Rassegna Stampa di Martedì 5 agosto 2014

Rassegna Stampa di
Martedì 5 agosto 2014
SNALS / CONFSAL
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IL GRAN PASTICCIO DELLE PENSIONI
GRADONI, RECUPERATO 11 2012
C'E' CHI DICE NO
QUEI PROF DA ENNA E BARI CHE SCALZANO I VENEZIANI NEGLI ASILI PRIMA I VENETI
"IL PROBLEMA CRUCIALE E' CHE MANCA CHI PRENDA LE DECISIONI"
BREVI - "MANCA CHI DECIDE, SCUOLA IN AFFANNO"
ADDIO PENSIONE PER CENTO INSEGNANTI
ARTICOLI PRESI DAL WEB
"IL RICORSO AL TAR PER SANTA CHIARA PAGATO DA NOI E NON LO ABBIAMO
ANCORA PERSO"
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
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"UN'ALTRA BEFFA, A SETTEMBRE AVREI AVUTO I REQUISITI PER LASCIARE"
DIETROFRONT SULLE PENSIONI BLOCCATI GLI INSEGNANTI, MA SALTA IL TETTO DI
68 ANNI
L'EUROPA UNITA (ALMENO) NEL RICORDO
LA DECIMAZIONE DEGLI STATALI
DIETRO FRONT DEL GOVERNO STOP ALLA PENSIONE PER 4 MILA INSEGNANTI
RIVOLTA NEL PARLAMENTO
I PECCATI NASCOSTI DI SALUZZO
"HO MANCATO L'USCITA PER 5 MESI E MEZZO LAVORERO' SEI ANNI IN PIU'"
Int. a F.Boccia: "MA COSI' IL PARLAMENTO NON HA PIU' IL POTERE DI DISTRIBUIRE LE
RISORSE"
SPECCHIO DEI TEMPI
SCUOLE SICURE, ARRIVANO I FINANZIAMENTI
Int. a G.Pagliari: PAGLIARI (PD): IL GOVERNO CHIARISCA COSI' SI GETTA DISCREDITO
SULLA POLITICA
QUOTA 96 DOPO, DUE ANNI ANCORA VITTIME DELL'ANNO SCOLASTICO CHE NON E'
SOLARE
IL RICAMBIO GENERAZIONALE SI FA SEMPRE PIU' ARDUO
PENSIONE, LIMITI ALLA REVOCABILITA'
ATA, NESSUN AUMENTO IN ORGANICO DI FATTO
IMMISSIONI IN RUOLO AL VIA, IL MIUR GIOCA D'ANTICIPO RISPETTO AL TESORO
SOS GRADUATORIE, NUMERO VERDE
BRILLANTI I RISULTATI DEI LICEALI DISASTRO NEI PROFESSIONALI
CLIL, PER INSEGNARE BASTA IL LIVELLO B2 DI INGLESE
EDUCAZIONE PERMANENTE FLOP
PRECEDENZE PER LA LEGGE 104, LA CONVIVENZA NON SERVE piu’
ECCO PERCHE' IL PREMIER RILANCIA ORA E' SFIDA A RAGIONERIA E TESORO
STATALI, DIETROFRONT SULLE PENSIONI RENZI: INTERVENTO PIU' AMPIO PER I
PROF
LA FIGURACCIA DELLA MADIA: SALTA LA PENSIONE ANTICIPATA NEL LIMBO 4MILA
INSEGNANTI
SCUOLA, IL GOVERNO VUOLE RIVEDERE LE GRADUATORIE FILO SUD
DIETROFRONT DEL GOVERNO : VIA I PREPENSIONAMENTI
L'AGE: CONTRIBUTO VOLONTARIO DA ESENTARE LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'
TECNICI SUPERIORI, PIU' RISORSE SE DIPLOMATI TROVANO LAVORO
"FAVORIRE LA COLLABORAZIONE TRA SCUOLA PARITARIA E STATALE"
PASTICCIO QUOTA 96, DIETROFRONT DEL GOVERNO
IL PASTICCIO DI "QUOTA 96". IL RECUPERO NEL PACCHETTO-SCUOLA DI FINE
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E' GUERRA TRA RENZI E IL TESORO ASPETTANDO L'AUTUNNO CALDO
Int. a F.Boccia: "IL MEF? UNA POTENTE BUROCRAZIA FUORI CONTROLLO"
DIETA DI STATO
LA RICETTA MADIA E' QUELLA DELL'ARIA FRITTA
QUOTA 96, INDIETRO TUTTA
UNA "BUONA SCUOLA" PER LA REPUBBLICA
PENSIONI, STOP A DOCENTI E MEDICI RENZI: QUOTA 96, LA NORMA CI SARA'
Int. a R.Reggi: "IL TESORO NON DICA SOLO DI NO PER QUELLO BASTANO I
RAGIONIERI"
LAVORI SUBITO AL VIA PER LE "SCUOLE BELLE"
"MA NON ERAVAMO UNA DELLE PRIORITA'?"
ABUSI SESSUALI SUGLI STUDENTI IL PROFESSORE HA UN PRECEDENTE
SCUOLA, GRADUATORIE ROVESCIATE A TUTTO VANTAGGIO DEL SUD LEGA A
FIANCO DEI PROF.
IL TURN OVER SPINGE LA CRESCITA
"DOVEVO ANDAR VIA A OTTOBRE AVERE LA MIA ETA' NON E' UN REATO"
EGITTO, TROVATA LA TOMBA SI SENEBKAY ORA IL FARAONE SCONOSCIUTO HA UN
NOME
I CORSI PER PILOTI DI DRONI RESTANO TERRA DI NESSUNO
UNIVERSITA', IN ITALIA TASSE DA RECORD
TEST DI MEDICINA, LE QUATTRO BUGIE DEI RETTORI
Int. a F.Calise: "QUOTA 68 ANDAVA MANTENUTA ERA L'EQUILIBRIO TRA OSPEDALIERI
E PROF"
Int. a R.Esposito: II EDIZIONE- ESPOSITO: "SEGUIAMO IL SISTEMA USA SE IL PROF
PORTA STUDENTI, RESTI A LUNGO"
AUMENTO DEL 75% IN CINQUE ANNI PER LE TASSE UNIVERSITARIE
IL NUOVO RITMO GALVANIZZA RENZI: CAMBIAMO IL PAESE CON I FATTI
IL RICERCATORE ENTRA IN AZIENDA
L'ATENEO: "MEDICINA? IL TEST DEVE RESTARE"
Economia, Lavoro, Previdenza
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IL TESORO FERMA (PER ORA) L'ASSALTO ALLA FORNERO E AI CONTI PUBBLICI
NELLA PA IN 240MILA VERSO L'USCITA
PENSIONI, SALTA "QUOTA 96" PER I DOCENTI
SE L'ESODATO HA ANCORA UN LAVORO
BUSTE PAGA, IL MANAGER PREFERISCE IL BENEFIT
UN FONDO DI GARANZIA PER LE CASSE DI PREVIDENZA
VALIDO IL TIROCINIO PROFESSIONALE SVOLTO IN UNO STATO DELLA UE
PER LA CIG LIMITE A 11 MESI
POLETTI: FONDO RISCHI PER LE CASSE
DALLA PAGA ALLE FERIE: UN PATTO SCRITTO E DETTAGLIATO
LE TUTELE PER MALATTIA INFORTUNIO E MATERNITA'
NIENTE SCATTO SE LO STIPENDIO GIA' SUPERA IL MINIMO
PER IL TFR ACCREDITO FINALE O FRAZIONATO
VACANZE EXTRA NON RETRIBUITE SENZA CONTRIBUTI ALL'INPS
UN'IDEA DI VECCHIAIA ORMAI SUPERATA
ALITALIA, RESTA IL NODO DELLA MIDCO
Int. a C.Damiano: PIU' OCCUPAZIONE CON MENO IRAP
L'ITALIA, RIDOTTA DA FCA A SEMPLICE MERCATO AUTO, E' STATA ANNEGATA NEL
PIU' VASTO EMEA ….
MANCA IL LAVORO? ABBIAMO LE PEZZE AL SEDERE MA FISIME DA RICCHI
MA POLETTI PROMETTE: "ENTRO GIUGNO 2015 ARRIVA IL SALARIO MINIMO"
ILARIA CUCCHI: "HANNO PICCHIATO UN UOMO". E IL SINDACATO DEGLI AGENTI
PENITENZIARI LA QUERELA
COPERTURE INCERTE, IL GOVERNO BLINDA I DECRETI PADOAN SVELA LA
STRATEGIA SUI TAGLI AGLI SPRECHI
LA RIFORMA ALLUNGA IL PASSO TENSIONI SULL'IMMUNITA' MA IL SENATO VOTA A
FAVORE
BERLUSCONI: MATTEO, VOGLIO CANDIDARMI
PROSEGUE LO SHOPPING CINESE IN ITALIA A PBC QUOTE DI FIAT, TELECOM E
PRYSMIAN
LE FAMIGLIE PUNTANO SU POLIZZE E FONDI E VENDONO BTP E AZIONI
BANCHE-POSTE, I SOCI DI ALITALIA DI NUOVO AI FERRI CORTI
SALVATO IL BANCO S.SPIRITO. COI NOSTRI SOLDI
Quotidiano
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05-08-2014
33
1
Dietrofront del governo su quota 96. Marcucci-Puglisi (Pd): nuovo decreto del governo
Il gran pasticcio delle pensioni
La Ragioneria già alla camera non aveva dato l'ok
O
prio avesse ragione l'ormai ex commissario alla
'spending review, Carlo Cottarelli, che aveva detto chiaro e tondo che la coperta era
corta e che proprio sui 4mila
docenti della scuola c'erano
problemi di còpertura. Ora
c'è da capire se della carenza
di relazione positiva alla camera fosse stato avvertito il
ragioniere generale, Daniele
Franco, e il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan,
oppure se anche in questo
caso si sia trattato di un disguido tecnico. Un disguido
che fa gridare allo scandalo
i diretti interessati e i sindacati tutti:«Siamo su scherzi a
parte?», si chiede il segretario
della Cisl scuola, Francesco
Scrima, «questa è una beffa
di stato», dice Rino Di Meglio, numero uno della Gilda,
«il governo è stato messo in
ginocchio dal superpotere burocrat~co», ragiona il numero
uno della Uil scuola, MassimoDiMenna,«siintervenga
con un provvedimento ad hoc»,
chiede Marco Paolo~ segretario Snals-Confsal, «il governo trovi le risorse tagliando dove ci sono gli sprechi»,
attacca Mimmo Pantaleo,
numero uno della Fk:-Cgil.
A tentare di porre rimedio alla figuraccia sono intervenuti il presidente della
commissione istruzione del
senato, Andrea Marcucci,
e la capogruppo del pd Francesca Puglisi: «Il governo
interverrà con un decreto ad
hoc». Già, perché, nel decreto pa non c'è più spazio per
nessuna modifica, il testo
deve essere approvato, pena
la decandenza, entro il 23
agosto con un nuovo passaggio alla camera, «non c'è più
tempo», ha detto la. Madia,
«sulla. scuola non s1 poteva
fare diversamente».
Ritaglio
SNALS
MattèoRend
068391
ra è caccia aperta al
responsabile. Un pasticcio, quello andato
in scena ieri al senato con il ritiro delle norme
sul pensionamento dei docenti nella scuola, simile per
dimensioni a quello che fu
innescato, sempre sulla scuola e sempre a seguito di un
braccio di ferro con il Tesoro
(«disguido informativo», provò
a declassare l'allora ministro
dell'istruzione, Maria Chiara
Carrozza), con la decisione
prima di dare e poi di revocare l'aumento per anzianità
di servizio ad alcuni docenti.
Per il premier, Matteo Renzi, che dell'efficienza
del proprio governo
ha fatto· bandiera,
proprio una brutta
figura, che mette a
nudo quantomeno
un'assenza di coordinamento nell'azione dell'esecutivo in
parlamento.
La motivazione
del ritiro della
norma, introdotta
alla camera e che
consentiva a circa
4mila docenti di
andare in pensione
con qualche anno di
anticipo rispetto a
quanto previsto dalfa riforma Fornero (i cosiddetti docenti di quota 96), è che
semplicemente non ci sono le
coperture, e il ministro della
pa Marianna Madia con
e~endamento del governo
l'ha soppressa. Ma già alla camera al momento del voto sia
in co~missione che in aula la
normaeraprivadellabolli~atura della Ragioneria generale dello stato. Condizione che
avrebbe dovuto sconsigliare
il via libera e che evidentemente il governo e i partiti di
maggioranza, dal Pd a Ncd,
contavano fosse sanata al senato. E invece, in prima commissione Affari costituzionali
dì Palazzo Madama, fa doccia
fredda: la Ragioneria ha scritto per dire che no, la copetura non c'è per 45 milioni di
euro.
Insomma, sembra pro-
--©Riproduzionerisemat.a---ii
Codice abbonamento:
DI ALESSANDRA RICCIARDI
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Sbloccata la terza annualità, per un valore di mille € annui. Nessuna certezza per il futuro
Gradoni, recuperato il 2012
Gli effetti si vedranno nella busta paga di ottobre
DI CARLO FORTE
gradoni rientreranno
in busta paga a partire
dalla mensilità di ottobre. È alle battute finali,
infatti, la trattativa sul recupero di un altro anno di
ritardo nella progressione di
carriera dei lavaratori della
scuola (i cosiddetti gradoni)
che dovrebbe concludersi
con la sottoscrizione definitiva dell'accordo entro
questa settimana. Giovedì
scorso, infatti, il governo
ha dato il placet definitivo
all'ipotesi di contratto, siglato all'Aran l'll giugno
dai rappresentanti del governo e dei sindacati Cisl,
Uil, ~e Gilda-Unams,
che restituisce ai docenti e
al personale Ata un anno di
servizio ai fini dei gradoni
(la Cgil non lo ha firmato).
A giorni la firma definitiva
all'Aran.
La sottoscrizione della
bozza di accordo, in zona
Cesarini, aveva allontanato
anche il rischio, per i lavoratori della scuola che avevano
ottenuto l'avanzamento di
gradone nel 2013, di vedersi
retrocedere al gradone precedente. Così come prevedeva la legge, nel caso in
cui entro il 30 giugno
non si fosse arrivati
ad un'intesa. L'anno
stati mitigati da un successivo intervento legislativo,
che ha ripristinato l'utilità
del 2010. Il tutto mediante
l'utilizzo dei fondi inizialmente accantonati per finanziare il merito (si veda
il decreto interministeriale
14 gennaio 2011 n. 3). Fondi
derivanti dal taglio di circa 135mila posti di
lavoro nella scuola,
disposti tramite il
piano programmatico
dell'art.64 della legge
133/2008. Il ritardo,
dunque, era già stato ridotto di un anno,
grazie al recupero del
2010. Per il recupero
del 2011, però, i soldi
del merito sono risultati insufficienti.
Anche perché buona
parte delle disponibilità sono state utilizzate dal governo per
retribuire i docenti di
sostegno, autorizzati
in deroga alle riduzioni di
organico. E quindi, per trovare i fondi che mancavano,
governo e sindacati alla fine
hanno deciso a maggioranza
di utilizz;:,1re una parte dei
fondi previsti per finanziare lo straordinario dei
docenti e degli Ata (si veda
il contratto del 13 marzo
2013). In ciò utilizzando il
fondo per il miglioramento
dell'offerta formativa (MoD.
Infine, con l'accordo dell'll
giugno scorso, le parti hanno recuperato anche il 2012,
attingendo, anche questa
volta, ai fondi per lo straordinario dei docenti e dei
non docenti.
Incertezze restano sul
futuro degli scatti per gli
anni a venire, visto l'intento del governo di rivedere il
peso dell'anzianità di servizio nella carriera dei docenti. Resta il fatto, però, che il
decreto del Presidente della
Repubblica 122/2013, all'articolo 1, comma 1, lettera b)
dispone la cancellazione an~
che dell'utilità del 2013 ai
fini dei gradoni, prorogando
di un anno le disposizioni
contenute nell'articolo 9,
comma 23, del decreto legge 78/2010 (la norma che ha
cancellato l'utilità del 2010
del 2011 e del 2012 ai fini
dei gradoni.) E dunque, nonostante gli sforzi fatti dai
sindacati, la progressione di
carriera è tuttora gravata da
un anno di ritardo (senza gli
interventi il ritardo sarebbe
stato di 4 anni.). Ritardo che
potrà essere colmato solo se
il governo stanzierà dei fondi ad hoc.
[email protected] riseroata--
Supplement.o a cura
di ALESSANDRA
RICCIARDI
aricciardi@cla.'u~.it
Codice abbonamento:
068391
I
oggetto dell'accordo è
il 2012, la cui utilità
era stata cancellata
dal governo Berlusconi insieme al 2011 e
al 2012. Gli anni 2010
e 2011 sono già stati
recuperati con altri
interventi. Rimaneva il 2012, che sarà
rianimato per effetto
del nuovo accordo. I
passaggi ai tavoli negoziali si sono resi necessari perché l'art. 9,
comma 23, del decreto legge
31 maggio 2010, n. 78 ha disposto che: «Per il personale docente, amministrativo,
tecnico ed ausiliario (Ata)
della scuola, gli anni 2010,
2011e2012 non sono utili ai
fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei
relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni
contrattuali vigenti».
L'intenzione del legislatore, infatti, era quella
di introdurre un ritardo di
tre anni nella maturazione
degli scatti di anzianità. E
ciò avrebbe comportato, a
regime, una perdita secca di
circa 1000 euro per ognuno
degli anni del triennio, sia
nella retribuzione che nella pensione. Con ulteriori
decurtazioni della buonuscita.
Gli effetti delle nuove
disposizioni, però, sono
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SNALS
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riproducibile.
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Quotidiano
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Foglio
LE PROFESSIONI
Poca fortuna hanno avuto anche le liberalizzazioni delle professioni. I paletti posti dai sindacati delle categorie di farmacisti, notai e avvocati, l'hanno resamoncain partenza.Altro dossier e solito no, anche questo
trasversale, suglioraridiapertura delle attività commerciali.
Considerazioni economiche si
scontrano con ragioni etiche.
Così da una parte si sono schierate Confesercenti e Cei dall' altra la Federdistribuzio~e. Una
consuetudine che in altri paesi
è la norma, con catene commerciali, aperte 24 ore su 24 ore per
365 giorni l'anno, in Italia è un
tabù La discrasia tra volontà di
cambiamento e conservazione
si ritrova nei tagli alla spesa statale: tutti d'accordo. Ma solo in
via di principio. Poi prevalgono
i no sindacali. Perfino sul taglio
delle province sono arrivate le
chiusure. La categoria Funzione Pubblica di Cgil si è opposta,
così come l'Api che rappresentagli enti.
INFRASTRUTTURE
È uno dei campi preferiti nei
quali si esercita il potere di veto
dei sindacati. La Camusso, ad
esempio, non è contraria alla
Tav Torino-Lione. Ma ha sem~re ,espresso un~ netta contran~ta all~ costruzi~ne d~l Po~t~
di Mess,ma. Con Cisl e Uil, pm, il
fronte e comp~tto p~r contrastare la costruzio~e di una ce~ trale Central,e a biogas a Bertinoro tra Fo:h e ~e sena. Per t~tte e tre ~e _sigle e una scelt~ mcompatibile con la vocazione
· ·
l d l
· .
tunstico terma e e terntono.
La motivazione - spiegano le
IL CASO ALITALIA
Èl'esempiopiùrecenteedemblematico di come il sindacato
del «no» possa arrivare anche a
far rischiare di naufragare una
trattativa aziendale delicata in
nome della conservazione dei
posti anche quando l'azienda
non è più in grado di remunerarli.Cosìnonostanteilvialibera della società all'arrivo di
Etihad nel capitale sociale, le
. . . . . .
.
.
dlVlsiom dei smdacati che si sono arroccate rispetto alla chiusur~ ?ell'acc~rdo hanno fatt_o
avvicmare pencolosamenteAlitaliaalfallir;nento.All'ostinazio~
ne dell~Cg~lanonmo~la~e,sugh
esuben dei lavoraton si e aggiunta anche la Uil che ha puntata i piedi_ su~ ri~no_vo. contra_ttuale e sm piam di nsparm10
contrattati con i vertici aziendali. Divergenze rientrate ma che
hannomessoinevidenzaquanto ancora forte sia il potere di
interdizione delle organizzazioni confederali nei processi di ristrutturazione aziendale.
llFISCO
Persino la grande battaglia contro l'evasione, che vede tutti
d'accordo sull'obiettivo, non
trova sintonia sui mezzi per
contrastarla. Sul Durt - il documento unico di regolarità tributaria -tutte le associazioni di imprese hanno fatto la guerra. No
corale anche per sulle norme di
semplificazione che danneggiano i Centri di Assistenza Fiscale, i Caf, da cui sindacati e associazioni di imprese ricavano
circa la metà degli introiti.
LA LEZIONE FIAT
Nonostante la forza residuale il
sindacato italiano non è più
una parte attiva nel processo di
governo dell'economia. Questo a causa della complessità
connaturata ai mercati del
mondo d'oggi. Il caso di scuola
è quello della Fiat che ha com preso anzitempo l'impossibilità di reggere così come strutturatainltalialacompetizioneinternazionale. Se n'è andatae ha
lasciatoisindacatiinbaliadilott
·
t
t · U
ro s essi. n a eggiamen o,
ll0 d" M h"
d tt t
que
i are wnne, e a o
Ritaglio
SNALS
dal fatto che oggi è il mercato
che detta le regole e non più le
corporazioni. La velocità di trasformazione del mondo industriale ha reso vetusti gli strumenti sindacali di un tempo. La
concertazione è di fatto ridotta
a una rappresentazione di interessi al tavolo delle trattative.
Vecchi metodi per un nuovo
mondo. Il no preventivo sta perdendo la sua forza. Forse è il momento di ripensare il sindacato
in un'ottica più moderna.
ha collaborato Marco Valeri
stampa
ad
uso esclusivo
3
50°/o
Sigle
Incassi
Cgil, Cisl e Uil
nostante
alcune
divergenze
dominano il
mondo
sindacale
italiano
La metà degli
introiti che
arrivano nelle
casse
sindacali
sono legati
alle attività
deiCaf
Lavoro
L'interdizione sindacale
ha reso la riforma debole
rispetto agli obiettivi iniziali
Dietro l'angolo rispunta
la battagli per l'articolo 18
Infrastrutture
Cgil è stata sempre contraria
al Ponte di Messina
Einsieme a Cisl e Uil
si è dichiarata non favorevole
alla centrale di Bertinoro
068391
tre sigle - non è quella di una
contrarietà a priori ma di una
posizione di merito, legata principalmente alla scelta di quel
territorio e alla mancanza di
chiare garanzie sull'impatto
ambientale». Per i sindacati
l'approvvigionamento energetico non è una priorità.
Battagliera Susanna Camusso, segretario della Cgil
Codice abbonamento:
zioni e alle norme anti corporazioni, tanti altri soggetti. Dai
commercianti ai vescovi della
Cei, ma anche farmacisti e balneari. Tutti prontiaerigeremuri.Ilcaso emblematico è la riforma del mercato del lavoro, nata
male e trasformata in peggio
per la paura di stravolgere le
protezioni oggi esistenti solo
per chi lavora. Ebbene, doveva
ridurre le tipologie contrattuali, la complessità dell'impianto
normativo e introdurre i licenziamenti economici. Ad alzare
le barricate le Pmi di Rete Im prese Italia sul primo punto, e
quelle dei sindacati sul secondo. Stop che hanno prodotto
una legge che non raggiunge
quanto richiesto dai mercati:
sui licenziamenti economici, dicono i giudici, non è cambiato
quasi nulla. E la giungla di contratti non è stata disboscata.
05-08-2014
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Foglio
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Data
• Riforma lavoro Fornero
Rete Imprese Italia, Cgil
eJobsAd
Cgil, Usb, Unione degli studenti
e liberalizzazioni orari commerciali
Confesercenti, Confcommercio, Cisl, Cei
• Flessibilità in entrata
Cgil
•Contenzioso sui giochi
Confindustria giochi
eDurt
Rete Imprese Italia, Confindustria
e Spostamento Tasse su cose
Consumatori, Varie del commercio
•Blocco aumento IVA
Confindustria
• Semplificazione fiscale
Praticamente tutte le associazioni che hanno CAF
e Sistri
Rete Imprese Italia, Confindustria
•No al taglio delle province
FP-CGIL
•No revisione contratti demanio spiagge
Sindacati dei Balneari
•Tagli lineari al bilancio dello Stato
Tutti
•Tagli cultura
Sindacati di categoria CGIL, CISL, UIL
eService Tax
Tutti
•Dismissioni statali
Cgil
e Legge di rappresentanza
Fiom, Cgil, Cisl
• Destinazione Italia
Sindacati dei Balneari
•Costruzione del Ponte di Messina
Cgil
•No alla mobilità nella Pubblica Amministrazione
Sindacati di categoria CGIL, CISL, UIL
•No all'apertura a guide turistiche estere
Sindacati di categoria Guide Turistiche
•Prove Invalsi (scuola)
FLC-CGIL, ANIEF-CONFEDIR
•Piano insegnanti Giannini-Reggi
CGIL, CISL, UIL, ~ Cobas, Gilda, USB Scuola
•Soppressione Uffici Equitalia
Fiba/Cisl e Fisac/Cgil
• Alitalia-Etihad
Cgil-Uil
•Abolizione Cnel
Cgil, Cisl e Uil
•Centrale Gas Bertinoro
C il, Cisl e Uil
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~Ego
SNALS
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Foglio
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Scuola «Invasione» di docenti dal Sud, protesta lo '411Him
Q1Iei prof da Enna e Bari
che scalzano i veneziani
Negli asili prima i veneti
Il posto in cattedra? C'è, ma solo precario
VENEZIA -- «Ci sono più
insegnanti meridionali che insegnano qua, che settentrionali». La dice così Francesco
Greco, sindacalista della scuola dello~ a commento delle graduatorie provvisorie per
il triennio 2014-2017 che da
qui a tre anni decideranno
l'ordine d'arrivo di nuovi docenti di ruolo e supplenti dalle
materne alle superiori. Basta
dare un'occhiata alle nuove
graduatorie da poco pubblicate sul sito della direzione veneziana della pubblica istruzione per vedere confermata
una tendenza che va avanti da
anni: pochi docenti veneziani,
molti dal resto del Veneto,
moltissimi dal meridione.
La graduatoria più Made in
Sud, per così dire, è forse quella della cattedra di Matematica
Applicata alle superiori: arrivano da Cosenza, Catania,
Foggia, Salerno, Ragusa e Lecce i primi nove docenti in classifica trasferiti in provincia
negli ultimi quattro anni; per
Francese le prime tre posizioni
sono di new entry del 2014, da
Enna e Catania; la docenza di
Italiano e Latino per licei e magistrali nei primi cinque posti
è appannaggio di professori
appena arrivati da Vercelli, Bari, Avellino, Napoli.
Per il ruolo alle elementari i
primi nove posti sono assegnati a insegnanti inseriti in
graduatoria a luglio da Napoli,
Ragusa, Palermo, Bari, Catan zaro e Rovigo, mentre per i docenti di sostegno alle elemen tari bisogna scorrere fino al
ventunesimo posto prima di
trovare il nome di un professore veneziano che è in graduatoria da dieci anni perché
le prime posizioni spettano a
insegnanti da Catanzaro e altri
trasferiti da Udine, Padova,
Ferrara.
La mobilità dalle province
vicine è l'altro tema perché per
le immissioni in ruolo per la
scuola dell'infanzia spettano a
docenti di Treviso, Vicenza,
Padova e Verona appena inseriti in graduatoria e per trovare
un prof veneziano in lizza fin
dal 2000 bisogna scorrere fino
al diciottesimo posto. Il Governo Renzi ha detto che ci
metterà una pezza, che eliminerà la distinzione artificiale
tra organico di diritto, cioè gli
insegnanti necessari sulla carta, e di fatto, quelli che davvero servono a far funzionare le
scuole per supplire a maternità, trasferimenti e pensionamenti mai coperti. In provin eia di Venezia tra organico di
diritto e di fatto c'è una differenza di circa duemila posti di
lavoro, spiega il professor Ciro
Vigorito, rappresentante sindacale della Flc Cgil. Il lavoro
c'è, insomma, ma è precario.
Le graduatorie, fanno eco
dallo f§i!ilE! non fanno neanche a tempo ad essere compilate che subito vanno esaurite.
E se i bambini alle elementari
cambiano
. . .nove docenti
. di
scienze m cmque anm, se un
insegnante in nove mesi cam bia tre sedi di lavoro, il motivo
è quello: c'è tanto lavoro per
gli insegnanti ma solo precario, che cambia sede ogni due
o tre mesi. Un sistema talmen te strutturato che non si fanno
più neanche ricorsi sulle graduatorie: si scorrono tanto velocemente che c'è spazio quasi
per tutti.
L'unica speranza sono le assunzioni in pianta stabile: il 52
per cento dei posti liberi in organico di diritto e 1'82 per cen to per il sostegno, si dice. I nu meri non ci sono ancora, il Senato si è incartato sul pensionamento degli insegnanti: alla
fine non si sa quanti ne saranno arruolati e la prossima trat tativa a livello provinciale ci
sarà dopo Ferragosto. Un mese
prima dell'inizio dell'anno
scolastico. Forse per allora sarà nominato il nuovo dirigente
regionale per la scuola, altro
posto vacante.
Monica Zicchiero
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Savona
Pensione stop per cento prof savonesi
05 agosto 2014
Savona - Professori savonesi pronti a marciare su Roma contro le pensioni fantasma. Si
tratta di un centinaio di dipendenti delle scuole (tra docenti e personale Ata) della provincia
che, dopo l’improvviso dietrofront del governo sulla cosiddetta “quota 96”, a settembre si
ritroveranno nuovamente dietro le scrivanie. Non ci sono soldi per le loro sudate pensioni
e così, dopo l’illusione del “sì” alla Camera, sono rimasti impantanati in un emendamento
passato in Senato che li blocca al lavoro ancora per un po’.
«Siamo furibondi e chiediamo al ministro Madia di trovare una soluzione affinché a pagare
le conseguenze di giochini e decisioni più che discutibili non sia la categoria dei poveri
insegnanti – esordisce Enzo Sabatini, segretario provinciale Snals (Sindacato nazionale
autonomo lavoratori scuola) - È assurdo che il giorno prima si faccia passare un
provvedimento alla Camera con l’idea che vi sia la necessaria copertura finanziaria per poi
annunciare, a poche ore di distanza, che quel denaro non c’è. Questo è pressapochismo.
Significa che siamo governati da persone a dir poco ingenue».
Ora l’intenzione è quella di prendere contatti con le segreterie degli altri sindacati di
categoria per proporre l’organizzazione di una manifestazione davanti al Senato. Il tempo
però scorre in fretta e così si pensa a un’azione più diretta e “in tempo reale”: «Chiediamo
a tutti i “quota 96”, e a coloro che vogliono aiutarci in questa battaglia, di scrivere ai
senatori della propria regione, di qualsiasi partito politico essi siano, per esortarli a
combattere la nostra battaglia per far sì che si arrivi a una soluzione più chiara e sensata –
continua Sabatini -. Sono d’accordo con chi parla di miseri giochini sulle spalle dei
lavoratori: ho l’impressione che i burocrati del Senato, che si vedono in dirittura d’arrivo
vista la prospettiva della soppressione, stiano facendo volutamente un’opera di
devastazione che, alla fine, va a discapito di chi non c’entra nulla. Chiediamo ai nostri
senatori di opporsi». E, dal Savonese, si è già fatta sentire la deputata Pd, Anna
Giacobbe, che ha criticato il Governo. «È una decisione sbagliata e va assolutamente
trovato il modo di correggerla - dice la parlamentare -. Il Governo cede alla pressione della
Ragioneria generale dello Stato, le ragioni della quale sono assolutamente discutibili.
Invece deve pretendere rispetto per il proprio lavoro e per quello del Parlamento».
Redazione 4 Agosto 2014
Scuola, manca un Dirigente Regionale: la protesta dei
sindacati
Associazioni compatte per l'assenza di una figura capace di prendere le opportune
decisioni in materia di organici del personale docente e non docente
La CISL Scuola e il sindacato SNALS lamentano l'assenza di un dirigente alla Direzione
Regionale. Come si legge in una nota inviata dai segretari regionali di Uil scuola flcgil
scuola unamsgilda, "a buon diritto e con piena ragione, pongono il problema della
mancanza di un Dirigente alla Direzione Regionale, ora che quella direzione è diventata
dirigenza di secondo livello".
Per i sindacati, questo è un problema di contorno perché il vero dilemma è la mancanza di
qualcuno che possa prendere le opportune decisioni in materia di organici del personale
docente e non docente, di autorizzazione al funzionamento delle classi delle singole
istituzioni scolastiche (soprattutto quelle che risulterebbero sottodimensionate), di
assegnazione dei docenti di sostegno per gli alunni in certificata difficoltà di
apprendimento e, ultimo, ma non ultimo, la copertura di ben 38 sedi prive di dirigenti.
L'assenza di una persona che si assuma una responsabilità di carattere sì politico, ma
anche economico, dovrebbe - secondo la Uil, preoccupare i vertici sindacali e spingerli ad
intervenire, anche a livello ministeriale, per giungere alla soluzione di problemi che, se
ignorati, renderebbero impossibile il corretto inizio dell'anno scolastico, per il quale, oggi
non si vede che incertezza.
"Le deleghe rilasciate dalla Dirigente uscente non permettono, al momento, di impostare
un lavoro che consenta di pianificare tutte le operazioni di avvio dell'anno scolastico in
assoluta tranquillità e, quindi, l'obiettivo delle OO.SS. deve essere quello di avere, a livello
regionale, un interlocutore che abbia piena facoltà decisionale".
04/08/2014
Quota 96: oggi lunedì 4 Agosto non serve discussione in
Senato. Legge già cancellato da Governo e Madia
Solo dopo il via libera del Senato i quota 96 del mondo della scuola potranno presentare
domanda di pensionamento. Ma i tempi potrebbero allungarsi.
AGGIORNAMENTO: Nonostante le parole e gli annunci di riforma di Poletti e di Beretta
oggi il Governo ha annunciato il blocco di quota 96 e la cancellazione della legge nel testo
finale della Riforma PA. E' ufficiale, l'annuncio è stato dato dal Ministro Madia. E' una
vittoria della Ragioneria di Stato e del Mef nei confronti non solo del Governo, ma
soprattutto del Parlamento e delle Comissione Bilancio e Affari Costituzionali. I quota 96
del mondo della scuola devono ancora affrontare il passaggio al Senato di lunedì 4 agosto
o martedì 5 agosto 2014. Nonostante il disco vedere della Camera dei deputati, Palazzo
Madama potrebbe apportare modifiche all'emendamento al decreto di riforma della
pubblica amministrazione, provocando così il rinvio a Montecitorio e la dilatazione dei
tempi di conversioni del provvedimento in legge.
Il beneficio della pensione viene riconosciuto dal primo settembre 2014 a 4.000 lavoratori
e nei limiti della contestata autorizzazione di spesa: 35 milioni di euro fino a dicembre, 105
milioni di euro per il 2015, 101 milioni di euro per il 2016, 94 milioni di euro per il 2017 e 81
milioni di euro per il 2018. Chiuso questo capitolo spetta all'Inps il monitoraggio delle
domande presentate e la stesura di una graduatoria basata su un criterio progressivo
risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva alla data del 31
dicembre 2012.
Stando al testo approvato dalla commissione Bilancio, le disposizioni si applicano
nell'ambito del ricambio generazionale nel comparto scuola. E in questo contesto occorre
segnalare come il governo abbia dato il via libera all'assunzione di 276 docenti di I e II
fascia e di altri 23 docenti per incarichi di insegnamento nelle Accademie e nei
Conservatori di Musica. Ma per lo Snals-Confsal l'esecutivo disattende "l'applicazione
della legge che prevede la copertura di tutti i posti disponibili e vacanti".
A detta del sindacato questa è solo un'operazione per coprire il turn over: "Abbiamo
manifestato tutta la nostra delusione e il nostro dissenso per la mancata applicazione delle
norme legislative vigenti che prevedono un piano pluriennale di nomine che coprisse tutti i
posti disponibili e vacanti sia per il personale docente che per quello Ata".
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
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Foglio
1
Marta, 62 anni, insegna a Roma al liceo Augusto
<<Un'altrabeffa, asettembre
avrei avuto irequisiti per lasciare»
La docente
Nadia Marta,
62 anni
compiuti a
marzo, veneta
ma da 35 anni
a Roma.
Insegna Scienze
al liceo classico
Augusto. È' la
presidente del
Comitato
«Quota 96». li
numero sta ad
indicare la
somma tra età
e anzianità
contributiva
utile per andare
in pensione
prima della
riforma Fornero
ne tutti i dipendenti pubblici/privati
e calcolando l'anzianità contributiva
secondo il solo calendario solare.
Cosìchiènatoafine 1951 è andato in
pensione. Lei - che tre anni fa aveva
59 anni e 37 di contributi- non c'è
andata perché
non le è stato calcolato l'anno scolastico 2011-2012
in cui stava maturando la fatidica
«quota 96». «Noi
non siamo né esodati, né prepen sionati - rivendica facendo intuire
che qui non si tratta di chiedere una
forma di sostentamento pubblico-.
Siamo insegnanti che per un errore
di forma non riescono ad andare in
pensione pur avendo tutti i requisiti
prima della riforma Fornero».
Potremmo definirla una commedia beckettiana dell'assurdo, in cui la
politica fa una brutta figura e la bu rocrazia ministeriale ne fa una persino peggiore perché rileva l'incapacità di trovare 45 milioni di euro di risorse per mandare in pensione chi
ne ha diritto. «In questi anni due
proposte di legge si sono arenate per
colpa di una politica assente: la deputata (Pd) Manuela Ghizzoni con la
sponda dei Cinque Stelle aveva trovato le coperture. Peccato che quelle
risorse si sono utilizzate a suo tempo
per altro. A nostro discapito».
Fabio Savelli
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MILANO -A ben vedere lo sconforto non viene mitigato neanche dal
«mea culpa>> dell'ex ministro del lavoro Elsa Fornero, che ha inviato una
lettera assumendosi «tutte le responsabilità» ma segnalando loro
come non fosse «Un aspetto che le
era stato fatto presente». Una riforma
a sua insaputa e un gesto comunque
apprezzato. Eppure dopo due anni di
battaglie, audizioni in Parlamento,
manifestazioni, proclami, cortei, soprattutto ore in classe a insegnare ai
tuoi allievi il senso civico e il primato
(presunto) della politica, stavolta
pensava di avercela fatta: «A settembre - dice - avrei dovuto smettere
di lavorare sanando un errore com messo tre anni fa>>. Lei è Nadia Marta,
62 anni (nata nella sfortunata classe
1952, lo spiegheremo poi), veneta
ma ormai romana doc, docente di
Scienze al liceo classico <<Augusto».
Ieri è arrivata la doccia fredda - sotto forma di diktat della Ragioneria
generale dello Stato - che procrastina (per lei) di oltre due anni l'età della quiescenza Non ci sarebbero le
«coperture contabili» per consentire
a Nadia e altri 3-975 docenti in tutta
Italia (si era favoleggiato fossero
9mila, in realtà sono molti di meno)
di andare in pensione come la legge
prescrive. Sì, la legge. Perché la riforma previdenziale targata Fornero
non ha considerato tre anni fa che
l'unica finestra d'uscita per gli insegnanti è quella del 31 agosto, prima
cioè che inizi un nuovo anno scolastico. Mettendo nello stesso caldero-
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Quotidiano
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COBBIEBE DELLA SEBA
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I
Conti pubblici I provvedimenti
--
-- -
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------
-···-
-
- - --- - -
-~-
-··
- · - - - - --- - - -
- - --- · - -
Dietrofront sulle pensioni
Bloccati gli insegnanti,
ma salta il tetto di 68 anni
«quota 96».
Intanto il documento sulla Pa
incassa il parere favorevole della
Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama: ieri sera è iniziata la discussione in
aula e oggi è atteso il voto finale.
«Dobbiamo correre», prova a
giustificarsi il ministro della
Pubblica Amministrazione,
Marianna Madia, rispondendo
a chi le chiede se sul decreto sarà posta la questione di fiducia
al Senato (arrivando così alla diciottesima volta dall'insedia mento del governo), come già
avvenuto alla Camera: le norme
devono comunque tornare a
Montecitorio e essere approvate
in via definitiva entro il 23 agosto. Una possibilità che al ministro «Sembra ragionevole», visto che anche alla Camera si è
fatto ricorso a questo strumento.
Che la retromarcia del governo non sia stata semplice lo
confermano le parole del relatore al decreto legge, Giorgio Pagliari (Pd), che spiega come la
decisione sullo stralcio dell'articolo su «quota 96» sia stata
«soffertissima>>. Contro questa
decisione, che riguarda gli insegnanti con 61 anni di età e 35 di
contributi oppure 6o anni e 36
di contributi, aveva puntato
l'indice anche il commissario
alla spending review, Carlo Cottarelli. <<Non si possono prendere in giro così migliaia di perso-
ne e le loro famiglie, già ingannate dalla Fornero», scrive in un
Tweet il leader di Sel, Nichi Ven dola Critiche condivise da Forza Italia: «Questa è una grave ingiustizia - sostengono Elena
Centemero e Renata Polverini
(Fi) - che ha tolto la possibilità
agli insegnanti che avevano già
maturato i requisiti pre Fornero, di andare in pensione». Per i
parlamentari M5S delle com missioni Cultura di Senato e Camera «abbiamo assistito a un
vergognoso dietrofront del governo Renzi». Più duro il segretario federale della Lega Nord
Matteo Salvini: «Quattromila
insegnanti, fregati dalla Fornero, sono stati ri-fregati da Renzi,
Dovevano andare in pensione,
ma il governo non trova i soldi».
E appare perplessa pure la minoranza Pd. «Tutto ciò è inaccettabile e il governo non può
farsi dettare ancora la linea politica da burocrati e tecnocrati»,
commenta Barbara Saltamartini
(Ncd) che potrebbe anche votare contro il provvedimento. Il
segretario generale della Cisl,
Raffaele Bonanni, parla di «Un
pasticcio pensioni nella scuola>>
frutto di un «nuovo dilettantismo della classe politiea>>.
Sui benefici aggiuntivi alle
vittime del terrorismo interviene il deputato Paolo Bolognesi
(Pd), presidente dell'Associazione vittime della strage di Bologna: «Siamo sorpresi e indi-
gnati: la questione delle pensioni per le vittime del terrorismo
era stata risolta positivamente,
avevamo avuto rassicurazioni
dal governo, tanto che il decreto
PA aveva messo la parola "fine".
Ora apprendiamo che si torna
indietro in seguito ad un comportamento assurdo e incom prensibile dell'lnps».
Sul fronte sindacale Massimo
Cozza, segretario nazionale Cgil
Fp Medici, sottolinea: «Lo stop
al tetto dei 68 anni per professori universitari e primari porterà
al possibile pensionamento
d'ufficio per i medici pubblici a
65 anni, primari e non, mentre
ad esempio in un Policlinico i
medici, che sono anche professori universitari, potranno andare in pensione a 70 anni».
Cozza quindi punta il sito sul
fatto che <<la staffetta generazionale per ora è rimasta chiusa nei
cassetti». Replica Alfonso Barbarisi, a nome dei professori
universitari di area medica:
«Evitare il pensionamento dei
medici docenti a 68 anni non è
la vittoria di chi è privilegiato,
ma non aver commesso un grave errore. Per il sistema universitario sarebbe stato un danno,
una sorta di decapitazione là
dove non c'è un adeguato turnover». «Ha vinto il Gattopardo», taglia corto Giovanna loia,
dell'Associazione giovani chirurghi della Campania.
Francesco Di Frischia
<l;ì RIPRODUZIONE RIS!':RVATA
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Codice abbonamento:
ROMA - Abolito il pensionamento d'ufficio per professori universitari e primari a 68 anni. Accantonata la «quota 96» (il
mix di età anagrafica e anni di
contribuzione) che sbloccava 4
mila pensionamenti nella scuola di docenti esodati per la Riforma Fornero. Ritornano le penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. Eliminati i ben e f i ci assistenziali e
previdenziali aggiuntivi per le
vittime del terrorismo. Sono
questi i quattro emendamenti
del governo presentati ieri in
Senato all'articolo 1 del decreto
legge sulla pubblica amministrazione: le modifiche sono
state dettate dalla mancata copertura finanziaria, come aveva
rilevato la Ragioneria dello Stato dopo l'approvazione alla Camera dei deputati.
Dure critiche piovono da Sel,
M5S, Lega, Fdi-An, e da sindacati confederali, Ugl e organizzazioni dei medici. Replica il
presidente del Consiglio:
«L'emendamento sulla "quota
96" non c'entrava nulla con la
ratio della riforma della pubblica amministrazione - fa notare
Matteo Renzi - e quindi è stato
giusto toglierla dal decreto». Ma
Palazzo Chigi sulla scuola, secondo quanto trapela, ha intenzione di preparare un intervento a fine agosto, assai più ampio
come platea del perimetro dei 4
mila insegnanti coperti dalla
068391
L'esecutivo annulla le modifiche del Parlamento
Il premier Renzi: per la scuola pronti aintervenire
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pensione a 62 ~nni
si perde r1 1/1 anno
V"mlme del terrorismo
Eliminati i benefici
assistenziali aggiuntivi
per le vittime
del terrorismo
Ritornano le
penalizzazioni per chi va
in pensione a 62 anni.
L'anticipo della pensione
potrebbe costare caro:
viene applicata una
riduzione dell'l %per
ogni anno di anticipo
nell'accesso al
pensionamento rispetto
ai 62 anni di età. Ma la
penale sale al 2% per
ogni anno ulteriore di
anticipo rispetto ai 60
anni del lavoratore
3
vecicrue regole
professori e medid
In uno dei quattro
emendamenti presentati
dal governo ieri è abolito
il pensionamento
d'ufficio per professori
universitari e primari
ospedalieri a 68 anni.
Restano quindi le soglie
previste per il resto dei
dipendenti pubblici (62
anni e 65 per i medici),
mentre i docenti,
compresi quelli dell'area
medica, potranno andare
in pensione a 70 anni
1
Vittime del terrorismo
niente benefid
Eliminati i benefici
assistenziali e
previdenziali aggiuntivi
per le vittime del
terrorismo. A
pronunciarsi contro il
provvedimento,
secondo Paolo
Bolognesi (Pd),
presidente
dell'Associazione vittime
della strage di Bologna,
sarebbe stato l'lnps
«dopo le rassicurazioni
del governo»
4
2
Codice abbonamento:
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1nunaltro
emendamento è stata
accantonata la «quota
96» (il mix di età
anagrafica più gli anni
di contribuzione) che
sbloccava 4 mila
pensionamenti nella
scuola di docenti
«esodati» per la
riforma Fornero. Il
governo, però, sta
preparando un
provvedimento più
ampio per fine agosto
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Le mappa della previdenza
•CHI VAIN PENSIONE E QUANDO
·!lii Uomini
e Donne
Categoria
Età anagrafica per !a pensione d1 vecch1a1a
Dipendenti privati
• 66 annle 3mesi
• 63 anni e9mesi
uaminiedonne
Dipendenti pubblici
Autonomi (artigiani,
commercìanti. coltivatori diretti)
e 66 anni e3 mest
Giornalisti
65anni
e61annì
• 64annì e9 mesi
Magistrati, Primari,
Professori universitari
70annì
Medici di famiglia
•66anni
Generali corpo d'armata
fl,J 63 anni e 3 mesi
Carabinieri
60 anni e 3 mesi
Personale viaggiante
61 anni e6rnesi
• 58 anni e6 mesi
64anni
Attori
e 50anni
Ballerini
46anni
Sportivi professionisti
Codice abbonamento:
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53anni
!11!49anni
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Foglio
4/5
42 anni e 6 mesi
941 annie6mesi
42 anni e 6 mesi
e 41annie6 mesi
35 anni e 62 di età
42 anni .e 6 mesi
e 41annie6 mesi
40 anni e 3 mesi
42 anni e6.mesi
e 41 annre 6 mesi
42 annl1t6mesi
•41 artnie6 mesi
42 anni e 6 mesi .
. • 41 anni e,6 mesr
Codice abbonamento:
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42annie6toosi
941annie6m.esi
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• PE'.\SIO;\;ATI, IMPORTO COMPLESSIVO E l'.\1PORTO MEDIO DEL REDDITO
PE'.\SIO'.\ISTICO PER CLASSE DI IMPORTO :V1E'.\SILE E SESSO (anno 2012)
Classe
di importo
mensile
del reddito
Numero
pensiònati
Fino a 499,99
913.456
500- 999,99
1.603.160
1.000,00 - 1.499,99
1.664.035
I
Importo
(milioni
di euro)
Importo
medio
· reddito
pensionistico
(euro
per anno)
2.885
3.158,19
1.291.691 I
4.673
3.617,69
I
14518
9.055,95
3.266.971
1
27.375
8.379,45
i
25.098
15.082,88
2.080.987
j
30.823
14.811,74
1.118.166
i
23.015
20582,85
22.579
28.301,45
i complessivo
1··
i
Numero
Importo
Importo
pensionati . complessivo
medio
(milioni
reddito
di euro)
pensionistico
(euro
per anno)
1
I
I
I
1.500,00- 1.999,99
j 1.553.262
32.085
I 20.65&,51
2 000,00 - 2.999,99
1.400.162
40.337
I 28.808,66
797.813
3.000,00 • 4999,99
507.942
22.332
43.965,02
185.333
8.064
43512,25
5.000,00 ~ 9.999,99
167.259
12.774
76.371,36
31.972
2.355
73.645,47
171
146.238,19
I
10.000,00 e più
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la Repubblica
Omo
p""'""
Foglio
TITO BOERI
La decimazione
degli statali
I
EGLI ultimi 5 anni il pubblico impiego ha perso circa 260.000 dipendenti,
N
un calo del 7%, quasi il doppio di
~elio registrato in questo pe?odo J?er il totale degli occupati
m Italia.Negli enti previdenziali pubblici e nelle amministrazioni centrali dello Stato la ridu-
05-08-2014
1
1/ 2
zione è stata, rispettivamente
del 15 e del 10 per cento. Son~
principalmente gli effetti del
bl?cco del turnover nella pubblica amministrazione rinnovato a più riprese in questi anni.
SEGUEAPAGINA25
IADECIMAZIONE DEGUSTATALI
<SEGUEDALLAPRIMAPAGll\!A
aspetterebbe che, a
fronte di una così forte
riduzionedelnumerodi
. ~/dipendenti pubblici, si
siano registrate consistenti riduzioni della spesa pubblica, soprattutto della spesa corrente
destinata in gran parte propri~
a J?agare gli stipendi nella pubblica, ~nistrazione. Eppure
non e cosi: la spesa corrente in
questi anni ha soltanto rallentato_ il suo cammino trionfale. I
tagli veri, addirittura in termini
nominali, hanno interessato solo la spesa in conto capitale
quella cui non dovremmo mai
rin~ciare se non vogliamo rinunciare al nostro futuro. La
spesa corrente non è diminuita
perché gli stipendi pubblici in
~e~~ sis?,notrasformatiin pensmi:u m pm da pagare, sempre a
carico del contribuente. Inoltre
se il numero di stipendi è climi~
nuito, in molte amministrazionineèaUII,}entatol'importomedioinvirtùdipromozioniescatti d' ~ianità (è il caso di magistrati e docenti).
I politici che si sono cimentati con il compito di ottenere rispar~ nel pubblico impiego in
questi anru hanno tutti ragionato a c01"!1partimenti stagni,
come se spmgere qualcuno verso la pensione e avere uno stipendio in meno a carico volesse
dire risparmiare. Ma se chi esce
dal pubblico impiego riceve, oltre~ Tfr, una pensione per 30
anm, cal~olata ancora in gran
partecon1lgenerososistemaretributivo,ilrisparmioperlecasse pubbliche è solo virtuale.
Quello stipendio si trasformerà
in trasferimento più 0 meno della stessa entità. E siccome è immaginabile che 1' ex lavoratore
prima di andare in pensione:
a~esse una produttività superiore allo zero, (anche i celebri
fanigottoni non sono mai completamenti inattivi), avremo,
da una parte, una persona che è
sempre a carico della collettività e che per lo più viene pagata proprio per non fare nulla e
dall'altra, l'amministrazio'n~
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pubblica presso cui il dipendente operava che magari assume
un lavoratore, con un contratto
temporaneo, per coprire le
mansioni svolte in passato da
chièandatoinpensione.Semettiamo insieme il magro stipendiodellavoratoretemporaneoe
la pensione dell'ex dipendente
pubblico (che spesso arriva fino
all'80% dell'ultimo salario), la
spesa a carico dello Stato può risultare addirittura più alta di
prima.
Un altro vizio di fondo nella
gestionedelnostropubblicoimpiego è quello di non preoccuparsi minimamente dell' esempio che si offre al settore privato. Da sempre e a dispetto di
~~siasi affermazione di principio sulla necessità di assimilare. al ~riv~to i contratti nel pubblico impiego, si concedono al
datore di lavoro Stato condizioni di favore rispetto al privato. I
famigerati co.co.co., contratti
di collaborazione coordinata e
c~mtinuativa, ad esempio, contmuano a esistere solo nel pubblico impiego, quando nel privato sono stati soppiantati dai
contratti a progetto. Per quanto
la differenza tra co.co.co. e
co.co. pro spesso sia più di forma
che di sostanza, non si vede in
base a quale principio il datore
di la~oro pubblico debba poter
far c10 che non viene concesso a
chi crea lavoro (e entrate fiscali) nel privato, anziché essere a
carico del contribuente.
In altre parole, il pubblico si
comporta come un datore di lavoro privato quando non dovrebbe affatto comportarsi come ~alee si rifiuta di agire come
un imprenditore privato quando sarebbe giusto farlo. A differenzadi un'impresa privata, dovrebbe preoccuparsi se manda
lav:oratori in pensione perché le
qmescenze graveranno pur
sempre sul suo bilancio. E dovrebbe sempre evitare di concedersi deroghe a norme che invece impone, per buoni motivi
ai datori di lavoro privati.
'
Purtroppolaleggedelegasulla riforma della Pubblica ammistampa
ad
uso esclusivo
nistrazione su cui il governo ha
ottenuto la fiducia della Camera la scorsa settimana e che approderà in Senato a fine agosto,
~embra seguire la stessa logica.
E stata definita rivoluzione copernicana forse perché punta
tu~to su una rotazione, quella
dei lavoratori al tramonto ormai prossimi alla pensione. 'I relatori della maggioranza sostengono che questo ricambio
gi::nerazionale è fonte di risparrm, ma vengono smentiti dalla
relazione tecnica alla riforma.
La legge votata dalla Camera
r~int.ro?uce per alcune categorie di dipendenti pubblici, che
non hanno nulla a che vedere
con gli esodati del privato, quota 96 e la possibilità di andare in
pensione prima di 62 anni senza alcuna riduzione dell'assegn? pensionistico rispetto a chi
va m pensione dai 65 anni in su.
Permette a insegnanti che erano ~dati in pensione optando
penlmetodo contributivo di vedersi riconosciuta la ben più ricca pensione retributiva.
Sono tutte opzioni e trattamenti negati ai lavoratori e ai
datori di ~avoro del settore privato che in questi anni hanno
dovuto gestire esuberi di più di
un milione di lavoratori non potendo, come in passato ricorrere ai prepensionamenti. Per fortuna il governo ieri è tornato sui
suoi passi presentando emendamenti soppressivi dopo il parere negativo della Ragioneria.
Ma non è solo una questione di
coperture. Con che faccia potrebbe oggi il datore di lavoro
pub~lico presentarsi al cospetto~ esodati e imprenditori privati, trattandoli tutto sommato
come categorie di serie B? Il belloèchequesteoperazioni checi
riportano indietro a prim~ della
riformaFomero (conlabenedizione convinta di Cesare Damiano, autore di un'altra celebre controriforma delle pensioni). vengono presentati'~ come
un modo di fare spazio ai giovani. M~ aumentando la spesa
pubblica, dunque le tasse, si fidel
destinatario,
non
nis~e,so~o per ridurre le opportumta di lavoro per i giovani.
Certo la riforma punta a parole (come le leggi già in vigore)
anche sulla mobilità dei dipendenti pubblici tra un' amministrazione e l'altra. Ma non si pone un interrogativo molto semplice: perché nel settore pubblico la mobilità volontaria procede in direzione opposta che nel
settore privato? Perché la migrazione del privato è dalle aree
ad alta disoccupazione del nostro Mezzogiorno verso le regioni del centro-Nord, mentre sono
tantissimi i dipendenti pubblici
che chiedono di essere trasferiti nelle regioni meridionali?
Forse questo avviene perché lo
stessosalariovalemoltodipiùal
Sud. Un insegnante di scuola
elementare a Ragusa, ad esemp_io, ha uno stipendio che gli assicura un potered' acquisto di almeno un terzo superiore rispetto_ a quello di un insegnante di
~1lano. Questo avviene,seppur
m forma più contenuta anche
nel settore privato, dove però
c'è un'alta probabilità dl perder~ lavoro. Il fatto che la competiz10ne per trovare un altro impiego sia più alta al Sud che al
Nord, perché ci sono più disoccupati e meno posti vacanti, è
u~ problema per un dipendente
privat_o. non per un impiegato
p~blico c~e confida, a ragione,
di non verure mai licenziato.
_Finché il datore di lavoro pubb~co non.si darà strumenti per
differeilZlare maggiormente le
retribuzioni in base al costo della vita e per premiare le ammi~~trazi~ni ~più che i smgoli)
pm effic1ent1 al Sud tanto quanto al Nord, non ci saranno risparmi nel pubblico impiego e,
soprattutto, non ci saranno miglioramenti nella qualità dei
servizi offerti ai cittadini Ma di
salarieretribuzioniinquestainten~1inabile legge delega (che
dara luogo a ben 8 decreti delegati) proprio non c'è traccia. I
nostri ministri, forse perché sono essi stessi soggetti ad un alto
tasso di turnover. continuano a
credere nelle virtù taumaturgi-
riproducibile.
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~
~ I SI
068391
TITO BOERI
Quotidiano
la Repubblica
che del turnover nella Pa. Non si
preoccupano di motivare la
granmassadidipendenti,apartire dai nuovi entrati, coloro che
sono destinati a lavorare a lungo, forse a vita, nella pubblica
amministrazione. Perché i nuovi dovrebbero comportarsi di-
Data
Pagina
Foglio
versamentedacolorochesivuole "rottamare" se gli incentivi
sono gli stessi di prima?
Il ricambio generazionale
può servire solo se accompagnato a nuove regole retributive che cancellino definitivamente ogni automatismo negli
avanzamenti retributivi e ri-
muovanol'egualitarismodifacciata, quello che permette divari stridenti nel potere d' acquisto fra diverse parti del paese
per chi ha le stesse qualifiche e
svolge le stesse mansioni. Per
cambiare queste regole, il datore di lavoro pubblico dovrà, co-
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megiusto,contrattareconilsindacato. Può fare leva su un argomento molto forte: è un paradosso che il principio dello" stesso lavoro=stesso stipendio"
venga disatteso in modo così palese proprio dove il sindacato è
più forte.
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Dìetrofront del governo
stop alla pensione
per 4 mila insegnanti
rivolta nel Parlamento
Via anche il limite dei 68 anni aprofes.50ri eprimari
Renzi
initato con itecnici
del Tesoro: ''Troverò le risorse"
iUISAGRION
za aver raggiunto i 62 anni; pa- damenti del governo eliminano
Niente soldi, palla al centro: per la riforma della Pubblica
amministrazione la strada verso
il traguardo si allunga un altro
po'. Prendendo atto delle critiche mosse dal ministero dell'Economia e dal Commissario della "spending review" Carlo Cottarelli riguardo alla mancata copertura di alcuni provvedimenti, il governo ha presentato 3
emendamenti soppressivi per
annullare quattro norme introdotte durante il passaggio del testo alla Camera. Norme sulle
qualilamaggioranza,inAula, ha
già votato la fiducia. Un'iniziativa che ha suscitato un vespaio di
polemiche sia per il metodo usato che per il contenuto.
Il dietrofront si è consumato
su un tema altamente sensibile:
le pensioni. Per evitare il muro
contro muro con i tecnici della
Ragioneria, ilministrodellaPl.Jbblica amministrazione Marianna Madia ha annunciato emendamenti al testo (già approvati
dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato) riguardo
ad insegnanti; primari e professori universitari; futuri pensionati che intendano ritirarsi dopo
42 anni di contributi anche senROMA
renti delle vittime e superstiti
delle stragi di terrorismo. Nello
specifico è stata cancellata la
modifica che permetteva di
sbloccare i pensionamenti nella
scuola, facendo saltare "quota
96" (somma d'età anagrafica e
contributiva). La norma doveva
sanare un errore tecnico commessonellariformaForneroche
impediva l'uscita dal lavoro di
4.000 insegnanti (costretti a
contaregliannidicontributinon
secondo l'anno solare, ma scolastico). Un passo indietro sul quale si sono scatenate feroci polemiche, anche all'interno del Pd:
lastessaCommissioneAffari CostituzionalidelSenatohaappro'I. ato un ordine del giorno, votato
da tutti i gruppi, che impegna il
g werno ad occuparsi della questione in un altro provvedimento «Giusto togliere quella misura che non c'entrava niente con
il decreto, ce ne occuperemo nel
paLchetto scuola entro la fine di
ago.;to»,hapromessoRenzi,che
in realtà sarebbe molto irritato
per come i tecnici del ministero
dell'E•'Onomiahannogestitoirilievi e per come, contro le riforme, si stiano coalizzando varie
burocrazie.
Insegnanti a parte, gli emen-
il tetto dei 68 anni età per il pensionamento di-primari e professori universitari (tornano i 70
anni,secondolaRagioÌlerial'anticipo costava troppo). Per medicieprimarinondiclinicheuniversitarierestail tettodei65 anni, per i dipendenti statali di 62.
Bloccataanchelanormachepermetteva ai lavoratori «precoci»
(quelli che hanno iniziato da
adolescenti) di andare in pensione, senza penalizzazioni, con
42 anni di contributi anche primadei 62 anni d'età (norma che
preoccuperebbe i tecnici soprattutto per lapplicazione nel settoreprivato). Ultimostop,molto
contestato, quello che blocca le
pensioni di risarcimento ai familiaridellevittimedellestragi terroristiche: il ministro del Lavoro
Giuliano Poletti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio avrebbero
già trovato le coperture richieste, ma lo stralcio dal decreto è
consumato, bisognerà trovare
una nuova collocazione alla misura.
Lo stop della Ragioneria non
ha però riguardato solo la riformaMadia,maancheunanorma
del decreto Competitività che
permetteva di ridurre l'Imu su-
gli immobili dotati di impianto
fotovoltaico. Per accelerare i
tempi della conversione il ministro delle Riforme MariaElena
Boschi ha chiesto che sull'intero
testo sia posta la fiducia. Stesso
iter sarà applicato al decreto sulla Pubblica amministrazione
che andrà alla fiducia al Senato e
poi -presumibilmente- di nuovo
alla Camera: le conversioni di entrambi scadono il 24 agosto.
«Dobbiamo correre», ha ammesso la Madia. Metodi e scelte
che hanno scatenato feroci critichecontro il governo «Quando la
politica sbaglia deve saper riconoscereisuoierrori-hadettol'ex
ministro Pd Cesare Damiano bloccare "quota 96" è vergognoso: si trattadirimediareun torto,
non di assicurare un privilegio.
La quota va reintrodotta entro
agosto, senza perdere altro tempo». Parole dure anche dai sindacati: «Siamo davanti ali' ennesima dimostrazione di dilettantismo della classe politica», ha
detto Raffaele Bonanni, Cisl. Per
Michele Gentile responsabile
settore pubblico della Cgil: «I fatti dimostrano che la declamata
staffetta generazionale è una
finzione: per farla servono investimenti, non bastano le norme». «Il governo è in stato confusionale», conclude Forza Italia.
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caduti delle azioni
terroristiche. Forza Italia:
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05-08-2014
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1
!:insegnante beffato
"Ho mancato l'uscita
per 5mesi e mezzo
Lavorerò sei anni in più"
FLAVIA AMABILE
ROMA
La settimana scorsa Ruggiero Pinto
aveva quasi creduto alle parole di chi
aveva applaudito alla fine dell'incubo
per quelli come lui, i 4mila della Quota
96 beffati dalla riforma Fornero. Se
non ci si fosse messo di mezzo il governo Monti, sarebbe un uomo libero dal
2012. Ma compiva 60 annl troppo tardi, cinque mesi e mezzo dopo lo spartiacque previsto dalle nuove regole.
Cinque mesi e mezzo che gli sono costati due anni di lavoro in più e che - se
nulla cambierà - alla fine della sua diventeranno sei. «Sono uno dei più danneggiati dalla riforma - spiega -. Perdo
sei anni di vita e di serenità».
Ruggiero inizia ~d insegnare poco
dopo la laurea, sette anni di supplenze
in una materia che allora era un'ottima
seelta per assicurarsi un posto: informatica. Infatti nel 1984 supera un concorso, entra in ruolo. A Milano, però,
non nella Puglia dove è nato.
Insegna per otto anni tra Sesto San
Giovanni e la periferia milanese. «Un
periodo non semplice della mia vita.
C'è stato chi mi considerava un terrone, ma lavoravo tantissimo ed erano
molti di più quelli che mi rispettavano», racconta.
Appena può torna l'insegnante torna in Puglia. Ormai siamo negli anni
Novanta, il mondo dei computer è in
profonda e rapidissima evoluzione,
Ruggiero studia, si tiene aggiornato.
Dieci anni dopo è ancora lì, stesso istituto, una materia da insegnare che
corre più veloce di qualsiasi altra. Non
fa in tempo a imparare una novità che
subito ce n'è un'altra da capire. «Finito
il lavoro a scuola studio sui libri, navigo in rete, frequento corsi di formazione. Tutto a mie spese».
Vent'anni dopo Ruggiero è ancora lì.
Studia sempre ma pensa anche che sia
giunto il tempo di a tirare i remi in barca e godere il meritato riposo. «Se non
si è mai insegnato non si ha idea di
quanto sia faticoso questo mestiere.
Soprattutto in questi ultimi anni i ragazzi sono molto più svegli. Se si rendono conto che non sei al loro livello
non ti rispettano. E, in fondo, siamo
obsoleti noi professori che abbiamo
più di sessant'anni. C'è bisogno di forze più giovani e fresche».
Lui ha un solo desiderio, a questo
punto: lasciare le aule e ritirarsi in
campagna a coltivare alberi da frutto.
«Hò acquistato un pezzetto di terra un
anno fa, ho bisogno di allontanarmi dal
mondo».
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Quotidiano
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Foglio
1
Francesco Boccia (Pd)
"Ma così il Parlamento
non ha più il potere
di distribuire le risorse"
ROMA
Allora, onorevdle Boccia, alla fine ha vinto Cottarelli. Era lui che «doveva adeguare alla politica» e invece è andata all'opposto: nella vicenda di quota96 hanno prevalso le ragioni dei tecnici...
«Se viene cancellato quello che anche
Renzi definisce un errore grossolano,
no, hanno vinto i diritti.
Se invece questa gente
andrà in pensione solo
fra tre anni e i 4mila giovani che dovevano subentrare entreranno
solo fra tre anni, sì avrà
vinto Cottarelli. Ma in
quel caso avrà perso la
politica».
Perchè?
«Perché se un Parla-
mento intero con provvedimenti unitari
che vanno dalle mozioni agli ordini del
giorno, alle proposte di legge, non è in
grado di definire le priorità su cui concentrare le risorse significa che non conta nulla. Che basta mettere un commissario alle entrate ed uno alle uscite e funziona tutto: il Parlamento non serve più
e nemmeno il governo».
In Parlamento sono due anni che provate a cercare un rimedio. Qualcuno so-
gente che ha lavorato per 40 anni e che
accettato di sottostare alle regole dure
della legge Fornero. Hanno solo chiesto
di andare in pensione ad agosto, come è
prassi nella scuola, anziché a gennaio».
Ma questa copertura c'è oppure no?
«La copertura c'è, è la stessa del resto
del decreto Madia. È noto che quando
c'è una divergenza politica tra governo e
Parlamento si usa sempre questa motivazione per fermare i provvedimenti».
Forse è ora di finirla con le leggi omnistiene però che sarebbero soldi sprecati
bus, come sostiene anche Renzi.
perchè questi 4mila insegnanti in fondo
un lavoro ce l'hanno. Mica sono esodati. «Su questo sono d'accordissimo. In que«Sì, anch'io ho sentito questi ragiona- sto la Madia non ha colpe, è stata tirata
menti. Di solito li fanno persone che han- dentro, come sul tetto dei professori».
Il premier dice che a fine agosto-settemno pensioni d'oro o che le avranno, burobre la questione sarà risolta.
crati che prenderanno 20mila euro al
mese oppure opinionisti che stanno se- «Se è fine agosto va bene, se si va a setduti sulle loro comode poltrone. Mentre tembre questi 4000 si fanno un altro anquesti 4mila insegnanti di cui parliamo è no di lavoro. E 4mila giovani restano fuori. L'importante è saperlo».
IP. BAR.J
Depurat@
Boccia
presiede
la Commissione
Bilancio
della
Camera
I
CU\TI Pl"Bl~I
.IC'. ..
Pensiorll, dietrofront su quota l)(j
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Quotidiano
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05-08-2014
28
1
Scuole sicure, arrivano i finanziamenti
Sono in arrivo i primi finanziamenti del programma governativo #scuolesicure. Si
tratta complessivamente di
circa 400 milioni di euro destinati a 1639 istituti sparsi sul territorio nazionale.
IJelenco, articolato per regione, è disponibile sul sito
. del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ( www.istruzione.it ).
Si tratta di una parte dei
circa 2.000 progetti di messa in sicurezza e agibilità
che erano rimasti esclusi
dal cosiddetto «decreto del
Fare». Il governo ha trovato
nuove risorse per finanziarli
grazie alla riprogrammazio-
ne dei Fondi di
sviluppo e coesione 2014-2020
operata dalla
deliberazione
del Cipe del 30
giugno scorso in
base all'art. 48,
comma, 2 del di
66/2014. Le aggiudicazioni avverranno con iter
agevolato per
consentire una rapida partenza delle opere, che hanno
un valore medio di 160.000
euro. Sindaci e presidenti
di provincia (che possono
gestire le procedure con
poteri da commissari stra-
ordinari) riceveranno nei
prossimi giorni una lettera
del Miur che li autorizza ad
avviare subito le gare, con
pubblicazione del relativo
bando, o ad affidare i lavori
in caso di gare già espletate.
Per l'assegnazione degli interventi ci sarà tempo fino
al prossimo 31 dicembre. Il
Cipe, infatti, ha deliberato
la proroga a fine anno dalla
scadenza iniziale del 30 ottobre. Gli altri 381 interventi presenti nelle graduatorie
del «decreto del Fare» saranno finanziati con i ribassi
d'asta, insieme agli ulteriori
845 interventi per il conseguimento del certificato di
agibilità e per il completamento della messa a norma,
previsti dal decreto del Miur
n. 267/2013.
Prosegue, quindi, l'attuazione del piano per l'edilizia
scolastica predisposto dal
governo. Per monitorarne
l'evoluzione, è stato creato (all'indirizzo web http://
www.istruzione.it/edilizia_scolastica/) un portale
dedicato, in cui saranno caricati documenti, normativa
e Faq, utili sia per i cittadini
che per le amministrazioni
locali.
Matteo Barbero
~~'BlJLl'.·~-"--~~11;\l_~l'll~Ll(l~~c~
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Quotidiano
Data
05-08-2014
Pagina
33
Foglio
1
Pagliari (Pd): il governo chiarisca
,Così si getta discredito sulla politica
eia? Su quota '96 il governo si era impegnato a risolvere la situazione. E anche
ilPd.
Risposta. Dalla camera,
dove il testo ha avuto una '
lunga gestazione, è giunta ,•·.
una formulazione che non.
aveva la bollinatura della
Ragioneria. La relazione del
Tesoro è giunta al senato, e
dice che non c'è copertura. Si
è creata una situazione inaccettabile, si sono alimentate
aspettative che ora non si possono mantenere. Così si getta
discredito sulla politica.
D. Qualcuno rema contro?
R. Io dico che va fatta chiarezza. La Ragioneria è un
organo tecnico, che deve dire in modo obiettivo se sulle norme ci sono o meno le risorse.
Questo alla camera non è stato detto. Vanno
chiarite le responsabilità, quanto avvenuto
non è serio.
DI ALESSANDRA RICCIARDI
i chiariscano le
r~sponsabilità di
ciascuno, quanto
avvenuto non è accettabile», scandisce Giorgio
Pagliari, senatore del Pd, relatore al senato del ddl di conversione in legge del decreto
legge sulla pa. Spettatore della
retromarcia del governo sui docenti della scuola e i risarcimenti per le vittime del terrorismo,
norme introdotte alla camera e
saltate a Palazzo Madama perché l'esecutivo si è reso conto
essere prive di copertura. «Non
ho potuto che prendere atto di
quanto deciso dal ministro della pubblica
amministrazione, Marianna Madia, le
norme inserite alla camera vanno soppresse
perché non c'è copertura finanziaria».
Domanda. Perché questa retromar-
S
068391
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33
1
Qoota 96 dopo, due anni ancora vittime
dell'anno.scolastico che non è solare
vato il comma 1dell'articolo1-bis del decretò ·
legge 24 giugno 2014, n. 90, è svanito dopo la
ota 96», dop..o due anni .dalla presentazione nella commissione affari costituJj
riforma Fomero, non ha ancora ziomili di Palazzo Madama dell'emendamento
''
vinto la sua lunga battaglia per del governo Renzi con il quale viene abrog~t,o
··
··
l'articolo in questione. In tale
riconoscimento del
veste, l'articolato è stato poi
diritto ad andare in pensfone con
trasmesso all'aula per il via
i requisiti anagrafici e contributilibera definitivo. All'origine
vi richiesti dalla normativa previdella decisione del governo,
gente l'entrata in vigore delfarti·
l'assenza della bollinatura da
colo 24 del decreto legge 20112011,
parte della Ragioneria geneancorché matqrati entro il 31
rale dello stato attestante le
agosto 2012, anziché solo entro il
coperture finanziarie necessa31dicembre2011. Si trattadi65
rie per coprire il collocamento
anni per la pensione di vecchiaia,
in pensione dei quattromila
per la pensione di anzianità 60
docenti che avrebbero potuto
anni di età unitamente a 36 anni
beneficiarne a decorrere dal 1°
di contribuzione, o 61 anni e 35
settembre 2014.
di contribuzione oppure, indipenUna decisione basata su
dentemente dall'età anagrafica,
un dato, quello dei quattro·
40 anni dì contribuzione utile a
pensione. Requisiti che circa 4 mila docenti mila interessati, del tutto presunto in quanto
avevano maturato ad agosto dell'anno succef?~ trotto di.un monitoraggio posto in essere dal
sivo al tenniµe fissato .dal1a :e:orn.E}~; yjsto che WStero d!;!ll'~one ne}1o.$COl'SO IP,ese qi
nella scuola l'anno di servizio è scolastico e :rion ottobre in mal'.liera semplicistica edel tutto
solare. Il traguardo che sembrava raggiunto, apptòSsimati\Ta. Ma ormai, ali:i;umo per.il dl
·
·
dopo che l'aula di Montecitorio aveva appro• ·sullapa; è.tardi.
m N1coLA MoNDÈLLI
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Il ricambio generazionale
si fa sempre più arduo
m FRANco BASTIANINI
possono fare valere una età anagrafica inferiore
a 62 anni.
La improvvisa decisione del governo di chiedere
l'abrogazione delle disposizioni di cui al punto 1)
rischia di annullare ogni possibilità, almeno ancora per qualche anno, di dare corso all'auspicato
ricambio generazionale.
---© Riproduzwne riseroata---11
Nella scuola stavano forse per essere poste in
essere le basi per consentire, nell'arco di un paio
di anni, quel ricambio generazionale da molti auspicato e annunciato dallo stesso ministro della
pa, Marianna Madia.
Necessario soprattutto tra i docenti della scuola primaria
e dell'infanzia, ma
anche tra
quelli della scuola
secondaria
di primo
e secondo
grado: l'età
mediaè oggi
tra i quarantacinque e i
cinquanta
anni, con
una percentuale di sessantenni che
si aggira tra
il venti e il
venticinque
per cento. Una età media che è tra le più alte che
si registra nelle istituzioni scolastiche europee.
A porle in essere concretamente avrebbero potuto contribuire, senza ombra di dubbio, alcune
delle seguenti disposizioni contenute nel testo del
decreto legge 24 giugno 2014, n.90 approvato in
prima lettura dall'aula di Montecitorio.
Disposizioni su cui è scesa pensatissima la decisione del governo di fermare tutto causa carenza
di copertura.
Le norme a cui il governo affidava il compito di realizzare un ricambio nella pa sono le suguenti:
1) l'articolo I-bis: avrebbe consentito a quattromila dipendenti della scuola, che alla data del 31
agosto 2012 avevano maturato i requisiti per accedere al trattamento pensionistico previsti dalla normativa previgente l'entrata in vigore della
riforma Fornero, di cessare dal servizio potendo
fare valere una età anagrafica minima compresa
tra i 62 e i 63 anni, unitamente ad una anzianità
contributiva compresa tra i tra i 37 e i 38 anni;
2) il comma 1dell'articolo1: abroga ogni possibilità di permanenza in servizio oltre i limiti di età
previsti 11er il collocamento a riposo d'ufficio;
3) il comma 5 dell'articolo 1: attribuisce ai dirigenti scolastici la facoltà di risolvere il rapporto
di lavoro del personale docente ed Ata a decorrere dalla maturazione non solo dei limiti di età,
ma anche del requisito dell'anzianità contributiva richiesta per l'accesso al pensionamento a
decorrere dal 1 ° gennaio 2012 dall'articolo 24 del
decreto legge 201/2011.
Identica facoltà è attribuita ai dirigenti degli uffici scolastici regionali nei confronti dei dirigenti
scolastici;
4) il comma 6-bis dell'articolo uno nella parte in
cui dispone che non trovano applicazione le riduzioni in percentuale del trattamento pensionistico
previste dal comma 10 del citato articolo 24, nei
confronti dei soggetti che maturano entro il 31
dicembre 201 7 il requisito di anzianità contributiva richiesta dalla normativa vigente anche se
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La Corte costituzionale ha fatto chiarezza sul raggio di azione dell'amministrazione
Pensione, limiti alla revocabilità
Al massimo tre anni di tempo per i trattamenti definitivi
m N1cou MoNDELLI
trattamento pensionistico liquidato a titolo
definitivo ai pubblici
dipendenti, ivi compresi
i dipendenti della scuola,
può essere revocato o modificato d'ufficio dall'amministrazione che ha emanato
il provvedimento o a domanda dell'interessato non
oltre il termine di tre anni
dalla data di registrazione
del provvedimento stesso
o entro sessanta giorni dal
rinvenimento di nuovi documenti.
A chiarirlo è stata la
Corte costituzionale con la
sentenza n. 208 del 9-16 luglio
2014. I giudici della Consulta -dichiarando non fondata
la legittimità costituzionale
dell'articolo 204 del decreto
del Presidente della Repubblica n. 1092/1973, sollevata
dalla Corte dei Conti, terza
sezione centrale di appello,
nella parte in cui non consente la revoca o la modifica del
provvedimento definitivo di
liquidazione del trattamento
pensionistico anche nel caso
di errore di diritto- hanno
presumibilmente posto fine,
in tema, a interpretazioni non
univoche registrate addirittu-
Il termine di tre anni
trova applicazione nel
caso in cui, nel predisporre
il provvedimento di pensione, vi sia stato un errore di
fatto o sia stato omesso di
tenere conto di elementi risultanti dagli atti o vi sia
stato un errore nel computo
dei servizi o nel calcolo del
contributo di riscatto, nel
calcolo della pensione, assegno o indennità o nell'applicazione delle tabelle che
stabiliscono le aliquote o
l'ammontare della pensione,
assegno o indennità. Quello
di sessanta giorni è il termine entro il quale l'amministrazione o l'interessato
potranno chiedere la revoca
o la modifica del provvedimento nel caso siano stati
rinvenuti nuovi documenti o
si è avuto notizia della riconosciuta o dichiarata falsità
dei documenti agli atti.
Nessuna revoca o modifica è invece possibile
quando, successivamente
all'emanazione del provvedimento definitivo di pensione, si riscontra esserci stata
una errata interpretazione
o applicazione di norme di
diritto.
Ad avviso dei giudici xella Consulta, la mancata
inclusione nell'articolo 204
dell'errore di diritto, tra le
cause che rendono possibile la richiesta di revocare o
modificare un provvedimento pensionistico, non solo
non viola la Costituzione
ma è finalizzato a rafforzare e garantire la sicurezza
giuridica delle aspettative
del dipendente collocato a
riposo, sicurezza giuridica
che non è invece assicurata dall'errore di fatto o di
calcolo.
La sentenza in esame
rafforza la raccomandazione che da parte del
dipendente, che dal 1° settembre cessa dal servizio
con diritto a pensione, ci
sia un controllo preventivo
della posizione stipendiale e
contributiva in essere quale
si può ricavare anche da un
attento esame dal «prospetto dati» documento che gli
uffici scolastici territoriali
trasmettono all'ente previdenziale che dovrà predisporre il provvedimento di
pensione.
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I
ra anche tra le diverse sezioni
della Corte dei Conti.
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Ata, nessun aumento
in organico di fatto
m ANTIMo D1
GERONIMO
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I direttori generali potranno andare incontro alle necessità
delle scuole, segnalate dai dirigenti, spost.ando unità di
personale Ata da una scuola a un 'altra. Ma in ogni caso,
i posti autorizzati dovranno essere pari al numero complessivo stabilito dall'amministrazione centrale per la regione di riferimento. In pratica, se sì dà un'unità in più ad
una scuola, bisogna toglierla da un'altra parte, altrimenti
alla fine i conti non tornano. Il monito viene dal ministero
dell'istruzione che, a questo proposito, ha predisposto una
nota che sarà inviata a breve ai direttori generali. Il provvedimento si è reso necessario per fare fronte alle richieste
degli uffici scolastici, a loro volta, tempestati di richieste
dai dirigenti scolastici, che faticano a coprire le necessità
con le scarse risorse a loro disposizione. Specie se si pensa
che non sono rari i casi di collaboratori scolastici a cui è
reclusa l'attività ordinaria a causa di invalidità certificate.
Il ministero, però, ha risposto sostanzialmente picche.
Perché i soldi sono quelli e bisogna farseli bastare. L'amministrazione ha spiegato, infatti, che l'attivazione di posti
nella presente fase può avvenire, sulla base delle richieste
formulate dai dirigenti scolastici, anche a mezzo di compensazione con un corrispondente numero di posti già previsti in organico di diritto per i quali i direttori regionali
ritengono possibile la revoca del funzionamento e per i
quali siano cessate le condizioni che ne avevano legittimato
l'istituzione. In ogni caso l'adeguamento dell'organico di
diritto alla situazione di fatto non dovrà superare quanto
previsto per l'anno scolastico 2013-2014. L'amministrazione
centrale, inoltre, ha spiegato che i direttori potranno valutare l'opportunità di procedere all'attivazione di ulteriori
posti nelle istituzioni scolastiche nelle quali si verifichi
concentrazione di personale inidoneo (1 posto ogni 2 o 3
unità di tale personale o con mansioni ridotte nel profilo professionale di collaboratore scolastico o assistente
amministrativo o tecnico) ovvero nei casi nei quali non
sia possibile garantire, in altro modo, le necessarie condizioni di sicurezza e di incolumità.. Nel caso in cui lo stato
di inidoneità riguardi il personale appartenente al profilo
professionale di direttore dei servizi generali ed amministrativi o profili con una sola unità e non si renda possibile
procedere alla utilizzazione , i direttori regionali dovranno
segnalare la cosa direttamente al ministero.
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1
• • • • •• • • •• • • • • •• ••••••••••••••••• • •
SI PARTE CON lE ASSUNZIONI IN ATTESA DEL SI DEFINITIVO AL DECRETO
••••~•·-•••••m><•-~->0>0-umm»•w--..._
Immissioni in ruolo al via, il Miur gioca d'anticipo rispetto al Tesoro
DI CARLO FORTE
ono 28. 718 le immissioni in
ruolo di docenti autorizzate
dal ministero dell'ecnomia in
vista dell'avvio del prossimo
anno scolastico. Di queste, 15.439
saranno destinate all'assunzione di
insegnanti su post.o comune e 13.342
alle immissioni in ruolo di docenti di
sostegno ai portat:.ori di handicap. Le
immissioni in ruolo aut:.orizzate per
il personale Ata (ausiliari, tecnic~
e amministrativi) invece sono pan
4599 posti. La richiesta del ministero
dell'istruzione era stata di autorizzare 52.010 unità di personale docente
e Ata. Per i docenti su post.o comune
sarebbero rimasti liberi 15.439 posti
per i pensionamenti e altri 14.313 sarebbero posti vacanti. Per il sostegno,
invece, i posti liberi sono 13.342 sostegno. E dunque, la copertura totale sarà data solo ai posti vacanti del
sostegno.
Per gli Ata i posti liberi sarebbero 4.599 cessazioni, ai quali vann(]
aggiunti 4.317 posti vacanti. I dati
S
Nondimeno, l'anticipazione degli effetti è necessitata dal fatto
che, se non sì seguisse questa prassi,
non si farebbe in tempo a disporre le
immissioni in ruolo prima dell'inizio
delle lezioni. E ciò comporterebbe
una sorta di ingorgo amministrativo.
lJamministrazione, infatti, nelle more
dell'approvazione del decret:.o, dovrebbe assumere supplenti e poi dovrebbe
licenziarli a seguito della nomina dei
docenti a tempo indeterminato. E ciò
determinerebbe l'interruzione della
continuità didattica con inevitabili
danni per gli alunni. Le assunzioni
in ruolo saranno effettuate sui posti
che risultano disponibili e vacanti per
l'intero anno scolastico, dopo la conclusione di tutte le operazioni di utilizzazione e di assegnazione provvisoria.
Il numero dei posti su cui potranno essere disposte le assunzioni a tempo indeterminat:.o sarà ripartito a metà tra le graduatorie dei
concorsi per esami e titoli attualmente
vigenti e le graduatorie ad esaurimento provinciali. Nelle assunzioni
si terrà cont:.o delle quote di riserva,
previste dalla legge 68/99 in favore
degli invalidi e degli orfani per lavoro
(rispettivamente: 7% e 1% dell'organico) da assegnare sia al concorso per
esami e tit:.oli che alle graduat:.orie ad
esauriment:.o. Le operazioni di nomina
saranno effettuate al nett:.o dei posti
accant:.onati sul contingente dell'anno
scolastico 2010/2011, da ricoprirsi a
seguit:.o dello sciogliment:.o delle vertenze relative ai docenti inseriti «a
pettine>> nelle graduat:.orie ad esauriment:.o a seguit:.o di provvedimenti giudiziari. ~le assunzioni non potranno
essere disposte sulla t:.otalità dei posti
assegnati, in assenza o per esauriment:.o delle graduat:.orie o perché saranno
venuti meno in sede di adeguamento
i posti previsti in organico di diritto,
ovvero per effetto delle utilizzazioni di
personale in esubero, sarà consentit:.o,
fermo restando il limite del contingente provinciale assegnato, destinare
tali eccedenze a favore di altre graduat:.orie, avendo riguardo alla tipologia del post.o. Tale compensazione tra
le classi di concorso dovrà avvenire,
in relazione alle esigenze accertate
in sede locale, con particolare riguardo agli insegnamenti per i quali da
tempo esista la disponibilità del posto
e, per i posti di sostegno, con particolare attenzione alle tipologie di post.o
che presentino basse disponibilità e
sempre tenendo cont:.o delle modifiche
degli ordinamenti e dei curricula in
corso. Al personale neoassunto sarà
assegnata una sede provvisoria per
l'anno scolastico 201412015. La sede
definitiva sarà assegnata l'anno prossimo ad esit:.o della mobilità.
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sono stati resi noti dall'amministrazione centrale il 30 luglio scorso. La
ripartizione per province, posti e classi
di concorso sarà resa nota, invece, nel
corso di questa settimana. Nel frattempo, il ministero dell'istruzio~e ha
già preparato il decreto che servirà a
legittim:rre le ope:az~oni. Anche se, di
norma, le operaz10m avvengono con
largo anticipo rispetto all'emanazione definitiva del decret:.o. Che peraltro,
prima di dispiegare effetti, necessita
del placet degli organi di controllo, che
avviene al termine di un iter lungo e
complicat:.o.
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1
Il Miur si attrezza per l'aggiornamento delle liste di istituto: novità per le segreterie
Sos graduatorie, numero verde
I punteggi, saranno attribuiti automaticamente dal sistema
DI ANTIMO DI GERONIMO
raduatorie di istituto, numero verde per
risolvere i casi difficili e valutazione automatica dei punteggi. Sono
queste le novità più importanti contenute in una nota
emanata il 29 luglio scorso
dal ministero dell'istruzione
che reca alcune indicazioni tecniche per consentire
alle segreterie scolastiche
di compilare agevolmente le
graduatorie di istituti finalizzate all'individuazione degli aventi diritti to a ricevere
le proposte di assunzione per
le supplenze.
Dunque, gli impiegati e i direttori dei servizi
generali e amministrativi
delle istituzioni scolastiche,
che dovessero incontrare
difficoltà nell'utilizzo delle
funzioni per la compilazione
' delle graduatorie di istituto,
potranno telefonare al numero verde: 800.903080. Il ministero ha spiegato, però, che
il numero va utilizzato solo
per questioni non risolvibili
consultando le Faq redatte
dall'amministrazione centrale. Che sono contenute nella
nota del 29 luglio scorso. E
sono consultabili dagli addetti alle segreterie scolastiche
direttamente al Sidi (Sistema informativo dell'istruzione). Anche la valutazione
delle domande risulterà più
agevole rispetto alle altre
volte. Perché gli impiegati
non dovranno più calcolare i punteggi. Quest'anno,
infatti, per la prima volta,
la valutazione dei punteggi
sarà effettuata automatica-
rà all'ufficio i dati presenti
a sistema per il triennio
2011/14 in termini di: dati
anagrafici, di recapito, graduatorie, specializzazioni,
preferenze e punteggi.
Qualora, invece, l'aspirante risultasse presente nelle
graduatorie ad esaurimento di una sola provincia, la
funzione permetterà all'ufficio di operare impostando la
provincia delle graduatorie
ad esaurimento e inserendo
i dati ex-novo, tranne quelli
anagrafici e di recapito, se
l'aspirante non è mai stato
incluso sulle graduatorie
di istituto di II e III fascia
o proponendo i dati presenti in base informativa, se
l'aspirante era già incluso
sulle graduatorie di istituto
del passato triennio. Indipendentemente dall'ufficio
operante, la domanda sarà
comunque «agganciata»
all'identificativo numerico
della posizione nelle graduatorie a esaurimento.
Se l'aspirante dovesse
essere presente nelle graduatorie ad esaurimento.di
due province, la funzione
permetterà di operare solo
se l'istituzione scolastica
appartiene ad una delle due
province delle graduatorie
a esaurimento, inserendo i
dati ex-novo tranne quelli
anagrafici e di recapito se
l'aspirante non è mai stato
incluso nelle graduatorie di
istituto di II e III fascia o
proponendo i dati presenti in base informativa, se
l'aspirante era già incluso
nelle graduatorie di istituto
del passato triennio.
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G
mente dal sistema tramite
la funzione «Acquisizione/
Aggiornamento Posizione».
Tale funzione consente di
acquisire le domande di inclusione nelle graduatorie di
circolo e d'istituto di II e III
fascia del personale docente
ed educativo, ricevute in formato cartaceo (modelli Al,
A2 e A2bis). E per la prima
volta effettuerà la valutazione automatica dei titoli
e dei servizi, sulla base dei
criteri stabiliti nelle nuove
tabelle di valutazione emesse con decreto 308/2014. Per
utilizzare questa nuova procedura la segreteria scolastica accederà alla funzione di
«Acquisizione/Aggiornamento Posizione» sempre tramite
il codice fiscale dell'interessato.
Nel caso in cui l'aspirante non sia mai stato incluso nelle graduatorie d'istituto, né risulti incluso nelle
graduatorie a esaurimento,
la funzione permetterà l'inserimento ex-novo di tutti i
dati dell'aspirante, compresi
dati anagrafici e di recapito.
In questi casi, è indispensabile verificare il corretto inserimento dei dati anagrafici al fine di consentire al
sistema l'associazione degli
stessi ai dati di registrazione a Polis ed all'eventuale
modello B inserito. Che è il
modello tramite il quale gli
aspiranti scelgono le scuole
dove intendono figurare nelle
graduatorie di istituto.
Nel caso in cui l'aspirante risultasse incluso
nel passato triennio in II e/o
III fascia delle graduatorie
d'istituto, la funzione propor-
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1
Brillanti i risultati dei liceali
Disastro nei professionali
DI GIORGIO CANDELORO
1
1
promossi in ulteriore lieve aumento
agli Esami di Stato, dove crescono,
seppur di poco, anche le lodi e calo
netto dei bocciati (dal 10,3% del
2013 al 9,6%) negli scrutini delle classi intermedie delle superiori. Diminuiscono anche
le sospensioni di giudizio. Pure alle medie
promozioni in aumento in prima e seconda,
mentre all'esame di terza i promossi continuano a sfiorare il 100%. Sono i dati 2014
forniti dal Miur, rilevati alla data del 28 luglio. Si tratta di un quadro quasi completo
(il 95% dei candidati agli Esami di Stato, il
92% degli scrutinati alle superiori e il 91 %
alle medie). Anche se le cifre definitive saranno rese note solo in ottobre e pubblicate
in appositi focus a cura del ministero, questi
numeri consentono già alcune riflessioni.
Intanto l'esame di stato: in Italia è
davvero molto difficile non superarlo.
Già gli ammessi erano stati quest'anno il
95,8%, il 99,2% dei quali è stato poi promosso (lo 0,1 % in più rispetto al 2013). In
crescita anche i »superbravi con lode», circa
3400 ragazzi, lo 0,8% del totale, una trentina in più dell'anno precedente, concentrati
soprattutto al sud (in testa la Puglia), con
l'immancabile coda di polemiche mediatiche
sulla »manica larga» degli esaminatori meridionali rispetto a quelli del nord. In lieve
diminuzione, invece, i 100 e voti alti compresi nella fascia tra il 90 e il 99, mentre
aumentano le votazioni medie e discrete tra
i 81 e 90 e 71 e 80.
Scorporando questi dati per indirizzo
emerge la conferma di un fenomeno tipicamente italiano: i voti migliori se li accaparrano i liceali, che sono in netta minoranza
numerica, mentre la maggioranza dei loro
coetanei, che frequenta i tecnici e i profes\ sionali si conferma fanalino di coda nella
Il dato è confermato anche dagli scru·
tini intermedi delle superiori: fermo restando che il grosso dei bocciati continua
a concentrarsi nel primo anno di corso per
tutti gli indirizzi, la maggior parte dei non
ammessi proviene dai professionali (16%),
seguiti dai tecnici (12,3%) e dai Licei (5,1%).
Stessa musica per le sospensioni di giudizio:
29,8% nei professionali e 28,4% nei tecnici
contro un più contenuto 22,1 nei licei. Ne
emerge un quadro piuttosto allarmante
relativo all'istruzione tecnico-professionale italiana, che se da un lato continua ad
essere ogni anno quella più scelta dalle
famiglie di chi esce dalle medie, presenta
però un quadro di esiti non confortante:
nei professionali quasi la metà degli studenti frequentanti i primi quattro anni non
viene promosso a giugno, presentando un
andamento non regolare dell'anno scolastico. Situazione analoga per circa il 41 % dei
ragazzi dei tecnici.
Una situazione che si riverbera ovviamente sui risultati degli Esami di Stato, il
cui esito numerico è condizionato dall'andamento degli anni precedenti, ma che è
anche l'anticamera dell'abbandono e della
dispersione scolastica di cui proprio i tecnici e i professionali soffrono di più. Non un
bel biglietto da visita per un settore della
scuola italiana che, specie in tempo di crisi,
dovrebbe essere centrale e strategico. C'è da
augurarsi che l'annunciato potenziamento
dell'alternanza scuola-lavoro possa aiutare
a superare l'impasse.
---O Riproduzinne riservata----
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1
valutazione finale del ciclo di istruzione superiore. Più del 60% delle sufficienze secche
e dei voti più bassi, compresi tra il 61 e il
70, infatti, sono appannaggio dell'istruzione
tecnica e professionale, mentre, all'opposto,
i due terzi delle lodi targate 2014 e quasi il
70% dei 100/100, sono in dote agli studenti
liceali.
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1
Clil, per insegnare
basta il livello B2 di inglese
DI ANTIMO DI GERONIMO
Dal prossimo anno nell'ultimo anno scuole superiori
una disciplina non linguistica sarà insegnata da docenti
che parleranno in ingle,se. Al Liceo linguistico cominceranno già dal terzo anno. E quanto si evince da una circolare
emanata dal ministero dell'istruzione il 25 luglio, scorso,
che contiene le prime disposizioni in tal senso (prot. 4969).
Dal 1° settembre prossimo, dunque, una disciplina non
linguistica, o parte di essa, sarà insegnata in lingua straniera. E quindl l'alunno, mentre imparerà la disciplina,
apprenderà contemporaneamente la lingua straniera. Si
tratta della cosiddetta metodologia Clil. A regime il docente della disciplina non linguistica che insegnerà secondo
la metodologia Clil dovrà essere in possesso di un titolo
di perfezionamento rilasciato dall'università al termine
del corso di 20 crediti formativi universitari (Cfu). Ma a
tale corso potranno accedere solo i docenti al docente in
possesso di certificazione linguistica di livello Cl. L'amministrazione, però, ha già avviato dei corsi di formazioni diretti proprio a consentire ai docenti interessati
di raggiungere il livello Cl. L'avvio graduale, attraverso
moduli parziali, potrà essere sperimentato anche dai docenti comunque impegnati nei percorsi di formazione per
acquisire il livello B2. Ed è la novità più importortante
della nota del Miur.
L'avvio della metodologia cm sarà possibile
tramite una programmazione da parte del docente
della disciplina non linguistica, concordata anche con
l'insegnante di lingua straniera e, dove presente, con il
conversatore di lingua straniera e con l'assistente linguistico. Anche tenendo conto degli orientamenti forniti
nelle indicazioni nazionali per i licei e nelle linee guida
per gli istituti tecnici. Potranno essere valorizzate anche
le competenze degli insegnanti che rientrano sul territorio
metropolitano dopo aver prestato servizio in scuole italiane all'estero. L'obiettivo a cui le scuole dovranno tendere è
quello di insegnare con modalità Clil orientativamente il
50% del monte ore della disciplina. Le novità riguarderanno anche l'esame di stato: l'accertamento del profitto nelle
discipline non linguistiche veicolate in lingua straniera
dovrà mettere gli studenti in condizione di valorizzare
il lavoro svolto durante l'anno scolastico. Tuttavia, qualora la disciplina interessata dovesse costituire materia
oggetto di seconda prova scritta, siccome questa prova
è a carattere nazionale, essa non potrà essere svolta in
lingua straniera.
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Firmato l'accordo stato-regioni. Serve un successivo atto per indicare gli standard
Educazione permanente flop
Enunciati i principi, le azioni concrete non ci sono
DI GIORGIO CANDELORO
ato nella Conferenza
to-Regioni l'accordo
Governo, Regioni ed
nti locali che approva
le linee di intervento sull'apprendimento permanente e
sull'organizzazione delle relative reti territoriali. Si tratta,
in sostanza, di un insieme di
indicazioni per realizzare percorsi di apprendimento basati
della sinergia tra soggetti pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro.
Nello specifico l'accordo
definisce ruolo e tipologia
degli enti che comporranno le
reti : servizi pubblici e privati di istruzione e formazione,
centri provinciali per l'istruzione degli adulti, poli tecnicoprofessionali, centri per l'Alta
formazione artistica e musicale, organismi con finalità di
istruzione, formazione e lavoro,
inclusi quelli del Terzo Settore,
servizi di orientamento professionale, camere di industria,
commercio, artigianato e agricoltura, organizzazioni sindacali
dei lavoratori e dei
datori di lavoro.
La modalità or·
ganizzativa per
fornire l'apprendimento permanente
sarà appunto quella
delle reti territoriali,
le cui leve strategiche
di funzionamento saranno i centri per
l'impiego e i servizi
per il lavoro accreditati dalle
Regioni. Questi dovrebbero essere in grado di offrire i seÌ"vizi
di orientamento, rilevazione
dei fabbisogni e messa in trasparenza delle competenze,
così da rendere davvero integrato il sistema.
Tutto questo, però in teoria. Nella pratica l'accordo
resta poco più che una dichiarazione di intenti e una individuazione di criteri generali
sull'educazione degli adulti
e dei giovani adulti: per il
momento infatti l'accordo demanda ad un successivÒ atto
normativo l'individuazione degli standard minimi di servizio
per la realizzazione delle reti,
la cui creazione resta ancora
nelle mani delle Regioni e non
degli enti territoriali, in barba allo sbandierato principio
strategico della costruzione dal
basso dei percorsi di apprendimento permanente e della
cosiddetta governance multilivello. Insomma l'accordo si
limita ad indicare chi dovrà
mettere in moto
l'operazione, ma
le concrete modalità di coordinamento fra i vari
enti risultano
ancora piuttosto
nebulose. Quello
che è certo è che
le reti dovranno
partire mantenendo inalterati
gli attuali assetti istituzionali e
servendosi delle
(scarse) risorse finanziarie e
umane disponibili. Anche i
continui richiami, presenti nel
testo dell'accordo, alla necessità di certificare rigorosamente le competenze rischiano di
rimanere lettera morta, visto
che i vari enti che dovranno
comporre il macro-sistema
dell'apprendimento perma-
nente o non dispongono ancora di sistemi di rilevazione e di
autovalutazione, o ne hanno d
sensibilmente diversi da regione a regione.
Un altro problema si·
gnificativo può essere
rappresentato dall'insistenza
sulla parificazione tra apprendimento formale, non formale
e informale, il primo istituzionalizzato e certificato gli altri
due di natura più "sociale", ma
i cui percorsi potranno essere
inseriti nel libretto formativo
del cittadino. Come integrarli
e armonizzarli nel nuovo sistema e nella difficile coesistenza
tra apprendimento come diritto e apprendimento come
formazione al lavoro?
Uaccordo insomma tenta,
anche coraggiosamente, di indicare una direzione di marcia
verso un ampliamento della
platea dei soggetti destinatari
di apprendimento permanente
e verso un'idea di educazione e
formazione come servizio alla
persona per tutta la durata
della vita, ma le azioni concrete
per realizzare questi obiettivi
restano ancora sostanzialmente sulla carta
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Foglio
1
L'ESPERTO RISPONDEI Il caso di un prof che assiste da solo il padre e finisce in esubero
Precedenze per la legge 104,
la convivenza non serve più
Prevista dal contratto, ma non dalla legge che è prevalente
ssisto in. Yia. es·e···t.~iva m.ì.·() p.··acir.e,
.l"l.;portato~dihandiéap ~ve,mànon
A
ìttìma .fino al
icolf>21;,. della····
convivo .COJ1 luj.. sehbepe s0,l() t'or,màl·
ntrattazio- •·
mente; pereh,tSm~~~p88$0~iltenqio .
le norme
a casasu,a che. a casa inia> D .dirigente
, <lella mia $uola, per,ò, mi.ha dichiara·
~. ·. .$ono ianz.ionate
' to sopr,annumer,ario, proprio perché la
la nullità e lasoStituzioconvivenZll non tjsul•a fonltabn~te, ne autqmgtica d{!l//! clq,usQl<f difformi con le
e sono stato J;l,'Q.~itod,'uffi,cio in una norme di legge con cui contrastano. In buona
sede moltolontanada casa. Posso fare sostaq,za, dunq~ sebbeneilcontrq,ttopreveda
ricorso? ·
·
ktremfi,miatu
I
/ ·Tn effetti il requisi'to<kllaconoivef!Zct è espres-
• J. sametJ,te previsto dallq, ~ormativa contrat-
. tuale. Pertanto, il dirigente scolastico non ha
fatto altro che attenersi ·alla prassi v;igente,
. Resta il fatto, però, Chft daJ 2000 il requisito
· della convivenza non è pii:t previsto dalla kgge,
mentre i contratti sulla mobilità continuano
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espres~nte l<if conuiveflZa, tale pr;evisione;
essendo in contrasto conl'artieolo 33., eommi 3
e 5deUa legge 1()4192, è. do, considerqrsi come
se non fosse maiesis#ta e, per qWJito motivo,
in sede di applwazi:òne dotìrebbe essere sostitu- .
ita propri(> con l'articolo 83 della legge 104192,
Nondinwno, cOn(Jid.eratoche nella prassi questo non açcaàe, l'unico rimedio effettivamente
esperibile è il ricorso al giudice del. lavoro.
An:timo Di Geronimo
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1/ 2
Ecco perché il premier rilancia
ora è sfida a Ragioneria e Tesoro
Il RETROSCENA
ROMA «L'emendamento sulla "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della riforma della Pa e quindi è
stato giusto toglierla dal decreto».
Fosse tutta qui la retromarcia del
governo somiglierebbe ad una resa, anche se un po' sorprende il motivo addotto dal premier che ieri
mattina a palazzo Chigi ha ricevuto
il ministro Madia insieme al sottosegretario Delrio. Non ci sarebbe
problema di coperture, quindi, come ha anche sostenuto il commissario Cottarelli, ma solo un problema di stile, di compatibilità formale. Motivi, questi, che avrebbero
spinto il ministro Madia a levare
dal decreto in corso di conversione, il passaggio che avrebbe permesso a 4 mila insegnanti di andare in pensione e sfuggire dalla tagliola della riforma Fornero che,
per errore del Mef, non tenne conto. ~he l'anno .di per;sionamento degh m?egnantI non.e solare ma legato all
u anno scolastico.
d · t · · . d"
n errore .ei ec11:in, SI isse ancora, forse gh stessi a comunque
colleghi di coloro che al Mef nelle
settimane scorse hanno dato parere contrario mentre nell'aula della
Camera il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boeeia, dava il via libera. Poi l'intervista di Cottarelli, qualche editoriale
e uindi la frenata della Ra ioneria
q
.
. g
- su questo e altn decreti - che non
fa fare al governo una bella figura
ma neppure a tutti i partiti di maggioranza e di opposizione che di
promesse in materia ne hanno fatte tante. '
'
«Motivi di copertura» e rischio
di creare un «pericoloso precedente», le motivazioni che provengono
dai tecnici di via XX Settembre.
Renzi, come si dice a Roma, "abbozza" ma rilancia e fa sapere che
«a fine agosto - nel decreto sulla
scuola del ministro Giannini - preRitaglio
Scuola: testate nazionali
mono posizioni a prescindere». E
ancora, «i diritti dei lavoratori vengono prima dei giochini dei ragionieri che lavorano al riparo di stipendi d'oro». Un attacco durissimo, quello del presidente della
Commissione Bilancio della Camera, che ricompatta il Pd.
DECRETO
Resta il fatto che dare come termi· ·f·
·
ne «f"me agosto» sigm
1ca costnngere i 4 mila insegnanti in uscita e i
. .
..
4 mila g1ovam m ent~ata, ad ~tte~dere un altro anno ~1st? che Il pnmo settembre c.ommcia un al~ro
~nno e ~he per ditventare ope~ativo
il pens10namen o da quest anno
occ~rr~rebbe un decreto entro la
meta.di ago~to.
La tr~r;cea .e comunque sca'.'ata. e
Renzi e deciso a combattere smo m
t d 1 b tt r
t ·t
· ·
on
~ a ag ia con ro i ~cD1~1
c.h~ ~ec1der~bbero .al P?Sto ~1 poht1c1 m contmu~ d1veD1~e ~sta la
s~arsa du.ra~a dei gov~r11:1. L ann~n­
ci.o f~tto 1en da Renz1 ~1 «~n ol~mp~oDlco. programma dei mille g10rDI» la.dice lunga. «Stav?lta n?n,acc~tto 1i;iterfer~nz.e tecD1c?e» e 1avviso d1 ~~nz1 nvolto, forse, allo
stesso mm1stro Padoan.
- .
Marco Conti
°
1
- ...,.
La fotografia -dei
pensionati
-----
--
-···--
-···-
1
--~-
I~-~-,,__
~-
-~'
2.200.000
13,3%
fino a 500
--·-----4.870.000
29,3%
500-1.000
---6.400.000
38,7%
1.000-2.000
--··-·--4,2%
2.200.000
2.000-3.000
---3.000-5.000 .
13,2%
690.000
-- -199.000
1,2%
5.000-10.000
11.683
0,1%
oltre 10.000
626.408
----
o•-
-·---
-
- -
·;
--.--
Donne
Uomini
- -
- - -
52,9%
nuovi
pensionati
non più
percettori
NORD
CENTRO
'
47,1%
SUD
I Fonte: lstaHnps (Casellario centrale ddi tutti gli enti previdenziali)
AN~~~~~i~e.iri
FORTE IRRITAZIONE
TRA I OEM. BOCCIA:
«I DIRITTI DEI
LAVORATORI VENGONO
PRIMA DEI GIOCHINI
DEI RAGIONIERI>•
MA ANCHE CON
UN NUOVO DECRETO
ENTRO Il MESE
Gli INSEGNANTI
DOVRANNO ATTENDERE
UN Al TRO ANNO
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I
j
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capo del governo:
solo questioni di forma
non di copertura
Codice abbonamento:
~Il
pariamo un intervento assai più
ampio come platea del perimetro
dei 4 mila insegnanti coperti dalla
"quota 96"». Se non è un dito in un
occhio dei tecnici, poco ci manca, e
comunque si ripropone un braccio
di ferro che non si vedeva da anni
visto che sinora la politica aveva
sempre dovuto cedere a tecnici e
commissari. Un braccio di ferro
per ora perso anche con i professori universitari in grado di far letteralmente scomparire dal testo l'opportunità che i senati accademici
potessero mandarli in pensione a
68anni.
Tra i più irritati per l'epilogo, dopo il ministro Madia e Renzi, è proprio Boccia: «Dico a Renzi che se
vogliamo essere quelli che vanno a
Bruxelles a chiedere di farla finita
con i danni collaterali da rigore e
austerity, in Italia non possiamo lasciare decidere ai tecnici che assu-
destinatario,
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Statali,. dietrofront
sulle pensioni
Renzi: intervento
più ampio per i prof
Foglio
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1/ 3
Il GOVERNO
ANNUNCIA MISURE
AFINE AGOSTO
SINDACATI ECATEGORIE
IN RIVOLTA
PllE SEl ATIACCANO
..,.Stop all'uscita anticipata di 4.000 insegnanti. Docenti
universitari e primari potranno lavorare fino a 70 anni
zonte sono arrivati e si sono trasformati in temporale sul decreto
di riforma della Pubblica amministrazione. Ieri mattina il governo,
con alcuni emendamenti presentati dal ministro Marianna Madia in
commissione Affari costituzionali
al Senato, ha fatto una serie di clamorose marce indietro: niente
pensionamento anticipato a settembre per i 4.000 tra docenti e
personale della scuola che avevano raggiunto "quota 96" nell'agosto del 2012 intrappolati dalla legge Fornero; niente eliminazione
delle penalizzazioni per i lavoratori con oltre 41 anni di contributi
che vorrebbero smettere di lavorare prima dei 62 anni; niente pensionamento d'ufficio per i professori universitari e i primari che invece vogliono restare al loro posto
fino a 70 anni. Un altro emendamento presentato dal governo e approvato elimina infine alcuni benefici sul calcolo della pensione per
gli invalidi vittime del terrorismo.
A nulla sono valse le proteste
dei sindacati e si sono rivelati inutili i tentativi di mediazioni dei politici (di opposizione, ma anche di
maggioranza): ha vinto la forza dei
numeri, ha vinto il no dei tecnici
della Ragioneria generale dello
Stato che, nella relazione anticipata da Il Messaggero (vedi edizione
LA MOSSA
La questione ha scatenato però un
tale putiferio con mal di pancia diffusi anche all'interno dello stesso
Pd che, almeno per quanto riguarda la vicenda della "quota 96" dei
docenti,. Renzi in serata ha fatto
trapelare di essere pronto a rimediare: a fine agosto arriverà un
nuovo provvedimento sulla scuola
che risolverà l'annosa questione
degli insegnanti rimasti intrappolati nelle maglie della riforma Fornero e riguarderà una platea ben
più ampia dei 4.000 individuati finora. Insomma un vero e proprio
rilancio. Aver tolto ora la deroga
dal decreto sulla pubblica amministrazione, chiarisce però il premier, è stato giusto perché «non
c'entrava nulla con la ratio generale del provvedimento».
DIRITTI EBUROCRATI
Se davvero qualcosa cambierà di
sicuro non sarà con il decreto Madia che, dovendo essere convertito
in legge entro il 23 agosto, si avvia
alla richiesta di fiducia anche al Senato (poi dovrà ripassare nuovamente alla Camera).
L'intervento di Renzi è sembrato a molti la classica pezza a colodi domenica scorsa), avevano boc- re. Il dietrofront sulle deroghe ai
ciato le norme per coperture finan- pensionamenti anticipati (che già
ziarie insufficienti. Poco importa era finito nel mirino del commissa-
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co». Il sindacato autonomo della
scuola Gilda grida alla «beffa». Delusione fortissima tra i giovani chirurghi che amaramente osservano: «Ha vinto il Gattopardo».
Giusy Franzesè
destinatario,
068391
ROMA I grossi nuvoloni neri all'oriz-
rio alla spending review Cottarelli), produce infatti per tutta la giornata dichiarazioni di fuoco. Non
pochi esponenti del Pd rendono
noto il loro disappunto. «I diritti
vengono prima di ragionieri e giochi di palazzo #quota96scuola» recita un duro tweet firmato Francesco Boccia. «È uno scandalo» tuonano Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi (firmatari degli emendamenti approvati alla Camera e
ieri soppressi dal governo al Senato), mentre i colleghi Pippo Civati e
Maria Grazia Rocchi definiscono
«particolarmente mortificante la
frenata su quota 96».
Ovviamente si scatenano le opposizioni. «Il Governo dei soli annunci e delle bugie ha colpito ancora» attacca Sel. Grida «all'ingiustizia» e «alla vergogna» Forza Italia.
Per non parlare dei commenti di
Lega, Fratelli d'Italia e Movimento
5Stelle.
Insorgono i sindacati, sia confederali che di categoria. Raffaele Bonanni, leader Cisl, parla di «ennesima figura di dilettantismo della
classe politica». Per Massimo Cozza, della Fp Cgil medici, «la staffetta generazionale per ora resta
chiusa nei cassetti», mentre Massimo Di Menna (Uil) punta il dito
contro «un governo messo in ginocchio dal superpotere burocrati-
Codice abbonamento:
Il CASO
che la Camera le aveva approvate
con la richiesta di fiducia da parte
dello stesso governo. Palazzo Chigi
ha preso atto che le risorse occorrenti sarebbero state molte di più
e, vista la situazione precaria dei
conti pubblici, ha capitolato.
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~Ni~~!~ ,~.~qu9ta 96"
Asettembr~&PFO~~ tuttid{etroJ~i!a'rtedraa
1;:
blocç~t{abolendoilsistemadellequoteele
pensiop,ì d'anzianità.
Ma i sindacati della scuola hanno sempre
protestato (e in questi ultimi tre anni sono sorti
anclte molticomitat.t) rkordandoche tutte le
riforme delle pensio~ìprecedenti alla Fornero,
per i docentiàvevano stabilito la maturazione del
requisito non altennine dell'anno solare ma al
termine dell'anno scolastico, ovvero al 31 agosto.
Dtqui latìthiesta di"correzione della svista", Al
numero dì 4.000 si era arrifati in base ad una
ricognizione del Miur (ministero istruzione).
', •1
'~l"Ff::~w.
•
La1egge1fiornero è(tnsimte fies~ipclJ.ità iJè{J'.~!à' del
pensionamento peri lavoratori che hanno
maturato 42 anni e 6 m.esi di contributi (41 e sei
mesi per le donne): possono scegliere di andare
in pens~one prima dei 62 anni di età ma con
penalizzazioni economiche (dall'1% al 4%).
Inoltre nel calcolo dei contributi devono ·
rientrare solo quem da «effettiva prestazione
lavorativa» (ad eccezione della maternità
obb
·a, leva militare, cig ordinaria,
màl . , infortunio, donazìoni di sangue,
congedi parentali, permessi per assistenza
disabili). Di fatto sono fuori dal calcolo il riscatto
aella laurea, i contributi volontari, i giorni di
sciopero. La norma votata alla Camera eliminava
le penalizzazioni economiche sull'assegno e
quelle sul calcolo dei contrìbuti per chi avrebbe
maturato i requisiti «entro dicembre 2017». Visti
i rilievi della Ragioneria generale dello Stato, il
governo ci ha ripensato é ha soppresso la deroga.
Università e sanità
si torna al passato
Vittime terrorismo
, benefici annullati
Le associazioni delle vittime del terrorismo
stavolta ciavevano creduto: B.'ssegni
previdenziali etfr dei dipendenti privati (e loro
eredi) avrebbero avuto una base di calcolo più
favorevole. Un emendamento in tal senso era
stato approvato nell'ambito del decreto di
riforma della pubblica amministrazione
appena approvato alla Camera. Ma ieri al
Senato è arrivata la doccia fredda: niente da
fare, il governo ha presentato e fatto approvare
un emendamentosoppressiv9 dei benefici
appena ottenuti. Motivo, ané:he in questo caso, è
dato dalle èopertura insufficienti: si prevedeva
un costo di l milione di euro a partire dal 2014.
«Stupore e ra~bia» è stata espressa dall'Unione
vittime per stragi, che raccoglie le associazioni
dei familiari delle vittime dr Piazza Fontana,
Piazza della Loggia:, Treno Italicus, Stazione di
Bologna del 2Agosto1980, Rapido 904 e Firenze
Via dei Georgofili.
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Professori universitari e primari: niente
pensionamento d'ufficio. La norma che fissava
la soglia a 68 anni, contenuta nel testo del
decreto dì riforma della pubblica
amministrazione approvato alla Camera con
fiducia, è stata ora cancellata al Senato con un
emendamento del governo.
In pratica sia i prof universitari che i primari
(oltre al magistrati che già erano fuori)
andranno in pensione con le norme previste
finora, ovvero anche 70 anni se ci sono le
condizioni. Per i tecnici della Ragioneria dello
Stato l'anticipazione di due anni costerebbe
34,2milioni nel 2015 e dal 2015 al 2021 il costo
sarebbe di circa 113 milioni.
Il pensionamento d'ufficio resta invece «non
prima del raggiungimento dei 65 anni d'età» per
i dirigenti medici e del ruolo sanitàrio. Resta
anche a 62 anni per il resto dei dipendenti
pubblici.
2/3
2/3
'Penalizzato chi
•
• •
esce in
anticipo
per gli iitse~anti
insegnare. Siilta la norma che avrebbe consentito
il pensionamento per4.000 insegnanti che nel
corso dell'anno scolastico 20U/2012, tra il 1
gennaio e il 3lagosto del 2012, avevano maturato
i requisiti della vecchia «quota 96» (mix tra anni
di contributi e età anagrafica). Là riforma
Forn~ro in \"{gore da gennaio 2012 li aveva
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I GUAI DI PALAZZO CHIGI La giornata
La figuraccia della Madia:
salta la pensione anticipata
Nel limbo 4mila insegnanti
di Fabrizio Ravoni
Roma
on un atto di resipiscenza, il governo cancella al
Senato la misura - introdotta alla Camera - che sbloccava 4mila pensionamenti nella
scuola.Non erano coperti da un
punto di vista finanziario, come
previsto dall'articolo 81 della
Costituzione. Insomma, il decreto Madia sulla Pubblica amministrazione non conteneva al
propriointernolerisorsenecessarie allo sblocco previdenziale.
E Matteo Renzi dice che togliere
«quota 96» per gli insegnanti
(quota 96 è la somma fra l'età
anagrafica e i contributi versati)
èunasceltagiusta.Inquantoafineagostohainanimodipresentare un provvedimento che toccherà una platea «assai più ampia» dei 4mila insegnanti interessati. Oppure se ne riparlerà
con la legge di Stabilità; come invita a fare un ordine del giorno
votato dalla commissione Affari
costituzionali di Palazzo Madama.
Con il ripristino dello sblocco
saranno anche recuperate le soglie di pensionamento anticipato per professori universitari e
primari. Lo stesso provvedimento le abbassava da 70 a 68 anni.
Così come «graziava» dalle penalizzazioni i lavoratori dipendenti che andavano a riposo a
62 anni. Argomenti che secondo il premiernon avevano ragione di essere presenti nel decreto
sulla Pubblica amministrazione.
Il decreto approderà oggi nell'aula del Senato. Ed è assai probabile che il governo chiederà per l'ennesima volta - la fiducia.
Da notare che tutti i provvedimenti del governo Renzi sono
stati approvati dal Parlamento
con voti di fiducia. Tra l'altro,
queste modifiche costringerà il
provvedimentoaunaterzalettura a Montecitorio, che dovrà
convertirlo in legge entro il 23
agosto.EallaCameragiàpreparano le barricate. Il presidente
della Commissione Bilancio,
Francesco Boccia, osserva: «So-
noconvintopiùdiprima:idiritti
vengono prima di ragionieri e
giochi di Palazzo». Boccia era
stato tra i promotori delle misure che sbloccavano i pensionamenti nella scuola. Un riferimento neppure tanto velato, il
suo, al ruolo svolto dallaRagioneriagenerale dello Stato (tecnicamente, un dipartimento del
ministero dell'Economia) nella
scelta di convincere Palazzo Chigiacongelare lo sblocco previdenziale dei
4mila insegnanti.
E portavoce dei
mal di pancia della
Ragioneria era stato
Carlo Cottarelli. Sul
suo blog aveva ricordato che le risorse risparmiateconlaspending review dovevano servire a ridurre il
cuneofiscalesullabusta paga, e non ad aumentare le spese. E
contro Cottarelli e la
Ragioneria torna a
schierarsi Boccia.
Il presidente della
Commissione Bilancio di Montecitorio,
però, èin buona compagnia. Un
gruppo di deputati del suo partito (Pd) chiede al governo di ripristinare lo sblocco. Altrettanto
fanno Renata Polverini (Forza
Italia) e Giorgia Meloni (Fratelli
d'Italia). E tutti i sindacati. Dalla
Cgil all'Ugl, passando per la Cisl. «Non è accettabile- dice Vera
Lamonica della Cgil - che ogni
volta che si interviene per sanareingiustizieneiconfrontideilavoratori scatta il contrordine.
Così si commette un'ingiustizia
più grande». Raffaele Bonanni
sottolinea come «se la riforma
Fomero fosse stata discussa con
il sindacato non ci troveremmo
all'ennesimo pasticcio. Siamo
in presenza - denuncia - all' ennesima figura di dilettantismo
della classe politica del nostro
Paese».
La circostanza che il governo
abbia accolto le osservazioni alla Ragioneria sullo sblocco previdenziale nella scuola sembra
averdatovigoreaquestodipartimento dell'Economia, a cui- istituzionalmente - è delegato il
ruolo di «bollinatura» delle leggi. Così,idubbidellaRagioneria
bloccano anche il decreto competitività per un emendamento
sul fotovoltaico.
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L'esecutivo sbloccherà
l'impasse con una norma
nella legge di Stabilità
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Il governo costretto allo stop dalla Ragioneria. Renzi: scelta giusta,
ripareremo afine agosto. Opposizione esindacati: «È inaccettabile»
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PENSIONI
TERRORISMO
• Professori universitari
e primari
Salta il pensionamento d'ufficio
per primari e professori universitari
a &Banni
CAMERE DI COMMERCIO
DIPENDENTI STATALI.
MOBILITÀ
• Ad altro ufficio in un raggio di so km
• Non obbligatoria per i genitori
con bimbi sotto i tre anni
o con figli disabili
• Per il passaggio sarà necessario
iI consenso dei sindacati
• Eliminata la necessità del nullaosta
dell'amministrazione di provenienza
• Sforbiciata su permessi, distacchi
e aspettative sindacali
• Disincentivi
Tornano i disincentivi per chi va
in pensione a &2 anni
•Quota96
Approvato un ordine del giorno
che impegna il governo a valutare
una nuova soluzione per i
pensionamenti nella scuola:
niente uscita con 61 anni di età
e 35 di contributi o 60 anni+ 36
2
2/2
• Riduzione del pagamento dei diritti
camerali dovuti dalle imprese
Spalmata su tre anni:
-35°/. nel 2015, -40 nel 2016
e-so·~ nel 2011
•Accorpamento delle sedi
sul territorio
• Riduzione dei compiti,
delle funzioni e delle
partecipazioni societarie
•Trasferimento al ministero
dello Sviluppo economico
delle competenze sul registro
delle imprese
L'EGO
Francesco
Boccia (Pd)
Fabrizio
Bocchino (MSS)
Raffaele
Bonanni (Cisl)
Nichi
Vendola (Sei)
' ' Mai diritti
vengono prima
di ragionieri
e giochi di Palazzo
''
''
''
I soldi per«quota
96» non ci sono
per la Casta si
È vergognoso
Figura da dilettanti
per la classe
politica
del nostro Paese
Prese in giro
lefamiglie
già ingannate
dallaFomero
Giorgia Meloni
(Fratelli d'Italia)
''
Ennesùnascelta
che cor~fenna
l'incapacità
dell'esecutivo
DIETROFRONT
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li ministro
della Funzione
pubblica
Marianna
Madia in Aula
al Senato con
lo sguardo
perso nel
vuoto. La
misura che
estendeva la
pensione ai
4mila
insegnanti
pena Iizzati
dalla riforma
Fornero
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1
Scuola, il governo vuole rivedere le graduatorie filo Sud
mROMf\
!111811 Emigrazione dei precari della scuola, si muove il
governo. Dopo aver letto dei trentamila insegnanti che
dal Mezzogiorno sono in procinto di trasferirsi al Nord
grazie all'inserimento nelle graduatorie, e ai danni dei
loro colleghi settentrionali, Palazzo Chigi sta pensando
di correggere il meccanismo di reclutamento nel decreto scuola che dovrebbe vedere la luce nel consiglio dei
ministri di fine agosto. È stato lo stesso premier Matteo
Renzi; ieri, a dare le prime direttive al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. In quel provvedimento saranno sciolti tutti i nodi che riguardano la scuola: quota 96
per i lavoratori rimasti incastrati dalla riforma Fornero,
asili nido e, appunto, le graduatorie. Le verifiche tecniche su come intervenire sono già partite. Era stato il sottosegretario all'Istruzione, Roberto Reggi, ad anticipare
l'intervento: «La riforma della selezione degli insegnanti sarà una priorità».
Fi non farà sconti. «Il caos delle
graduatorie è legato alle modalità di
reclutamento del sistema, che non
prevede concorsi frequenti», denuncia Elena Centemero, responsabile Scuola e Università. La soluzione è «cambiare il sistema di reclutamento, bandire concorsi ogni due
anni e introdurre gli albi regionali degli ìnsegnanti».
,
T.M.
L'.i»YasioMde!30mila
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Gli insegnanti del Sud
cacciano quelli del Nord
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i nostri soldi
SCONTRO DEM L'ira del Pd Boccia contro il Tesoro:
«Sconfessa la nostra linea politica>>. Ma la titolare della
Pubblica amministrazione ha fretta: «Dobbiamo correre»
Dietrofront del governo: via i prepensionamenti
Dopo il no della Ragioneria dello Stato, la Madia cancella dal decreto sulla Pala «quota 96» per gli esodati della scuola, il
tetto di 68 anni per prof e primari e i benefici per le vittime del terrorismo. Tornano le penalizzazioni della legge Fornero
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Scuola: testate nazionali
::: LENOVITÀ
NIENTE QUOTA 96
Cancellata «quota 96» (61 anni con 35 anni di servizio o 60
con 36 di servizio) che sbloccava il pensionamento per 4mila
esodati della scuola che dovevano andare in pensione due
anni fa ed erano rimasti bloccati dalla legge Fomero
TETIO DEI 68 ANNI
Eliminato il tetto dei 68 anni
per i professori universitari e i
primari (oggi la legge Gelmini
prevede l'uscita obbligatoria a
70 anni per i docenti universitari). Non mutano le soglie per
gli altri dipendenti pubbfici:
62 anni e 65 per i medici
PENALIZZAZIONI
Niente cancellazione delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro
TERRORISMO
Eliminati anche i benefici nei
criteri di calcolo del trattamento pensionistico e del Tfr per i
dipendenti privati (e loro eredi) che avessero subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. La
spesa prevista era di un milione di euro
068391
11111111 Quattro emendamenti
per riscrivere la riforma della
Pubblica amministrazione. Il
governo, perso il braccio di fer ro sulle coperture con la Ragioneria generale dello Stato, vince quello con il Parlamento e
mette mano al decreto che
porta il nome di Marianna Madia, ministro della Funzione
pubblica. È la stessa ministra,
prima di entrare in commissione Affari costituzionali del Senato dove è in corso lesame
delle 650 proposte di modifica
al testo, ad annunciare: «Ci saranno quattro emendamenti
soppressivi del governo».
Il più importante riguarda i
circa 4mila pensionamenti
nella scuola che sarebbero
scattati per i lavoratori in possesso della fatidica «quota 96»,
rimasti incastrati nelle maglie
della riforma Fornero. L'emendamento che sbloccava i pensionamenti degli «esodati»,
presentato da Manuela Ghizzoni (Pd) e sottoscritto da tutti
i gruppi, aveva attirato i rilievi
dei tecnici della Ragioneria,
per i quali la misura era «scoperta».
La Commissione ha dato il
via libera all'emendamento
soppressivo, ma poi ha approvato, all'unanimità, un ordine
del giorno che chiede al governo di inserire la misura altrove. Palazzo Chigi, dopo aver
dato lok alla cancellazione di
«quota 96» - «non c'entrava
nulla con la PA» - punta i fari
sul «decreto scuola» previsto
per fine mese, di cui hanno discusso ieri Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione, Stefania
Giannini.
Le altre tre modifiche riguardano leliminazione del tetto
dei 68 anni per il pensionamento d'ufficio di docenti universitari e primari (voluto dal
relatore, il pd Emanuele Piano); il ripristino delle penalizzazioni prevista dalla legge
Fornero per le uscite anticipate dal lavoro (cancellate da
una modifica della pd Maria
Luisa Gnecchi) e l'eliminazione dei benefici pensionistici
per le vittime del terrorismo.
Scatenate le opposizioni.
MSS, Sel e Forza Italia attaccano il governo: «Vergognoso
dietrofront»; «racconta bugie»; «ennesimo flop». Ma pure il Pd è all'offensiva. Francesco Boccia, presidente della
commissione Bilancio della
Camera, si scaglia contro l'Economia: <<C'è una scuola di pensiero che si è opposta all'indicazione arrivata da tutte le forze politiche. Renzi faccia sua
questa battaglia». Ma Palazzo
Chigi vuole fare in fretta. Dopo
la discussione generale, oggi si
vota. Con probabile ricorso alla fiducia. «Dobbiamo correre,
mi sembra ragionevole», anticipa Madia.
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Temici superiori, più risorse se diplomati trovano lavoro
Milano. «Con questo accordo confermiamo che il dia logo tra la scuola e il mondo del lavoro e delle imprese è
uno dei punti fondamentali del programma del nostro
governo. Il 43% di disoccupazione giovanile si combatte anche così». Non nasconde certo la soddisfazione, il
sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, presentando l'accordo tra Miur e Regioni sulle nuove modalità di finanziamento degli Istituti tecnici superiori
(Its), che sarà firmato oggi pomeriggio in conferenza unificata. Sul tavolo ci sono i 14 milioni di euro dell'apposito Fondo nazionale, che saranno ripartiti tra le 64 fondazioni Its non più sulla base degli studenti iscritti, come avvenuto finora, ma secondo «criteri di efficienza ed
efficacia», precisa Toccafondi. In sostanza, 1'80% delle risorse saranno attribuite sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti e di una valutazione, effettuata dall'Indire, che considererà anche gli sbocchi lavorativi dei
diplomati. In media, il 59,52% degli studenti degli Its trova lavoro entro sei mesi dal diploma, con punte del
79, 73% per l'area tecnologica "Mobilità sostenibile".
Le iniziative dell'esecutivo per promuovere il dialogo tra
scuola e lavoro prevedono anche il potenziamento dei
Poli tecnico-formativi, attraverso la stipula di nuove convenzioni tra scuole e aziende, per favorire l'alternanza tra
formazione in aula e lavoro.
Con il prossimo anno scolastico, infine, prenderà il via
un programma sperimentale di apprendistato di altafor mazione e ricerca, riservato a 150 studenti dell'ultimo
biennio degli Istituti tecnici ad indirizzo Elettronico ed
Elettrotecnico di sette scuole di Napoli, Piacenza, Civitavecchia, Torino, Brindisi, Firenze e Venezia. Il protocollo
d'intesa, che sarà stipulato in questi giorni, prevede che
Enel assuma i ragazzi con contratto di apprendistato di
alta formazione, impiegandoli in aziende del gruppo.
Paolo Ferrarlo
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«Favorire la collaborazione tra scuola paritaria e statale»
«I~Italia è uno dei pochi Paesi europei dove
stenta a diventare prassi normale la presenza collaborativa tra scuola statale e paritaria sia cattolica che protestante e di altre religioni, o anche laica, scuole che possono convivere secondo regole comuni stabilite uguali
per tutti nei diritti e nei doveri. Da noi la scuola paritaria viene chiamata e considerata ancora e sempre "privata'' quando la legge che l'ha istituita la riconosce pubblica a tutti gli effetti e quindi soggetta a tutte le norme
proprie della scuola dello Stato. Purtroppo non se ne è
ancora tratto le conseguenze legislative in fatto di finanziamenti per cui la libertà di una famiglia di scegliere
l'una o l'altra scuola va incontro alla discriminazione
palese verso chi sceglie quella paritaria, costringendo di
fatto a pagare una retta per sostenere il suo diritto».
Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, è tornato nei giorni scorsi sul tema della parità scolastica, in relazione ai
"casi" emersi in Piemonte, dove in alcuni Comuni si in-
Torino.
tendono aprire sezioni di scuola materna pur essendo
già presente il servizio di istituti paritari della Fism e
dunque creando il rischio di "doppioni" che rappresentano un costo per la comunità locale o che aprono al rischio di chiudere gli istituti paritari, con conseguente
perdita di posti di lavoro.
«Perché non sostenere un'unica scuola se questa è sufficiente, chiedendo certo il rispetto di tutte le norme prescritte dallo Stato in fatto di obiettivi, programma di insegnamento, di accoglienza di tutti i bambini senza discriminazioni o rifiuti, qualificazioni dei docenti, radicamento nel territorio sul piano culturale?», si chiede
l'arcivescovo. Il vero tema, infatti, non è rappresentato
soltanto dalle scelte concrete dei singoli Comuni e degli istituti scolastici, ma dal principio di garantire la libertà di scelta educativa per tutte le famiglie.
Marco Bonatti
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L'arcivescovo Nosiglia
interviene sul caso
degli asili comunali in
"concorrenza" con
quelli parrocchiali
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Pasticcio quota 96, dietrofront del governo
Salta la norma per anticipare la pensione a insegnanti e profes sori
Renzi: «Faremo un intervento più ampio a fine mese». Eguerra nel Pd
Gianni Di Capua
•Ormai lo chiamano "pasticcio 96". O ancora: "pateracchio 96". Quel che è sicuro è
che la questione relativa alle
pensioni per insegnanti e professori non è stata una grande
pagina per il Parlamento e in
particolare per il governo, che
ha dovuto imporre un drammatico dietrofront.
L'esecutivo infatti ha presentato un emendamento al
suo decreto legge sulla Pubblica amministrazione che rivede i limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, eliminando il
tetto dei 68 anni inserito per
professori universitari e medici. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i
medici). Ritornano anche le
penalizzazioni per chi esce a
62 anni e viene cancellata la
possibilità di andare in pensione per i cosiddetti quota 96, i
circa4 mila insegnanti e collaboratori scolastici rimasti incastrati nelle maglie della riforma Fornero. Eliminati pure i
benefici per le vittime del terrorismo. È stata il ministro della
pubblica amministrazione
Marianna Madia in persona a
farel'annunciochemaiavrebbe voluto fare, a ratificarlo è
toccato alle commissione Affari costituzionali del Senato,
che ha licenziato il testo inserendo le quattro modifiche.Il
provvedimento ha ricevuto anche il via libera del Senato ai
requisiti di necessità e urgenza: l'esame del provvedimento è iniziato ieri sera.
Il governo, con l'emendamento che di fatto blocca il
pensionamento di 4mila insegnanti, accoglie così i rilievi
della Ragioneria dello Stato
che aveva evidenziato problemi di coperture. Anche il commissario alla spendingreview,
Carlo Cottarelli, aveva criticato quella norma entrando in
polemica con il Parlamento
madifattoancheconl'esecutivo (e Matteo Renzi non l'ha
presa molto bene). Ma rischia
disollevareunnuovopolverone, come quello che a gennaio
ha fatto traballare il governo
Letta, che solo in extremis decise di cancellare il prelievo di
150 euro dalla busta paga degli
insegnanti per gli scatti dianzianità «indebitamente» erogati. Caustico il commento del
segretario della Lega Nord:
«Quattromila insegnanti, fregati dalla Fornero, sono stati
ri-fregati da Renzi. Dovevano
andare in pensione, ma il governo non trova i soldi... Altra
promessa non mantenuta, altra Renzata».
IlministroMadiahaspiegato che l'ipotesi di porre la fidu ciain Senato sul decreto «sembraragionevole», visto che anche alla Camera si è utilizzato
questo strumento. «Dobbiamo correre» ha aggiunto il ministro.
In serata lo stesso Matteo
Renzi ha fatto sapere che si
porràrimedio. A quanto si è appreso, il premier ha ritenuto
giusto togliere la norma sulla
"quota 96" dal decreto perché
non c'entrava nulla con la ratio della riforma. Tuttavia, ilcapo del governo avrebbe intenzione di presentare un intervento sulla scuola per fine agosto, che coprirebbe una platea
più ampia rispetto ai quattromila che rientravano nella
"quota96".
Ma la vicenda ha aperto un
conflitto all'interno del Pd.
Francesco Boccia, presidente
della commissione Bilancio
della Camera, in un'intervista
all'Huffington post ha detto:
«Certo: io la norma su "quota
96" la difendo e rivendico. Ed è
inutile nascondere la polvere
sotto il tappeto: nel Mef c'è
sempre stata una scuola di
pensiero che si è sempre opposta all'indicazione di tutte le
forze politiche per sanare l' errore della riforma Fornero,
chehabloccatoinservizio4milainsegnanti che avevano maturato la cosiddetta "quota
96" per andare in pensione.
Tra l'altro, è diventata ormai
"quota 98", visto che dalla riforma Fornero sono passati
due anni... Io non mi posso
sentir dire da esponenti della
burocrazia o da un commissario del governo che si rischia
l'effetto emulativo se colmi la
lacuna che ha provocato questo scempio. Dunque, mi auguro che il presidente del Consiglio faccia sua questa battaglia e risolva il problema nelle
prossime ore tra questo decreto e quello annunciato sulla
scuola».
Il premier
È stato giusto togliere
quella misura perché
non attinente alla riforma stabilita dal decreto
Boccia
Difendo e rivendico
quella misura,
se è saltata
è colpa del Tesoro
Scuola: testate nazionali
Marianna Madia è il ministro della Pubblica amministrazione
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Quattromila insegnanti
sono stati fregati
dalla Fornero e adesso
anche da Renzi
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Salvini
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EUROPA
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1
Il pasticcio di "quota 96". ll recupero nel pacchetto-scuola di.fine agosto
MARIANTONIETTA
COLIMBERTI
I
quale il premier ha spiegato che "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio
della norma. Scadenza prevista per il
nuovo provvedimento, fine agosto.
Un po' diverso il discorso sul tetto a 68 anni per professori universi tari e primari. I problemi di copertu ra riguarderebbero i primi, ma le due
categorie sono equiparate e dunque
viaggiano insieme. Originariamente,
Madìa avrebbe voluto fissare il tetto
soltanto per i primari.
Ieri sindacati e opposizioni, ma
anche parlamentari del Pd e di Popolari per l'Italia, avevano criticato il
governo e la commissione affari costituzionali, all'unanimità, aveva
chiesto di «onorare gli impegni presi»
su "quota 96".
Oggi il decreto approderà in aula
dove verrà posta la fiducia. Poi dovrà
tornare alla camera, dove ieri è approdato il decreto competitività. An che in questo caso, è probabile che il
governo ricorra alla fiducia.
@mcolimberti
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l colpo di scena arriva di buon'ora
ed è una doccia gelata per tanti: la
cosiddetta "quota 96", che dava il via
libera a circa 4 mila pensionamenti
nella scuola, viene cancellata; con temporaneamente sparisce il tetto dei
68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari e
tornano le penalizzazioni per i dipen denti pubblici che vanno in pensione
a 62 anni.
Addio salvataggio per gli insegnanti incastrati dalla riforma Fornero nel 2012, addio svecchiamento di
università, ospedali, pubblica amministrazione. La cruda realtà dei nu meri ha imposto il ripensamento del
governo sulle modifiche approvate
alla camera - con il parere negativo
del Tesoro - e ridimensionato molte
attese.
Era stata la Ragioneria dello stato, qualche giorno fa, a rilevare un
difetto di copertura nelle norme con tenute nel decreto sulla pubblica amministrazione. Prima ancora, il commissario alla spending review, Carlo
Cottarelli, aveva evidenziato sul suo
blog i rischi di impegnare risorse per
aumentare la spesa. Ne era seguita
una dura presa di posizione del presidente della commissione bilancio
della camera, Francesco Boccia, e una
sostanziale sconfessione del commissario da parte del premier.
Ieri, lo stop del governo. La questione di "quota 96", secondo quanto
si apprende, verrà ripresa nell'ambito
di un pacchetto strutturale sulla
scuola, che riguarderà anche il precariato e si rivolgerà a una platea più
ampia dei 4 mila cui era rivolta la
norma eliminata ieri. Matteo Renzi
ne ha parlato con Marianna Madìa e
Stefania Giannini in un incontro, nel
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TESORO CONTRO PALAZZO CHIGI
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05-08-2014
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Soppresso l'emendamento su quota 96
Guerra per un pugno di euro
in 4000 restano senza pensione
Dopo i dubbi della Ragioneria, il dietrofront
della Madia sulla norma che era stata votata
all'unanimità dalla Camera per sanare i danni
della Fornero nel settore scuola. Boccia (Pd):
"Al ministero una burocrazia con poteri mai
visti e fuori controllo"
Palombi • pag. 4
ÈGUERRA TRA RENZI EIL TESORO
ASPETTANDO CAUTU
SCONTRO SULLE COPERTURE AL DECRETO MADIA, ALLA FINE IL GOVERNO CEDE
uel che è successo
sugli emendamenti
al decreto Pubblica
amministrazione
n
nto rilevante in sé,
quanto per quel che significa: la
frattura tra Tesoro e Palazzo
Chigi è ormai conclamata con
quest'ultimo, almeno per ora,
nella parte dello sconfitto. Matteo Renzi, che aveva difeso la
norma sui "quota 96" e il prepensionamento dei professori
universitari contro le perplessità di alcuni ministri (ad esem pio Stefania Giannini, titolare
dell'Istruzione) e l'uscita pubblica di Carlo Cottarelli, è ora
stato costretto alla marcia indietro. Quattro emendamenti
soppressivi che dicono che la
macchina dell'austerità è ancora in funzione e anzi non trova
argini. Nessun cambiamento
di verso, insomma, e un pessimo segnale per la battaglia sui
conti pubblici che l'Italia dovrà
affrontare in autunno.
Q
VA NOTATO, intanto, che le
uscite pubbliche anti-governative del commissario alla spending review e della Ragioneria
generale dello Stato (ieri ne ha
fatto le spese anche un emendamento al dl Competitività del
Ritaglio
Scuola: testate nazionali
MSS condiviso dalla maggioranza) arrivano all'indomani
della formalizzazione della
squadra economica di palazzo
Chigi che doveva sottrarre poteri proprio al Tesoro. Questa la
scansione degli eventi. Lunedì
28 luglio Matteo Renzi ha comunicato i nomi degli economisti che faranno parte della famosa" cabina di regia" di palazzo Chigi: l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, Marco Simoni, Veronica De Romanis,
Tommaso Nannicini, più i piddini Yoram Gutgeld e Filippo
Taddei. Il giorno dopo e' è stato
un incontro tra Matteo Renzi e
Pier Carlo Padoan a palazzo
Chigi al termine del quale viene
diffusa l'apposita velina "tutto
bene, madama la marchesa": "Il
titolare dell'Economia ha condiviso con Renzi l'idea di irrobustire la squadra economica di
palazzo Chigi, in modo da avere
una sponda e una interlocuzione ancora più strutturata".
Lo stesso giorno, però, al Tesoro s'erano tolti i guanti: alla Camera arrivano i pareri della Ragioneria generale che vogliono
difendere l'impianto generale
(e le accluse ingiustizie) della riforma delle pensioni Fornero.
Non è finita. Mercoledì sera è
arrivata la mazzata di Carlo
Cottarelli che attacca il Parlamento per attaccare il governo,
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chiedere interventi pubblici o
"denunciare" informalmente il
lassismo in materia di rigore del
governo.
E evidente a questo punto spiega un membro del governo
- "che al Tesoro c'è una guerra
interna: le strutture confermate
da Padoan contro il parere di
Renzi, da Franco in giù, si percepiscono come contropotere
rispetto al premier e sanno che
fare le sentinelle dell'austerità
in salsa germanica è l'unico
modo che hanno di pesare politicamente contro un governo
che ha un grande consenso elettorale. Ecco il consenso degli
italiani non è un loro assillo".
colpevole di aver avallato la manovra sui "quota 96" (i particolari tecnici li trovate nella pagina accanto). Venerdì ancora,
con geometrica potenza di fuoco, la Ragioneria è tornata sul
luogo del delitto facendo "sparare" di nuovo dalle agenzie i
suoi rilievi sulle mancate coperture. Ieri infine - con gli emendamenti che si rimangiano i
provvedimenti sui pensionati
della scuola, le penalizzazione e
la pensione a 68 anni per i baroni universitari - Renzi ha chinato il capo. Questa vicenda
non è importante per le cifre in
ballo - mezzo miliardo in sette
anni sono una goccia nel bilancio dello Stato - ma per i rapporti di potere che delinea.
SCENARIO abbastanza preoc-
del
Tesoro è ormai pubblicamente
all'opposizione: il capo di gabinetto di Padoan, Roberto Garofoli (già con Letta a palazzo
Chigi) e il ragioniere generale
Daniele Franco (ex Bankitalia
voluto da Saccomanni) gestiscono la più potente macchina
anti-renziana in Italia, ma lo
fanno con solidi agganci esteri.
Non è infrequente - spiega al
Fatto Quotidiano una fonte dell'
esecutivo Ue - che dalla Ragioneria partano telefonate alla
volta di Bruxelles o Francoforte
(la Bee di Mario Draghi) per
cupante se si pensa a quanto deve accadere di qui alla fine
dell'anno: per rispettare quel
che c'è scritto nelDefin termini
di deficit e saldo primario, a
Renzi servono una ventina di
miliardi di minori spese (o
maggiori tasse) entro l'anno
prossimo. Roba che potrebbe
uccidere un'economia già provata da anni di recessione come
la nostra. Solo che fare una battaglia sulla flessibilità, magari
sull'esempio di quel che fanno
Francia e Spagna, mentre il Tesoro rema contro, potrebbe far
affondare il Paese insieme al
governo.
LA TECNOSTRUTTURA
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SPHCCIOU
05-08-2014
4/5
2/3
SCONTRI
Si litiga su 580 milioni in 7 anni
ono quattro le norme del decreto
Pubblica amministrazione bocciate
dalla Ragioneria generale dello Stato
perché prive di adeguata copertura e
tutte riguardano le pensioni: i lavoratori
della scuola (i cosiddetti "quota 96"), il
prepensionamento di medici primari e
professori universitari, l'abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione a
62 anni avendo raggiunto il massimo
dei contributi e persino un milione di
euro destinato ai vitalizi dei parenti delle vittime del terrorismo.
S
I CONTI DELLA SERVA. Ecco nel detta-
glio di cosa si parla. I "quota 96" (la somma di età anagrafica e contributiva) sono
quattromila dipendenti del settore scuola rimasti "incastrati" al lavoro per colpa
della riforma Fornero: si tratta di persone che avevano i requisiti previsti per
andare in pensione entro il 31 dicembre
2011 con le vecchie regole (come vuole la
legge), ma non hanno potuto perché banalmente - l'anno lavorativo degli insegnati va avanti da settembre a giugno.
Il governo Monti, pur conoscendo il
problema, non fece nulla. Ora la Camera
aveva risolto il problema stanziando 416
milioni in cinque anni (35 milioni di euro per il 2014, 105 per il 2015, 101 per il
2016, 94 per il 2017 e 81 milioni per il
2018), fondi da recuperare dalla spen-
ding review e dagli accantonamenti provenienti dal taglio delle spese dei ministeri previsti dalla legge di Stabilità 2014.
Secondo la Ragioneria, però, "non risultando economie accertate a consuntivo
che possano fare fronte ai maggiori oneri valutati per l'attuazione del provvedimento". La contestazione della Rgs, alla
fine, riguarda sul 2014 circa dieci milioni
di euro, una minuzia.
Stessa sorte è toccata al pensionamento
anticipato per i primari ospedalieri e i
professori universitari: il decreto fissava
il limite massimo d'età a 68 anni invece
che agli attuali 70. L'idea era di far muovere un po' la pianta organica dell'università svecchiando i vertici e, a cascata,
assumendo qualche ricercatore: il costo
- non coperto adeguatamente secondo la
Ragioneria generale - era di complessivi
113,3 milioni di euro dal 2015 al 2021. Il
caso più spinoso, a livello tecnico, è invece quello delle penalizzazioni per chi
vuole andare in pensione a 62 anni avendo il massimo dei contributi (41 anni per
le donne e 42 per gli uomini): un emendamento al decreto Madia aveva cancellato queste penalizzazioni stimandone col beneplacito di una relazione tecnica
dell'Inps - il costo per le casse pubbliche
in un milione di euro quest'anno, 3 milioni nel 2015 e 7 nel 2016. La Ragioneria, però,
sostiene che
l'Inps sbaglia:
5 milioni per
il 2014, 15 per
il 2015 e 35
milioni per il
2016.
Nell'ipotesi
peggiore, insomma, si tratta di provvedimenti che, sanando delle ingiustizie,
costano all'ingrosso 580 milioni in sette
anni. Non proprio cifre da fallimento.
LE REAZIONI. I sindacati, ovviamente,
non hanno gradito: "l'ennesimo pasticcio" seguito alla riforma Fornero, dice il
segretario della Cisl Raffaele Bonanni, e
''l'ennesima figura di dilettantismo della
classe politica del nostro paese"; la Cgil
parla di "un fatto gravissimo" e la Uil
incolpa "una lobby attiva contro la scuola". I sindacati autonomi della
scuola, ovviamente, sono anche
più arrabbiati, ma persino al Pd
- la sinistra interna soprattutto,
ma non solo - non è piaciuto
l'inchino del governo alla Ragioneria generale: "È scandaloso", hanno scritto ad esempio i
deputati Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi. Festeggiano,
invece, primari e professori universitari, che avevano criticato
la norma fin dall'inizio. Su
"quota 96" e le "penalizzazioni",
comunque, il governo ha annunciato nuovi decreti.
m.pa.
Il decreto risolveva il problema dei 4mila dipendenti scolastici
rimasti "incastrati" al lavoro pervia della riforma Fomero
nono.5tante avessero i requisiti per andare a riposo
La Ragioneria generale
e Cottarelli hanno reagito
alla nomina della "cabina
068391
di regia" di palazzo Chigi:
a ottobre, per trovare 20
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miliardi, saranno dolori
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Parlamento commissariato dall'Economia
"Il Mef? Una potente burocrazia fuori controllo"
Intanto Renzi ha annunciato che intende fare un
decreto ad hoc sui quota 96, ma è evidente che nel
governo c'è stata una difficoltà: alla fine hanno
prevalso le priorità della burocrazia del Tesoro.
Vi hanno bocciato pure il pensionamento anticipa·
to per i baroni universitari.
desso nel mirino c'è finito lui. Francesco
Boccia, presidente della commissione Bilancio e artefice dell'emendamento sui "quota 96"
della scuola che ha scatenato le ire del commissario alla spending review Carlo Cottarelli e della
Ragioneria generale dello Stato, vale a dire dei
pezzi più grossi della burocratja del Tesoro. Quando in serata, però, lo raggiungiamo al telefono,
l'umore non è contrito, tutt'altro.
A
Eh, quelli hanno smosso mezzo Parlamento e
molto altro, ma gli vorrei dire una cosa, da collega:
se sei bravo all'università ci resti pure a 80 anni,
senza bisogno di una legge.
Insomma, i tecnici comandano e voi ubbidite.
Non è una novità: succede da tempo e succederà
finché la politica tira i remi in barca.
Cosa intende?
Non è che la stessa cosa non capitasse, faccio un
esempio, a Giulio Tremanti, solo che allora un
Boccia, cos'è successo?
ministro politico a un certo punto imponeva la
Il Parlamento per ben sei volte in un anno si è sua opinione, anche se magari non era la mia.
espresso all'unanimità sulla necessità di cancel- Mentre Padoan non lo fa?
lare un grossolano errore contenuto nella riforma Si capirà in autunno con la legge di Stabilità. FiFornero delle pensioni. Non stavamo facendo nora in Parlamento risposte non ne ha date e
nessuno sconto, ma semmai riparando alla pe- sembra occuparsi più di cose europee.
nalizzazione subita dai lavoratori della scuola: Molto diplomatico.
avevano i requisiti per ritirarsi, ma non l'hanno Perché dovrei farne una questione di
potuto fare entro il dicembre 2011 perché loro nomi? E poi nella terra del Gattolavorano da settembre a giugno.
pardo i nemici non hanno nome:
Di quanti lavoratori parliamo?
non c'è la copertura e via così. Dico, però, che la
Quattromila persone, che hanno in genere 40 an- macchina amministrativa del Mef - che poi sono
ni di contributi e 60 d'età, bloccate già da due anni tre o quattro ministeri insieme - è un
in questa situazione. Anzi, se non si interviene concentrato senza precedenti di poteentro agosto gli anni diventeranno tre e saremo a re centrale incontrollato.
"quota 99". Intanto è bloccata l'assunzione di Resta una domanda: se non Padoan,
4mila giovani. E chi si oppone?
questa tecnostruttura così potente s'è
Chi?
messa all'opposizione di Renzi?
Qualche burocrate della Ragioneria generale o del Non l'ho ancora capito. Di certo in
Tesoro che, se non è già in pensione a 15-20mila questi casi non c'è una terza via: o
euro al mese, lo sarà presto. Ah, e pure qualche questa burocrazia è l'ultima barriera della resistenza al cambiaopinionista, d'oro pure lui.
mento o è al servizio del premier,
Dicono: la norma non è coperta.
La copertura è la stessa usata per l'intero impianto com'è giusto che sia visto che lui
del decreto Madia sulla Pubblica amministrazio- ci mette la faccia ed è politicamente responsabile.
ne. C'era e basta.
E allora perché?
Su questo tema, fin dalla prima mozione, il ministero dell'Economia ha risposto: "Temiamo
l'effetto emulativo, iniziamo con gli insegnanti e
poi arrivano pure i macchinisti delle Ferrovie e
poi tutti". Non posso accettare che un tecnico, per
quanto bravo, possa bloccare le decisioni del Parlamento in questo modo.Non si dà un parere tecnico, si indicano delle priorità la cui scelta è compito della politica.
Il governo, però, ha chinato il capo.
No, è inutile essere ipocriti. Magari
è una questione organizzativa, ma
va chiarita una cosa: se si ritiene che il
Parlamento ha una funzione allora bisogna rispettarlo, altrimenti lo si chiuda. Mettiamo un commissario alle Entrate e uno alle Uscite e risparmiamo pure un
sacco di soldi. Temo che più di qualcuno sarebbe contento, certo non i quota 96.
Marco Palombi
068391
schierato qualche
Per ora, par di capire, i rapporti
con le Camere non funzionano.
lo sarà presto
Contro i 4mila
se non è già in pensione
della scuola s'è
a 20mila euro al mese,
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1
Saltano 4mila pensionamenti nella scuola; eliminato il tetto dei 68 anni per medici e docenti
di Igor Traboni
n'altra 'macliata', neologismo che sta per 'figuraccia alla Madia, da
Madia Mariana, ministro
della Pubblica amministrazione, che in pochi mesi ha
inanellato più brutte figure di tutto
il governo messo assieme; impresa
che sembrerebbe imprnsibile, visto che degli attuilli ministri c'è
poco cfa snlvare, ma che nlla signora Madia sta riuscendo. Tanto
che "dopo la figura che ha fatto ha t:wittato il leader de La Destra,
Francesco Storace - la Madia dovrebbe sentire come dovere minimo quello di dimettersi.
I.:uJima performance del ministro è proprio
sulla riforma della pubblica amministrazione:
dopo le critiche del commissario alla Spending
review Carlo Cottarelli e della Ragioneria
dello Stato, il governo è costretto a una clamorosa marcia indietro. E visto che CottareLi
sta poco o niente simpatico al premier, qualcuno ha interpretato il tutto anche come la
volontà di Renzi di scaricare la Madia. Fatto
sta che ieri, entrando in commissio:1e Affari
costituzionali, il mùistro della Pubblica amministrazione, ha annunciato che il governo
presenterò. "quattro emendamenti soppressivi"
al decreto ~egge PA, per rivedere alcuni punti,
compresa la cosiddetta "quota 06", che sbloccava 4mila pensionamenti nell'istruzione. Un
altro emendame:1to rivede i limiti d'età, elimina:.1do il tetto di 68 arr1i per i docenti e i
medici. Restano le soglie previste per gj altri
dipendenti pubblici.
Il dado è tratto e il ministro lo ha ammesso:
non si sono trovate le coperture necessarie.
Insomma, Cottarelli aveva ragione pre:1dendo
di mira a "quota 96" e accusando il governo di
continuare a dirottare altrove risorse, rendendo
di fatto impossibi.e ridurre il peso fiscale.
I tec:1ici del ministero, come detto, hanno
messo in dubbio pure la riformadel mi:1istro
Madia che prevede il prepensionamento d'ufficio a 68 annid ei professori universitari
rispetto ai 70 previsti attualmente dala legge
Gelmini. L'anticipazione cli due anni costerebbe
34,2 milioni nel 2015 e dal 2015 al
2021 i~ costo è di circa 113 milioni.
Per la cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla legge
Fornero per le uscite a:1ticipate
dal lavoro, ~a relazione tecnica al
decreto legge Madia ha stimato
un esborso cli un milione per 2014,
tre mùoni per il 2015 e 7 milioni
per il 2O16. I conti della Ragioneria
prevedono 5 milioni per il 2014,
15 mln per il 2015 e 35 mln per il
2016. Infine secondo i tecnici del
Tesoro la quantificazione di un milione cli euro dal 20 14 per i benefici
alle vittime di atti di terrorismo
sarebbe "sottostimata". Insomma,
la riforma Madia è aria fritta.
Scontente le opposizioni: secondo Sel "Il Governo dei soli annunci ha
colpito ancora: per i lavoratori deJa scuola
"quota 96" si allontana cli nuovo il sacrosanto
diritto di andare in pensione". Ma anche
Forza Italia parla di decisione "vergognosa
ù cui vince la burocrazia". Forte contrarietà
anche da una parte dei deputati del Partito
Democratico. In sette chiedono al governo
di ripensarci, anche loro parlando di vittoria
dei freddi numeri della burocrazia sul buon
senso. E intanto, con questa nuova gaffe, il
governo Renzi perde anche un altro po'
dello già scarso appenl di cui godeva dalle
parti della Cgil, che parla di "palese ingiustizia" per l'emendamento sul personale
della scuola. Il
La ricetta Madia è quella dell'aria mlla
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il manifesto
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96,
u
indietro tu
Pubblica amministrazione, il governo
costretto a sopprimere la norma ·
sui 4mila pensionamenti
del personale scolastico dal decreto
I
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sta assente ogni vincolo di contestuale
assunzione di giovani medici con le risorse che si libereranno per i pensionamenti d'ufficio». Questa palude era stata anticipata dallo zar della spending review
Carlo Cottarelli nel contestatissimo (dal
governo) blog sulla tentazione -assai poco «rigorosa», nell'ottica di una politica
economica ispirata ali' «austerità espansiva» - di tagliare la spesa sociale per finanziare una nuova spesa futura. E lo avevano confermato anche i techici della ragioneria dello Stato: i soldi non ci sono
per una pensione pari a 28 mila euro annui per 4 mila persone. Nel 20I4 mancano 10 dei 45 milioni di euro preventivati.
Entro il 2018 il governo ne dovrebbe trovare complessivamente 416. Sempre
che i «Quota 96» siano effettivamente 4
mila. Quando all'Inps è stato chiesto un
censimento, la cifra era più che doppia:
9 mila persone.
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Per là seconda volta in un anno, il partito democratico ha dovuto fare marcia
indietro. Una situazione che ha imposto
al presidente del Consiglio Matteo Renzi
di intervenire per spegnere l'incendio:
«L'emendamento non c'entrava nulla
con la· ratio della riforma della PA - ha
detto - è stato giusto toglierla dal decreto». Una giustificazione tardiva visto che
l'intero Pd si è speso, trovando l'intesa
con tutti i partiti dell'arco costituzionale:
Ieri si parlava di un intervènto riparatore
a fine agosto rivolto ad una platea più
ampia rispetto alla «quota 96».
I sindacati sono furiosi. «Una beffa di
Stato che denota una mancanza di serietà intollerabile da parte delle istituzioni»
- afferma Rino Di Meglio, coordinatore
Gilda - Dopo due anni di calvario, 4000
insegnanti assistono impotenti per la seconda volta allo scippo della pensione
maturata legittimamente e tutto ciò avviene perchè viviamo in un Paese dove
la politica è fatta soltanto di annunci».
Per Francesco Scrima, Cisl Scuola, «Chi
si apprestava a lasciare il lavoro viene
bruscamente costretto a modificare i
suoi progetti di vita. Sarebbe bastato riconoscere la partitolare disciplina delle
cessazioni dal servizio del personale scolastico per evitare sperequazioni che invece ci sono state e alle quali è doveroso
destinatario,
068391
1 rigore di bilancio non perdona e il
governo Renzi fa dietrofront sul personale scolastico «Quota 96». Dopo
lesclusione di pensionati e partite Iva
dal bonus Irpef da 80 euro, l'esecutivo è
stato costretto ieri a cancellare la pensione degli «esodati della sèuola», i «quota
96», coloro che hanno maturato i requisiti pensionistici prima dell'entrata in vigore della legge Fornero avendo accumulato 60 anni di età e 36 di servizio - o 6I anni di età e 35 di servizio, per un totale di
«96». È uno dei quattro emendamenti
soppressivi al Decreto legge sulla pubblica amministrazione che ieri ha iniziato
l'iter dell'esame dei 650 emendamenti
in commissione Affari costituzionali del
Senato.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha cancellato anche l'emendamento sui benefici previsti
per le vittime di atti di terrorismo (1 milione di euro), quello sulla cancellazione
delle penalizzazioni prevista dalla legge
Fornero per le uscite anticipate dal lavoro e, infine, la misura che eliminava il tetto dei 68 anni per i professori universitari e i primari a proposito dei limiti d'età
per il pensionamento d'ufficio. Gli universitari interessati sono 1546. Il loro
pensionamento è quello più oneroso. Su
questo capitolo, per il ministero dell'Economia non c'è un centesimo. Contro
questa misura si erano schierati filosofi
quali Roberto Esposito, Michele Ciliberto o Maurizio Ferraris che hanno denun-
dato la «rottamazione» di «competenze
e saperi di cui invece università e sanità
hanno vitale bisogno». L'appello a mantenere la norma che permette di restare
in cattedra fino ai 70 anni, e non a 65,
aveva scatenato una dura polemica tra il
populismo renziano della guerra dei
«vecchi contro i giovani» e le accuse di
«corporativismo» e gerontocrazia contro
i «baroni». Su tutto la quasi certezza che
i pensionati non verranno sostituiti a
causa del blocco del turn-over e della
mancanza di risorse che strozza il pubblico impiego. Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici, evidenzia
l'assenza di staffetta generazionale'. «Re-
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Roberto Clccarelll
porre rimedio». «Non è accettabile tornare indietro su una norma che sana errori
e palesi ingiustizie - afferma Domenico
Pantaleo (Flc-Cgil) - Il risultato è che si
commette un'ingiustizia ancora più granon
riproducibile.
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Quotidiano
il manifesto
ve». L'Anief annuncia «battaglia spietata
nei tribunali». Per Nichi Vendola (Sei),
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«continua l'intenso riformismo del governo senza riforme». «Il Pd si è cosi giocato faccia e credibilità» sostiene Celeste
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Costantino (Sei). Il dietrofront è stato
giudicato «vergognoso» dal Movimento
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INSEGNANTI IN PlAZZA /FOTO EIDOr
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Pensioni, stop adocenti e medici
Renzi: quota 96, la nonna ci sarà
Nodo coperture, niente uscite anticipate: 4mila insegnanti al lavoro
Alessandra Chello
Costano troppo. E con questi chiari di
luna è impossibile trovare le risorse
per farlo. Il governo ci ripensa. E sulle
pensioni dei prof tira il freno a mano.
Non se ne fa niente.
Per ora. Corregge il tiro Renzi che
in serata interviene. E mette una toppa laddove, un altro dietrofront, dopo quello sugli 80 euro estendibili anche a pensionati e partite Iva, aveva
già aperto le danze a raffiche di pesan ti critiche. «L'emendamento sulla
quota 96 non c'entrava nulla con la
ratio della riforma della pubblica amministrazione - si affretta a dire il premier - e quindi è stato giusto toglierla
dal decreto». E promette di preparare
un intervento a fine agosto, assai più
ampio come platea del perimetro dei
4mila insegnanti coinvolti.
Dunque, perora, e fino a nuovi interventi promessi, le cose stanno così: salta il limite d'età per docenti e primari. Restano le soglie per il resto dei
dipendenti pubblici. Eliminato lo
sbarramento dei 68 anni inserito per
prof universitari e medici. Restano invece le soglie previste per il resto
dei dipendenti
Bonanni:
pubblici (62 anni
un pasticcio
e 65 per i medici).Ritornanoanda dilettanti
«Quattromila insegnanti, fregati dallaFornero, sono statiri-fregatidaRenzi. Dovevano andare in pensione, ma
il governo non trova i soldi ...Altra promessa non mantenuta, altra renzata». Quanto all'ipotesi fiducia il ministro Madia taglia corto: «Dobbiamo
correre».
Dalle fila dei sindacati Bonanni attacca: «Se la riforma Fornero fosse stata discussa con noi, non ci saremmo
trovati di fronte all'ennesimo pasticcio di questi giorni con gli emendamenti presentati dal governo con
l'avallo di tutte le forze politiche e poi
precipitosamente ritirati dallo stesso
governo». E aggiunge: «L'ennesima figura di dilettantismo della classe politica del nostro Paese. Speriamo che
questa vicenda serva da lezione e da
monito al governo Renzi: non si interviene per decreto sulle materie del lavoro e sulla pelle dei lavoratori e dei
pensionati senza prima un opportuno confronto di merito e di metodo
con il sindacato sull'impatto sociale
ed economico dei provvedimenti».
L'affondo arriva anche dai grillini:
«Un vergognoso dietrofront: prima il
ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma
all'interno del decreto. Ora con un
colpo di spugna la norma è stata cancellata e con essa anche la speranza
per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione».
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M5S:ecco
un'altra
vergognosa
marcia indietro
che le penalizzazioni per chi esce
a 62 anni e viene
cancellata la possibilità di andare
in pensione per i
cosiddetti quota
96, i circa 4 mila
insegnanti e collaboratori scolastici rimasti incastrati nelle maglie della riforma Fornero. Cancellati anche i benefici per le vittime del terrorismo.
Ad annunciarlo è il ministro della
pubblica amministrazione Marianna
Madia, e a ratificarlo è la commissione Affari costituzionali del Senato,
che ha licenziato il testo del decreto
legge sulla Pa inserendo le quattro
modifiche. Via libera del Senato ai requisiti di necessità e urgenza. Così,
conl' emendamento che di fatto blocca il pensionamento di 4mila insegnanti, Palazzo Chigi accoglie i rilievi
della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato problemi di coperture
dopo che anche il commissario alla
spendingreview, Cottarelli, aveva criticato quella norma entrando in polemica conl' esecutivo. Ma rischia di sollevare un nuovo polverone, come
quello che a gennaio ha fatto traballare il governo Letta, che solo in extremis decise di cancellare il prelievo di
150 euro dalla busta paga degli insegnanti per gli scatti di anzianità «indebitamente» erogati. Caustico il commento del segretario della Lega Nord:
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I punti principali
Dimezzamento dei diritti camerali spalmato
in tre anni
11·35% nel 2015
•·40% nel 2016
n·50% nel 2017
ABOLITI
Quota 96, la norma che liberava 4 mila
pensionamenti nella scuola
Quanti ricoprono incarichi in uffici di diretta
collaborazione con la Pa non possono più godere
dell'aspettativa e devono quindi per forza andare
fuori ruolo
Stop alle penalizzazioni
per chi va in pensione
a 62 anni
\.
\
Benefici per le vittime
del terrorismo
ANSA +.:Elltime.tri
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Il presidente dell'Anac può proporre al prefetto
di provvedere direttamente alla straordinaria
e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice,
limitatamente al contratto o, viene aggiunto,
della concessione
Pensionamento d'ufficio per professori
universitari e primari a 68 anni
Chi sono
iquota'96
Sonoi4mila
docenti che
avevano
maturato i
requisiti per
andarein
pensione prima
della riforma
Fornero. Ma
rimasero
intrappolati
dalla legge del
governo Monti.
I dubbi Il premier Matteo Renzi e il ministro perla semplificazione la Pubblica Amministrazione Marianna Madia
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«Il Tesoro non dica solo di no
per quello bastano i ragionieri»
Reggi: il reclutamento nella scuola deve andare avanti
Il governo si era impegnato a
sbloccare i pensionamenti bloccati nel 2012 dalla legge Fornero. Ma ieri ha fatto marcia indietro. Una battuta d'arresto
importante?
«L'aspetto
più significativo per quel
che riguarda il
ministero della
pubblica
istruzione era
quello di poter
contare sul reclutamento di
4000nuovigiovaninellascuo«Abbiamo
la: ce ne è bisobisogno
gno come il pane. È necessacome
rio rinnovare il
il pane
corpo docente
dei giovani
chehal' età meImpossibile dia più alta
rinunciarvi» d'Europa.Nello stesso tem po il provvedimento dava risposta a un'ingiustizia palese che c'è stata negli anni
scorsi. Quindi era una bella opportunità. Adesso non sappiamo
ancora come andrà a finire la vicenda».
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ad
trovava».
Anche questa volta ci sono
state un mare di contestazioni
per le ammissioni ai tirocini formativi. Adesso che succede?
«Su numeri tanto elevati è ammissibile e statisticamente possibile anche qualche problema che
riguarda qualche centinaio di casi».
Ma ci sono state ancora una
volta domande sbagliate
«Su quante domande ci sono
stati errori? Si tratta di dare il peso
relativo. È chiaro che si può sempre far meglio. Sono convinto che
riusciremo a risolvere il problema in tempi brevi».
I soldi spesi per il progetto
scuole belle sono stati investiti
bene?
«Il provvedimento interessa la
metà dei plessi della provincia di
Napoli, stiamo parlando di37milioni di euro destinati a Napoli
che su 150 milioni di euro rappresentano il 25 per cento. Per la città
è una grande opportunità per rimettere a nuovo le proprie scuo-
uso esclusivo
del
que finita dopo pochi mesi equeste persone avrebbero perduto il
posto di lavoro. Certo, i dipendenti per primi devono essere responsabili e mettersi a disposizione
per fare il lavoro che gli è richiesto».
Le nomine per le direzioni
scolastiche regionali sono bloccate in un momento in cui ci sarebbe molto lavoro da svolgere.
Che succederà?
«Non mi risulta che le nomine
sono bloccate. Ci saranno a brevissimo».
destinatario,
non
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«I pensionamenti nella scuola?
Servono a far entrare 4000 giovani nella scuola. Tocca al ministero per l'economia risolvere i problemi finanziari»: il sottosegretario all'istruzione Roberto Reggi, a
Napoli per visitare la Fava-Gioia,
una delle scuole interessate dai lavori avviati grazie ai finanziamen ti del progetto «Scuole Belle»,
spiega il punto di vista del suo ministero sulle divisioni all'interno
del governo sul provvedimento
che coinvolgerebbe migliaia di
aspiranti pensionati.
le. Io mi auguro che non venga
sprecata. Nel 2015 arriveranno
fondi altrettanto consistenti e
questo, insieme ad altri provvedimenti che fanno sempre riferimento all'edilizia scolastica, consentirà a metà delle scuole del Paese di essere messa in sicurezza e
di ripristinare il decoro e la funzionalità degli impianti».
L'operazione ha permesso di
recuperare molti Lsu che rischiavano di perdere il posto.
Ma sarà utile?
«Questo è un altro aspetto importante. Grazie a questa operazione si sono salvati 13 mila posti
di lavoro reimpiegando persone
che prima facevano solo pulizie e
oggi fanno pulizie e piccola manutenzione. Quindi è un investimento anche sulla professionalità di
questi lavoratori».
Non tutti i presidi sono soddisfatti del recupero degliLsu che, a loro parere, non sempre
in passato hanno lavorato bene. Osservazioni giuste?
«Sta anche ai capi
d'istituto trovare il modo di far funzionare meglio le cose. Abbiamo fatto una bella operazione:
bisognerà essere pazienti, venirsi incontro e tutti dovranno fare la propria parte.
L'alternativa quale era? La cassa
integrazione che sarebbe comun-
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Daniela De Crescenzo
Un problema, questa volta,
interno al governo?
«C'è un evidente conflitto tra
una parte che ha il dovere di tenere in ordine i conti, il ministero
dell'economia, e chi invece legittimamente chiede a livello politico
di risolvere un problema che ormai è sotto gli occhi di tutti. Vediamo come andrà a finire. Io mi auguro che finisca bene, che si possano assumere 4000 nuovi giovani nella scuola. Io faccio sommessamente presente al Mef che dovrebbero essere loro a risolvere il
problema e non gli altri. Non devono limitarsi a dire di no, per
quello bastano nemmeno i ragionieri, basta un programma di un
computer: si mette un numero
viene fuori verde o rosso e si decide. Io ho fatto il sindaco per dieci
anni: in questi casi chiedevo al ragioniere di trovami la soluzione,
visto che l'indirizzo politico è
quello. E normalmente questa si
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IL~MA.TTINO
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Anche sulle ammissioni a medicina ci sono stati tanti ricorsi e
il governo ha detto no al numero
chiuso. Mai presidi di facoltà sono contrari alla proposta. Che fare 1
«Si tratta di capire quale è la soluzione migliore per il futuro. È
chiaro che i test d'ingresso oggi
creano una barriera selettiva molto forte. Le famiglie per prime
chiedono maggiore libertà di accesso alla facoltà di medicina: bisogna sempre mettere insieme
quello che è un desiderio con il
fabbisogno di medici che abbiamo».
Oggi molti vanno a studiare
ali' estero.
«Appunto. Bisogna evitare
che ci siano percorsi inutilmente
dannosi e dispendiosi per i nostri
cittadini. Quindi, a mio parere,
dovremo trovare una soluzione
che pur mantendo una limitazione all'accesso, consenta di dare
una valutazione che non sia un
test. Questo sistema non sempre
è coerente con quella che dovrebbe essere la cultura generale di un
aspirante medico. Siamo in una
fase di discussione. Giustamente
le università chiedono di essere
messe in condizione di organizzare i corsi perché altrimenti avremo migliaia di iscritti che non sapremo dove mettere nemmeno
nelle aule. Bisogna fare una scelta
insieme alle università».
Napoli è la capitale dell'evasione scolastica. Qual è il vostro
progetto per batterla1
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«Noi abbiamo un progetto di
sistema che parte dalla realizzazione degli asili nido ovunque
perché questo è lo strumento più
potente contro la dispersione scolastica e contemporaneamente può mettere in
circolo un po' di lavoro,
soprattutto femminile.
È in discussione proprio
in questi giorni alla settima commissione del Senato una nuova legge
per i servizi dell'infanzia
che vorrebbe trasformare un servizio a domanda individuale oggi prevalentemente al Nord in
un diritto dei bambini e
delle bambine presente ovunque».
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Le "'H"""''"""'""'
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«A Napoli
37milioni
permettere
in sicurezza
gli istituti
Salvati così
13mila Lsu»
La visita 11 sottosegretario al Miur
Roberto Reggi ieri a Napoli
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Lavori subito al via
per le <<scuole belle>>
Il sottosegretario Reggi in visita a Materdei
Daniela De Crescenzo
Carmela Castiglione sta ridipingendo un termosifone della
scuola Flavio Gioia e il sottosegretario Roberto Reggi le si awicina: «Facciamo una foto?». I pochi fotografi presenti scattano a
ripetizione: l'immagine è importante. Perché Carmela è uno dei
13 mila lavoratori socialmente
utili che grazie al progetto «Scuole belle» ha riacciuffato il lavoro
che le stava sfuggendo di mano:
prima faceva le pulizie, adesso
ridipinge anche. Lavorava alla
media Berlinguer, adesso fa parte di una squadretta di otto personeincaricatadimettereanuovo la Flavio-Gioia. Un cambiamentonon da poco. E un'operazione abbastanza costosa per lo
Stato: i capi d'istituto hanno sottolineato che con le tariffe Consip, la società del ministero
dell'economia, avrebbero potuto ottenere di più spendendo di
meno. Ma per Carmela e i suo
compagni di lavoro va bene co-
munque: l'importante è portare
a casa lo stipendio.
Perché l'operazione sia vincente, però, a guadagnarci non
potranno essere solo gli Lsu: le
scuole dovranno essere vera mente più
belle e, soprattutto, più
sicure. ProbaL'esponente
bilmente anche per quedel governo
sto
ieri il rapscatta foto
presentante
col telefonino: del governo è
metterò
venuto ad assicurarsi che
a confronto
tutto girasse
i risultati
per il verso
giusto: a Napoli è stato destinato un quarto
del finanziamento nazionale,
entro l'anno arriveranno 37 milioni e non possono essere buttati. Reggi spiega il progetto ai giornalisti e poi gira per i corridoi della scuola: «Questo muro verrà rifatto?», chiede. E fa scattare
l'obiettivo del cellulare. «E questa porta di che colore sarà?» domanda. E fa un nuovo scatto.
Poi awerte: «Guardate che tor-
no, e confrontiamo le immagini». Ma il personale prende l' occasione al volo e propone un
tour anche nell'altra sede
dell'istituto: così la comitiva si
awia peri vicoli diMaterdei fino
ad arrivare a ridosso della Sanità
nella sede della scuola Gioia, sistemata nell'ala di un antichissimo convento. E il sottosegretario commenta: «Questo tour del
4 agosto lo segno tra le esperienze da ricordare». E anche nella
sede storica dell'istituto, il rappresentante del governo vuole
vedere aule e corridoi, parlare
con i dipendenti, visitare l'aula
che contiene le attrezzature più
antiche e di valore, ammirare da
vicino il ficus secolare che si arrampica su un muro del giardino.
Nel suo tour il sottosegretario viene accompagnato dal direttore dell'ufficio scolastico regionale della Campania, Diego
Bouchè, e dalla dirigente
dell'istituto, Mariangela Allocca. Con loro il rappresentante
dellaManital, la società consortile che in Campania attualmente
fornisce gli Lsu, Antonello Cam-
mar ma.
I lavori che costeranno
167mila euro riguardano la tinteggiatura e la verniciatura di tutti gli spazi interni dell'edificio.
«Siamo felici di questa opportunità che ci consente di restituire
ai nostri studenti una scuola rinnovata e colorata».
«É un modo per recuperare
occupazione e al tempo stesso
realizzare un restauro locativo
delle scuole», ha commentato
dal canto suo Bouché.
La Campania per l'annualità
2014 ha ottenuto risorse pari a
57 milioni di euro, 37 saranno
destinati a Napoli, mentre per
l'annualità 2015 arriveranno in
regione altri 114 milioni. Le scuole interessate sono complessivamente 86 in provincia di Napoli
e tra luglio e agosto saranno spesi 10 milioni. L'unico vincolo
per ottenere il finanziamento di
«Scuole Belle» è che l'istituto deve essere di proprietà pubblica:
in Campania sono ancora tanti i
locali scolastici in affitto che ovviamente non possono essere rimessi a posto a spese dello Stato. L'appuntamento è a settembre per le prime verifiche.
Caffé e babà di benvenuto
«Ma poi torno a controllare»
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Scuola: testate nazionali
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068391
Campania. Poi va a
visitare l'altro plesso
dello stesso istituto e
arriva il caffè,
zuccherato e con una
lieve spolverata di
cioccolatta. Il
sottosegretario
assaggia, gusta e
commenta: «Se vado
avanti così ... »
Codice abbonamento:
Sfogliatelle e babà: la
dirigente scolastica
della scuola
Favo-Gioia li offre con
tutto il personale al
sottosegretario
Roberto Reggi, e lui
non si fa sfuggire
l'occasione di
assaggiare le
specialità made in
del
destinatario,
non
riproducibile.
Pag. 73
Quotidiano
IL SECOLO XIX
Data
Pagina
Foglio
05-08-2014
3
1
LA DELUSIONE DEI DOCENTI
«MA NON ERAVAMO
'
UNA DELLE PRIORITA?»
LORENZA CASTAGNERI
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della mia età possa avere l'entusiasmo,
l'energia e la capacità di entrare in sinGENOVA. «Ci hanno tenuto sulla gra- tonia con i ragazzi di un giovane inseticola per due anni per poi che cosa? Ar- gnante? Non prendiamoci in giro. E'
rivare a questo risultato. Io credo che così. La stanchezza pesa. Ci sono classiabbia perso la politica. Prima con la leg- pollaio anche di trenta studenti. Alle
ge Fornero che non ha tenuto conto ore di lezione frontale ne vanno somdella specificità del settore scuola e poi mate altrettante di preparazione. Abquesto Governo: noi insegnanti dove- biamo il ricevimento studenti, le riuvamo essere una delle priorità. Guardi nioni. Se poi aggiungiamo la mia situadove siamo finiti. Sembra che la sorte zione personale, che penso sia comune
di quattromila persone possa salvare i a molti, è chiaro che sarei stata felice di
conti dell'Italia. Mica vogliamo che ci restare a casa». Invece, come migliaia
facciano un favore. Il nostro è un diri t- di suoi colleghi, è praticamente certo
to leso e mi sembra fondamentale che che resterà in cattedra almeno ancora
in uno Stato di diritto vengano riparati perun anno. Lei si arrabbia e tanti proi torti subiti».
fessori precari. che vedono sfumare il
E' un fiume in piena Anna Maria Li- sogno di un incarico di ruolo, si dispevierato. Professoressa di Matematica e rano.
Fisica al liceo classico "Colombo" di
A Genova non si sa ancora chi sono.
Genova, insegna da quando ha 26 anni. Qui le graduatorie degli insegnanti per
Oggi ne ha compiuti 62 e rientra nella il 2014-2015 non sono ancora state
schiera dei"quota 96". Pur avendo ma- pubblicate. A Savona, invece, le hanno
turato i requisiti per la pensione dal rese note qualche giorno fa. Al primo
2012, in base alle decisioni di ieri del posto per insegnare Matematica nelle
Governo, dal 1° settembre dovrà torna- scuole secondarie - medie e superiori re a scuola. «Poveri noi. E poveri quelli c'è Marco Guiducci. Ma a lui dovrebbe
che dovranno aspettare ancora che si andare bene comunque. Due docenti
liberi un posto» dice a caldo. Tutt'altro fuori quota 96 a giugno sono andati in
che contenta. Già da due anni ha chie- pensione. Il sudatissimo posto fisso
sto il part-time per assistere la madre dovrebbe essere suo. «Tranquillo? No,
anziana. E poi con un marito e dei figli nella scuola non si può mai esserlo.
la pensione sarebbe stata una manna Tengo le dita incrociate fino alla firma
dal cielo. «lo i requisiti li ho. E poi, co- del contratto. Sono precario da 14 anni.
me si può pretendere che una persona Penso di meritarmelo».
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Quotidiano
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iaRdania. com
Foglio
05-08-2014
12
1
graduatorie
ROVESCIATE a tutto
.
vantaggio DEL SUD
Scavalcati
Docenti
DEL NORD
discriminati
il Carrocci;: Lega a fianco
· prof
damentale il requisito di
Dagli asili
i
«Graduatorie
residenza per l'assegna- >precari del Nord che erano
denza superano selezioni zione dei posti e pensiamo ai primi posti si sono
regionali» più severe e con commis- sia più che mai doveroso scavll,lcare
anche
[email protected]
iesplode lo scandalo della graduatorie a tutto vantaggio del Sud per
le cattedre del prossimo
anno. scolastico. Una anomalia nel sistema dei punteggi che valgono l'assunzi 0 ne c 0 me d 0 ce n ti
dall'asilo al liceo interessando tutte le s~uole primarie e secondarie. E che
permette di scavalcare, anche di decine di posizioni,
gli aspiranti insegnanti "autoctoni" delle regioni del
Nord.
R
Succede che nelle graduatorie, appena pubblicate,
degli insegnanti precari
dalle quali saranno attinti a
breve i docenti da immettere in ruolo, i prof in attesa, magari da anni e anche nelle prime posizioni,
si sono ritrovati sorpassati
da altri, provenienti dalle
regioni meridionali. Con
tanti saluti all'agognata
cattedra.
.
rt
- d
La co Ipa e e 11 a nape ura
t. . d' .
· t f ·
enmen 1 in 1scnde1. rras
d
. .
mina 1 a una provincia
ma
.
,
anc he da una ~egione a11 a 1tra della Penisola.
.
t E, . sopra tt utt o, de1 pun egg1 a1r · · d' . d
.
f
1ss1m1 ~ cui go ono I .pro
del Sud rispetto a quelli d~I
Nord, che con tutta evi-
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di posizioni.
della libertà
trasferimento e del diverso metro
nell'assegnazione
punteggi
non
068391
di
Andrea Accorsi
sioni di manica assai meno modificare la normativa nalarga. Qualche esempio? A zionale per favorire l'inseLucca, nelle graduatorie rimento dei docenti locali
della scuola dell'infanzia, rispetto a quelli che arrile prime duecento posizio- vano dal Sud Italia».
ni sono state tutte occu- Sempre in Piemonte, il conpate da maestre di altre sigliere regionale Alessanprovince. Idem a Mantova. dro Benvenuto presenterà
A Torino una maestra ele- un ordine del giorno che
mentare che occupava il impegni presiidente e Giunprimo posto nei vecchi ta ad attivarsi nei confronti
elenchi è finita al 69°. Nel- del governo. «In futuro la stessa graduatoria, co- auspica Benvenuto - non
me rileva la Cisl Scuola, vorremmo più dover assisulle prime 105 posizioni, stere a situazioni che preben 101 sono state oc- giudichino gli insegnanti
cupate da maestre che pro- presenti da anni nelle gravengono, nell'ordine, da Si- duatorie della regione».
cilia, Calabria e Campania.
Le insegnanti che erano al
llasia: «Da anni
secondo, terzo e quarto pososteniamo
sto, e che. ~en.sav~no di la necessità
avere pos1z1~n1. blindate
~er le as.sunz1oni a tempo di liste stilate
indeterminato delle pros- su. base regionale,
sime settimane, si sono per l'attribuzione
ritrovate al 77°, 95° e 105°
delle cattedre
posto. Stesso andazzo per
le scuole medie e per e
è fondamentale
classi di concorso delle suil requisito
della residenza»
peri ori.
«Sono anni che sosteniamo, come Lega Nord, la
necess1·ta' che le grad uatorie per l'accesso al ruolo
degli insegnanti· si·ano sti·
late su base regionale -ribadisce l'on. Stefano Ailasia -. Presenterò un'int
.
•.
errogaz1one a 1 ministro
.
.
.
per capire cosa s1 voglia
.
fare per risolvere questo
paradosso • Non e, amm1s
. _
si bile che gli insegnanti
·
t es1,· ·msent1
· · ne 1le
p1emon
d
·
· d
gra uatone, s1 ve ano per
magia superati all'improvviso da colleghi di altre
regioni. Noi riteniamo fon-
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di Andrea Accorsi
a pag. 12
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Pag. 77
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
05-08-2014
Pagina
2
Foglio
1
1-
111 chirurgo Lezoche, 69 anni, cattedra alla Sapienza
<<Dovevo andar via aottobre
Avere la mia età non è un reato>>
li medico
Il professor
Emanuele
Lezoche, 69
anni.è un
chirurgo
esperto di
tumori del
colon retto.
Dal 1986 è
professore
ordinario di
Chirurgia ed è
docente a «La
Sapienza».
Dirige la
Divisione di
Chirurgia e
Tecnologie
Avanzate del
Policlinico
Umberto I
medico cercandolo tra quelli più bravi
che si trovano su Internet: per questi
motivi mandare in pensione tanti
professionisti da oggi a domani
avrebbe solo avvantaggiato i privati
che si sarebbero potuti arricchire di
tanti esperti».
Parlando di riforme, il professor
Lezoche critica
certi provvedimenti: «Pur com prendendo le criticità economiche,
l'alta disoccupazione giovanile e la
gravità della situazione generale, tutto va fatto con gradualità e programmando gli interventi nel tempo - sostiene - senza improvvisare, ma questo in Italia non
avviene».
E sul ricambio generazionale sollecitato dalla Cgil e poi accantonato, il
chirurgo esprime qualche dubbio:
«Non sono contrario all'ingresso dei
giovani nel mondo del lavoro, ma non
si può neanche sopprimere una generazione per fare posto a un'altra: forse
il premier Renzi doveva facilitare chi
voleva andare in pensione e programmare il tumouer nel tempo». Infatti
«Se tutti i primari andassero in pensione domani mattina~ si chiede Lezoche - siamo sicuri t:he i loro giovani sostituti sarebbero all'altezza di sostituirli in cinque minuti? Ho qualche
dubbio...».
F.D.F.
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ROMA - «Sono contento che posso rimanere nel Policlinico Umberto I
ancora un anno: così potrò continuare
a curare i miei malati e a fare ricerca.
Se fosse passato quell'emendamento,
invece, sarei dovuto andare in pensione a ottobre». Il professor Emanuele
Lezoche, 69 anni, chirurgo esperto di
tumori del colon retto e docente all'università <<La Sapienza», è uno delle
migliaia di camici bianchi che beneficia del ritiro dell'emendamento che
permetteva ai docenti universitari e ai
primari ospedalieri di diventare pen sionati nel giro di pochi mesi.
Lezoche sottolinea che la misura
del governo Renzi comunque non gli
avrebbe causato particolari problemi:
<<l veri danneggiati sarebbero stati i
malati, che non avrebbero trovato tutti i bravi medici presenti attualmente
nelle strutture pubbliche. E chiari
danni di immagine avrebbero avuto
gli stessi ospedali e policlinici, con
conseguente vantaggio per le cliniche
private perché è 1ì che sarebbero finiti
molti miei colleghi, compreso il sottoscritto». Il chirurgo del Policlinico
Umberto I, che rivendica con orgoglio
di avere sempre lavorato all'interno di
strutture pubbliche, se fosse stato costretto a andare in pensione tra tre
mesi, ammette: <<Di certo avrei proseguito l'attività assistenziale e di ricerca sfruttando l'esperienza e le conoscenze, anche a livello internazionale,
accumulate in oltre 30 anni». «Oggi
spesso i malati non vanno nell'ospedale più famoso o in quello più vicino
a casa - fa notare - ma si scelgono il
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Pag. 79
Quotidiano
Data
Pagina
Foglio
Il rapporto
Università, in Italia tasse record
ma pochi servizi per gli studenti
ROMA Le tasse sono da record
(al secondo posto in Europa
dietro la Gran Bretagna) ma in
Italia le università pubbliche
non garantiscono servizi adeguati agli studenti nè il diritto
allo studio a tutti. A valle di una
riduzione di finanziamenti statali concessi agli atenei, negli
anni sono aumentate le imposte fino a superare, in alcuni casi, i limiti di legge.
Mozzetti a pag.15
05-08-2014
15
1/ 2
NONOSTANTE I FORTI
RICAVI, SI RISERVANO
POCHE RISORSE
PER lE BORSE
msrunm
Al MENO ABBIENTI
Università, in Italia tasse da record
~In media uno studente versa 1.100 euro l'anno. In Europa ~Diversi atenei chiedono agli iscritti più soldi di quanto
solo i britannici pagano di più, in molti paesi il costo è zero consente la legge: superato di 47 milioni il tetto di incassi
IL CONFRONTO
Confrontando il contribuito medio con quelli di altre università europee, quello italiano è tra i più cari. Prima di noi - come analizza il
rapporto Education at a Glance, rilasciatodall'Ocsenel2012-c'èsoloilRegnoUnito,èhechiedepiùdi
4.500 euro l'anno in tasse agli studenti, e paesi d'oltreoceano come
Giappone, Stati Uniti, Australia.
Tornando in Europa, i paesi scandinavi sono, invece, i più virtuosi.
Studiare non costa nulla. Anzi, in
Danimarca e Svezia chi desidera
conseguire il diploma di laurea riceve indistintamente una borsa di
studio mensile di 900 euro. Lo studio è considerato, a tutti gli effetti,
un lavoro. Non a caso i ragazzi
scandinavi iniziano a costruirsi
una vita autonoma dalla famiglia
già a 18 anni. In Germania le tasse
raggiungono circa mille euro l'anno, 500 euro a semestre. In Belgio
non superano i 653 euro l'anno, in
Spagna arrivano a un massimo di
1.100 euro, mentre in Francia vanno da un minimo di 200 euro a un
massimo di 1.400. A costo zeto poi
le università di Cipro, Malta, Ungheria, Repubblica Ceca e Grecia.
Camilla Mozzetti
068391
IL TETTO
Fino al 20ll - spiega un report dell'Udu - ben trentasei università italiane invece di rispettare la soglia
del 20% imposta alla contribuzione studentesca per la tutela del diritto allo studio, sulla base dei fondi erogati dallo Stato, hanno chiesto agli iscritti somme maggiori.
Alla Statale di Bergamo le tasse arrivavano al 40%, alla Statale di Milano al 32%, alla Carlo Bo di Urbino
al 35%, e così via. La cifra totale che
gli atenei raccolsero in più dagli
studenti superava i 255 milioni di
1.802 euro chiesti dal Politecnico
di Milano ai 1.614 della Statale milanese. Più economiche, invece, le
rette nelle università del Sud. A Potenza, l'università della Basilicata
chiede 490 euro l'anno per studente, a Catanzaro, le tasse della Magna Grecia non superano i 532 euro.
Codice abbonamento:
····---·--------RO MA Sìchiamano università pubbliche e si differenziano dagli atenei privati, poiché le tasse, riequilibrate secondo le fasce di reddito,
dovrebbero garantire il diritto allo
studio a tutti. Anche a chi non può
chiedere un contributo, giacché il
proprio reddito familiare - compreso tra 20mila e 35mila euro pur essendo basso, non è considerato talmente esiguo da far scattare la borsa di studio. C'è da dire,
poi,che,standoallecifreelaborate
dall'Unione studenti universitari e
da quelle della Flc-Cgil, !'università pubblica italiana è tutto fuorché
gratuita. Al contrario, a valle di
una riduzione di finanziamenti
statali concessi al ministero dell'Istruzione-e quindi agli Atenei negli anni sono aumentate le tasse
per gli studenti.
euro. Poi nel 2012, lex responsabile di viale Trastevere, Francesco
Profumo, attuò una sanatoria e
permise agli atenei di sforare il tetto del 20% solo per ifuori corso, aumentando la loro tassazione del
100%. Gli atenei considerati "fuorilegge" diminuirono, passando da
36 a li. Tuttavia gli studenti continuarono a pagare un importo
maggiore per un complessivo di
47 milioni di euro. «E se un tempo
iscriversi a un corso di laurea, in
un ateneo pubblico, costava relativamente poco -spiega il coordinatoredell'Udu,GianlucaScuccimarra _farlo ora significa spendere
molto di più rispetto a quanto elargiscono gli universitari europei».
Secondo la Flc-Cgil nel corso di cinque anni, dal 2009 al 2014, le tasse
universitarie sono aumentate del
75%. «E quel denaro, che in teoria
dovrebbe in parte servire a coprire
anche le borse di studio per gli universitari più indigenti -aggiunge il
segretario, Domenico Pantaleo viene utilizzato per altro». Nel
2013, gli studenti idonei a ricevere
una borsa, ma che invece rimasero senza contributo per mancanza
di fondi, furono 34.683. Appena il
6% dehichiedenti riuscì, conti alla
mano, aottenere l'assegno.Il costo
dell'università spiega anche quel
30% di abbandoni e di mancate
iscrizioni raggiunto nell'ultimo trieìmìo.
'
La tassazione media delle università itallane supera i 1.100 euro
l'anno per studente. Con picchi più
alti negli atenei del Nord Italia: dai
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Quotidiano
05-08-2014
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Data
La truffa
iI numeri
i" _ _ _ _
Pagina
----
1.100 euro
1
1
La cifra annua pagata mediamente
· da un universitario italiano per le tasse
universitarie
1
Albania, stop del governo
alle lauree per stranieri
Bufera sulle università in
Albania. Oltre la metà degli
atenei rischiano infatti la
chiusura per non aver rispettato
i criteri minimi di affidabilità sul
fronte normativo e dei
programmi di educazione.Il
governo vuole mettere fine, tra
l'altro, al fenomeno delle lauree
concesse a stranieri che neanche
parlanù l'albanese. Un esempio
noto, qudlo del "Trota", il figlio di
Umberto Bossi laureato a Tirana.
Il suo ateneo è tra quelli che
dovranno chiudere.
...
·- ·•
Il Cl.1NFRONTl'.l CON L'EUROPA
Tasse universitarie medie annue
neipaesiUe
Danimarca
0€
Svezia
' Germania
Portogallo
•
950-1.250 €
~
i ......
Spagna
• • • • non oltre i 1.100 € i
i
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-l-.:2Jttiml!.h"i
L'ACCUSA Il costo degli studi universitari in Italia è superiore a quello di quasi tutti i paesi europei
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Data
IL~MA.TTINO
Che cosa c'è dietro la crociata per fermare la riforma del ministro
Test di medicina, le quattro bugie dei rettori
rata contro la proposta del ministra Stefania Giannini di abolire
i test di accesso ai corsi di laurea:
a corporazione è scesa in un vero fuoco di sbarramento
campo. La maggioranza dei con l'obiettivo di impedire che il
rettoridelleUniversitàsièschie- cambiamento già annunciato
Antonio Galdo
L
dal ministro sia formalizzato,
nel prossimo autunno, con un
prowedimento legislativo. Ieriil
ministro ha convocato i rettori
per un confronto a Roma a fine
agosto. Ma vediamo quali sono
gli argomenti dei rettori, tutti medici, tutti custodi di un mestiere
ormai diventato ereditario, come dimostra una statistica di Almalaurea.
>Segue a pagina 5
il caso
No all'abolizione dei test
l'autodifesa dei medici
Il fuoco di sbarramento che complica i piani del ministro
Una statistica che certifica il fallimento dell'attuale selezione: il 40
per cento dei dottori in Italia sono
figli di medici.
Il primo punto messo sul tavolo
dai rettori riguarda la mancanza di
spazi, dicono in coro. Bella scusa.
In realtà le aule ci sono, solo che
vengono utilizzate poco e male, a
partire dal fatto che il pomeriggio le
luci delle università di spengono:
lor signori sono impegnati con l' attività privata, negli studi e nelle cliniche, e dunque non c'è tempo per
l'insegnamento.D'altra parte in Italia quando non si vuole cambiare
qualcosa si utilizza sempre l'argomento della mancanza di strutture, una parola magica e piuttosto
strana in un Paese dove, a proposito di sedi universitarie, ne ab biamo
create dappertutto, anche in posti
dove non servono.
Seconda obiezione: bisogna salvaguardare una selezione all' accesso. Vero. Ma in questo caso i rettori
giocano con le parole, neanche
troppo in buonafede. L' eliminazione dei test, di quei 60 quiz da esame
per la patente che tutti definiscono
indecenti, non significa affatto la
cancellazione di una selezione.
Semmai il contrario. I numeri dimostrano che in Italia, a fronte di
circa 60mila partecipanti ai quiz entrano nelle facoltà poco più di 8mila studenti, dei quali poi circa 5mila si laureano. Esattamente il numeRitaglio
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no qualcosa come 50mila medici
(già oggi in Lombardia il deficit è
pari a 5mila unità) che saremo costretti ad importare. Risultato: iragazzi italiani sono respinti all' accesso, al buio; mentre gli stranieri saranno reclutati amani basse per coprire i posti vacanti nel servizio sanitario nazionale. La verità è che abbiamo bisogno come il pane di medici e di bravi medici. Specie al Sud,
dove il depotenziamento degli organici, la bassa qualificazione di
tanto personale e l'affollamento di
molte strutture ospedaliere sta determinando un grave fenomeno di
emigrazione di massa dei malati:
in molte province del Mezzogiorno
più del 30 per cento dei pazienti
scelgono di curarsi in ospedali pubblici del Nord. Un forma molto singolare di mobilità interna, che fotografa una sorta di dualismo del sistema sanitario, con le regioni set tentrionali che, in quanto ad assistenza, danno affidamento, mentre quelle meridionali inducono alla fuga per evitare di incappare in
qualche episodio di malasanità.
Il quarto punto è al confine con
l'umorismo. Secondo i rettorila selezione attraverso i test, semmai,
andrebbe resa «più coerente con i
saperi liceali». Un'idea piuttosto
astratta, che il professore Giuseppe
Novelli, rettore a Tor Vergata, traduce con questa proposta: anticipare
al quarto anno di liceo l' esecuzione del test. Perché? Innanzitutto
per evitare la sovrapposizione tra i
test per entrare a Medicina e la preparazione agli esami di maturati.
destinatario,
non
068391
SEGUE DALLAPRIMAPAGINA
rodi quanti poi trovano posto nelle
scuole di specializzazione (a numero chiuso), diventando così di fatto
medici. Che cosa significa questa
cronologia numerica? Semplisuperato
ce:
l'ostacolo
dei
Secondo
quiz non esiste
uno studio,
più alcuna baril40%
riera in termini
di selezione, e
dei nuovi
se
sei un asino
dottori è
hai ottime profiglio di un
babilità di fare il
professionista medico sulla pelle dei poveri pazienti che dovrai curare. In un Paese come la
Francia, dove sia la formazione sia
la sanità pubblica rappresentano
due eccellenze mondiali, ci sono oltre 55mila studenti che si iscrivono
al primo anno di Medicina (più o
meno quelli che lo farebbero in Italia senza i quiz), senza passare per
il cappio delle domandine da esame per la patente, ma la selezione
diventa durissima già il secondo anno. Appena il 20 per cento degli
iscritti al primo anno, infatti, passa
al secondo, in quanto il percorso di
studi è costruito proprio sulla base
di una crescente selezione e non di
una lotteria di domandine come in
Italia.
Terzo argomento dei rettori:
non ci sono posti in Italia per tanti
medici. Falso. Per effetto della curva demografica e del pensionamento di un'intera generazione di medici, entro il 2020 in Italia mancheran-
Codice abbonamento:
Antonio Galdo
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Pag. 85
Quotidiano
IL~MA.TTINO
Data
Pagina
Foglio
Attualmente, infatti, uno studente
dell'ultimo anno di liceo che intende poi iscriversi a Medicina deve destinare alcuni mesi dell'anno alla
preparazione ai quiz da sostenere
in primavera con effetti devastanti
sui suoi studi in vista dell'esame di
maturità. Inoltre il rettore Novelli
immagina di avere come interlocutori dei ragazzi super dotati dal punto di vista della chiarezza degli
orientamenti di studio. Capaci,
cioè, già a 16 anni di essere in grado
di decidere il proprio futuro professionale e il percorso di studi più ido-
neo per realizzarlo. Quelli che ha in
testa Novelli sono studenti che non
esistono, o magari esistono solo nella sua immaginazione, e semmai i
giovani di oggi, tra le tante incertezze con le quali si devono misurare,
c'è anche quella
sulle scelte di
studio in vista
del futuro lavo- I
ro. Spesso oscil- Entro il 2020
lano tra prospettive molto di- in Italia
stanti, da Archi- serviranno
tettura a Medici- almeno
05-08-2014
1
2/3
na: come potreb- 50mila
bero
essere
pronti ad affron- camici
tare un test deci- bianchi
sivo, o dentro o
fuori, così presto? Magari, per capire meglio l'universo che hanno di fronte, ragazzi
in carne ed ossa, i nostri rettori più
che lanciare veti contro un ministro che sta provando a eliminare
uno scandalo del nostro sistema
universitario, farebbero bene ad
ascoltare i loro studenti. Forse anche loro imparerebbero qualcosa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La selezione
Superato il primo scoglio, la strada verso la professione medica
è in discesa
Partecipanti ai test di medicina nel 2009
-
Il bando
Domani
le borse
regionali
Idonei ai test di medicina nel 2009
8.065 15,8%
Laureati negli ultimi dodici mesi
5.136
Contratti scuole di specializzazione 2014
15.000
1
Nota: al concorso per le scuole di specializzazione parteciperanno
anche i laureati in medicina fuori corso che hanno iniziato
gli studi prima del 2009 e quelli che non hanno superato
le prove negli anni precedenti
Codice abbonamento:
068391
+.:.e.n1"ime.tri
È online, sul sito
www.istruzione.it,
nella sezione
Università, il
decreto finnato dal
ministro Stefania
Giannini che
ripartisce i 5.000
posti disponibili
quest'anno per le
Scuole di
specializzazione di
medicina, con 500
posti in più del
2013. Le Regioni
avranno tempo fino
a domani 6 agosto
per comunicare il
numero di borse
integrative che
intendono attivare.
L'S agosto sarà
pubblicato il bando
del primo concorso
nazionale, che si
terrà in ottobre. La
specializzazione
più richiesta è
anestesia con 525
posti (47 in più sul
2013)seguitada
radiodiagnostica
(346,+35)e
pediatria (325,
+33).
Ministro Stefania
Giannini, titolare del
dicastero
dell'Università, ha
convocato perfine
mese i rettori degli
atenei italiani per
discutere la riforma
dei test di accesso
nelle facoltà a
numero chiuso
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1
3/3
I numeri
1.100 euro
La cifra annua pagata mediamente
da un universitario italiano per le tasse
universitarie
Poi itecn ico
di Milano
Università di Potenza
·- ..
-
Tasse universitarie medie annue
nei paesi Ue
Danimarca
Norvegia
Svezia
Oeuro
Germania
Portogallo
• • • • 950-1.250 euro
~
~
Spagna
non oltre
• • • • i1.100euro
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+.:e.niime..tri
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1
Calise: <<Quota 68 andava mantenuta
era l'equilibrio tra ospedalieri e prof»
Cardarelli, critico il direttore
del centro trapianti di fegato
«Ripensamento sbagliato»
Bruno Buonanno
Il paradosso
Nelle Regioni costrette
al commissariamento
della sanità alla fine
vengono penalizzati
i dirigenti medici più utili
dovrebbe sussistere perché una
struttura di tale importanza non
chiude perché il direttore va in
pensione. È logico che il posto mio
dovrà essere occupato da un
nuovo specialista e su questo tema
- tenendo presenti esperienza e
competenze dei singoli - si poteva
ipotizzare una doverosa
mediazione. Magari un periodo di
«affiancamento» tra il dirigente
che occupa quel posto perché ha
una particolare esperienza e lo
specialista che poi dovrà
sostituirlo».
Mandare in pensione i
dipendenti pubblici dovrebbe
dare il via a posti di lavoro per i
giovani. Vale anche per la Sanità'?
«Quando nell'89 sono andato negli
Stati Uniti per fare la mia
'°'""'" IOmila domande
'P;;;f'h; pensione, in Campania
ls111<l.<ra~nlancinnol'allaoncriscll'5C"llgovcmol1asottosl1motolaJ(l"a"L<ldclprolJlcma
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L'età anagrafica conta, ma fino a un
certo punto. Perché Stato e Regioni
prima di applicare nel mondo sanitario pensionamenti per limiti di
età devono valutare soprattutto la
capacità e l'esperienza dei primari
ospedalieri e dei docenti universitari. Questa la valutazione del professore Fulvio Calise, direttore del centro trapianti di fegato dell'azienda
ospedaliera «Cardarelli» di Napoli,
la più grande del Sud Italia.
«Trovo una follia aver annullato
il blocco dei pensionamenti dei professori universitari: per la prima volta si era riusciti ad equiparare il destino dei chirurghi ospedalieri con
quello dei loro colleghi che lavorano nelle aziende ospedaliere universitarie. Finora questi due mondi
sono sembrati dal punto di vista
pensionistico notevolmente differenti. Il medico ospedaliero va in
pensione a 65-66 anni, il suo collega che fa lo stesso lavoro in
un'azienda universitaria va in pensione a 70 anni. Quella dei 68 anni
mi sembrava una mediazione che
avrebbe riavvicinato i destini di medici ospedalieri e universitari».
Ma il dietrofront sarebbe stato
determinato dalla mancanza di
coperture economiche.
«È intervenuta la Ragioneria dello
Stato ma il problema mi sembra
molto più semplice: se lo Stato
decide che un dirigente ha l'età per
andare in pensione, vuol dire che
ha la disponibilità di pagargliela.
Per uno specialista che come me
dirige un centro di chirurgia e
trapianti epatici il problema non
formazione in chirurgia
epatologica con il professore Starzl
(lo specialista che nel '63 effettuò il
primo trapianto di fegato al
mondo) i direttori generali delle
strutture ospedaliere italiane
indossavano il camice, entravano
in sala operatoria per controllare
che i loro chirurghi fossero
realmente in grado di eseguire
quei delicati interventi. Il direttore
generale del Cardarelli ritenne che
io ed altri dovessimo guidare le
divisioni di chirurgia epatica e dei
trapianti di fegato. A questo punto
entrano in campo le competenze,
in ogni azienda ospedaliera il
manager delegato dal presidente
della giunta regionale a dirigere un
ospedale pubblico deve poter
ritenere «indispensabile» la
presenza di alcuni dirigenti
medici. C'è un'autonomia
regionale in campo sanitario che
non può essere risolta con un
pensionamento a oltranza che
manda in pensione in Italia
centinaia di persone di notevole
esperienza.Nel Sud cinque
Regioni sono commissariate: è
impossibile bandire concorsi per
primari. E in quelle Regioni la
norma per il pensionamento dei
dipendenti statali penalizza le
persone ritenute "utili" dai
direttori generali che di fatto sono i
terminali periferici
dell'organizzazione sanitaria».
Dalle sue parole sembra che la
nonna saltata ieri non la
convincesse totalmente.
«Sono in linea di massima
d'accordo sull'idea dello
svecchiamento, ma la norma che
volevano approvare mi sembrava
una contraddizione in terminis.
Continuo a chiedermi perché fra
un medico ospedaliero e un
universitario c'è un tale sbalzo di
età per il pensionamento? La
normativa generale deve esistere,
ma non può vanificare la storia
delle persone».
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Esposito: «Seguiamo il sistema Usa
Se il prof porta studenti, resti a lungo»
Mariagiovanna Capone
Contro il pensionamento d'ufficio
a 68 anni dei professori universitari
si era schierato anche lui, Roberto
Esposito, docente e filosofo tra i
più stimati, vicedirettore dell'Istituto italiano di Scienze umane, che
di anni ne ha già compiuti 64. C'era
anche la sua firma nell'appello di
numerosi intellettuali al governo
perché il tetto si spostàsse a 68 anni.
Lo svecchiamento
Si può fare evitando
di tagliare la testa
alle elite intellettuali:
in ogni Paese moderno
restano indispensabili
resta la preoccupazione che la
competenza di categorie come
medici, ingegneri o docenti
universitari possa andare persa».
Cosa significherebbe perdere
questa fetta di competenze?
«Nçm c'è stata in questo periodo
una critica giusta ai
corporativismi, ovvero a quei ceti
che tendono a mantenere dei
privilegi particolari. Ma non si
possono confondere le
corporazioni con élite intellettuali
che in ogni Paese moderno sono
stati e sono ancora fondamentali.
Per esempio, ora mi trovo in
Francia e qui alti funzionari di
Stato costituiscono l'ossatura della
pubblica amministrazione e
quindi un punto di forza per
Paese. Ritengo che anche in Italia
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Professor Esposito, come giudica
il no della Ragioneria generale
dello Stato alla revisione dei
limiti di età per i prof universitari
eiprimari1
«Non sono contento per quanto
accaduto. I cambiamenti di
comparti del Paese dovrebbe
scaturire non dal richiamo della
Ragioneria ma da una opzione
ragionata del governo stesso.
Perché quando un organo di Stato
ti richiama stai solo incassando un
fallimento».
Una débàcle che era nell'aria
visto che inizialmente il limite
d'età da 65 anni e poi è stato
portato a 681
<<Avevamo chiesto di alzare la
soglia proprio noi filosofi,
firmatari di un appello che il
governo ha ascoltato. Un punto
che abbiamo sottolineato con la
convinzione che non si dovessero
contrapporre le diverse
generazioni, ma riconoscere quel
potenziale di competenza che ha
quella più anziana. Fermo
restando che è necessario un
rinnovamento di tutto l'apparato
burocratico dell'amministrazione,
068391
Il filosofo era tra i finnatari
di un appello al premier
«Lui ci ha ascoltati, il Mef no»
il rinnovamento non debba
consistere nel tagliare la testa a
élite intellettuali».
Eppure per molti questo di
«svecchierebbe» il mondo
accademico e farebbe mollare le
poltrone ai cosiddetti <<baroni».
«La considerazione errata è quella
di valutare il tutto come una
questione anagrafica, mentre
andrebbe fatta una valutazione
esclusivamente qualitativa».
In base a quali criteri?
«L'unica via radicale sarebbe
quella di istituire il sistema
americano. Ovvero è la richiesta
da parte degli studenti che
definisce il valore degli insegnanti.
Cioè negli Usa, se un professore è
valido e porta studenti, può
insegnare anche a 80 anni. Se
viceversa non lo è, può andarvia
anche a 40 anni. Questo
porterebbe a una trasformazione
radicale dell'Università».
Senza un ricambio
generazionale non si corre il
rischio di stagnazione?
«La loro assunzione dovrebbe
essere affidata alla valutazione da
parte di docenti anziani, quelli che
ho definito come validi e al di là di
ogni sospetto».
Secondo lei il governo Renzi
proverà a trovare un punto di
equilibrio tra vecchie e nuove
generazioni?
«Questo governo ha un presidente
del Consiglio molto forte ma una
struttura molto debole. Credo che
debba fare alcune sostituzioni. Il
gruppo dirigente scelto da Renzi a
volte non mi sembra ali' altezza.
Vuole fare tutto da solo o con il
gruppo di suoi fedeli, alcuni validi,
altri piuttosto inesperti. Eppure
gioverebbe a tutti se si consultasse
con persone indubitabili su temi
importanti per creare il grande
cambiamento del Paese di cui
parla. Così facendo, Renzi pecca
di presunzione, e questa decisione
lo svaluta».
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1
Aumento del 75% in cinque anni per le tasse universitarie
Diritto allo studio frenato
dal costo dell'iscrizione
con punte sopra i 1.800 euro
Camilla Mozzetti
ROMA. Si chiamano università pubbliche e si differenziano dagli atenei privati, poiché le tasse, riequilibrate secondo le fasce di reddito,
dovrebbero garantire il diritto allo
studio a tutti. Anche a chi non può
chiedere un contributo, giacché il
proprio reddito familiare - compreso tra 20mila e 35mila euro pur essendo basso, non è considerato talmente esiguo da far scattare la borsa di studio. C'è da dire
che, stando alle cifre elaborate
dall'Unione studenti universitari e
da quelle della Flc-Cgil, l'università pubblica italiana è tutto fuorché
gratuita. Al contrario, a valle di
una riduzione di finanziamenti statali concessi al ministero dell'Istruzione - e quindi agli Atenei - negli
anni sono aumentate le tasse per
gli studenti.
Fino al 2011 - spiega un report
dell'Udu - ben trentasei università
italiane invece di rispettare la soglia del 20% imposta alla contribu zione studentesca per la tutela del
diritto allo studio, sulla base dei
fondi erogati dallo Stato, hanno
chiesto agli iscritti somme maggiori. Alla Statale di Bergamo le tasse
arrivavano al 40%, alla Statale di
Milano al 32%, alla Carlo Bo di Urbino al 35%, e così via. La cifra tota le che gli atenei raccolsero in più
daglistudentisuperavai255milionidieuro. Poinel2012, l'exresponsabile di viale Trastevere, Francesco Profumo, attuò una sanatoria
e permise agli atenei di sforare il
tetto del 20% solo per i fuori corso,
aumentando la loro tassazione del
100%. Gli atenei considerati "fuorilegge" diminuirono, passando da
36 a 11. Tuttavia gli studenti continuarono a pagare un importo maggiore per un complessivo di 4 7 milioni di euro. «E se un tempo iscriversi a un corso dilaurea, in un ateneo pubblico, costava relativamente poco - spiega il coordinatore dell'Udu, Gianluca Scuccimarra - farlo ora significa spendere
molto di più rispetto a quanto elargiscono gli universitari europei».
Secondo la Flc-Cgil nel corso di
cinque anni, dal 2009al2014, le tasse universitarie sono aumentate
del 75%. «E quel denaro, che in teoria dovrebbe in parte servire a coprire le borse di studio per gli universitari più indigenti - aggiunge il
segretario, Domenico Pantaleo viene utilizzato per altro». La tassa zione media delle università italiane si aggira intorno ai 1.500 euro
l'anno per studente. Con picchi
più alti negli atenei del Nord Italia:
dai 1.802 euro chiesti dal Politecni-
codi Milano ai 1.614 della Statale
milanese. Più economiche, invece, le rette nelle università del Sud.
A Potenza, l'università della Basilicata chiede 490 euro l'anno per studente, a Catanzaro, le tasse della
Magna Grecia non superano i 532
euro.
Confrontando il contribuito
medio con quelli di altre università europee, quello italiano è tra i
più cari. Prima di noi - come analizza il rapporto Education at a
Glance, rilasciato dall'Ocse nel
2012 - c'è solo il Regno Unito, che
chiede più di 4.500 euro l'anno in
tasse agli studenti e paesi d' oltreoceano, come Giappone, Stati Uniti, Australia. Tornando in Europa, i
paesi scandinavi sono, invece, i
più virtuosi. Studiare non costa
nulla. Anzi, in Danimarca e Svezia
chi desidera conseguire il diploma
di laurea riceve indistintamente
una borsa di studio mensile di 900
euro. Lo studio è considerato, a tutti gli effetti, un lavoro. Non a caso i
ragazzi scandinavi iniziano a costruirsi una vita autonoma dalla famiglia già a 18 anni. In Germania
le tasse raggiungono circa mille euro l'anno, 500 euro a semestre. In
Belgio non superano i 653 euro
l'anno, in Spagna arrivano a un
massimo di 1.100 euro, mentre in
Francia vanno da un minimo di
200 euro a un massimo di 1.400. A
costo zero poi le università di Cipro, Malta, Ungheria, Repubblica
Ceca e Grecia.
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Il confronto
Solo nell'Uk
rette più salate
E nei Paesi
scandinavi
lo studente
è retribuito 900
euro al mese
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1
Dal Miur 11 milioni per 136 borse
Il ricercatore
entra in azienda
torato di ricerca non resta
più confinato solo in ambito
ricercatori entrano in universitario, ma diventa un
azienda. Con il via libe- titolo strategico per assunziora del Cipe, il Comitato ni di alto livello in imprese
interministeriale per la che vogliono fare innovazione
programmazione economica al puntando sui nostri giovani
finanziamento per il progetto cervelli», ha spiegato il mini«PhD ITalents», infatti, il mi- stro dell'istruzione, universinistero dell'istruzione, univer- tà e ricerca Stefania Giannini.
sità e ricerca porta i giovani «Vogliamo trattenere i migliori
dottori di ricerca nel mondo talenti, dandogli la possibilità
del lavoro, intensificando nel- di completare la loro formalo stesso tempo le relazioni zione d'eccellenza in imprese
fra imprese e università. Con all'avanguardia».
A seguito della delibera del
uno stanziamento complessivo
di 16.236.000 euro, di cui 11 Cipe sarà stipulato uno specimilioni assegnati dal Miur at- fico Accordo di programma tra
traverso il Fondo integrativo il Miur e i soggetti che hanno
speciale per la ricerca e il resto proposto il progetto. Saranno
da privati, parte un'iniziativa coinvolte le più significative
che prevede la selezione di esperienze imprenditoriali
136 giovani dottori di ricerca italiane dei settori di rilevanda inserire, per un periodo za strategica individuati dal
non inferiore ai due anni, in Piano nazionale per la ricerimprese fortemente orientate ca: Energia, Agroalimentare,
all'innovazione e alla ricerca. Patrimonio culturale, Mobilità
La proposta, che sviluppa un sostenibile, Salute e Scienza
nuovo modello di placement della vita. Il coordinamento, il
dei dottori di ricerca, è realiz- monitoraggio e la valutazione
zata in stretta collaborazione dell'intero processo saranno
con la Fondazione della Con- garantiti dalla Fondazione
ferenza dei rettori delle uni- Crui e da una cabina di regia
' versità italiane (Crui) e con dedicata (Miur-Crui-ConfinduConfindustria. «Coinvolgere stria), con l'obiettivo di valule aziende in questi progetti tare una possibile estensione
significa cominciare a gettare del progetto a un numero più
le basi per un futuro diverso ampio di beneficiari.
---© Riprod112ione riseroata--del nostro paese in cui il dotDI BENEDETIA PACELLI
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Il dibattito Il presidente del corso Andrea Stella: «Non ci sono aule per 3.000 matricole»
L'Ateneo: <<Medicina? Il test deve restare>>
-, a Bologna ci sono 400 posti, più
40 per gli stranieri, e quest'anno abbiamo avuto 2.906 candidati a fronte di 3.200 domande. Se fossero anche 2.500 gli iscritti, dove Ii possiamo mettere? Che i test siano perfettibili, adeguandoli nei contenuti per
renderli più mirati va bene, ma una
La prova
All'ultimo
test per
Medicina,
a Rimini,
si sono presentati 2.906
candidati
selezione è necessaria». Stella si è
laureato nel '72 «e ricordo ancora
che eravamo in i.200 a lezione, dovevo andare a lezione un'ora prima
solo per poter riuscire a entrare in
aula perché gli altri stavano fuori.
Oggi, con aule per 2-300 persone
non è immaginabile».
Non convince neppure la proposta di qualcuno di anticipare il test, a
maglie più larghe, al quarto anno,
facendo poi un primo anno comune
ai corsi di laurea bio-medici. «Al
quarto anno di superiore è troppo
presto - argomenta il professore
-, a quell'età due anni sono importanti nel percorso di formazione dei
ragazzi. E comunque prima o dopo
una selezione va fatta, il modello
francese può anche andar bene ma
va studiata molto bene la modalità>>.
M.Ama
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<<Abbiamo aule che possono accogliere 200-300 persone, come potremo fare lezioni a tremila persone? Non abbiamo strutture adeguate e neppure i docenti per poter accogliere tutti gli studenti che
verosimilmente si iscriverebbero a
Medicina senza selezione iniziale».
Andrea Stella, presidente del corso
di laurea in Medicina e chirurgia
dell'Alma Mater, concorda, insieme
ai vertici dell'Ateneo, con i rettori
italiani contrari all'abolizione del
test di Medicina. Eliminandolo in
un colpo solo e, come prevede il ministro Stefania Giannini che presenterà la sua proposta a settembre, in trodurre un modello alla francese
con selezione al termine del primo
anno.
<<lntanto c'è il problema dell'accoglienza di tutti i potenziali stu denti al primo anno - spiega Stella
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Il Tesoro fenna
(per ora) l'assalto
allaFomero
eai conti pubblici
l ministro Marianna Madia,
insiemealministero
·
dell'Economia, ha fatto la
scelta giusta. Il decreto Pa non
poteva rischiare di finire in
«zona Cesarini», con l'altissimo
rischio dinonrispettare i tempi
della conversione in legge, in
pieno mese d'agosto, per colpa
di un pacchetto di misure
previdenziali prive di copertura
Illoro stralcio e la doppia fiducia
che si prospetta ora dovrebbero
garantire l'obiettivo
dell'approvazione finale. In quel
testo non ci sono solo le prime
misure per il riordino della Pa, ci
sono anche semplificazioni
decisive per comparti in crisi
come l'edilizia e, soprattutto, i
poteri speciali conferiti al
presidente dell'Anticorruzione,
Raffaele Cantone.
Inimmaginabile una decadenza
del decreto per il :superamento
dei termini di conversione. Ma
lo stop della Ragioneria e del
Tesoro è tanto più significativo
perché riguarda l'ennesimo
tentativo di assalto alla riforma
delle pensioni varata con il
«Salva Italia» difine2on. Le
nuove regole previdenziali non
possono diventare merce di
scambio semplicemente perché
rappresentano uno dei baluardi
dei nostri conti pubblici:
stabilizzano una spesa che
viaggia attorno al 15% del Pil, tra
le più alte d'Europa. Certo, sono
requisiti difficili da rispettare,
soprattutto quelli sull'età
pensionabile. L'unico modo
per rendere realistici quei
requisiti è far sì che il nostro
mercato del lavoro sia più
dinamico e inclusivo, capace di
garantire livelli di occupabilità
elevati e certi oltre i 55-60 anni
senza ridurre le possibilità
d'ingresso dei giovani.
L'altro baluardo dei conti
I
Ritaglio
Lavoro e previdenza
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Davide
Colombo
deve ancora concretizzarsi e si
chiama spendingreview. Non
èuncasoseneigiorniscorsi
proprio Carlo Cottarelli aveva
reagito con fermezza davanti
all'ipotesi di «quota 96»: non si
può coprire nuova spesa con i
tagli alla spesa già impegnati.
Ieri Matteo Renzi ha affermato
che entro fine mese verrà
presentato un intervento sulla
scuola assai più ampio come
platea del perimetro dei 4Jl1Ìla
insegnanti coperti dalla «quota
96».Aspettiamo prima di
commentare e ricordiamo il
penultimo annuncio del
premier, ovvero che il bonus
di So euro non verrà esteso
nel2015 a categoria rimaste
escluse. I margini di finanza
pubblica sono noti. Così
com'è noto che non
mancherà l'assalto autunnale
alla" diligenza Stabilità" da
parte del Parlamento. Per
questo le scelte di politica
economica della prossime
settimane dovranno essere
coraggiose e coerenti.
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l,; st<IHetta g1ml'rnzìonale. Resta l'abolizione del trattenimento in servizio, il pensionamento automatico per chi ha raggiunto i requisiti contributivi pieni e la semplificazione del turn aver
Nella Pa in 240mila verso l'uscita
ROMA
Con il colpo di spugna alla
norma su «Quota 96» nella
scuola e le altre misure previdenziali introdotte alla Camera
il decreto 90 non perde la sua capacità propulsiva. Nei prossimi
anni, grazie alle nuove misure
introdotte dal ministro Marianna Madia, la cosiddetta "staffetta generazionale" nella Pa ci sarà. I motori dell'operazione saranno tre, in attesa della quarta
possibile spinta che potrebbe
arrivare dal part-time volontario previsto nel disegno di legge delega per i dipendenti prossimi alla quiescenza.
Resta innanzitutto l'abolizione del «trattenimento in servizio», cioè i tempi supplementari che potevano mantenere in ufficio il personale dopo aver raggiunto i requisiti previdenziali.
La regola, in realtà, è tutt'altro
che rivoluzionaria, perché i limiti progressivi al turn over (un
trattenimento in servizio in un
ente locale, per esempio, andava conteggiato come nuova assunzione) e le tante incertezze
previdenzialihannoridotto i numeri di chi chiedeva di rimandarelapensione.Lastessarelazione tecnica al provvedimento
spiega che i trattenimenti nel
2012 erano circa I.200, la metà
dei quali però si concentra nel
set,tore della magistratura che
incontranello stesso decreto regole un po' più flessibili.
C'è poi la misura che prevede
il pensionamento automatico
per chi ha raggiunto i requisiti
contributivi pieni e, infine, la famosa semplificazione del turn
over, che nel prossimo triennio,
a spesa invariata, consentirà alle amministrazioni di procedere a una nuova pianificazione
dei reclutamenti grazie al calcolo dei tetti assunzionali sulle teste e non sul budget disponibile.
Difficiledirequantaforzaavranno, nel loro insieme, queste misure in termini di posti sui quali
effettivamente si determinerà
un ricambio generazionale.
Nelle Pubbliche arrìministrazioni, esclusa la magistratura e i
docenti universitari, sappiamo
che ci sono 24omila persone
che avevano già compiuto 60
anni a fine 2012, e quindi sono
destinate ad andare in pensione
entro il 2018. A queste si potrà
aggiungere una quota di dipendenti che, anche se più giovani,
hanno debuttato presto nel
mondo.del lavoro, e quindi raggiungeranno l'anzianità massima nello stesso periodo.
Il ministro Madia aveva quantificato in 6omila i posti che si libereranno nel prossimo triennio con il pensionamento automatico da parte delle amministrazioni dei dipendenti che
hanno raggiunto la contribuzione piena. Si vedrà strada facendo se la cifra verrà confermata,
anche perché contemporaneamente alla «staffetta generazionale» le amministrazioni dovrebbero misurarsi con la speri-
mentazione del piano delle mobilità volontaria e obbligatoria.
Le altre misure per il ricambio generazionale nella Pa fanno per il momento da contorno:
come il divieto di incarichi dirigenziali o di consulenze nella Pa
ai soggetti in pensione.Una boccata d'ossigeno arriva infine
con la riduzione della durata dei
corsi di formazione specialistica per i medici. Secondo la relazione tecnica il fabbisogno annuo di specializzandi è di 8.500
unità. Con le risorse attuali si arrivava, per il prossimo anno accademico, a circa 3-300 borse,
meno della metà del fabbisogno. Grazie all'articolo 15 del dl
90 e le risorse aggiuntive messe
in campo si salirà a cinquemila
unità. Per completare il quadro
bisogna poi tener conto delle
nuove assunzioni prevista per il
corpo dei Vigili del Fuoco
(I.030 nuove unità) al costo previsto di 42 milioni di euro aggiuntivi a partire dal 2016.
O.Col ..
~;RIPRODUZIONE RlSER.VA~A
ANIIANI
Numerosi i dipendenti
che hanno già compiuto 60
anni e che sono destinati
ad andare in pensione
entro il 2018
La carica degli over SO
Distribuzione del personale della Pa per fasce d'età. Numero e% sul totale
anni
240.669
18 · 29 anni
>60
118.937
30 --· 39 anni
--
521.972
TOTALE DIPENDENTI
3.238.409
40 · 49 anni
1.101.003
1.255.828
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Fonte: Aran
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Quotidiano
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Le vie della ripresa
: Il
05-08-2014
3
Foglio
1/ 2
Data
Le altre norme
Niente cancellazione delle penalizzazioni per chi
anticipa la pensione e ha versato oltre 42 anni
Pn al Senato
, Altolà anche al pensionamento d'ufficio
' di docenti universitari e primari
LE RIFORME IN CANTIERE
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Pensioni, salta «quota 96» per i docenti
Tensione Renzi-Ragioneria -Retromarcia sulle deroghe alla Fornero, ma il premier: intervento più ampio a fine mese
Davide Colombo
ROMA
condo i tecnici del Mef, perché
«corn1esse all'entità del ricorso a
forme di copertura operate già con
precedenti interventi attraverso
l'accantonamento o la riduzione degli stanziamenti relativi alle spese
rimodulabili».Solo per il20J4 tali riduzioni ammontano già a circa un
miliardo di euro (che vengono presi con tagli a oneri rimodulabili dei
ministeri). Eperciò l'ulteriore riduzione di queste spese porta con sé
«l'elevato rischio di determinare la
formazione di debiti fuori bilancio
in relazione a spese difficilmente
comprimibili, soprattutto in una fase già avanzata della gestione».
Analoghi i rilievi per quanto riguarda il pensionamento d'ufficio
a68annideiprofessoriuniversitari
(oggi la legge Gelmini consente
l'uscita obbligatoriaa70 anni-avendo abolito il cosiddetto "biennio
Amato"). Qp.esta anticipazione di
due anni, sottolinea la Ragioneria,
«determina oneri non quantificati
né coperti in termini di anticipazione della corresponsione dei trattamenti di pensione e di fine servizio». Sulla base dei dati forniti dal
Miur il costo dell'intervento è di
ypmilioni solo nel2015 (dal2015 al
2021 è di circa n3 milioni). Nel mirino anche i conti per la cancellazione dei disincentivi introdotti da ElsaFornero per chi lascia prÌlllail la-
voro. La relazione tecnica al dl Mao
diaha stimato un esborso di un milione per il 20J4, 3milioni per il 2015,
7 milioni per il 2016. I conti rivisti
dalla Ragioneria sono però maggiori: 5milioni per il 20J4, 15 milioni
per il 2015, 35 milioni per il 2016, 50
milioni per il 2017 e 60 milioni dal
2018. E sottostimata è anche la
quantificazione delle spese (un milione per quest'anno) della norma
che prevede dei benefici per le vittime degli atti di terrorismo. Una
copertura, quest'ultima, che poi sarebbe stata trovata da Poletti e
Delrio ma la misura entrerà in un
altro provvedimento.
n dietrofront naturalmente ha
scatenato un putiferio politico, soprattutto tra le componenti del Pd
che alla Camera avevano sostenuto le correzioni. «Sarebbe scandalosb non risolvere "quota 96" degli
insegnanti, ma soprattutto utilizzare argomenti falsi pernonfare questa scelta. Chi dice che vogliamo introdurre quota 96 per estenderla a
tutti ilavoratorisa di mentire o non
conosce l'argomento» hanno rilevato Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi. Ma anche Forza Italia
non è per nulla convinta: una decisione «Vergognosa in cui vince
la burocrazia». Mentre per Sel
«il Governo dei soli annunci ha
colpito ancora».
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Contrordine al Senato sul
"pacchetto previdenziale" che
Montecitorio aveva introdotto a
forza nel d!Painfase di prima lettura. Con quattro emendamenti soppressivi presentati in Commissione Affari costituzionali dal Gover-·
no sono state cancellate le norme
su «quota 96» nella scuola e quella
sui pensionamenti d'ufficio a 68 anni per docenti universitari e i primari. Via anche la misura sulle penalizzazioni al trattamento pensionistico in caso di ritiro anticipato e
quella sulle pensioni di reversibilità per le vittime del terrorismo.
Per Matteo Renzi è stato giusto
lo stop a "quota 96" perché la misura non c'entrava nulla con la "ratio" del decreto e ha fatto sapere
che sulla scuola è in preparazione
un intervento.entro fine agosto assai più ampio, come perimetro di
riferimento, della platea dei 4J11ila
interessati dalla misura cancellata. Insomma le tensioni con la Ragioneria, che ci sono, non impediranno alla politica di prevalere sulle obiezioni tecniche.
Ieri sera, dopo aver incassato il
via libera sui presupposti di costituzionalità del disegno di legge di
conversione del decreto, è partita
la discussione generale sul testo
dove entro questa mattina verrà
posto il voto di fiducia. I tempi per
la terza lettura alla Camera a questo punto sono molto stretti: si dovrebbe arrivare al voto finale (con
terza fiducia) entro venerdì, in parallelo con l'approvazione dcl di
competitività al Senato e il primo
via libera al Ddl costituzionale.
Dopo un tira e molla durato tutto il week-end l'Esecutivo ha dunque deciso di non andare al muro
contro muro con la Ragioneria generale dello Stato, che aveva sollevato rilievi di copertura nel documento presentato venerdì scorso.
Nel dettaglio, secondo la Ragioneria, la norma su «quota96»,
che avrebbe regalato il pensionamento a settembre a 4ffiila insegnanti e addetti della scuola (platea che potrebbe allargarsi),risulta «scoperta in termini di fabbisogno e indebitamento netto». E
quindi per assicurare «la neutralità degli effetti per il 2014 la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni di euro» (e non 34
milioni come indica la relazione
tecnica del provvedimento).
Le coperture ipotizzate, approvate dalla Camera, e che consistono in un aumento degli obiettivi di
spending review e tagli lineari,
comportano «criticità», sempre se-
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Senza coperture
~Indica la somma degli anni di
età anagrafica e contributiva
aprendo una finestra per il
diritto alla pensione di
anzianità. I periodo di
contribuzione non può essere
inferiore ai 35 anni, e deve
essere perfezionato escludendo
la contribuzione figurativa per
disoccupazione ordinaria e
malattia. Peri lavoratori
dipendenti e iscritti ai fondi
pensione sostitutivi e integrativi
due le opzioni possibili: 60 anni
di età+ 36 di contributi oppure
61 anni di età+ 35 di contributi
Quota 96, prepensionamenti
nella scuola cancellati
Salta la norma "quota 96" per
il prepensionamento di 4mi!a
insegnanti a settembre. La
norma introdotta alla Camera
era nel mirino della Ragioneria
dello Stato che non l'ha
"bolli nata". Renzi sta
preparando un intervento che
amplia la platea dei fruitori
Stop all'anticipo di due anni
per professori e primari
Uno dei quattro emendamenti
al DI Pa presentati dal Governo
al Senato blocca il
pensionamento d'ufficio a 68
anni dei professori universitari
e dei primari. Sulla base dei
dati forniti dal Miur l'intervento
sarebbe costato 34,2 milioni
nel2015e113 fino al 2021
Tornano i disincentivi
per chi lascia a62 anni
Tornano le penalizzazioni
della riforma Fornero per chi
lascia il lavoro a 62 anni. La
Ragioneria ha infatti rilevato
costi più alti rispetto a quelli
della relazione tecnica al Dl. No
ai benefici per chi avesse subito
un'invalidità permanente in
conseguenza di atti di terrorismo
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Emendamenti al decreto Pa. Marianna Madia, ministro della Semplificazione e della Pubblica amministrazione
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In Parlamento allentati i requisiti (con effetti paradossali) per evitare la riforma Monti-Fornero
Se l'esodato ha ancora un lavoro
za impiego e senza la prospettiva di pensione in tempi brevi,
altre categorie di lavoratori,
oggetto dei sei interventi di salvaguardia che si sono susseguiti in due anni e mezzo (l'ultimo
deve ancora essere approvato
dal Senato). Si tratta di lavoratoriinmobilitàordinariaolunga, di quelli a carico dei fondi
di solidarietà di settore (principalmente bancari) e di quelli
autorizzati al versamento volontario dei contributi. In
quest'ultima macro categoria
(116.650 persone stimate inizialmente) rientrano persone
che hanno perso il lavoro di recente e non hanno più trovato
occupazione,maanchechimagari ha versato qualche contributo volontario in passato, fino a maturare i vecchi requisiti per il pensionamento, e poi
ha ripreso senza più interruzioni l'attività e magari non si trova attualmente in condizioni
di difficoltà. Non a caso i primi
interventi di salvaguardia hanno tutelato chi dopo l'autorizzazione al versamento volontario non ha più lavorato e poi
via via sono stati "ammorbiditi" i requisiti in modo da con-
Matteo Prioschi
Con il termine esodati
spesso si indicano, erroneamente, tutte le persone penalizzate dalla riforma previdenziale Monti-Fornero di fine
2011. In realtà gli esodati sono
una categoria ben precisa, costituita da quei lavoratori che
prima della riforma hanno sottoscritto un accordo di incentivo all'esodo, accettando quindi di lasciare il posto a fronte di
un bonus economico con la
previsione di andare in pensione nell'arco di qualche mese.
Le nuove regole, però, hanno comportato requisiti più
elevati e quindi queste persone si sono trovate senza lavoro
e con la prospettiva di dover
maturare più anni di contributi prima di poter incassare l'assegno previdenziale. Secondo
le stime iniziali gli appartenenti a questa categoria erano oltre 14omila, ma i posti previsti
con la prima salvaguardia furono meno di 7mila. Con successive integrazioni sono ora arrivati a oltre 3omila.
Anche se tecnicamente non
sono "esodati", si sono trovati
in questa situazione, cioè sen-
IN
sentire l'accesso alla pensione
con le vecchie regole anche a
chi ha intervallato periodi di lavoro e di inattività.
Già dal primo intervento si è
inoltre provveduto a tutelare
quelle poche migliaia di lavoratori in congedo per assistere figli con gravi disabilità.
Nel corso del tempo si sono
aggiunte nuove categorie tra
cui i licenziati (non più solo
gli esodati quindi) e chi ha
concluso un contratto a tempo determinato tra il 2007 e il
2011,nonhapiù trovato un impiego a tempo indeterminato
e matura la decorrenza della
pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2016. Rispetto ai primi interventi, la
mancanza di impiego in quanto tale non ha più costituito
un requisito necessario alla
salvaguardia, sostituito dalla
mancanza di occupazione a
tempo indeterminato.
Ci sono poi altre categorie
di lavoratori penalizzati dalla
riforma previdenziale, ma non
obbligatoriamente senza lavoro a tempo indeterminato, che
alcune componenti del Parlamento vorrebbero comunque
tutelare. Tra questi gli insegnanti che, come hanno ricordato i deputati del Pd Cesare
Damiano e Maria Luisa Gnecchi, non sono andati in pensione con le vecchie regole perché calcolano i contributi con
la cadenza dell'anno scolastico (entro il mese di agosto) e
quindi non rientravano nella
scadenza generale di fine 2011.
Ci sono i macchinisti delle
ferrovie che dovranno lavorare fino a 67 anni e non sonoricompresi tra chi esercita attività usuranti, le donne che per
evitare l'innalzamento dei requisiti possono andare in pensione con 57 anni e tre mesi (58
etre mesi se lavoratrici autonome) di età e 35 di contributi ma
con l'applicazione del sistema
contributivo che comporta penalizzazioni di almeno il 20%
dell'assegno, chi aveva il requisito minimo di15 anni di contribuzione da lavoro (non volontaria) al 31 dicembre i992.
Già graziati dagli effetti delle nuove regole, invece, i dipendenti pubblici dei comparti sicurezza e difesa che sono
stati esclusi dal decreto di armonizzazione.
D'ATTESA
Oltre agli insegnanti si
vorrebbero salvare dai nuovi
minimi ferrovieri, donne
che optano per il contributivo
e «quindicenni»
Pensioni, salta «quota 96» per i docenti
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Le p1revisioni e gli interventi
Numero di lavoratori da tutelare previsti inizialmente e posti effettivamente messi a disposizione
con gli interventi di salvaguardia
LE STIME
LE SALVAGUARDIE
328.650
170.230
.J1liMimUlll"L,ll4.Jlii
Prosecutori volontari
in mobilità
1.850
Tempo
determinato
4.000
Gestione eccedenze
con ammortizzatori
20.000
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0
••••• , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..................~11-0 ..............
........ i; .........J~,:
Mobilità
IM-tt•
Pros~cutnri
volontio;ri
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··------·---! Fonte: elaborazione Il Sole 24 Ore
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Le tutele
per malattia
infortunio
.'
ematemzta
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Malattia, maternità,
infortunio: ecco le regole.
Il lavoratore in caso di malattia
deve avvertire immediatamente
il datore di lavoro (entro l'orario
di inizio della prestazione)
facendogli pervenire il
certificato medico entro due
giorni dal rilascio. Il datore di
lavoro deve garantire al
lavoratore domestico inmalattia
la conservazione del posto che
varia in base all'anzianità
maturata presso la stessa
famiglia. E tenuto al pagamento
della metà dello stipendio i primi
tre giorni e del salario intero per i
giorni successivi, fino a un
massimo di: 8 giorni per
anzianità fino a 6 mesi; 10 giorni
(anzianità da 6 mesia2anni);15
giorni (oltre 2 anni).
In caso di maternità, durante
l'astensione obbligatoria, la
collaboratrice ha diritto alla
conservazione del posto e
all'indennità sostitutiva della
retribuzione. La tutela scatta se la
colfpossiede il requisito di 52
settimane di lavoro "utili" nei 2
anni precedenti o 26 settimane
nell'anno precedente l'inizio del
congedo di maternità. La
maternità obbligatoria è pagata
dall'Inps - su domanda della
lavoratrice - ed è pari all'8o% del
salario convenzionale sul quale
sono versati i contributi orari.
Infine, nel caso di infortunio
sul lavoro, il datore di lavoro
deve: denunciare l'evento
all'Inail e alla Ps entro 2 giorni
dalla ricezione del certificato
d'infortunio; pagare retribuzione
globale di fatto per i primi tre
giorni di assenza; conservare il
posto per un periodo variabile
secondo l'anzianità di servizio
(10 giorni di calendario per
anzianità fino a 6 mesi, 45 giorni
da 6 mesi a 2 anni; 180 giorni oltre
i2anni).
O.La.
A.R.P.
t· R;PR1•[J:.z:s~E RISERVATA
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1
)
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IL CALCOLO DEL TFR
I NELL'ANNO
Si determina la retribuzione
annua utile, la quota annua
d'accantonamento e si
rivalutano le quote
accantonate negli anni
068391
Il rapporto di lavoro può
cessare per libera volontà del
datore di lavoro e del lavoratore
domestico, a patto che si dia
regolare preavviso all'altra parte.
In merito al calcolo del
preavviso, il contratto
collettivo nazionale prevede
che il rapporto di lavoro possa
esser~ risolto con l'osservanza
dei seguenti termini: in caso di
licenziamento, 15 giorni di
calendario, per il rapporto di
lavoro non inferiore a 25 ore
settimanali e fino a 5 anni di
anzianità presso lo stesso
datore; 30 giorni di calendario,
oltre i cinque anni di anzianità
presso lo stesso datore. I
termini sono ridotti alla metà
nel caso di dimissioni da parte
del lavoratore. Per il rapporto
di lavoro inferiore alle 25 ore
settimanali il preavviso dovrà
essere di 8 giorni di
calendario, fino a due anni di
anzianità e di 15 giorni, oltre i
due anni di anzianità.
Nel caso di mancato
preavviso da parte del datore è
dovuta al lavoratore
un'indennità sostitutiva; se
invece il lavoratore
dimissionario non effettua la
prestazione nel suddetto
periodo, viene trattenuto
l'importo corrispondente al
mancato preavviso.
Le dimissioni volontarie o la
risoluzione consensuale devono
essere convalidate con le
seguenti modalità: convalida del
lavoratore presso la direzione
territoriale del Lavoro o il Centro
per l'impiego territorialmente
competenti; sottoscrizione da
parte dellavoratore di
dichiarazione in calce alla
ricevuta della comunicazione di
cessazione inviata all'Inps.
La cessazione del rapporto va
comunicata all'Inps entro 5 giorni
(online o al numero gratuito
803164). Il versamento dei
contributi relativi all'attività
prestata fino alla data di
cessazione, deve invece essere
effettuato entro i 10 giorni
successivi alla data di fme
rapporto; l'eventuale ritardato
pagamento comporta sanzioni da
parte dell'Inps. Si ricorda che
devono essere versati, sempre
entro la stessa data, anche i
contributi relativi a ferie maturate
ma non godute e al preavviso.
Si precisa, peraltro, che per i
lavoratori domestici non è
dovuto il contributo di
interruzione del rapporto di
lavoro a tempo indeterminato
introdotto dalla legge 92/2012.
Qµando cessa il rapporto di
lavoro, il collaboratore
domestico ha sempre diritto al
trattamento di fine rapporto,
anche nel caso di rapporto
saltuario o di poche ore
settimanali o di risoluzione
durante il periodo di prova, se
superiore a 15 giorni. Per
calcolare l'importo del Tfr, si
deve tener conto di: retribuzione
mensile, tredicesima, indennità
sostitutiva di vitto e alloggio
quando dovuta. Inoltre, il Tfr
accantonato deve essere
rivalutato annualmente sulla
base dell'indice Istat.
Il Tfr può anche essere
frazionato nel corso del
rapporto: la liquidazione può
essere pagata ogni anno, su
richiesta da parte del lavoratore
o del datore con il consenso
dell'altro. Tuttavia, la legge
stabilisce che dopo otto anni di
servizio il dipendente può avere
diritto a un anticipo pari al 70%
della liquidazione maturata.
O. La.
A.R.P.
02 I AFINE RAPPORTO
Si determina la quota
dell'ultimo periodo e si
somma con il Tfr rivalutato
degli anni precedenti
del
destinatario,
non
Codice abbonamento:
PerilTfr
accredito
finale
o frazionato
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
I
Data
05-08-2014
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- IConti pubblici. L'attesa per la crescita negativa· stimata dall'lstat nel secondo-trimes~-. - - -
Coperture incerte, il governo blinda i decreti
Padoan svela la strategia sui tagli agli sprechi
Direttive vincolanti peri sindaci sulle municipalizzate. Il ministro in Parlamento
le centrare il 2,6% di deficit
concordato con la Ue. Per il
2015 si partirebbe con unazavorra in più. E a poche settimane dalla messa a punto
della Legge di Stabilità, che
sarà definita nelle grandi linee già entro agosto, e che
dovrà confermare il taglio
delle tasse per il 2015, per il
governo diventano imperativi sia la tenuta della manovra
impostata l'anno scorso che il
blocco di ogni nuova spesa.
Soprattutto di quelle che, alla
fine, si scaricherebbero sulla
già ardua "spending review",
come facevano proprio gli
emendamenti parlamentari
bocciati.
Sulla revisione della spesa,
alla quale si affidano tutte le
speranze d_i recuperare ?so~s~ per tagh~e le tass~, il ~1mstro dell eco_nom.1~ Pier
Carlo Padoan fara ogg11l punto in Parlamento, ma è chiaro
che l'operazione non sarà affatto semplice, né dall'esito
scontato. Già per il 2014 servono 3,5 miliardi di euro (anche per compensare il mancato taglio delle detrazioni Irpef che dovevano scattare a
gennaio), poi altri 11 miliardi
nel 2015 e altri 12 nel 2016. E
se è già difficile immaginarli,
si sta rivelando ancor più
complicato fare in modo che i
risparmi attesi vengano contabilizzati, e che dunque possano essere usati a copertura
degli sgravi fiscali o delle altre spese.
Mentre il Commissario
Carlo Cottarelli sta ultimando
il rapporto sulle partecipate
degli enti locali, atteso a Pa lazzo Chigi per giovedì, tra il
ministero dell'Economia e
Palazzo Chigi si ragiona proprio su come si possano utilizzare i risparmi dovuti all'efficientamento della'pubblica amministrazione (a loro
volta derivanti dalla revisione
della spesa), inserendoli nel
bilancio a legislazione vigente, rendendo tutto il percorso
più agevole. L'intenzione è
quella. Intanto la nuova spending review sulle partecipate
pubbliche si tradurrà in direttive vincolanti per gli amministratoti degli enti locali,
ma anche in una minor spesa
pubblica che sarà quantificata sia nel Patto di Stabilità in-
temo con gli enti locali, che
nella Legge di Stabilità del
2015.
Il primo scoglio per la messa a punto della manovra di
bilancio del prossimo anno
sarà in ogni caso la revisione
delle previsioni economiche.
Domani l'Istat diffonderà i
dati del prodotto interno lordo del secondo trimestre, e
dopo il meno o, 1 dei primi tre
mesi, gli analisti si attendono
un segno leggermente positivo, intorno allo 0,2%. Troppo
poco, in ogni caso, per garan~
tire la crescita dello o,8 %ipotizzata dal governo per quest'anno. Se ci si fermasse allo
0,3% il deficit aumenterebbe
in modo automatico dal 2,6%
previsto al 2,8% e peggiorerebbe anche il saldo strutturale, allontanando ancora di
più il pareggio di bilancio, già
rinviato. Il governo, per il
momento, esclude una ma novra correttiva per il 2014,
ma per rispettare gli impegni
sulla riduzione delle tasse è
molto probabile che qualcosa
in più, nel 2015, si dovrà fare.
Mario Sensini
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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068391
ROMA- Dopo lo stop sulle pensioni, che ha costretto il
governo a modificare il decreto sulla pubblica amministrazione in Senato, ieri il faro
della Ragioneria Generale
dello Stato si è acceso sul decreto competitività all'esame
dell'Aula di Montecitorio. Nel
mirino sono finiti un altro
paio di emendamenti dalla
copertura finanziaria incerta,
uno sulla Cassa depositi e
prestiti, l'altro sugli incentivi
al fotovoltaico, col risultato
che il decreto, dall'Aula, è stato rispedito in Commissione
Bilancio per un supplemento
di istruttoria, e modificato
prima che il governo ponesse
la questione di fiducia. L'inciampo questa volta si è risolto senza troppi patemi d'animo, ma l'attivismo e la scrupolosissima attenzione della
Ragioneria, al di là delle reazioni di facciata dell'esecutivo, suona come la conferma
più evidente dello stato di
massima allerta sui conti
pubblici.
Il bilancio soffre della
mancata crescita e per quest'anno sarà quasi impossibi-
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
Pagina
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05-08-2014
3
2/2
Fiscal compad
Secondo il trattato
del cosiddetto
Fiscal compact, firmato
nel
' 'marzo del 2012, il
rapporto deficit/Pil non
deve superare il 3%.
Mentre il debito non
deve andare oltre quota
60%, sempre rispetto al
Pil. L'Italia è già
arrivata al 133%. Ciò
comporta la necessità di
ridurre il rapporto
almeno di un ventesimo
ogni anno. Per il nostro
Paese i controlli sul
rispetto di questo
vincolo, particolarmente
oneroso, partiranno dal
2016.
Secondo l'accordo di
Maastricht per la
nascita dell'euro i Paesi
aderenti alla moneta
unica
'
' si sono impegnati
a non superare la soglia
del 3% per quanto
riguarda il rapporto tra
deficit (disavanzo) e
prodotto interno lordo.
L'Italia attualmente
oscilla intorno al 2,6%
ma potrebbe arrivare alla
soglia del 2,8%. Gli ultimi
dati sul disavanzo
segnalano un
miglioramento ma
l'indebitamento è pari al
134%delPil
nlPtqtto
m11a.rc11 di euro I risparmi
previsti dai progetti di spendingteview ai quali stanno lavorando i tecnici guidati da
Carlo Cottarelli. Oggi il ministro dèll'Economia interverrà
in Parlàmento sulla questione,
I' ipotesi sul
tra
deficit e Prodottoif\te1mo
lordo che potrebbe indieare
il ministerodell'Econolttia
dopo che l'lstat avrà annunciato il tassò di crescita per
il secondo trimestre del
2014
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068391
Pier Carlo
Padoanè
ministro dell'Economia e
delle Finanze
dal 24 febbraio 2014.
Precedentemente, era
capo economista dell'Ocse. E' stato anche direttore esecutivo per
l'Italia del Fmi
Primo piano Italia
Pag. 119
Quotidiano
Data
COBBIEBE DELLA SEBA
il ministro Boschi. Ma la maggi ora nza, cessato di botto
l'ostruzionismo, va come un
treno: dall'articolo 3 all'articolo
g in un pomeriggio. La riforma
alla quale il premier ha legato il
suo mandato è a un passo dall'approvazione in prima lettura:
per licenziare i primi due articoli
c'era voluta una settimana intera, ieri per approvarne cinque
sono bastate due d'ore.
I futuri inquilini di Palazzo
Madama non percepiranno altra
indennità che quella di consi-
glieri regionali o sindaci. Esultano i renziani, con Andrea Marcucci: <<li governo Renzi riduce i
costi della politica, il M5S sta
fuori dall'Aula>>. E dalla Costituzione spariscono i senatori a vita, perché i cinque nominati dal
capo dello Stato «per altissimi
meriti» resteranno in carica sette anni soltanto. Elena Cattaneo,
la più giovane senatrice a vita, si
è concessa una riflessione che
ha definito triste: «Chiedere a
colleghi italiani che partecipano
Pagina
Foglio
a disegnare l'eccellenza nel
mondo di sedere qui per non lavorare troppo e per non essere
retribuiti è umiliante».
Boschi e Finocchiaro trattano
con le opposizioni, ma il governo non sembra disposto a offrire altre modifiche, se non lariduzione del numero delle firme
per referendum e leggi di iniziativa popolare. Renzi ha fretta di
chiudere. Ma Palazzo Madama
non è nuovo ai colpi di scena e
far scorrere anzitempo i titoli di
coda è un azzardo che nessuno
05-08-2014
6/7
2/3
può permettersi. Tra le migliaia
di emendamenti si nasconde
ancora qualche trappola. All'articolo 18 è previsto il voto segreto per l'emendamento di Casson
su amnistia e indulto e i nemici
della riforma sperano nei fran chi tiratori. Qualche preoccupazione desta anche la modifica
del Titolo Vcara ai leghisti, che
sono pronti a salire sulle barricate per impedire un annacquamento dei princìpi federalisti.
Monica Guerzoni
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Scranni vuoti
I banchi di
5 Stelle, Lega
e Gal ieri:
a sinistra,
Vincenzo
Santangelo
del M55,
a destra,
Paolo
Naccarato
di Gal (Eidon)
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
I
I nodi già affrontati equelli da sciogliere
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Foglio
05-08-2014
617
3/3
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1.atidavio a vita addio: come sceglierà il Colle
Dopo il via libera della settimana scorsa al Senato non
elettivo composto da 100 membri, di cui 95 scelti con il
sistema proporzionale dalle Regioni tra i rappresentanti
degli enti locali e 5 individuati dal Quirinale, ieri l'Aula ha
approvato le norme del ddl Boschi che meglio definiscono
l'individuazione dei membri di nomina presidenziale:
resteranno in carica per 7 anni non rinnovabili e saranno
scelti tra personalità che avranno dato lustro al Paese
1
Nessuna retribuzione ad hoc, resta l'immunità
2
Approvate anche le norme secondo cui i nuovi senatori
non percepiranno nessuno «stipendio» aggiuntivo per le
sedute a Palazzo Madama, ferme restando le indennità
che gli sono corrisposte in quanto amministratori locali.
Saranno invece protetti, ed è stato uno dei punti più caldi
della trattazione di ieri, da immunità parlamentare:
per arrestarli, perquisirli o intercettarli, i magistrati
dovranno chiedere l'autorizzazione di Palazzo Madama
Referendum, Quirinale e gli altri pi!mi dedsivi
3
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La platea per lelezione del Capo dello Stato, le firme
necessarie per i referendum, le norme che regolano la
presentazione dei disegni di legge di iniziativa popolare
e le funzioni del futuro Senato: sono questi i punti più
controversi sui quali l'Aula di Palazzo Madama deve
ancora pronunciarsi prima dell'ok definitivo. Su questi
temi, il governo la settimana scorsa ha annunciato
la propria disponibilità al dialogo con le opposizioni,
sbloccando così un'impasse che pareva insormontabile
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Quotidiano
la Repubblica
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bre, stando all'agenda del segretario Pd,
dovrebbe cominciare il suo iter in commissione a Palazzo Madama. «Il Paese ha bisogno di una legge fortemente bipolare e
maggioritaria, non si possono modificare le
soglie al di fuori di questo principio» awerte il capogruppo di Forza Italia al Senato,
Paolo Romani, con un messaggio destinato
per intero aibig del Nuovo centrodestra.
Nell'incontro delle prossime ore (o dei
prossimi giorni) Berlusconi non si attende
che Renzi apra il dossier economico. Perché
su quel fronte il premier non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi del «soo-
corso azzurro». Anche lì, il leader di Forza
Italia spiega ai suoi che resterà in riva al fiume. «Spetta a Renzi il primo passo, non saremo noi a offrirci - è la strategia che in
questi giorni ha dettato da Arcore - Se la
situazione si fa assai complicata, se c'è bisogno di noi, non saremo un'opposizione irresponsabile. Vogliovederechesuccede, se
in autunno c'è il rischio di uninterventodella Trojka». Forza Italia insomma non si tira
indietro. E in effetti quel che fanno ripetendo gli esponenti di punta del partito conferma la linea dell'opposizione «responsabile». Ieri sera Maria Stella Gelmini, interve-
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1
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nendo a proposito del pasticcio della cosiddetta" quota 96" sisbilanciavainfavoredel1'esecutivo: «Spiace per gli insegnanti, ma
il governo ha agito correttamente. Il bilancio dello Stato non cambia col cambio delle
maggioranze, le risorse sono scarse e i conti vanno salvaguardati». Due giorni fa l'ex
ministro si era spinto fino a parlare della disponibilità forzista a dare una mano per
«misure shock per l'economia». Ieri è stata
la volta del capogruppo Romani a Tgcom
24: «La nostra posizione è quella che se ci
sarà bisogno di noi per l'interesse del Paese, noi ci saremo».
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Oggi vertice di Fi per definire i
ritocchi all'Italicum prima
dell'incontro con Renzi. Verdini
suggerisce la linea dura
"NIENTE LEGGI SALVA BERLUSCONI"
I..~
Tm·~~~
RIFORMA DEL SENATO
Forza Italia
confermerà nel
faccia a faccia tra
Berlusconi e Renzi il
sostegno ai
prossimi passaggi
parlamentari della
riforma del Senato
ill!ff~~.ììll
"Nel patto del Nazareno non ci sono scambi,
nessuna legge salva-Berlusconi" ha detto ieri
Matteo Renzi nell'intervista a RepubblJca
~~~
ITALICUM
Sarà il piatto forte
dell'incontro. Le
modifiche al Patto
del Nazareno:
riduzione dello
sbarramento,
preferenze e
innalzamento della
soglia per il premio
GIUSTIZIA
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La riforma che il
Guardasigilli sta
preparando non
sarà trattata
nell'incontro. Ma il
ministro Orlando
illustrerà il testo a
tutti i capigruppo,
anche a Forza Italia
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