Monte Berico 2014

LA FESTA DELL’8 SETTEMBRE
Lunedì arriva l’appuntamento caro ai fedeli vicentini e non solo
A piedi a Monte Berico, una tradizione che non si spegne
C’è chi parte a mezzanotte, chi si avvia dopo la serata con gli amici e chi preferisce la bicicletta
Scarpe buone, giubbetto catarifrangente, torcia, zaino. È il minimo indispensabile per affrontare il
pellegrinaggio a Monte Berico, una tradizione ancora molto viva nel territorio vicentino e non solo,
visto che la Diocesi di Vicenza copre parte delle province di Padova e Verona e che i devoti della
Madonna di Monte Berico vanno ben oltre i confini della diocesi.
Il pellegrinaggio nel Dna del credente Le visite al santuario sono frequenti durante tutto l’anno,
ma nei giorni della “Festa dei Oto”, che culminano con l’8 settembre, natività di Maria, i
pellegrinaggi si intensificano. Tradizione vuole che si parta a piedi dalla propria parrocchia, con una
intenzione per cui pregare. O almeno con la voglia di vivere un’esperienza spirituale. «Camminare
verso luoghi di fede è nel Dna di ogni credente - è il parere di don Stefano Caichiolo, parroco di
Nove, nel bassanese -. Chi intraprende un pellegrinaggio lo fa per un’intenzione che lo spinge a
muoversi. Per questo diventa un’esperienza spirituale il camminare stesso, non solo la meta che si
raggiunge». La parrocchia di Nove partirà a mezzanotte per Monte Berico, che raggiungerà il
mattino dell’8 settembre. «Ci metteremo un po’, percorreremo strade alternative alle principali e più
trafficate - continua don Stefano -. Lo scorso anno è stata una faticaccia, non ero molto convinto di
ripetere l’esperienza anche quest’anno, ma l’insistenza dei partecipanti, una quarantina in tutto, è
stata molta. Penso che quella alla Madonna di Monte Berico sia una devozione “sana” e carica
d’affetto, un riferimento spontaneo a una madre».
Per i giovani una sfida La prova che il pellegrinaggio attira anche i giovani, viene dal Basso
Vicentino: i 18-19enni del Vicariato di Lonigo, assieme ai loro animatori, si daranno appuntamento
alle 4.30 di lunedì mattina alla chiesa incompiuta di Brendola, per poi raggiungere Monte Berico
attraverso Perarolo. «Il percorso è più lungo ma ci permette di essere al riparo dal traffico - spiega
Marco Sinico di Monticello di Fara, animatore dell’Ac Monticello-Meledo-Sarego -. Saremo
probabilmente una trentina, arriveremo a Monte Berico per la messa di mezzogiorno.
L’attrezzatura? Torce e giubbetti rifrangenti di sicuro, ma bisogna anche avere un occhio per il
vestiario, perché si parte con il fresco ma si arriva con il caldo… e poi il tempo in questi giorni non
si sa mai come sarà». «I ragazzi vivono il pellegrinaggio come una sfida, un modo di mettersi in
gioco, di stare insieme e un’opportunità per riflettere - aggiunge Marco -. La risposta è sempre stata
buona, i ragazzi la vivono con entusiasmo. C’è perfino chi si presenta alla partenza direttamente
dopo aver trascorso la serata con gli amici».
Da Piazzola un “esodo” Un vero “esodo” sarà invece quello che partirà dalla parrocchia di
Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova ma in Diocesi di Vicenza, dove, scherzando, si può dire
che il derby con Sant’Antonio lo vince la Madonna di Monte Berico. Peraltro, proprio la Beata
Vergine è la patrona di Piazzola, dove in questi giorni si svolge la sagra parrocchiale (l’altro
patrono è San Silvestro, ma il clima del 31 dicembre non è consono a festeggiamenti all’aperto). Il
pellegrinaggio è pertanto un appuntamento molto sentito in paese. «Dieci anni fa abbiamo ripreso
una tradizione che si era interrotta e che noi ricordavamo da bambini spiega Franco Cattin, scout del
Masci, promotore dell’iniziativa assieme a Ivo Callegari -. Il primo anno siamo partiti in dodici, lo
scorso anno eravamo in 64 e credo che quest’anno saremo anche di più». Il gruppo partirà alla
mezzanotte del corrente venerdì per partecipare alla messa delle 6 di sabato 7 settembre. Lungo il
percorso ci saranno 3 soste (Santa Maria di Camisano, Lerino e Bertesina) per poi ricompattare il
gruppo all’inizio delle scalette di Monte Berico. Nel tratto di strada che collega Piazzola a
Camisano, ci sarà l’appoggio della protezione civile per mettere in sicurezza i pellegrini che
cammineranno in fila indiana, vista la pericolosità della strada. «Ricordo che da bambino partivamo
pregando per essere promossi - racconta Cattin - oggi, che sto per diventare nonno per la seconda
volta, prego per i miei nipotini».
C’è chi preferisce la bicicletta Non tutti però vanno in pellegrinaggio a piedi. Da Lobia, nel
Veronese, partirà un gruppo in bicicletta. «È una tradizione nata ormai 18 anni fa, quando è nata
mia sorella - racconta Valentina Cunico -. Poco dopo la nascita le è stata diagnosticata una
cardiopatia congenita. Parenti e amici si son raccolti in preghiera, proponendosi il voto di andare
ogni anno a Monte Berico (una quarantina di chilometri, ndr). Il pellegrinaggio si è allargato ad
amici e conoscenti e ora siamo una quindicina di ciclisti, mentre gli altri familiari ci raggiungono in
macchina. Mia sorella nel frattempo ha superato le difficoltà e ora il pellegrinaggio è diventato
un’occasione di ringraziamento e di affidamento dei malati e di chi soffre».
Poi, per tutti, il ritorno è in macchina o in pullman. Più stanchi, ma probabilmente più leggeri.
Andrea Frison
Il santuario di Monte Berico
Un gruppo di pellegrini ai piedi delle scalette
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L’appuntamento
La messa solenne di lunedì 8 sarà presieduta dal cardinale Parolin
Un vero tour de force attesi in migliaia
«Accoglienza». È la parola d’ordine con la quale padre Giuseppe Zaupa, priore della comunità dei
Servi di Maria di Monte Berico, sintetizza i preparativi che precedono la grande festa dell’8
settembre, giorno in cui si ricorda la natività della Vergina Maria, patrona della Diocesi di Vicenza.
Per il santuario che domina il capoluogo berico e per la sua comunità di frati (21 in tutto, più 3
sacerdoti ospiti) si prospetta un vero tour de force, con migliaia di pellegrini che si recheranno in
visita al luogo di preghiera. «È già da qualche settimana a dire il vero che i pellegrini raggiungono il
santuario - spiega padre Zaupa -. Molti preferiscono venire in visita prima dell’8 settembre, quando
ci sarà tanta gente, altri verranno dopo, per cui tutto il mese sarà ricco di visite. Noi ci prepariamo
ad accogliere chi arriva, come avviene da sempre. Monte Berico è un importante riferimento
spirituale, e noi ci prepariamo ad incontrare con semplicità chi viene per ricevere l’eucarestia, una
benedizione o per confessarsi».
Il programma del fine settimana è intenso. Sabato sera, alle 20.30, si svolgerà il tradizionale
pellegrinaggio diocesano, con la salita e la preghiera del rosario guidata dal Vescovo di Vicenza
Beniamino Pizziol. Ad accompagnare la processione sarà il Gioiello di Vicenza, riproduzione del
“modellino” di Vicenza in argento realizzato dal Palladio e offerto dai cittadini come ex voto per
scongiurare la peste del 1576. Il gioiello rimarrà esposto per tutta la giornata di lunedì sull’altare
della basilica. Lunedì 8 settembre, la solennità vedrà la celebrazione eucaristica delle 11 presieduta
dal Segretario di Stato Vaticano card. Pietro Parolin, con la presenza del Vescovo di Vicenza. Il
corrente venerdì, inoltre, si inaugura la mostra “Tra le mani il cielo. L’arte incontra Monte Berico
tra memoria e devozione”, che rimarrà aperta dal 6 settembre al 5 ottobre in sala “Sette Santi” e
visitabile il sabato e la domenica (oltre a lunedì 8 setembre) dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19.
Padre Zaupa è a Monte Berico dal 1997. Per lui, si prospettano ancora un paio d’anni di
permanenza, una sostituzione sarebbe già in programma, a quanto riferisce. In questo arco di tempo,
padre Zaupa ha potuto assistere a non pochi cambiamenti nei pellegrini in visita al Santuario. «Sono
sempre meno i preti che organizzano i pellegrinaggi e sempre di più i singoli, i gruppi di amici o le
famiglie racconta -. Le associazioni sono sempre presenti, le parrocchie anche ma non come una
volta». A stupire, è il fatto che il numero dei pellegrini è aumentato, specialmente quelli che
raggiungono il santuario a piedi. «Di conseguenza, ad aumentare sono i giovani, è difficile che gli
anziani affrontino un cammino che può durare anche tutta la notte».
Un afflusso che ha spinto il priore a rivedere addirittura l’apertura della chiesa. «Normalmente il
Santuario apre alle 5.30, ma negli ultimi anni siamo stati costretti ad aprire le porte alle 4, il giorno
dell’8 settembre. Prima non accadeva. E lo scorso anno, nella notte tra il 7 e l’8 settembre, non
abbiamo mai chiuso».
A.Fri.
La statua della Madonna di Monte Berico
Padre Giuseppe Zampa
Il cardinale Pietro Parolin