscere che l’orrenda villettopoli
stia distruggendo ogni nostra vocazione
turistica. Noi abbiamo sempre cercato
di trovare soluzioni condivise a favore
degli interessi della città, trovando
però sempre un muro di chiusure e
arroganza. A dimostrarlo basterebbe
ricordare di quando Montino venne ad
Anzio in un’assemblea per spiegare le tesi
della Regione: il centro destra invece
di accettare il confronto cercò la rissa
e lamentandosi su come si sarebbero
potuti mettere con la “Corte dei Conti”
per i soldi spesi per un progetto da rifare
daccapo, rifiutò la proposta di Montino
per una soluzione condivisa.“
Non pensa che il progetto di porto del
centrodestra porterebbe comunque
lavoro?
“Lo ha portato alla Maddalena o
all’Aquila? Il lavoro è una cosa seria e
non un gioco per imbonitori. È vero che
il megaporto sarà un’opera gigantesca,
ma credo fatta di lavori soggetti a subappalti selvaggi e che, come già avvenuto
per il Piano Regolatore, alla città porterà
molto poco. Quando il centrodestra
sostiene che i posti barca sono appetibili
perché il mercato della nautica è
comunque di nicchia avrebbe
dovuto porre maggiore attenzione
nel misurarne l’intervento: molti
imprenditori edili, per esempio,
dicono che il Piano di Costruzione
del PRG non doveva partire tutto
insieme, per cui sarebbe stato
meglio sistemare il vecchio bacino
realizzando magari 600-800 posti
barca a basso impatto invece di
1.200, e lasciare al futuro decisioni
su possibili ampliamenti”.
In che modo l’opera dovrebbe
essere legata al resto della città e
alle periferie?
“Un porto sovradimensionato
inghiottirebbe le periferie e
probabilmente
accentuerebbe
gli storici problemi di erosione
e insabbiamento. Sistemare il
nostro storico porto realizzando
nell’esistente “molo Pamphili”
un’elegante
marina
turistica
valorizzerebbe invece l’intera città.
Hanno sbagliato distruggendo le nostre
vecchie piazze, hanno perseverato con
il Piano Regolatore ed ora insistono con
un porto che andava dimensionato e a
cui doveva corrispondere un PRG che
avesse previsto al massimo mille ville di
pregio e non cinquemila villette di bassa
qualità. Dobbiamo puntare sulla qualità
e resistere a questi fenomeni al ribasso
e per riuscirci abbiamo bisogno di una
nuova classe politica che sappia dare
discontinuità. Questo è il compito che il
centrosinistra saprà e dovrà assumersi
per andare a vincere le prossime elezioni
sia ad Anzio che a livello nazionale”.
Red
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Space - Giovani
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
DOVE SI VA, COSA SI FA QUESTA SERA?
Molti raggiungono le discoteche di Roma e Latina e tra quelli che restano alcuni stanno
bene altri si accontentano
I giovani e il divertimento... sembrerebbe una
combinazione naturale. Da sempre i giovani
cercano modi per divertirsi e per trascorrere
piacevolmente il loro tempo libero in
compagnia di amici, ed ovviamente le mete
più gettonate sono i locali, in primis pub e
discoteche. Giovani e divertimento, però, sono un
connubio difficile da trovare in una cittadina
come Anzio priva, per molti aspetti, di quei
luoghi che tendenzialmente vengono definiti
di svago per i giovani (di discoteche vere e
proprie nel territorio neppure l’ombra). Sono
pochi, di conseguenza, i ragazzi che la sera,
soprattutto nel week-end, restano ad Anzio,
preferendo ad esempio la vicina Nettuno,
indirizzandosi prevalentemente verso il
famoso “borgo”.
In questo angolo della cittadina è facile
incontrare un gran numero di giovani delle
età più disparate, ma se gli si chiede se sono
soddisfatti di quello che il luogo offre per il
divertimento, la risposta è quasi sempre: “no”.
Ovviamente a lamentarsi di più sono quelli
che hanno dai 16 anni in su. I più
“piccoli” devono accontentarsi se pure controvoglia - di quello
che il posto offre; mentre i
ragazzi più grandi nella maggior
parte dei casi passano ad
Anzio, e soprattutto a Nettuno,
la prima parte della serata,
intrattenendosi con gli amici in
piazza o nei pub per partire poi,
verso la mezzanotte, alla volta
delle discoteche.
Molti si spingono anche fino a
Roma pur di passare una serata
in discoteca, anche se le più gettonate restano
quelle di Latina, di sicuro più vicina rispetto
alla Capitale. Una cittadina come Anzio,
quindi, sembrerebbe più adatta a quelle
persone che ai locali preferiscono una serata
in pizzeria, una birra al pub e una tranquilla
passeggiata per il porto; e sono molti quelli
che trascorrono le serate così, anche se in
molti casi sono quasi “obbligati” a impegnare
il tale modo il loro tempo libero in quanto
impossibilitati a raggiungere mete più
lontane come Roma.
C’è da dire, però, che in generale le statistiche
affermano che la maggior parte dei giovani
(circa il 36%) predilige pub e birrerie alla
discoteca (che è invece preferita dal 18% dei
giovani) e che addirittura quasi il 21% dei
ragazzi resta a casa in compagnia di amici.
Allora una serata in un posto come Anzio o
Nettuno è davvero così insopportabile? Forse
sono semplicemente i giovani che non sanno
più divertirsi senza lo sballo della discoteca,
la musica ad alto volume e l’alcol che scorre
a fiumi? Perché, in fondo, come si dice:
l’importante non è il luogo, ma la compagnia!
Jessica Quaranta
Sopravvive ai cambiamenti, aiuta i giovani a conoscere il valore del denaro
LA PAGHETTA NELL’ERA DELL’I-PAD
Noi giovani troviamo sempre il modo di
divertirci... ma siamo poi così autonomi
sotto l’aspetto economico? Le paghette
settimanali, di sicuro, possono aiutare,
ma analizziamo insieme dal principio. Un
problema che spesso i genitori si pongono
è se, quando, come e quanto dare come
paghetta ai propri figli. Insegnare ai
bambini di oggi il valore dei soldi è una
cosa abbastanza complicata: sono troppi gli
esempi negativi che la televisione, lo show
biz e la società in generale ci propongono.
Ad ogni modo non è un’impresa impossibile
ed anzi è bene cominciare fin dai primi anni
di vita del bambino a impostare un regime
serio e preciso riguardo alle spese di casa e
alle situazioni economiche.
Quindi, non è detto che ogni desiderio
del vostro bambino debba essere esaudito
immediatamente solo perché così fanno
tutti: è un atteggiamento sbagliato che oltre
a creare figli viziati, non li rende consapevoli
dell’importanza che i soldi hanno e che “non
crescono sulle piante”.
Lo scopo principale della paghetta è, infatti,
quello di aiutare i bambini a gestire il denaro
quando ancora possono essere guidati. In
alcune famiglie viene dato solo quello che
chiedono e la paghetta non viene presa in
considerazione; ma alcuni genitori pensano
che con questo metodo i figli possano non
comprendere il valore del denaro e non
sapere neppure amministrarlo. Può essere un
problema se in famiglia non c’è abbastanza
denaro da dividere, ma basta anche una
somma davvero esigua per dare un senso di
responsabilità al bambino. La paghetta può
essere guadagnata, facendo anche dei lavori
extra in casa. Bisogna prestare attenzione,
però, se la paghetta di vostro figlio è molto
inferiore alla media dei suoi amici, in questo
è necessario uniformarsi, sempre tenendo
conto delle possibilità della famiglia. Se,
al contrario, è molto più alta della media,
questo può causare risentimenti e gelosie.
La somma di denaro che un bambino riceve
come paghetta di solito aumenta man
mano che crescono la sua età e il senso di
responsabilità. Crescendo si capisce che
anche i divertimenti si pagano. Dai lavoretti
extra in casa si passa ai lavoretti fuori casa.
Tra i ragazzi che studiano, chi no, chi lavora
full-time o part-time, in qualche modo si
trova sempre la soluzione per avere qualche
soldo per i propri divertimenti.
Ricapitolando:
1. la paghetta può essere un modo efficace
per insegnare a vostro figlio a essere
responsabile;
2. bisogna permettere ai figli anche di
sbagliare;
3. se dimostra di sapersi amministrare bene,
dategli la vostra approvazione, o un extra.
La nostra società è in continuo movimento:
cambia, evolve, inevitabilmente. Parte tutto
da una piccola scintilla, lentamente, come
le più grandi riforme della storia. I giovani
devono imparare ad adattarsi. Da piccoli si
indica loro la via; da adolescenti si dice loro
di proseguire da soli. Tutto ha un prezzo,
ma siamo sicuri di dare a tutto il giusto
valore?
Melania Maranesi
Anzio Space
Space - Cultura
n.34_novembre 2011
Space
/Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Space-Politica
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Roma ricorda l’arrivo degli alleati nel 1944 con 300 foto inedite, mappe e filmati
LO SBARCO DI ANZIO IN MOSTRA
AL VITTORIANO
Trecento foto inedite, tutte in bianco e nero, raccontano lo sbarco
di Anzio. Scatti unici che riportano la mente indietro nel tempo
a quel lontano 22 gennaio 1944, quando in piena seconda guerra
mondiale gli alleati americani sbarcarono sul litorale romano
per liberare la Capitale. Oggi Roma ricorda quell’e vento storico
con una mostra dal titolo “22 gennaio 1944. Lo sbarco”, allestita
fino al 27 novembre nel salone centrale del complesso del
Vittoriano di Roma. Un’o ccasione per immergersi nel racconto
della nostra storia recente, ma anche per ricordare i numerosi
comuni del territorio laziale che furono teatro di battaglie, di
bombardamenti e di resistenza proprio come Anzio e Nettuno.
L’esposizione, ideata e curata dal professor Umberto Gentiloni
Silveri, segue cronologicamente le fasi dello sbarco, i difficili mesi
di scontri tra l’esercito tedesco e le forze alleate nella zona tra il
litorale e la campagna a sud est di Roma e infine gli avvenimenti che
si snodano nelle settimane del maggio 1944, sino alla liberazione
di Roma e della provincia. Una mostra unica che conduce il
visitatore in una sorta di viaggio storico attraverso le foto, ma
anche le mappe, i filmati e i documenti dell’e poca. Le fotografie
aiutano a ricostruire quei mesi cruciali: la vita dei soldati e dei
civili, la devastazione dei bombardamenti, i momenti concitati
che seguirono alle due del mattino del 22 gennaio 1944, quando
le truppe americane, con l’operazione Shingle, arrivarono sulle
coste laziale per aggirare le linee difensive tedesche e raggiungere
la Capitale. Ecco allora che l’obiettivo della macchina fotografica
immortala lo sbarco dei mezzi anfibi, i civili in fuga dalle zone
di guerra, un pallone di sbarramento antiaereo che sorvola il
Paradiso sul mare di Anzio, via Gramsci devastata dalle bombe.
Ci sono poi le foto dei prigionieri tedeschi in marcia verso il
porto di Anzio, la chiesa dei SS. Pio e Antonio tra le macerie, i
soldati americani in marcia verso il Colosseo. Tutto il materiale
video, cartografico e fotografico esposto al Vittoriano proviene
dall’Istituto Luce e dagli archivi delle principali nazioni coinvolte
nel conflitto: i National Archives e l’Imperial War Museum del
Regno Unito, i National Archives and Records Administration
di Washington, i Bundesarchiv di Berlino. “Abbiamo messo al
centro dell’attenzione due realtà come Anzio e Nettuno - ha
dichiarato Nicola Zingaretti, presidente della Provincia durante
l’inaugurazione della mostra - perché la storia del mondo è
cambiata anche grazie a quanto avvenne quel giorno. Siamo
talmente immersi nella storia che a volte non ce ne rendiamo
conto, invece dobbiamo valorizzarla perché un Paese e una
comunità senza memoria sono fragili e malati”.
La mostra fa parte della terza edizione di ‘’La Provincia delle
Meraviglie. Alla scoperta dei tesori nascosti’’, promossa dalla
Presidenza della Provincia di Roma, in collaborazione con
l’assessorato alle politiche culturali, l’assessorato alle Politiche
del Turismo dello Sport e delle Politiche Giovanili e l’Assessorato
alle Politiche dell’Agricoltura. È aperta al pubblico dal lunedì al
giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica
9.30 – 20.30. L’ingresso è gratuito.
Luisa Calderaro
INAUGURAZIONE
ARCHEOIMMAGINI
Il 7 ottobre, nella Sala delle Conchiglie del Museo Civico Archeologico
di Anzio, è stata inaugurata la rassegna fotografica “Archeoimmagini”.
Giusi Canzoneri, direttore del MCA, nonché ideatrice e
responsabile dell’allestimento, ha presentato ai visitatori i fotografi
e i curatori dell’Associazione Culturale 00042. Lo spazio espositivo
di conservazione e tutela dei reperti archeologici si è trasformato in
uno spazio animato dalle “incursioni” dell’arte contemporanea e da
un sistema di relazioni che coinvolge attivamente il visitatore. Gli
autori delle 24 fotografie e i visitatori infatti hanno potuto riscoprire
e indagare, da un punto di vista soggettivo e radicato nel presente, le
tracce della nostra storia antica. L’evento realizzato dal MCA di Anzio
e dall’Associazione culturale 00042 si è concluso da pochi giorni,
ma vi anticipiamo che ci sarà una seconda edizione. Il Presidente
della 00042, Andrea Mingiacchi, auspica nuovamente una forte
partecipazione dei giovani..
Manuela Vela
Space - Cultura
novembre 2011_n.34
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music@space
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
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Space-Politica
Anzio Space
Oltre 10 anni di attività alle spalle. Il gruppo musicale conquista con le note reggae e del dub
AGRO SOUND SYSTEM
Autoctoni di nome e di fatto. Quattro ragazzi
provenienti dalla palude (non solo geografica)
della provincia di Latina, si fanno chiamare
Agro Sound System. Convinti che la musica
possa unire le persone e dar vita a riflessioni,
esprimono i loro messaggi attraverso gli accordi
in levare del reggae e le sonorità ipnotiche del
dub.
Oltre dieci anni di attività fanno degli Agro
Sound una delle esperienze più importanti
e più durature del panorama musicale
che si autoproduce fuori dalla metropoli
capitolina. Offrendo armonia e buona musica
a quanti hanno la fortuna di assistere alle loro
performance, Tonino, Franz, Davide e Mikol,
usano la musica come strumento di socialità e di
scambio, convinti che l’incontro con gli altri sia
la base della conoscenza
di se stessi e del saper
vivere in sintonia col
resto del mondo. Le
loro selezioni sono
una continua ricerca
di qualità sonora e
compositiva con una
grande attenzione ai
contenuti delle liriche
e ai messaggi. Il reggae che diffondono gli
Agro Sound non si limita alla terra natale del
genere che produce vibrazioni da ormai molte
generazioni, la Giamaica, ma parte dall’Africa,
arriva all’Europa e attraversa addirittura le
culture Caraibiche, a dimostrazione del fatto
che il Sound System pontino intende varcare
in ogni spettacolo i confini di Stati e continenti,
lanciando così messaggi di emancipazione, di
libertà, di lotta e di pace universale. L’impegno
degli Agro Sound è cresciuto notevolmente
con l’apertura dell’Officina culturale EX
MATTATOIO di Aprilia, luogo che negli
ultimi anni ha visto la nascita e l’evoluzione di
moltissime esperienze musicali provenienti
dal territorio. Ed è proprio quello dell’EX
MATTATOIO il palco che ha ospitato più volte
gli Agro Sound, portandoli a collaborare (molte
volte come principali organizzatori degli eventi)
con quanto il miglior reggae italiano (ma non
solo il reggae) ha da offrire. Stiamo parlando
di Bunna degli Africa Unite, dei Bisca con Zulu
dei 99 Posse, dei Taxi 109, di Brusco. Negli
ultimi tempi i quattro ragazzi sono impegnati
nella realizzazione di un progetto radiofonico
online che già produce buoni frutti, chiamato
per l’appunto radioagrosound. Quest’ultima
iniziativa, oltre a diffondere “on air” la musica
reggae nel nostro territorio, ha l’obiettivo di
offrire ai giovani talenti uno spazio dove far
sentire la propria voce e favorire così la crescita
delle nuove generazioni avvicinandoli al mondo
musicale in genere, uno spazio dove mettere
a frutto l’esperienza e maturarne di nuove,
scoprendo vene artistiche spesso accantonate
per carenze sociali o semplicemente per i pochi
spazi attrezzati. Per saperne di più ed ascoltare
i loro mixtape, nonché per assaporare la
creatività e la determinazione degli Agro Sound
non possiamo che rimandarvi all’indirizzo
www.agrosoundsystem.wordpress.com/
augurandovi un buon ascolto e un buon giretto
per il mondo che la musica vi offrirà.
Valerio Bruni
Al cinema dal 21 ottobre il film di James Gunn
“Superviolenza” sotto il nome di giustizia
Il protagonista di questo film comico, un
ostinato uomo di mezza età, è stato derubato
della sua bella moglie da uno spacciatore.
Scioccato dall’avvenimento, e per combattere
il male che lo circonda, decide di indossare un
costume fatto a mano e diventare un supereroe
dal pittoresco nome, Saetta Purpurea. In questo
film troviamo la stessa idea del film catartico
“Kick-Ass”, che vuole rappresentare la giustizia
ideale. Allo stesso modo “Super” rappresenta la
violenza sotto il nome di giustizia e lascia un po’
l’amaro in bocca.
La storia comincia con due avvenimenti positivi
nella vita di Frank: si è sposato con Sarah,
una donna bellissima, e ha aiutato i poliziotti
ad arrestare un ladro. Passati i momenti
felici, Frank vive nel dolore perché perde un
legame privato e uno sociale. In questa triste
situazione il protagonista cerca nella società
la causa della sua sofferenza e arriva a sentire
addirittura la voce di Dio che lo guida e gli
dice cosa fare. Frank è una persona normale
ma non può vivere delle contraddizioni. È
una persona seria come Bicke, il protagonista
di “The Assassination (2004)”, che non può
mentire. Bicke non sopporta neppure l’attività
commerciale in cui lavora e dove è costretto a
raggirare i clienti. Così smette di lavorare e cerca
di assassinare il Presidente Richard Nixon,
ai suoi occhi rappresentante delle ingiustizie
sociali. Bicke crede di non poter vivere bene a
causa delle ingiustizie sociali. Ma l’ossessione
di Bicke è soltanto soggettiva. Possiamo capire
l’ossessione di Travis, il protagonista di “Taxi
Driver” (1976) perché se non ci fosse stata la
guerra del Vietnam, Travis non sarebbe mai
andato alla ricerca della giustizia. Nei casi di
Bicke e Frank non esiste una causa esplicita che
li spinga a questa ricerca ed è solo un’emozione
soggettiva che li muove. Per questo motivo
gli spettatori non appoggiano sempre il loro
comportamento, che sembra quasi produrre
violenza sotto il nome della giustizia. Le loro
azioni sono comiche ma slittano inutilmente in
un sentimento amaro. Chi vuole vivere sul serio
non può vivere bene nella società. Chi vive bene
nella società non può raggiungere la giustizia
sociale.
Yoshiro Izumi
Anzio Space
Space - Cultura
n.34_novembre 2011
Space /Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
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A Roma, vicino lo stadio olimpico, la mostra dedicata all’anatomia umana
IL VERO MONDO DEL CORPO UMANO
Dal 14 settembre al 12 febbraio 2012 le
Officine Farneto di Roma ospitano la mostra
itinerante “Body worlds: il vero mondo
del corpo umano”, che dopo aver girato il
mondo fa tappa per la prima volta in Italia.
L’esposizione raccoglie circa 200 “opere”
dell’anatomopatologo tedesco Gunther von
Hagens. Le virgolette sono d’obbligo perché
le opere, almeno dal punto di vista materiale,
altro non sono che organi e corpi umani
plastinati, ovvero sottoposti ad un processo di
conservazione ad invenzione dello stesso von
Hagens che trasforma il materiale organico
sostituendo ai liquidi biologici polimeri
di silicone, al fine di mantenerne intatte le
caratteristiche estetiche e, allo stesso tempo,
interrompere il processo di decomposizione.
La ovviamente controversa mostra ha scopo, a
detta dello stesso von Hagens, di sensibilizzare
e informare sia sulla fisiologia del nostro
corpo, sia sulle adeguate cure e attenzioni
da seguire per una vita sana. I “plastinati”
spaziano da singoli organi, o parti di essi,
fino ad interi corpi messi a nudo, in posizioni
di peculiare interesse per i temi delle singole
sale, che in una lezione quanto mai realistica
di anatomia ripercorrono i vari apparati
del corpo umano - da quello scheletricomuscolare a quello nervoso, passando per
l’apparato cardiocircolatorio, centro tematico
dell’esposizione romana. Al di là dei singoli
organi, o apparati, gli elementi che catturano
assolutamente l’attenzione del pubblico sono
comunque i plastinati integrali. Intere figure
umane, prive degli strati superiori di grasso
e pelle, per mostrare muscoli e altri organi in
particolari figure atte a svelare la bellezza e
complessità del nostro corpo, mostrando tutto
quello che è “nascosto” alla vista. Una mostra
del genere non è certo una di quelle che non
scatenano polemiche: dalle organizzazioni
religiose, che la dichiarano “irrispettosa” a chi
mette in questione la legalità delle operazioni
di Von Hagens, richiedendo che l’esposizione
venga gestita mediante particolari quadri
legislativi in quanto non composta di semplici
oggetti. Nonostante le polemiche, peraltro non
sedate, e le eterne discussioni che si potrebbero
generare su un evento simile, restano dei dati
di fatto: decine di migliaia di persone hanno
fatto -e continuano a fare- la fila davanti ai
plastinati, e molte migliaia di queste hanno
fatto domanda per donare il proprio corpo
all’esibizione ed essere loro stessi trasformati
(ovviamente post mortem!) in opere da
esibire, come lo stesso Von Hagens che, malato
di Parkinson, ha dichiarato che farà plastinare
il suo corpo per dare il benvenuto ai visitatori
della mostra, è il caso di dirlo, per sempre ed
oltre.
Gino Querini
10 giugno 1981: Alfredino Rampi e Roberto Peci soli sotto l’occhio della tv
L’INIZIO DEL BUIO, DI WALTER VELTRONI
L’inizio di tutto, l’inizio del buio. Walter
Veltroni, politico e giornalista, nel suo
nuovo libro, “L’inizio del Buio”, edito Rizzoli,
racconta due fatti di cronaca che l’11 giugno
1981 hanno segnato l’Italia e hanno cambiato
il modo di fare informazione. Due storie
parallele che si intrecciano: quella di un
bimbo di sei anni, Alfredo Rampi caduto in
un pozzo, e di Roberto Peci, fratello di un
pentito, sequestrato dai terroristi. Entrambi
saranno sotto l’occhio della tv, che racconterà
la loro agonia portando nelle case degli italiani
dolore, speranza, paura. Tutto in diretta.
È l’11 giugno 1981, poco dopo le 13, l’Italia
resta paralizzata davanti alla tv. Alfredo Rampi
cade in un pozzo a Vermicino, vicino a Frascati.
Il suo pianto, l’urlo di paura e disperazione,
entra in tutte le case del Paese. Un urlo che da
trent’anni è ancora impresso nella memoria
degli italiani, che per giorni sono rimasti
incollati alla tv per seguire l’interminabile
diretta. Anche il Capo dello Stato, Sandro
Pertini, partecipa a quell’attesa comune e si
reca a Vermicino. Ma alla fine ogni tentativo
di salvare Alfredino fallisce, e il bimbo che
aveva lottato fino all’ultimo muore risucchiato
da quel buio di cui aveva tanta paura, perché
quando i “grandi” lo raggiungono ormai è
troppo tardi. Mentre Alfredino precipita nel
pozzo, nel tardo pomeriggio del 10 giugno
Roberto Peci, fratello di Fabrizio, pentito
delle Br, viene sequestrato, rinchiuso nel
bagagliaio di una 127 e portato nella “prigione
del popolo”, dove le Brigate Rosse l’avrebbero
processato e ucciso. E sono gli stessi brigatisti
ad adeguare le modalità del sequestro alle
nuove regole comunicative, usando l’occhio
della telecamera a loro vantaggio come
faranno i terroristi di al-Qaida.
“Con queste due storie – scrive Veltroni
– per la prima volta le notizie travolgono
il palinsesto: mettono fine a quel saggio
equilibrio
d’informazione,
spettacolo,
divulgazione, sport che aveva fatto della
tv pubblica italiana un modello… La tv fa
irruzione, armata della sua potenza, nella vita
reale delle persone reali. Da quei giorni di
giugno nessun diaframma resisterà alla pretesa
del mezzo televisivo, sospinto dal crescente
voyeurismo del pubblico, di entrare in ogni
anfratto della vita individuale. Comincia con
lo tsunami del giugno 1981, un’onda nera,
una coltre di buio che porterà a Cogne, ad
Avetrana, a Brembate”. Veltroni racconta
con lo scrupolo di un reporter le due storie,
ripercorre i luoghi, intervista i protagonisti,
rivela aspetti inediti e coglie nei due episodi
l’inizio di quello che sarebbe diventata la tv: il
grande occhio che trasforma la realtà in reality.
Luisa Calderaro
novembre 2011_n.34
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Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
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RITRATTI DI DONNA
FORTUNATA
Varapodio. Oppido Mamertina. Melbourne. Tre città. Due Nazioni. Tante
storie. Una vita Incipit. Il giorno, senza confusione, ha da poco ceduto il
suo bagliore. Non è giorno. Non è notte. Io mi trovo al di là della strada.
Al di là del racconto. Al di là del viaggio. Sono le diciottoequarantaminuti
di venerdì tre ottobre duemilaundici. Sono in ritardo. Non mi succede
mai. Indosso le Bensimon nere che mi hanno comprato a Parigi, Saverio
e Marco. Adoro le Bensimon. Di tutti i colori. Adoro le Bensimon. In tutte
le stagioni. Amo i miei amici. Marco e Saverio. La notte aspetta. Ha bussato
lentamente. Io aspetto. Ho suonato. Una voce maschile domanda chi sono.
Pronuncio il mio nome. Mi raggiunge un’esclamazione - ah si -. Spingo il
cancello. Supero la macchina parcheggiata all’interno. Mi fermo. Incontro
il giardino. Silenzio. Cespugli di Ocimum basilicum segaligni. Qualche
memoria di foglia lanceolata e un accenno di fiori. Bianchi. Bilabiati con il
labello superiore lobato. Ciuffi di Origanum majorana. Sparsi. Sopra. Sotto.
Agonizzanti. Costretti agli eventi e ai venti. Hanno ceduto il lusso della vita
alla volgarità della morte. La morte è sempre volgare. Volgare e repellente.
La morte e il suo prologo. Negano il corpo. Elogiano la sofferenza.
Non ho più tempo di pensare. Rifletto. Chiudo gli occhi. Abbandono
il giardino. Incontro una scala. Apro gli occhi. Vedo Fortunata. Bianca.
Viso diafano. Capelli lisci striati di biondo raccolti dietro la nuca. Fine. Si,
un appeal raffinato. No, non la conosco. E’ la prima volta che la incontro.
L’ho contattata attraverso Facebook. Le ho chiesto se potevo intervistarla.
Semplicemente. Lei semplicemente mi ha risposto - va bene -. Mi accoglie
come si accoglie l’amica di sempre. Rimango qualche minuto sul ballatoio.
In alto. Lo sguardo in direzione del giardino. In basso. Fortunata indugia
a descrivere i lavori di restauro appena terminati. Mi parla del caos. Della
confusione. Della dis-organizzazione. Della vita, dentro e fuori, la casa.
Mi presenta Vincenzo. Suo marito. Vincenzo ha il computer acceso e
indossa i pantaloni corti. E’ lui che mi ha aperto il cancello. Vincenzo mi
stringe la mano senza parlare. Subito chiedo a Fortunata se per lei va bene
sederci fuori. Ho bisogno di intimità. Di lasciare dentro la casa il computer.
Vincenzo. La penombra. Il soggiorno. Gli odori della vernice. Gli sguardi.
Fortunata mi propone l’alloggio di Mimmo, suo fratello che divide e
condivide con lei la palazzina. Mimmo, Domenico per gli amici. Fratello
affettuoso. Una famiglia. Grande. Tradizionale. La sua. Una famiglia. Due
figli che si aiutano. Si rispettano. Si amano e si sostengono. Un fratello e
una sorella che si confidano e si fidano. Mimmo e Fortunata. Fortunata e
Mimmo. Entriamo a casa di Mimmo. Sono in curiosità. Si respira un’aria
di ricerca. Di studio. Osservo. Commento. Annuisco. Ci sediamo. Io sul
divano. Fortuna sulla sedia davanti a me. Dietro i libri di Mimmo. Mimmo
non c’è ma c’è. Mimmo è sempre presente. Mimmo il fratello che le vuole
bene. Che l’ascolta. Appena mi siedo mi invadono le malefiche Aedes
albopictus. Mi pizzicano in ogni dove. Fortunata comincia a raccontare la
sua storia. Viaggi. Trasferimenti. Andata e ritorno. Varapodio-Melbourne.
Melbourne-Varapodio. Nel millenovecentocinquantatre Elvira e Vincenzo,
madre e padre di Mimmo e di Fortunata si sposano e partono subito per
l’Australia. Il fratello di Elvira, Vincenzo Barca, ha avviato un ristorante
‘San Marco’ e dunque attraverso ‘l’Atto di richiamo’ riesce a far emigrare
dalla Calabria i novelli sposi. Nel millenovecentosessantre Elvira ritorna
a casa. Il quattordici novembre nasce Fortunata a Oppido Mamertino a
settanta chilometri da Reggio Calabria. A Varapodio non c’è un presidio
ospedaliero. Le levatrici che ti fanno partorire a casa non ci sono più.
Dopo quindici mesi Elvira, Vincenzo e Fortunata ritornano a Melbourne.
E’ il millenovecentosessantacinque. Fortunata frequenta la scuola inglese.
Parla inglese. Torna in Italia nel millenovecentosettantuno. Tantitantitanti
cambiamenti. Andata e ritorno.
Andata e ritorno. Andata. Ritorno. L’adolescenza. Luogo della realizzazione
di un’identità adeguata in un contesto in-adeguato. A volte luogo delle
contraddizione confluenti. Degli opposti. Eros e Thanatos. Dei conflitti.
Amore e odio. Temi antichi. Elaborazioni moderne. Non ho spazio per
le domande. Non ho Domande. Non ho risposte. Fortunata è anarchica.
Segue il suo percorso. Il suo destino. Il suo filo rosso. Senza indugio.
Parlaparlaparla. Io la guardo. Fortunata ha quarantotto anni. Fortunata
ha mille anni. Fortunata ha dieci anni. Entra Stefano. Suo figlio. La sua
vita. Fortunata diventa mamma. Stefano è figlio. E’ uomo. Intelligente.
Bello. Suona. Studia psicologia. Lavora. Fortunata lo guarda. Stefano. La
disperazione. La speranza. Il futuro. Vincenzo. Fortunata. Stefano. Una
famiglia di intese. Dialogo. Attese. Dolorose. Struggenti. Processo del
mutamento che Klimt pativa profondamente. Fortunata una donna. Una
vita dal decadimento alla rinascita, l’esatto contrario di ciò che scriveva
D’Annunzio - ‘La prima fase della vita è caratterizzata dalla possibilità di
metamorfosi infinite, l’ultima dalla immutabile uniformità, nella quale non
si può sfuggire al confronto con la realtà: la prima fase è caratterizzata dal
sogno...l’ultima dall’impossibilità di sognare”. Per Fortunata un percorso
inverso. Come descriveva Klimt in ‘ le tre età della vita’- la senescenza-fine
non rappresenta l’evento bensì la partenza, la prefazione al rinnovamento.
Un processo inverso: dalla vecchiaia alla crescita. Fortunata una donna
vecchiagiovanebambina. Fortunata. Occhi tristiallegriarrabbiati. Fortunata
un corpo deboleforteresistente. Fortunata oggi vive ad Anzio. Ha la sua
casa. Un giardino che aspetta. Dentro. Fuori. Sotto. Sopra. Fortunata adesso
tacetacetace. Non ha più parole. Solo pensieri. Solo desideri. Prendo la
macchina fotografica. Alcune resistenze. – Sono brutta – dice e poi con
un gesto da bambina sfiora la nuca con la mano destra e subito sulle sue
spalle fortifortiforti si aprono silenti i lunghi capelli lisci striati di biondo.
Giusi Canzoneri
Un sorriso. L’incipit.
QUESTO SPAZIO
PUò ESSERE
TUO!!!!
Per informazioni: 333.73.50.189
[email protected]
Anzio Space
Space - Donna
Space /Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
n.34_novembre 2011
19
13
LA RICETTA DEL MESE
Coppe di amaretti, castagne e
mascarpone
Ingredienti per 4 coppette:
-50 gr di amaretti
- 1 bicchierino di amaretto (liquore)
- 50 gr di burro
- 350 gr di castagne grandi o marroni
- 120 gr di cioccolato fondente
- 250 gr di mascarpone
- 1 bustina di vanillina
- 100 gr di zucchero a velo
Lo sapevi che....
– Qualche goccia di limone nell’olio caldo assicura una frittura
croccante.
– Per verificare la qualità del caffè basta versarne un cucchiaino in
acqua. Se sale tutto a galla si avrà la garanzia che è buono.
– Per rendere morbidi polipi e seppie basta metterli sotto sale per circa
un’ora e poi sciacquarli prima di cuocerli.
– La besciamella resterà più morbida se verrà preparata con metà farina
e metà fecola di patate.
– Spesso il grana o il parmigiano, dopo un po’ di tempo in frigo, si
seccano. Per evitare ciò è sufficiente avvolgere il formaggio in un
canovaccio imbevuto di acqua e vino.
– Per pelare facilmente i peperoni una volta cotti metterli ancora
caldissimi in un sacchetto di carta che, a sua volta, andrà in un sacchetto
di plastica. Lasciarli freddare chiusi così.
– Per cuocere al meglio gli gnocchi e la polenta l’acqua non deve bollire.
Se hai un termometro l’acqua deve raggiungere la temperatura di 70° C.
– Per evitare che i legumi non diano disturbi all’intestino non bisogna
metterli a bagno. Questo perché stare molto in acqua fa sì che, al loro
interno, si crei un germoglio.
– Per conservare il basilico in un modo diverso rispetto al semplice
congelamento, metterlo in un vasetto di vetro e coprirlo di sale grosso.
Procedere a strati pressati fino a riempire il vasetto e coprire di olio
extra vergine di oliva.
– Per la crema pasticcera usare amido al posto della farina, si aggruma
meno.
– Quando si prepara l’impasto (sia esso della pizza, del pane o dolce),
per verificarne lo stato di lievitazione, immergerne una pallina in un
bicchiere d’acqua. Quando viene a galla è pronto.
Elisabetta Civitan
PrEPARAZIONE:
Intaccare le castagne e fatele lessare in pentola a pressione per
15 minuti o in una normale casseruola per 30 minuti. Quindi
scolatele e sbucciatele togliendo anche la pellicina interna
(si tratta di un’operazione abbastanza laboriosa, se non avete
molto tempo potete acquistare delle castagne già lessate).
Ponete quindi le castagne in un mixer e frullatele, aggiungete il
bicchierino di amaretto, il mascarpone, la vanillina e lo zucchero
a velo e frullate nuovamente il tutto. Passate la purea con un
passino per eliminare grumi o eventuali tracce di pellicina delle
castagne ottenendo un composto cremoso. Ponete il cioccolato
a pezzetti a bagnomaria, fatelo sciogliere e aggiungete il burro
a cubetti. Mescolate fino a che sia omogeneo e aggiungetelo
alla crema di castagne e mascarpone. Amalgamate bene tutti
gli ingredienti e ponete la crema in una sac à poche: riempite 4
coppette o dei piccoli bicchierini. Sbriciolate infine gli amaretti
con un coltello e aggiungetene un cucchiaio abbondante sopra
ogni coppetta. Servite le coppe amaretti, castagne e mascarpone
subito o conservatele in frigorifero.
Buon appetito!
E. C.
Il consiglio di Cesare Del Gatto
L’abbinamento potrebbe essere con dei liquori di amaretto o
di castagne, ma un buon vino dolce è preferibile per la qualità
piuttosto che per il tenore alcolico ridotto. Un passito che è senza
dubbio da provare è il Vino Santo del Trentino del produttore
Francesco Poli, da uve Nosiola vendemmiate tardivamente e
fatte appassire per sei mesi dopo la fermentazione. I profumi di
frutta matura e confettura rivelano i quattro anni di affinamento
in rovere, dolce ma equilibrato con lunghe sensazioni vellutate.
novembre 2011_n.34
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20
Space - Ambiente
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
Il circolo di Legambiente ha chiesto e ottenuto l’accesso al sito per tutelare il raro fiore
IL GIGLIO MARINO SBOCCIA tra I RUDERI DELLA VILLA NERONIANA
Su segnalazione di un nostro concittadino, il circolo locale di
Legambiente “Le Rondini” ha appreso che all’interno dell’area, compresa
nella recinzione di protezione, sottostante la Villa di Nerone, insieme ad
altra tipica vegetazione dunale si stanno riproducendo alcuni esemplari
di “Pancrazio”, meglio conosciuto come Giglio marino. Quest’essenza
autoctona spontanea, un tempo molto diffusa sul litorale tirrenico e
sulle spiagge anziati, tanto da essere persino immortalata negli affreschi
di epoca romana rinvenuti nel nostro territorio e conservati nel Museo
Civico Archeologico di Anzio, è attualmente quasi scomparsa e rientra
tra le specie vegetali protette. L’area sottostante la Villa Imperiale,
seppur opportunamente recintata, non sfugge purtroppo a frequenti
atti di vandalismo e interventi di bonifica, effettuati da personale
non informato, che potrebbero vanificare lo sforzo della natura di
ripristinare il suo equilibrio.
Per questi motivi il circolo “Le Rondini” ha chiesto e ottenuto, dalle
autorità preposte, l’autorizzazione ad accedere al sito in date concordate
assumendone la tutela per la salvaguardia di questo fiore. Il Pancrazio,
fiorendo in piena estate, potrà costituire un ulteriore fattore di richiamo
del nostro bellissimo litorale, come già sta avvenendo in Toscana, dove
la tutela del Giglio marino ha visto impegnate insieme Legambiente e
le associazioni degli albergatori, a dimostrazione di come sia possibile
coniugare turismo e paesaggio, affari e ambiente, fissando regole
condivise di comportamento.
Un basso cespuglio che punteggia la sabbia di verde e poi avvizzisce,
dando vita a fiori bianchi delicati che sbocciano tra luglio ed agosto,
dopo che le foglie si sono seccate, il pancrazio produce poi grandi
capsule che si aprono lasciando cadere semi neri e di forma irregolare,
ricoperti da uno strato spugnoso che permette loro di galleggiare e
di essere trasportati dal vento. Questo fiore è conosciuto con diversi
nomi: Pancratium maritimum (Linneo), Giglio marino, Pancrazio,
Giglio di San Pancrazio, Giglio delle sabbie. Appartiene alla classe
dei Monocotiledoni e alla famiglia delle Amarillidaceae. Il nome
Pancratium viene dal greco pàn che significa “tutto” e da kratòs che
vuol dire “potere”. Ovviamente l’aggettivo maritimum deriva dal fatto
che questo splendido fiore sboccia in riva al mare. Ringrazio Pino Pieri
e Lidia Penza per i loro contributi. Nella prossima uscita di Anzio Space
faremo conoscenza col Platanus Orientalis.
Filippo Valenti
Anzio Space
Space - Ambiente
n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Ronzinante e le dighe
RIMANGONO LE SPERANZE
Qui ad Anzio-Space
abbiamo la passione
per i cavalli famosi e
proprio il cavallo di
Don Chisciotte della
Mancia ispira questo
articolo che chiude e
apre diversi capitoli.
Da febbraio, mese in
cui le ruspe hanno
fatto il loro ingresso
sulla scena del litorale,
si sono susseguite
diverse vicende, di cui
questo giornale e molti
altri giornali locali e nazionali, nonché TV e
radio hanno riportato notizie…. Proteste,
incontri, dibattiti, raccolta firme….
Tutto quello che è stato portato avanti da
numerose associazioni e privati cittadini è stato
frutto di un sentimento profondo di amore per
il proprio territorio e rispetto per l’ambiente
in generale. Mai, MAI, si è pensato che opere
di protezione contro l’erosione delle coste
non fossero necessarie! Ma da qui ad essere
soddisfatti di un simile progetto, che prevede
l’ingabbiamento di 4 e passa chilometri di
costa con una barriera ininterrotta di massi….
C’era modo e modo di intervenire….
Il signor Sindaco durante il suo intervento
su RaiTre si è lasciato andare a dichiarazioni
spontanee di seria preoccupazione per
la gravità, in senso di peso sul territorio,
di questo intervento e più volte si è detto
disposto a chiedere delle modifiche.
Purtroppo, nonostante la sua autorevolezza,
le opere rimangono di competenza regionale e
l’incontro avuto con un esponente dell’ARDIS,
l’agenzia che si occupa del progetto, ci ha
solo edotti della necessità di proteggere la
costa con quanti più massi fosse possibile
buttare a mare…. Da qui la preoccupazione
è cresciuta fino all’intervento di Legambiente
che, venuta a conoscenza dei fatti, ha iniziato a
“spulciare” le carte. E si è venuti a conoscenza
della mancanza della Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA). Avvertita la Guardia di
Finanza, le carte sono poi passate alla Procura
della Repubblica.
Come poteva passare la VIA un simile
progetto? Solo tramite una dichiarazione di
emergenza pubblica a causa di grave situazione
idrogeologica! Che poi effettivamente è quello
che è la realtà dove facendo una semplice
passeggiata sulla spiaggia si possono vedere
gli effetti dell’erosione. Ancora una volta è
evidente che intervenire era ed è necessario.
Ma ancora una volta
la domanda è: perché
non si interviene
ponderando
le
azioni? Un segno
di inchiostro sulla
carta, minimo nella
sua semplicità, può
altresì compromettere
un intero territorio!
Una casa non è altro
che quattro mura e
un tetto, ma chi si
comprerebbe una casa
senza finestre, senza
un minimo di inserimento nel territorio, un
pizzico di gusto estetico?
Per questo andare contro i mulini a vento
ormai che le ruspe inesorabilmente lavorano
è quanto meno inutile…. Torniamo a parlare
con il Sindacato Italiano Balneari SIB, con
il Comune, con l’ARDIS sperando di poter
apportare, con la comprensione di tutti,
delle modifiche sostanziali che quantomeno
non chiudano completamente la percezione
del mare e la sua fruizione, fonte di vita per
molti amanti del mare e per chi lavora di
questo. Chiediamo a gran voce la rimozione
della barriera soffolta che chiuderebbe per
sempre i nostri sogni all’orizzonte, lasciando i
pennelli che da soli risolverebbero comunque
il problema dell’erosione. E forse qualcosa
si potrà fare tutti insieme con il rispetto
reciproco e per il proprio territorio.
…. Il tempo delle speranze….
Bruno Pepe _ GreenOceanSurfing
Le 15 opere frangiflutti sono inutili e dannose. “Distruggerebbero 4 km di costa”
GOLETTA VERDE LAZIO BOCCIA I PENNELLI ANTI-EROSIONE
Ostia, Civitavecchia, Anzio, S. Felice, Gaeta
e Ventotene. Sono state le cinque tappe della
quinta edizione di Goletta Verde nel Lazio, la
campagna regionale d’informazione e analisi
sul litorale e sul mare della Regione Lazio
durata per tutto il mese di ottobre. Molti i
temi al centro della campagna: “pennelli”
anti-erosione, parchi, spiagge libere, qualità
dell’acqua, divieti di balneazione e rischi
idrogeologici, waterfront e fumi delle navi.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di difendere
e tutelare il mare nostrum denunciando le
situazioni a rischio e facendo il punto della
situazione.
Anzio è stata la terza tappa del viaggio di
Goletta Verde, che è tornata di nuovo sulle
coste della città neroniana per sottolineare
il problema dell’erosione costiera e ribadire
il proprio no al progetto dei pennelli antierosione, che prevede la costruzione di 15
opere frangiflutti, lunghe 100 metri e poste
a 200 metri una dall’altra, lungo il Lido
Marechiaro.
Secondo un recente studio Ispra nel Lazio
sono in fase di erosione 63 km di costa.
Un fenomeno naturale aggravato dai
mutamenti climatici in corso, in particolare,
all’aumento del livello del mare, le cui cause
sono da ricercare nell’antropizzazione del
litorale e nell’avanzata del cemento. Anzio
ha risposto al problema con il progetto dei
pennelli anti-erosione. Il progetto, privo
della Valutazione di Impatto Ambientale,
ha ricevuto da Legambiente la Bandiera
Nera, il poco ambito riconoscimento di
Goletta Verde per gli scempi a danno di
mare e coste. “L’opera dei pennelli – spiega
Anna Tomassetti, presidente del circolo Le
Rondini - distruggerebbe 4 chilometri di
costa, aggravando in maniera considerevole
il fenomeno dell’erosione del litorale”.
L’associazione ambientalista ricorda che
“date le poche risorse disponibili, la Regione
debba valutare opere di minore impatto, in
stretto accordo con cittadini, associazioni
e imprese. Le istituzioni non possono
rimanere mute di fronte a questo abuso.”
L.C.
novembre 2011_n.34
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Space - Sport
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
I risultati continuano a scarseggiare. Due pesanti sconfitte contro l’Arzachena e Cynthia
ANZIOLAVINIO: GIOCO TUTTO IN SALITA
Torniamo a parlare di calcio e dell’Anziolavinio
in particolare che, nel numero scorso di Anzio
Space abbiamo saltato per dare spazio ai fatti
importanti che hanno riguardato il Nettuno
baseball. C’eravamo lasciati con l’Anziolavinio
che aveva superato a fatica il primo turno di
coppa Italia contro il Palestrina, il campionato
era alle porte e il mister della squadra era Piero
Lombardi.
Nel giro di due mesi, la storia è cambiata,
l’Anzio è uscito malamente dalla coppa Italia
perdendo al Bruschini contro il Marino e
dopo 7 turni di campionato si trova in zona
play out con 8 punti in classifica, frutto di 2
vittorie contro Palestrina e Bacoli, 2 pareggi e
3 sconfitte e la cosa più importante, è che dopo
la terza giornata è stato esonerato l’allenatore
Lombardi ed è stato chiamato a sostituirlo il
palermitano Carlo Lanza (47 anni), mister
navigato con parecchi campionati vinti e
tanta esperienza accumulata in serie D. Molti
lo ricorderanno come uno degli artefici che
ha portato il Pomezia dall’Eccellenza fino
alla Lega Pro Seconda Divisione nel giro di
due anni. Le prime parole del neo tecnico
sono state incoraggianti: “Ho sposato il
progetto Anzio perché sono stato convinto
dal presidente Rizzaro. Valuteremo bene la
rosa a disposizione e, se esistono dei problemi,
cercheremo di risolverli nel più breve tempo
possibile per migliorare la posizione in
classifica dello scorso anno”.
Ad Anzio ha ritrovato Lollo Amassoka,
che è stato il bomber che ha trascinato il
Pomezia nei due campionati vinti con Lanza.
Dall’avvento del neo mister sulla panchina
Anziate i risultati e il gioco continuano però
a scarseggiare. All’attivo dopo il cambio
avvenuto alla terza giornata registriamo un
pari in trasferta contro il Selargius, la vittoria
2-0 in casa contro il Bacoli e nelle ultime
due partite prima di andare in stampa sono
arrivate due pesanti sconfitte: 4-0 in Sardegna
contro l’Arzachena e un 3-1 casalingo contro
un modesto Cynthia che fino ad allora aveva
ottenuto solo due pareggi e quattro sconfitte.
I sette gol presi sono un campanello d’allarme
per la società, c’è qualcosa da rivedere al più
presto prima di compromettere un’intera
stagione. Lo schema che adotta il Mister è
un 4-3-3 che a detta di molti non è adatto ai
giocatori della rosa. La speranza è che Mister
Lanza riesca a correggere gli errori e riportare
il sorriso ai tanti tifosi che ogni domenica
seguono la squadra. A margine segnaliamo
il 300° gol segnato in carriera da Stefano
Antonelli che lo ha proiettato nella storia
italiana dei grandi bomber. Congratulazioni e
speriamo che ci regali qualche altra perla.
Fabrizio Tirocchi
GIRONE C: IL PUNTO SU NETTUNO E FALASCHE
La squadra di Mister Cesarini è seconda in classifica. Quella di mister Bindi è quarta
Da questo numero parliamo anche del
Nettuno e del Falasche..
Iniziamo con il Nettuno: tutti ricorderanno
il triste epilogo della scorsa stagione con il
Nettuno che perde lo spareggio e retrocede
in prima categoria. La svolta è arrivata questa
estate con il cambio societario grazie ad una
cordata di imprenditori locali capitanata
da Nocera e il conseguente ripescaggio in
Promozione. Si è scelto un nuovo Mister e da
lì la storia è cambiata. Dopo sette giornate il
team di Neno Cesarini è secondo in classifica
con 18 punti frutto di 6 vittorie consecutive e
una sola sconfitta rimediata nell’ultimo turno
prima di andare in stampa contro il fanalino di
coda Sa.ma.gor. Un cammino entusiasmante
che ha fatto tornare tante persone sugli spalti
del Celestino Masin come non si vedeva da
troppo tempo. La società ha operato bene sul
mercato grazie alla bravura di D’Ambra e di
Pietrangeli, che sono stati capaci di portare a
Nettuno gente del calibro di Cassioli, Mangili
e Rinaldi che è tra i più forti centrocampisti
dell’intero panorama Laziale. Dunque una
rosa importante visto che anche i gioielli
Giudice, Graziosi, Bernardi e Bastianelli sono
stati confermati. Come dicevamo la guida
tecnica di questa fuoriserie è stata affidata
a Neno Cesarini, nettunese doc che dopo
l’esperienza con Anziolavinio e Falasche
spera di essere profeta in patria. L’inizio di
campionato fa ben sperare, ci auguriamo che
questo possa essere l’anno della promozione.
Altro avvio di campionato importante è
stato quello del Falasche, che come ogni
anno cambia molto, ma affidandosi a tanti
giovani di valore riesce sempre a fare degli
ottimi campionati e a valorizzare i propri
giocatori che spesso spiccano il volo verso
società più ambiziose. Dopo sette turni il
team del confermato Massimo Bindi è quarto
in classifica con 15 punti, opera di 5 vittorie
e 2 sconfitte. Come dicevamo è una società
che lavora sul mercato estivo in maniera
lodevole andando a pescare tanti bravi
giovani in giro per il Lazio che danno un
contributo fondamentale alla squadra, visto
anche il severo regolamento che prevede ci
siano in campo almeno 3 Under (1 nato nel
‘92, 1 nel ‘93 e 1 nel ‘94). La ciliegina sulla
torta è stato l’acquisto di Davide Papagna, che
senza ombra di dubbio è il miglior portiere
del Lazio. Con queste credenziali e con una
società sana alle spalle siamo sicuri che anche
a fine campionato vedremo il Falasche in alto
in classifica, con l’augurio che si possa salire
un gradino in più e raggiungere il traguardo
dei play off. F.T.
Anzio Space
Rubriche
n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
DETTI PORTODANZESI
“E mo se coce sto riso”, si dice spesso
quando, per raggiungere il fine si è troppo
lenti e l’obiettivo rimane molto lontano.
“Chi vo’ Cristo se lo prega.” Se vuoi
una cosa provvedi da solo, non delegare
nessuno!
“Ragno, ragno, ragno, tanto me busco
tanto me magno” Godersi il guadagno
istantaneamente. Un detto conforme all’idea del consumista.
“Chi c’ha er comodo e nun se serve, nu trova confessore che
l’assorve” Chi non approfitta dei propri privilegi non è compreso
dagli altri.
“Daje e daje le cipolle diventano aji”. A forza di dire una bugia
continuamente questa diventa una realtà.
“Acqua chiara nun c’ha paura de li toni” Anima sincera e pulita
non teme i rimproveri.
“È meijo na brutta verità che na bella bucia” Saggezza popolare.
La verità è sempre e comunque superiore alla menzogna.
“Quanno a tordi, quanno a grilli” A volte ci dice bene, altre sono
peggio, accettiamolo e attendiamo con fiducia.
“C’hai l’anni de chicchinnina” Misura temporale non ben definita
ma certamente di un periodo dell’antichità.
“Cerca d’annattene prima che te do del lei”, significa che se non
vai via saranno prese le distanze in modo drastico.
“Magna a sette ganasce”, persona ingorda ed egoista, incurante del
prossimo.
Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”.
amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli
SMS - Space
Anzio-Space dà spazio ai lettori
Scriveteci un sms al:
3337350189
“Attenzione in zona Villa Claudia,
Lido delle Sirene, Marechiaro un
gruppetto di ragazzi adolescenti
stanno compiendo furti di materiale
vario (tavole da surf, mute e
attrezzature sportive in giardini
e cantine. Tenete gli occhi aperti”
Bruno
“Durante l’estate e in questi mesi
sulle spiagge di Cincinnato e nelle
vie limitrofe sono stati avvistati 2
ragazzi di età compresa fra i 20 e i 25
anni che facendo bella mostra dei propri attributi si sollazzavano
gli stessi in prossimità di ragazze ignare. Le autorità avvertite
controllano, ma meglio farlo prima noi....” BF
“Credevo fosse una diceria ma effettivamente è vero che gli
amanti dell’argilla producano vere e proprie voragini sulle
pareti della falesia di Tor Caldara.... certamente non crollerà
per questo, ma i buchi creati sono di proporzioni incredibili!”
Eugenio
23
Spor t e ambiente
PASTENA
UN PAESE TUTTO DA SCOPRIRE
Dalle grotte al centro storico medioevale, senza
dimenticare i monti Ausoni
Cari lettori ,oggi vi parleremo di questo splendido paese dei Monti
Ausoni nella Provincia di Frosinone. Pastena è nota soprattutto per
le splendide Grotte, uno dei complessi speleologici più importanti e
suggestivi della nostra penisola. Esplorate per la prima volta nel 1926,
si suddividono in due rami sovrapposti: uno ancora attivo (lungo
2217m) essendo percorso da un fiume ed esplorabile con piccoli
battelli o a guado, il secondo invece fossile, della lunghezza di 880m
ed interamente visitabile.
Lo spettacolo è straordinario: cascate, laghetti, stalattiti e stalagmiti,
cunicoli e grandi sale, uno scenario davvero unico per maestosità
e mistero. Di origine volsca, Pastena (il cui nome deriva dall’antico
vocabolo “pastinare” che significa coltivare) è caratterizzata da un
centro storico tipicamente medioevale protetto da una cinta muraria
munita di 15 torri a pianta quadrata e circolare che nell’XI secolo
la resero un villaggio fortificato. Percorrendo oggi i suoi vicoli, le
piazzette e le scalinate si possono ammirare gli antichi portali in
una suggestiva atmosfera tra passato e presente. Da visitare la chiesa
di S. Maria Maggiore (sec. XI), la chiesa di S. Maria del Parco dalla
splendida facciata in stile barocco del XVII secolo ed il “Museo
della Civiltà Contadina e dell’Ulivo”. Ubicato al di sotto della Casa
Comunale ed allestito all’interno di un antico frantoio risalente alla
fine dell’Ottocento, è dedicato alle tradizioni popolari e alle arti
lavorative contadine: un importante patrimonio culturale che il
Museo intende custodire e tramandare.
Mi raccomando, non fermatevi solo nella splendida Pastena ma
visitate il territorio dei Monti Ausoni, alla scoperta delle altre realtà
culturali e dei sentieri immersi nei boschi che vi porteranno ala
scoperta di porzioni di territorio di notevole pregio naturalistico e
altri ancora saldamente legati alla tradizione contadina.
Per domande e curiosità scrivete alla mail: [email protected]
Associazione Sport, Ambiente e Natura “Su e Giù”
http://blogasan.blogspot.com
novembre 2011_n.34
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Space - Comunicati
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
LETTERA DAL CARACOL
Spettabile Redazione,
sono il nuovo amministratore di condominio, condomino e vice
brigadiere dei carabinieri in servizio attivo.
Ho letto l’articolo apparso sulla rivista n°33 dal titolo “Caracol il
residence dimenticato di Lavinio”. Senza voler polemizzare sul
contenuto dell’articolo, per altro scarso di contenuto attuale, tengo a
precisare che questo residence è un residence privato i cui immobili
sono stati e vengono acquistati tutt’ora con il sudore del lavoro. Il
basso costo degli immobili, fa sì che gli extracomunitari e i comunitari
riescano ad ottenere un mutuo e ad avere una casa, con rate mensile
di 400/500 euro.
Il residence è una piccola località a sé stante formata da 180 unità
immobiliari, siamo decentrati come sono decentrati gli abitanti di Via
delle cinque miglia che confinano con il nostro residence che non è
ghettizzato da muri o muraglie innalzate nel nome della sicurezza.
L’unico a far alzare un muro prima della fine della costruzione, è
stato il Consorzio di Lavinio che ha voluto impedire il passaggio di
LETTERA nettuno basket
Cari amici,
con questa lettera mi rivolgo proprio a voi, amanti appassionati di
basket, a tutti coloro che hanno seguito con perseveranza il cammino
della nostra squadra in quest’ultimo anno e non solo. Il motivo che ci
spinge a mettere nero su bianco la nostra indignazione, trova la sua
ispirazione nel comportamento infondato e incomprensibile tenuto
dalla dirigenza del Club. Abbiamo ottenuto ottimi risultati nella
passata stagione, durante la quale la squadra nettunese ha raggiunto
il primato nel girone di qualificazione ai play-off (qualificazione
avvenuta con anticipo rispetto alla fine della regular season).
Partendo da questi presupposti era lecito, se non scontato, la
riconferma del gruppo e dell’allenatore Monteriù; ma per motivazioni
prettamente personali non vi è stata nessuna riconferma per una
squadra che tanto ha sacrificato nella stagione passata. È inutile
nascondersi dietro un dito, è inutile continuare imbarazzanti prese
in giro: riportiamo tutto il nostro sgomento con estrema fermezza.
Siamo delusi da chi avrebbe dovuto coltivare e incitare i “suoi“
ragazzi, da chi avrebbe dovuto stimolarli a credere nel progetto (se
mai c’è stato un progetto in questi anni!) del Nettuno Basket. Ma in
fondo, a pensarci bene, c’è poco da rimanere delusi; bastava prestare
un minuto di attenzione a quanto è accaduto negli anni passati: lo
stesso copione, ma cambiavano i commedianti. Si esplicita così
l’incapacità e l’inettitudine di una Società sportiva che ha già visto
sfumare tre generazioni di ragazzi. Ci eravamo riproposti chiarezza
e verità: perciò ci domandiamo se l’unico pensiero che attanaglia i
vertici della nostra Società sia il profitto, il puro guadagno. Dovrebbe
rappresentare una famiglia composta da ragazzi spronati a tagliare
il traguardo della prima squadra. Qui sorge spontaneamente una
Anzio Space
auto e pedoni nella traversa di Via Pascoli, obbligando il Comune ad
eseguire i lavori di prolungamento di via Stradone Sant’Anastasio.
Le comunità presenti in questo residence sono ben integrate e
composte da cittadini comunitari ed extracomunitari di cui pakistani,
indiani, egiziani, marocchini, tunisini, algerini, nigeriani, liberiani,
moldavi, russi, bulgari e romeni e grazie a Dio anche di Italiani
come me. Qui non si soffre di razzismo ne di xenofobia, temi veri e
preoccupanti della nostra attuale società.
Certo che su 5000/6000 persone che abitano in questo residence,
qualcuno che ha avuto problemi con la Giustizia c’è: abbiamo due
persone agli arresti domiciliari per spaccio di sostanze stupefacenti,
un moldavo che ha espiato la sua pena e vive oggi con la famiglia e
libero nella propria casa.
Avendo, grazie a Dio e ad Allah come dicono gli arabi che ci abitano,
una buona crescita demografica e “figli che vanno a scuola”, gradiremo,
prima di pubblicare articoli (peraltro senza una motivazione o
richiesta) come quello in questione, di passarsi una mano per la
coscienza e chiedersi se questo è un bene per questa società, per il
popolo anziate e per i nostri figli.
Se un giorno deciderete di passare per il residence, vi darò la vera
storia della nascita del Caracol e non di società costruttrici e fallite del
tipo Caracol (questa è l’unica società tutt’ora attiva e non presente al
Caracol, la società costruttrice era la SOLEMAR che riuscì a vendere,
prima di fallire, ben 170 appartamenti su 180). In quell’occasione
vi mostrerò il centro sportivo con piscina che sorge all’entrata del
Caracol e si affaccia sulla strada principale (da dove è stata scattata la
foto)... Questo centro non appartiene al residence ma è bensì un bene
pubblico abbandonato dall’Amministrazione comunale di Anzio.
Buon lavoro.
Giuseppe Coppeta
domanda: “Se non esiste una prima squadra, se non si evidenzia un
possibile punto di arrivo, perché scegliere il Nettuno?” la risposta
scontata è determinata da una politica sterile sostenuta caparbiamente
dai soliti personaggi, che porterà inesorabilmente al fallimento di
tutta la Società. Nonostante la rabbia e la delusione, il nostro augurio
è che ciò non accada e che una volta per tutte la Dirigenza lasci ad
altri, magari più intenzionati e presi da questo sport, lo scettro di un
potere che disgraziatamente sta annichilendo la passione sportiva
della nostra compagine cittadina. Sarebbe un atto egoista perseverare
su questa linea, amministrando la nostra squadra senza la volontà
esplicita a fare di più; comprendiamo come sia difficile tornare sui
propri passi conservando dignità e onore nel lasciare che gli eventi
si concretizzino secondo una prospettiva nuova. Con l’auspicio che
il messaggio sia passato, con tremenda frustrazione, ci salutiamo
sperando più in un arrivederci che in un addio.
Valerio Bruschini e Flavio Vignocchi
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n.34_novembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
25
Adempimenti societari: entro il 29 novembre
Pec obbligatoria per tutte le società unita al
deposito dell’indirizzo al Registro delle Imprese
a cura di Marco Minoccheri
L’articolo 16, comma 6, del decreto legge 29 novembre 2008 n. 185,
dispone che le società devono comunicare al Registro imprese, il loro
indirizzo di posta elettronica certificata.
Dal 29/11/2008 pertanto le società di nuova costituzione erano già
obbligate ad istituire la PEC ed a comunicarlo nel Registro Imprese
al momento della costituzione, l’adempimento riguarda ora invece
anche le società già costituite al 29.11.2008 le quali entro il 29/11/2011
dovranno istituire una PEC e comunicarlo al Registro Imprese.
In particolare per le società di nuova costituzione la PEC è
immediatamente obbligatoria e la mancata comunicazione
dell’indirizzo PEC determina la sospensione del procedimento di
iscrizione al Registro Imprese e in caso di mancata regolarizzazione il
rifiuto dell’iscrizione.
Per le società già costituite al 29.11.2008 la PEC dovrà essere comunicata
al Registro Imprese entro e non oltre il 29.11.2011.
Ricordiamo che la PEC (posta elettronica certificata) è un sistema
di comunicazione simile alla posta elettronica standard, a cui si
aggiungono delle caratteristiche di sicurezza e di certificazione della
trasmissione, con un’efficacia giuridica del tutto equivalente alla
tradizionale raccomandata cartacea con ricevuta di ritorno.
Le principali caratteristiche e vantaggi della PEC sono:
- Integrità del messaggio: l’utilizzo dei servizi di posta certificata
avviene esclusivamente utilizzando protocolli sicuri, in modo da
evitare qualsiasi manomissione del messaggio e degli eventuali allegati
da parte di terzi.
- Certificazione dell’invio
- Certificazione della consegna.
- Valore legale: alla PEC e’ riconosciuto pieno valore legale e le ricevute
possono essere usate come prove dell’invio, della ricezione ed anche del
contenuto del messaggio inviato. Le principali informazioni riguardanti
la trasmissione e la consegna vengono conservate per 30 mesi dal
gestore e sono anch’esse opponibili a terzi. È importante sottolineare che
la trasmissione viene considerata posta certificata solo se entrambi gli
interlocutori dispongono di caselle PEC, anche facenti capo a Gestori
diversi.
La comunicazione dell’indirizzo PEC viene effettuata attraverso la
compilazione del modello S2, riquadro B, con l’indicazione della data
invio e tipo atto C-Comunicazione, il riquadro 5 con l’indicazione
dell’indirizzo Pec e il Modello XX note con l’indicazione della dicitura
“Dichiarazione ai sensi dell’art. 16 della legge 28 gennaio 2009 n. 2.
Le imprese individuali non hanno alcun obbligo di dotarsi di un proprio
indirizzo PEC e di comunicarlo al Registro Imprese, tuttavia, con
l’entrata in vigore dal 1° Aprile 2010 della Comunicazione Unica per
tutte le imprese, anche le individuali dovranno indicare, nella distinta
della pratica di Comunicazione Unica, un indirizzo PEC che non sarà
pubblicato nella certificazione/visura dell’impresa e potrà quindi essere
anche quello del professionista incaricato della trasmissione della pratica.
I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato
hanno già comunicato ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo
di posta elettronica certificata entro il 29 novembre 2009. Pertanto gli
ordini e i collegi sono tenuti a pubblicare in un elenco consultabile in
via telematica i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di
posta elettronica certificata
Le amministrazioni pubbliche devono istituire una casella di posta
certificata per ciascun registro di protocollo e chiederne la pubblicazione
in un elenco consultabile per via telematica (www.indicepa.gov.it).
Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia:
• vivibile e interessante per i giovani
• viva culturalmente
• all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio
• arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue
Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di
essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone
giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per
migliorare il territorio in cui vivono.
Al momento abbiamo tre iniziative:
• Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com
• Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di
Nettuno, info su www.shingle22j.com
• Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che
vorremmo costruire.
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Registrazione presso il Tribunale Civile di Velletri, n. 7 del 12-03-2009
Direttore responsabile: Maria Chiara Mingiacchi
Caporedattore: Luisa Calderaro ([email protected])
Coordinatore di redazione: Silvia Arena
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Garante del lettore: Avv. Enrico Maria Morelli ([email protected])
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Redazione: Andrea Mingiacchi, Stefano Chiappini, Maurizio D’Eramo,
Elisabetta Civitan, Fabrizio Tirocchi, Publio Razza,
Alessandro Tinarelli, Cristiano Di Rosa, Quirino Pollastrini,
Yoshiro Izumi, Melania Maranesi, Gino Querini,
Umberto Spallotta, Erjon Brachini, Valerio Bruni, Manuela Vela,
Giusi Canzoneri, Serena Giardino, Leonardo Tardioli.
Stampa: Tipografia Capriotti, via Pordenone 19, Pomezia (RM)
-Distribuzione GRATUITA su tutto il territorio di Anzio e NettunoEditore: Associazione Culturale 00042, Via della pineta 10A, Anzio (RM)
Presidente: Andrea Mingiacchi
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