Rassegna Stampa di Martedì 5 agosto 2014 SNALS / CONFSAL Italia Oggi Italia Oggi il Tempo Corriere del Veneto - Ed. Venezia Il Gazzettino - Ed. Udine Il Piccolo Il Secolo XIX - Ed. Savona Testate on line . Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 04/08/2014 05/08/2014 IL GRAN PASTICCIO DELLE PENSIONI GRADONI, RECUPERATO 11 2012 C'E' CHI DICE NO QUEI PROF DA ENNA E BARI CHE SCALZANO I VENEZIANI NEGLI ASILI PRIMA I VENETI "IL PROBLEMA CRUCIALE E' CHE MANCA CHI PRENDA LE DECISIONI" BREVI - "MANCA CHI DECIDE, SCUOLA IN AFFANNO" ADDIO PENSIONE PER CENTO INSEGNANTI ARTICOLI PRESI DAL WEB "IL RICORSO AL TAR PER SANTA CHIARA PAGATO DA NOI E NON LO ABBIAMO ANCORA PERSO" Scuola, Formazione, Università, Ricerca Corriere della Sera Corriere della Sera 05/08/2014 Corriere della Sera la Repubblica la Repubblica 05/08/2014 la Stampa la Stampa la Stampa 05/08/2014 la Stampa Italia Oggi Italia Oggi 05/08/2014 Italia Oggi 05/08/2014 Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Messaggero il Messaggero 05/08/2014 il Giornale 05/08/2014 Libero Quotidiano Libero Quotidiano Avvenire Avvenire Avvenire il Tempo Europa 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 "UN'ALTRA BEFFA, A SETTEMBRE AVREI AVUTO I REQUISITI PER LASCIARE" DIETROFRONT SULLE PENSIONI BLOCCATI GLI INSEGNANTI, MA SALTA IL TETTO DI 68 ANNI L'EUROPA UNITA (ALMENO) NEL RICORDO LA DECIMAZIONE DEGLI STATALI DIETRO FRONT DEL GOVERNO STOP ALLA PENSIONE PER 4 MILA INSEGNANTI RIVOLTA NEL PARLAMENTO I PECCATI NASCOSTI DI SALUZZO "HO MANCATO L'USCITA PER 5 MESI E MEZZO LAVORERO' SEI ANNI IN PIU'" Int. a F.Boccia: "MA COSI' IL PARLAMENTO NON HA PIU' IL POTERE DI DISTRIBUIRE LE RISORSE" SPECCHIO DEI TEMPI SCUOLE SICURE, ARRIVANO I FINANZIAMENTI Int. a G.Pagliari: PAGLIARI (PD): IL GOVERNO CHIARISCA COSI' SI GETTA DISCREDITO SULLA POLITICA QUOTA 96 DOPO, DUE ANNI ANCORA VITTIME DELL'ANNO SCOLASTICO CHE NON E' SOLARE IL RICAMBIO GENERAZIONALE SI FA SEMPRE PIU' ARDUO PENSIONE, LIMITI ALLA REVOCABILITA' ATA, NESSUN AUMENTO IN ORGANICO DI FATTO IMMISSIONI IN RUOLO AL VIA, IL MIUR GIOCA D'ANTICIPO RISPETTO AL TESORO SOS GRADUATORIE, NUMERO VERDE BRILLANTI I RISULTATI DEI LICEALI DISASTRO NEI PROFESSIONALI CLIL, PER INSEGNARE BASTA IL LIVELLO B2 DI INGLESE EDUCAZIONE PERMANENTE FLOP PRECEDENZE PER LA LEGGE 104, LA CONVIVENZA NON SERVE piu’ ECCO PERCHE' IL PREMIER RILANCIA ORA E' SFIDA A RAGIONERIA E TESORO STATALI, DIETROFRONT SULLE PENSIONI RENZI: INTERVENTO PIU' AMPIO PER I PROF LA FIGURACCIA DELLA MADIA: SALTA LA PENSIONE ANTICIPATA NEL LIMBO 4MILA INSEGNANTI SCUOLA, IL GOVERNO VUOLE RIVEDERE LE GRADUATORIE FILO SUD DIETROFRONT DEL GOVERNO : VIA I PREPENSIONAMENTI L'AGE: CONTRIBUTO VOLONTARIO DA ESENTARE LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' TECNICI SUPERIORI, PIU' RISORSE SE DIPLOMATI TROVANO LAVORO "FAVORIRE LA COLLABORAZIONE TRA SCUOLA PARITARIA E STATALE" PASTICCIO QUOTA 96, DIETROFRONT DEL GOVERNO IL PASTICCIO DI "QUOTA 96". IL RECUPERO NEL PACCHETTO-SCUOLA DI FINE AGOSTO Il Fatto Quotidiano Il Fatto Quotidiano il Foglio Il Giornale d'Italia il Manifesto il Manifesto il Mattino il Mattino 05/08/2014 il Mattino Il Secolo XIX Il Secolo XIX la Padania 05/08/2014 il Sole 24 Ore Corriere della Sera la Repubblica 05/08/2014 Italia Oggi il Messaggero il Mattino il Mattino 05/08/2014 il Mattino 05/08/2014 il Mattino Corriere della Sera Italia Oggi Corriere di Bologna 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 E' GUERRA TRA RENZI E IL TESORO ASPETTANDO L'AUTUNNO CALDO Int. a F.Boccia: "IL MEF? UNA POTENTE BUROCRAZIA FUORI CONTROLLO" DIETA DI STATO LA RICETTA MADIA E' QUELLA DELL'ARIA FRITTA QUOTA 96, INDIETRO TUTTA UNA "BUONA SCUOLA" PER LA REPUBBLICA PENSIONI, STOP A DOCENTI E MEDICI RENZI: QUOTA 96, LA NORMA CI SARA' Int. a R.Reggi: "IL TESORO NON DICA SOLO DI NO PER QUELLO BASTANO I RAGIONIERI" LAVORI SUBITO AL VIA PER LE "SCUOLE BELLE" "MA NON ERAVAMO UNA DELLE PRIORITA'?" ABUSI SESSUALI SUGLI STUDENTI IL PROFESSORE HA UN PRECEDENTE SCUOLA, GRADUATORIE ROVESCIATE A TUTTO VANTAGGIO DEL SUD LEGA A FIANCO DEI PROF. IL TURN OVER SPINGE LA CRESCITA "DOVEVO ANDAR VIA A OTTOBRE AVERE LA MIA ETA' NON E' UN REATO" EGITTO, TROVATA LA TOMBA SI SENEBKAY ORA IL FARAONE SCONOSCIUTO HA UN NOME I CORSI PER PILOTI DI DRONI RESTANO TERRA DI NESSUNO UNIVERSITA', IN ITALIA TASSE DA RECORD TEST DI MEDICINA, LE QUATTRO BUGIE DEI RETTORI Int. a F.Calise: "QUOTA 68 ANDAVA MANTENUTA ERA L'EQUILIBRIO TRA OSPEDALIERI E PROF" Int. a R.Esposito: II EDIZIONE- ESPOSITO: "SEGUIAMO IL SISTEMA USA SE IL PROF PORTA STUDENTI, RESTI A LUNGO" AUMENTO DEL 75% IN CINQUE ANNI PER LE TASSE UNIVERSITARIE IL NUOVO RITMO GALVANIZZA RENZI: CAMBIAMO IL PAESE CON I FATTI IL RICERCATORE ENTRA IN AZIENDA L'ATENEO: "MEDICINA? IL TEST DEVE RESTARE" Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera MF - Milano Finanza Italia Oggi Italia Oggi 05/08/2014 il Giornale il Tempo il Tempo 05/08/2014 Corriere della Sera 05/08/2014 Corriere della Sera 05/08/2014 la Repubblica la Repubblica 05/08/2014 la Repubblica il Messaggero il Giornale 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 05/08/2014 IL TESORO FERMA (PER ORA) L'ASSALTO ALLA FORNERO E AI CONTI PUBBLICI NELLA PA IN 240MILA VERSO L'USCITA PENSIONI, SALTA "QUOTA 96" PER I DOCENTI SE L'ESODATO HA ANCORA UN LAVORO BUSTE PAGA, IL MANAGER PREFERISCE IL BENEFIT UN FONDO DI GARANZIA PER LE CASSE DI PREVIDENZA VALIDO IL TIROCINIO PROFESSIONALE SVOLTO IN UNO STATO DELLA UE PER LA CIG LIMITE A 11 MESI POLETTI: FONDO RISCHI PER LE CASSE DALLA PAGA ALLE FERIE: UN PATTO SCRITTO E DETTAGLIATO LE TUTELE PER MALATTIA INFORTUNIO E MATERNITA' NIENTE SCATTO SE LO STIPENDIO GIA' SUPERA IL MINIMO PER IL TFR ACCREDITO FINALE O FRAZIONATO VACANZE EXTRA NON RETRIBUITE SENZA CONTRIBUTI ALL'INPS UN'IDEA DI VECCHIAIA ORMAI SUPERATA ALITALIA, RESTA IL NODO DELLA MIDCO Int. a C.Damiano: PIU' OCCUPAZIONE CON MENO IRAP L'ITALIA, RIDOTTA DA FCA A SEMPLICE MERCATO AUTO, E' STATA ANNEGATA NEL PIU' VASTO EMEA …. MANCA IL LAVORO? ABBIAMO LE PEZZE AL SEDERE MA FISIME DA RICCHI MA POLETTI PROMETTE: "ENTRO GIUGNO 2015 ARRIVA IL SALARIO MINIMO" ILARIA CUCCHI: "HANNO PICCHIATO UN UOMO". E IL SINDACATO DEGLI AGENTI PENITENZIARI LA QUERELA COPERTURE INCERTE, IL GOVERNO BLINDA I DECRETI PADOAN SVELA LA STRATEGIA SUI TAGLI AGLI SPRECHI LA RIFORMA ALLUNGA IL PASSO TENSIONI SULL'IMMUNITA' MA IL SENATO VOTA A FAVORE BERLUSCONI: MATTEO, VOGLIO CANDIDARMI PROSEGUE LO SHOPPING CINESE IN ITALIA A PBC QUOTE DI FIAT, TELECOM E PRYSMIAN LE FAMIGLIE PUNTANO SU POLIZZE E FONDI E VENDONO BTP E AZIONI BANCHE-POSTE, I SOCI DI ALITALIA DI NUOVO AI FERRI CORTI SALVATO IL BANCO S.SPIRITO. COI NOSTRI SOLDI Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 33 1 Dietrofront del governo su quota 96. Marcucci-Puglisi (Pd): nuovo decreto del governo Il gran pasticcio delle pensioni La Ragioneria già alla camera non aveva dato l'ok O prio avesse ragione l'ormai ex commissario alla 'spending review, Carlo Cottarelli, che aveva detto chiaro e tondo che la coperta era corta e che proprio sui 4mila docenti della scuola c'erano problemi di còpertura. Ora c'è da capire se della carenza di relazione positiva alla camera fosse stato avvertito il ragioniere generale, Daniele Franco, e il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, oppure se anche in questo caso si sia trattato di un disguido tecnico. Un disguido che fa gridare allo scandalo i diretti interessati e i sindacati tutti:«Siamo su scherzi a parte?», si chiede il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, «questa è una beffa di stato», dice Rino Di Meglio, numero uno della Gilda, «il governo è stato messo in ginocchio dal superpotere burocrat~co», ragiona il numero uno della Uil scuola, MassimoDiMenna,«siintervenga con un provvedimento ad hoc», chiede Marco Paolo~ segretario Snals-Confsal, «il governo trovi le risorse tagliando dove ci sono gli sprechi», attacca Mimmo Pantaleo, numero uno della Fk:-Cgil. A tentare di porre rimedio alla figuraccia sono intervenuti il presidente della commissione istruzione del senato, Andrea Marcucci, e la capogruppo del pd Francesca Puglisi: «Il governo interverrà con un decreto ad hoc». Già, perché, nel decreto pa non c'è più spazio per nessuna modifica, il testo deve essere approvato, pena la decandenza, entro il 23 agosto con un nuovo passaggio alla camera, «non c'è più tempo», ha detto la. Madia, «sulla. scuola non s1 poteva fare diversamente». Ritaglio SNALS MattèoRend 068391 ra è caccia aperta al responsabile. Un pasticcio, quello andato in scena ieri al senato con il ritiro delle norme sul pensionamento dei docenti nella scuola, simile per dimensioni a quello che fu innescato, sempre sulla scuola e sempre a seguito di un braccio di ferro con il Tesoro («disguido informativo», provò a declassare l'allora ministro dell'istruzione, Maria Chiara Carrozza), con la decisione prima di dare e poi di revocare l'aumento per anzianità di servizio ad alcuni docenti. Per il premier, Matteo Renzi, che dell'efficienza del proprio governo ha fatto· bandiera, proprio una brutta figura, che mette a nudo quantomeno un'assenza di coordinamento nell'azione dell'esecutivo in parlamento. La motivazione del ritiro della norma, introdotta alla camera e che consentiva a circa 4mila docenti di andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto a quanto previsto dalfa riforma Fornero (i cosiddetti docenti di quota 96), è che semplicemente non ci sono le coperture, e il ministro della pa Marianna Madia con e~endamento del governo l'ha soppressa. Ma già alla camera al momento del voto sia in co~missione che in aula la normaeraprivadellabolli~atura della Ragioneria generale dello stato. Condizione che avrebbe dovuto sconsigliare il via libera e che evidentemente il governo e i partiti di maggioranza, dal Pd a Ncd, contavano fosse sanata al senato. E invece, in prima commissione Affari costituzionali dì Palazzo Madama, fa doccia fredda: la Ragioneria ha scritto per dire che no, la copetura non c'è per 45 milioni di euro. Insomma, sembra pro- --©Riproduzionerisemat.a---ii Codice abbonamento: DI ALESSANDRA RICCIARDI stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 4 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 35 Foglio 1 Sbloccata la terza annualità, per un valore di mille € annui. Nessuna certezza per il futuro Gradoni, recuperato il 2012 Gli effetti si vedranno nella busta paga di ottobre DI CARLO FORTE gradoni rientreranno in busta paga a partire dalla mensilità di ottobre. È alle battute finali, infatti, la trattativa sul recupero di un altro anno di ritardo nella progressione di carriera dei lavaratori della scuola (i cosiddetti gradoni) che dovrebbe concludersi con la sottoscrizione definitiva dell'accordo entro questa settimana. Giovedì scorso, infatti, il governo ha dato il placet definitivo all'ipotesi di contratto, siglato all'Aran l'll giugno dai rappresentanti del governo e dei sindacati Cisl, Uil, ~e Gilda-Unams, che restituisce ai docenti e al personale Ata un anno di servizio ai fini dei gradoni (la Cgil non lo ha firmato). A giorni la firma definitiva all'Aran. La sottoscrizione della bozza di accordo, in zona Cesarini, aveva allontanato anche il rischio, per i lavoratori della scuola che avevano ottenuto l'avanzamento di gradone nel 2013, di vedersi retrocedere al gradone precedente. Così come prevedeva la legge, nel caso in cui entro il 30 giugno non si fosse arrivati ad un'intesa. L'anno stati mitigati da un successivo intervento legislativo, che ha ripristinato l'utilità del 2010. Il tutto mediante l'utilizzo dei fondi inizialmente accantonati per finanziare il merito (si veda il decreto interministeriale 14 gennaio 2011 n. 3). Fondi derivanti dal taglio di circa 135mila posti di lavoro nella scuola, disposti tramite il piano programmatico dell'art.64 della legge 133/2008. Il ritardo, dunque, era già stato ridotto di un anno, grazie al recupero del 2010. Per il recupero del 2011, però, i soldi del merito sono risultati insufficienti. Anche perché buona parte delle disponibilità sono state utilizzate dal governo per retribuire i docenti di sostegno, autorizzati in deroga alle riduzioni di organico. E quindi, per trovare i fondi che mancavano, governo e sindacati alla fine hanno deciso a maggioranza di utilizz;:,1re una parte dei fondi previsti per finanziare lo straordinario dei docenti e degli Ata (si veda il contratto del 13 marzo 2013). In ciò utilizzando il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa (MoD. Infine, con l'accordo dell'll giugno scorso, le parti hanno recuperato anche il 2012, attingendo, anche questa volta, ai fondi per lo straordinario dei docenti e dei non docenti. Incertezze restano sul futuro degli scatti per gli anni a venire, visto l'intento del governo di rivedere il peso dell'anzianità di servizio nella carriera dei docenti. Resta il fatto, però, che il decreto del Presidente della Repubblica 122/2013, all'articolo 1, comma 1, lettera b) dispone la cancellazione an~ che dell'utilità del 2013 ai fini dei gradoni, prorogando di un anno le disposizioni contenute nell'articolo 9, comma 23, del decreto legge 78/2010 (la norma che ha cancellato l'utilità del 2010 del 2011 e del 2012 ai fini dei gradoni.) E dunque, nonostante gli sforzi fatti dai sindacati, la progressione di carriera è tuttora gravata da un anno di ritardo (senza gli interventi il ritardo sarebbe stato di 4 anni.). Ritardo che potrà essere colmato solo se il governo stanzierà dei fondi ad hoc. [email protected] riseroata-- Supplement.o a cura di ALESSANDRA RICCIARDI aricciardi@cla.'u~.it Codice abbonamento: 068391 I oggetto dell'accordo è il 2012, la cui utilità era stata cancellata dal governo Berlusconi insieme al 2011 e al 2012. Gli anni 2010 e 2011 sono già stati recuperati con altri interventi. Rimaneva il 2012, che sarà rianimato per effetto del nuovo accordo. I passaggi ai tavoli negoziali si sono resi necessari perché l'art. 9, comma 23, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 ha disposto che: «Per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) della scuola, gli anni 2010, 2011e2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti». L'intenzione del legislatore, infatti, era quella di introdurre un ritardo di tre anni nella maturazione degli scatti di anzianità. E ciò avrebbe comportato, a regime, una perdita secca di circa 1000 euro per ognuno degli anni del triennio, sia nella retribuzione che nella pensione. Con ulteriori decurtazioni della buonuscita. Gli effetti delle nuove disposizioni, però, sono Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 Quotidiano Data Pagina Foglio LE PROFESSIONI Poca fortuna hanno avuto anche le liberalizzazioni delle professioni. I paletti posti dai sindacati delle categorie di farmacisti, notai e avvocati, l'hanno resamoncain partenza.Altro dossier e solito no, anche questo trasversale, suglioraridiapertura delle attività commerciali. Considerazioni economiche si scontrano con ragioni etiche. Così da una parte si sono schierate Confesercenti e Cei dall' altra la Federdistribuzio~e. Una consuetudine che in altri paesi è la norma, con catene commerciali, aperte 24 ore su 24 ore per 365 giorni l'anno, in Italia è un tabù La discrasia tra volontà di cambiamento e conservazione si ritrova nei tagli alla spesa statale: tutti d'accordo. Ma solo in via di principio. Poi prevalgono i no sindacali. Perfino sul taglio delle province sono arrivate le chiusure. La categoria Funzione Pubblica di Cgil si è opposta, così come l'Api che rappresentagli enti. INFRASTRUTTURE È uno dei campi preferiti nei quali si esercita il potere di veto dei sindacati. La Camusso, ad esempio, non è contraria alla Tav Torino-Lione. Ma ha sem~re ,espresso un~ netta contran~ta all~ costruzi~ne d~l Po~t~ di Mess,ma. Con Cisl e Uil, pm, il fronte e comp~tto p~r contrastare la costruzio~e di una ce~ trale Central,e a biogas a Bertinoro tra Fo:h e ~e sena. Per t~tte e tre ~e _sigle e una scelt~ mcompatibile con la vocazione · · l d l · . tunstico terma e e terntono. La motivazione - spiegano le IL CASO ALITALIA Èl'esempiopiùrecenteedemblematico di come il sindacato del «no» possa arrivare anche a far rischiare di naufragare una trattativa aziendale delicata in nome della conservazione dei posti anche quando l'azienda non è più in grado di remunerarli.Cosìnonostanteilvialibera della società all'arrivo di Etihad nel capitale sociale, le . . . . . . . . dlVlsiom dei smdacati che si sono arroccate rispetto alla chiusur~ ?ell'acc~rdo hanno fatt_o avvicmare pencolosamenteAlitaliaalfallir;nento.All'ostinazio~ ne dell~Cg~lanonmo~la~e,sugh esuben dei lavoraton si e aggiunta anche la Uil che ha puntata i piedi_ su~ ri~no_vo. contra_ttuale e sm piam di nsparm10 contrattati con i vertici aziendali. Divergenze rientrate ma che hannomessoinevidenzaquanto ancora forte sia il potere di interdizione delle organizzazioni confederali nei processi di ristrutturazione aziendale. llFISCO Persino la grande battaglia contro l'evasione, che vede tutti d'accordo sull'obiettivo, non trova sintonia sui mezzi per contrastarla. Sul Durt - il documento unico di regolarità tributaria -tutte le associazioni di imprese hanno fatto la guerra. No corale anche per sulle norme di semplificazione che danneggiano i Centri di Assistenza Fiscale, i Caf, da cui sindacati e associazioni di imprese ricavano circa la metà degli introiti. LA LEZIONE FIAT Nonostante la forza residuale il sindacato italiano non è più una parte attiva nel processo di governo dell'economia. Questo a causa della complessità connaturata ai mercati del mondo d'oggi. Il caso di scuola è quello della Fiat che ha com preso anzitempo l'impossibilità di reggere così come strutturatainltalialacompetizioneinternazionale. Se n'è andatae ha lasciatoisindacatiinbaliadilott · t t · U ro s essi. n a eggiamen o, ll0 d" M h" d tt t que i are wnne, e a o Ritaglio SNALS dal fatto che oggi è il mercato che detta le regole e non più le corporazioni. La velocità di trasformazione del mondo industriale ha reso vetusti gli strumenti sindacali di un tempo. La concertazione è di fatto ridotta a una rappresentazione di interessi al tavolo delle trattative. Vecchi metodi per un nuovo mondo. Il no preventivo sta perdendo la sua forza. Forse è il momento di ripensare il sindacato in un'ottica più moderna. ha collaborato Marco Valeri stampa ad uso esclusivo 3 50°/o Sigle Incassi Cgil, Cisl e Uil nostante alcune divergenze dominano il mondo sindacale italiano La metà degli introiti che arrivano nelle casse sindacali sono legati alle attività deiCaf Lavoro L'interdizione sindacale ha reso la riforma debole rispetto agli obiettivi iniziali Dietro l'angolo rispunta la battagli per l'articolo 18 Infrastrutture Cgil è stata sempre contraria al Ponte di Messina Einsieme a Cisl e Uil si è dichiarata non favorevole alla centrale di Bertinoro 068391 tre sigle - non è quella di una contrarietà a priori ma di una posizione di merito, legata principalmente alla scelta di quel territorio e alla mancanza di chiare garanzie sull'impatto ambientale». Per i sindacati l'approvvigionamento energetico non è una priorità. Battagliera Susanna Camusso, segretario della Cgil Codice abbonamento: zioni e alle norme anti corporazioni, tanti altri soggetti. Dai commercianti ai vescovi della Cei, ma anche farmacisti e balneari. Tutti prontiaerigeremuri.Ilcaso emblematico è la riforma del mercato del lavoro, nata male e trasformata in peggio per la paura di stravolgere le protezioni oggi esistenti solo per chi lavora. Ebbene, doveva ridurre le tipologie contrattuali, la complessità dell'impianto normativo e introdurre i licenziamenti economici. Ad alzare le barricate le Pmi di Rete Im prese Italia sul primo punto, e quelle dei sindacati sul secondo. Stop che hanno prodotto una legge che non raggiunge quanto richiesto dai mercati: sui licenziamenti economici, dicono i giudici, non è cambiato quasi nulla. E la giungla di contratti non è stata disboscata. 05-08-2014 2/3 2/3 del destinatario, non riproducibile. Pag. 7 Quotidiano Pagina 05-08-2014 2/3 Foglio 3/3 Data • Riforma lavoro Fornero Rete Imprese Italia, Cgil eJobsAd Cgil, Usb, Unione degli studenti e liberalizzazioni orari commerciali Confesercenti, Confcommercio, Cisl, Cei • Flessibilità in entrata Cgil •Contenzioso sui giochi Confindustria giochi eDurt Rete Imprese Italia, Confindustria e Spostamento Tasse su cose Consumatori, Varie del commercio •Blocco aumento IVA Confindustria • Semplificazione fiscale Praticamente tutte le associazioni che hanno CAF e Sistri Rete Imprese Italia, Confindustria •No al taglio delle province FP-CGIL •No revisione contratti demanio spiagge Sindacati dei Balneari •Tagli lineari al bilancio dello Stato Tutti •Tagli cultura Sindacati di categoria CGIL, CISL, UIL eService Tax Tutti •Dismissioni statali Cgil e Legge di rappresentanza Fiom, Cgil, Cisl • Destinazione Italia Sindacati dei Balneari •Costruzione del Ponte di Messina Cgil •No alla mobilità nella Pubblica Amministrazione Sindacati di categoria CGIL, CISL, UIL •No all'apertura a guide turistiche estere Sindacati di categoria Guide Turistiche •Prove Invalsi (scuola) FLC-CGIL, ANIEF-CONFEDIR •Piano insegnanti Giannini-Reggi CGIL, CISL, UIL, ~ Cobas, Gilda, USB Scuola •Soppressione Uffici Equitalia Fiba/Cisl e Fisac/Cgil • Alitalia-Etihad Cgil-Uil •Abolizione Cnel Cgil, Cisl e Uil •Centrale Gas Bertinoro C il, Cisl e Uil Codice abbonamento: 068391 ~Ego SNALS Pag. 8 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 11 1/ 2 Scuola «Invasione» di docenti dal Sud, protesta lo '411Him Q1Iei prof da Enna e Bari che scalzano i veneziani Negli asili prima i veneti Il posto in cattedra? C'è, ma solo precario VENEZIA -- «Ci sono più insegnanti meridionali che insegnano qua, che settentrionali». La dice così Francesco Greco, sindacalista della scuola dello~ a commento delle graduatorie provvisorie per il triennio 2014-2017 che da qui a tre anni decideranno l'ordine d'arrivo di nuovi docenti di ruolo e supplenti dalle materne alle superiori. Basta dare un'occhiata alle nuove graduatorie da poco pubblicate sul sito della direzione veneziana della pubblica istruzione per vedere confermata una tendenza che va avanti da anni: pochi docenti veneziani, molti dal resto del Veneto, moltissimi dal meridione. La graduatoria più Made in Sud, per così dire, è forse quella della cattedra di Matematica Applicata alle superiori: arrivano da Cosenza, Catania, Foggia, Salerno, Ragusa e Lecce i primi nove docenti in classifica trasferiti in provincia negli ultimi quattro anni; per Francese le prime tre posizioni sono di new entry del 2014, da Enna e Catania; la docenza di Italiano e Latino per licei e magistrali nei primi cinque posti è appannaggio di professori appena arrivati da Vercelli, Bari, Avellino, Napoli. Per il ruolo alle elementari i primi nove posti sono assegnati a insegnanti inseriti in graduatoria a luglio da Napoli, Ragusa, Palermo, Bari, Catan zaro e Rovigo, mentre per i docenti di sostegno alle elemen tari bisogna scorrere fino al ventunesimo posto prima di trovare il nome di un professore veneziano che è in graduatoria da dieci anni perché le prime posizioni spettano a insegnanti da Catanzaro e altri trasferiti da Udine, Padova, Ferrara. La mobilità dalle province vicine è l'altro tema perché per le immissioni in ruolo per la scuola dell'infanzia spettano a docenti di Treviso, Vicenza, Padova e Verona appena inseriti in graduatoria e per trovare un prof veneziano in lizza fin dal 2000 bisogna scorrere fino al diciottesimo posto. Il Governo Renzi ha detto che ci metterà una pezza, che eliminerà la distinzione artificiale tra organico di diritto, cioè gli insegnanti necessari sulla carta, e di fatto, quelli che davvero servono a far funzionare le scuole per supplire a maternità, trasferimenti e pensionamenti mai coperti. In provin eia di Venezia tra organico di diritto e di fatto c'è una differenza di circa duemila posti di lavoro, spiega il professor Ciro Vigorito, rappresentante sindacale della Flc Cgil. Il lavoro c'è, insomma, ma è precario. Le graduatorie, fanno eco dallo f§i!ilE! non fanno neanche a tempo ad essere compilate che subito vanno esaurite. E se i bambini alle elementari cambiano . . .nove docenti . di scienze m cmque anm, se un insegnante in nove mesi cam bia tre sedi di lavoro, il motivo è quello: c'è tanto lavoro per gli insegnanti ma solo precario, che cambia sede ogni due o tre mesi. Un sistema talmen te strutturato che non si fanno più neanche ricorsi sulle graduatorie: si scorrono tanto velocemente che c'è spazio quasi per tutti. L'unica speranza sono le assunzioni in pianta stabile: il 52 per cento dei posti liberi in organico di diritto e 1'82 per cen to per il sostegno, si dice. I nu meri non ci sono ancora, il Senato si è incartato sul pensionamento degli insegnanti: alla fine non si sa quanti ne saranno arruolati e la prossima trat tativa a livello provinciale ci sarà dopo Ferragosto. Un mese prima dell'inizio dell'anno scolastico. Forse per allora sarà nominato il nuovo dirigente regionale per la scuola, altro posto vacante. Monica Zicchiero Codice abbonamento: 068391 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 9 Savona Pensione stop per cento prof savonesi 05 agosto 2014 Savona - Professori savonesi pronti a marciare su Roma contro le pensioni fantasma. Si tratta di un centinaio di dipendenti delle scuole (tra docenti e personale Ata) della provincia che, dopo l’improvviso dietrofront del governo sulla cosiddetta “quota 96”, a settembre si ritroveranno nuovamente dietro le scrivanie. Non ci sono soldi per le loro sudate pensioni e così, dopo l’illusione del “sì” alla Camera, sono rimasti impantanati in un emendamento passato in Senato che li blocca al lavoro ancora per un po’. «Siamo furibondi e chiediamo al ministro Madia di trovare una soluzione affinché a pagare le conseguenze di giochini e decisioni più che discutibili non sia la categoria dei poveri insegnanti – esordisce Enzo Sabatini, segretario provinciale Snals (Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola) - È assurdo che il giorno prima si faccia passare un provvedimento alla Camera con l’idea che vi sia la necessaria copertura finanziaria per poi annunciare, a poche ore di distanza, che quel denaro non c’è. Questo è pressapochismo. Significa che siamo governati da persone a dir poco ingenue». Ora l’intenzione è quella di prendere contatti con le segreterie degli altri sindacati di categoria per proporre l’organizzazione di una manifestazione davanti al Senato. Il tempo però scorre in fretta e così si pensa a un’azione più diretta e “in tempo reale”: «Chiediamo a tutti i “quota 96”, e a coloro che vogliono aiutarci in questa battaglia, di scrivere ai senatori della propria regione, di qualsiasi partito politico essi siano, per esortarli a combattere la nostra battaglia per far sì che si arrivi a una soluzione più chiara e sensata – continua Sabatini -. Sono d’accordo con chi parla di miseri giochini sulle spalle dei lavoratori: ho l’impressione che i burocrati del Senato, che si vedono in dirittura d’arrivo vista la prospettiva della soppressione, stiano facendo volutamente un’opera di devastazione che, alla fine, va a discapito di chi non c’entra nulla. Chiediamo ai nostri senatori di opporsi». E, dal Savonese, si è già fatta sentire la deputata Pd, Anna Giacobbe, che ha criticato il Governo. «È una decisione sbagliata e va assolutamente trovato il modo di correggerla - dice la parlamentare -. Il Governo cede alla pressione della Ragioneria generale dello Stato, le ragioni della quale sono assolutamente discutibili. Invece deve pretendere rispetto per il proprio lavoro e per quello del Parlamento». Redazione 4 Agosto 2014 Scuola, manca un Dirigente Regionale: la protesta dei sindacati Associazioni compatte per l'assenza di una figura capace di prendere le opportune decisioni in materia di organici del personale docente e non docente La CISL Scuola e il sindacato SNALS lamentano l'assenza di un dirigente alla Direzione Regionale. Come si legge in una nota inviata dai segretari regionali di Uil scuola flcgil scuola unamsgilda, "a buon diritto e con piena ragione, pongono il problema della mancanza di un Dirigente alla Direzione Regionale, ora che quella direzione è diventata dirigenza di secondo livello". Per i sindacati, questo è un problema di contorno perché il vero dilemma è la mancanza di qualcuno che possa prendere le opportune decisioni in materia di organici del personale docente e non docente, di autorizzazione al funzionamento delle classi delle singole istituzioni scolastiche (soprattutto quelle che risulterebbero sottodimensionate), di assegnazione dei docenti di sostegno per gli alunni in certificata difficoltà di apprendimento e, ultimo, ma non ultimo, la copertura di ben 38 sedi prive di dirigenti. L'assenza di una persona che si assuma una responsabilità di carattere sì politico, ma anche economico, dovrebbe - secondo la Uil, preoccupare i vertici sindacali e spingerli ad intervenire, anche a livello ministeriale, per giungere alla soluzione di problemi che, se ignorati, renderebbero impossibile il corretto inizio dell'anno scolastico, per il quale, oggi non si vede che incertezza. "Le deleghe rilasciate dalla Dirigente uscente non permettono, al momento, di impostare un lavoro che consenta di pianificare tutte le operazioni di avvio dell'anno scolastico in assoluta tranquillità e, quindi, l'obiettivo delle OO.SS. deve essere quello di avere, a livello regionale, un interlocutore che abbia piena facoltà decisionale". 04/08/2014 Quota 96: oggi lunedì 4 Agosto non serve discussione in Senato. Legge già cancellato da Governo e Madia Solo dopo il via libera del Senato i quota 96 del mondo della scuola potranno presentare domanda di pensionamento. Ma i tempi potrebbero allungarsi. AGGIORNAMENTO: Nonostante le parole e gli annunci di riforma di Poletti e di Beretta oggi il Governo ha annunciato il blocco di quota 96 e la cancellazione della legge nel testo finale della Riforma PA. E' ufficiale, l'annuncio è stato dato dal Ministro Madia. E' una vittoria della Ragioneria di Stato e del Mef nei confronti non solo del Governo, ma soprattutto del Parlamento e delle Comissione Bilancio e Affari Costituzionali. I quota 96 del mondo della scuola devono ancora affrontare il passaggio al Senato di lunedì 4 agosto o martedì 5 agosto 2014. Nonostante il disco vedere della Camera dei deputati, Palazzo Madama potrebbe apportare modifiche all'emendamento al decreto di riforma della pubblica amministrazione, provocando così il rinvio a Montecitorio e la dilatazione dei tempi di conversioni del provvedimento in legge. Il beneficio della pensione viene riconosciuto dal primo settembre 2014 a 4.000 lavoratori e nei limiti della contestata autorizzazione di spesa: 35 milioni di euro fino a dicembre, 105 milioni di euro per il 2015, 101 milioni di euro per il 2016, 94 milioni di euro per il 2017 e 81 milioni di euro per il 2018. Chiuso questo capitolo spetta all'Inps il monitoraggio delle domande presentate e la stesura di una graduatoria basata su un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 2012. Stando al testo approvato dalla commissione Bilancio, le disposizioni si applicano nell'ambito del ricambio generazionale nel comparto scuola. E in questo contesto occorre segnalare come il governo abbia dato il via libera all'assunzione di 276 docenti di I e II fascia e di altri 23 docenti per incarichi di insegnamento nelle Accademie e nei Conservatori di Musica. Ma per lo Snals-Confsal l'esecutivo disattende "l'applicazione della legge che prevede la copertura di tutti i posti disponibili e vacanti". A detta del sindacato questa è solo un'operazione per coprire il turn over: "Abbiamo manifestato tutta la nostra delusione e il nostro dissenso per la mancata applicazione delle norme legislative vigenti che prevedono un piano pluriennale di nomine che coprisse tutti i posti disponibili e vacanti sia per il personale docente che per quello Ata". Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data 05-08-2014 Pagina 2 Foglio 1 Marta, 62 anni, insegna a Roma al liceo Augusto <<Un'altrabeffa, asettembre avrei avuto irequisiti per lasciare» La docente Nadia Marta, 62 anni compiuti a marzo, veneta ma da 35 anni a Roma. Insegna Scienze al liceo classico Augusto. È' la presidente del Comitato «Quota 96». li numero sta ad indicare la somma tra età e anzianità contributiva utile per andare in pensione prima della riforma Fornero ne tutti i dipendenti pubblici/privati e calcolando l'anzianità contributiva secondo il solo calendario solare. Cosìchiènatoafine 1951 è andato in pensione. Lei - che tre anni fa aveva 59 anni e 37 di contributi- non c'è andata perché non le è stato calcolato l'anno scolastico 2011-2012 in cui stava maturando la fatidica «quota 96». «Noi non siamo né esodati, né prepen sionati - rivendica facendo intuire che qui non si tratta di chiedere una forma di sostentamento pubblico-. Siamo insegnanti che per un errore di forma non riescono ad andare in pensione pur avendo tutti i requisiti prima della riforma Fornero». Potremmo definirla una commedia beckettiana dell'assurdo, in cui la politica fa una brutta figura e la bu rocrazia ministeriale ne fa una persino peggiore perché rileva l'incapacità di trovare 45 milioni di euro di risorse per mandare in pensione chi ne ha diritto. «In questi anni due proposte di legge si sono arenate per colpa di una politica assente: la deputata (Pd) Manuela Ghizzoni con la sponda dei Cinque Stelle aveva trovato le coperture. Peccato che quelle risorse si sono utilizzate a suo tempo per altro. A nostro discapito». Fabio Savelli © R\PRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 MILANO -A ben vedere lo sconforto non viene mitigato neanche dal «mea culpa>> dell'ex ministro del lavoro Elsa Fornero, che ha inviato una lettera assumendosi «tutte le responsabilità» ma segnalando loro come non fosse «Un aspetto che le era stato fatto presente». Una riforma a sua insaputa e un gesto comunque apprezzato. Eppure dopo due anni di battaglie, audizioni in Parlamento, manifestazioni, proclami, cortei, soprattutto ore in classe a insegnare ai tuoi allievi il senso civico e il primato (presunto) della politica, stavolta pensava di avercela fatta: «A settembre - dice - avrei dovuto smettere di lavorare sanando un errore com messo tre anni fa>>. Lei è Nadia Marta, 62 anni (nata nella sfortunata classe 1952, lo spiegheremo poi), veneta ma ormai romana doc, docente di Scienze al liceo classico <<Augusto». Ieri è arrivata la doccia fredda - sotto forma di diktat della Ragioneria generale dello Stato - che procrastina (per lei) di oltre due anni l'età della quiescenza Non ci sarebbero le «coperture contabili» per consentire a Nadia e altri 3-975 docenti in tutta Italia (si era favoleggiato fossero 9mila, in realtà sono molti di meno) di andare in pensione come la legge prescrive. Sì, la legge. Perché la riforma previdenziale targata Fornero non ha considerato tre anni fa che l'unica finestra d'uscita per gli insegnanti è quella del 31 agosto, prima cioè che inizi un nuovo anno scolastico. Mettendo nello stesso caldero- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio I 05-08-2014 2/3 1/ 5 I Conti pubblici I provvedimenti -- -- - ------ ------ -···- - - - --- - - -~- -·· - · - - - - --- - - - - - --- · - - Dietrofront sulle pensioni Bloccati gli insegnanti, ma salta il tetto di 68 anni «quota 96». Intanto il documento sulla Pa incassa il parere favorevole della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama: ieri sera è iniziata la discussione in aula e oggi è atteso il voto finale. «Dobbiamo correre», prova a giustificarsi il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, rispondendo a chi le chiede se sul decreto sarà posta la questione di fiducia al Senato (arrivando così alla diciottesima volta dall'insedia mento del governo), come già avvenuto alla Camera: le norme devono comunque tornare a Montecitorio e essere approvate in via definitiva entro il 23 agosto. Una possibilità che al ministro «Sembra ragionevole», visto che anche alla Camera si è fatto ricorso a questo strumento. Che la retromarcia del governo non sia stata semplice lo confermano le parole del relatore al decreto legge, Giorgio Pagliari (Pd), che spiega come la decisione sullo stralcio dell'articolo su «quota 96» sia stata «soffertissima>>. Contro questa decisione, che riguarda gli insegnanti con 61 anni di età e 35 di contributi oppure 6o anni e 36 di contributi, aveva puntato l'indice anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. <<Non si possono prendere in giro così migliaia di perso- ne e le loro famiglie, già ingannate dalla Fornero», scrive in un Tweet il leader di Sel, Nichi Ven dola Critiche condivise da Forza Italia: «Questa è una grave ingiustizia - sostengono Elena Centemero e Renata Polverini (Fi) - che ha tolto la possibilità agli insegnanti che avevano già maturato i requisiti pre Fornero, di andare in pensione». Per i parlamentari M5S delle com missioni Cultura di Senato e Camera «abbiamo assistito a un vergognoso dietrofront del governo Renzi». Più duro il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini: «Quattromila insegnanti, fregati dalla Fornero, sono stati ri-fregati da Renzi, Dovevano andare in pensione, ma il governo non trova i soldi». E appare perplessa pure la minoranza Pd. «Tutto ciò è inaccettabile e il governo non può farsi dettare ancora la linea politica da burocrati e tecnocrati», commenta Barbara Saltamartini (Ncd) che potrebbe anche votare contro il provvedimento. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parla di «Un pasticcio pensioni nella scuola>> frutto di un «nuovo dilettantismo della classe politiea>>. Sui benefici aggiuntivi alle vittime del terrorismo interviene il deputato Paolo Bolognesi (Pd), presidente dell'Associazione vittime della strage di Bologna: «Siamo sorpresi e indi- gnati: la questione delle pensioni per le vittime del terrorismo era stata risolta positivamente, avevamo avuto rassicurazioni dal governo, tanto che il decreto PA aveva messo la parola "fine". Ora apprendiamo che si torna indietro in seguito ad un comportamento assurdo e incom prensibile dell'lnps». Sul fronte sindacale Massimo Cozza, segretario nazionale Cgil Fp Medici, sottolinea: «Lo stop al tetto dei 68 anni per professori universitari e primari porterà al possibile pensionamento d'ufficio per i medici pubblici a 65 anni, primari e non, mentre ad esempio in un Policlinico i medici, che sono anche professori universitari, potranno andare in pensione a 70 anni». Cozza quindi punta il sito sul fatto che <<la staffetta generazionale per ora è rimasta chiusa nei cassetti». Replica Alfonso Barbarisi, a nome dei professori universitari di area medica: «Evitare il pensionamento dei medici docenti a 68 anni non è la vittoria di chi è privilegiato, ma non aver commesso un grave errore. Per il sistema universitario sarebbe stato un danno, una sorta di decapitazione là dove non c'è un adeguato turnover». «Ha vinto il Gattopardo», taglia corto Giovanna loia, dell'Associazione giovani chirurghi della Campania. Francesco Di Frischia <l;ì RIPRODUZIONE RIS!':RVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 16 Codice abbonamento: ROMA - Abolito il pensionamento d'ufficio per professori universitari e primari a 68 anni. Accantonata la «quota 96» (il mix di età anagrafica e anni di contribuzione) che sbloccava 4 mila pensionamenti nella scuola di docenti esodati per la Riforma Fornero. Ritornano le penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. Eliminati i ben e f i ci assistenziali e previdenziali aggiuntivi per le vittime del terrorismo. Sono questi i quattro emendamenti del governo presentati ieri in Senato all'articolo 1 del decreto legge sulla pubblica amministrazione: le modifiche sono state dettate dalla mancata copertura finanziaria, come aveva rilevato la Ragioneria dello Stato dopo l'approvazione alla Camera dei deputati. Dure critiche piovono da Sel, M5S, Lega, Fdi-An, e da sindacati confederali, Ugl e organizzazioni dei medici. Replica il presidente del Consiglio: «L'emendamento sulla "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della riforma della pubblica amministrazione - fa notare Matteo Renzi - e quindi è stato giusto toglierla dal decreto». Ma Palazzo Chigi sulla scuola, secondo quanto trapela, ha intenzione di preparare un intervento a fine agosto, assai più ampio come platea del perimetro dei 4 mila insegnanti coperti dalla 068391 L'esecutivo annulla le modifiche del Parlamento Il premier Renzi: per la scuola pronti aintervenire Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 05-08-2014 2/3 2/5 pensione a 62 ~nni si perde r1 1/1 anno V"mlme del terrorismo Eliminati i benefici assistenziali aggiuntivi per le vittime del terrorismo Ritornano le penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. L'anticipo della pensione potrebbe costare caro: viene applicata una riduzione dell'l %per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto ai 62 anni di età. Ma la penale sale al 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto ai 60 anni del lavoratore 3 vecicrue regole professori e medid In uno dei quattro emendamenti presentati dal governo ieri è abolito il pensionamento d'ufficio per professori universitari e primari ospedalieri a 68 anni. Restano quindi le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici), mentre i docenti, compresi quelli dell'area medica, potranno andare in pensione a 70 anni 1 Vittime del terrorismo niente benefid Eliminati i benefici assistenziali e previdenziali aggiuntivi per le vittime del terrorismo. A pronunciarsi contro il provvedimento, secondo Paolo Bolognesi (Pd), presidente dell'Associazione vittime della strage di Bologna, sarebbe stato l'lnps «dopo le rassicurazioni del governo» 4 2 Codice abbonamento: 068391 1nunaltro emendamento è stata accantonata la «quota 96» (il mix di età anagrafica più gli anni di contribuzione) che sbloccava 4 mila pensionamenti nella scuola di docenti «esodati» per la riforma Fornero. Il governo, però, sta preparando un provvedimento più ampio per fine agosto Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 17 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 05-08-2014 2/3 3/5 Le mappa della previdenza •CHI VAIN PENSIONE E QUANDO ·!lii Uomini e Donne Categoria Età anagrafica per !a pensione d1 vecch1a1a Dipendenti privati • 66 annle 3mesi • 63 anni e9mesi uaminiedonne Dipendenti pubblici Autonomi (artigiani, commercìanti. coltivatori diretti) e 66 anni e3 mest Giornalisti 65anni e61annì • 64annì e9 mesi Magistrati, Primari, Professori universitari 70annì Medici di famiglia •66anni Generali corpo d'armata fl,J 63 anni e 3 mesi Carabinieri 60 anni e 3 mesi Personale viaggiante 61 anni e6rnesi • 58 anni e6 mesi 64anni Attori e 50anni Ballerini 46anni Sportivi professionisti Codice abbonamento: 068391 53anni !11!49anni Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data 05-08-2014 Pagina 2/3 Foglio 4/5 42 anni e 6 mesi 941 annie6mesi 42 anni e 6 mesi e 41annie6 mesi 35 anni e 62 di età 42 anni .e 6 mesi e 41annie6 mesi 40 anni e 3 mesi 42 anni e6.mesi e 41 annre 6 mesi 42 annl1t6mesi •41 artnie6 mesi 42 anni e 6 mesi . . • 41 anni e,6 mesr Codice abbonamento: 068391 42annie6toosi 941annie6m.esi Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 19 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 05-08-2014 2/3 5/5 • PE'.\SIO;\;ATI, IMPORTO COMPLESSIVO E l'.\1PORTO MEDIO DEL REDDITO PE'.\SIO'.\ISTICO PER CLASSE DI IMPORTO :V1E'.\SILE E SESSO (anno 2012) Classe di importo mensile del reddito Numero pensiònati Fino a 499,99 913.456 500- 999,99 1.603.160 1.000,00 - 1.499,99 1.664.035 I Importo (milioni di euro) Importo medio · reddito pensionistico (euro per anno) 2.885 3.158,19 1.291.691 I 4.673 3.617,69 I 14518 9.055,95 3.266.971 1 27.375 8.379,45 i 25.098 15.082,88 2.080.987 j 30.823 14.811,74 1.118.166 i 23.015 20582,85 22.579 28.301,45 i complessivo 1·· i Numero Importo Importo pensionati . complessivo medio (milioni reddito di euro) pensionistico (euro per anno) 1 I I I 1.500,00- 1.999,99 j 1.553.262 32.085 I 20.65&,51 2 000,00 - 2.999,99 1.400.162 40.337 I 28.808,66 797.813 3.000,00 • 4999,99 507.942 22.332 43.965,02 185.333 8.064 43512,25 5.000,00 ~ 9.999,99 167.259 12.774 76.371,36 31.972 2.355 73.645,47 171 146.238,19 I 10.000,00 e più I TOTALE Codice abbonamento: 068391 CORRIERE DELLA SERA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano la Repubblica Omo p""'"" Foglio TITO BOERI La decimazione degli statali I EGLI ultimi 5 anni il pubblico impiego ha perso circa 260.000 dipendenti, N un calo del 7%, quasi il doppio di ~elio registrato in questo pe?odo J?er il totale degli occupati m Italia.Negli enti previdenziali pubblici e nelle amministrazioni centrali dello Stato la ridu- 05-08-2014 1 1/ 2 zione è stata, rispettivamente del 15 e del 10 per cento. Son~ principalmente gli effetti del bl?cco del turnover nella pubblica amministrazione rinnovato a più riprese in questi anni. SEGUEAPAGINA25 IADECIMAZIONE DEGUSTATALI <SEGUEDALLAPRIMAPAGll\!A aspetterebbe che, a fronte di una così forte riduzionedelnumerodi . ~/dipendenti pubblici, si siano registrate consistenti riduzioni della spesa pubblica, soprattutto della spesa corrente destinata in gran parte propri~ a J?agare gli stipendi nella pubblica, ~nistrazione. Eppure non e cosi: la spesa corrente in questi anni ha soltanto rallentato_ il suo cammino trionfale. I tagli veri, addirittura in termini nominali, hanno interessato solo la spesa in conto capitale quella cui non dovremmo mai rin~ciare se non vogliamo rinunciare al nostro futuro. La spesa corrente non è diminuita perché gli stipendi pubblici in ~e~~ sis?,notrasformatiin pensmi:u m pm da pagare, sempre a carico del contribuente. Inoltre se il numero di stipendi è climi~ nuito, in molte amministrazionineèaUII,}entatol'importomedioinvirtùdipromozioniescatti d' ~ianità (è il caso di magistrati e docenti). I politici che si sono cimentati con il compito di ottenere rispar~ nel pubblico impiego in questi anru hanno tutti ragionato a c01"!1partimenti stagni, come se spmgere qualcuno verso la pensione e avere uno stipendio in meno a carico volesse dire risparmiare. Ma se chi esce dal pubblico impiego riceve, oltre~ Tfr, una pensione per 30 anm, cal~olata ancora in gran partecon1lgenerososistemaretributivo,ilrisparmioperlecasse pubbliche è solo virtuale. Quello stipendio si trasformerà in trasferimento più 0 meno della stessa entità. E siccome è immaginabile che 1' ex lavoratore prima di andare in pensione: a~esse una produttività superiore allo zero, (anche i celebri fanigottoni non sono mai completamenti inattivi), avremo, da una parte, una persona che è sempre a carico della collettività e che per lo più viene pagata proprio per non fare nulla e dall'altra, l'amministrazio'n~ Ritaglio Scuola: testate nazionali pubblica presso cui il dipendente operava che magari assume un lavoratore, con un contratto temporaneo, per coprire le mansioni svolte in passato da chièandatoinpensione.Semettiamo insieme il magro stipendiodellavoratoretemporaneoe la pensione dell'ex dipendente pubblico (che spesso arriva fino all'80% dell'ultimo salario), la spesa a carico dello Stato può risultare addirittura più alta di prima. Un altro vizio di fondo nella gestionedelnostropubblicoimpiego è quello di non preoccuparsi minimamente dell' esempio che si offre al settore privato. Da sempre e a dispetto di ~~siasi affermazione di principio sulla necessità di assimilare. al ~riv~to i contratti nel pubblico impiego, si concedono al datore di lavoro Stato condizioni di favore rispetto al privato. I famigerati co.co.co., contratti di collaborazione coordinata e c~mtinuativa, ad esempio, contmuano a esistere solo nel pubblico impiego, quando nel privato sono stati soppiantati dai contratti a progetto. Per quanto la differenza tra co.co.co. e co.co. pro spesso sia più di forma che di sostanza, non si vede in base a quale principio il datore di la~oro pubblico debba poter far c10 che non viene concesso a chi crea lavoro (e entrate fiscali) nel privato, anziché essere a carico del contribuente. In altre parole, il pubblico si comporta come un datore di lavoro privato quando non dovrebbe affatto comportarsi come ~alee si rifiuta di agire come un imprenditore privato quando sarebbe giusto farlo. A differenzadi un'impresa privata, dovrebbe preoccuparsi se manda lav:oratori in pensione perché le qmescenze graveranno pur sempre sul suo bilancio. E dovrebbe sempre evitare di concedersi deroghe a norme che invece impone, per buoni motivi ai datori di lavoro privati. ' Purtroppolaleggedelegasulla riforma della Pubblica ammistampa ad uso esclusivo nistrazione su cui il governo ha ottenuto la fiducia della Camera la scorsa settimana e che approderà in Senato a fine agosto, ~embra seguire la stessa logica. E stata definita rivoluzione copernicana forse perché punta tu~to su una rotazione, quella dei lavoratori al tramonto ormai prossimi alla pensione. 'I relatori della maggioranza sostengono che questo ricambio gi::nerazionale è fonte di risparrm, ma vengono smentiti dalla relazione tecnica alla riforma. La legge votata dalla Camera r~int.ro?uce per alcune categorie di dipendenti pubblici, che non hanno nulla a che vedere con gli esodati del privato, quota 96 e la possibilità di andare in pensione prima di 62 anni senza alcuna riduzione dell'assegn? pensionistico rispetto a chi va m pensione dai 65 anni in su. Permette a insegnanti che erano ~dati in pensione optando penlmetodo contributivo di vedersi riconosciuta la ben più ricca pensione retributiva. Sono tutte opzioni e trattamenti negati ai lavoratori e ai datori di ~avoro del settore privato che in questi anni hanno dovuto gestire esuberi di più di un milione di lavoratori non potendo, come in passato ricorrere ai prepensionamenti. Per fortuna il governo ieri è tornato sui suoi passi presentando emendamenti soppressivi dopo il parere negativo della Ragioneria. Ma non è solo una questione di coperture. Con che faccia potrebbe oggi il datore di lavoro pub~lico presentarsi al cospetto~ esodati e imprenditori privati, trattandoli tutto sommato come categorie di serie B? Il belloèchequesteoperazioni checi riportano indietro a prim~ della riformaFomero (conlabenedizione convinta di Cesare Damiano, autore di un'altra celebre controriforma delle pensioni). vengono presentati'~ come un modo di fare spazio ai giovani. M~ aumentando la spesa pubblica, dunque le tasse, si fidel destinatario, non nis~e,so~o per ridurre le opportumta di lavoro per i giovani. Certo la riforma punta a parole (come le leggi già in vigore) anche sulla mobilità dei dipendenti pubblici tra un' amministrazione e l'altra. Ma non si pone un interrogativo molto semplice: perché nel settore pubblico la mobilità volontaria procede in direzione opposta che nel settore privato? Perché la migrazione del privato è dalle aree ad alta disoccupazione del nostro Mezzogiorno verso le regioni del centro-Nord, mentre sono tantissimi i dipendenti pubblici che chiedono di essere trasferiti nelle regioni meridionali? Forse questo avviene perché lo stessosalariovalemoltodipiùal Sud. Un insegnante di scuola elementare a Ragusa, ad esemp_io, ha uno stipendio che gli assicura un potered' acquisto di almeno un terzo superiore rispetto_ a quello di un insegnante di ~1lano. Questo avviene,seppur m forma più contenuta anche nel settore privato, dove però c'è un'alta probabilità dl perder~ lavoro. Il fatto che la competiz10ne per trovare un altro impiego sia più alta al Sud che al Nord, perché ci sono più disoccupati e meno posti vacanti, è u~ problema per un dipendente privat_o. non per un impiegato p~blico c~e confida, a ragione, di non verure mai licenziato. _Finché il datore di lavoro pubb~co non.si darà strumenti per differeilZlare maggiormente le retribuzioni in base al costo della vita e per premiare le ammi~~trazi~ni ~più che i smgoli) pm effic1ent1 al Sud tanto quanto al Nord, non ci saranno risparmi nel pubblico impiego e, soprattutto, non ci saranno miglioramenti nella qualità dei servizi offerti ai cittadini Ma di salarieretribuzioniinquestainten~1inabile legge delega (che dara luogo a ben 8 decreti delegati) proprio non c'è traccia. I nostri ministri, forse perché sono essi stessi soggetti ad un alto tasso di turnover. continuano a credere nelle virtù taumaturgi- riproducibile. Pag. 23 Codice abbonamento: ~ ~ I SI 068391 TITO BOERI Quotidiano la Repubblica che del turnover nella Pa. Non si preoccupano di motivare la granmassadidipendenti,apartire dai nuovi entrati, coloro che sono destinati a lavorare a lungo, forse a vita, nella pubblica amministrazione. Perché i nuovi dovrebbero comportarsi di- Data Pagina Foglio versamentedacolorochesivuole "rottamare" se gli incentivi sono gli stessi di prima? Il ricambio generazionale può servire solo se accompagnato a nuove regole retributive che cancellino definitivamente ogni automatismo negli avanzamenti retributivi e ri- muovanol'egualitarismodifacciata, quello che permette divari stridenti nel potere d' acquisto fra diverse parti del paese per chi ha le stesse qualifiche e svolge le stesse mansioni. Per cambiare queste regole, il datore di lavoro pubblico dovrà, co- 05-08-2014 1 2/2 megiusto,contrattareconilsindacato. Può fare leva su un argomento molto forte: è un paradosso che il principio dello" stesso lavoro=stesso stipendio" venga disatteso in modo così palese proprio dove il sindacato è più forte. ©RIPRODUZIONE RISERVATA • ·~Bepubbli~ Codice abbonamento: 068391 I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 24 Quotidiano la Repubblica Pagina 05-08-2014 2/3 Foglio 1/ 2 Data Dìetrofront del governo stop alla pensione per 4 mila insegnanti rivolta nel Parlamento Via anche il limite dei 68 anni aprofes.50ri eprimari Renzi initato con itecnici del Tesoro: ''Troverò le risorse" iUISAGRION za aver raggiunto i 62 anni; pa- damenti del governo eliminano Niente soldi, palla al centro: per la riforma della Pubblica amministrazione la strada verso il traguardo si allunga un altro po'. Prendendo atto delle critiche mosse dal ministero dell'Economia e dal Commissario della "spending review" Carlo Cottarelli riguardo alla mancata copertura di alcuni provvedimenti, il governo ha presentato 3 emendamenti soppressivi per annullare quattro norme introdotte durante il passaggio del testo alla Camera. Norme sulle qualilamaggioranza,inAula, ha già votato la fiducia. Un'iniziativa che ha suscitato un vespaio di polemiche sia per il metodo usato che per il contenuto. Il dietrofront si è consumato su un tema altamente sensibile: le pensioni. Per evitare il muro contro muro con i tecnici della Ragioneria, ilministrodellaPl.Jbblica amministrazione Marianna Madia ha annunciato emendamenti al testo (già approvati dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato) riguardo ad insegnanti; primari e professori universitari; futuri pensionati che intendano ritirarsi dopo 42 anni di contributi anche senROMA renti delle vittime e superstiti delle stragi di terrorismo. Nello specifico è stata cancellata la modifica che permetteva di sbloccare i pensionamenti nella scuola, facendo saltare "quota 96" (somma d'età anagrafica e contributiva). La norma doveva sanare un errore tecnico commessonellariformaForneroche impediva l'uscita dal lavoro di 4.000 insegnanti (costretti a contaregliannidicontributinon secondo l'anno solare, ma scolastico). Un passo indietro sul quale si sono scatenate feroci polemiche, anche all'interno del Pd: lastessaCommissioneAffari CostituzionalidelSenatohaappro'I. ato un ordine del giorno, votato da tutti i gruppi, che impegna il g werno ad occuparsi della questione in un altro provvedimento «Giusto togliere quella misura che non c'entrava niente con il decreto, ce ne occuperemo nel paLchetto scuola entro la fine di ago.;to»,hapromessoRenzi,che in realtà sarebbe molto irritato per come i tecnici del ministero dell'E•'Onomiahannogestitoirilievi e per come, contro le riforme, si stiano coalizzando varie burocrazie. Insegnanti a parte, gli emen- il tetto dei 68 anni età per il pensionamento di-primari e professori universitari (tornano i 70 anni,secondolaRagioÌlerial'anticipo costava troppo). Per medicieprimarinondiclinicheuniversitarierestail tettodei65 anni, per i dipendenti statali di 62. Bloccataanchelanormachepermetteva ai lavoratori «precoci» (quelli che hanno iniziato da adolescenti) di andare in pensione, senza penalizzazioni, con 42 anni di contributi anche primadei 62 anni d'età (norma che preoccuperebbe i tecnici soprattutto per lapplicazione nel settoreprivato). Ultimostop,molto contestato, quello che blocca le pensioni di risarcimento ai familiaridellevittimedellestragi terroristiche: il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio avrebbero già trovato le coperture richieste, ma lo stralcio dal decreto è consumato, bisognerà trovare una nuova collocazione alla misura. Lo stop della Ragioneria non ha però riguardato solo la riformaMadia,maancheunanorma del decreto Competitività che permetteva di ridurre l'Imu su- gli immobili dotati di impianto fotovoltaico. Per accelerare i tempi della conversione il ministro delle Riforme MariaElena Boschi ha chiesto che sull'intero testo sia posta la fiducia. Stesso iter sarà applicato al decreto sulla Pubblica amministrazione che andrà alla fiducia al Senato e poi -presumibilmente- di nuovo alla Camera: le conversioni di entrambi scadono il 24 agosto. «Dobbiamo correre», ha ammesso la Madia. Metodi e scelte che hanno scatenato feroci critichecontro il governo «Quando la politica sbaglia deve saper riconoscereisuoierrori-hadettol'ex ministro Pd Cesare Damiano bloccare "quota 96" è vergognoso: si trattadirimediareun torto, non di assicurare un privilegio. La quota va reintrodotta entro agosto, senza perdere altro tempo». Parole dure anche dai sindacati: «Siamo davanti ali' ennesima dimostrazione di dilettantismo della classe politica», ha detto Raffaele Bonanni, Cisl. Per Michele Gentile responsabile settore pubblico della Cgil: «I fatti dimostrano che la declamata staffetta generazionale è una finzione: per farla servono investimenti, non bastano le norme». «Il governo è in stato confusionale», conclude Forza Italia. 068391 ©AIPAODUZIONEAISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali Codice abbonamento: Stop agli as.segni per i caduti delle azioni terroristiche. Forza Italia: esecutivo in confusione stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 25 Quotidiano LA STAMPA Data 05-08-2014 Pagina 2 Foglio 1 !:insegnante beffato "Ho mancato l'uscita per 5mesi e mezzo Lavorerò sei anni in più" FLAVIA AMABILE ROMA La settimana scorsa Ruggiero Pinto aveva quasi creduto alle parole di chi aveva applaudito alla fine dell'incubo per quelli come lui, i 4mila della Quota 96 beffati dalla riforma Fornero. Se non ci si fosse messo di mezzo il governo Monti, sarebbe un uomo libero dal 2012. Ma compiva 60 annl troppo tardi, cinque mesi e mezzo dopo lo spartiacque previsto dalle nuove regole. Cinque mesi e mezzo che gli sono costati due anni di lavoro in più e che - se nulla cambierà - alla fine della sua diventeranno sei. «Sono uno dei più danneggiati dalla riforma - spiega -. Perdo sei anni di vita e di serenità». Ruggiero inizia ~d insegnare poco dopo la laurea, sette anni di supplenze in una materia che allora era un'ottima seelta per assicurarsi un posto: informatica. Infatti nel 1984 supera un concorso, entra in ruolo. A Milano, però, non nella Puglia dove è nato. Insegna per otto anni tra Sesto San Giovanni e la periferia milanese. «Un periodo non semplice della mia vita. C'è stato chi mi considerava un terrone, ma lavoravo tantissimo ed erano molti di più quelli che mi rispettavano», racconta. Appena può torna l'insegnante torna in Puglia. Ormai siamo negli anni Novanta, il mondo dei computer è in profonda e rapidissima evoluzione, Ruggiero studia, si tiene aggiornato. Dieci anni dopo è ancora lì, stesso istituto, una materia da insegnare che corre più veloce di qualsiasi altra. Non fa in tempo a imparare una novità che subito ce n'è un'altra da capire. «Finito il lavoro a scuola studio sui libri, navigo in rete, frequento corsi di formazione. Tutto a mie spese». Vent'anni dopo Ruggiero è ancora lì. Studia sempre ma pensa anche che sia giunto il tempo di a tirare i remi in barca e godere il meritato riposo. «Se non si è mai insegnato non si ha idea di quanto sia faticoso questo mestiere. Soprattutto in questi ultimi anni i ragazzi sono molto più svegli. Se si rendono conto che non sei al loro livello non ti rispettano. E, in fondo, siamo obsoleti noi professori che abbiamo più di sessant'anni. C'è bisogno di forze più giovani e fresche». Lui ha un solo desiderio, a questo punto: lasciare le aule e ritirarsi in campagna a coltivare alberi da frutto. «Hò acquistato un pezzetto di terra un anno fa, ho bisogno di allontanarmi dal mondo». Pensiorll, dietrofront su quota l)(j "'"'''"'"'"''"-"""" Codice abbonamento: 068391 ''"'~'""'"'"'u'°"""'"clp,·mkltX'nl'"""""''"W"'"l"-'l"d" Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 29 Quotidiano LA STAMPA Data 05-08-2014 Pagina 2 Foglio 1 Francesco Boccia (Pd) "Ma così il Parlamento non ha più il potere di distribuire le risorse" ROMA Allora, onorevdle Boccia, alla fine ha vinto Cottarelli. Era lui che «doveva adeguare alla politica» e invece è andata all'opposto: nella vicenda di quota96 hanno prevalso le ragioni dei tecnici... «Se viene cancellato quello che anche Renzi definisce un errore grossolano, no, hanno vinto i diritti. Se invece questa gente andrà in pensione solo fra tre anni e i 4mila giovani che dovevano subentrare entreranno solo fra tre anni, sì avrà vinto Cottarelli. Ma in quel caso avrà perso la politica». Perchè? «Perché se un Parla- mento intero con provvedimenti unitari che vanno dalle mozioni agli ordini del giorno, alle proposte di legge, non è in grado di definire le priorità su cui concentrare le risorse significa che non conta nulla. Che basta mettere un commissario alle entrate ed uno alle uscite e funziona tutto: il Parlamento non serve più e nemmeno il governo». In Parlamento sono due anni che provate a cercare un rimedio. Qualcuno so- gente che ha lavorato per 40 anni e che accettato di sottostare alle regole dure della legge Fornero. Hanno solo chiesto di andare in pensione ad agosto, come è prassi nella scuola, anziché a gennaio». Ma questa copertura c'è oppure no? «La copertura c'è, è la stessa del resto del decreto Madia. È noto che quando c'è una divergenza politica tra governo e Parlamento si usa sempre questa motivazione per fermare i provvedimenti». Forse è ora di finirla con le leggi omnistiene però che sarebbero soldi sprecati bus, come sostiene anche Renzi. perchè questi 4mila insegnanti in fondo un lavoro ce l'hanno. Mica sono esodati. «Su questo sono d'accordissimo. In que«Sì, anch'io ho sentito questi ragiona- sto la Madia non ha colpe, è stata tirata menti. Di solito li fanno persone che han- dentro, come sul tetto dei professori». Il premier dice che a fine agosto-settemno pensioni d'oro o che le avranno, burobre la questione sarà risolta. crati che prenderanno 20mila euro al mese oppure opinionisti che stanno se- «Se è fine agosto va bene, se si va a setduti sulle loro comode poltrone. Mentre tembre questi 4000 si fanno un altro anquesti 4mila insegnanti di cui parliamo è no di lavoro. E 4mila giovani restano fuori. L'importante è saperlo». IP. BAR.J Depurat@ Boccia presiede la Commissione Bilancio della Camera I CU\TI Pl"Bl~I .IC'. .. Pensiorll, dietrofront su quota l)(j ''"'~'""'"'"'u'°"""'"clp,·mkltX'nl'"""""''"W"'"l"-'l"d" "'"'·'"'"'"''"-"""" Codice abbonamento: 068391 -<•·--·.--··-·-···~"-•• Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 28 1 Scuole sicure, arrivano i finanziamenti Sono in arrivo i primi finanziamenti del programma governativo #scuolesicure. Si tratta complessivamente di circa 400 milioni di euro destinati a 1639 istituti sparsi sul territorio nazionale. IJelenco, articolato per regione, è disponibile sul sito . del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ( www.istruzione.it ). Si tratta di una parte dei circa 2.000 progetti di messa in sicurezza e agibilità che erano rimasti esclusi dal cosiddetto «decreto del Fare». Il governo ha trovato nuove risorse per finanziarli grazie alla riprogrammazio- ne dei Fondi di sviluppo e coesione 2014-2020 operata dalla deliberazione del Cipe del 30 giugno scorso in base all'art. 48, comma, 2 del di 66/2014. Le aggiudicazioni avverranno con iter agevolato per consentire una rapida partenza delle opere, che hanno un valore medio di 160.000 euro. Sindaci e presidenti di provincia (che possono gestire le procedure con poteri da commissari stra- ordinari) riceveranno nei prossimi giorni una lettera del Miur che li autorizza ad avviare subito le gare, con pubblicazione del relativo bando, o ad affidare i lavori in caso di gare già espletate. Per l'assegnazione degli interventi ci sarà tempo fino al prossimo 31 dicembre. Il Cipe, infatti, ha deliberato la proroga a fine anno dalla scadenza iniziale del 30 ottobre. Gli altri 381 interventi presenti nelle graduatorie del «decreto del Fare» saranno finanziati con i ribassi d'asta, insieme agli ulteriori 845 interventi per il conseguimento del certificato di agibilità e per il completamento della messa a norma, previsti dal decreto del Miur n. 267/2013. Prosegue, quindi, l'attuazione del piano per l'edilizia scolastica predisposto dal governo. Per monitorarne l'evoluzione, è stato creato (all'indirizzo web http:// www.istruzione.it/edilizia_scolastica/) un portale dedicato, in cui saranno caricati documenti, normativa e Faq, utili sia per i cittadini che per le amministrazioni locali. Matteo Barbero ~~'BlJLl'.·~-"--~~11;\l_~l'll~Ll(l~~c~ """~ù·n1nl""'MWH•m Codice abbonamento: 068391 r,,v,,_,4,,"''"''d'/~,,,.,,w,Jdl'f'!p Scuola: testate nazionali Pag. 32 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 33 Foglio 1 Pagliari (Pd): il governo chiarisca ,Così si getta discredito sulla politica eia? Su quota '96 il governo si era impegnato a risolvere la situazione. E anche ilPd. Risposta. Dalla camera, dove il testo ha avuto una ' lunga gestazione, è giunta ,•·. una formulazione che non. aveva la bollinatura della Ragioneria. La relazione del Tesoro è giunta al senato, e dice che non c'è copertura. Si è creata una situazione inaccettabile, si sono alimentate aspettative che ora non si possono mantenere. Così si getta discredito sulla politica. D. Qualcuno rema contro? R. Io dico che va fatta chiarezza. La Ragioneria è un organo tecnico, che deve dire in modo obiettivo se sulle norme ci sono o meno le risorse. Questo alla camera non è stato detto. Vanno chiarite le responsabilità, quanto avvenuto non è serio. DI ALESSANDRA RICCIARDI i chiariscano le r~sponsabilità di ciascuno, quanto avvenuto non è accettabile», scandisce Giorgio Pagliari, senatore del Pd, relatore al senato del ddl di conversione in legge del decreto legge sulla pa. Spettatore della retromarcia del governo sui docenti della scuola e i risarcimenti per le vittime del terrorismo, norme introdotte alla camera e saltate a Palazzo Madama perché l'esecutivo si è reso conto essere prive di copertura. «Non ho potuto che prendere atto di quanto deciso dal ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, le norme inserite alla camera vanno soppresse perché non c'è copertura finanziaria». Domanda. Perché questa retromar- S 068391 I Codice abbonamento: << Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 33 1 Qoota 96 dopo, due anni ancora vittime dell'anno.scolastico che non è solare vato il comma 1dell'articolo1-bis del decretò · legge 24 giugno 2014, n. 90, è svanito dopo la ota 96», dop..o due anni .dalla presentazione nella commissione affari costituJj riforma Fomero, non ha ancora ziomili di Palazzo Madama dell'emendamento '' vinto la sua lunga battaglia per del governo Renzi con il quale viene abrog~t,o ·· ·· l'articolo in questione. In tale riconoscimento del veste, l'articolato è stato poi diritto ad andare in pensfone con trasmesso all'aula per il via i requisiti anagrafici e contributilibera definitivo. All'origine vi richiesti dalla normativa previdella decisione del governo, gente l'entrata in vigore delfarti· l'assenza della bollinatura da colo 24 del decreto legge 20112011, parte della Ragioneria geneancorché matqrati entro il 31 rale dello stato attestante le agosto 2012, anziché solo entro il coperture finanziarie necessa31dicembre2011. Si trattadi65 rie per coprire il collocamento anni per la pensione di vecchiaia, in pensione dei quattromila per la pensione di anzianità 60 docenti che avrebbero potuto anni di età unitamente a 36 anni beneficiarne a decorrere dal 1° di contribuzione, o 61 anni e 35 settembre 2014. di contribuzione oppure, indipenUna decisione basata su dentemente dall'età anagrafica, un dato, quello dei quattro· 40 anni dì contribuzione utile a pensione. Requisiti che circa 4 mila docenti mila interessati, del tutto presunto in quanto avevano maturato ad agosto dell'anno succef?~ trotto di.un monitoraggio posto in essere dal sivo al tenniµe fissato .dal1a :e:orn.E}~; yjsto che WStero d!;!ll'~one ne}1o.$COl'SO IP,ese qi nella scuola l'anno di servizio è scolastico e :rion ottobre in mal'.liera semplicistica edel tutto solare. Il traguardo che sembrava raggiunto, apptòSsimati\Ta. Ma ormai, ali:i;umo per.il dl · · dopo che l'aula di Montecitorio aveva appro• ·sullapa; è.tardi. m N1coLA MoNDÈLLI Codice abbonamento: 068391 Q Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 Quotidiano Data Pagina Foglio Il ricambio generazionale si fa sempre più arduo m FRANco BASTIANINI possono fare valere una età anagrafica inferiore a 62 anni. La improvvisa decisione del governo di chiedere l'abrogazione delle disposizioni di cui al punto 1) rischia di annullare ogni possibilità, almeno ancora per qualche anno, di dare corso all'auspicato ricambio generazionale. ---© Riproduzwne riseroata---11 Nella scuola stavano forse per essere poste in essere le basi per consentire, nell'arco di un paio di anni, quel ricambio generazionale da molti auspicato e annunciato dallo stesso ministro della pa, Marianna Madia. Necessario soprattutto tra i docenti della scuola primaria e dell'infanzia, ma anche tra quelli della scuola secondaria di primo e secondo grado: l'età mediaè oggi tra i quarantacinque e i cinquanta anni, con una percentuale di sessantenni che si aggira tra il venti e il venticinque per cento. Una età media che è tra le più alte che si registra nelle istituzioni scolastiche europee. A porle in essere concretamente avrebbero potuto contribuire, senza ombra di dubbio, alcune delle seguenti disposizioni contenute nel testo del decreto legge 24 giugno 2014, n.90 approvato in prima lettura dall'aula di Montecitorio. Disposizioni su cui è scesa pensatissima la decisione del governo di fermare tutto causa carenza di copertura. Le norme a cui il governo affidava il compito di realizzare un ricambio nella pa sono le suguenti: 1) l'articolo I-bis: avrebbe consentito a quattromila dipendenti della scuola, che alla data del 31 agosto 2012 avevano maturato i requisiti per accedere al trattamento pensionistico previsti dalla normativa previgente l'entrata in vigore della riforma Fornero, di cessare dal servizio potendo fare valere una età anagrafica minima compresa tra i 62 e i 63 anni, unitamente ad una anzianità contributiva compresa tra i tra i 37 e i 38 anni; 2) il comma 1dell'articolo1: abroga ogni possibilità di permanenza in servizio oltre i limiti di età previsti 11er il collocamento a riposo d'ufficio; 3) il comma 5 dell'articolo 1: attribuisce ai dirigenti scolastici la facoltà di risolvere il rapporto di lavoro del personale docente ed Ata a decorrere dalla maturazione non solo dei limiti di età, ma anche del requisito dell'anzianità contributiva richiesta per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1 ° gennaio 2012 dall'articolo 24 del decreto legge 201/2011. Identica facoltà è attribuita ai dirigenti degli uffici scolastici regionali nei confronti dei dirigenti scolastici; 4) il comma 6-bis dell'articolo uno nella parte in cui dispone che non trovano applicazione le riduzioni in percentuale del trattamento pensionistico previste dal comma 10 del citato articolo 24, nei confronti dei soggetti che maturano entro il 31 dicembre 201 7 il requisito di anzianità contributiva richiesta dalla normativa vigente anche se Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad 05-08-2014 34 1 uso esclusivo ,i,.-,,,,,,,/,,1"1'7,'.,!:lrNIJ~ <::J:'-.!..J!.!,A._,f-'~~~ Codice abbonamento: 068391 Pensione~ lin~iti";Ji;' ;~;oeahilità del destinatario, non riproducibile. Pag. 35 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 34 1 La Corte costituzionale ha fatto chiarezza sul raggio di azione dell'amministrazione Pensione, limiti alla revocabilità Al massimo tre anni di tempo per i trattamenti definitivi m N1cou MoNDELLI trattamento pensionistico liquidato a titolo definitivo ai pubblici dipendenti, ivi compresi i dipendenti della scuola, può essere revocato o modificato d'ufficio dall'amministrazione che ha emanato il provvedimento o a domanda dell'interessato non oltre il termine di tre anni dalla data di registrazione del provvedimento stesso o entro sessanta giorni dal rinvenimento di nuovi documenti. A chiarirlo è stata la Corte costituzionale con la sentenza n. 208 del 9-16 luglio 2014. I giudici della Consulta -dichiarando non fondata la legittimità costituzionale dell'articolo 204 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092/1973, sollevata dalla Corte dei Conti, terza sezione centrale di appello, nella parte in cui non consente la revoca o la modifica del provvedimento definitivo di liquidazione del trattamento pensionistico anche nel caso di errore di diritto- hanno presumibilmente posto fine, in tema, a interpretazioni non univoche registrate addirittu- Il termine di tre anni trova applicazione nel caso in cui, nel predisporre il provvedimento di pensione, vi sia stato un errore di fatto o sia stato omesso di tenere conto di elementi risultanti dagli atti o vi sia stato un errore nel computo dei servizi o nel calcolo del contributo di riscatto, nel calcolo della pensione, assegno o indennità o nell'applicazione delle tabelle che stabiliscono le aliquote o l'ammontare della pensione, assegno o indennità. Quello di sessanta giorni è il termine entro il quale l'amministrazione o l'interessato potranno chiedere la revoca o la modifica del provvedimento nel caso siano stati rinvenuti nuovi documenti o si è avuto notizia della riconosciuta o dichiarata falsità dei documenti agli atti. Nessuna revoca o modifica è invece possibile quando, successivamente all'emanazione del provvedimento definitivo di pensione, si riscontra esserci stata una errata interpretazione o applicazione di norme di diritto. Ad avviso dei giudici xella Consulta, la mancata inclusione nell'articolo 204 dell'errore di diritto, tra le cause che rendono possibile la richiesta di revocare o modificare un provvedimento pensionistico, non solo non viola la Costituzione ma è finalizzato a rafforzare e garantire la sicurezza giuridica delle aspettative del dipendente collocato a riposo, sicurezza giuridica che non è invece assicurata dall'errore di fatto o di calcolo. La sentenza in esame rafforza la raccomandazione che da parte del dipendente, che dal 1° settembre cessa dal servizio con diritto a pensione, ci sia un controllo preventivo della posizione stipendiale e contributiva in essere quale si può ricavare anche da un attento esame dal «prospetto dati» documento che gli uffici scolastici territoriali trasmettono all'ente previdenziale che dovrà predisporre il provvedimento di pensione. -----© Riprodu,zwrw riservata-lii Codice abbonamento: 068391 I ra anche tra le diverse sezioni della Corte dei Conti. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 36 1 Ata, nessun aumento in organico di fatto m ANTIMo D1 GERONIMO Codice abbonamento: 068391 I direttori generali potranno andare incontro alle necessità delle scuole, segnalate dai dirigenti, spost.ando unità di personale Ata da una scuola a un 'altra. Ma in ogni caso, i posti autorizzati dovranno essere pari al numero complessivo stabilito dall'amministrazione centrale per la regione di riferimento. In pratica, se sì dà un'unità in più ad una scuola, bisogna toglierla da un'altra parte, altrimenti alla fine i conti non tornano. Il monito viene dal ministero dell'istruzione che, a questo proposito, ha predisposto una nota che sarà inviata a breve ai direttori generali. Il provvedimento si è reso necessario per fare fronte alle richieste degli uffici scolastici, a loro volta, tempestati di richieste dai dirigenti scolastici, che faticano a coprire le necessità con le scarse risorse a loro disposizione. Specie se si pensa che non sono rari i casi di collaboratori scolastici a cui è reclusa l'attività ordinaria a causa di invalidità certificate. Il ministero, però, ha risposto sostanzialmente picche. Perché i soldi sono quelli e bisogna farseli bastare. L'amministrazione ha spiegato, infatti, che l'attivazione di posti nella presente fase può avvenire, sulla base delle richieste formulate dai dirigenti scolastici, anche a mezzo di compensazione con un corrispondente numero di posti già previsti in organico di diritto per i quali i direttori regionali ritengono possibile la revoca del funzionamento e per i quali siano cessate le condizioni che ne avevano legittimato l'istituzione. In ogni caso l'adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto non dovrà superare quanto previsto per l'anno scolastico 2013-2014. L'amministrazione centrale, inoltre, ha spiegato che i direttori potranno valutare l'opportunità di procedere all'attivazione di ulteriori posti nelle istituzioni scolastiche nelle quali si verifichi concentrazione di personale inidoneo (1 posto ogni 2 o 3 unità di tale personale o con mansioni ridotte nel profilo professionale di collaboratore scolastico o assistente amministrativo o tecnico) ovvero nei casi nei quali non sia possibile garantire, in altro modo, le necessarie condizioni di sicurezza e di incolumità.. Nel caso in cui lo stato di inidoneità riguardi il personale appartenente al profilo professionale di direttore dei servizi generali ed amministrativi o profili con una sola unità e non si renda possibile procedere alla utilizzazione , i direttori regionali dovranno segnalare la cosa direttamente al ministero. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 36 1 • • • • •• • • •• • • • • •• ••••••••••••••••• • • SI PARTE CON lE ASSUNZIONI IN ATTESA DEL SI DEFINITIVO AL DECRETO ••••~•·-•••••m><•-~->0>0-umm»•w--..._ Immissioni in ruolo al via, il Miur gioca d'anticipo rispetto al Tesoro DI CARLO FORTE ono 28. 718 le immissioni in ruolo di docenti autorizzate dal ministero dell'ecnomia in vista dell'avvio del prossimo anno scolastico. Di queste, 15.439 saranno destinate all'assunzione di insegnanti su post.o comune e 13.342 alle immissioni in ruolo di docenti di sostegno ai portat:.ori di handicap. Le immissioni in ruolo aut:.orizzate per il personale Ata (ausiliari, tecnic~ e amministrativi) invece sono pan 4599 posti. La richiesta del ministero dell'istruzione era stata di autorizzare 52.010 unità di personale docente e Ata. Per i docenti su post.o comune sarebbero rimasti liberi 15.439 posti per i pensionamenti e altri 14.313 sarebbero posti vacanti. Per il sostegno, invece, i posti liberi sono 13.342 sostegno. E dunque, la copertura totale sarà data solo ai posti vacanti del sostegno. Per gli Ata i posti liberi sarebbero 4.599 cessazioni, ai quali vann(] aggiunti 4.317 posti vacanti. I dati S Nondimeno, l'anticipazione degli effetti è necessitata dal fatto che, se non sì seguisse questa prassi, non si farebbe in tempo a disporre le immissioni in ruolo prima dell'inizio delle lezioni. E ciò comporterebbe una sorta di ingorgo amministrativo. lJamministrazione, infatti, nelle more dell'approvazione del decret:.o, dovrebbe assumere supplenti e poi dovrebbe licenziarli a seguito della nomina dei docenti a tempo indeterminato. E ciò determinerebbe l'interruzione della continuità didattica con inevitabili danni per gli alunni. Le assunzioni in ruolo saranno effettuate sui posti che risultano disponibili e vacanti per l'intero anno scolastico, dopo la conclusione di tutte le operazioni di utilizzazione e di assegnazione provvisoria. Il numero dei posti su cui potranno essere disposte le assunzioni a tempo indeterminat:.o sarà ripartito a metà tra le graduatorie dei concorsi per esami e titoli attualmente vigenti e le graduatorie ad esaurimento provinciali. Nelle assunzioni si terrà cont:.o delle quote di riserva, previste dalla legge 68/99 in favore degli invalidi e degli orfani per lavoro (rispettivamente: 7% e 1% dell'organico) da assegnare sia al concorso per esami e tit:.oli che alle graduat:.orie ad esauriment:.o. Le operazioni di nomina saranno effettuate al nett:.o dei posti accant:.onati sul contingente dell'anno scolastico 2010/2011, da ricoprirsi a seguit:.o dello sciogliment:.o delle vertenze relative ai docenti inseriti «a pettine>> nelle graduat:.orie ad esauriment:.o a seguit:.o di provvedimenti giudiziari. ~le assunzioni non potranno essere disposte sulla t:.otalità dei posti assegnati, in assenza o per esauriment:.o delle graduat:.orie o perché saranno venuti meno in sede di adeguamento i posti previsti in organico di diritto, ovvero per effetto delle utilizzazioni di personale in esubero, sarà consentit:.o, fermo restando il limite del contingente provinciale assegnato, destinare tali eccedenze a favore di altre graduat:.orie, avendo riguardo alla tipologia del post.o. Tale compensazione tra le classi di concorso dovrà avvenire, in relazione alle esigenze accertate in sede locale, con particolare riguardo agli insegnamenti per i quali da tempo esista la disponibilità del posto e, per i posti di sostegno, con particolare attenzione alle tipologie di post.o che presentino basse disponibilità e sempre tenendo cont:.o delle modifiche degli ordinamenti e dei curricula in corso. Al personale neoassunto sarà assegnata una sede provvisoria per l'anno scolastico 201412015. La sede definitiva sarà assegnata l'anno prossimo ad esit:.o della mobilità. Codice abbonamento: 068391 sono stati resi noti dall'amministrazione centrale il 30 luglio scorso. La ripartizione per province, posti e classi di concorso sarà resa nota, invece, nel corso di questa settimana. Nel frattempo, il ministero dell'istruzio~e ha già preparato il decreto che servirà a legittim:rre le ope:az~oni. Anche se, di norma, le operaz10m avvengono con largo anticipo rispetto all'emanazione definitiva del decret:.o. Che peraltro, prima di dispiegare effetti, necessita del placet degli organi di controllo, che avviene al termine di un iter lungo e complicat:.o. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 36 1 Il Miur si attrezza per l'aggiornamento delle liste di istituto: novità per le segreterie Sos graduatorie, numero verde I punteggi, saranno attribuiti automaticamente dal sistema DI ANTIMO DI GERONIMO raduatorie di istituto, numero verde per risolvere i casi difficili e valutazione automatica dei punteggi. Sono queste le novità più importanti contenute in una nota emanata il 29 luglio scorso dal ministero dell'istruzione che reca alcune indicazioni tecniche per consentire alle segreterie scolastiche di compilare agevolmente le graduatorie di istituti finalizzate all'individuazione degli aventi diritti to a ricevere le proposte di assunzione per le supplenze. Dunque, gli impiegati e i direttori dei servizi generali e amministrativi delle istituzioni scolastiche, che dovessero incontrare difficoltà nell'utilizzo delle funzioni per la compilazione ' delle graduatorie di istituto, potranno telefonare al numero verde: 800.903080. Il ministero ha spiegato, però, che il numero va utilizzato solo per questioni non risolvibili consultando le Faq redatte dall'amministrazione centrale. Che sono contenute nella nota del 29 luglio scorso. E sono consultabili dagli addetti alle segreterie scolastiche direttamente al Sidi (Sistema informativo dell'istruzione). Anche la valutazione delle domande risulterà più agevole rispetto alle altre volte. Perché gli impiegati non dovranno più calcolare i punteggi. Quest'anno, infatti, per la prima volta, la valutazione dei punteggi sarà effettuata automatica- rà all'ufficio i dati presenti a sistema per il triennio 2011/14 in termini di: dati anagrafici, di recapito, graduatorie, specializzazioni, preferenze e punteggi. Qualora, invece, l'aspirante risultasse presente nelle graduatorie ad esaurimento di una sola provincia, la funzione permetterà all'ufficio di operare impostando la provincia delle graduatorie ad esaurimento e inserendo i dati ex-novo, tranne quelli anagrafici e di recapito, se l'aspirante non è mai stato incluso sulle graduatorie di istituto di II e III fascia o proponendo i dati presenti in base informativa, se l'aspirante era già incluso sulle graduatorie di istituto del passato triennio. Indipendentemente dall'ufficio operante, la domanda sarà comunque «agganciata» all'identificativo numerico della posizione nelle graduatorie a esaurimento. Se l'aspirante dovesse essere presente nelle graduatorie ad esaurimento.di due province, la funzione permetterà di operare solo se l'istituzione scolastica appartiene ad una delle due province delle graduatorie a esaurimento, inserendo i dati ex-novo tranne quelli anagrafici e di recapito se l'aspirante non è mai stato incluso nelle graduatorie di istituto di II e III fascia o proponendo i dati presenti in base informativa, se l'aspirante era già incluso nelle graduatorie di istituto del passato triennio. ---©Riproduzwne riservata---- Codice abbonamento: 068391 G mente dal sistema tramite la funzione «Acquisizione/ Aggiornamento Posizione». Tale funzione consente di acquisire le domande di inclusione nelle graduatorie di circolo e d'istituto di II e III fascia del personale docente ed educativo, ricevute in formato cartaceo (modelli Al, A2 e A2bis). E per la prima volta effettuerà la valutazione automatica dei titoli e dei servizi, sulla base dei criteri stabiliti nelle nuove tabelle di valutazione emesse con decreto 308/2014. Per utilizzare questa nuova procedura la segreteria scolastica accederà alla funzione di «Acquisizione/Aggiornamento Posizione» sempre tramite il codice fiscale dell'interessato. Nel caso in cui l'aspirante non sia mai stato incluso nelle graduatorie d'istituto, né risulti incluso nelle graduatorie a esaurimento, la funzione permetterà l'inserimento ex-novo di tutti i dati dell'aspirante, compresi dati anagrafici e di recapito. In questi casi, è indispensabile verificare il corretto inserimento dei dati anagrafici al fine di consentire al sistema l'associazione degli stessi ai dati di registrazione a Polis ed all'eventuale modello B inserito. Che è il modello tramite il quale gli aspiranti scelgono le scuole dove intendono figurare nelle graduatorie di istituto. Nel caso in cui l'aspirante risultasse incluso nel passato triennio in II e/o III fascia delle graduatorie d'istituto, la funzione propor- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 37 Foglio 1 Brillanti i risultati dei liceali Disastro nei professionali DI GIORGIO CANDELORO 1 1 promossi in ulteriore lieve aumento agli Esami di Stato, dove crescono, seppur di poco, anche le lodi e calo netto dei bocciati (dal 10,3% del 2013 al 9,6%) negli scrutini delle classi intermedie delle superiori. Diminuiscono anche le sospensioni di giudizio. Pure alle medie promozioni in aumento in prima e seconda, mentre all'esame di terza i promossi continuano a sfiorare il 100%. Sono i dati 2014 forniti dal Miur, rilevati alla data del 28 luglio. Si tratta di un quadro quasi completo (il 95% dei candidati agli Esami di Stato, il 92% degli scrutinati alle superiori e il 91 % alle medie). Anche se le cifre definitive saranno rese note solo in ottobre e pubblicate in appositi focus a cura del ministero, questi numeri consentono già alcune riflessioni. Intanto l'esame di stato: in Italia è davvero molto difficile non superarlo. Già gli ammessi erano stati quest'anno il 95,8%, il 99,2% dei quali è stato poi promosso (lo 0,1 % in più rispetto al 2013). In crescita anche i »superbravi con lode», circa 3400 ragazzi, lo 0,8% del totale, una trentina in più dell'anno precedente, concentrati soprattutto al sud (in testa la Puglia), con l'immancabile coda di polemiche mediatiche sulla »manica larga» degli esaminatori meridionali rispetto a quelli del nord. In lieve diminuzione, invece, i 100 e voti alti compresi nella fascia tra il 90 e il 99, mentre aumentano le votazioni medie e discrete tra i 81 e 90 e 71 e 80. Scorporando questi dati per indirizzo emerge la conferma di un fenomeno tipicamente italiano: i voti migliori se li accaparrano i liceali, che sono in netta minoranza numerica, mentre la maggioranza dei loro coetanei, che frequenta i tecnici e i profes\ sionali si conferma fanalino di coda nella Il dato è confermato anche dagli scru· tini intermedi delle superiori: fermo restando che il grosso dei bocciati continua a concentrarsi nel primo anno di corso per tutti gli indirizzi, la maggior parte dei non ammessi proviene dai professionali (16%), seguiti dai tecnici (12,3%) e dai Licei (5,1%). Stessa musica per le sospensioni di giudizio: 29,8% nei professionali e 28,4% nei tecnici contro un più contenuto 22,1 nei licei. Ne emerge un quadro piuttosto allarmante relativo all'istruzione tecnico-professionale italiana, che se da un lato continua ad essere ogni anno quella più scelta dalle famiglie di chi esce dalle medie, presenta però un quadro di esiti non confortante: nei professionali quasi la metà degli studenti frequentanti i primi quattro anni non viene promosso a giugno, presentando un andamento non regolare dell'anno scolastico. Situazione analoga per circa il 41 % dei ragazzi dei tecnici. Una situazione che si riverbera ovviamente sui risultati degli Esami di Stato, il cui esito numerico è condizionato dall'andamento degli anni precedenti, ma che è anche l'anticamera dell'abbandono e della dispersione scolastica di cui proprio i tecnici e i professionali soffrono di più. Non un bel biglietto da visita per un settore della scuola italiana che, specie in tempo di crisi, dovrebbe essere centrale e strategico. C'è da augurarsi che l'annunciato potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro possa aiutare a superare l'impasse. ---O Riproduzinne riservata---- Codice abbonamento: 068391 1 valutazione finale del ciclo di istruzione superiore. Più del 60% delle sufficienze secche e dei voti più bassi, compresi tra il 61 e il 70, infatti, sono appannaggio dell'istruzione tecnica e professionale, mentre, all'opposto, i due terzi delle lodi targate 2014 e quasi il 70% dei 100/100, sono in dote agli studenti liceali. Scuola: testate nazionali Pag. 40 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 37 Foglio 1 Clil, per insegnare basta il livello B2 di inglese DI ANTIMO DI GERONIMO Dal prossimo anno nell'ultimo anno scuole superiori una disciplina non linguistica sarà insegnata da docenti che parleranno in ingle,se. Al Liceo linguistico cominceranno già dal terzo anno. E quanto si evince da una circolare emanata dal ministero dell'istruzione il 25 luglio, scorso, che contiene le prime disposizioni in tal senso (prot. 4969). Dal 1° settembre prossimo, dunque, una disciplina non linguistica, o parte di essa, sarà insegnata in lingua straniera. E quindl l'alunno, mentre imparerà la disciplina, apprenderà contemporaneamente la lingua straniera. Si tratta della cosiddetta metodologia Clil. A regime il docente della disciplina non linguistica che insegnerà secondo la metodologia Clil dovrà essere in possesso di un titolo di perfezionamento rilasciato dall'università al termine del corso di 20 crediti formativi universitari (Cfu). Ma a tale corso potranno accedere solo i docenti al docente in possesso di certificazione linguistica di livello Cl. L'amministrazione, però, ha già avviato dei corsi di formazioni diretti proprio a consentire ai docenti interessati di raggiungere il livello Cl. L'avvio graduale, attraverso moduli parziali, potrà essere sperimentato anche dai docenti comunque impegnati nei percorsi di formazione per acquisire il livello B2. Ed è la novità più importortante della nota del Miur. L'avvio della metodologia cm sarà possibile tramite una programmazione da parte del docente della disciplina non linguistica, concordata anche con l'insegnante di lingua straniera e, dove presente, con il conversatore di lingua straniera e con l'assistente linguistico. Anche tenendo conto degli orientamenti forniti nelle indicazioni nazionali per i licei e nelle linee guida per gli istituti tecnici. Potranno essere valorizzate anche le competenze degli insegnanti che rientrano sul territorio metropolitano dopo aver prestato servizio in scuole italiane all'estero. L'obiettivo a cui le scuole dovranno tendere è quello di insegnare con modalità Clil orientativamente il 50% del monte ore della disciplina. Le novità riguarderanno anche l'esame di stato: l'accertamento del profitto nelle discipline non linguistiche veicolate in lingua straniera dovrà mettere gli studenti in condizione di valorizzare il lavoro svolto durante l'anno scolastico. Tuttavia, qualora la disciplina interessata dovesse costituire materia oggetto di seconda prova scritta, siccome questa prova è a carattere nazionale, essa non potrà essere svolta in lingua straniera. Codice abbonamento: 068391 --©Riproduzione riseroata-- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 37 Foglio 1 Firmato l'accordo stato-regioni. Serve un successivo atto per indicare gli standard Educazione permanente flop Enunciati i principi, le azioni concrete non ci sono DI GIORGIO CANDELORO ato nella Conferenza to-Regioni l'accordo Governo, Regioni ed nti locali che approva le linee di intervento sull'apprendimento permanente e sull'organizzazione delle relative reti territoriali. Si tratta, in sostanza, di un insieme di indicazioni per realizzare percorsi di apprendimento basati della sinergia tra soggetti pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro. Nello specifico l'accordo definisce ruolo e tipologia degli enti che comporranno le reti : servizi pubblici e privati di istruzione e formazione, centri provinciali per l'istruzione degli adulti, poli tecnicoprofessionali, centri per l'Alta formazione artistica e musicale, organismi con finalità di istruzione, formazione e lavoro, inclusi quelli del Terzo Settore, servizi di orientamento professionale, camere di industria, commercio, artigianato e agricoltura, organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. La modalità or· ganizzativa per fornire l'apprendimento permanente sarà appunto quella delle reti territoriali, le cui leve strategiche di funzionamento saranno i centri per l'impiego e i servizi per il lavoro accreditati dalle Regioni. Questi dovrebbero essere in grado di offrire i seÌ"vizi di orientamento, rilevazione dei fabbisogni e messa in trasparenza delle competenze, così da rendere davvero integrato il sistema. Tutto questo, però in teoria. Nella pratica l'accordo resta poco più che una dichiarazione di intenti e una individuazione di criteri generali sull'educazione degli adulti e dei giovani adulti: per il momento infatti l'accordo demanda ad un successivÒ atto normativo l'individuazione degli standard minimi di servizio per la realizzazione delle reti, la cui creazione resta ancora nelle mani delle Regioni e non degli enti territoriali, in barba allo sbandierato principio strategico della costruzione dal basso dei percorsi di apprendimento permanente e della cosiddetta governance multilivello. Insomma l'accordo si limita ad indicare chi dovrà mettere in moto l'operazione, ma le concrete modalità di coordinamento fra i vari enti risultano ancora piuttosto nebulose. Quello che è certo è che le reti dovranno partire mantenendo inalterati gli attuali assetti istituzionali e servendosi delle (scarse) risorse finanziarie e umane disponibili. Anche i continui richiami, presenti nel testo dell'accordo, alla necessità di certificare rigorosamente le competenze rischiano di rimanere lettera morta, visto che i vari enti che dovranno comporre il macro-sistema dell'apprendimento perma- nente o non dispongono ancora di sistemi di rilevazione e di autovalutazione, o ne hanno d sensibilmente diversi da regione a regione. Un altro problema si· gnificativo può essere rappresentato dall'insistenza sulla parificazione tra apprendimento formale, non formale e informale, il primo istituzionalizzato e certificato gli altri due di natura più "sociale", ma i cui percorsi potranno essere inseriti nel libretto formativo del cittadino. Come integrarli e armonizzarli nel nuovo sistema e nella difficile coesistenza tra apprendimento come diritto e apprendimento come formazione al lavoro? Uaccordo insomma tenta, anche coraggiosamente, di indicare una direzione di marcia verso un ampliamento della platea dei soggetti destinatari di apprendimento permanente e verso un'idea di educazione e formazione come servizio alla persona per tutta la durata della vita, ma le azioni concrete per realizzare questi obiettivi restano ancora sostanzialmente sulla carta Codice abbonamento: 068391 -----© Riprod1J2iorw riseroata----- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 42 Quotidiano Data 05-08-2014 Pagina 38 Foglio 1 L'ESPERTO RISPONDEI Il caso di un prof che assiste da solo il padre e finisce in esubero Precedenze per la legge 104, la convivenza non serve più Prevista dal contratto, ma non dalla legge che è prevalente ssisto in. Yia. es·e···t.~iva m.ì.·() p.··acir.e, .l"l.;portato~dihandiéap ~ve,mànon A ìttìma .fino al icolf>21;,. della···· convivo .COJ1 luj.. sehbepe s0,l() t'or,màl· ntrattazio- •· mente; pereh,tSm~~~p88$0~iltenqio . le norme a casasu,a che. a casa inia> D .dirigente , <lella mia $uola, per,ò, mi.ha dichiara· ~. ·. .$ono ianz.ionate ' to sopr,annumer,ario, proprio perché la la nullità e lasoStituzioconvivenZll non tjsul•a fonltabn~te, ne autqmgtica d{!l//! clq,usQl<f difformi con le e sono stato J;l,'Q.~itod,'uffi,cio in una norme di legge con cui contrastano. In buona sede moltolontanada casa. Posso fare sostaq,za, dunq~ sebbeneilcontrq,ttopreveda ricorso? · · ktremfi,miatu I / ·Tn effetti il requisi'to<kllaconoivef!Zct è espres- • J. sametJ,te previsto dallq, ~ormativa contrat- . tuale. Pertanto, il dirigente scolastico non ha fatto altro che attenersi ·alla prassi v;igente, . Resta il fatto, però, Chft daJ 2000 il requisito · della convivenza non è pii:t previsto dalla kgge, mentre i contratti sulla mobilità continuano Codice abbonamento: 068391 i espres~nte l<if conuiveflZa, tale pr;evisione; essendo in contrasto conl'artieolo 33., eommi 3 e 5deUa legge 1()4192, è. do, considerqrsi come se non fosse maiesis#ta e, per qWJito motivo, in sede di applwazi:òne dotìrebbe essere sostitu- . ita propri(> con l'articolo 83 della legge 104192, Nondinwno, cOn(Jid.eratoche nella prassi questo non açcaàe, l'unico rimedio effettivamente esperibile è il ricorso al giudice del. lavoro. An:timo Di Geronimo Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 2/3 1/ 2 Ecco perché il premier rilancia ora è sfida a Ragioneria e Tesoro Il RETROSCENA ROMA «L'emendamento sulla "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della riforma della Pa e quindi è stato giusto toglierla dal decreto». Fosse tutta qui la retromarcia del governo somiglierebbe ad una resa, anche se un po' sorprende il motivo addotto dal premier che ieri mattina a palazzo Chigi ha ricevuto il ministro Madia insieme al sottosegretario Delrio. Non ci sarebbe problema di coperture, quindi, come ha anche sostenuto il commissario Cottarelli, ma solo un problema di stile, di compatibilità formale. Motivi, questi, che avrebbero spinto il ministro Madia a levare dal decreto in corso di conversione, il passaggio che avrebbe permesso a 4 mila insegnanti di andare in pensione e sfuggire dalla tagliola della riforma Fornero che, per errore del Mef, non tenne conto. ~he l'anno .di per;sionamento degh m?egnantI non.e solare ma legato all u anno scolastico. d · t · · . d" n errore .ei ec11:in, SI isse ancora, forse gh stessi a comunque colleghi di coloro che al Mef nelle settimane scorse hanno dato parere contrario mentre nell'aula della Camera il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boeeia, dava il via libera. Poi l'intervista di Cottarelli, qualche editoriale e uindi la frenata della Ra ioneria q . . g - su questo e altn decreti - che non fa fare al governo una bella figura ma neppure a tutti i partiti di maggioranza e di opposizione che di promesse in materia ne hanno fatte tante. ' ' «Motivi di copertura» e rischio di creare un «pericoloso precedente», le motivazioni che provengono dai tecnici di via XX Settembre. Renzi, come si dice a Roma, "abbozza" ma rilancia e fa sapere che «a fine agosto - nel decreto sulla scuola del ministro Giannini - preRitaglio Scuola: testate nazionali mono posizioni a prescindere». E ancora, «i diritti dei lavoratori vengono prima dei giochini dei ragionieri che lavorano al riparo di stipendi d'oro». Un attacco durissimo, quello del presidente della Commissione Bilancio della Camera, che ricompatta il Pd. DECRETO Resta il fatto che dare come termi· ·f· · ne «f"me agosto» sigm 1ca costnngere i 4 mila insegnanti in uscita e i . . .. 4 mila g1ovam m ent~ata, ad ~tte~dere un altro anno ~1st? che Il pnmo settembre c.ommcia un al~ro ~nno e ~he per ditventare ope~ativo il pens10namen o da quest anno occ~rr~rebbe un decreto entro la meta.di ago~to. La tr~r;cea .e comunque sca'.'ata. e Renzi e deciso a combattere smo m t d 1 b tt r t ·t · · on ~ a ag ia con ro i ~cD1~1 c.h~ ~ec1der~bbero .al P?Sto ~1 poht1c1 m contmu~ d1veD1~e ~sta la s~arsa du.ra~a dei gov~r11:1. L ann~n ci.o f~tto 1en da Renz1 ~1 «~n ol~mp~oDlco. programma dei mille g10rDI» la.dice lunga. «Stav?lta n?n,acc~tto 1i;iterfer~nz.e tecD1c?e» e 1avviso d1 ~~nz1 nvolto, forse, allo stesso mm1stro Padoan. - . Marco Conti ° 1 - ...,. La fotografia -dei pensionati ----- -- -···-- -···- 1 --~- I~-~-,,__ ~- -~' 2.200.000 13,3% fino a 500 --·-----4.870.000 29,3% 500-1.000 ---6.400.000 38,7% 1.000-2.000 --··-·--4,2% 2.200.000 2.000-3.000 ---3.000-5.000 . 13,2% 690.000 -- -199.000 1,2% 5.000-10.000 11.683 0,1% oltre 10.000 626.408 ---- o•- -·--- - - - ·; --.-- Donne Uomini - - - - - 52,9% nuovi pensionati non più percettori NORD CENTRO ' 47,1% SUD I Fonte: lstaHnps (Casellario centrale ddi tutti gli enti previdenziali) AN~~~~~i~e.iri FORTE IRRITAZIONE TRA I OEM. BOCCIA: «I DIRITTI DEI LAVORATORI VENGONO PRIMA DEI GIOCHINI DEI RAGIONIERI>• MA ANCHE CON UN NUOVO DECRETO ENTRO Il MESE Gli INSEGNANTI DOVRANNO ATTENDERE UN Al TRO ANNO ©RIPRODUZIONERISERVATA _L stampa ad uso esclusivo del I j 068391 capo del governo: solo questioni di forma non di copertura Codice abbonamento: ~Il pariamo un intervento assai più ampio come platea del perimetro dei 4 mila insegnanti coperti dalla "quota 96"». Se non è un dito in un occhio dei tecnici, poco ci manca, e comunque si ripropone un braccio di ferro che non si vedeva da anni visto che sinora la politica aveva sempre dovuto cedere a tecnici e commissari. Un braccio di ferro per ora perso anche con i professori universitari in grado di far letteralmente scomparire dal testo l'opportunità che i senati accademici potessero mandarli in pensione a 68anni. Tra i più irritati per l'epilogo, dopo il ministro Madia e Renzi, è proprio Boccia: «Dico a Renzi che se vogliamo essere quelli che vanno a Bruxelles a chiedere di farla finita con i danni collaterali da rigore e austerity, in Italia non possiamo lasciare decidere ai tecnici che assu- destinatario, non riproducibile. Pag. 44 Quotidiano Data Pagina I Statali,. dietrofront sulle pensioni Renzi: intervento più ampio per i prof Foglio 05-08-2014 2/3 1/ 3 Il GOVERNO ANNUNCIA MISURE AFINE AGOSTO SINDACATI ECATEGORIE IN RIVOLTA PllE SEl ATIACCANO ..,.Stop all'uscita anticipata di 4.000 insegnanti. Docenti universitari e primari potranno lavorare fino a 70 anni zonte sono arrivati e si sono trasformati in temporale sul decreto di riforma della Pubblica amministrazione. Ieri mattina il governo, con alcuni emendamenti presentati dal ministro Marianna Madia in commissione Affari costituzionali al Senato, ha fatto una serie di clamorose marce indietro: niente pensionamento anticipato a settembre per i 4.000 tra docenti e personale della scuola che avevano raggiunto "quota 96" nell'agosto del 2012 intrappolati dalla legge Fornero; niente eliminazione delle penalizzazioni per i lavoratori con oltre 41 anni di contributi che vorrebbero smettere di lavorare prima dei 62 anni; niente pensionamento d'ufficio per i professori universitari e i primari che invece vogliono restare al loro posto fino a 70 anni. Un altro emendamento presentato dal governo e approvato elimina infine alcuni benefici sul calcolo della pensione per gli invalidi vittime del terrorismo. A nulla sono valse le proteste dei sindacati e si sono rivelati inutili i tentativi di mediazioni dei politici (di opposizione, ma anche di maggioranza): ha vinto la forza dei numeri, ha vinto il no dei tecnici della Ragioneria generale dello Stato che, nella relazione anticipata da Il Messaggero (vedi edizione LA MOSSA La questione ha scatenato però un tale putiferio con mal di pancia diffusi anche all'interno dello stesso Pd che, almeno per quanto riguarda la vicenda della "quota 96" dei docenti,. Renzi in serata ha fatto trapelare di essere pronto a rimediare: a fine agosto arriverà un nuovo provvedimento sulla scuola che risolverà l'annosa questione degli insegnanti rimasti intrappolati nelle maglie della riforma Fornero e riguarderà una platea ben più ampia dei 4.000 individuati finora. Insomma un vero e proprio rilancio. Aver tolto ora la deroga dal decreto sulla pubblica amministrazione, chiarisce però il premier, è stato giusto perché «non c'entrava nulla con la ratio generale del provvedimento». DIRITTI EBUROCRATI Se davvero qualcosa cambierà di sicuro non sarà con il decreto Madia che, dovendo essere convertito in legge entro il 23 agosto, si avvia alla richiesta di fiducia anche al Senato (poi dovrà ripassare nuovamente alla Camera). L'intervento di Renzi è sembrato a molti la classica pezza a colodi domenica scorsa), avevano boc- re. Il dietrofront sulle deroghe ai ciato le norme per coperture finan- pensionamenti anticipati (che già ziarie insufficienti. Poco importa era finito nel mirino del commissa- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del co». Il sindacato autonomo della scuola Gilda grida alla «beffa». Delusione fortissima tra i giovani chirurghi che amaramente osservano: «Ha vinto il Gattopardo». Giusy Franzesè destinatario, 068391 ROMA I grossi nuvoloni neri all'oriz- rio alla spending review Cottarelli), produce infatti per tutta la giornata dichiarazioni di fuoco. Non pochi esponenti del Pd rendono noto il loro disappunto. «I diritti vengono prima di ragionieri e giochi di palazzo #quota96scuola» recita un duro tweet firmato Francesco Boccia. «È uno scandalo» tuonano Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi (firmatari degli emendamenti approvati alla Camera e ieri soppressi dal governo al Senato), mentre i colleghi Pippo Civati e Maria Grazia Rocchi definiscono «particolarmente mortificante la frenata su quota 96». Ovviamente si scatenano le opposizioni. «Il Governo dei soli annunci e delle bugie ha colpito ancora» attacca Sel. Grida «all'ingiustizia» e «alla vergogna» Forza Italia. Per non parlare dei commenti di Lega, Fratelli d'Italia e Movimento 5Stelle. Insorgono i sindacati, sia confederali che di categoria. Raffaele Bonanni, leader Cisl, parla di «ennesima figura di dilettantismo della classe politica». Per Massimo Cozza, della Fp Cgil medici, «la staffetta generazionale per ora resta chiusa nei cassetti», mentre Massimo Di Menna (Uil) punta il dito contro «un governo messo in ginocchio dal superpotere burocrati- Codice abbonamento: Il CASO che la Camera le aveva approvate con la richiesta di fiducia da parte dello stesso governo. Palazzo Chigi ha preso atto che le risorse occorrenti sarebbero state molte di più e, vista la situazione precaria dei conti pubblici, ha capitolato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA non riproducibile. Pag. 46 Quotidiano Data Pagina Foglio ~Ni~~!~ ,~.~qu9ta 96" Asettembr~&PFO~~ tuttid{etroJ~i!a'rtedraa 1;: blocç~t{abolendoilsistemadellequoteele pensiop,ì d'anzianità. Ma i sindacati della scuola hanno sempre protestato (e in questi ultimi tre anni sono sorti anclte molticomitat.t) rkordandoche tutte le riforme delle pensio~ìprecedenti alla Fornero, per i docentiàvevano stabilito la maturazione del requisito non altennine dell'anno solare ma al termine dell'anno scolastico, ovvero al 31 agosto. Dtqui latìthiesta di"correzione della svista", Al numero dì 4.000 si era arrifati in base ad una ricognizione del Miur (ministero istruzione). ', •1 '~l"Ff::~w. • La1egge1fiornero è(tnsimte fies~ipclJ.ità iJè{J'.~!à' del pensionamento peri lavoratori che hanno maturato 42 anni e 6 m.esi di contributi (41 e sei mesi per le donne): possono scegliere di andare in pens~one prima dei 62 anni di età ma con penalizzazioni economiche (dall'1% al 4%). Inoltre nel calcolo dei contributi devono · rientrare solo quem da «effettiva prestazione lavorativa» (ad eccezione della maternità obb ·a, leva militare, cig ordinaria, màl . , infortunio, donazìoni di sangue, congedi parentali, permessi per assistenza disabili). Di fatto sono fuori dal calcolo il riscatto aella laurea, i contributi volontari, i giorni di sciopero. La norma votata alla Camera eliminava le penalizzazioni economiche sull'assegno e quelle sul calcolo dei contrìbuti per chi avrebbe maturato i requisiti «entro dicembre 2017». Visti i rilievi della Ragioneria generale dello Stato, il governo ci ha ripensato é ha soppresso la deroga. Università e sanità si torna al passato Vittime terrorismo , benefici annullati Le associazioni delle vittime del terrorismo stavolta ciavevano creduto: B.'ssegni previdenziali etfr dei dipendenti privati (e loro eredi) avrebbero avuto una base di calcolo più favorevole. Un emendamento in tal senso era stato approvato nell'ambito del decreto di riforma della pubblica amministrazione appena approvato alla Camera. Ma ieri al Senato è arrivata la doccia fredda: niente da fare, il governo ha presentato e fatto approvare un emendamentosoppressiv9 dei benefici appena ottenuti. Motivo, ané:he in questo caso, è dato dalle èopertura insufficienti: si prevedeva un costo di l milione di euro a partire dal 2014. «Stupore e ra~bia» è stata espressa dall'Unione vittime per stragi, che raccoglie le associazioni dei familiari delle vittime dr Piazza Fontana, Piazza della Loggia:, Treno Italicus, Stazione di Bologna del 2Agosto1980, Rapido 904 e Firenze Via dei Georgofili. Codice abbonamento: 068391 Professori universitari e primari: niente pensionamento d'ufficio. La norma che fissava la soglia a 68 anni, contenuta nel testo del decreto dì riforma della pubblica amministrazione approvato alla Camera con fiducia, è stata ora cancellata al Senato con un emendamento del governo. In pratica sia i prof universitari che i primari (oltre al magistrati che già erano fuori) andranno in pensione con le norme previste finora, ovvero anche 70 anni se ci sono le condizioni. Per i tecnici della Ragioneria dello Stato l'anticipazione di due anni costerebbe 34,2milioni nel 2015 e dal 2015 al 2021 il costo sarebbe di circa 113 milioni. Il pensionamento d'ufficio resta invece «non prima del raggiungimento dei 65 anni d'età» per i dirigenti medici e del ruolo sanitàrio. Resta anche a 62 anni per il resto dei dipendenti pubblici. 2/3 2/3 'Penalizzato chi • • • esce in anticipo per gli iitse~anti insegnare. Siilta la norma che avrebbe consentito il pensionamento per4.000 insegnanti che nel corso dell'anno scolastico 20U/2012, tra il 1 gennaio e il 3lagosto del 2012, avevano maturato i requisiti della vecchia «quota 96» (mix tra anni di contributi e età anagrafica). Là riforma Forn~ro in \"{gore da gennaio 2012 li aveva 05-08-2014 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 47 Quotidiano il Giornale Data 05-08-2014 Pagina 2 Foglio 1/ 2 I GUAI DI PALAZZO CHIGI La giornata La figuraccia della Madia: salta la pensione anticipata Nel limbo 4mila insegnanti di Fabrizio Ravoni Roma on un atto di resipiscenza, il governo cancella al Senato la misura - introdotta alla Camera - che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola.Non erano coperti da un punto di vista finanziario, come previsto dall'articolo 81 della Costituzione. Insomma, il decreto Madia sulla Pubblica amministrazione non conteneva al propriointernolerisorsenecessarie allo sblocco previdenziale. E Matteo Renzi dice che togliere «quota 96» per gli insegnanti (quota 96 è la somma fra l'età anagrafica e i contributi versati) èunasceltagiusta.Inquantoafineagostohainanimodipresentare un provvedimento che toccherà una platea «assai più ampia» dei 4mila insegnanti interessati. Oppure se ne riparlerà con la legge di Stabilità; come invita a fare un ordine del giorno votato dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Con il ripristino dello sblocco saranno anche recuperate le soglie di pensionamento anticipato per professori universitari e primari. Lo stesso provvedimento le abbassava da 70 a 68 anni. Così come «graziava» dalle penalizzazioni i lavoratori dipendenti che andavano a riposo a 62 anni. Argomenti che secondo il premiernon avevano ragione di essere presenti nel decreto sulla Pubblica amministrazione. Il decreto approderà oggi nell'aula del Senato. Ed è assai probabile che il governo chiederà per l'ennesima volta - la fiducia. Da notare che tutti i provvedimenti del governo Renzi sono stati approvati dal Parlamento con voti di fiducia. Tra l'altro, queste modifiche costringerà il provvedimentoaunaterzalettura a Montecitorio, che dovrà convertirlo in legge entro il 23 agosto.EallaCameragiàpreparano le barricate. Il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, osserva: «So- noconvintopiùdiprima:idiritti vengono prima di ragionieri e giochi di Palazzo». Boccia era stato tra i promotori delle misure che sbloccavano i pensionamenti nella scuola. Un riferimento neppure tanto velato, il suo, al ruolo svolto dallaRagioneriagenerale dello Stato (tecnicamente, un dipartimento del ministero dell'Economia) nella scelta di convincere Palazzo Chigiacongelare lo sblocco previdenziale dei 4mila insegnanti. E portavoce dei mal di pancia della Ragioneria era stato Carlo Cottarelli. Sul suo blog aveva ricordato che le risorse risparmiateconlaspending review dovevano servire a ridurre il cuneofiscalesullabusta paga, e non ad aumentare le spese. E contro Cottarelli e la Ragioneria torna a schierarsi Boccia. Il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio, però, èin buona compagnia. Un gruppo di deputati del suo partito (Pd) chiede al governo di ripristinare lo sblocco. Altrettanto fanno Renata Polverini (Forza Italia) e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia). E tutti i sindacati. Dalla Cgil all'Ugl, passando per la Cisl. «Non è accettabile- dice Vera Lamonica della Cgil - che ogni volta che si interviene per sanareingiustizieneiconfrontideilavoratori scatta il contrordine. Così si commette un'ingiustizia più grande». Raffaele Bonanni sottolinea come «se la riforma Fomero fosse stata discussa con il sindacato non ci troveremmo all'ennesimo pasticcio. Siamo in presenza - denuncia - all' ennesima figura di dilettantismo della classe politica del nostro Paese». La circostanza che il governo abbia accolto le osservazioni alla Ragioneria sullo sblocco previdenziale nella scuola sembra averdatovigoreaquestodipartimento dell'Economia, a cui- istituzionalmente - è delegato il ruolo di «bollinatura» delle leggi. Così,idubbidellaRagioneria bloccano anche il decreto competitività per un emendamento sul fotovoltaico. Ritaglio Scuola: testate nazionali Codice abbonamento: L'esecutivo sbloccherà l'impasse con una norma nella legge di Stabilità 068391 Il governo costretto allo stop dalla Ragioneria. Renzi: scelta giusta, ripareremo afine agosto. Opposizione esindacati: «È inaccettabile» stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 49 Quotidiano il Giornale 05-08-2014 Data Pagina Foglio PENSIONI TERRORISMO • Professori universitari e primari Salta il pensionamento d'ufficio per primari e professori universitari a &Banni CAMERE DI COMMERCIO DIPENDENTI STATALI. MOBILITÀ • Ad altro ufficio in un raggio di so km • Non obbligatoria per i genitori con bimbi sotto i tre anni o con figli disabili • Per il passaggio sarà necessario iI consenso dei sindacati • Eliminata la necessità del nullaosta dell'amministrazione di provenienza • Sforbiciata su permessi, distacchi e aspettative sindacali • Disincentivi Tornano i disincentivi per chi va in pensione a &2 anni •Quota96 Approvato un ordine del giorno che impegna il governo a valutare una nuova soluzione per i pensionamenti nella scuola: niente uscita con 61 anni di età e 35 di contributi o 60 anni+ 36 2 2/2 • Riduzione del pagamento dei diritti camerali dovuti dalle imprese Spalmata su tre anni: -35°/. nel 2015, -40 nel 2016 e-so·~ nel 2011 •Accorpamento delle sedi sul territorio • Riduzione dei compiti, delle funzioni e delle partecipazioni societarie •Trasferimento al ministero dello Sviluppo economico delle competenze sul registro delle imprese L'EGO Francesco Boccia (Pd) Fabrizio Bocchino (MSS) Raffaele Bonanni (Cisl) Nichi Vendola (Sei) ' ' Mai diritti vengono prima di ragionieri e giochi di Palazzo '' '' '' I soldi per«quota 96» non ci sono per la Casta si È vergognoso Figura da dilettanti per la classe politica del nostro Paese Prese in giro lefamiglie già ingannate dallaFomero Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) '' Ennesùnascelta che cor~fenna l'incapacità dell'esecutivo DIETROFRONT Codice abbonamento: 068391 li ministro della Funzione pubblica Marianna Madia in Aula al Senato con lo sguardo perso nel vuoto. La misura che estendeva la pensione ai 4mila insegnanti pena Iizzati dalla riforma Fornero è saltato Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 1 Scuola, il governo vuole rivedere le graduatorie filo Sud mROMf\ !111811 Emigrazione dei precari della scuola, si muove il governo. Dopo aver letto dei trentamila insegnanti che dal Mezzogiorno sono in procinto di trasferirsi al Nord grazie all'inserimento nelle graduatorie, e ai danni dei loro colleghi settentrionali, Palazzo Chigi sta pensando di correggere il meccanismo di reclutamento nel decreto scuola che dovrebbe vedere la luce nel consiglio dei ministri di fine agosto. È stato lo stesso premier Matteo Renzi; ieri, a dare le prime direttive al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. In quel provvedimento saranno sciolti tutti i nodi che riguardano la scuola: quota 96 per i lavoratori rimasti incastrati dalla riforma Fornero, asili nido e, appunto, le graduatorie. Le verifiche tecniche su come intervenire sono già partite. Era stato il sottosegretario all'Istruzione, Roberto Reggi, ad anticipare l'intervento: «La riforma della selezione degli insegnanti sarà una priorità». Fi non farà sconti. «Il caos delle graduatorie è legato alle modalità di reclutamento del sistema, che non prevede concorsi frequenti», denuncia Elena Centemero, responsabile Scuola e Università. La soluzione è «cambiare il sistema di reclutamento, bandire concorsi ogni due anni e introdurre gli albi regionali degli ìnsegnanti». , T.M. L'.i»YasioMde!30mila Codice abbonamento: 068391 Gli insegnanti del Sud cacciano quelli del Nord Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 51 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 5 1/ 2 i nostri soldi SCONTRO DEM L'ira del Pd Boccia contro il Tesoro: «Sconfessa la nostra linea politica>>. Ma la titolare della Pubblica amministrazione ha fretta: «Dobbiamo correre» Dietrofront del governo: via i prepensionamenti Dopo il no della Ragioneria dello Stato, la Madia cancella dal decreto sulla Pala «quota 96» per gli esodati della scuola, il tetto di 68 anni per prof e primari e i benefici per le vittime del terrorismo. Tornano le penalizzazioni della legge Fornero Ritaglio Scuola: testate nazionali ::: LENOVITÀ NIENTE QUOTA 96 Cancellata «quota 96» (61 anni con 35 anni di servizio o 60 con 36 di servizio) che sbloccava il pensionamento per 4mila esodati della scuola che dovevano andare in pensione due anni fa ed erano rimasti bloccati dalla legge Fomero TETIO DEI 68 ANNI Eliminato il tetto dei 68 anni per i professori universitari e i primari (oggi la legge Gelmini prevede l'uscita obbligatoria a 70 anni per i docenti universitari). Non mutano le soglie per gli altri dipendenti pubbfici: 62 anni e 65 per i medici PENALIZZAZIONI Niente cancellazione delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro TERRORISMO Eliminati anche i benefici nei criteri di calcolo del trattamento pensionistico e del Tfr per i dipendenti privati (e loro eredi) che avessero subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. La spesa prevista era di un milione di euro 068391 11111111 Quattro emendamenti per riscrivere la riforma della Pubblica amministrazione. Il governo, perso il braccio di fer ro sulle coperture con la Ragioneria generale dello Stato, vince quello con il Parlamento e mette mano al decreto che porta il nome di Marianna Madia, ministro della Funzione pubblica. È la stessa ministra, prima di entrare in commissione Affari costituzionali del Senato dove è in corso lesame delle 650 proposte di modifica al testo, ad annunciare: «Ci saranno quattro emendamenti soppressivi del governo». Il più importante riguarda i circa 4mila pensionamenti nella scuola che sarebbero scattati per i lavoratori in possesso della fatidica «quota 96», rimasti incastrati nelle maglie della riforma Fornero. L'emendamento che sbloccava i pensionamenti degli «esodati», presentato da Manuela Ghizzoni (Pd) e sottoscritto da tutti i gruppi, aveva attirato i rilievi dei tecnici della Ragioneria, per i quali la misura era «scoperta». La Commissione ha dato il via libera all'emendamento soppressivo, ma poi ha approvato, all'unanimità, un ordine del giorno che chiede al governo di inserire la misura altrove. Palazzo Chigi, dopo aver dato lok alla cancellazione di «quota 96» - «non c'entrava nulla con la PA» - punta i fari sul «decreto scuola» previsto per fine mese, di cui hanno discusso ieri Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Le altre tre modifiche riguardano leliminazione del tetto dei 68 anni per il pensionamento d'ufficio di docenti universitari e primari (voluto dal relatore, il pd Emanuele Piano); il ripristino delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro (cancellate da una modifica della pd Maria Luisa Gnecchi) e l'eliminazione dei benefici pensionistici per le vittime del terrorismo. Scatenate le opposizioni. MSS, Sel e Forza Italia attaccano il governo: «Vergognoso dietrofront»; «racconta bugie»; «ennesimo flop». Ma pure il Pd è all'offensiva. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, si scaglia contro l'Economia: <<C'è una scuola di pensiero che si è opposta all'indicazione arrivata da tutte le forze politiche. Renzi faccia sua questa battaglia». Ma Palazzo Chigi vuole fare in fretta. Dopo la discussione generale, oggi si vota. Con probabile ricorso alla fiducia. «Dobbiamo correre, mi sembra ragionevole», anticipa Madia. Codice abbonamento: :::TOMMASO MONTESANO stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 52 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 6 1 Temici superiori, più risorse se diplomati trovano lavoro Milano. «Con questo accordo confermiamo che il dia logo tra la scuola e il mondo del lavoro e delle imprese è uno dei punti fondamentali del programma del nostro governo. Il 43% di disoccupazione giovanile si combatte anche così». Non nasconde certo la soddisfazione, il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, presentando l'accordo tra Miur e Regioni sulle nuove modalità di finanziamento degli Istituti tecnici superiori (Its), che sarà firmato oggi pomeriggio in conferenza unificata. Sul tavolo ci sono i 14 milioni di euro dell'apposito Fondo nazionale, che saranno ripartiti tra le 64 fondazioni Its non più sulla base degli studenti iscritti, come avvenuto finora, ma secondo «criteri di efficienza ed efficacia», precisa Toccafondi. In sostanza, 1'80% delle risorse saranno attribuite sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti e di una valutazione, effettuata dall'Indire, che considererà anche gli sbocchi lavorativi dei diplomati. In media, il 59,52% degli studenti degli Its trova lavoro entro sei mesi dal diploma, con punte del 79, 73% per l'area tecnologica "Mobilità sostenibile". Le iniziative dell'esecutivo per promuovere il dialogo tra scuola e lavoro prevedono anche il potenziamento dei Poli tecnico-formativi, attraverso la stipula di nuove convenzioni tra scuole e aziende, per favorire l'alternanza tra formazione in aula e lavoro. Con il prossimo anno scolastico, infine, prenderà il via un programma sperimentale di apprendistato di altafor mazione e ricerca, riservato a 150 studenti dell'ultimo biennio degli Istituti tecnici ad indirizzo Elettronico ed Elettrotecnico di sette scuole di Napoli, Piacenza, Civitavecchia, Torino, Brindisi, Firenze e Venezia. Il protocollo d'intesa, che sarà stipulato in questi giorni, prevede che Enel assuma i ragazzi con contratto di apprendistato di alta formazione, impiegandoli in aziende del gruppo. Paolo Ferrarlo RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 © Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 55 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 8 1 «Favorire la collaborazione tra scuola paritaria e statale» «I~Italia è uno dei pochi Paesi europei dove stenta a diventare prassi normale la presenza collaborativa tra scuola statale e paritaria sia cattolica che protestante e di altre religioni, o anche laica, scuole che possono convivere secondo regole comuni stabilite uguali per tutti nei diritti e nei doveri. Da noi la scuola paritaria viene chiamata e considerata ancora e sempre "privata'' quando la legge che l'ha istituita la riconosce pubblica a tutti gli effetti e quindi soggetta a tutte le norme proprie della scuola dello Stato. Purtroppo non se ne è ancora tratto le conseguenze legislative in fatto di finanziamenti per cui la libertà di una famiglia di scegliere l'una o l'altra scuola va incontro alla discriminazione palese verso chi sceglie quella paritaria, costringendo di fatto a pagare una retta per sostenere il suo diritto». Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, è tornato nei giorni scorsi sul tema della parità scolastica, in relazione ai "casi" emersi in Piemonte, dove in alcuni Comuni si in- Torino. tendono aprire sezioni di scuola materna pur essendo già presente il servizio di istituti paritari della Fism e dunque creando il rischio di "doppioni" che rappresentano un costo per la comunità locale o che aprono al rischio di chiudere gli istituti paritari, con conseguente perdita di posti di lavoro. «Perché non sostenere un'unica scuola se questa è sufficiente, chiedendo certo il rispetto di tutte le norme prescritte dallo Stato in fatto di obiettivi, programma di insegnamento, di accoglienza di tutti i bambini senza discriminazioni o rifiuti, qualificazioni dei docenti, radicamento nel territorio sul piano culturale?», si chiede l'arcivescovo. Il vero tema, infatti, non è rappresentato soltanto dalle scelte concrete dei singoli Comuni e degli istituti scolastici, ma dal principio di garantire la libertà di scelta educativa per tutte le famiglie. Marco Bonatti © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 L'arcivescovo Nosiglia interviene sul caso degli asili comunali in "concorrenza" con quelli parrocchiali Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 6 1 Pasticcio quota 96, dietrofront del governo Salta la norma per anticipare la pensione a insegnanti e profes sori Renzi: «Faremo un intervento più ampio a fine mese». Eguerra nel Pd Gianni Di Capua •Ormai lo chiamano "pasticcio 96". O ancora: "pateracchio 96". Quel che è sicuro è che la questione relativa alle pensioni per insegnanti e professori non è stata una grande pagina per il Parlamento e in particolare per il governo, che ha dovuto imporre un drammatico dietrofront. L'esecutivo infatti ha presentato un emendamento al suo decreto legge sulla Pubblica amministrazione che rivede i limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, eliminando il tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e medici. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici). Ritornano anche le penalizzazioni per chi esce a 62 anni e viene cancellata la possibilità di andare in pensione per i cosiddetti quota 96, i circa4 mila insegnanti e collaboratori scolastici rimasti incastrati nelle maglie della riforma Fornero. Eliminati pure i benefici per le vittime del terrorismo. È stata il ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia in persona a farel'annunciochemaiavrebbe voluto fare, a ratificarlo è toccato alle commissione Affari costituzionali del Senato, che ha licenziato il testo inserendo le quattro modifiche.Il provvedimento ha ricevuto anche il via libera del Senato ai requisiti di necessità e urgenza: l'esame del provvedimento è iniziato ieri sera. Il governo, con l'emendamento che di fatto blocca il pensionamento di 4mila insegnanti, accoglie così i rilievi della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato problemi di coperture. Anche il commissario alla spendingreview, Carlo Cottarelli, aveva criticato quella norma entrando in polemica con il Parlamento madifattoancheconl'esecutivo (e Matteo Renzi non l'ha presa molto bene). Ma rischia disollevareunnuovopolverone, come quello che a gennaio ha fatto traballare il governo Letta, che solo in extremis decise di cancellare il prelievo di 150 euro dalla busta paga degli insegnanti per gli scatti dianzianità «indebitamente» erogati. Caustico il commento del segretario della Lega Nord: «Quattromila insegnanti, fregati dalla Fornero, sono stati ri-fregati da Renzi. Dovevano andare in pensione, ma il governo non trova i soldi... Altra promessa non mantenuta, altra Renzata». IlministroMadiahaspiegato che l'ipotesi di porre la fidu ciain Senato sul decreto «sembraragionevole», visto che anche alla Camera si è utilizzato questo strumento. «Dobbiamo correre» ha aggiunto il ministro. In serata lo stesso Matteo Renzi ha fatto sapere che si porràrimedio. A quanto si è appreso, il premier ha ritenuto giusto togliere la norma sulla "quota 96" dal decreto perché non c'entrava nulla con la ratio della riforma. Tuttavia, ilcapo del governo avrebbe intenzione di presentare un intervento sulla scuola per fine agosto, che coprirebbe una platea più ampia rispetto ai quattromila che rientravano nella "quota96". Ma la vicenda ha aperto un conflitto all'interno del Pd. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in un'intervista all'Huffington post ha detto: «Certo: io la norma su "quota 96" la difendo e rivendico. Ed è inutile nascondere la polvere sotto il tappeto: nel Mef c'è sempre stata una scuola di pensiero che si è sempre opposta all'indicazione di tutte le forze politiche per sanare l' errore della riforma Fornero, chehabloccatoinservizio4milainsegnanti che avevano maturato la cosiddetta "quota 96" per andare in pensione. Tra l'altro, è diventata ormai "quota 98", visto che dalla riforma Fornero sono passati due anni... Io non mi posso sentir dire da esponenti della burocrazia o da un commissario del governo che si rischia l'effetto emulativo se colmi la lacuna che ha provocato questo scempio. Dunque, mi auguro che il presidente del Consiglio faccia sua questa battaglia e risolva il problema nelle prossime ore tra questo decreto e quello annunciato sulla scuola». Il premier È stato giusto togliere quella misura perché non attinente alla riforma stabilita dal decreto Boccia Difendo e rivendico quella misura, se è saltata è colpa del Tesoro Scuola: testate nazionali Marianna Madia è il ministro della Pubblica amministrazione Pag. 57 Codice abbonamento: Quattromila insegnanti sono stati fregati dalla Fornero e adesso anche da Renzi 068391 Salvini Quotidiano EUROPA Data Pagina Foglio 05-08-2014 2 1 Il pasticcio di "quota 96". ll recupero nel pacchetto-scuola di.fine agosto MARIANTONIETTA COLIMBERTI I quale il premier ha spiegato che "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della norma. Scadenza prevista per il nuovo provvedimento, fine agosto. Un po' diverso il discorso sul tetto a 68 anni per professori universi tari e primari. I problemi di copertu ra riguarderebbero i primi, ma le due categorie sono equiparate e dunque viaggiano insieme. Originariamente, Madìa avrebbe voluto fissare il tetto soltanto per i primari. Ieri sindacati e opposizioni, ma anche parlamentari del Pd e di Popolari per l'Italia, avevano criticato il governo e la commissione affari costituzionali, all'unanimità, aveva chiesto di «onorare gli impegni presi» su "quota 96". Oggi il decreto approderà in aula dove verrà posta la fiducia. Poi dovrà tornare alla camera, dove ieri è approdato il decreto competitività. An che in questo caso, è probabile che il governo ricorra alla fiducia. @mcolimberti Codice abbonamento: 068391 l colpo di scena arriva di buon'ora ed è una doccia gelata per tanti: la cosiddetta "quota 96", che dava il via libera a circa 4 mila pensionamenti nella scuola, viene cancellata; con temporaneamente sparisce il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari e tornano le penalizzazioni per i dipen denti pubblici che vanno in pensione a 62 anni. Addio salvataggio per gli insegnanti incastrati dalla riforma Fornero nel 2012, addio svecchiamento di università, ospedali, pubblica amministrazione. La cruda realtà dei nu meri ha imposto il ripensamento del governo sulle modifiche approvate alla camera - con il parere negativo del Tesoro - e ridimensionato molte attese. Era stata la Ragioneria dello stato, qualche giorno fa, a rilevare un difetto di copertura nelle norme con tenute nel decreto sulla pubblica amministrazione. Prima ancora, il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, aveva evidenziato sul suo blog i rischi di impegnare risorse per aumentare la spesa. Ne era seguita una dura presa di posizione del presidente della commissione bilancio della camera, Francesco Boccia, e una sostanziale sconfessione del commissario da parte del premier. Ieri, lo stop del governo. La questione di "quota 96", secondo quanto si apprende, verrà ripresa nell'ambito di un pacchetto strutturale sulla scuola, che riguarderà anche il precariato e si rivolgerà a una platea più ampia dei 4 mila cui era rivolta la norma eliminata ieri. Matteo Renzi ne ha parlato con Marianna Madìa e Stefania Giannini in un incontro, nel Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 Quotidiano Data Pagina Foglio t TESORO CONTRO PALAZZO CHIGI t 05-08-2014 4/5 1/ 3 Soppresso l'emendamento su quota 96 Guerra per un pugno di euro in 4000 restano senza pensione Dopo i dubbi della Ragioneria, il dietrofront della Madia sulla norma che era stata votata all'unanimità dalla Camera per sanare i danni della Fornero nel settore scuola. Boccia (Pd): "Al ministero una burocrazia con poteri mai visti e fuori controllo" Palombi • pag. 4 ÈGUERRA TRA RENZI EIL TESORO ASPETTANDO CAUTU SCONTRO SULLE COPERTURE AL DECRETO MADIA, ALLA FINE IL GOVERNO CEDE uel che è successo sugli emendamenti al decreto Pubblica amministrazione n nto rilevante in sé, quanto per quel che significa: la frattura tra Tesoro e Palazzo Chigi è ormai conclamata con quest'ultimo, almeno per ora, nella parte dello sconfitto. Matteo Renzi, che aveva difeso la norma sui "quota 96" e il prepensionamento dei professori universitari contro le perplessità di alcuni ministri (ad esem pio Stefania Giannini, titolare dell'Istruzione) e l'uscita pubblica di Carlo Cottarelli, è ora stato costretto alla marcia indietro. Quattro emendamenti soppressivi che dicono che la macchina dell'austerità è ancora in funzione e anzi non trova argini. Nessun cambiamento di verso, insomma, e un pessimo segnale per la battaglia sui conti pubblici che l'Italia dovrà affrontare in autunno. Q VA NOTATO, intanto, che le uscite pubbliche anti-governative del commissario alla spending review e della Ragioneria generale dello Stato (ieri ne ha fatto le spese anche un emendamento al dl Competitività del Ritaglio Scuola: testate nazionali MSS condiviso dalla maggioranza) arrivano all'indomani della formalizzazione della squadra economica di palazzo Chigi che doveva sottrarre poteri proprio al Tesoro. Questa la scansione degli eventi. Lunedì 28 luglio Matteo Renzi ha comunicato i nomi degli economisti che faranno parte della famosa" cabina di regia" di palazzo Chigi: l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, Marco Simoni, Veronica De Romanis, Tommaso Nannicini, più i piddini Yoram Gutgeld e Filippo Taddei. Il giorno dopo e' è stato un incontro tra Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan a palazzo Chigi al termine del quale viene diffusa l'apposita velina "tutto bene, madama la marchesa": "Il titolare dell'Economia ha condiviso con Renzi l'idea di irrobustire la squadra economica di palazzo Chigi, in modo da avere una sponda e una interlocuzione ancora più strutturata". Lo stesso giorno, però, al Tesoro s'erano tolti i guanti: alla Camera arrivano i pareri della Ragioneria generale che vogliono difendere l'impianto generale (e le accluse ingiustizie) della riforma delle pensioni Fornero. Non è finita. Mercoledì sera è arrivata la mazzata di Carlo Cottarelli che attacca il Parlamento per attaccare il governo, stampa ad uso esclusivo chiedere interventi pubblici o "denunciare" informalmente il lassismo in materia di rigore del governo. E evidente a questo punto spiega un membro del governo - "che al Tesoro c'è una guerra interna: le strutture confermate da Padoan contro il parere di Renzi, da Franco in giù, si percepiscono come contropotere rispetto al premier e sanno che fare le sentinelle dell'austerità in salsa germanica è l'unico modo che hanno di pesare politicamente contro un governo che ha un grande consenso elettorale. Ecco il consenso degli italiani non è un loro assillo". colpevole di aver avallato la manovra sui "quota 96" (i particolari tecnici li trovate nella pagina accanto). Venerdì ancora, con geometrica potenza di fuoco, la Ragioneria è tornata sul luogo del delitto facendo "sparare" di nuovo dalle agenzie i suoi rilievi sulle mancate coperture. Ieri infine - con gli emendamenti che si rimangiano i provvedimenti sui pensionati della scuola, le penalizzazione e la pensione a 68 anni per i baroni universitari - Renzi ha chinato il capo. Questa vicenda non è importante per le cifre in ballo - mezzo miliardo in sette anni sono una goccia nel bilancio dello Stato - ma per i rapporti di potere che delinea. SCENARIO abbastanza preoc- del Tesoro è ormai pubblicamente all'opposizione: il capo di gabinetto di Padoan, Roberto Garofoli (già con Letta a palazzo Chigi) e il ragioniere generale Daniele Franco (ex Bankitalia voluto da Saccomanni) gestiscono la più potente macchina anti-renziana in Italia, ma lo fanno con solidi agganci esteri. Non è infrequente - spiega al Fatto Quotidiano una fonte dell' esecutivo Ue - che dalla Ragioneria partano telefonate alla volta di Bruxelles o Francoforte (la Bee di Mario Draghi) per cupante se si pensa a quanto deve accadere di qui alla fine dell'anno: per rispettare quel che c'è scritto nelDefin termini di deficit e saldo primario, a Renzi servono una ventina di miliardi di minori spese (o maggiori tasse) entro l'anno prossimo. Roba che potrebbe uccidere un'economia già provata da anni di recessione come la nostra. Solo che fare una battaglia sulla flessibilità, magari sull'esempio di quel che fanno Francia e Spagna, mentre il Tesoro rema contro, potrebbe far affondare il Paese insieme al governo. LA TECNOSTRUTTURA del destinatario, non riproducibile. Pag. 59 068391 Palombi Codice abbonamento: di Marco Quotidiano Data Pagina Foglio SPHCCIOU 05-08-2014 4/5 2/3 SCONTRI Si litiga su 580 milioni in 7 anni ono quattro le norme del decreto Pubblica amministrazione bocciate dalla Ragioneria generale dello Stato perché prive di adeguata copertura e tutte riguardano le pensioni: i lavoratori della scuola (i cosiddetti "quota 96"), il prepensionamento di medici primari e professori universitari, l'abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni avendo raggiunto il massimo dei contributi e persino un milione di euro destinato ai vitalizi dei parenti delle vittime del terrorismo. S I CONTI DELLA SERVA. Ecco nel detta- glio di cosa si parla. I "quota 96" (la somma di età anagrafica e contributiva) sono quattromila dipendenti del settore scuola rimasti "incastrati" al lavoro per colpa della riforma Fornero: si tratta di persone che avevano i requisiti previsti per andare in pensione entro il 31 dicembre 2011 con le vecchie regole (come vuole la legge), ma non hanno potuto perché banalmente - l'anno lavorativo degli insegnati va avanti da settembre a giugno. Il governo Monti, pur conoscendo il problema, non fece nulla. Ora la Camera aveva risolto il problema stanziando 416 milioni in cinque anni (35 milioni di euro per il 2014, 105 per il 2015, 101 per il 2016, 94 per il 2017 e 81 milioni per il 2018), fondi da recuperare dalla spen- ding review e dagli accantonamenti provenienti dal taglio delle spese dei ministeri previsti dalla legge di Stabilità 2014. Secondo la Ragioneria, però, "non risultando economie accertate a consuntivo che possano fare fronte ai maggiori oneri valutati per l'attuazione del provvedimento". La contestazione della Rgs, alla fine, riguarda sul 2014 circa dieci milioni di euro, una minuzia. Stessa sorte è toccata al pensionamento anticipato per i primari ospedalieri e i professori universitari: il decreto fissava il limite massimo d'età a 68 anni invece che agli attuali 70. L'idea era di far muovere un po' la pianta organica dell'università svecchiando i vertici e, a cascata, assumendo qualche ricercatore: il costo - non coperto adeguatamente secondo la Ragioneria generale - era di complessivi 113,3 milioni di euro dal 2015 al 2021. Il caso più spinoso, a livello tecnico, è invece quello delle penalizzazioni per chi vuole andare in pensione a 62 anni avendo il massimo dei contributi (41 anni per le donne e 42 per gli uomini): un emendamento al decreto Madia aveva cancellato queste penalizzazioni stimandone col beneplacito di una relazione tecnica dell'Inps - il costo per le casse pubbliche in un milione di euro quest'anno, 3 milioni nel 2015 e 7 nel 2016. La Ragioneria, però, sostiene che l'Inps sbaglia: 5 milioni per il 2014, 15 per il 2015 e 35 milioni per il 2016. Nell'ipotesi peggiore, insomma, si tratta di provvedimenti che, sanando delle ingiustizie, costano all'ingrosso 580 milioni in sette anni. Non proprio cifre da fallimento. LE REAZIONI. I sindacati, ovviamente, non hanno gradito: "l'ennesimo pasticcio" seguito alla riforma Fornero, dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, e ''l'ennesima figura di dilettantismo della classe politica del nostro paese"; la Cgil parla di "un fatto gravissimo" e la Uil incolpa "una lobby attiva contro la scuola". I sindacati autonomi della scuola, ovviamente, sono anche più arrabbiati, ma persino al Pd - la sinistra interna soprattutto, ma non solo - non è piaciuto l'inchino del governo alla Ragioneria generale: "È scandaloso", hanno scritto ad esempio i deputati Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi. Festeggiano, invece, primari e professori universitari, che avevano criticato la norma fin dall'inizio. Su "quota 96" e le "penalizzazioni", comunque, il governo ha annunciato nuovi decreti. m.pa. Il decreto risolveva il problema dei 4mila dipendenti scolastici rimasti "incastrati" al lavoro pervia della riforma Fomero nono.5tante avessero i requisiti per andare a riposo La Ragioneria generale e Cottarelli hanno reagito alla nomina della "cabina 068391 di regia" di palazzo Chigi: a ottobre, per trovare 20 Ritaglio Scuola: testate nazionali Codice abbonamento: miliardi, saranno dolori stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 60 Quotidiano Pagina 05-08-2014 4 Foglio 1/ 2 Data Parlamento commissariato dall'Economia "Il Mef? Una potente burocrazia fuori controllo" Intanto Renzi ha annunciato che intende fare un decreto ad hoc sui quota 96, ma è evidente che nel governo c'è stata una difficoltà: alla fine hanno prevalso le priorità della burocrazia del Tesoro. Vi hanno bocciato pure il pensionamento anticipa· to per i baroni universitari. desso nel mirino c'è finito lui. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio e artefice dell'emendamento sui "quota 96" della scuola che ha scatenato le ire del commissario alla spending review Carlo Cottarelli e della Ragioneria generale dello Stato, vale a dire dei pezzi più grossi della burocratja del Tesoro. Quando in serata, però, lo raggiungiamo al telefono, l'umore non è contrito, tutt'altro. A Eh, quelli hanno smosso mezzo Parlamento e molto altro, ma gli vorrei dire una cosa, da collega: se sei bravo all'università ci resti pure a 80 anni, senza bisogno di una legge. Insomma, i tecnici comandano e voi ubbidite. Non è una novità: succede da tempo e succederà finché la politica tira i remi in barca. Cosa intende? Non è che la stessa cosa non capitasse, faccio un esempio, a Giulio Tremanti, solo che allora un Boccia, cos'è successo? ministro politico a un certo punto imponeva la Il Parlamento per ben sei volte in un anno si è sua opinione, anche se magari non era la mia. espresso all'unanimità sulla necessità di cancel- Mentre Padoan non lo fa? lare un grossolano errore contenuto nella riforma Si capirà in autunno con la legge di Stabilità. FiFornero delle pensioni. Non stavamo facendo nora in Parlamento risposte non ne ha date e nessuno sconto, ma semmai riparando alla pe- sembra occuparsi più di cose europee. nalizzazione subita dai lavoratori della scuola: Molto diplomatico. avevano i requisiti per ritirarsi, ma non l'hanno Perché dovrei farne una questione di potuto fare entro il dicembre 2011 perché loro nomi? E poi nella terra del Gattolavorano da settembre a giugno. pardo i nemici non hanno nome: Di quanti lavoratori parliamo? non c'è la copertura e via così. Dico, però, che la Quattromila persone, che hanno in genere 40 an- macchina amministrativa del Mef - che poi sono ni di contributi e 60 d'età, bloccate già da due anni tre o quattro ministeri insieme - è un in questa situazione. Anzi, se non si interviene concentrato senza precedenti di poteentro agosto gli anni diventeranno tre e saremo a re centrale incontrollato. "quota 99". Intanto è bloccata l'assunzione di Resta una domanda: se non Padoan, 4mila giovani. E chi si oppone? questa tecnostruttura così potente s'è Chi? messa all'opposizione di Renzi? Qualche burocrate della Ragioneria generale o del Non l'ho ancora capito. Di certo in Tesoro che, se non è già in pensione a 15-20mila questi casi non c'è una terza via: o euro al mese, lo sarà presto. Ah, e pure qualche questa burocrazia è l'ultima barriera della resistenza al cambiaopinionista, d'oro pure lui. mento o è al servizio del premier, Dicono: la norma non è coperta. La copertura è la stessa usata per l'intero impianto com'è giusto che sia visto che lui del decreto Madia sulla Pubblica amministrazio- ci mette la faccia ed è politicamente responsabile. ne. C'era e basta. E allora perché? Su questo tema, fin dalla prima mozione, il ministero dell'Economia ha risposto: "Temiamo l'effetto emulativo, iniziamo con gli insegnanti e poi arrivano pure i macchinisti delle Ferrovie e poi tutti". Non posso accettare che un tecnico, per quanto bravo, possa bloccare le decisioni del Parlamento in questo modo.Non si dà un parere tecnico, si indicano delle priorità la cui scelta è compito della politica. Il governo, però, ha chinato il capo. No, è inutile essere ipocriti. Magari è una questione organizzativa, ma va chiarita una cosa: se si ritiene che il Parlamento ha una funzione allora bisogna rispettarlo, altrimenti lo si chiuda. Mettiamo un commissario alle Entrate e uno alle Uscite e risparmiamo pure un sacco di soldi. Temo che più di qualcuno sarebbe contento, certo non i quota 96. Marco Palombi 068391 schierato qualche Per ora, par di capire, i rapporti con le Camere non funzionano. lo sarà presto Contro i 4mila se non è già in pensione della scuola s'è a 20mila euro al mese, Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo Codice abbonamento: dirigente che, del destinatario, non riproducibile. Pag. 62 Quotidiano IL GIORNALE D'ITALIA Data Pagina Foglio 05-08-2014 2 1 Saltano 4mila pensionamenti nella scuola; eliminato il tetto dei 68 anni per medici e docenti di Igor Traboni n'altra 'macliata', neologismo che sta per 'figuraccia alla Madia, da Madia Mariana, ministro della Pubblica amministrazione, che in pochi mesi ha inanellato più brutte figure di tutto il governo messo assieme; impresa che sembrerebbe imprnsibile, visto che degli attuilli ministri c'è poco cfa snlvare, ma che nlla signora Madia sta riuscendo. Tanto che "dopo la figura che ha fatto ha t:wittato il leader de La Destra, Francesco Storace - la Madia dovrebbe sentire come dovere minimo quello di dimettersi. I.:uJima performance del ministro è proprio sulla riforma della pubblica amministrazione: dopo le critiche del commissario alla Spending review Carlo Cottarelli e della Ragioneria dello Stato, il governo è costretto a una clamorosa marcia indietro. E visto che CottareLi sta poco o niente simpatico al premier, qualcuno ha interpretato il tutto anche come la volontà di Renzi di scaricare la Madia. Fatto sta che ieri, entrando in commissio:1e Affari costituzionali, il mùistro della Pubblica amministrazione, ha annunciato che il governo presenterò. "quattro emendamenti soppressivi" al decreto ~egge PA, per rivedere alcuni punti, compresa la cosiddetta "quota 06", che sbloccava 4mila pensionamenti nell'istruzione. Un altro emendame:1to rivede i limiti d'età, elimina:.1do il tetto di 68 arr1i per i docenti e i medici. Restano le soglie previste per gj altri dipendenti pubblici. Il dado è tratto e il ministro lo ha ammesso: non si sono trovate le coperture necessarie. Insomma, Cottarelli aveva ragione pre:1dendo di mira a "quota 96" e accusando il governo di continuare a dirottare altrove risorse, rendendo di fatto impossibi.e ridurre il peso fiscale. I tec:1ici del ministero, come detto, hanno messo in dubbio pure la riformadel mi:1istro Madia che prevede il prepensionamento d'ufficio a 68 annid ei professori universitari rispetto ai 70 previsti attualmente dala legge Gelmini. L'anticipazione cli due anni costerebbe 34,2 milioni nel 2015 e dal 2015 al 2021 i~ costo è di circa 113 milioni. Per la cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla legge Fornero per le uscite a:1ticipate dal lavoro, ~a relazione tecnica al decreto legge Madia ha stimato un esborso cli un milione per 2014, tre mùoni per il 2015 e 7 milioni per il 2O16. I conti della Ragioneria prevedono 5 milioni per il 2014, 15 mln per il 2015 e 35 mln per il 2016. Infine secondo i tecnici del Tesoro la quantificazione di un milione cli euro dal 20 14 per i benefici alle vittime di atti di terrorismo sarebbe "sottostimata". Insomma, la riforma Madia è aria fritta. Scontente le opposizioni: secondo Sel "Il Governo dei soli annunci ha colpito ancora: per i lavoratori deJa scuola "quota 96" si allontana cli nuovo il sacrosanto diritto di andare in pensione". Ma anche Forza Italia parla di decisione "vergognosa ù cui vince la burocrazia". Forte contrarietà anche da una parte dei deputati del Partito Democratico. In sette chiedono al governo di ripensarci, anche loro parlando di vittoria dei freddi numeri della burocrazia sul buon senso. E intanto, con questa nuova gaffe, il governo Renzi perde anche un altro po' dello già scarso appenl di cui godeva dalle parti della Cgil, che parla di "palese ingiustizia" per l'emendamento sul personale della scuola. Il La ricetta Madia è quella dell'aria mlla Codice abbonamento: 068391 Sal/ano4miia~"""'1scuolatJ/imina/odi.ttudai68il!lfll/JMmMi1C1adocW111 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 65 Quotidiano il manifesto Pagina 05-08-2014 4/5 Foglio 1/ 2 Data 96, u indietro tu Pubblica amministrazione, il governo costretto a sopprimere la norma · sui 4mila pensionamenti del personale scolastico dal decreto I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad sta assente ogni vincolo di contestuale assunzione di giovani medici con le risorse che si libereranno per i pensionamenti d'ufficio». Questa palude era stata anticipata dallo zar della spending review Carlo Cottarelli nel contestatissimo (dal governo) blog sulla tentazione -assai poco «rigorosa», nell'ottica di una politica economica ispirata ali' «austerità espansiva» - di tagliare la spesa sociale per finanziare una nuova spesa futura. E lo avevano confermato anche i techici della ragioneria dello Stato: i soldi non ci sono per una pensione pari a 28 mila euro annui per 4 mila persone. Nel 20I4 mancano 10 dei 45 milioni di euro preventivati. Entro il 2018 il governo ne dovrebbe trovare complessivamente 416. Sempre che i «Quota 96» siano effettivamente 4 mila. Quando all'Inps è stato chiesto un censimento, la cifra era più che doppia: 9 mila persone. uso esclusivo del Per là seconda volta in un anno, il partito democratico ha dovuto fare marcia indietro. Una situazione che ha imposto al presidente del Consiglio Matteo Renzi di intervenire per spegnere l'incendio: «L'emendamento non c'entrava nulla con la· ratio della riforma della PA - ha detto - è stato giusto toglierla dal decreto». Una giustificazione tardiva visto che l'intero Pd si è speso, trovando l'intesa con tutti i partiti dell'arco costituzionale: Ieri si parlava di un intervènto riparatore a fine agosto rivolto ad una platea più ampia rispetto alla «quota 96». I sindacati sono furiosi. «Una beffa di Stato che denota una mancanza di serietà intollerabile da parte delle istituzioni» - afferma Rino Di Meglio, coordinatore Gilda - Dopo due anni di calvario, 4000 insegnanti assistono impotenti per la seconda volta allo scippo della pensione maturata legittimamente e tutto ciò avviene perchè viviamo in un Paese dove la politica è fatta soltanto di annunci». Per Francesco Scrima, Cisl Scuola, «Chi si apprestava a lasciare il lavoro viene bruscamente costretto a modificare i suoi progetti di vita. Sarebbe bastato riconoscere la partitolare disciplina delle cessazioni dal servizio del personale scolastico per evitare sperequazioni che invece ci sono state e alle quali è doveroso destinatario, 068391 1 rigore di bilancio non perdona e il governo Renzi fa dietrofront sul personale scolastico «Quota 96». Dopo lesclusione di pensionati e partite Iva dal bonus Irpef da 80 euro, l'esecutivo è stato costretto ieri a cancellare la pensione degli «esodati della sèuola», i «quota 96», coloro che hanno maturato i requisiti pensionistici prima dell'entrata in vigore della legge Fornero avendo accumulato 60 anni di età e 36 di servizio - o 6I anni di età e 35 di servizio, per un totale di «96». È uno dei quattro emendamenti soppressivi al Decreto legge sulla pubblica amministrazione che ieri ha iniziato l'iter dell'esame dei 650 emendamenti in commissione Affari costituzionali del Senato. Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha cancellato anche l'emendamento sui benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo (1 milione di euro), quello sulla cancellazione delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro e, infine, la misura che eliminava il tetto dei 68 anni per i professori universitari e i primari a proposito dei limiti d'età per il pensionamento d'ufficio. Gli universitari interessati sono 1546. Il loro pensionamento è quello più oneroso. Su questo capitolo, per il ministero dell'Economia non c'è un centesimo. Contro questa misura si erano schierati filosofi quali Roberto Esposito, Michele Ciliberto o Maurizio Ferraris che hanno denun- dato la «rottamazione» di «competenze e saperi di cui invece università e sanità hanno vitale bisogno». L'appello a mantenere la norma che permette di restare in cattedra fino ai 70 anni, e non a 65, aveva scatenato una dura polemica tra il populismo renziano della guerra dei «vecchi contro i giovani» e le accuse di «corporativismo» e gerontocrazia contro i «baroni». Su tutto la quasi certezza che i pensionati non verranno sostituiti a causa del blocco del turn-over e della mancanza di risorse che strozza il pubblico impiego. Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici, evidenzia l'assenza di staffetta generazionale'. «Re- Codice abbonamento: Roberto Clccarelll porre rimedio». «Non è accettabile tornare indietro su una norma che sana errori e palesi ingiustizie - afferma Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) - Il risultato è che si commette un'ingiustizia ancora più granon riproducibile. Pag. 66 Quotidiano il manifesto ve». L'Anief annuncia «battaglia spietata nei tribunali». Per Nichi Vendola (Sei), Data Pagina Foglio «continua l'intenso riformismo del governo senza riforme». «Il Pd si è cosi giocato faccia e credibilità» sostiene Celeste 05-08-2014 4/5 2/2 Costantino (Sei). Il dietrofront è stato giudicato «vergognoso» dal Movimento 5 Stelle. Codice abbonamento: 068391 INSEGNANTI IN PlAZZA /FOTO EIDOr Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 67 Quotidiano IL~MA.TTINO Pagina 05-08-2014 2 Foglio 1/ 2 Data Pensioni, stop adocenti e medici Renzi: quota 96, la nonna ci sarà Nodo coperture, niente uscite anticipate: 4mila insegnanti al lavoro Alessandra Chello Costano troppo. E con questi chiari di luna è impossibile trovare le risorse per farlo. Il governo ci ripensa. E sulle pensioni dei prof tira il freno a mano. Non se ne fa niente. Per ora. Corregge il tiro Renzi che in serata interviene. E mette una toppa laddove, un altro dietrofront, dopo quello sugli 80 euro estendibili anche a pensionati e partite Iva, aveva già aperto le danze a raffiche di pesan ti critiche. «L'emendamento sulla quota 96 non c'entrava nulla con la ratio della riforma della pubblica amministrazione - si affretta a dire il premier - e quindi è stato giusto toglierla dal decreto». E promette di preparare un intervento a fine agosto, assai più ampio come platea del perimetro dei 4mila insegnanti coinvolti. Dunque, perora, e fino a nuovi interventi promessi, le cose stanno così: salta il limite d'età per docenti e primari. Restano le soglie per il resto dei dipendenti pubblici. Eliminato lo sbarramento dei 68 anni inserito per prof universitari e medici. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti Bonanni: pubblici (62 anni un pasticcio e 65 per i medici).Ritornanoanda dilettanti «Quattromila insegnanti, fregati dallaFornero, sono statiri-fregatidaRenzi. Dovevano andare in pensione, ma il governo non trova i soldi ...Altra promessa non mantenuta, altra renzata». Quanto all'ipotesi fiducia il ministro Madia taglia corto: «Dobbiamo correre». Dalle fila dei sindacati Bonanni attacca: «Se la riforma Fornero fosse stata discussa con noi, non ci saremmo trovati di fronte all'ennesimo pasticcio di questi giorni con gli emendamenti presentati dal governo con l'avallo di tutte le forze politiche e poi precipitosamente ritirati dallo stesso governo». E aggiunge: «L'ennesima figura di dilettantismo della classe politica del nostro Paese. Speriamo che questa vicenda serva da lezione e da monito al governo Renzi: non si interviene per decreto sulle materie del lavoro e sulla pelle dei lavoratori e dei pensionati senza prima un opportuno confronto di merito e di metodo con il sindacato sull'impatto sociale ed economico dei provvedimenti». L'affondo arriva anche dai grillini: «Un vergognoso dietrofront: prima il ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma all'interno del decreto. Ora con un colpo di spugna la norma è stata cancellata e con essa anche la speranza per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 M5S:ecco un'altra vergognosa marcia indietro che le penalizzazioni per chi esce a 62 anni e viene cancellata la possibilità di andare in pensione per i cosiddetti quota 96, i circa 4 mila insegnanti e collaboratori scolastici rimasti incastrati nelle maglie della riforma Fornero. Cancellati anche i benefici per le vittime del terrorismo. Ad annunciarlo è il ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia, e a ratificarlo è la commissione Affari costituzionali del Senato, che ha licenziato il testo del decreto legge sulla Pa inserendo le quattro modifiche. Via libera del Senato ai requisiti di necessità e urgenza. Così, conl' emendamento che di fatto blocca il pensionamento di 4mila insegnanti, Palazzo Chigi accoglie i rilievi della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato problemi di coperture dopo che anche il commissario alla spendingreview, Cottarelli, aveva criticato quella norma entrando in polemica conl' esecutivo. Ma rischia di sollevare un nuovo polverone, come quello che a gennaio ha fatto traballare il governo Letta, che solo in extremis decise di cancellare il prelievo di 150 euro dalla busta paga degli insegnanti per gli scatti di anzianità «indebitamente» erogati. Caustico il commento del segretario della Lega Nord: Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 69 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 05-08-2014 2 2/2 I punti principali Dimezzamento dei diritti camerali spalmato in tre anni 11·35% nel 2015 •·40% nel 2016 n·50% nel 2017 ABOLITI Quota 96, la norma che liberava 4 mila pensionamenti nella scuola Quanti ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa non possono più godere dell'aspettativa e devono quindi per forza andare fuori ruolo Stop alle penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni \. \ Benefici per le vittime del terrorismo ANSA +.:Elltime.tri Codice abbonamento: 068391 Il presidente dell'Anac può proporre al prefetto di provvedere direttamente alla straordinaria e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice, limitatamente al contratto o, viene aggiunto, della concessione Pensionamento d'ufficio per professori universitari e primari a 68 anni Chi sono iquota'96 Sonoi4mila docenti che avevano maturato i requisiti per andarein pensione prima della riforma Fornero. Ma rimasero intrappolati dalla legge del governo Monti. I dubbi Il premier Matteo Renzi e il ministro perla semplificazione la Pubblica Amministrazione Marianna Madia Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 70 Quotidiano IL~MA.TTINO Data 05-08-2014 Pagina 3 Foglio 1/ 2 «Il Tesoro non dica solo di no per quello bastano i ragionieri» Reggi: il reclutamento nella scuola deve andare avanti Il governo si era impegnato a sbloccare i pensionamenti bloccati nel 2012 dalla legge Fornero. Ma ieri ha fatto marcia indietro. Una battuta d'arresto importante? «L'aspetto più significativo per quel che riguarda il ministero della pubblica istruzione era quello di poter contare sul reclutamento di 4000nuovigiovaninellascuo«Abbiamo la: ce ne è bisobisogno gno come il pane. È necessacome rio rinnovare il il pane corpo docente dei giovani chehal' età meImpossibile dia più alta rinunciarvi» d'Europa.Nello stesso tem po il provvedimento dava risposta a un'ingiustizia palese che c'è stata negli anni scorsi. Quindi era una bella opportunità. Adesso non sappiamo ancora come andrà a finire la vicenda». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad trovava». Anche questa volta ci sono state un mare di contestazioni per le ammissioni ai tirocini formativi. Adesso che succede? «Su numeri tanto elevati è ammissibile e statisticamente possibile anche qualche problema che riguarda qualche centinaio di casi». Ma ci sono state ancora una volta domande sbagliate «Su quante domande ci sono stati errori? Si tratta di dare il peso relativo. È chiaro che si può sempre far meglio. Sono convinto che riusciremo a risolvere il problema in tempi brevi». I soldi spesi per il progetto scuole belle sono stati investiti bene? «Il provvedimento interessa la metà dei plessi della provincia di Napoli, stiamo parlando di37milioni di euro destinati a Napoli che su 150 milioni di euro rappresentano il 25 per cento. Per la città è una grande opportunità per rimettere a nuovo le proprie scuo- uso esclusivo del que finita dopo pochi mesi equeste persone avrebbero perduto il posto di lavoro. Certo, i dipendenti per primi devono essere responsabili e mettersi a disposizione per fare il lavoro che gli è richiesto». Le nomine per le direzioni scolastiche regionali sono bloccate in un momento in cui ci sarebbe molto lavoro da svolgere. Che succederà? «Non mi risulta che le nomine sono bloccate. Ci saranno a brevissimo». destinatario, non 068391 «I pensionamenti nella scuola? Servono a far entrare 4000 giovani nella scuola. Tocca al ministero per l'economia risolvere i problemi finanziari»: il sottosegretario all'istruzione Roberto Reggi, a Napoli per visitare la Fava-Gioia, una delle scuole interessate dai lavori avviati grazie ai finanziamen ti del progetto «Scuole Belle», spiega il punto di vista del suo ministero sulle divisioni all'interno del governo sul provvedimento che coinvolgerebbe migliaia di aspiranti pensionati. le. Io mi auguro che non venga sprecata. Nel 2015 arriveranno fondi altrettanto consistenti e questo, insieme ad altri provvedimenti che fanno sempre riferimento all'edilizia scolastica, consentirà a metà delle scuole del Paese di essere messa in sicurezza e di ripristinare il decoro e la funzionalità degli impianti». L'operazione ha permesso di recuperare molti Lsu che rischiavano di perdere il posto. Ma sarà utile? «Questo è un altro aspetto importante. Grazie a questa operazione si sono salvati 13 mila posti di lavoro reimpiegando persone che prima facevano solo pulizie e oggi fanno pulizie e piccola manutenzione. Quindi è un investimento anche sulla professionalità di questi lavoratori». Non tutti i presidi sono soddisfatti del recupero degliLsu che, a loro parere, non sempre in passato hanno lavorato bene. Osservazioni giuste? «Sta anche ai capi d'istituto trovare il modo di far funzionare meglio le cose. Abbiamo fatto una bella operazione: bisognerà essere pazienti, venirsi incontro e tutti dovranno fare la propria parte. L'alternativa quale era? La cassa integrazione che sarebbe comun- Codice abbonamento: Daniela De Crescenzo Un problema, questa volta, interno al governo? «C'è un evidente conflitto tra una parte che ha il dovere di tenere in ordine i conti, il ministero dell'economia, e chi invece legittimamente chiede a livello politico di risolvere un problema che ormai è sotto gli occhi di tutti. Vediamo come andrà a finire. Io mi auguro che finisca bene, che si possano assumere 4000 nuovi giovani nella scuola. Io faccio sommessamente presente al Mef che dovrebbero essere loro a risolvere il problema e non gli altri. Non devono limitarsi a dire di no, per quello bastano nemmeno i ragionieri, basta un programma di un computer: si mette un numero viene fuori verde o rosso e si decide. Io ho fatto il sindaco per dieci anni: in questi casi chiedevo al ragioniere di trovami la soluzione, visto che l'indirizzo politico è quello. E normalmente questa si riproducibile. Pag. 71 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio Anche sulle ammissioni a medicina ci sono stati tanti ricorsi e il governo ha detto no al numero chiuso. Mai presidi di facoltà sono contrari alla proposta. Che fare 1 «Si tratta di capire quale è la soluzione migliore per il futuro. È chiaro che i test d'ingresso oggi creano una barriera selettiva molto forte. Le famiglie per prime chiedono maggiore libertà di accesso alla facoltà di medicina: bisogna sempre mettere insieme quello che è un desiderio con il fabbisogno di medici che abbiamo». Oggi molti vanno a studiare ali' estero. «Appunto. Bisogna evitare che ci siano percorsi inutilmente dannosi e dispendiosi per i nostri cittadini. Quindi, a mio parere, dovremo trovare una soluzione che pur mantendo una limitazione all'accesso, consenta di dare una valutazione che non sia un test. Questo sistema non sempre è coerente con quella che dovrebbe essere la cultura generale di un aspirante medico. Siamo in una fase di discussione. Giustamente le università chiedono di essere messe in condizione di organizzare i corsi perché altrimenti avremo migliaia di iscritti che non sapremo dove mettere nemmeno nelle aule. Bisogna fare una scelta insieme alle università». Napoli è la capitale dell'evasione scolastica. Qual è il vostro progetto per batterla1 05-08-2014 3 2/2 «Noi abbiamo un progetto di sistema che parte dalla realizzazione degli asili nido ovunque perché questo è lo strumento più potente contro la dispersione scolastica e contemporaneamente può mettere in circolo un po' di lavoro, soprattutto femminile. È in discussione proprio in questi giorni alla settima commissione del Senato una nuova legge per i servizi dell'infanzia che vorrebbe trasformare un servizio a domanda individuale oggi prevalentemente al Nord in un diritto dei bambini e delle bambine presente ovunque». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Le "'H"""''"""'""' Codice abbonamento: 068391 «A Napoli 37milioni permettere in sicurezza gli istituti Salvati così 13mila Lsu» La visita 11 sottosegretario al Miur Roberto Reggi ieri a Napoli Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 72 Quotidiano Data IL~MA.TTINO Pagina Foglio 05-08-2014 31 1/ 2 I Lavori subito al via per le <<scuole belle>> Il sottosegretario Reggi in visita a Materdei Daniela De Crescenzo Carmela Castiglione sta ridipingendo un termosifone della scuola Flavio Gioia e il sottosegretario Roberto Reggi le si awicina: «Facciamo una foto?». I pochi fotografi presenti scattano a ripetizione: l'immagine è importante. Perché Carmela è uno dei 13 mila lavoratori socialmente utili che grazie al progetto «Scuole belle» ha riacciuffato il lavoro che le stava sfuggendo di mano: prima faceva le pulizie, adesso ridipinge anche. Lavorava alla media Berlinguer, adesso fa parte di una squadretta di otto personeincaricatadimettereanuovo la Flavio-Gioia. Un cambiamentonon da poco. E un'operazione abbastanza costosa per lo Stato: i capi d'istituto hanno sottolineato che con le tariffe Consip, la società del ministero dell'economia, avrebbero potuto ottenere di più spendendo di meno. Ma per Carmela e i suo compagni di lavoro va bene co- munque: l'importante è portare a casa lo stipendio. Perché l'operazione sia vincente, però, a guadagnarci non potranno essere solo gli Lsu: le scuole dovranno essere vera mente più belle e, soprattutto, più sicure. ProbaL'esponente bilmente anche per quedel governo sto ieri il rapscatta foto presentante col telefonino: del governo è metterò venuto ad assicurarsi che a confronto tutto girasse i risultati per il verso giusto: a Napoli è stato destinato un quarto del finanziamento nazionale, entro l'anno arriveranno 37 milioni e non possono essere buttati. Reggi spiega il progetto ai giornalisti e poi gira per i corridoi della scuola: «Questo muro verrà rifatto?», chiede. E fa scattare l'obiettivo del cellulare. «E questa porta di che colore sarà?» domanda. E fa un nuovo scatto. Poi awerte: «Guardate che tor- no, e confrontiamo le immagini». Ma il personale prende l' occasione al volo e propone un tour anche nell'altra sede dell'istituto: così la comitiva si awia peri vicoli diMaterdei fino ad arrivare a ridosso della Sanità nella sede della scuola Gioia, sistemata nell'ala di un antichissimo convento. E il sottosegretario commenta: «Questo tour del 4 agosto lo segno tra le esperienze da ricordare». E anche nella sede storica dell'istituto, il rappresentante del governo vuole vedere aule e corridoi, parlare con i dipendenti, visitare l'aula che contiene le attrezzature più antiche e di valore, ammirare da vicino il ficus secolare che si arrampica su un muro del giardino. Nel suo tour il sottosegretario viene accompagnato dal direttore dell'ufficio scolastico regionale della Campania, Diego Bouchè, e dalla dirigente dell'istituto, Mariangela Allocca. Con loro il rappresentante dellaManital, la società consortile che in Campania attualmente fornisce gli Lsu, Antonello Cam- mar ma. I lavori che costeranno 167mila euro riguardano la tinteggiatura e la verniciatura di tutti gli spazi interni dell'edificio. «Siamo felici di questa opportunità che ci consente di restituire ai nostri studenti una scuola rinnovata e colorata». «É un modo per recuperare occupazione e al tempo stesso realizzare un restauro locativo delle scuole», ha commentato dal canto suo Bouché. La Campania per l'annualità 2014 ha ottenuto risorse pari a 57 milioni di euro, 37 saranno destinati a Napoli, mentre per l'annualità 2015 arriveranno in regione altri 114 milioni. Le scuole interessate sono complessivamente 86 in provincia di Napoli e tra luglio e agosto saranno spesi 10 milioni. L'unico vincolo per ottenere il finanziamento di «Scuole Belle» è che l'istituto deve essere di proprietà pubblica: in Campania sono ancora tanti i locali scolastici in affitto che ovviamente non possono essere rimessi a posto a spese dello Stato. L'appuntamento è a settembre per le prime verifiche. Caffé e babà di benvenuto «Ma poi torno a controllare» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo 068391 Campania. Poi va a visitare l'altro plesso dello stesso istituto e arriva il caffè, zuccherato e con una lieve spolverata di cioccolatta. Il sottosegretario assaggia, gusta e commenta: «Se vado avanti così ... » Codice abbonamento: Sfogliatelle e babà: la dirigente scolastica della scuola Favo-Gioia li offre con tutto il personale al sottosegretario Roberto Reggi, e lui non si fa sfuggire l'occasione di assaggiare le specialità made in del destinatario, non riproducibile. Pag. 73 Quotidiano IL SECOLO XIX Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 1 LA DELUSIONE DEI DOCENTI «MA NON ERAVAMO ' UNA DELLE PRIORITA?» LORENZA CASTAGNERI Codice abbonamento: 068391 della mia età possa avere l'entusiasmo, l'energia e la capacità di entrare in sinGENOVA. «Ci hanno tenuto sulla gra- tonia con i ragazzi di un giovane inseticola per due anni per poi che cosa? Ar- gnante? Non prendiamoci in giro. E' rivare a questo risultato. Io credo che così. La stanchezza pesa. Ci sono classiabbia perso la politica. Prima con la leg- pollaio anche di trenta studenti. Alle ge Fornero che non ha tenuto conto ore di lezione frontale ne vanno somdella specificità del settore scuola e poi mate altrettante di preparazione. Abquesto Governo: noi insegnanti dove- biamo il ricevimento studenti, le riuvamo essere una delle priorità. Guardi nioni. Se poi aggiungiamo la mia situadove siamo finiti. Sembra che la sorte zione personale, che penso sia comune di quattromila persone possa salvare i a molti, è chiaro che sarei stata felice di conti dell'Italia. Mica vogliamo che ci restare a casa». Invece, come migliaia facciano un favore. Il nostro è un diri t- di suoi colleghi, è praticamente certo to leso e mi sembra fondamentale che che resterà in cattedra almeno ancora in uno Stato di diritto vengano riparati perun anno. Lei si arrabbia e tanti proi torti subiti». fessori precari. che vedono sfumare il E' un fiume in piena Anna Maria Li- sogno di un incarico di ruolo, si dispevierato. Professoressa di Matematica e rano. Fisica al liceo classico "Colombo" di A Genova non si sa ancora chi sono. Genova, insegna da quando ha 26 anni. Qui le graduatorie degli insegnanti per Oggi ne ha compiuti 62 e rientra nella il 2014-2015 non sono ancora state schiera dei"quota 96". Pur avendo ma- pubblicate. A Savona, invece, le hanno turato i requisiti per la pensione dal rese note qualche giorno fa. Al primo 2012, in base alle decisioni di ieri del posto per insegnare Matematica nelle Governo, dal 1° settembre dovrà torna- scuole secondarie - medie e superiori re a scuola. «Poveri noi. E poveri quelli c'è Marco Guiducci. Ma a lui dovrebbe che dovranno aspettare ancora che si andare bene comunque. Due docenti liberi un posto» dice a caldo. Tutt'altro fuori quota 96 a giugno sono andati in che contenta. Già da due anni ha chie- pensione. Il sudatissimo posto fisso sto il part-time per assistere la madre dovrebbe essere suo. «Tranquillo? No, anziana. E poi con un marito e dei figli nella scuola non si può mai esserlo. la pensione sarebbe stata una manna Tengo le dita incrociate fino alla firma dal cielo. «lo i requisiti li ho. E poi, co- del contratto. Sono precario da 14 anni. me si può pretendere che una persona Penso di meritarmelo». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 75 Quotidiano Data Pagina iaRdania. com Foglio 05-08-2014 12 1 graduatorie ROVESCIATE a tutto . vantaggio DEL SUD Scavalcati Docenti DEL NORD discriminati il Carrocci;: Lega a fianco · prof damentale il requisito di Dagli asili i «Graduatorie residenza per l'assegna- >precari del Nord che erano denza superano selezioni zione dei posti e pensiamo ai primi posti si sono regionali» più severe e con commis- sia più che mai doveroso scavll,lcare anche [email protected] iesplode lo scandalo della graduatorie a tutto vantaggio del Sud per le cattedre del prossimo anno. scolastico. Una anomalia nel sistema dei punteggi che valgono l'assunzi 0 ne c 0 me d 0 ce n ti dall'asilo al liceo interessando tutte le s~uole primarie e secondarie. E che permette di scavalcare, anche di decine di posizioni, gli aspiranti insegnanti "autoctoni" delle regioni del Nord. R Succede che nelle graduatorie, appena pubblicate, degli insegnanti precari dalle quali saranno attinti a breve i docenti da immettere in ruolo, i prof in attesa, magari da anni e anche nelle prime posizioni, si sono ritrovati sorpassati da altri, provenienti dalle regioni meridionali. Con tanti saluti all'agognata cattedra. . rt - d La co Ipa e e 11 a nape ura t. . d' . · t f · enmen 1 in 1scnde1. rras d . . mina 1 a una provincia ma . , anc he da una ~egione a11 a 1tra della Penisola. . t E, . sopra tt utt o, de1 pun egg1 a1r · · d' . d . f 1ss1m1 ~ cui go ono I .pro del Sud rispetto a quelli d~I Nord, che con tutta evi- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, di posizioni. della libertà trasferimento e del diverso metro nell'assegnazione punteggi non 068391 di Andrea Accorsi sioni di manica assai meno modificare la normativa nalarga. Qualche esempio? A zionale per favorire l'inseLucca, nelle graduatorie rimento dei docenti locali della scuola dell'infanzia, rispetto a quelli che arrile prime duecento posizio- vano dal Sud Italia». ni sono state tutte occu- Sempre in Piemonte, il conpate da maestre di altre sigliere regionale Alessanprovince. Idem a Mantova. dro Benvenuto presenterà A Torino una maestra ele- un ordine del giorno che mentare che occupava il impegni presiidente e Giunprimo posto nei vecchi ta ad attivarsi nei confronti elenchi è finita al 69°. Nel- del governo. «In futuro la stessa graduatoria, co- auspica Benvenuto - non me rileva la Cisl Scuola, vorremmo più dover assisulle prime 105 posizioni, stere a situazioni che preben 101 sono state oc- giudichino gli insegnanti cupate da maestre che pro- presenti da anni nelle gravengono, nell'ordine, da Si- duatorie della regione». cilia, Calabria e Campania. Le insegnanti che erano al llasia: «Da anni secondo, terzo e quarto pososteniamo sto, e che. ~en.sav~no di la necessità avere pos1z1~n1. blindate ~er le as.sunz1oni a tempo di liste stilate indeterminato delle pros- su. base regionale, sime settimane, si sono per l'attribuzione ritrovate al 77°, 95° e 105° delle cattedre posto. Stesso andazzo per le scuole medie e per e è fondamentale classi di concorso delle suil requisito della residenza» peri ori. «Sono anni che sosteniamo, come Lega Nord, la necess1·ta' che le grad uatorie per l'accesso al ruolo degli insegnanti· si·ano sti· late su base regionale -ribadisce l'on. Stefano Ailasia -. Presenterò un'int . •. errogaz1one a 1 ministro . . . per capire cosa s1 voglia . fare per risolvere questo paradosso • Non e, amm1s . _ si bile che gli insegnanti · t es1,· ·msent1 · · ne 1le p1emon d · · d gra uatone, s1 ve ano per magia superati all'improvviso da colleghi di altre regioni. Noi riteniamo fon- Codice abbonamento: di Andrea Accorsi a pag. 12 riproducibile. Pag. 77 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data 05-08-2014 Pagina 2 Foglio 1 1- 111 chirurgo Lezoche, 69 anni, cattedra alla Sapienza <<Dovevo andar via aottobre Avere la mia età non è un reato>> li medico Il professor Emanuele Lezoche, 69 anni.è un chirurgo esperto di tumori del colon retto. Dal 1986 è professore ordinario di Chirurgia ed è docente a «La Sapienza». Dirige la Divisione di Chirurgia e Tecnologie Avanzate del Policlinico Umberto I medico cercandolo tra quelli più bravi che si trovano su Internet: per questi motivi mandare in pensione tanti professionisti da oggi a domani avrebbe solo avvantaggiato i privati che si sarebbero potuti arricchire di tanti esperti». Parlando di riforme, il professor Lezoche critica certi provvedimenti: «Pur com prendendo le criticità economiche, l'alta disoccupazione giovanile e la gravità della situazione generale, tutto va fatto con gradualità e programmando gli interventi nel tempo - sostiene - senza improvvisare, ma questo in Italia non avviene». E sul ricambio generazionale sollecitato dalla Cgil e poi accantonato, il chirurgo esprime qualche dubbio: «Non sono contrario all'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ma non si può neanche sopprimere una generazione per fare posto a un'altra: forse il premier Renzi doveva facilitare chi voleva andare in pensione e programmare il tumouer nel tempo». Infatti «Se tutti i primari andassero in pensione domani mattina~ si chiede Lezoche - siamo sicuri t:he i loro giovani sostituti sarebbero all'altezza di sostituirli in cinque minuti? Ho qualche dubbio...». F.D.F. ©RIPRODUZIONE RlSERVATA Codice abbonamento: 068391 ROMA - «Sono contento che posso rimanere nel Policlinico Umberto I ancora un anno: così potrò continuare a curare i miei malati e a fare ricerca. Se fosse passato quell'emendamento, invece, sarei dovuto andare in pensione a ottobre». Il professor Emanuele Lezoche, 69 anni, chirurgo esperto di tumori del colon retto e docente all'università <<La Sapienza», è uno delle migliaia di camici bianchi che beneficia del ritiro dell'emendamento che permetteva ai docenti universitari e ai primari ospedalieri di diventare pen sionati nel giro di pochi mesi. Lezoche sottolinea che la misura del governo Renzi comunque non gli avrebbe causato particolari problemi: <<l veri danneggiati sarebbero stati i malati, che non avrebbero trovato tutti i bravi medici presenti attualmente nelle strutture pubbliche. E chiari danni di immagine avrebbero avuto gli stessi ospedali e policlinici, con conseguente vantaggio per le cliniche private perché è 1ì che sarebbero finiti molti miei colleghi, compreso il sottoscritto». Il chirurgo del Policlinico Umberto I, che rivendica con orgoglio di avere sempre lavorato all'interno di strutture pubbliche, se fosse stato costretto a andare in pensione tra tre mesi, ammette: <<Di certo avrei proseguito l'attività assistenziale e di ricerca sfruttando l'esperienza e le conoscenze, anche a livello internazionale, accumulate in oltre 30 anni». «Oggi spesso i malati non vanno nell'ospedale più famoso o in quello più vicino a casa - fa notare - ma si scelgono il Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 79 Quotidiano Data Pagina Foglio Il rapporto Università, in Italia tasse record ma pochi servizi per gli studenti ROMA Le tasse sono da record (al secondo posto in Europa dietro la Gran Bretagna) ma in Italia le università pubbliche non garantiscono servizi adeguati agli studenti nè il diritto allo studio a tutti. A valle di una riduzione di finanziamenti statali concessi agli atenei, negli anni sono aumentate le imposte fino a superare, in alcuni casi, i limiti di legge. Mozzetti a pag.15 05-08-2014 15 1/ 2 NONOSTANTE I FORTI RICAVI, SI RISERVANO POCHE RISORSE PER lE BORSE msrunm Al MENO ABBIENTI Università, in Italia tasse da record ~In media uno studente versa 1.100 euro l'anno. In Europa ~Diversi atenei chiedono agli iscritti più soldi di quanto solo i britannici pagano di più, in molti paesi il costo è zero consente la legge: superato di 47 milioni il tetto di incassi IL CONFRONTO Confrontando il contribuito medio con quelli di altre università europee, quello italiano è tra i più cari. Prima di noi - come analizza il rapporto Education at a Glance, rilasciatodall'Ocsenel2012-c'èsoloilRegnoUnito,èhechiedepiùdi 4.500 euro l'anno in tasse agli studenti, e paesi d'oltreoceano come Giappone, Stati Uniti, Australia. Tornando in Europa, i paesi scandinavi sono, invece, i più virtuosi. Studiare non costa nulla. Anzi, in Danimarca e Svezia chi desidera conseguire il diploma di laurea riceve indistintamente una borsa di studio mensile di 900 euro. Lo studio è considerato, a tutti gli effetti, un lavoro. Non a caso i ragazzi scandinavi iniziano a costruirsi una vita autonoma dalla famiglia già a 18 anni. In Germania le tasse raggiungono circa mille euro l'anno, 500 euro a semestre. In Belgio non superano i 653 euro l'anno, in Spagna arrivano a un massimo di 1.100 euro, mentre in Francia vanno da un minimo di 200 euro a un massimo di 1.400. A costo zeto poi le università di Cipro, Malta, Ungheria, Repubblica Ceca e Grecia. Camilla Mozzetti 068391 IL TETTO Fino al 20ll - spiega un report dell'Udu - ben trentasei università italiane invece di rispettare la soglia del 20% imposta alla contribuzione studentesca per la tutela del diritto allo studio, sulla base dei fondi erogati dallo Stato, hanno chiesto agli iscritti somme maggiori. Alla Statale di Bergamo le tasse arrivavano al 40%, alla Statale di Milano al 32%, alla Carlo Bo di Urbino al 35%, e così via. La cifra totale che gli atenei raccolsero in più dagli studenti superava i 255 milioni di 1.802 euro chiesti dal Politecnico di Milano ai 1.614 della Statale milanese. Più economiche, invece, le rette nelle università del Sud. A Potenza, l'università della Basilicata chiede 490 euro l'anno per studente, a Catanzaro, le tasse della Magna Grecia non superano i 532 euro. Codice abbonamento: ····---·--------RO MA Sìchiamano università pubbliche e si differenziano dagli atenei privati, poiché le tasse, riequilibrate secondo le fasce di reddito, dovrebbero garantire il diritto allo studio a tutti. Anche a chi non può chiedere un contributo, giacché il proprio reddito familiare - compreso tra 20mila e 35mila euro pur essendo basso, non è considerato talmente esiguo da far scattare la borsa di studio. C'è da dire, poi,che,standoallecifreelaborate dall'Unione studenti universitari e da quelle della Flc-Cgil, !'università pubblica italiana è tutto fuorché gratuita. Al contrario, a valle di una riduzione di finanziamenti statali concessi al ministero dell'Istruzione-e quindi agli Atenei negli anni sono aumentate le tasse per gli studenti. euro. Poi nel 2012, lex responsabile di viale Trastevere, Francesco Profumo, attuò una sanatoria e permise agli atenei di sforare il tetto del 20% solo per ifuori corso, aumentando la loro tassazione del 100%. Gli atenei considerati "fuorilegge" diminuirono, passando da 36 a li. Tuttavia gli studenti continuarono a pagare un importo maggiore per un complessivo di 47 milioni di euro. «E se un tempo iscriversi a un corso di laurea, in un ateneo pubblico, costava relativamente poco -spiega il coordinatoredell'Udu,GianlucaScuccimarra _farlo ora significa spendere molto di più rispetto a quanto elargiscono gli universitari europei». Secondo la Flc-Cgil nel corso di cinque anni, dal 2009 al 2014, le tasse universitarie sono aumentate del 75%. «E quel denaro, che in teoria dovrebbe in parte servire a coprire anche le borse di studio per gli universitari più indigenti -aggiunge il segretario, Domenico Pantaleo viene utilizzato per altro». Nel 2013, gli studenti idonei a ricevere una borsa, ma che invece rimasero senza contributo per mancanza di fondi, furono 34.683. Appena il 6% dehichiedenti riuscì, conti alla mano, aottenere l'assegno.Il costo dell'università spiega anche quel 30% di abbandoni e di mancate iscrizioni raggiunto nell'ultimo trieìmìo. ' La tassazione media delle università itallane supera i 1.100 euro l'anno per studente. Con picchi più alti negli atenei del Nord Italia: dai ©RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 83 Quotidiano 05-08-2014 15 Foglio 2/2 Data La truffa iI numeri i" _ _ _ _ Pagina ---- 1.100 euro 1 1 La cifra annua pagata mediamente · da un universitario italiano per le tasse universitarie 1 Albania, stop del governo alle lauree per stranieri Bufera sulle università in Albania. Oltre la metà degli atenei rischiano infatti la chiusura per non aver rispettato i criteri minimi di affidabilità sul fronte normativo e dei programmi di educazione.Il governo vuole mettere fine, tra l'altro, al fenomeno delle lauree concesse a stranieri che neanche parlanù l'albanese. Un esempio noto, qudlo del "Trota", il figlio di Umberto Bossi laureato a Tirana. Il suo ateneo è tra quelli che dovranno chiudere. ... ·- ·• Il Cl.1NFRONTl'.l CON L'EUROPA Tasse universitarie medie annue neipaesiUe Danimarca 0€ Svezia ' Germania Portogallo • 950-1.250 € ~ i ...... Spagna • • • • non oltre i 1.100 € i i Codice abbonamento: 068391 -l-.:2Jttiml!.h"i L'ACCUSA Il costo degli studi universitari in Italia è superiore a quello di quasi tutti i paesi europei Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 84 Quotidiano Pagina 05-08-2014 1 Foglio 1/ 3 Data IL~MA.TTINO Che cosa c'è dietro la crociata per fermare la riforma del ministro Test di medicina, le quattro bugie dei rettori rata contro la proposta del ministra Stefania Giannini di abolire i test di accesso ai corsi di laurea: a corporazione è scesa in un vero fuoco di sbarramento campo. La maggioranza dei con l'obiettivo di impedire che il rettoridelleUniversitàsièschie- cambiamento già annunciato Antonio Galdo L dal ministro sia formalizzato, nel prossimo autunno, con un prowedimento legislativo. Ieriil ministro ha convocato i rettori per un confronto a Roma a fine agosto. Ma vediamo quali sono gli argomenti dei rettori, tutti medici, tutti custodi di un mestiere ormai diventato ereditario, come dimostra una statistica di Almalaurea. >Segue a pagina 5 il caso No all'abolizione dei test l'autodifesa dei medici Il fuoco di sbarramento che complica i piani del ministro Una statistica che certifica il fallimento dell'attuale selezione: il 40 per cento dei dottori in Italia sono figli di medici. Il primo punto messo sul tavolo dai rettori riguarda la mancanza di spazi, dicono in coro. Bella scusa. In realtà le aule ci sono, solo che vengono utilizzate poco e male, a partire dal fatto che il pomeriggio le luci delle università di spengono: lor signori sono impegnati con l' attività privata, negli studi e nelle cliniche, e dunque non c'è tempo per l'insegnamento.D'altra parte in Italia quando non si vuole cambiare qualcosa si utilizza sempre l'argomento della mancanza di strutture, una parola magica e piuttosto strana in un Paese dove, a proposito di sedi universitarie, ne ab biamo create dappertutto, anche in posti dove non servono. Seconda obiezione: bisogna salvaguardare una selezione all' accesso. Vero. Ma in questo caso i rettori giocano con le parole, neanche troppo in buonafede. L' eliminazione dei test, di quei 60 quiz da esame per la patente che tutti definiscono indecenti, non significa affatto la cancellazione di una selezione. Semmai il contrario. I numeri dimostrano che in Italia, a fronte di circa 60mila partecipanti ai quiz entrano nelle facoltà poco più di 8mila studenti, dei quali poi circa 5mila si laureano. Esattamente il numeRitaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del no qualcosa come 50mila medici (già oggi in Lombardia il deficit è pari a 5mila unità) che saremo costretti ad importare. Risultato: iragazzi italiani sono respinti all' accesso, al buio; mentre gli stranieri saranno reclutati amani basse per coprire i posti vacanti nel servizio sanitario nazionale. La verità è che abbiamo bisogno come il pane di medici e di bravi medici. Specie al Sud, dove il depotenziamento degli organici, la bassa qualificazione di tanto personale e l'affollamento di molte strutture ospedaliere sta determinando un grave fenomeno di emigrazione di massa dei malati: in molte province del Mezzogiorno più del 30 per cento dei pazienti scelgono di curarsi in ospedali pubblici del Nord. Un forma molto singolare di mobilità interna, che fotografa una sorta di dualismo del sistema sanitario, con le regioni set tentrionali che, in quanto ad assistenza, danno affidamento, mentre quelle meridionali inducono alla fuga per evitare di incappare in qualche episodio di malasanità. Il quarto punto è al confine con l'umorismo. Secondo i rettorila selezione attraverso i test, semmai, andrebbe resa «più coerente con i saperi liceali». Un'idea piuttosto astratta, che il professore Giuseppe Novelli, rettore a Tor Vergata, traduce con questa proposta: anticipare al quarto anno di liceo l' esecuzione del test. Perché? Innanzitutto per evitare la sovrapposizione tra i test per entrare a Medicina e la preparazione agli esami di maturati. destinatario, non 068391 SEGUE DALLAPRIMAPAGINA rodi quanti poi trovano posto nelle scuole di specializzazione (a numero chiuso), diventando così di fatto medici. Che cosa significa questa cronologia numerica? Semplisuperato ce: l'ostacolo dei Secondo quiz non esiste uno studio, più alcuna baril40% riera in termini di selezione, e dei nuovi se sei un asino dottori è hai ottime profiglio di un babilità di fare il professionista medico sulla pelle dei poveri pazienti che dovrai curare. In un Paese come la Francia, dove sia la formazione sia la sanità pubblica rappresentano due eccellenze mondiali, ci sono oltre 55mila studenti che si iscrivono al primo anno di Medicina (più o meno quelli che lo farebbero in Italia senza i quiz), senza passare per il cappio delle domandine da esame per la patente, ma la selezione diventa durissima già il secondo anno. Appena il 20 per cento degli iscritti al primo anno, infatti, passa al secondo, in quanto il percorso di studi è costruito proprio sulla base di una crescente selezione e non di una lotteria di domandine come in Italia. Terzo argomento dei rettori: non ci sono posti in Italia per tanti medici. Falso. Per effetto della curva demografica e del pensionamento di un'intera generazione di medici, entro il 2020 in Italia mancheran- Codice abbonamento: Antonio Galdo riproducibile. Pag. 85 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio Attualmente, infatti, uno studente dell'ultimo anno di liceo che intende poi iscriversi a Medicina deve destinare alcuni mesi dell'anno alla preparazione ai quiz da sostenere in primavera con effetti devastanti sui suoi studi in vista dell'esame di maturità. Inoltre il rettore Novelli immagina di avere come interlocutori dei ragazzi super dotati dal punto di vista della chiarezza degli orientamenti di studio. Capaci, cioè, già a 16 anni di essere in grado di decidere il proprio futuro professionale e il percorso di studi più ido- neo per realizzarlo. Quelli che ha in testa Novelli sono studenti che non esistono, o magari esistono solo nella sua immaginazione, e semmai i giovani di oggi, tra le tante incertezze con le quali si devono misurare, c'è anche quella sulle scelte di studio in vista del futuro lavo- I ro. Spesso oscil- Entro il 2020 lano tra prospettive molto di- in Italia stanti, da Archi- serviranno tettura a Medici- almeno 05-08-2014 1 2/3 na: come potreb- 50mila bero essere pronti ad affron- camici tare un test deci- bianchi sivo, o dentro o fuori, così presto? Magari, per capire meglio l'universo che hanno di fronte, ragazzi in carne ed ossa, i nostri rettori più che lanciare veti contro un ministro che sta provando a eliminare uno scandalo del nostro sistema universitario, farebbero bene ad ascoltare i loro studenti. Forse anche loro imparerebbero qualcosa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA La selezione Superato il primo scoglio, la strada verso la professione medica è in discesa Partecipanti ai test di medicina nel 2009 - Il bando Domani le borse regionali Idonei ai test di medicina nel 2009 8.065 15,8% Laureati negli ultimi dodici mesi 5.136 Contratti scuole di specializzazione 2014 15.000 1 Nota: al concorso per le scuole di specializzazione parteciperanno anche i laureati in medicina fuori corso che hanno iniziato gli studi prima del 2009 e quelli che non hanno superato le prove negli anni precedenti Codice abbonamento: 068391 +.:.e.n1"ime.tri È online, sul sito www.istruzione.it, nella sezione Università, il decreto finnato dal ministro Stefania Giannini che ripartisce i 5.000 posti disponibili quest'anno per le Scuole di specializzazione di medicina, con 500 posti in più del 2013. Le Regioni avranno tempo fino a domani 6 agosto per comunicare il numero di borse integrative che intendono attivare. L'S agosto sarà pubblicato il bando del primo concorso nazionale, che si terrà in ottobre. La specializzazione più richiesta è anestesia con 525 posti (47 in più sul 2013)seguitada radiodiagnostica (346,+35)e pediatria (325, +33). Ministro Stefania Giannini, titolare del dicastero dell'Università, ha convocato perfine mese i rettori degli atenei italiani per discutere la riforma dei test di accesso nelle facoltà a numero chiuso Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 86 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 05-08-2014 1 3/3 I numeri 1.100 euro La cifra annua pagata mediamente da un universitario italiano per le tasse universitarie Poi itecn ico di Milano Università di Potenza ·- .. - Tasse universitarie medie annue nei paesi Ue Danimarca Norvegia Svezia Oeuro Germania Portogallo • • • • 950-1.250 euro ~ ~ Spagna non oltre • • • • i1.100euro Codice abbonamento: 068391 +.:e.niime..tri Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 87 Quotidiano IL~MA.TTINO Data 05-08-2014 Pagina 4 Foglio 1 Calise: <<Quota 68 andava mantenuta era l'equilibrio tra ospedalieri e prof» Cardarelli, critico il direttore del centro trapianti di fegato «Ripensamento sbagliato» Bruno Buonanno Il paradosso Nelle Regioni costrette al commissariamento della sanità alla fine vengono penalizzati i dirigenti medici più utili dovrebbe sussistere perché una struttura di tale importanza non chiude perché il direttore va in pensione. È logico che il posto mio dovrà essere occupato da un nuovo specialista e su questo tema - tenendo presenti esperienza e competenze dei singoli - si poteva ipotizzare una doverosa mediazione. Magari un periodo di «affiancamento» tra il dirigente che occupa quel posto perché ha una particolare esperienza e lo specialista che poi dovrà sostituirlo». Mandare in pensione i dipendenti pubblici dovrebbe dare il via a posti di lavoro per i giovani. Vale anche per la Sanità'? «Quando nell'89 sono andato negli Stati Uniti per fare la mia '°'""'" IOmila domande 'P;;;f'h; pensione, in Campania ls111<l.<ra~nlancinnol'allaoncriscll'5C"llgovcmol1asottosl1motolaJ(l"a"L<ldclprolJlcma ©RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 L'età anagrafica conta, ma fino a un certo punto. Perché Stato e Regioni prima di applicare nel mondo sanitario pensionamenti per limiti di età devono valutare soprattutto la capacità e l'esperienza dei primari ospedalieri e dei docenti universitari. Questa la valutazione del professore Fulvio Calise, direttore del centro trapianti di fegato dell'azienda ospedaliera «Cardarelli» di Napoli, la più grande del Sud Italia. «Trovo una follia aver annullato il blocco dei pensionamenti dei professori universitari: per la prima volta si era riusciti ad equiparare il destino dei chirurghi ospedalieri con quello dei loro colleghi che lavorano nelle aziende ospedaliere universitarie. Finora questi due mondi sono sembrati dal punto di vista pensionistico notevolmente differenti. Il medico ospedaliero va in pensione a 65-66 anni, il suo collega che fa lo stesso lavoro in un'azienda universitaria va in pensione a 70 anni. Quella dei 68 anni mi sembrava una mediazione che avrebbe riavvicinato i destini di medici ospedalieri e universitari». Ma il dietrofront sarebbe stato determinato dalla mancanza di coperture economiche. «È intervenuta la Ragioneria dello Stato ma il problema mi sembra molto più semplice: se lo Stato decide che un dirigente ha l'età per andare in pensione, vuol dire che ha la disponibilità di pagargliela. Per uno specialista che come me dirige un centro di chirurgia e trapianti epatici il problema non formazione in chirurgia epatologica con il professore Starzl (lo specialista che nel '63 effettuò il primo trapianto di fegato al mondo) i direttori generali delle strutture ospedaliere italiane indossavano il camice, entravano in sala operatoria per controllare che i loro chirurghi fossero realmente in grado di eseguire quei delicati interventi. Il direttore generale del Cardarelli ritenne che io ed altri dovessimo guidare le divisioni di chirurgia epatica e dei trapianti di fegato. A questo punto entrano in campo le competenze, in ogni azienda ospedaliera il manager delegato dal presidente della giunta regionale a dirigere un ospedale pubblico deve poter ritenere «indispensabile» la presenza di alcuni dirigenti medici. C'è un'autonomia regionale in campo sanitario che non può essere risolta con un pensionamento a oltranza che manda in pensione in Italia centinaia di persone di notevole esperienza.Nel Sud cinque Regioni sono commissariate: è impossibile bandire concorsi per primari. E in quelle Regioni la norma per il pensionamento dei dipendenti statali penalizza le persone ritenute "utili" dai direttori generali che di fatto sono i terminali periferici dell'organizzazione sanitaria». Dalle sue parole sembra che la nonna saltata ieri non la convincesse totalmente. «Sono in linea di massima d'accordo sull'idea dello svecchiamento, ma la norma che volevano approvare mi sembrava una contraddizione in terminis. Continuo a chiedermi perché fra un medico ospedaliero e un universitario c'è un tale sbalzo di età per il pensionamento? La normativa generale deve esistere, ma non può vanificare la storia delle persone». Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 88 Quotidiano IL~MA.TTINO Data 05-08-2014 Pagina 4 Foglio 1 Esposito: «Seguiamo il sistema Usa Se il prof porta studenti, resti a lungo» Mariagiovanna Capone Contro il pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari si era schierato anche lui, Roberto Esposito, docente e filosofo tra i più stimati, vicedirettore dell'Istituto italiano di Scienze umane, che di anni ne ha già compiuti 64. C'era anche la sua firma nell'appello di numerosi intellettuali al governo perché il tetto si spostàsse a 68 anni. Lo svecchiamento Si può fare evitando di tagliare la testa alle elite intellettuali: in ogni Paese moderno restano indispensabili resta la preoccupazione che la competenza di categorie come medici, ingegneri o docenti universitari possa andare persa». Cosa significherebbe perdere questa fetta di competenze? «Nçm c'è stata in questo periodo una critica giusta ai corporativismi, ovvero a quei ceti che tendono a mantenere dei privilegi particolari. Ma non si possono confondere le corporazioni con élite intellettuali che in ogni Paese moderno sono stati e sono ancora fondamentali. Per esempio, ora mi trovo in Francia e qui alti funzionari di Stato costituiscono l'ossatura della pubblica amministrazione e quindi un punto di forza per Paese. Ritengo che anche in Italia ©RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: Professor Esposito, come giudica il no della Ragioneria generale dello Stato alla revisione dei limiti di età per i prof universitari eiprimari1 «Non sono contento per quanto accaduto. I cambiamenti di comparti del Paese dovrebbe scaturire non dal richiamo della Ragioneria ma da una opzione ragionata del governo stesso. Perché quando un organo di Stato ti richiama stai solo incassando un fallimento». Una débàcle che era nell'aria visto che inizialmente il limite d'età da 65 anni e poi è stato portato a 681 <<Avevamo chiesto di alzare la soglia proprio noi filosofi, firmatari di un appello che il governo ha ascoltato. Un punto che abbiamo sottolineato con la convinzione che non si dovessero contrapporre le diverse generazioni, ma riconoscere quel potenziale di competenza che ha quella più anziana. Fermo restando che è necessario un rinnovamento di tutto l'apparato burocratico dell'amministrazione, 068391 Il filosofo era tra i finnatari di un appello al premier «Lui ci ha ascoltati, il Mef no» il rinnovamento non debba consistere nel tagliare la testa a élite intellettuali». Eppure per molti questo di «svecchierebbe» il mondo accademico e farebbe mollare le poltrone ai cosiddetti <<baroni». «La considerazione errata è quella di valutare il tutto come una questione anagrafica, mentre andrebbe fatta una valutazione esclusivamente qualitativa». In base a quali criteri? «L'unica via radicale sarebbe quella di istituire il sistema americano. Ovvero è la richiesta da parte degli studenti che definisce il valore degli insegnanti. Cioè negli Usa, se un professore è valido e porta studenti, può insegnare anche a 80 anni. Se viceversa non lo è, può andarvia anche a 40 anni. Questo porterebbe a una trasformazione radicale dell'Università». Senza un ricambio generazionale non si corre il rischio di stagnazione? «La loro assunzione dovrebbe essere affidata alla valutazione da parte di docenti anziani, quelli che ho definito come validi e al di là di ogni sospetto». Secondo lei il governo Renzi proverà a trovare un punto di equilibrio tra vecchie e nuove generazioni? «Questo governo ha un presidente del Consiglio molto forte ma una struttura molto debole. Credo che debba fare alcune sostituzioni. Il gruppo dirigente scelto da Renzi a volte non mi sembra ali' altezza. Vuole fare tutto da solo o con il gruppo di suoi fedeli, alcuni validi, altri piuttosto inesperti. Eppure gioverebbe a tutti se si consultasse con persone indubitabili su temi importanti per creare il grande cambiamento del Paese di cui parla. Così facendo, Renzi pecca di presunzione, e questa decisione lo svaluta». Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 89 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 05-08-2014 5 1 Aumento del 75% in cinque anni per le tasse universitarie Diritto allo studio frenato dal costo dell'iscrizione con punte sopra i 1.800 euro Camilla Mozzetti ROMA. Si chiamano università pubbliche e si differenziano dagli atenei privati, poiché le tasse, riequilibrate secondo le fasce di reddito, dovrebbero garantire il diritto allo studio a tutti. Anche a chi non può chiedere un contributo, giacché il proprio reddito familiare - compreso tra 20mila e 35mila euro pur essendo basso, non è considerato talmente esiguo da far scattare la borsa di studio. C'è da dire che, stando alle cifre elaborate dall'Unione studenti universitari e da quelle della Flc-Cgil, l'università pubblica italiana è tutto fuorché gratuita. Al contrario, a valle di una riduzione di finanziamenti statali concessi al ministero dell'Istruzione - e quindi agli Atenei - negli anni sono aumentate le tasse per gli studenti. Fino al 2011 - spiega un report dell'Udu - ben trentasei università italiane invece di rispettare la soglia del 20% imposta alla contribu zione studentesca per la tutela del diritto allo studio, sulla base dei fondi erogati dallo Stato, hanno chiesto agli iscritti somme maggiori. Alla Statale di Bergamo le tasse arrivavano al 40%, alla Statale di Milano al 32%, alla Carlo Bo di Urbino al 35%, e così via. La cifra tota le che gli atenei raccolsero in più daglistudentisuperavai255milionidieuro. Poinel2012, l'exresponsabile di viale Trastevere, Francesco Profumo, attuò una sanatoria e permise agli atenei di sforare il tetto del 20% solo per i fuori corso, aumentando la loro tassazione del 100%. Gli atenei considerati "fuorilegge" diminuirono, passando da 36 a 11. Tuttavia gli studenti continuarono a pagare un importo maggiore per un complessivo di 4 7 milioni di euro. «E se un tempo iscriversi a un corso dilaurea, in un ateneo pubblico, costava relativamente poco - spiega il coordinatore dell'Udu, Gianluca Scuccimarra - farlo ora significa spendere molto di più rispetto a quanto elargiscono gli universitari europei». Secondo la Flc-Cgil nel corso di cinque anni, dal 2009al2014, le tasse universitarie sono aumentate del 75%. «E quel denaro, che in teoria dovrebbe in parte servire a coprire le borse di studio per gli universitari più indigenti - aggiunge il segretario, Domenico Pantaleo viene utilizzato per altro». La tassa zione media delle università italiane si aggira intorno ai 1.500 euro l'anno per studente. Con picchi più alti negli atenei del Nord Italia: dai 1.802 euro chiesti dal Politecni- codi Milano ai 1.614 della Statale milanese. Più economiche, invece, le rette nelle università del Sud. A Potenza, l'università della Basilicata chiede 490 euro l'anno per studente, a Catanzaro, le tasse della Magna Grecia non superano i 532 euro. Confrontando il contribuito medio con quelli di altre università europee, quello italiano è tra i più cari. Prima di noi - come analizza il rapporto Education at a Glance, rilasciato dall'Ocse nel 2012 - c'è solo il Regno Unito, che chiede più di 4.500 euro l'anno in tasse agli studenti e paesi d' oltreoceano, come Giappone, Stati Uniti, Australia. Tornando in Europa, i paesi scandinavi sono, invece, i più virtuosi. Studiare non costa nulla. Anzi, in Danimarca e Svezia chi desidera conseguire il diploma di laurea riceve indistintamente una borsa di studio mensile di 900 euro. Lo studio è considerato, a tutti gli effetti, un lavoro. Non a caso i ragazzi scandinavi iniziano a costruirsi una vita autonoma dalla famiglia già a 18 anni. In Germania le tasse raggiungono circa mille euro l'anno, 500 euro a semestre. In Belgio non superano i 653 euro l'anno, in Spagna arrivano a un massimo di 1.100 euro, mentre in Francia vanno da un minimo di 200 euro a un massimo di 1.400. A costo zero poi le università di Cipro, Malta, Ungheria, Repubblica Ceca e Grecia. Codice abbonamento: 068391 Il confronto Solo nell'Uk rette più salate E nei Paesi scandinavi lo studente è retribuito 900 euro al mese Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 90 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 31 1 Dal Miur 11 milioni per 136 borse Il ricercatore entra in azienda torato di ricerca non resta più confinato solo in ambito ricercatori entrano in universitario, ma diventa un azienda. Con il via libe- titolo strategico per assunziora del Cipe, il Comitato ni di alto livello in imprese interministeriale per la che vogliono fare innovazione programmazione economica al puntando sui nostri giovani finanziamento per il progetto cervelli», ha spiegato il mini«PhD ITalents», infatti, il mi- stro dell'istruzione, universinistero dell'istruzione, univer- tà e ricerca Stefania Giannini. sità e ricerca porta i giovani «Vogliamo trattenere i migliori dottori di ricerca nel mondo talenti, dandogli la possibilità del lavoro, intensificando nel- di completare la loro formalo stesso tempo le relazioni zione d'eccellenza in imprese fra imprese e università. Con all'avanguardia». A seguito della delibera del uno stanziamento complessivo di 16.236.000 euro, di cui 11 Cipe sarà stipulato uno specimilioni assegnati dal Miur at- fico Accordo di programma tra traverso il Fondo integrativo il Miur e i soggetti che hanno speciale per la ricerca e il resto proposto il progetto. Saranno da privati, parte un'iniziativa coinvolte le più significative che prevede la selezione di esperienze imprenditoriali 136 giovani dottori di ricerca italiane dei settori di rilevanda inserire, per un periodo za strategica individuati dal non inferiore ai due anni, in Piano nazionale per la ricerimprese fortemente orientate ca: Energia, Agroalimentare, all'innovazione e alla ricerca. Patrimonio culturale, Mobilità La proposta, che sviluppa un sostenibile, Salute e Scienza nuovo modello di placement della vita. Il coordinamento, il dei dottori di ricerca, è realiz- monitoraggio e la valutazione zata in stretta collaborazione dell'intero processo saranno con la Fondazione della Con- garantiti dalla Fondazione ferenza dei rettori delle uni- Crui e da una cabina di regia ' versità italiane (Crui) e con dedicata (Miur-Crui-ConfinduConfindustria. «Coinvolgere stria), con l'obiettivo di valule aziende in questi progetti tare una possibile estensione significa cominciare a gettare del progetto a un numero più le basi per un futuro diverso ampio di beneficiari. ---© Riprod112ione riseroata--del nostro paese in cui il dotDI BENEDETIA PACELLI Codice abbonamento: 068391 ! Ritaglio Stefania Giannini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 93 Quotidiano Data Pagina Foglio 05-08-2014 5 1 Il dibattito Il presidente del corso Andrea Stella: «Non ci sono aule per 3.000 matricole» L'Ateneo: <<Medicina? Il test deve restare>> -, a Bologna ci sono 400 posti, più 40 per gli stranieri, e quest'anno abbiamo avuto 2.906 candidati a fronte di 3.200 domande. Se fossero anche 2.500 gli iscritti, dove Ii possiamo mettere? Che i test siano perfettibili, adeguandoli nei contenuti per renderli più mirati va bene, ma una La prova All'ultimo test per Medicina, a Rimini, si sono presentati 2.906 candidati selezione è necessaria». Stella si è laureato nel '72 «e ricordo ancora che eravamo in i.200 a lezione, dovevo andare a lezione un'ora prima solo per poter riuscire a entrare in aula perché gli altri stavano fuori. Oggi, con aule per 2-300 persone non è immaginabile». Non convince neppure la proposta di qualcuno di anticipare il test, a maglie più larghe, al quarto anno, facendo poi un primo anno comune ai corsi di laurea bio-medici. «Al quarto anno di superiore è troppo presto - argomenta il professore -, a quell'età due anni sono importanti nel percorso di formazione dei ragazzi. E comunque prima o dopo una selezione va fatta, il modello francese può anche andar bene ma va studiata molto bene la modalità>>. M.Ama ©RIPRODUZIONE RISERVATt Codice abbonamento: 068391 <<Abbiamo aule che possono accogliere 200-300 persone, come potremo fare lezioni a tremila persone? Non abbiamo strutture adeguate e neppure i docenti per poter accogliere tutti gli studenti che verosimilmente si iscriverebbero a Medicina senza selezione iniziale». Andrea Stella, presidente del corso di laurea in Medicina e chirurgia dell'Alma Mater, concorda, insieme ai vertici dell'Ateneo, con i rettori italiani contrari all'abolizione del test di Medicina. Eliminandolo in un colpo solo e, come prevede il ministro Stefania Giannini che presenterà la sua proposta a settembre, in trodurre un modello alla francese con selezione al termine del primo anno. <<lntanto c'è il problema dell'accoglienza di tutti i potenziali stu denti al primo anno - spiega Stella Ritaglio Stefania Giannini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 94 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio - - - - - - - -- Il Tesoro fenna (per ora) l'assalto allaFomero eai conti pubblici l ministro Marianna Madia, insiemealministero · dell'Economia, ha fatto la scelta giusta. Il decreto Pa non poteva rischiare di finire in «zona Cesarini», con l'altissimo rischio dinonrispettare i tempi della conversione in legge, in pieno mese d'agosto, per colpa di un pacchetto di misure previdenziali prive di copertura Illoro stralcio e la doppia fiducia che si prospetta ora dovrebbero garantire l'obiettivo dell'approvazione finale. In quel testo non ci sono solo le prime misure per il riordino della Pa, ci sono anche semplificazioni decisive per comparti in crisi come l'edilizia e, soprattutto, i poteri speciali conferiti al presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone. Inimmaginabile una decadenza del decreto per il :superamento dei termini di conversione. Ma lo stop della Ragioneria e del Tesoro è tanto più significativo perché riguarda l'ennesimo tentativo di assalto alla riforma delle pensioni varata con il «Salva Italia» difine2on. Le nuove regole previdenziali non possono diventare merce di scambio semplicemente perché rappresentano uno dei baluardi dei nostri conti pubblici: stabilizzano una spesa che viaggia attorno al 15% del Pil, tra le più alte d'Europa. Certo, sono requisiti difficili da rispettare, soprattutto quelli sull'età pensionabile. L'unico modo per rendere realistici quei requisiti è far sì che il nostro mercato del lavoro sia più dinamico e inclusivo, capace di garantire livelli di occupabilità elevati e certi oltre i 55-60 anni senza ridurre le possibilità d'ingresso dei giovani. L'altro baluardo dei conti I Ritaglio Lavoro e previdenza © RlPRODlJZJONF RISERVATA 068391 Davide Colombo deve ancora concretizzarsi e si chiama spendingreview. Non èuncasoseneigiorniscorsi proprio Carlo Cottarelli aveva reagito con fermezza davanti all'ipotesi di «quota 96»: non si può coprire nuova spesa con i tagli alla spesa già impegnati. Ieri Matteo Renzi ha affermato che entro fine mese verrà presentato un intervento sulla scuola assai più ampio come platea del perimetro dei 4Jl1Ìla insegnanti coperti dalla «quota 96».Aspettiamo prima di commentare e ricordiamo il penultimo annuncio del premier, ovvero che il bonus di So euro non verrà esteso nel2015 a categoria rimaste escluse. I margini di finanza pubblica sono noti. Così com'è noto che non mancherà l'assalto autunnale alla" diligenza Stabilità" da parte del Parlamento. Per questo le scelte di politica economica della prossime settimane dovranno essere coraggiose e coerenti. Codice abbonamento: ----- ---- 05-08-2014 3 1 stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 95 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 1 l,; st<IHetta g1ml'rnzìonale. Resta l'abolizione del trattenimento in servizio, il pensionamento automatico per chi ha raggiunto i requisiti contributivi pieni e la semplificazione del turn aver Nella Pa in 240mila verso l'uscita ROMA Con il colpo di spugna alla norma su «Quota 96» nella scuola e le altre misure previdenziali introdotte alla Camera il decreto 90 non perde la sua capacità propulsiva. Nei prossimi anni, grazie alle nuove misure introdotte dal ministro Marianna Madia, la cosiddetta "staffetta generazionale" nella Pa ci sarà. I motori dell'operazione saranno tre, in attesa della quarta possibile spinta che potrebbe arrivare dal part-time volontario previsto nel disegno di legge delega per i dipendenti prossimi alla quiescenza. Resta innanzitutto l'abolizione del «trattenimento in servizio», cioè i tempi supplementari che potevano mantenere in ufficio il personale dopo aver raggiunto i requisiti previdenziali. La regola, in realtà, è tutt'altro che rivoluzionaria, perché i limiti progressivi al turn over (un trattenimento in servizio in un ente locale, per esempio, andava conteggiato come nuova assunzione) e le tante incertezze previdenzialihannoridotto i numeri di chi chiedeva di rimandarelapensione.Lastessarelazione tecnica al provvedimento spiega che i trattenimenti nel 2012 erano circa I.200, la metà dei quali però si concentra nel set,tore della magistratura che incontranello stesso decreto regole un po' più flessibili. C'è poi la misura che prevede il pensionamento automatico per chi ha raggiunto i requisiti contributivi pieni e, infine, la famosa semplificazione del turn over, che nel prossimo triennio, a spesa invariata, consentirà alle amministrazioni di procedere a una nuova pianificazione dei reclutamenti grazie al calcolo dei tetti assunzionali sulle teste e non sul budget disponibile. Difficiledirequantaforzaavranno, nel loro insieme, queste misure in termini di posti sui quali effettivamente si determinerà un ricambio generazionale. Nelle Pubbliche arrìministrazioni, esclusa la magistratura e i docenti universitari, sappiamo che ci sono 24omila persone che avevano già compiuto 60 anni a fine 2012, e quindi sono destinate ad andare in pensione entro il 2018. A queste si potrà aggiungere una quota di dipendenti che, anche se più giovani, hanno debuttato presto nel mondo.del lavoro, e quindi raggiungeranno l'anzianità massima nello stesso periodo. Il ministro Madia aveva quantificato in 6omila i posti che si libereranno nel prossimo triennio con il pensionamento automatico da parte delle amministrazioni dei dipendenti che hanno raggiunto la contribuzione piena. Si vedrà strada facendo se la cifra verrà confermata, anche perché contemporaneamente alla «staffetta generazionale» le amministrazioni dovrebbero misurarsi con la speri- mentazione del piano delle mobilità volontaria e obbligatoria. Le altre misure per il ricambio generazionale nella Pa fanno per il momento da contorno: come il divieto di incarichi dirigenziali o di consulenze nella Pa ai soggetti in pensione.Una boccata d'ossigeno arriva infine con la riduzione della durata dei corsi di formazione specialistica per i medici. Secondo la relazione tecnica il fabbisogno annuo di specializzandi è di 8.500 unità. Con le risorse attuali si arrivava, per il prossimo anno accademico, a circa 3-300 borse, meno della metà del fabbisogno. Grazie all'articolo 15 del dl 90 e le risorse aggiuntive messe in campo si salirà a cinquemila unità. Per completare il quadro bisogna poi tener conto delle nuove assunzioni prevista per il corpo dei Vigili del Fuoco (I.030 nuove unità) al costo previsto di 42 milioni di euro aggiuntivi a partire dal 2016. O.Col .. ~;RIPRODUZIONE RlSER.VA~A ANIIANI Numerosi i dipendenti che hanno già compiuto 60 anni e che sono destinati ad andare in pensione entro il 2018 La carica degli over SO Distribuzione del personale della Pa per fasce d'età. Numero e% sul totale anni 240.669 18 · 29 anni >60 118.937 30 --· 39 anni -- 521.972 TOTALE DIPENDENTI 3.238.409 40 · 49 anni 1.101.003 1.255.828 Codice abbonamento: 068391 Fonte: Aran Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 96 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Le vie della ripresa : Il 05-08-2014 3 Foglio 1/ 2 Data Le altre norme Niente cancellazione delle penalizzazioni per chi anticipa la pensione e ha versato oltre 42 anni Pn al Senato , Altolà anche al pensionamento d'ufficio ' di docenti universitari e primari LE RIFORME IN CANTIERE Pagina Pensioni, salta «quota 96» per i docenti Tensione Renzi-Ragioneria -Retromarcia sulle deroghe alla Fornero, ma il premier: intervento più ampio a fine mese Davide Colombo ROMA condo i tecnici del Mef, perché «corn1esse all'entità del ricorso a forme di copertura operate già con precedenti interventi attraverso l'accantonamento o la riduzione degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili».Solo per il20J4 tali riduzioni ammontano già a circa un miliardo di euro (che vengono presi con tagli a oneri rimodulabili dei ministeri). Eperciò l'ulteriore riduzione di queste spese porta con sé «l'elevato rischio di determinare la formazione di debiti fuori bilancio in relazione a spese difficilmente comprimibili, soprattutto in una fase già avanzata della gestione». Analoghi i rilievi per quanto riguarda il pensionamento d'ufficio a68annideiprofessoriuniversitari (oggi la legge Gelmini consente l'uscita obbligatoriaa70 anni-avendo abolito il cosiddetto "biennio Amato"). Qp.esta anticipazione di due anni, sottolinea la Ragioneria, «determina oneri non quantificati né coperti in termini di anticipazione della corresponsione dei trattamenti di pensione e di fine servizio». Sulla base dei dati forniti dal Miur il costo dell'intervento è di ypmilioni solo nel2015 (dal2015 al 2021 è di circa n3 milioni). Nel mirino anche i conti per la cancellazione dei disincentivi introdotti da ElsaFornero per chi lascia prÌlllail la- voro. La relazione tecnica al dl Mao diaha stimato un esborso di un milione per il 20J4, 3milioni per il 2015, 7 milioni per il 2016. I conti rivisti dalla Ragioneria sono però maggiori: 5milioni per il 20J4, 15 milioni per il 2015, 35 milioni per il 2016, 50 milioni per il 2017 e 60 milioni dal 2018. E sottostimata è anche la quantificazione delle spese (un milione per quest'anno) della norma che prevede dei benefici per le vittime degli atti di terrorismo. Una copertura, quest'ultima, che poi sarebbe stata trovata da Poletti e Delrio ma la misura entrerà in un altro provvedimento. n dietrofront naturalmente ha scatenato un putiferio politico, soprattutto tra le componenti del Pd che alla Camera avevano sostenuto le correzioni. «Sarebbe scandalosb non risolvere "quota 96" degli insegnanti, ma soprattutto utilizzare argomenti falsi pernonfare questa scelta. Chi dice che vogliamo introdurre quota 96 per estenderla a tutti ilavoratorisa di mentire o non conosce l'argomento» hanno rilevato Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi. Ma anche Forza Italia non è per nulla convinta: una decisione «Vergognosa in cui vince la burocrazia». Mentre per Sel «il Governo dei soli annunci ha colpito ancora». Codice abbonamento: 068391 Contrordine al Senato sul "pacchetto previdenziale" che Montecitorio aveva introdotto a forza nel d!Painfase di prima lettura. Con quattro emendamenti soppressivi presentati in Commissione Affari costituzionali dal Gover-· no sono state cancellate le norme su «quota 96» nella scuola e quella sui pensionamenti d'ufficio a 68 anni per docenti universitari e i primari. Via anche la misura sulle penalizzazioni al trattamento pensionistico in caso di ritiro anticipato e quella sulle pensioni di reversibilità per le vittime del terrorismo. Per Matteo Renzi è stato giusto lo stop a "quota 96" perché la misura non c'entrava nulla con la "ratio" del decreto e ha fatto sapere che sulla scuola è in preparazione un intervento.entro fine agosto assai più ampio, come perimetro di riferimento, della platea dei 4J11ila interessati dalla misura cancellata. Insomma le tensioni con la Ragioneria, che ci sono, non impediranno alla politica di prevalere sulle obiezioni tecniche. Ieri sera, dopo aver incassato il via libera sui presupposti di costituzionalità del disegno di legge di conversione del decreto, è partita la discussione generale sul testo dove entro questa mattina verrà posto il voto di fiducia. I tempi per la terza lettura alla Camera a questo punto sono molto stretti: si dovrebbe arrivare al voto finale (con terza fiducia) entro venerdì, in parallelo con l'approvazione dcl di competitività al Senato e il primo via libera al Ddl costituzionale. Dopo un tira e molla durato tutto il week-end l'Esecutivo ha dunque deciso di non andare al muro contro muro con la Ragioneria generale dello Stato, che aveva sollevato rilievi di copertura nel documento presentato venerdì scorso. Nel dettaglio, secondo la Ragioneria, la norma su «quota96», che avrebbe regalato il pensionamento a settembre a 4ffiila insegnanti e addetti della scuola (platea che potrebbe allargarsi),risulta «scoperta in termini di fabbisogno e indebitamento netto». E quindi per assicurare «la neutralità degli effetti per il 2014 la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni di euro» (e non 34 milioni come indica la relazione tecnica del provvedimento). Le coperture ipotizzate, approvate dalla Camera, e che consistono in un aumento degli obiettivi di spending review e tagli lineari, comportano «criticità», sempre se- Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 97 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 2/2 Senza coperture ~Indica la somma degli anni di età anagrafica e contributiva aprendo una finestra per il diritto alla pensione di anzianità. I periodo di contribuzione non può essere inferiore ai 35 anni, e deve essere perfezionato escludendo la contribuzione figurativa per disoccupazione ordinaria e malattia. Peri lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensione sostitutivi e integrativi due le opzioni possibili: 60 anni di età+ 36 di contributi oppure 61 anni di età+ 35 di contributi Quota 96, prepensionamenti nella scuola cancellati Salta la norma "quota 96" per il prepensionamento di 4mi!a insegnanti a settembre. La norma introdotta alla Camera era nel mirino della Ragioneria dello Stato che non l'ha "bolli nata". Renzi sta preparando un intervento che amplia la platea dei fruitori Stop all'anticipo di due anni per professori e primari Uno dei quattro emendamenti al DI Pa presentati dal Governo al Senato blocca il pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari e dei primari. Sulla base dei dati forniti dal Miur l'intervento sarebbe costato 34,2 milioni nel2015e113 fino al 2021 Tornano i disincentivi per chi lascia a62 anni Tornano le penalizzazioni della riforma Fornero per chi lascia il lavoro a 62 anni. La Ragioneria ha infatti rilevato costi più alti rispetto a quelli della relazione tecnica al Dl. No ai benefici per chi avesse subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo Codice abbonamento: 068391 Emendamenti al decreto Pa. Marianna Madia, ministro della Semplificazione e della Pubblica amministrazione Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 98 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Pagina 05-08-2014 3 Foglio 1/ 2 Data In Parlamento allentati i requisiti (con effetti paradossali) per evitare la riforma Monti-Fornero Se l'esodato ha ancora un lavoro za impiego e senza la prospettiva di pensione in tempi brevi, altre categorie di lavoratori, oggetto dei sei interventi di salvaguardia che si sono susseguiti in due anni e mezzo (l'ultimo deve ancora essere approvato dal Senato). Si tratta di lavoratoriinmobilitàordinariaolunga, di quelli a carico dei fondi di solidarietà di settore (principalmente bancari) e di quelli autorizzati al versamento volontario dei contributi. In quest'ultima macro categoria (116.650 persone stimate inizialmente) rientrano persone che hanno perso il lavoro di recente e non hanno più trovato occupazione,maanchechimagari ha versato qualche contributo volontario in passato, fino a maturare i vecchi requisiti per il pensionamento, e poi ha ripreso senza più interruzioni l'attività e magari non si trova attualmente in condizioni di difficoltà. Non a caso i primi interventi di salvaguardia hanno tutelato chi dopo l'autorizzazione al versamento volontario non ha più lavorato e poi via via sono stati "ammorbiditi" i requisiti in modo da con- Matteo Prioschi Con il termine esodati spesso si indicano, erroneamente, tutte le persone penalizzate dalla riforma previdenziale Monti-Fornero di fine 2011. In realtà gli esodati sono una categoria ben precisa, costituita da quei lavoratori che prima della riforma hanno sottoscritto un accordo di incentivo all'esodo, accettando quindi di lasciare il posto a fronte di un bonus economico con la previsione di andare in pensione nell'arco di qualche mese. Le nuove regole, però, hanno comportato requisiti più elevati e quindi queste persone si sono trovate senza lavoro e con la prospettiva di dover maturare più anni di contributi prima di poter incassare l'assegno previdenziale. Secondo le stime iniziali gli appartenenti a questa categoria erano oltre 14omila, ma i posti previsti con la prima salvaguardia furono meno di 7mila. Con successive integrazioni sono ora arrivati a oltre 3omila. Anche se tecnicamente non sono "esodati", si sono trovati in questa situazione, cioè sen- IN sentire l'accesso alla pensione con le vecchie regole anche a chi ha intervallato periodi di lavoro e di inattività. Già dal primo intervento si è inoltre provveduto a tutelare quelle poche migliaia di lavoratori in congedo per assistere figli con gravi disabilità. Nel corso del tempo si sono aggiunte nuove categorie tra cui i licenziati (non più solo gli esodati quindi) e chi ha concluso un contratto a tempo determinato tra il 2007 e il 2011,nonhapiù trovato un impiego a tempo indeterminato e matura la decorrenza della pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2016. Rispetto ai primi interventi, la mancanza di impiego in quanto tale non ha più costituito un requisito necessario alla salvaguardia, sostituito dalla mancanza di occupazione a tempo indeterminato. Ci sono poi altre categorie di lavoratori penalizzati dalla riforma previdenziale, ma non obbligatoriamente senza lavoro a tempo indeterminato, che alcune componenti del Parlamento vorrebbero comunque tutelare. Tra questi gli insegnanti che, come hanno ricordato i deputati del Pd Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, non sono andati in pensione con le vecchie regole perché calcolano i contributi con la cadenza dell'anno scolastico (entro il mese di agosto) e quindi non rientravano nella scadenza generale di fine 2011. Ci sono i macchinisti delle ferrovie che dovranno lavorare fino a 67 anni e non sonoricompresi tra chi esercita attività usuranti, le donne che per evitare l'innalzamento dei requisiti possono andare in pensione con 57 anni e tre mesi (58 etre mesi se lavoratrici autonome) di età e 35 di contributi ma con l'applicazione del sistema contributivo che comporta penalizzazioni di almeno il 20% dell'assegno, chi aveva il requisito minimo di15 anni di contribuzione da lavoro (non volontaria) al 31 dicembre i992. Già graziati dagli effetti delle nuove regole, invece, i dipendenti pubblici dei comparti sicurezza e difesa che sono stati esclusi dal decreto di armonizzazione. D'ATTESA Oltre agli insegnanti si vorrebbero salvare dai nuovi minimi ferrovieri, donne che optano per il contributivo e «quindicenni» Pensioni, salta «quota 96» per i docenti ".'~ ".;.orn: '~" "~"!"!•:'~'! '' "'•~".."!'~"'~ "·' •!r "·"·''~ ~.·~\·~· •'~' "!. ''"'°'' ~,~ ,- - •N Codice abbonamento: 068391 '"·°'"" Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 99 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 2/2 Le p1revisioni e gli interventi Numero di lavoratori da tutelare previsti inizialmente e posti effettivamente messi a disposizione con gli interventi di salvaguardia LE STIME LE SALVAGUARDIE 328.650 170.230 .J1liMimUlll"L,ll4.Jlii Prosecutori volontari in mobilità 1.850 Tempo determinato 4.000 Gestione eccedenze con ammortizzatori 20.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 ••••• , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..................~11-0 .............. ........ i; .........J~,: Mobilità IM-tt• Pros~cutnri volontio;ri Codice abbonamento: 068391 ··------·---! Fonte: elaborazione Il Sole 24 Ore Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 100 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 05-08-2014 32 1 Le tutele per malattia infortunio .' ematemzta Codice abbonamento: 068391 Malattia, maternità, infortunio: ecco le regole. Il lavoratore in caso di malattia deve avvertire immediatamente il datore di lavoro (entro l'orario di inizio della prestazione) facendogli pervenire il certificato medico entro due giorni dal rilascio. Il datore di lavoro deve garantire al lavoratore domestico inmalattia la conservazione del posto che varia in base all'anzianità maturata presso la stessa famiglia. E tenuto al pagamento della metà dello stipendio i primi tre giorni e del salario intero per i giorni successivi, fino a un massimo di: 8 giorni per anzianità fino a 6 mesi; 10 giorni (anzianità da 6 mesia2anni);15 giorni (oltre 2 anni). In caso di maternità, durante l'astensione obbligatoria, la collaboratrice ha diritto alla conservazione del posto e all'indennità sostitutiva della retribuzione. La tutela scatta se la colfpossiede il requisito di 52 settimane di lavoro "utili" nei 2 anni precedenti o 26 settimane nell'anno precedente l'inizio del congedo di maternità. La maternità obbligatoria è pagata dall'Inps - su domanda della lavoratrice - ed è pari all'8o% del salario convenzionale sul quale sono versati i contributi orari. Infine, nel caso di infortunio sul lavoro, il datore di lavoro deve: denunciare l'evento all'Inail e alla Ps entro 2 giorni dalla ricezione del certificato d'infortunio; pagare retribuzione globale di fatto per i primi tre giorni di assenza; conservare il posto per un periodo variabile secondo l'anzianità di servizio (10 giorni di calendario per anzianità fino a 6 mesi, 45 giorni da 6 mesi a 2 anni; 180 giorni oltre i2anni). O.La. A.R.P. t· R;PR1•[J:.z:s~E RISERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 107 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 05-08-2014 32 1 ) Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo IL CALCOLO DEL TFR I NELL'ANNO Si determina la retribuzione annua utile, la quota annua d'accantonamento e si rivalutano le quote accantonate negli anni 068391 Il rapporto di lavoro può cessare per libera volontà del datore di lavoro e del lavoratore domestico, a patto che si dia regolare preavviso all'altra parte. In merito al calcolo del preavviso, il contratto collettivo nazionale prevede che il rapporto di lavoro possa esser~ risolto con l'osservanza dei seguenti termini: in caso di licenziamento, 15 giorni di calendario, per il rapporto di lavoro non inferiore a 25 ore settimanali e fino a 5 anni di anzianità presso lo stesso datore; 30 giorni di calendario, oltre i cinque anni di anzianità presso lo stesso datore. I termini sono ridotti alla metà nel caso di dimissioni da parte del lavoratore. Per il rapporto di lavoro inferiore alle 25 ore settimanali il preavviso dovrà essere di 8 giorni di calendario, fino a due anni di anzianità e di 15 giorni, oltre i due anni di anzianità. Nel caso di mancato preavviso da parte del datore è dovuta al lavoratore un'indennità sostitutiva; se invece il lavoratore dimissionario non effettua la prestazione nel suddetto periodo, viene trattenuto l'importo corrispondente al mancato preavviso. Le dimissioni volontarie o la risoluzione consensuale devono essere convalidate con le seguenti modalità: convalida del lavoratore presso la direzione territoriale del Lavoro o il Centro per l'impiego territorialmente competenti; sottoscrizione da parte dellavoratore di dichiarazione in calce alla ricevuta della comunicazione di cessazione inviata all'Inps. La cessazione del rapporto va comunicata all'Inps entro 5 giorni (online o al numero gratuito 803164). Il versamento dei contributi relativi all'attività prestata fino alla data di cessazione, deve invece essere effettuato entro i 10 giorni successivi alla data di fme rapporto; l'eventuale ritardato pagamento comporta sanzioni da parte dell'Inps. Si ricorda che devono essere versati, sempre entro la stessa data, anche i contributi relativi a ferie maturate ma non godute e al preavviso. Si precisa, peraltro, che per i lavoratori domestici non è dovuto il contributo di interruzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato introdotto dalla legge 92/2012. Qµando cessa il rapporto di lavoro, il collaboratore domestico ha sempre diritto al trattamento di fine rapporto, anche nel caso di rapporto saltuario o di poche ore settimanali o di risoluzione durante il periodo di prova, se superiore a 15 giorni. Per calcolare l'importo del Tfr, si deve tener conto di: retribuzione mensile, tredicesima, indennità sostitutiva di vitto e alloggio quando dovuta. Inoltre, il Tfr accantonato deve essere rivalutato annualmente sulla base dell'indice Istat. Il Tfr può anche essere frazionato nel corso del rapporto: la liquidazione può essere pagata ogni anno, su richiesta da parte del lavoratore o del datore con il consenso dell'altro. Tuttavia, la legge stabilisce che dopo otto anni di servizio il dipendente può avere diritto a un anticipo pari al 70% della liquidazione maturata. O. La. A.R.P. 02 I AFINE RAPPORTO Si determina la quota dell'ultimo periodo e si somma con il Tfr rivalutato degli anni precedenti del destinatario, non Codice abbonamento: PerilTfr accredito finale o frazionato riproducibile. Pag. 109 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA I Data 05-08-2014 Pagina 3 Foglio 1/ 2 - IConti pubblici. L'attesa per la crescita negativa· stimata dall'lstat nel secondo-trimes~-. - - - Coperture incerte, il governo blinda i decreti Padoan svela la strategia sui tagli agli sprechi Direttive vincolanti peri sindaci sulle municipalizzate. Il ministro in Parlamento le centrare il 2,6% di deficit concordato con la Ue. Per il 2015 si partirebbe con unazavorra in più. E a poche settimane dalla messa a punto della Legge di Stabilità, che sarà definita nelle grandi linee già entro agosto, e che dovrà confermare il taglio delle tasse per il 2015, per il governo diventano imperativi sia la tenuta della manovra impostata l'anno scorso che il blocco di ogni nuova spesa. Soprattutto di quelle che, alla fine, si scaricherebbero sulla già ardua "spending review", come facevano proprio gli emendamenti parlamentari bocciati. Sulla revisione della spesa, alla quale si affidano tutte le speranze d_i recuperare ?so~s~ per tagh~e le tass~, il ~1mstro dell eco_nom.1~ Pier Carlo Padoan fara ogg11l punto in Parlamento, ma è chiaro che l'operazione non sarà affatto semplice, né dall'esito scontato. Già per il 2014 servono 3,5 miliardi di euro (anche per compensare il mancato taglio delle detrazioni Irpef che dovevano scattare a gennaio), poi altri 11 miliardi nel 2015 e altri 12 nel 2016. E se è già difficile immaginarli, si sta rivelando ancor più complicato fare in modo che i risparmi attesi vengano contabilizzati, e che dunque possano essere usati a copertura degli sgravi fiscali o delle altre spese. Mentre il Commissario Carlo Cottarelli sta ultimando il rapporto sulle partecipate degli enti locali, atteso a Pa lazzo Chigi per giovedì, tra il ministero dell'Economia e Palazzo Chigi si ragiona proprio su come si possano utilizzare i risparmi dovuti all'efficientamento della'pubblica amministrazione (a loro volta derivanti dalla revisione della spesa), inserendoli nel bilancio a legislazione vigente, rendendo tutto il percorso più agevole. L'intenzione è quella. Intanto la nuova spending review sulle partecipate pubbliche si tradurrà in direttive vincolanti per gli amministratoti degli enti locali, ma anche in una minor spesa pubblica che sarà quantificata sia nel Patto di Stabilità in- temo con gli enti locali, che nella Legge di Stabilità del 2015. Il primo scoglio per la messa a punto della manovra di bilancio del prossimo anno sarà in ogni caso la revisione delle previsioni economiche. Domani l'Istat diffonderà i dati del prodotto interno lordo del secondo trimestre, e dopo il meno o, 1 dei primi tre mesi, gli analisti si attendono un segno leggermente positivo, intorno allo 0,2%. Troppo poco, in ogni caso, per garan~ tire la crescita dello o,8 %ipotizzata dal governo per quest'anno. Se ci si fermasse allo 0,3% il deficit aumenterebbe in modo automatico dal 2,6% previsto al 2,8% e peggiorerebbe anche il saldo strutturale, allontanando ancora di più il pareggio di bilancio, già rinviato. Il governo, per il momento, esclude una ma novra correttiva per il 2014, ma per rispettare gli impegni sulla riduzione delle tasse è molto probabile che qualcosa in più, nel 2015, si dovrà fare. Mario Sensini ©RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 ROMA- Dopo lo stop sulle pensioni, che ha costretto il governo a modificare il decreto sulla pubblica amministrazione in Senato, ieri il faro della Ragioneria Generale dello Stato si è acceso sul decreto competitività all'esame dell'Aula di Montecitorio. Nel mirino sono finiti un altro paio di emendamenti dalla copertura finanziaria incerta, uno sulla Cassa depositi e prestiti, l'altro sugli incentivi al fotovoltaico, col risultato che il decreto, dall'Aula, è stato rispedito in Commissione Bilancio per un supplemento di istruttoria, e modificato prima che il governo ponesse la questione di fiducia. L'inciampo questa volta si è risolto senza troppi patemi d'animo, ma l'attivismo e la scrupolosissima attenzione della Ragioneria, al di là delle reazioni di facciata dell'esecutivo, suona come la conferma più evidente dello stato di massima allerta sui conti pubblici. Il bilancio soffre della mancata crescita e per quest'anno sarà quasi impossibi- Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 118 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 05-08-2014 3 2/2 Fiscal compad Secondo il trattato del cosiddetto Fiscal compact, firmato nel ' 'marzo del 2012, il rapporto deficit/Pil non deve superare il 3%. Mentre il debito non deve andare oltre quota 60%, sempre rispetto al Pil. L'Italia è già arrivata al 133%. Ciò comporta la necessità di ridurre il rapporto almeno di un ventesimo ogni anno. Per il nostro Paese i controlli sul rispetto di questo vincolo, particolarmente oneroso, partiranno dal 2016. Secondo l'accordo di Maastricht per la nascita dell'euro i Paesi aderenti alla moneta unica ' ' si sono impegnati a non superare la soglia del 3% per quanto riguarda il rapporto tra deficit (disavanzo) e prodotto interno lordo. L'Italia attualmente oscilla intorno al 2,6% ma potrebbe arrivare alla soglia del 2,8%. Gli ultimi dati sul disavanzo segnalano un miglioramento ma l'indebitamento è pari al 134%delPil nlPtqtto m11a.rc11 di euro I risparmi previsti dai progetti di spendingteview ai quali stanno lavorando i tecnici guidati da Carlo Cottarelli. Oggi il ministro dèll'Economia interverrà in Parlàmento sulla questione, I' ipotesi sul tra deficit e Prodottoif\te1mo lordo che potrebbe indieare il ministerodell'Econolttia dopo che l'lstat avrà annunciato il tassò di crescita per il secondo trimestre del 2014 Codice abbonamento: 068391 Pier Carlo Padoanè ministro dell'Economia e delle Finanze dal 24 febbraio 2014. Precedentemente, era capo economista dell'Ocse. E' stato anche direttore esecutivo per l'Italia del Fmi Primo piano Italia Pag. 119 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA il ministro Boschi. Ma la maggi ora nza, cessato di botto l'ostruzionismo, va come un treno: dall'articolo 3 all'articolo g in un pomeriggio. La riforma alla quale il premier ha legato il suo mandato è a un passo dall'approvazione in prima lettura: per licenziare i primi due articoli c'era voluta una settimana intera, ieri per approvarne cinque sono bastate due d'ore. I futuri inquilini di Palazzo Madama non percepiranno altra indennità che quella di consi- glieri regionali o sindaci. Esultano i renziani, con Andrea Marcucci: <<li governo Renzi riduce i costi della politica, il M5S sta fuori dall'Aula>>. E dalla Costituzione spariscono i senatori a vita, perché i cinque nominati dal capo dello Stato «per altissimi meriti» resteranno in carica sette anni soltanto. Elena Cattaneo, la più giovane senatrice a vita, si è concessa una riflessione che ha definito triste: «Chiedere a colleghi italiani che partecipano Pagina Foglio a disegnare l'eccellenza nel mondo di sedere qui per non lavorare troppo e per non essere retribuiti è umiliante». Boschi e Finocchiaro trattano con le opposizioni, ma il governo non sembra disposto a offrire altre modifiche, se non lariduzione del numero delle firme per referendum e leggi di iniziativa popolare. Renzi ha fretta di chiudere. Ma Palazzo Madama non è nuovo ai colpi di scena e far scorrere anzitempo i titoli di coda è un azzardo che nessuno 05-08-2014 6/7 2/3 può permettersi. Tra le migliaia di emendamenti si nasconde ancora qualche trappola. All'articolo 18 è previsto il voto segreto per l'emendamento di Casson su amnistia e indulto e i nemici della riforma sperano nei fran chi tiratori. Qualche preoccupazione desta anche la modifica del Titolo Vcara ai leghisti, che sono pronti a salire sulle barricate per impedire un annacquamento dei princìpi federalisti. Monica Guerzoni ©RIPRODUZIONE RISFRVATA Codice abbonamento: 068391 Scranni vuoti I banchi di 5 Stelle, Lega e Gal ieri: a sinistra, Vincenzo Santangelo del M55, a destra, Paolo Naccarato di Gal (Eidon) Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 121 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA I I nodi già affrontati equelli da sciogliere --- Data Pagina ------------- Foglio 05-08-2014 617 3/3 -- 1.atidavio a vita addio: come sceglierà il Colle Dopo il via libera della settimana scorsa al Senato non elettivo composto da 100 membri, di cui 95 scelti con il sistema proporzionale dalle Regioni tra i rappresentanti degli enti locali e 5 individuati dal Quirinale, ieri l'Aula ha approvato le norme del ddl Boschi che meglio definiscono l'individuazione dei membri di nomina presidenziale: resteranno in carica per 7 anni non rinnovabili e saranno scelti tra personalità che avranno dato lustro al Paese 1 Nessuna retribuzione ad hoc, resta l'immunità 2 Approvate anche le norme secondo cui i nuovi senatori non percepiranno nessuno «stipendio» aggiuntivo per le sedute a Palazzo Madama, ferme restando le indennità che gli sono corrisposte in quanto amministratori locali. Saranno invece protetti, ed è stato uno dei punti più caldi della trattazione di ieri, da immunità parlamentare: per arrestarli, perquisirli o intercettarli, i magistrati dovranno chiedere l'autorizzazione di Palazzo Madama Referendum, Quirinale e gli altri pi!mi dedsivi 3 Codice abbonamento: 068391 La platea per lelezione del Capo dello Stato, le firme necessarie per i referendum, le norme che regolano la presentazione dei disegni di legge di iniziativa popolare e le funzioni del futuro Senato: sono questi i punti più controversi sui quali l'Aula di Palazzo Madama deve ancora pronunciarsi prima dell'ok definitivo. Su questi temi, il governo la settimana scorsa ha annunciato la propria disponibilità al dialogo con le opposizioni, sbloccando così un'impasse che pareva insormontabile Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 122 Quotidiano la Repubblica Data Pagina Foglio bre, stando all'agenda del segretario Pd, dovrebbe cominciare il suo iter in commissione a Palazzo Madama. «Il Paese ha bisogno di una legge fortemente bipolare e maggioritaria, non si possono modificare le soglie al di fuori di questo principio» awerte il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, con un messaggio destinato per intero aibig del Nuovo centrodestra. Nell'incontro delle prossime ore (o dei prossimi giorni) Berlusconi non si attende che Renzi apra il dossier economico. Perché su quel fronte il premier non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi del «soo- corso azzurro». Anche lì, il leader di Forza Italia spiega ai suoi che resterà in riva al fiume. «Spetta a Renzi il primo passo, non saremo noi a offrirci - è la strategia che in questi giorni ha dettato da Arcore - Se la situazione si fa assai complicata, se c'è bisogno di noi, non saremo un'opposizione irresponsabile. Vogliovederechesuccede, se in autunno c'è il rischio di uninterventodella Trojka». Forza Italia insomma non si tira indietro. E in effetti quel che fanno ripetendo gli esponenti di punta del partito conferma la linea dell'opposizione «responsabile». Ieri sera Maria Stella Gelmini, interve- 05-08-2014 1 2/2 nendo a proposito del pasticcio della cosiddetta" quota 96" sisbilanciavainfavoredel1'esecutivo: «Spiace per gli insegnanti, ma il governo ha agito correttamente. Il bilancio dello Stato non cambia col cambio delle maggioranze, le risorse sono scarse e i conti vanno salvaguardati». Due giorni fa l'ex ministro si era spinto fino a parlare della disponibilità forzista a dare una mano per «misure shock per l'economia». Ieri è stata la volta del capogruppo Romani a Tgcom 24: «La nostra posizione è quella che se ci sarà bisogno di noi per l'interesse del Paese, noi ci saremo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Oggi vertice di Fi per definire i ritocchi all'Italicum prima dell'incontro con Renzi. Verdini suggerisce la linea dura "NIENTE LEGGI SALVA BERLUSCONI" I..~ Tm·~~~ RIFORMA DEL SENATO Forza Italia confermerà nel faccia a faccia tra Berlusconi e Renzi il sostegno ai prossimi passaggi parlamentari della riforma del Senato ill!ff~~.ììll "Nel patto del Nazareno non ci sono scambi, nessuna legge salva-Berlusconi" ha detto ieri Matteo Renzi nell'intervista a RepubblJca ~~~ ITALICUM Sarà il piatto forte dell'incontro. Le modifiche al Patto del Nazareno: riduzione dello sbarramento, preferenze e innalzamento della soglia per il premio GIUSTIZIA Primo piano Italia Codice abbonamento: 068391 La riforma che il Guardasigilli sta preparando non sarà trattata nell'incontro. Ma il ministro Orlando illustrerà il testo a tutti i capigruppo, anche a Forza Italia Pag. 124
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