Quote di genereLa rivoluzione è arrivata in anticipo

CO R RI ER ECO NO M I A
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LUNEDÌ 7 LUGLIO 2014
Governance
I rinnovi delle società quotate
Imprese
Bilanci Dopo due anni, le società vanno oltre i tetti imposti dalla Golfo-Mosca. Mercoledì Renzi apre i lavori del primo evento delle Pari opportunità
Quote di genere La rivoluzione è arrivata in anticipo
Analisi
Conclusa la seconda stagione di rinnovi degli organi sociali delle società quotate, è possibile entrare un po’ più nel merito degli effetti prodotti dalla
legge Golfo-Mosca, cioè la normativa che prevede di riservare
al genere meno rappresentato
una quota del 20% al primo
rinnovo di consiglio di amministrazione e collegio sindacale e
del 33% a partire dal secondo
rinnovo.
Una legge che, va ricordato,
è temporanea e resta in vigore
per tre rinnovi complessivi.
Fonte: Consob sulla composizione degli organi sociali
(la Golfo-Mosca è stata approvata nel 2011 ma è divenuta obbligatoria nel 2012) e a legge
vincolate.
E dice che gli effetti misurabili oggi sono sostanzialmente
tre: 1) un aumento della pre-
senza di donne oltre i tetti imposti, 2) un abbassamento (di
circa un anno) dell’età media
per uomini e donne che ha
dunque comportato un ricambio generazionale; 3) una riduzione dei consiglieri di ammini-
Pparra
*
* Al 30 giugno
Arenare: migliorata
la selezione.
Profeta: saliranno
le performance
2013
2012
2011
2009
2008
2007
2006
2005
2004
0%
2010
.
5%
2014
10%
21,95%
15%
2003
*Al 21 maggio
(1) Sul totale dei componenti degli organi di amministrazione;
(2) Sul numero totale delle società quotate italiane
di amministrazione dal 2000 al 2014
20%
2002
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014*
Donne componenti gli organi Società in cui vi è almeno una donna
di amministrazione
nell’organo di amministrazione
Numero
Peso
Numero
Peso
5,9%
43,8%
170
126
6,3%
46,4%
173
129
6,8%
49,6%
182
133
7,4%
51,7%
193
135
11,8%
66,8%
288
169
17,8%
83,5%
421
202
21,0%
88,4%
494
213
Presenza femminile nei consigli
2001
L’
ultimissimo aggiornamento, al 30 giugno scorso, dice che
anche la barriera
del 20% si è infranta, arrivando
a sfiorare il 22% di donne presenti nei consigli di amministrazione. Ma il dato forse più
importante da sottolineare è
che quella che era una maggioranza è divenuta in breve tempo una minoranza assoluta: le
società che hanno consigli di
amministrazione composti
esclusivamente da uomini sono
ormai solo poco più del 10%
(per la precisione 11,5%), mentre superavano il 50% meno
quattro anni fa (erano al 50,4%
nel 2010, grafico in pagina).
Presenza femminile nei consigli di amministrazione
delle società quotate
2000
DI MARIA SILVIA SACCHI
Pparra
Più presidenti, ma meno amministratrici delegate. Ormai solo il 10% del listino è rimasto con vertici interamente maschili
Fonti: P. Profeta
strazione provenienti dalla famiglia proprietaria che ha riguardato, anche in questo caso,
sia le donne che gli uomini.
«In letteratura si dice che
l’effetto di questi cambiamenti
sarà un miglioramento nella
performance. Non a causa della
presenza di donne ma del miglioramento del processo di selezione che ne è alla base».
Conferma Tommaso Arenare, di Egon Zehnder (società di
executive search) e consigliere
di Valore D: «Si può osservare
un miglioramento complessivo
nella governance delle società
quotate. Si sceglie di più sulla
base del merito e delle competenze rilevate e misurate, con
meno ricorso a forme di “passaparola”. Questo si traduce in
consigliere e consiglieri più
bravi, sia donne sia uomini, ma
anche più giovani e più internazionali. Si osservano consigli
meno numerosi e più efficienti.
Diversi importanti casi di scelta
di donne alla presidenza di consigli di grandi aziende aprono
la strada a un numero maggiore di donne in ruoli di vertice
esecutivo. Inoltre, l’Italia è diventata avanguardia mondiale
anche nella presenza di donne
in ruoli di rappresentanza poli-
Economista
Daniela Montemerlo,
Banco popolare
Sorveglianza
Flavia Minutillo,
Popolare di Milano
Sono 64 le aziende che hanno nominato i vertici tra aprile
e giugno 2014, le ultime tre lo
faranno in autunno. Se si comprendono anche quelle che
hanno fatto i rinnovi lo scorso
anno, due terzi del listino hanno Cda e/o collegi sindacali
eletti sulla base delle quote.
A scorrere i nomi si vede che
molte hanno preferito andare
subito al 33%, saltando il primo
step. Minore attenzione sembra
essere stata data ai collegi sindacali: la percentuale al 30 giugno è 28,78% (era 10,3% a fine
2009) ma risente del fatto che
un collegio sindacale è composto di norma da tre sindaci effettivi e, dunque, basta inserire
una donna per avere già il 33%.
I dati elaborati da Consob
(al 21 maggio) dicono che nelle
società che hanno rinnovato il
Cda dopo l’entrata in vigore
della Golfo-Mosca la percentuale di donne è pari al 26% rispetto al 15% di media delle società che ancora devono procedere alle nomine. «La presenza
femminile è superiore alla quota di un quinto in 167 società ed
è superiore alla quota di un terzo per 37 società, pari al 15%
del totale».
Paola Profeta, professore associato di Scienza delle finanze
all’università Bocconi e studiosa dei temi legati alla diversità
di genere, ha diviso i Cda composti prima della legge, nel periodo di transizione 2011-2012
tica. Il Parlamento italiano eletto nel 2013 (con oltre il 30% di
donne dal 20% circa nella legislatura precedente) e, ancora di
più, la delegazione di parlamentari italiani eletti al Parlamento europeo nel 2014, con il
39,7% di donne, rappresentano
valori di assoluta eccellenza tra
i Paesi democratici».
Gestione
Le cariche sono il prossimo
fronte. I dati di Profeta dicono
che nei nuovi Cda (quelli che
hanno già fatto il rinnovo) c’è
stato un forte aumento delle
presidenze, oggi pari al 7,4%
grazie anche alle nomine di Eni,
Enel e Terna. Sono, però, diminuite le amministratrici delegate, attualmente solo al 2,3%.
Anche di questo si parlerà
mercoledì a Roma nel primo
evento organizzato dal dipartimento Pari opportunità nell’ambito del semestre di presidenza italiana del Consiglio
dell’Unione europea, presente
il premier Matteo Renzi. «In
prospettiva — conclude Arenare — sarà importante far entrare sempre di più l’equazione
“donne = merito e cambiamento positivo” nella realtà quotidiana delle aziende, nella promozione di donne dirigenti e
alla guida esecutiva, come direttore generale o amministratore delegato. Ci arriveremo
presto e farà bene al Paese».
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