LA FESTA DELL’8 SETTEMBRE Lunedì arriva l’appuntamento caro ai fedeli vicentini e non solo A piedi a Monte Berico, una tradizione che non si spegne C’è chi parte a mezzanotte, chi si avvia dopo la serata con gli amici e chi preferisce la bicicletta Scarpe buone, giubbetto catarifrangente, torcia, zaino. È il minimo indispensabile per affrontare il pellegrinaggio a Monte Berico, una tradizione ancora molto viva nel territorio vicentino e non solo, visto che la Diocesi di Vicenza copre parte delle province di Padova e Verona e che i devoti della Madonna di Monte Berico vanno ben oltre i confini della diocesi. Il pellegrinaggio nel Dna del credente Le visite al santuario sono frequenti durante tutto l’anno, ma nei giorni della “Festa dei Oto”, che culminano con l’8 settembre, natività di Maria, i pellegrinaggi si intensificano. Tradizione vuole che si parta a piedi dalla propria parrocchia, con una intenzione per cui pregare. O almeno con la voglia di vivere un’esperienza spirituale. «Camminare verso luoghi di fede è nel Dna di ogni credente - è il parere di don Stefano Caichiolo, parroco di Nove, nel bassanese -. Chi intraprende un pellegrinaggio lo fa per un’intenzione che lo spinge a muoversi. Per questo diventa un’esperienza spirituale il camminare stesso, non solo la meta che si raggiunge». La parrocchia di Nove partirà a mezzanotte per Monte Berico, che raggiungerà il mattino dell’8 settembre. «Ci metteremo un po’, percorreremo strade alternative alle principali e più trafficate - continua don Stefano -. Lo scorso anno è stata una faticaccia, non ero molto convinto di ripetere l’esperienza anche quest’anno, ma l’insistenza dei partecipanti, una quarantina in tutto, è stata molta. Penso che quella alla Madonna di Monte Berico sia una devozione “sana” e carica d’affetto, un riferimento spontaneo a una madre». Per i giovani una sfida La prova che il pellegrinaggio attira anche i giovani, viene dal Basso Vicentino: i 18-19enni del Vicariato di Lonigo, assieme ai loro animatori, si daranno appuntamento alle 4.30 di lunedì mattina alla chiesa incompiuta di Brendola, per poi raggiungere Monte Berico attraverso Perarolo. «Il percorso è più lungo ma ci permette di essere al riparo dal traffico - spiega Marco Sinico di Monticello di Fara, animatore dell’Ac Monticello-Meledo-Sarego -. Saremo probabilmente una trentina, arriveremo a Monte Berico per la messa di mezzogiorno. L’attrezzatura? Torce e giubbetti rifrangenti di sicuro, ma bisogna anche avere un occhio per il vestiario, perché si parte con il fresco ma si arriva con il caldo… e poi il tempo in questi giorni non si sa mai come sarà». «I ragazzi vivono il pellegrinaggio come una sfida, un modo di mettersi in gioco, di stare insieme e un’opportunità per riflettere - aggiunge Marco -. La risposta è sempre stata buona, i ragazzi la vivono con entusiasmo. C’è perfino chi si presenta alla partenza direttamente dopo aver trascorso la serata con gli amici». Da Piazzola un “esodo” Un vero “esodo” sarà invece quello che partirà dalla parrocchia di Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova ma in Diocesi di Vicenza, dove, scherzando, si può dire che il derby con Sant’Antonio lo vince la Madonna di Monte Berico. Peraltro, proprio la Beata Vergine è la patrona di Piazzola, dove in questi giorni si svolge la sagra parrocchiale (l’altro patrono è San Silvestro, ma il clima del 31 dicembre non è consono a festeggiamenti all’aperto). Il pellegrinaggio è pertanto un appuntamento molto sentito in paese. «Dieci anni fa abbiamo ripreso una tradizione che si era interrotta e che noi ricordavamo da bambini spiega Franco Cattin, scout del Masci, promotore dell’iniziativa assieme a Ivo Callegari -. Il primo anno siamo partiti in dodici, lo scorso anno eravamo in 64 e credo che quest’anno saremo anche di più». Il gruppo partirà alla mezzanotte del corrente venerdì per partecipare alla messa delle 6 di sabato 7 settembre. Lungo il percorso ci saranno 3 soste (Santa Maria di Camisano, Lerino e Bertesina) per poi ricompattare il gruppo all’inizio delle scalette di Monte Berico. Nel tratto di strada che collega Piazzola a Camisano, ci sarà l’appoggio della protezione civile per mettere in sicurezza i pellegrini che cammineranno in fila indiana, vista la pericolosità della strada. «Ricordo che da bambino partivamo pregando per essere promossi - racconta Cattin - oggi, che sto per diventare nonno per la seconda volta, prego per i miei nipotini». C’è chi preferisce la bicicletta Non tutti però vanno in pellegrinaggio a piedi. Da Lobia, nel Veronese, partirà un gruppo in bicicletta. «È una tradizione nata ormai 18 anni fa, quando è nata mia sorella - racconta Valentina Cunico -. Poco dopo la nascita le è stata diagnosticata una cardiopatia congenita. Parenti e amici si son raccolti in preghiera, proponendosi il voto di andare ogni anno a Monte Berico (una quarantina di chilometri, ndr). Il pellegrinaggio si è allargato ad amici e conoscenti e ora siamo una quindicina di ciclisti, mentre gli altri familiari ci raggiungono in macchina. Mia sorella nel frattempo ha superato le difficoltà e ora il pellegrinaggio è diventato un’occasione di ringraziamento e di affidamento dei malati e di chi soffre». Poi, per tutti, il ritorno è in macchina o in pullman. Più stanchi, ma probabilmente più leggeri. Andrea Frison Il santuario di Monte Berico Un gruppo di pellegrini ai piedi delle scalette Copyright (c)2014 La Voce dei Berici, Edition 2014 Powered by TECNAVIA L’appuntamento La messa solenne di lunedì 8 sarà presieduta dal cardinale Parolin Un vero tour de force attesi in migliaia «Accoglienza». È la parola d’ordine con la quale padre Giuseppe Zaupa, priore della comunità dei Servi di Maria di Monte Berico, sintetizza i preparativi che precedono la grande festa dell’8 settembre, giorno in cui si ricorda la natività della Vergina Maria, patrona della Diocesi di Vicenza. Per il santuario che domina il capoluogo berico e per la sua comunità di frati (21 in tutto, più 3 sacerdoti ospiti) si prospetta un vero tour de force, con migliaia di pellegrini che si recheranno in visita al luogo di preghiera. «È già da qualche settimana a dire il vero che i pellegrini raggiungono il santuario - spiega padre Zaupa -. Molti preferiscono venire in visita prima dell’8 settembre, quando ci sarà tanta gente, altri verranno dopo, per cui tutto il mese sarà ricco di visite. Noi ci prepariamo ad accogliere chi arriva, come avviene da sempre. Monte Berico è un importante riferimento spirituale, e noi ci prepariamo ad incontrare con semplicità chi viene per ricevere l’eucarestia, una benedizione o per confessarsi». Il programma del fine settimana è intenso. Sabato sera, alle 20.30, si svolgerà il tradizionale pellegrinaggio diocesano, con la salita e la preghiera del rosario guidata dal Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol. Ad accompagnare la processione sarà il Gioiello di Vicenza, riproduzione del “modellino” di Vicenza in argento realizzato dal Palladio e offerto dai cittadini come ex voto per scongiurare la peste del 1576. Il gioiello rimarrà esposto per tutta la giornata di lunedì sull’altare della basilica. Lunedì 8 settembre, la solennità vedrà la celebrazione eucaristica delle 11 presieduta dal Segretario di Stato Vaticano card. Pietro Parolin, con la presenza del Vescovo di Vicenza. Il corrente venerdì, inoltre, si inaugura la mostra “Tra le mani il cielo. L’arte incontra Monte Berico tra memoria e devozione”, che rimarrà aperta dal 6 settembre al 5 ottobre in sala “Sette Santi” e visitabile il sabato e la domenica (oltre a lunedì 8 setembre) dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19. Padre Zaupa è a Monte Berico dal 1997. Per lui, si prospettano ancora un paio d’anni di permanenza, una sostituzione sarebbe già in programma, a quanto riferisce. In questo arco di tempo, padre Zaupa ha potuto assistere a non pochi cambiamenti nei pellegrini in visita al Santuario. «Sono sempre meno i preti che organizzano i pellegrinaggi e sempre di più i singoli, i gruppi di amici o le famiglie racconta -. Le associazioni sono sempre presenti, le parrocchie anche ma non come una volta». A stupire, è il fatto che il numero dei pellegrini è aumentato, specialmente quelli che raggiungono il santuario a piedi. «Di conseguenza, ad aumentare sono i giovani, è difficile che gli anziani affrontino un cammino che può durare anche tutta la notte». Un afflusso che ha spinto il priore a rivedere addirittura l’apertura della chiesa. «Normalmente il Santuario apre alle 5.30, ma negli ultimi anni siamo stati costretti ad aprire le porte alle 4, il giorno dell’8 settembre. Prima non accadeva. E lo scorso anno, nella notte tra il 7 e l’8 settembre, non abbiamo mai chiuso». A.Fri. La statua della Madonna di Monte Berico Padre Giuseppe Zampa Il cardinale Pietro Parolin
© Copyright 2025 ExpyDoc