Lisone (Via del) Il Lisone è un colatore pubblico, ovvero un fosso di scolo dell'acqua di irrigazione, che scorre nelle terre comprese fra i due rami del Lambro; venne realizzato artificialmente nel XIII secolo ad opera principalmente dei Certosini per irrigare i loro possedimenti. E' quindi un corso d’acqua artificiale dalla sponda e dal fondo naturali e lungo il percorso attraversa una serie di aziende faunistico-venatorie, con prati e campi coltivati alternati a zone boschive. Non subisce asciutte stagionali; tuttavia l’utilizzo prevalentemente irriguo del canale comporta periodiche variazioni di portata. Il colatore è largo in media circa 15 metri e profondo circa 1,5 metri al centro. Le rive sono erbose e più basse dei campi che attraversa. L’acqua vi scorre lenta. Il fondo e le sponde sono in terra, con flora acquatica e sommersa. La fauna ittica -specie a Sud di Carpiano- è sufficientemente varia. Le specie ospitate sono in prevalenza: carassi, scardole, carpe, tinche, persici sole, alborelle, triotti. Dopo che negli anni sono state sostituite le coltivazioni di marcite con altre coltivazioni, il colatore non ha più una propria produzione di acqua per irrigazione e non ha fontanili propri che lo alimentino. Pertanto per soddisfare le esigenze delle coltivazioni agricole dipende ormai completamente dalle acque provenienti dal Naviglio Grande. Infatti il Lisone deriva le sue acque da quel Naviglio a Porta Ticinese, tramite il Ticinello e il Rile che, ad Opera, prende appunto il nome di Colatore Lisone, ricevendo anche le colature della C.na Mirasole. Entra in territorio Carpianese a nord di Cascina Pojago e, dopo aver attraversato l'abitato, prosegue verso sud fino a costituire il tratto sud orientale del confine amministrativo con il Comune di Bascapè. La sua lunghezza in territorio di Carpiano, raggiunge i 4668 metri. Tocca il territorio di Valera Fratta e, a Casaletto Lodigiano, fa parte del reticolo minore, assieme alla Roggia Carpana (roggia che nasce dal Mulino della Beolchina in comune di Carpiano con acque derivate dal Lambro settentrionale in comune di San Donato Milanese). In Comune di Caselle Lurani il Colatore Lisone incide il territorio con una valle delimitata su entrambi i lati da alte scarpate e segna il confine tra Caselle Lurani, Marudo e Castiraga Vidardo. Sfocia infine nel Lambro tra Castiraga Vidardo e S. Angelo Lodigiano. Il toponimo viene fatto risalire dal nome proprio "Licius " o da "iles" leccio. Può derivare anche dal termine latino "luxuria", (da cui "lussuria" che significa "esuberanza di vegetazione", e da cui "luxus", con lo stesso significato), abbinato al suffisso latino "-ono" (-onus), poi "-one". Interessante anche l'origine da "lux", luce, nel senso di brillante. Un importante manoscritto, steso tra la fine del '300 e l'inizio del '400, contiene la cronaca di Anselmo da Vairano, "domus" del Monastero di San Pietro a Lodivecchio, scritta dopo il 1222; nel capoverso XXVI si legge: "Anno del Signore Nostro Gesù Cristo 1027, indizione X, Papa Giovanni XIX e Notkerio vescovo (di Lodi) Corrado I imperatore dedica e concede (al Monastero di San Pietro in Lodivecchio) un sedime con 86 terre presso il "Luxonum" in "Graminello" e "Valeria" (Valera). In una carta scritta giovedi 20 agosto 1220, sono nominati il "Lixonus" ed uno strano "Ulixonus"; in un'altra datata 21 maggio 1259, si legge "Luxoni".
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