N° 18 Domenica 11

A PAG. 7
Catania - anno XXX - n. 18 - 11 maggio 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
NUOVE DECORAZIONI
AL SANTUARIO
S. MARIA DELL’AIUTO
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
L’educazione oggi: dalla crisi alla luce
IL RECUPERO
della capacità
di relazione
L
’educazione vive oggi una crisi che forse non ha precedenti. Sono venuti meno
certi automatismi del passato che la rendevano una sorta di processo meccanico,
poiché era chiaro a tutti il processo di trasmissione dei valori, attraverso l’esemplarità che il conte-
sto familiare di stampo patriarcale,
favoriva e tramandava.
L’educazione sembra essere sprofondata in una sorta di magma indifferenziato e talmente fluido che non presenta alcun punto di consistenza.
La crescente individualizzazione che
ha contrassegnato lo sviluppo della
società moderna ha prodotto senz’altro
una maggiore attenzione alla libertà e
all’autonomia delle persone, ma ha
determinato una diffusa frammentazione che caratterizza la nostra tarda
modernità.
Il relativismo soggettivo diventa regola di vita e ciascuno agisce nella solitudine e quel che appare inaccettabile è che tutto
sembra normale e giustificabile sotto il velo del
soggettivismo, o dell’accoglienza della diversità.
La citazione dell’espressione di Papa Francesco,
“Chi sono io per giudicare?” spesso utilizzata in
modo improprio e spesso inopportuno, a giustifi-
cazione della libertà di pensiero, che si apre al dialogo, all’incontro, all’accoglienza, ha segnato un
solco nell’educazione alle regole e al rispetto del
bene comune.
Appaiono normali anche le assurdità che avvengono negli stadi e che gruppi di facinorosi abbiano
acquisito la potenza della contrattazione e dettino
leggi alla comunità, facendo il bello e il cattivo
tempo.
La libertà declinata come libertà di fare ciò che
piace, senza guardare alla responsabilità e all’importanza di sapere: “Perché voglio fare una determinata cosa”, ha fatto sì che anche sul piano educativo s’incominciasse pirandellianamente a recitare a soggetto.
Famiglia e scuola sono state lasciate per anni nel
loro spaesamento educativo dal potere pubblico,
ma oggi, specialmente in Europa, registriamo una
sorta di riscossa ideologica, desiderosa di riprenGiuseppe Adernò
(segue a pag. 2)
IL RITORNO
DI FRA’
AGNELLO
a pagina 7
RELIQUIA
SAN GIOVANNI
PAOLO II
a pagina 9
Primo maggio - Celebrata la festa dei Lavoratori tra manifestazioni e proteste
Lavoro: la disillusione
di un futuro migliore
isillusione. Nessuna speranza.
Abbandono ad una vita in bilico,
fondata sulle stringenti esigenze dell’oggi e la
mancata fiducia nel domani. Amara costatazione
della maggioranza dei lavoratori, e di chi non ha
mai avuto la possibilità di esserlo, oggi in Italia:
dati sempre più allarmanti si alternano a previsioni altrettanto disarmanti, senza la benché minima
sicurezza di stabilità.
Sul capitale tema del lavoro si sono spesi fiumi di
parole, senza alcun risultato concreto: la disoccupazione ha raggiunto livelli record, specie se si
considera la popolazione del Mezzogiorno e la
fascia giovanile; i salari hanno ormai perso il loro
potere d’acquisto, non permettendo al lavoratore,
in molti casi, il dignitoso sostentamento della sua
famiglia; sempre più realtà lavorative chiudono i
battenti lasciando sul lastrico milioni di occupati..questo è lo scenario occupazionale nella nostra
società. E se i giovani non riescono ad inserirsi
all’interno di un mercato lavorativo sempre più
asfittico e contratto, gli adulti non hanno più la
sicurezza del domani.
Le politiche fin ora messe in campo non hanno
assolutamente lasciato intravedere barlumi di speranza, anzi l’eccessiva tassazione sul lavoro ha
sempre più spinto le aziende a trasferire i loro stabilimenti altrove, per poter guadagnare maggiormente sul prodotto venduto e diminuire i costi. Di
fronte a questo scenario si è celebrata lo scorso
primo maggio la festa dei lavoratori che, da parecchi commentatori, è stata definita quest’anno quasi come una ricorrenza legata alla disoccupazione:
D
dalle molte piazze si è alzata
la voce degli italiani che, in
modi diversi, hanno chiesto
unanimemente un futuro
migliore, all’insegna del
diritto al lavoro!
L’allarme lavoro è stato lanciato anche dalle stanze del
Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alla presenza del presidente della Camera Laura
Boldrini, del ministro del
Lavoro Giuliano Poletti e del
presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio
Cesare Damiano. Napolitano ha posto
l’accento: sull’urgenza di “riforme
razionalizzatrici e politiche severe
d’impiego trasparente e produttivo del
danaro pubblico, incidendo su sprechi,
corruzione, privilegi e parassitismi”;
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; sull’importante funzione dei sindacati che
hanno un ruolo davvero essenziale nel
proporre soluzioni “coraggiose e determinate” e nell’occuparsi di disoccupati
e giovani. I dati più allarmanti, ha ribadito con veeemenza, riguardano la
situazione del Mezzogiorno, in particolare quella femminile e giovanile: “dall’inizio della crisi il sud ha perso in termini relativi, rispetto al nord, il doppio
dell’occupazione. E la
disoccupazione giovanile
è al 21% nel nord, al 27%
nel centro e al 42,9% nel
Mezzogiorno”.
Da Pordenone è giunto
forte e chiaro l’appello
dei sindacati, con Camusso, Bonanni e Angeletti,
stanchi di parole e desiderosi di cambiamenti.
Camusso ha affermato:
“continuiamo ad essere
convinti che la riforma di
una grande macchina
come quella della pubblica amministrazione non si
può fare se non coinvol-
Berenice
(segue a pag. 2)
MASTER
MANAGEMENT
SVILUPPO
LOCALE
a pagina 12
2
Prospettive - 11 maggio 2014
sommario al n. 18
PRIMO PIANO
Bioetica: Riflettori puntati
sulla fecondazione eterologa_3
Incontri sull’iconografia
al Monastero S. Giuseppe
di S. G. La Punta__________3
“Buona politica”
Papa Francesco
e le intuizioni di Sturzo_____5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
Lettera dell’Arcivescovo ____6
DIOCESI
Il direttore della Caritas
incontra le famiglie
e i bambini di Talità Kum ___9
Indietro nel tempo
intervistando
Luigi Pirandello__________11
La biografia completa
di Don Giussani__________11
“Catania Mariana”
di mons. G. Lanzafame ____12
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 7 maggio 2014
Riforma Pubblica Amministrazione, tagli a strutture non necessarie
Un solo obiettivo: semplificare
’Italia ha potenzialità incredibili. Se
finalmente riusciamo a mettere in
ordine le regole del gioco, dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla
giustizia, torniamo rapidamente fra i
Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti
ma è in realtà una gigantesca opportunità per l’Italia e per il suo futuro.
Non possiamo perdere questa occasione”. Parole di Matteo Renzi in
una lettera destinata ai dipendenti
della pubblica amministrazione. La
missiva verrà spedita a tutti i lavoratori del pubblico impiego via email
invitandoli ad offrire spunti e suggerimenti in merito alla riforma in programma a metà giugno. E dal 30
aprile al 30 maggio ci sarà una specifica consultazione online.
Riforma che dovrebbe svilupparsi su
tre basi: capitale umano, innovazione, tagli alle strutture non necessarie.
Innovazioni strutturali, che si traducono in programmazione strategica
dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del
lavoro della dirigenza, misurazione
reale dei risultati, conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro, asili nido
nelle amministrazioni.
Secondo step, i tagli agli sprechi e la
riorganizzazione dell’Amministra-
“L
(continua da pag. 1)
IL RECUPERO...
dersi il monopolio educativo, esautorando le famiglie e cercando di dare
alle scuole un fastidioso compito
“laicista” e libertario.
Sotto l’egida della libertà e della pari
dignità, si costruiscono percorsi
aberranti di falsa educazione, che
produce la corrosione dei valori e
segna il crollo della montagnola di
sabbia appena costruita.
La concezione dell’uomo, dalla quale, pur con alterne vicende e con
errori a volte clamorosi, la pratica
educativa ha tratto per secoli il suo
significato, ha mutato direzione e
sembra quasi eclissata anche a causa
dell’indebolimento dei legami sociali, che hanno modificato il contesto
socio-relazionale all’interno del quale la vita umana appare come la vita
di un “io”, che non ha le caratteristiche connotative né del “cittadino”,
che implica una rete di ruoli e di funzioni, né del “cristiano”, che comporta il legame con gli altri, “comunità di fratelli”, proiettati alla coope(continua da pag. 1)
LAVORO...
gendo e valorizzando il lavoro”; toni
più apri per Angeletti “la maggioranza degli italiani ha perso l’illusione
che ci possano essere sviluppo e
occupazione senza fabbriche”.
Bonanni ha lanciato un messaggio
diverso “questo è un Primo Maggio
di speranza, la speranza che l’Italia
possa andare avanti cambiando e
ripartendo dalla produzione, perché
il lavoro si crea con la buona economia”.
Il mondo dei lavoratori chiede un
cambiamento, i disoccupati ed i giovani invocano un cambiamento: non
c’è più tempo, servono delle risposte!
®
La riforma dovrebbe
svilupparsi su tre basi:
capitale umano,
innovazione
e tagli alle strutture
non necessarie
zione. L’obiettivo del governo è
quello di cancellare i cosiddetti doppioni, grazie all’abolizione di enti
che sono lontani dalle reali esigenze
dei cittadini.
Terzo passo servirsi degli Open Data
(dati liberamente accessibili a tutti,
privi di brevetti o altre forme di controllo), quali strumento di trasparenza attraverso la semplificazione e la
digitalizzazione dei servizi. Perché
sostiene il premier bisogna “utilizzare le nuove tecnologie per rendere
pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma
anche semplificare la vita dei cittadini: mai più code per i certificati, mai
più file per pagare una multa, mai
razione e alla carità.
Come ha affermato il prof. Sergio
Belardinelli, dell’Istituto Redemptor
Hominis, al Simposio “Educazione e
nuova evangelizzazione”, citando il
pensiero di Niklas Luhmann, “l’uomo non è più il metro di misura della società”.
Sembra assurdo constatare come
spesso l’uomo, pur vivendo nell’ambiente del sistema sociale, non fa più
parte della società. Siamo, quindi, di
fronte a un processo paradossale, che
tende a rendere l’uomo sempre più
“individuo”, sempre più autonomo e
libero da qualsiasi legame sociale.
La sua libertà si configura soprattutto come emancipazione dai cosiddetti legami tradizionali e, di fatto, mortifica e inibisce la sua spontaneità e
la sua creatività.
Nella società differenziata, sembra
che l’uomo abbia realizzato il suo
sogno di essere libero di fare quello
che gli pare su ogni fronte della sua
vita, a cominciare da quando va a
scuola, dove, almeno in apparenza, a
nessuno viene più in mente di frenare la sua spontaneità. Il prezzo che,
però, l’uomo di oggi sta pagando è la
sua solitudine, il suo spaesamento e
la sua crescente irrilevanza sociale.
La società funziona come se il soggetto non esistesse.
L’epoca tardo moderna, nella quale
viviamo, ha frantumato, sia l’unità
del contesto socio-culturale all’interno del quale ognuno di noi agisce,
sia l’unità del nostro io.
Ricucire i fili della rete e assemblare
i cocci della frantumazione è oggi
un’impresa non facile che necessita
di una cooperazione a 360 gradi, sollecitando impegno, corresponsabilità, partecipazione e comunicazione.
La trasmissione dei valori, che oggi
passa attraverso i nuovi canali della
comunicazione ed i nuovi codici linguistici della rete telematica, apre il
sentiero di una nuova missione “ad
gentes” trasponendo il paradigma del
buon samaritano alla comunicazione
più moduli diversi per le diverse
amministrazioni”. Nello specifico,
poi, si elenca, una lunga lista di buoni propositi; abrogazione dell’istituto
del trattenimento in servizio; modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria; introduzione
dell’esonero dal servizio; agevolazione del part-time; applicazione
rigorosa delle norme sui limiti ai
opzionale per il lavoratore in esubero; semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn-over fermo restando il vincolo sulle risorse
per tutte le amministrazioni; riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego; introduzione del ruolo unico della dirigenza; abolizione delle fasce
per la dirigenza, carriera basata su
compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione,
compreso il cumulo con il reddito da
pensione; possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa
nella e per la società di oggi.
Le raccomandazioni di Papa Francesco ai giornalisti “chiamati a dare
notizie che possono costruire o
distruggere, orientare o disorientare,
rendere felici o infelici” com’è stato
ribadito nel recente incontro di rifondazione a Catania dell’Unione cattolica Stampa Italiana (UCSI), appaiono di grande attualità.
“La nostra comunicazione sia olio
profumato per il dolore e vino buono
per l’allegria. La nostra luminosità
non provenga da trucchi ed effetti
speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il
cammino, con amore e con tenerezza”.
La forza dell’amore e della tenerezza, soffocati sotto la cenere dell’individualismo, restituiranno quel soffio
di umanità, che necessita ancor più
oggi una ripresa di fiamma e di energia, per segnare una presenza e dare
vita al messaggio cristiano e alla ricchezza dei valori che trasmette.
incarichi a termine; possibilità di
licenziamento per il dirigente che
rimane privo di incarico, oltre un termine; valutazione dei risultati fatta
seriamente e retribuzione di risultato
erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia; abolizione
della figura del segretario comunale;
rendere più rigoroso il sistema di
incompatibilità dei magistrati amministrativi e conciliazione dei tempi di
vita e di lavoro, asili nido nelle
amministrazioni. La riforma prevede, inoltre, una serie di accorpamenti di enti e organi della Pubblica
amministrazione. Per prima cosa, la
riduzione delle prefetture, che saranno presenti solo “nei capoluoghi di
regione e in zone strategiche, quindi
saranno ridotte a 40”. Ci sarà una
“centrale unica per gli acquisti delle
forze di polizia e si accorperanno
l’Aci, il Pra e la Motorizzazione civile”. Infine tra le tante novità anche
“l’introduzione del Pin del cittadino:
oggi la pubblica amministrazione
parla 13 linguaggi diversi, noi
vogliamo che parli un’unica lingua e
che lavora su tutto”. Il progetto di
riforma infatti prevede per il cittadino l’introduzione di un unico codice
per accedere ai servizi pubblici.
Semplificare, significa anche questo.
®
Filippo Cannizzo
Filo
diretto
con
Ecco come mettersi in contatto con noi:
• Inviare un’email all’indirizzo
[email protected]
• Telefonare al numero 095 2500220
o mandare un fax allo 095 8992039
Per il numero che sarà in edicola
e in parrocchia il 25 maggio 2014,
vi preghiamo di inviare i vostri contributi
entro venerdì 16 maggio 2014.
Grazie!
3
Prospettive - 11 maggio 2014
Studio Teologico S. Paolo
Servizio di bioetica “Dott. Angelo Cafaro”
Riflettori puntati sulla
fecondazione eterologa
i ricomincia a parlare di
fecondazione eterologa:
l’annuncio della sentenza della Corte Costituzionale, che sembra avviare un percorso giuridico diverso,
occupa i palinsesti della nostra informazione. E, a meno di un mese da
quel primo annuncio, la ricaduta
sociale sembra essere quella del dis-
S
velamento di
una emergenza procreativa. Il dibattito, infatti, carcerato entro i titoli dei giornali e dentro
gli spots video dei notiziari, non si
sostanzia in termini bioetici, giuridici, sociali, ma sembra volere determinare una speculazione intellettiva
di altra natura. Che sia dettato da
interessi particolari, piuttosto che da
uno squisito intento informativo?
C’è da dire subito che la sentenza
non è nota nelle motivazioni e quindi manca della peculiarità giuridica
che la rende valutabile. Tecnicamente andrebbe spiegato che i tratti di
incostituzionalità generica annunciati non corrispondono ad un sovvertimento legislativo, ma ad un adeguamento ai fondamentali del diritto
costituzionale che potranno emergere solo dalle motivazioni. Solo allora
si potrà comprendere il vero senso
ed i punti di cambiamento che la
Corte propone. E questo sarebbe il
percorso del dibattito in termini giuridici, basato su dati realistici e non
su annunci generici. C’è da dire
anche che la legge 40, ove l’indulgenza informativa fosse spinta dalla
diffusione della conoscenza e questa
supportata da intenti di democrazia,
è l’espressione legislativa di un referendum. C’è da dire ancora che la
quantità di richieste (più di 3500)
Incontri sull’iconografia al Monastero S. Giuseppe di S. G. La Punta
Nei giorni 19-20 maggio si terranno,
presso il nostro monastero due
incontri di introduzione all’iconografia tenuti dal maestro iconografo
Giancarlo Pellegrini, allievo e collaboratore del maestro russo Alexander Vassilievic Stal’nov. Si propone
di seguito un contributo del maestro
Pellegrini in preparazione agli stessi
incontri
Le Carmelitane
a alcuni decenni si
assiste ad un rinnovato
interesse da parte dei popoli occidentali verso l’iconografia orientale,
specie verso l’icona su legno. È un
segno forte del riconoscimento di un
alto valore che l’icona ancora trasmette, della potenza che si cela dietro i suoi segni e colori, dell’azione
che la presenza teofanica e gloriosa
di Dio in essa produce. L’icona va
intesa e letta come la Scrittura. Le
parole scritte nella Bibbia sono la
mediazione del pensiero di Dio, della rivelazione stessa. Così i segni
iconografici, i colori, le forme sono
il segno visibile, leggibile in un altro
alfabeto, della stessa rivelazione.
Ecco perché l’icona è un’immagine
analogica, proprio perché riferita
alla Scrittura. Nell’icona si condensa
la teologia biblica ed il pensiero teologico dell’uomo. Così concepita e
composta l’icona diventa una funzione del processo eterno della vita della Chiesa.
Icona, dal greco eikon, immagine.
Immagine di che cosa, o meglio di
chi?
Cristo “è icona del Dio invisibile”
(Col. 1,15). Quindi l’icona è Cristo.
L’uomo è stato creato ad immagine
di Dio, kat’eikona dice la LXX, betzalmenu dice l’ebraico, ma Cristo è
l’icona. Tanto da affermare: “Chi
vede me, vede il Padre”(Gv 14,8-9)!
E Cristo è il Dio incarnato, Dio che
si è fatto carne, che ha assunto l’umanità decaduta, segnata dal peccato e quindi dalla morte, per riscattarla e ricrearne l’immagine nuova, ad
immagine del suo Salvatore. In Cristo l’umanità vede ricostituita l’immagine primigenia, in Lui si ricompongono le ferite antiche, in Lui è
fatta unità, in Lui è abbattuto il muro
dell’inimicizia, in Lui e soprattutto
D
L’icona, bellezza rivelata
nella sua morte e con la sua morte è
sconfitta la morte e ai morti è donata
la vita. Se dunque tutto parte da Lui,
come sempre tutto parte da Dio,
ecco che possiamo dire con certezza
che ogni icona nasce dall’icona del
Cristo, quindi ogni icona è cristologica. Fondamento dell’iconografia è
infatti l’incarnazione del Verbo, che
viene a compiere le Scritture e a
superare i divieti veterotestamentari.
Il Dio invisibile si rende visibile,
l’Inconoscibile si fa conoscere, l’Infinito si rende finito, entra nella finitudine, che è la nostra
esperienza quotidiana,
Colui che non ha limiti si circoscrive, Colui
che è fuori dal tempo
e dalla storia entra nel
nostro tempo e nella
nostra storia: per dirla
con i Padri, Dio
diventa uomo perché
l’uomo diventi Dio.
E’ la théosis, la divinizzazione dell’uomo,
che si compie già nella nostra vita.
L’icona non è solo un
dipinto, o come si
potrebbe dire con espressioni di critica storica, un fondo oro o una pittura su tavola. E’ molto di più.
L’icona è un’immagine dossologica,
che canta la gloria di Dio; è uno strumento di preghiera, che veicola la
grazia santificante; è un’immagine
liturgica, che riceve un ruolo, un
posto, dei gesti, nell’azione della
preghiera pubblica; è un’immagine
cultuale, non culturale, perché la sua
fruizione è di ricevere culto, onore,
venerazione non per se stessa, ma
perché mettendo in comunione il
fedele con il prototipo che essa presenta, il culto a lei rivolto va all’archetipo che è in cielo; è un’immagine simbolica, perché attraverso dei
segni vuole rivelare altre realtà;
è un’immagine canonica, perché
sostenuta dal pensiero dei padri della Chiesa che l’hanno così concepita; è un’immagine escatologica, perché ci invita a considerare la meta
del nostro pellegrinaggio terreno,
cioè il Regno dei cieli; è un’immagine anagogica, perché ci stimola a
procedere verso le altezze di Dio,
mentre il principe di questo mondo
vorrebbe portarci nell’abisso della
sua dimora; è un’immagine popolare, perché rivolta a tutti e da tutti
facilmente comprensibile; è un’immagine storica, perché ha un percorso che si intreccia con la vita dei
popoli che l’hanno prodotta, e di
questi è espressione vera del loro
sentire e vivere la fede; è un’imma-
gine pedagogica, perché insegna
all’uomo come crescere nel suo rapporto con Dio e con i fratelli; è
un’immagine di comunione, perché
partendo dal Cristo, che è la comunione e la nostra pace, invita l’uomo
di ogni tempo a ricercare quella
comunione e quella pace che è, per
ora, per i concittadini di Dio, cioè i
Santi; è un’immagine mistica, perché si pone tra la persona nascosta in
lei e noi che osserviamo; diventa
così il veicolo di una presenza personale che noi sentiamo, ma che non
cogliamo; è un’immagine ascetica,
perché tende a riorientare continuamente ogni attività dell’uomo verso
il mistero di Dio, creatore e salvatore del mondo.
L’icona, dunque, non rappresenta
qualcuno o qualcosa, non mostra
scenari illusori e falsi, ma presenta
una nuova dimensione, una dimensione “altra” rispetto alla nostra
attuale, ci pone di fronte ad una
visione “allo specchio”, ad una
visione anticipata, ad un “già e non
ancora”, mentre ci invita ad ascoltare il suo linguaggio silenzioso. Così
possiamo affermare che “l’icona è il
rinvenimento della presenza” di un
Dio che è da sempre e, nello stesso
tempo, sempre presente nella storia
del suo popolo, che con l’incarnazione del Cristo diventa partecipe
fino in fondo dei suoi destini, delle
sue gioie come delle sue sofferenze,
che partecipa in tutto, eccetto che nel
peccato, alla vita che
l’uomo è chiamato a
condurre su questa terra.
L’icona oggi può assolvere un compito molto
importante: porsi come
sfida alla secolarizzazione del nostro tempo.
Apriamo dunque i
nostri cuori all’icona,
apriamo le nostre case
e ancora più le nostre
chiese, affinché si possa pregare con opere
veramente ecclesiali,
capaci di presentare il
mistero senza per nulla occultarlo.
L’icona grida il mistero di Dio, ma la
sua voce non fa rumore, non fa
schiamazzi per farsi notare. Come
per la Scrittura, bisogna saperle dare
voce e sapersi porre in ascolto di
essa.
Ritorna alla mente la famosa frase di
F. M. Dostoievskj: “La bellezza salverà il mondo”. Di quale bellezza si
parla? Se Gesù è “il più bello tra i
figli dell’uomo” (Sal. 44,3), se Gesù
è il Salvatore del mondo, va da sé
che Egli è la Bellezza che salva. Tale
bellezza si può contemplare, non in
pienezza, ma sotto il velo dei segni
nell’icona ecclesiale. Non priviamoci di un dono così grande e accogliamo la grazia di Dio che dall’icona
viene a noi comunicata.
Giancarlo Pellegrini, iconografo
www.iconografia.com
®
che, in questo breve periodo, pare
siano giunte ai centralini delle cliniche e dei centri che potrebbero essere autorizzati all’espletamento delle
procedure sanitarie per l’attuazione
della metodica fecondativa, ha dell’inverosimile, proprio perché statisticamente impossibile.
Leggerezza giornalistica? Superficialità di una classe di informatori
che per andare appresso alla notizia
e far cassa con i proventi pubblicitari non lesina falsità? Interessi economici di quel privato che in sanità
sembra non concorrere alla salute
della persona, ma al dettame statutario dell’utile a tutti i costi? Interessi
partitici che tendono ad accattivare
consensi elettorali per la prossima
tornata delle elezioni politiche europee? Interessi contingenti di storno
dell’opinione pubblica dai problemi
sociali innescati dalla crisi economica, anch’essa parziale sul piano della verosimiglianza informativa? O,
semplicemente, l’assurdo mantenimento in continuità di un sistema
sociale che si alimenta dell’idiozia,
visto il fallimento del diritto, della
democrazia? Un sistema non riferito
all’etica. In ogni caso la marginalizzazione della sostanza morale è evidente e lascia il posto, nell’informazione, al culto dell’apparenza strumentale. Ora, che interessi convergenti sia economici che politici o
elettorali possano rendere disonesta
la conduzione del bene al punto da
virtualizzare anche la bioetica, questa è materia di riflessione. La risposta dell’informazione seria va mantenuta all’interno dei canali mediatici che contemplino il buon uso della
conoscenza, quindi prima di tutto la
sua veridicità, con la coscienza dei
riferimenti etici, senza facili digressioni a millantate esigenze democratiche o giuridiche. Senza l’allusione
che i giudici possano decidere sulle
coscienze e che i cittadini possano
aver deciso che la coscienza si formi
con le asserzioni delle maggioranze
democratiche e, insieme, le minoranze stiano a promuovere un dibattito
decontestualizzato dalla bioetica.
Qui l’onestà intellettuale dell’informazione non può mantenere le connotazioni del luogo comune, deve,
invece, assumere il significato profondo della consapevolezza del proprio mandato: promuovere l’onestà
della speculazione intellettiva che
dall’informazione deriva. Problema
squisitamente bioetico.
Santo Fortunato
Servizio di Bioetica,
Studio Teologico S. Paolo
Se desiderate avere chiarimenti su
questioni di bioetica, potete contattarci inviando una vostra richiesta al
seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]
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Prospettive - 11 maggio 2014
PRIMOPIANO
Festa in onore dei Santi Fratelli Martiri
Alfio Filadelfo Cirino - MAGGIO 2014
Carissimi Fedeli
Ogni anno, nel mese di Maggio, raccogliamo i
frutti di un anno di impegno pastorale, che culmina nella Pasqua di Risurrezione e si completa con
la Festa in onore dei Santi Martiri Alfio Filadelfo
Cirino. Questi frutti li vogliamo condividere con
i pellegrini e i fedeli che accorrono numerosi al
Santuario per venerare le Reliquie dei Santi Martiri e per trovare la misericordia di Dio e la guarigione nel corpo e nello Spirito. Con loro vogliamo vivere intensamente questi giorni di Festa nella contemplazione sempre nuova della eroica
testimonianza di questi martiri fratelli. Da loro
apprendiamo ancora come dobbiamo condurre la
nostra vita in questi tempi di nuova persecuzione,
in cui, da più zone del mondo, partono segni di
violenza che tentano di sgretolare e tagliare ogni
radice di vita cristiana perchè Dio scompaia dalla
storia dell’uomo. Questi è tentato così di farsi lui
padrone della vita, decidendo di viverla senza
Cristo e senza il lieto annuncio del Vangelo, ricorrendo ai Santi solo per invocarli e mai per imitarli. Con uno stile nuovo di vivere e di far festa
vogliamo salvaguardare e accrescere, secondo il
nuovo insegnamento di Papa Francesco, quella
“pietà popolare” o “spiritualità popolare”, “incarnata nella cultura dei semplici”, che è “un modo
legittimo di vivere la fede”, “che porta con sé la
grazia della missionarietà, dell’uscire da sé stessi
e dell’essere pellegrini: il camminare insieme
verso i santuari, portando con sé anche i figli o
invitando altre persone, è in sé stesso un atto di
evangelizzazione”. (Ev. G.). Ci auguriamo e facciamo di tutto perché questa Festa che celebriamo
insieme, sia una nuova occasione che il Signore ci
offre per una vera evangelizzazione.
Don Alfio Torrisi
PROGRAMMA
10 Maggio -Sabato
Festività Liturgica dei Santi Fratelli Martiri
Alfio Filadelfo e Cirino
Ore 5,15 – 6,00 – 7,00 – 8,00 – 9,15 - 10,30 –
18,30 – 19,30 : Sante Messe.
Ore 9,00: SVELATA DEI SIMULACRI DEI
SANTI.
Ore 9,15: Celebrazione Eucristica, presieduta da
Sua Ecc. Mons. Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo e
Vescovo emerito di Acireale.
Ore 10,30: Santa Messa celebrata dal Rev.mo
Predicatore del Novenario.
Ore 11,00: Arrivo dei Carretti Siciliani in Piazza
S. Alfio.
Ore 12,30: Sul sagrato del Santuario: Liturgia di
lode e benedizione dei fedeli e dei bambini con
le Reliquie dei Santi Martiri.
Ore 13,00: USCITA DEI SIMULACRI DEI
SANTI.
I Simulacri dei Santi Martiri
saranno accolti nel piazzale antistante il Santuario dai fedeli che li
accompagneranno in processione
per le vie cittadine.
Ore 15,00: Arrivo del Fercolo in
Chiesa Madre.
Durante la permanenza nel monumentale e artistico Tempio, le
Reliquie verranno esposte alla
venerazione dei fedeli.
Ore 18,00:In Chiesa Madre: Santa Messa celebrata dal Rev.mo
Predicatore del Novenario.
Subito dopo, il Fercolo con i
Simulacri dei Santi riprenderà la
processione
Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei Bianchi: Gran Concerto Sinfonico del Complesso
Bandistico “Città di Ciminna” (PA) ACAR “Giuseppe Verdi”, diretto dal M Vincenzo Grimaldi.
11 Maggio –– Domenica IV di Pasqua
Giornata della Devozione Cittadina
Ore 8,00 – 9,00 – 10,00 – 11,00 – 12,00 – 19,00:
Sante Messe.
Ore 8,00: Arrivo del Pellegrinaggio della Comunità di Tremestieri Etneo, guidato dal Parroco P.
Salvatore Scuderi.
Ore 19.00: Solenne Pontificale presieduto da
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Salvatore Gristina,
Arcivescovo Metropolita di Catania, con la
partecipazione dei Sacerdoti del Vicariato “Etna”
e delle Autorità Civili e Militari. La Schola Cantorum del Santuario “Don Salvatore Romeo”
unitamente al Coro Parrocchiale”Nello Sangiorgio” della Chiesa Madre di Trecastagni, con la
direzione del M° Sebastiano Russo, eseguiranno
la “Messa a 4 v.d”. di Michele Bocc hini.
Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei Bianchi: Gran Concerto Sinfonico della
Banda Musicale “Città di Trecastagni”, diretta dal
M° Carmelo Caruso.
12 Maggio – Lunedì
Ore 19,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli
della Comunità di Belpasso, guidato dal Parroco
P. Orazio Scuderi.
13 Maggio – Martedì
Giornata degli Ammalati e degli Anziani
Ore 18,30: Raduno degli ammalati e degli
anziani in Santuario accompagnati dal personale UNITALSI Sottosezione di Trecastagni, e
recita del S. Rosario meditato.
Ore 19,00: S. Messa Solenne celebrata da P.
Antonino Sapuppo, Parroco della Parrocchia S.
Caterina V.M. e Processione Eucaristica con
O.F.M. e animata dai “PueriCantores”del Santuario, diretti dal M° Cinzia
Bella.
Ore 21,00: Rientro delle Candelore al
Santuario.
Benedizione degli ammalati. La celebrazione
sarà animata dai “Pueri Cantores del Santuario”
diretti dal M° Cinzia Bella.
14 Maggio – Mercoledì
Ore 19,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli
delle Comunità di Lavinaio, S. Maria La Stella e
Monterosso Etneo, guidato dal Parroco P. Giuseppe Arcidiacono e S. Messa presieduta da Sua
Ecc. Mons. Alfio Rapisarda, Nunzio Apostolico.
17 Maggio – Sabato
Ottava della festa
Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 – 10,00 - 11,00 – 12,00 –
17,00 – 18,00 – 19,00: Sante Messe.
Ore 10,00: Celebrazione Eucaristica presieduta
da P. Giuseppe Guliti, Vice Cancelliere Arcivescovile.
Ore 19,00: Celebrazione Eucaristica presieduta
dal Rev.mo Arciprete Mons. Rosario Currò
Ore 20,30: A conclusione della Messa: -Nell’anno della elevazione agli Altari di Papa Giovanni
XXIII° e di Papa Giovanni Paolo II°, il Laboratorio Teatrale “Tres Casti Agni” presenta:
“CON VERA FEDE”. Partendo dal Santuario,
percorrendo Corso Sicilia, ci recheremo in processione, con gli attori in azione scenica, in Piazza dei Bianchi, dove, sul Palco, si concluderà la
sacra rappresentazione.
18 Maggio – Domenica V di Pasqua
Giornata delle giovani famiglie.
Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 –10,00 - 12,00 – 17,30 –
19,30: Sante Messe.
Ore 8,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli della Comunità di Viagrande, guidato dal Parroco P.
Alfio Bonanno.
Ore 10,00: Santa Messa con la partecipazione
delle famiglie e presentazione e Benedizione
dei bambini, celebrata da P. Pio Memoria
22 Maggio – Giovedì
Ore 19,00: S. Messa, in memoria di P.
Salvatore Romeo nel 30° Anniversario della sua partenza per il cielo e 9°
della traslazione della sua salma in
Santuario, presieduta da Mons. Gaetano Zito, Preside dello Studio Teologico “S. Paolo” di Catania, con la
partecipazione dei Superiori e dei
Seminaristi del Seminario Arcivescovile di Catania.
Al termine della Messa:”2ª Rassegna Corale
“In Gloria Martyrum” organizzata dall’Associazione Musicale “SCHOLA CANTORUM
Don Salvatore Romeo”.
24 Maggio – Sabato
Sulle orme dei Santi, pellegrini di Dio
Ore 19,15: Arrivo del Pellegrinaggio della Parrocchia Maria SS. Del Rosario di Fleri, guidato
dal Parroco Mons Alfio Russo, e della Comunità
di Bongiardo (S. Venerina), guidato dal Parroco P.
Antonello Russo..
Ore 19,30: Celebrazione Eucaristica, in memoria dei pellegrini defunti,con la partecipazione
delle Amministrazioni locali, forze di Volontariato e Protezione Civile.
31 Maggio – Sabato
Ore 5,00: Pellegrinaggio della Comunità di
Trecastagni al Santuario dell’Addolorata di
Mascalucia.
Ore 19,00: Santa Messa e conclusione del “Mese
di Maggio”all’altare della Madonna
1 Giugno – Domenica VII di Pasqua - Ascensione del Signore
Giornata del Ringraziamento
Ore 8,00 –10,00 – 11,00 – 18,30 - 19,30: Sante
Messe.
Ore 11,00: Santa Messa con Battesimi.
Ore 19.30: Messa Solenne di Ringraziamento,
animata dal Gruppo musicale “La Sorgente”.
8 Giugno – Domenica di Pentecoste
Ore 8.00 – 10.00 – 18.30 – 19,30: Celebrazione
di Sante Messe.
Ore 22.15: Momento di preghiera e CHIUSURA
della Cappella dei Simulacri dei Santi Martiri.
Trecastagni, 11 Aprile 2014.
IL PARROCO
Sac. A. Torrisi
IL SINDACO
Dott. G. Barbagallo
AVVISO AI SACERDOTI
DICHIARAZIONE DEI REDDITI 730 /2014
Anche quest’anno il patronato 50&Più ENASCO svolge il servizio di assistenza e consulenza per la compilazione dei modelli 730/14. I sacerdoti e quanti altri intendono avvalersi di tale servizio dovranno rivolgersi o contattare il Sig.
Ciraldo Steve, (ex dipendente del patronato FACI ) presso la sede del patronato 50&Più Enasco, via Dottor Consoli 76, tel. 095/315424 fax
095/2500684 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,00 alle ore
12,30 e nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15,30 alle ore 17,00,
oppure recarsi in Curia, nella giornata di MARTEDÌ, dalle ore 10,00 alle
ore 12.00 a partire dal giorno 01 aprile fino al 31 maggio.
Tale servizio sarà comprensivo di calcolo e compilazione del modello f24 della
nuova IMU sugli immobili, (ex ICI) per quanti lo richiedano.
Sempre a richiesta, congiuntamente al mod. 730, sarà rilasciata l’attestazione
ISEE.
IMPORTANTE NOVITÀ
Già dallo scorso anno, l’INPS, per sé e per la gestione EX INPDAP, non
manderà più ai cittadini il CUD relativo alla propria pensione, i quali
dovranno scaricarlo dal sito dell’INPS, se provvisti di PIN, oppure richiederlo direttamente al Centro di Assistenza Fiscale, tramite il supporto dell’IDSC, che provvederà a rilasciarlo immediatamente. Per tale richiesta
dovrà essere sempre presentata la fotocopia della carta d’identità e del
codice fiscale o tessera sanitaria e il mandato firmato al patronato.
DOCUMENTAZIONE DA PRODURRE
- COPIA MODELLO 730/13.
- MODELLO/I CUD 2014.
- VISURE CATASTALI (PER TERRENI E FABBRICATI).
- SCONTRINI CONTENENTI IL NOME DEL FARMACO E CODICE
FISCALE DI CHI LO HA ACQUISTATO E DOCUMENTI COMPROVANTI ALTRE SPESE MEDICHE.
- DOCUMENTAZIONE INERENTE ASSICURAZIONE SULLA VITA ED
AUTO (PER LA SOLA QUOTA S.S.N.).
- DOCUMENTAZIONE INERENTE INTERESSI PASSIVI PER MUTUI
RELATIVI ALL’ACQUISTO DELLA PRIMA CAS A.
- FOTOCOPIA CONTRATTO DI MUTUO ED ATTO DI ACQUISTO DELLA PRIMA CASA.
- DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ONERI E SPESE EFFETTUATE
NEL 2012 RELATIVE ALL’ISTRUZIONE ETC..
- FOTOCOPIA DELLA PROPRIA CARTA DI IDENTITÀ 0 QUALSIASI
ALTRO ANALOGO DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO IN CORSO
DI VALIDITÀ.
- FOTOCOPIA DELLA TESSERA SANITARIA.
È importante comunicare qualsiasi variazione intervenuta nell’anno 2013, dal
cambio di indirizzo , al luogo di residenza , dall’acquisto alla vendita di immobili, alla sostituzione e modifica del proprio codice fiscale, al fine di evitare in
futuro spiacevoli inconvenienti derivanti dall’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Si ricorda, altresì, che il sig. Ciraldo, per mezzo del patronato 50&Piu’Enasco,
continua l’opera, iniziata tanti anni fa col patronato Faci, di aiuto nei confronti di tutti i cittadini, lavoratori e non, i quali gli si rivolgono per l’espletamento
di pratiche, che spesso per la lungaggine della burocrazia o per la complessità della normativa, pone in difficoltà. Inoltre il patronato 50&Piu’Enasco, assiste gratuitamente i sacerdoti, pensionati, lavoratori, invalidi, nelle pratiche relative alla pensione ed assicura la corretta informazione su tutta la materia previdenziale e sanitaria. Tra i tanti servizi del patronato, ricordiamo:
- PENSIONI DI VECCHIAIA ED INVALIDITÀ DEL FONDO CLERO.
- PENSIONI DI VECCHIAIA ED ANZIANITÀ
- PENSIONI D’INVALIDITÀ ED INABILITÀ.
- PENSIONI DI REVERSIBILITÀ.
- ASSEGNI SOCIALI.
- RICOSTITUZIONI PENSIONI CONTRIBUTIVE E REDDITUALI.
- RICHIESTA, VERIFICA E RETTIFICA DELLE POSIZIONI ASSICURATIVE.
- COMPILAZIONE MODELLI RED - INPS.
- COMPILAZIONE E RILASCIO MODELLO ISEE.
- PRESTAZIONI AI MINORATI CIVILI, CIECHI E SORDOMUTI, QUALI PENSIONI, IND. DI ACCOMPAGNAMENTO ETC..
- CONTENZIOSO AMMINISTRATIVO E LEGALE.
Sig. Ciraldo Steve
Patronato 50&più Enasco
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Prospettive - 11 maggio 2014
PRIMOPIANO
Papa Francesco e le intuizioni di Sturzo
Per una “buona politica”
bbiamo letto con vivo
interesse sull’ultimo
numero di “Aggiornamenti Sociali”
(n°3- marzo c.a.) l’articolo di padre
Bartolomeo Sorge con lo stesso
titolo. È il testo della lezione che
egli ha tenuto il 16 gennaio u.s. nel
Corso di formazione socio-politica
di ispirazione cristiana promosso
dalla diocesi di Napoli.
Esso ci trova in perfetta consonanza, perché, da due anni ormai,
anche da noi è attiva la Scuola diocesana di formazione all’impegno
socio-politico, diretta da don Piero
Sapienza, dove sono state in argomento lezioni sul popolarismo di
Sturzo , sull’Appello ai liberi e forti e sulla rigorizzazione di popolarismo, popolare e populismo.
Ricordo che padre Bartolomeo Sorge è stato apprezzato relatore nella
terza Giornata Sociale Diocesana
del 2007 a CT. su:«Bene Comune e
partecipazione attiva dei cittadini».
Quel che troviamo ora interessante
e che ci conferma nella nostra interpretazione sturziana, è quando
padre Sorge, da par suo, rileva che
nella esortazione apostolica, Evangelii gaudium, vi siano alcuni passaggi che «senza volerlo direttamente, costituiscono di fatto un
aggiornamento del popolarismo
sturziano. L’intuizione di Sturzo,
egli continua, è tuttora l’antidoto
più efficace contro la deriva del
“populismo” e, nello stesso tempo,
rimane fino a oggi la traduzione più
coerente e insuperata di quanto la
A
dottrina sociale della Chiesa insegna in tema d’impegno politico dei
cristiani».
L’impostazione dell’articolo e
quindi delle argomentazioni di p.
Sorge è tutta fondata sulla corrispondenza simmetrica fra i quattro
criteri evangelici enunciati da papa
Francesco nella Evangelii gaudium e i quattro elementi fondamentali del popolarismo sturziano.
Vogliamo riportarli.
I quattro elementi fondamentali
del popolarismo sturziano, secondo p. Sorge, sono: a) Ispirazione
religiosa b) Laicità. c) Territorialità. d) Riformismo coraggioso e
responsabile.
Il Papa, che non si rivolge solo ai
fedeli cristiani laici ma propone a
tutti una sorta di “bussola per la
buona politica”,enuncia come fossero i punti cardinali, quattro criteri evangelici necessari per sviluppare una cultura dell’incontro,
cioè il bene comune, che è il fine
stesso della politica; essi sono: a)
Il tempo è superiore allo spazio.
b) L’unità è superiore al conflitto.
c) Il tutto è superiore alla parte.
d) La realtà è superiore all’idea.
(Cfr. E.G.nn. 217-237)
Questa corrispondenza simmetrica
fra principi ecclesiali e realtà storica, in un rapporto dinamico, in
effetti ha orientato tutta l’opera
sturziana, ed è il criterio diarchico
che si articola in dualità, cioè in
natura duplice come nell’uomo c’è
il corpo e l’anima; dualismo che
esprime il contrasto e la dialettica di
opposizione o di sintesi; diarchia,
quando il movimento dinamico si
concretizza in istituzioni, come la
famiglia,lo stato, il comune, la chiesa, l’università e così via.
Alla luce di questa valida diarchia
p. Sorge vede una possibile via per
affrontare la grave crisi attuale: i
principi del popolarismo restano
ancora validi, nonostante i tentativi
di Mino Martinazzoli (1994) e le
esperienze successive della Margherita(2002), dell’Ulivo (2004) e
del Partito democratico (2007).
Ora che la “rivoluzione” di Papa
Francesco, dopo il Vaticano II,
rimasto incompiuto per una auspicata riforma interna della Chiesa,
apre orizzonti nuovi anche per l’impegno sociale e politico dei cristiani, e non solo, proponendo un ideale di politica buona, intesa come
vocazione e non come professione,
dato che la carità è il principio non
solo delle micro-relazioni come
sezione di Catania UCSI possa brillare per la sua attività e diventare
protagonista di una nuova stagione,
in cui sia al servizio della società.
Dopo un secondo intervento dell’avv. Azzia sulla necessità di una programmazione culturale di
un certo livello, il dott.
Vecchio ha espresso il
personale compiacimento per il felice e promettente riavvio della sezione e ha chiarito alcune
regole statutarie.
Subito dopo l’assemblea
elettiva è stata presieduta
dal socio UCSI di Siracusa dott. Salvo Ganci. Il
nuovo consiglio direttivo
eletto all’unanimità dai
soci giornalisti è risultato
così composto: Giuseppe
Adernò,
Domenico
Azzia, Anna Bella, Filippo Cannizzo, Salvatore
Cifalinò, Nunzio Currenti, Salvo Fichera, Maria
Torrisi, Orazio Vecchio.
La riunione si è conclusa
con la recita della preghiera del giornalista
composta dal cardinale
Angelo Comastri, vicario del Papa
per lo Stato della Città del Vaticano.
Giovedì 15, il direttivo eleggerà a
norma di statuto il presidente, il
segretario e il tesoriere e stilerà il
programma sociale della sezione.
tas in veritate,n°56). È questo l’insegnamento e la validità prospettica
del pensiero e dell’opera di Sturzo,
sicchè p. Sorge può concludere così
il suo articolo: «Oggi è possibile
riattualizzare il popolarismo sturziano, come impegno di tutti per
una buona politica, debitamente
ripensato, poiché non solo interessa
i cristiani impegnati in politica, ma
è un valido strumento-offerto a
“tutti i liberi e forti” (non solo ai
cristiani)- per superare la grave crisi politica attuale, essendo l’efficace antidoto contro il pericolo d’involuzione populista. Nello stesso
tempo, l’insegnamento di papa
Francesco apre ai cristiani impegnati in politica prospettive nuove e più
ampie». Abbiamo opportunamente
sottolineato quel “debitamente
ripensato”, per integrare alcuni
aspetti di ciò che è stato scritto fin
qui. 1-In Sturzo c’è una sintesi
geniale fra fede religiosa e impegno
politico, che si specifica in un
modello di democrazia popolare,
non populista, frutto anche di una
assimilazione critica della filosofia
neo-sintetica del fratello vescovo
Mario. 2)Troviamo un corretto rapporto tra le autonomie locali e lo
stato federale. Una giusta impostazione del problema del meridione in
rapporto all’area del Mediterraneo
3)La sua veduta culturale e politica,
anche in base alla sua lunga esperienza, presenta una prospettiva
europea, mondiale, ecumenica.
4)Dai suoi scritti, specialmente se
coniugati con quelli del fratello
vescovo, Mons. Mario, può desumersi una teologia del laicato! 5)Vi
è chiaro e circostanziato un progetto di costituzione per la pace mondiale, che permetterebbe di concretizzare quelli altrettanto nobili,
ideati da don Mazzolari, da Giorgio
La Pira, da Giovanni XXIII fino
all’attuale papa Francesco.6) Sturzo
è un testimone credibile della Chiesa di Cristo, perciò opportuno è stato l’avvio del processo di beatificazione per lui e per il fratello Mario.
Ma soprattutto per noi, oggi, Sturzo
costituisce quello che potrebbe dirsi
un “caso di coscienza del cattolicesimo italiano”, per avere permesso,
forse per motivi di giochi ed equilibri politici, che si ergesse a ideale
culturale e politico il pensiero di
Gramsci e del gramscismo negli
anni cinquanta e sessanta, di cui,
peraltro, il filosofo Augusto del
Noce ha giustamente svelato la
genesi nello storicismo di Benedetto Croce e nell’attualismo di Giovanni Gentile! Ora che quella prospettiva, immanentista e laicista, è
caduta, è proprio il caso di riprendere quel vasto progetto culturale e
politico sturziano, ancora validissimo, e farsi perdonare quella colpevole omissione, anche perché l’atteggiamento dei papi, come si è
dimostrato attraverso questo articolo,è cambiato. È bene, però, che tale
eredità culturale e politica vastissima diventi patrimonio di tutti. Ma
come? A nostro avviso, attraverso
scuole di educazione sturziana, diffuse in tutto il paese, e rivolte in
modo particolare alle nuove generazioni.
Memorex
Salvatore Latora
rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni, come i rapporti sociali,
economici, politici. «Come si vede,
aggiunge p. Sorge, il Papa fa una
lettura ampliata di quanto già
diceva don Sturzo, quando, escluso ogni confessionalismo e clericalismo, scorgeva nella ispirazione
trascendente della religione una
condizione necessaria per iniziare
i processi di riforma, richiesta da
una buona politica». È necessario
riscoprire questo reciproco arricchimento, perché come ha affermato
BenedettoXVI:«La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede, e questo vale anche per la
ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la
religione ha sempre bisogno di
venire purificata dalla ragione per
mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo
comporta un costo molto gravoso
per lo sviluppo dell’umanità»(Cari-
UCSI eletto nuovo direttivo provinciale
a mattina di sabato 3
maggio, l’assemblea
elettiva provinciale dei soci dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) si è riunita nella
sede catanese di Sicilia
Mondo, con la partecipazione del presidente
regionale
Giuseppe
Vecchio e dei sacerdoti
consulenti ecclesiastici
per la Sicilia e per la
provincia di Catania,
rispettivamente il prof.
Paolo Buttiglieri salesiano e il prof. Giuseppe Putrino.
L’incontro si è aperto
con l’introduzione del
decano avv. Mimmo
Azzia, che ha presieduto e sottolineato il ruolo del giornalista cattolico portatore di un’etica in un mondo in rapida evoluzione tecnologica.
Dopo la preghiera iniziale è intervenuto
padre Putrino sul messaggio di Papa Francesco sulla Giornata
mondiale delle Comunicazioni sociali per la prossima
solennità dell’Ascensione del Signore, soffermandosi sul presidente del
Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo mons.
Claudio Maria Celli, che definisce il
documento profondamente francescano: bisogna porre l’accento sulle
L
relazioni interpersonali, mettersi in
ascolto dell’altro, essere disposti non
solo a dare ma anche a ricevere dagli
altri, essere consapevoli dei limiti
zione a considerare una guida nel
farsi prossimo verso chi si incontra
lungo il cammino.
Don Buttiglieri ha evidenziato qual-
delle comunicazioni digitali. Il relatore ha evidenziato poi il passaggio
sulla parabola del Buon Samaritano:
comunicare significa, infatti, farsi
carico degli altri. La conclusione ha
fatto riferimento proprio alla figura
del Buon Samaritano che il Papa
invita gli operatori della comunica-
che altro aspetto del messaggio pontificio, dando quasi una definizione
della comunicazione quale sinonimo
di relazione. Nei social network si
riscontrano tre virus virtuali: anomia
(senza regole), anonimia (senza
identità), anoressia (senza contenuti). Ha auspicato, inoltre, che la
Notizie in breve dal 12 al 18 maggio
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Prospettive - 11 maggio 2014
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 12
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 17.00 Arcivescovado, Salone dei Vescovi: presenzia alla
presentazione del volume
“Catania Mariana” di Mons.
Giovanni Lanzafame.
• Ore 19.00 Catania, parrocchia
San Giovanni Apostolo: celebra
la S. Messa per l’apertura della
Visita pastorale.
Martedì 13
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 10.00 Arcivescovado: presiede l’incontro del Consiglio
diocesano Affari Economici.
• Ore 18.30 Catania, parrocchia
San Giovanni Apostolo: Visita
pastorale.
Mercoledì 14
• Ore 9.00 Catania, parrocchia
San Giovanni Apostolo: Visita
pastorale.
Giovedì 15
• Ore 9.30 Misterbianco, parrocchia Card. Dusmet: incontra il
Giovane Clero.
• Ore 18.30 Misterbianco, parrocchia S. Carlo Borromeo: celebra
la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione.
Venerdì 16
• Ore 9.30 Catania, Casa Circon-
dariale Piazza Lanza: celebra la
S. Messa e amministra i sacramenti del Battesimo e della
Confermazione.
• Ore 17.30 Catania, parrocchia
San Giovanni Apostolo: Visita
pastorale.
Sabato 17
• Ore 9.00 Catania, Corte d’Appello: saluta i partecipanti ad un
Convegno di Studio su microcredito e legalità.
• Ore 11.00 Catania, Studio Teologico S. Paolo: consegna gli
attestati ai partecipanti della
scuola di formazione sociopolitica.
• Ore 12.30 Catania, Seminario:
incontra i presbiteri ed i diaconi
per un momento di preghiera e
di fraternità.
• Ore 18.00 Catania, Basilica
Cattedrale: celebra la S. Messa
in occasione del suo Anniversario di Ordinazione presbiterale.
Domenica 18
• Ore 10.30 Catania, parrocchia
SS. Angeli Custodi: celebra la
S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione.
• Ore 18.30 Catania, parrocchia
San Giovanni Apostolo: celebra
la S. Messa a conclusione della
Visita pastorale.
®
Avviso I.D.S.C.
Ai Sacerdoti in servizio in Diocesi
Si porta a conoscenza che i Mod. PO1 relativi all’anno 2014 devono essere ritirati presso l’Ufficio Economato della Curia Arcivescovile e consegnati all’I.D.S.C..
I titolari di pensione, insieme al modello PO1, devono consegnare copia
della propria carta di identità valida.
L’Arcivescovo
Ai Presbiteri, ai Diaconi, dell’Arcidiocesi
Carissimi,
Ho avuto la gioia di partecipare all’esaltante evento della canonizzazione dei due Pontefici Giovanni XXIII e
Giovanni Paolo II. Ho vissuto la celebrazione con particolare intensità: Giovanni XXIII mi ricorda gli anni del
Seminario; Giovanni Paolo II mi ha chiamato all’episcopato come Ausiliare a Palermo e successivamente
come Vescovo diocesano dapprima ad Acireale e dopo
qui a Catania. Ho affidato alla loro intercessione la
nostra Chiesa che entrambi i Santi Pontefici hanno visitato, come pure il servizio di Ministri ordinati che in
essa svolgiamo.
Con la presente desidero comunicarvi che tramite i
Vicari foranei riceverete la nuova edizione del Direttorio Liturgico Pastorale, unitamente agli Atti del Convegno diocesano del 4 dicembre 2013.
Mentre rinnovo il ringraziamento a quanti hanno collaborato per la stesura del documento, Vi invito, con insistenza, a conoscerlo, studiarlo e diffonderlo in vista di
una sua fruttuosa valorizzazione. Al riguardo, seguiranno ulteriori indicazioni.
Mi e gradito, inoltre, attirare la vostra attenzione su
alcuni prossimi appuntamenti.
MARTEDÌ 27 MAGGIO, Seminario ore 9,30: Incontro di
Formazione Permanente. Mons. Renzo Bonetti continuerà a presentarci il Questionario in vista della III
Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi.
VENERDÌ 30 MAGGIO: Pellegrinaggio diocesano al
Santuario di Mompileri. Presteremo la dovuta attenzione al Manifesto e alla lettera che il carissimo Rettore,
Don Alfio Privitera, ha già inviato allo scopo di favorire
la corale partecipazione nostra e dei fedeli a questo
importante momento della vita diocesana.
LUNEDÌ 9 GIUGNO, ore 17,30 in Arcivescovado, Salone
dei Vescovi, verrà presentato il volume “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura di Alberto
Melloni, edizioni II Mulino. Circa il contenuto della
pubblicazione, unisco una nota che potrà motivare e
facilitare la nostra partecipazione alla presentazione.
MARTEDÌ 10 GIUGNO: Giornata Sacerdotale Mariana
Ragionale. Avremo 1’onore di ospitarla nel Santuario di
Mompileri. Allego ad ogni buon fine il depliant predisposto dalla Commissione presbiterale regionale che
contiene le indicazioni cui ci atterremo anche noi, che
certamente parteciperemo numerosi e premurosi nell’accoglienza.
LUNEDÌ 23-GIOVEDÌ 26 GIUGNO: Si svolgerà il corso di
aggiornamento teologico - pastorale. La Commissione
provvederà a fornirci indicazioni più dettagliate.
LUNEDÌ 21-VENERDÌ 25 LUGLIO: Per quanto riguarda la
“Settimana di fraternità in montagna” presso il “Grande
Albergo” a Gambarie, faccio presente che è ancora possibile prenotarsi telefonando in Segreteria.
Rinnovo i più fervidi auguri per questo tempo di Pasqua, invocando l’abbondanza dei doni del Signore sul
nostro ministero.
@ Salvatore, Arcivescovo
P.S.
SABATO 17 MAGGIO ricorderò il 44° anniversario dell’ordinazione sacerdotale. La messa prefestiva non permette
il consueto appuntamento in Cattedrale.
Potremo, tuttavia, vivere un momento di fraternità in
Seminario incontrandoci per l’ora media alle ore 12,30
e per il pranzo successivo. Chi può partecipare, ne dia
direttamente conferma in Seminario.
Celebrerò la Santa Messa in Cattedrale alle ore 18,00.
Chi potesse concelebrare sarà veramente benvenuto.
In ogni caso, vi sarò vivamente grato se nella Messa
vespertina vorrete ricordarmi nella preghiera dei fedeli,
unitamente ai carissimi confratelli Ezio Coco, Angelo
D’Agata, Chisari Placido, Carbonaro Alfio, Interlandi
Roberto e Marchese Giovanni con i quali condivido la
data di ordinazione.
®
Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia
Nella nostra prassi pastorale dobbiamo purtroppo registrare, a volte
anche nelle persone che si professano cristiane, una grave carenza
d’istruzione religiosa. Lo stesso
insegnamento religioso nelle scuole pubbliche non sembra colmare
questo vuoto. È il pluralismo crescente delle esperienze religiose
diverse dal cristianesimo, rende
ancora più grave il problema. Sembra quindi opportuno cogliere l’occasione della recente pubblicazione di un “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia”,, presso la Società editrice Il Mulino, per
iniziare una riflessione che interessa gli operatori pastorali non meno
di quanto interessi tutti coloro che
vogliono comprendere le dinamiche della nostra società.
II Rapporto raccoglie i contributi
di giuristi, teologi, storici, sociologi ed educatori e sviluppa un’ana-
lisi ad ampio raggio sulle motivazioni che hanno portato a questa
situazione. Senza pretendere di
offrire soluzioni facili, il Rapporto
coglie anche alcune specificità del
panorama italiano, dove non esistono facoltà teologiche nell’ambito statale capaci di immettere nella
cultura comune strumenti atti a
comprendere l’esperienza religiosa
come tale. Qualche contributo
inoltre presenta alcune sperimentazioni che sono state avviate in
varie sedi italiane per colmare le
carenze e che possono e potrebbero essere corrette, incrementate e
perfezionate anche nel nostro
ambiente.
Per una riflessione approfondita da
condurre in seguito soprattutto in
ambito pastorale, sembra quanto
mai utile quindi presentare i contenuti principali del Rapporto e
avviare una prima discussione che
dovrebbe coinvolgere tutti coloro
che sono impegnati a vario titolo
nelle istituzioni scolastiche e universitarie, oltre agli operatori
pastorali.
La presentazione del “Rapporto
sull’analfabetismo religioso in
Italia” avverrà il prossimo 9 giugno, lunedì di Pentecoste, in Arcivescovado -salone dei vescovi, via
Vittorio Emanuele II, 159, alle ore
17.30.
Presenteranno il volume:
Prof. Roberto Osculati, storico del
cristianesimo presso l’Università
di Catania
Prof. Alberto Melloni, curatore del
volume e segretario della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna.
Introdurrà e modererà don Pino
Ruggieri, docente emerito di teologia presso lo Studio teologico San
Paolo di Catania.
7
Prospettive - 11 maggio 2014
Inaugurate le 8 formelle artistiche del Santuario Maria SS. dell’Aiuto
Esprimere la fede con decoro
a mattina di domenica
4 maggio, una grande
folla di fedeli, guidata dal parrocorettore e vicario foraneo mons. Carmelo Smedila, si è radunata sull’alto
e scenografico sagrato del santuario
diocesano “Maria Santissima dell’Aiuto” e si è stretta attorno all’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina
che ha solennemente e ritualmente
benedetto le otto formelle in bronzo
che decorano magnificamente la
grande porta d’ingresso della storica
chiesa cittadina.
Al significativo evento ecclesiale e
religioso erano presenti oltre a
diversi qualificati esponenti del
mondo culturale ed artistico catanese, lo scultore dott. Maria Musumeci e il sig. Luigi Laconeo, titolare
della Fonderia Artistica di Riposto i
quali hanno spiegato il significato e
la tecnica della moderna e pregiata
opera d’arte applicata con corretto
gusto estetico rispettoso delle nostre
più nobili tradizioni.
Gli otto riquadri bronzei sono frutto
L
della
collaborazione
dell’artista catanese e
del tecnico ripostese e
sono ispirati dalla fede
cattolica da loro professata e dall’antica, sempre viva e profonda
devozione mariana del
nostro popolo animata
dalla
testimonianza
evangelica dei suoi
degni pastori che si
sono succeduti nel servizio parrocchiale, che
impreziosisce ancor di
più il celebre santuario
diocesano, in origine
intitolato ai santi apostoli Pietro e Paolo e
legato da secoli al culto
della “Madonna Nera”
auxilium christianorum,
particolarmente intenso
nel mese di maggio.
Mons. Smedila e i suoi
devoti parrocchiani, in
modo particolare la
commissione interna
che ha vagliato e giudicato i progetti di
realizzazione delle
formelle ed ha seguito con attenzione e
scrupolo la concreta
realizzazione
nel
progetto presentato
ed eseguito dalla
dott.ssa Musumeci,
presentato con il
parere
favorevole
dell’architetto Renato Mirone per conto
della parrocchia ed
approvato dal competente organo tutorio e di vigilanza della Soprintendenza
per i Beni Culturali
di Catania.
Subito dopo lo scoprimento e la benedizione delle formelle,
è stata solennemente
riaperta la splendida
“Porta del Paradiso” del santuario
cittadino tanto caro alla pietà popolare perché racchiude tante preziose
memorie mariane come quelle della
Madonna del Santo Aiuto, della
Santa Casa Lauretana-Nazaretana
dell’Annunciazione del Signore alla
Vergine, di Nostra Signora della
Misericordia,
nonché
diverse
memorie patrie ecclesiali dei santi
apostoli corifei Pietro e Paolo, e di
altri tre apostoli del Signore una volta ivi venerati, Simone e Giuda, Giacomo il maggiore, di san Giovanni
Battista il Precursore di Cristo.
È seguita in chiesa la celebrazione
della s. messa pontificale della
domenica III di Pasqua, presieduta
dall’Arcivescovo con l’animazione
liturgica dei canti eseguiti dalla
Corale Mater Divinae Misericordiae, che ha dato inizio ai festeggiamenti patronali e titolari del santuario parrocchiale Maria Santissima
dell’Aiuto.
Antonino Blandini
Fra’ Agnello Paladino, Frate Minore della Provincia del SS. Nome di Gesù in Sicilia
rate Agnello Paladino
nasce a Regalbuto il
24.22, 1904 da Nicola Pedalino e
Concetta Lo Presti, famiglia povera
ma ricca di virtù cristiana. Gli fu
posto il nome di Giuseppe. Fin dalla
tenera età manifestò tanta bontà e
spirito di preghiera e conobbe S.
Francesco attraverso la testimonianza dei frati francescani che raccoglievano le offerte per la Terra Santa.
Attratto dalla testimonianza di carità
e umiltà dei frati, rivelò ad essi il
desiderio di diventare francescano. I
frati “Collettori di Terra Santa”, che
per alcuni mesi all’anno risiedevano
nel Convento S. Maria della Guardia, lo invitarono a venire a Catania
e il 20 gennaio 1926 lo presentarono
al Padre Guardiano Gaetano Leotta,
uomo di santa vita, ricco di esperienza nel discernimento vocazionale, il
quale capì che Dio aveva posato lo
sguardo su quel giovane nella via
tracciata da S. Francesco.
Giuseppe così alto, magro, semplice,
intelligente avrebbe testimoniato
nella Chiesa la carità di Cristo con
semplicità francescana. Così rimase
come postulante e diede segni di
vera vocazione: pietà sincera, carità
operosa, fede profonda. Terminato il
postulandato i Superiori ritennero
che poteva iniziare il Noviziato:
avrebbe conosciuto di più la regola
che S. Francesco diede ai primi Frati e i Superiori avrebbero visto se era
in grado di poterla vivere bene. Iniziò l’anno di Noviziato il 12 novembre 1929 nel Convento S. Francesco
in Biancavilla, il suo maestro è stato
Padre Silvestro Di Bella. Era consuetudine, all’inizio dell’anno di
Noviziato, cambiare il nome al candidato, come segno di una nuova
vita. Gli fu dato il nome di frate
Agnello. Emise la professione semplice il 17 novembre 1930, e la professione solenne nelle mani di Padre
Benedetto Petralia nel Convento della Guardia il 20 novembre 1933.
Sarà il frate questuante che di casa in
F
Il frate che parlava
al cuore della gente
casa annunziava il Santo Vangelo,
andando come agnello mansueto tra
i poveri, gli emarginati, gli arrabbiati. S. Francesco aveva raccomandato
ai suoi frati: “quando vanno per il
mondo non litighino, evitino le dispute di parole, né giudichino gli
altri; ma siano miti, pacifici e mode-
sti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, come si conviene…in qualunque casa entreranno
prima dicano: pace a questa casa”.
Quest’esortazione divenne stile di
vita di frate, cercato dalla gente, che
con semplicità e bontà riusciva a far
appianare tante situazioni difficili.
Fra’ Agnello divenne strumento di
riconciliazione tra gli uomini e tra
l’uomo e Dio, con la sua bontà si
aprivano le porte del cuore dell’uomo per farvi entrare la grazia di Cristo.
Tutta Catania lo ebbe come apostolo
di carità, di pace e di gioia. La sua
bisaccia o le larghe maniche della
tunica si riempivano con la questua
che faceva di casa in casa e si svuo-
tavano con lo stesso amore con cui si
erano riempite: i destinatari erano il
Convento e i poveri. Tante volte fu
notato che usciva con addosso il
mantello per occultare ciò che portava a qualche famiglia: era il suo
pranzo. Curò moltissimo la devozione alla Madonna della Guardia:
quando il simulacro passava per le
vie della parrocchia in processione
era una manifestazione di amore da
parte di tutta la gente del quartiere.
Un’altra devozione tanto cara era
quella al Bambino Gesù per l’Epifania: organizzava una processione
con una piccola ‘vara’, e, attorniato
dai bambini, girava per le vie. La
processione del Venerdì Santo col
Cristo morto, interrotta dal 1944 perché la guerra aveva causato gravi
danni al simulacro e all’urna, fu
ripresa nel 1952.
È stato l’apostolo dei bambini, li
sapeva accogliere, guidare, proteggere; dalle sue mani uscivano teneri
scappellotti per richiamarli ai doveri
e sempre tante caramelle e ritagli di
ostie; con la speranza di potere suonare le campane della Chiesa, i bambini erano sempre attaccati alla sua
tonaca. Fu apostolo di Cristo principalmente nel “deposito delle locomotive “vicino Piazza Europa, luogo
di lavoro dei più agguerriti comunisti; fu la sua bontà, la sua dolcezza,
la sua umiltà che fecero spalancare
quelle porte invalicabili alla Chiesa.
Lui, umile frate laico, senza titoli
accademici riusciva a parlare al cuore di quella gente del proletariato
che voleva tenere fuori Cristo dalla
loro vita. Dietro a lui poteva entrare
il parroco per portare Cristo. Il mese
di maggio vedeva Fra Agnello a S.
Giovanni Li Cuti in una baracca di
legno, costruita con le offerte dei
fedeli e anche con il contributo del
Prefetto, a raccogliere i bambini per
l’istruzione catechistica e i fedeli per
le funzioni. Si distinse, inoltre, nel
periodo post bellico, nella ricostruzione della Chiesa distrutta durante
il bombardamento del 11.07.1943.
Fu tutta la Comunità ad impegnarsi
per raccogliere offerte per la sua
ricostruzione, ma quelle più numerose arrivavano mediante Fra’ Agnello
che andò anche a lavorare come
manovale presso un costruttore edile, per portare qualche lira in più.
Spese tutte le sue energie per la gloria del Signore, ma inesorabilmente,
il tanto lavoro e le tante rinunzie avevano indebolito il suo fisico, e Fra’
Agnello cominciò ad accusare una
malattia al pancreas; fu ricoverato
all’Ospedale Garibaldi. Costatando
l’inutilità delle cure, in condizioni
gravissime fu riportato in Convento.
Fra’ Agnello muore santamente il 22
ottobre 1967, festa della Madonna
della Guardia, all’età di 63 anni
dopo 40 anni di vita religiosa. La
concomitanza della festa con la morte di questo suo grande devoto fu
vista come una benedizione. La festa
fu trasferita alla domenica successiva.
I suoi funerali testimoniarono quanto era caro al popolo. Mentre il carro
funebre passava per le vie della parrocchia le saracinesche dei negozi
erano abbassate in segno di lutto, un
modo affettuoso per esprimere la stima e la riconoscenza a Fra’ Agnello.
Da quelle strade, da quei vicoli non
sarebbe più passata la figura di questo frate: alto, magro, sempre con i
sandali e i piedi nudi che avanzava
con la bisaccia a spalla. I fedeli lo
ricordano con tanto amore e ci chiedono anche di raccogliere testimonianze per un possibile cammino
verso gli onori dell’altare. Saranno
due grandi figure di frati poste all’ingresso della Chiesa: Padre Giuseppe
Guardo nato a Catania nel 1793 e
morto nel 1874 e Fra’ Agnello Paladino, che diverranno luce e verità per
coloro che vengono nella Chiesa S.
M. della Guardia a incontrare il
Signore.Padre Giuseppe Guardo,
con la sua sapienza e santità di vita,
con la predicazione aveva trascinato
il popolo di Catania a Cristo; Fra
Agnello Paladino con umiltà, dolcezza e spirito di servizio è stato un
esempio luminoso di carità, umiltà,
abnegazione e servizio ai poveri.Fra
Agnello sarà sempre il fratello più
grande che ci insegnerà come si ama
il Signore e il nostro prossimo.
®
Frate Agnello ritorna tra la sua gente
Martedì 13 maggio, nella parrocchia S. Maria della Guardia
in Ognina, in preparazione alla
festa titolare e patronale, ci sarà
una giornata di spiritualità francescana con l’accoglienza di fra’
Agnello. La salma del venerato
frate minore sarà traslata dalla
cappella funeraria della Curia
arcivescovile presso il cimitero di
Catania alla chiesa parrocchiale
S. Maria della Guardia. Alle 10
arriveranno i resti mortali di
fra’ Agnello. Alle 19 dopo la recita del s. rosario e della coroncina
alla Madonna padre Giorgio
Catania ofm presiederà la s.
messa, animata dal gruppo fran-
cescano (OFS-P. Pio).
Alle 20 seguirà un concerto in
onore di fra’ Agnello, a cura di
fra’ Massimo corallo e dei giovani della parrocchia. A conclusione avverrà la sepoltura di fra’
Agnello nella nuova cappella sul
lato sinistro dell’ingresso della
chiesa.
8
Prospettive - 11 maggio 2014
DIOCESI
$ltro lutto Qnella CompagnQ
n ia di *
G esù a CataQiaP. Carmelo Pulizzotto
Un gesuita molto amato a Catania
distanza di poco più di
una settimana dal
ritorno alla casa del Padre del
sacerdote gesuita Luigi Macaluso
un altro confratello della Residenza
e parrocchia San Tommaso Becket
e Santi Martiri Inglesi di Sant’Agata Li Battiati, padre Carmelo Pulizzotto, ha reso piamente l’anima a
Dio dopo dolorosa malattia e un
fecondo e lungo ministero sacerdotale prestato senza risparmio di forze nella Residenza e parrocchia
Santissimo Crocifisso dei Miracoli
A
di Catania.
Profondo cordoglio ha suscitato
anche la scomparsa di padre Carmelo, a 88 anni di età, 59 di vita
consacrata e 50 di sacerdozio, in
servizio apostolico di confessore,
assistente della “Comunità Eucaristica Mariana” da lui fondata a
Mascalucia e aiuto assistente della
“Compagnia di Maria” nella parrocchia gesuitica di Leucatia, nell’ex villa di S. Giuliano di via Barriera del Bosco, dove è stato promotore per la Sicilia e l’arcidiocesi
di Catania dell’Apostolato della
Preghiera e vicario parrocchiale.
Nato a Marineo, provincia di Palermo, il 10 febbraio 1927 padre
Pulizzotto, già dirigente della gioventù di Azione Cattolica e segretario politico della Democrazia Cristiana, sentì forte la vocazione alla
vita consacrata nel sacerdozio
lasciò la toga di avvocato civilista
per indossare la semplice tunica
nera della Compagnia di Gesù,
dove entrò all’età di 29 anni. Dopo
il lungo e severo cammino di for-
Reliquia di San Giovanni Paolo II
a Biancavilla
poco più di una settimana dalla canonizzazione in Piazza San Pietro a Roma
dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II è giunta sabato nella
Basilica Collegiata “Santa Maria
dell’Elemosina“ la Reliquia di San
Giovanni Paolo II per mano di don
Giuseppe Scrivano direttamente dalla chiesa parrocchiale catanese di
“San Francesco di Paola“ dove viene
custodita durante l’anno. Una veglia
di preghiera promossa dalle Commissioni delle aggregazioni laicali e
giovanili del XIII Vicariato pastorale, in ringraziamento alla canonizzazione dei due pontefici.
Presenti il Prevosto-parroco don
Agrippino Salerno ed il Vicario foraneo di Biancavilla e Santa Maria di
Licodia, don Giovambattista Zappa-
A
là. Dopo un breve momento introduttivo che ha visto la proclamazione della Parola di Dio, il celebrante
ha rivolto ai giovani l’invito di presentarsi dinanzi al transetto per il
mandato missionario di evangelizzazione nelle piazze Collegiata e
Annunziata, centro della movida
biancavillese.
Intanto, come
detto, l’arrivo
della Reliquia
di San Giovanni Paolo II, la
venerazione dei
fedeli e successivamente portata nella chiesa parrocchiale
Annunziata per
il
prosieguo
della veglia di
preghiera sino
a mezzanotte,
dove nelle rispettive chiese è stato
esposto il Santissimo Sacramento
sull’altare per l’adorazione Eucaristica, la possibilità di accostarsi alla
confessione e l’accoglienza dei
fedeli nel corso della notte.
Antonio A. Marino Zappalà
mazione nel prestigioso Ordine
religioso fondato
da Sant’Ignazio
di Loyola compiuto a Bagheria,
Roma, Palermo,
Messina, dove
venne ordinato
presbitero, e Cordoba in Spagna,
ha speso la sua
vita apostolica in
Sicilia, se si
eccettua
la
parentesi di un anno come missionario in Messico e in Madagascar
tra la povera gente.
La sua prima destinazione, nel
1966, poco dopo la conclusione del
Concilio Ecumenico Vaticano II, fu
la Residenza catanese di via Enrico
Pantano con l’incarico di ministro e
di assistente spirituale delle allora
fiorenti Congregazioni MarianeComunità di Vita Cristiana degli
universitari, giovani studenti d’ambo i sessi, che per tanti anni con il
loro intenso apostolato laicale vivacizzarono la parrocchia gesuitica di
via Umberto. L’ubbidienza, successivamente e in tempi diversi, lo
mandò nel capoluogo della regione,
ad Alcamo, dove pronunciò gli
Ultimi Voti, prima come animatore
dei gruppi giovanili e ispiratore
dell’Associazione di Solidarietà
Familiare “Il Cireneo” e poi, più
volte, come superiore, incarico che
avrebbe ricoperto anche a Catania
dove ebbe occasione di operare
anche al Liceo Cutelli.
Sul solco della spiritualità ignazia-
na padre Carmelo,
guida
ricercata
ed
apprezzata nei
ritiri e negli
esercizi spirituali comunitari per tanti
gruppi e movimenti laicali
catanesi,
ha
dedicato molta
parte del suo
ministero
sacerdotale alla
direzione spirituale e a suscitare
nuove vocazioni. I congregati
mariani di Catania, in particolare gli
“ex ragazzi del 42 di via Enrico
Pantano” ricorderanno sempre il
loro carissimo “Don Carmelino”
con affetto fraterno e gratitudine per
il bene che ha seminato a piene
mani tra la gioventù e il laicato
catanese. Il Signore Risorto l’ha
chiamato a Sé la domenica di Pasqua all’ospedale Cannizzaro dove
era stato ricoverato per una grave
forma di broncopolmonite. È stato
un uomo “trasparente” come l’ha
definito all’omelìa della s. messa
esequiale, concelebrata nella chiesa
Santissimo Crocifisso dei Miracoli
gremita di giovani, il superiore-parroco padre Gianni Notari, un uomo
di consiglio, fedele alla sua vocazione ignaziana, punto di riferimento per tantissime persone. Attraverso la sua parola riusciva a trasmettere in maniera appassionata la gioia
di appartenere al Signore.
A.B.
Festa di Maria SS.ma dell’Aiuto Maggio 2014
DAL 15 AL 23 MAGGIO Novenario in preparazione alla festa
GIOVEDÌ 15 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano. Recita del
S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta
dal parroco Sac. Salvatore Interlando
VENERDÌ 16 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio delle Comunità parrocchiale S. Cuore ai Cappuccini. Recita del S.
Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal
parroco Sac. Teodoro Di Bella F.M. Capp.
presieduta dal parroco Mons. Barbaro Scionti.
La liturgia sarà animata dalla schola cantorum:
“Mater Divinae Misericordiae”
MERCOLEDÌ 21 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità Parrocchiale S. Luigi.
Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica
presieduta dal novello Sacerdote don Giovanni
Mazzeppi, Vicario Cooperatore.
SABATO 17 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio dei Ragazzi dell’Oratorio S. Filippo Neri.
Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica
presieduta dal Sac. Don Francesco Bontà s.d.b.
GIOVEDÌ 22 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale S. Francesco di Paola e S. Gaetano alla
Marina. Recita del S. Rosario e celebrazione
Eucaristica presieduta dal parroco Sac. Giuseppe
Scrivano
DOMENICA 18 MAGGIO
Solennità della Dedicazione del Santuario
Giornata del tesseramento
Ore 08.00 e 11.00 - Celebrazione della S. Messa
Ore 18.00 - Recita del S. Rosario
Ore 18.30 - S. Messa solenne e consegna delle
tessere ai Soci del Circolo S. Maria dell’Aiuto
VENERDÌ 23 MAGGIO
Ore 18.00 - Celebrazione dei Vespri della B. Vergine Maria.
S. Messa celebrata dal parroco Mons. Carmelo
Smedila
Ore 19.30 - Liturgia penitenziale in preparazione
alla solennità della Vergine SS.ma dell’Aiuto
LUNEDÌ 19 MAGGIO
Ore 18.00 Pellegrinaggio del gruppo A.D.M.A.
Figlie di Maria Ausiliatrice.
Recita del Rosario e celebrazione della S. Messa
presieduta dal Rev.do Don Pennisi s.d.b.
SABATO 24 MAGGIO
SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA DELL’AIUTO
Dalle ore 8.00 alle ore 12.00 - Celebrazione di S.
Messe
Ore 9.00 - Recita delle Lodi e celebrazione della
S. Messa
Ore 12.00 - S. Messa della Supplica ed omaggio
floreale alla SS.ma Vergine. Celebrerà il novello
sacerdote Rosario Mazzola
Ore 18.00 - Recita S. Rosario e coroncina alla
MARTEDÌ 20 MAGGIO
Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale delle basiliche Cattedrale e Collegiata.
Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica
Vergine SS.ma dell’Aiuto.
Ore 19.00 - Solenne pontificale presieduto da
S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Sciacca vescovo
titolare di Fondi e Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale Romano della Segnatura Apostolica.
Verrà eseguita la “Missa Pontificalis Prima a tre
voci dispari e organo” del M° Lorenzo Perosi,
all’organo il M° Paolo Cipolla
Presteranno servizio le Guardie d’onore ai Santuari mariani
Al termine della S. Messa omaggio floreale alla
SS.ma Vergine da parte dei Vigili del fuoco.
MERCOLEDÌ 28 MAGGIO
Giornata della sofferenza
Ore 17.30 - Raduno in chiesa degli ammalati e
celebrazione della S. Messa. Amministrazione
dell’Olio degli Inferni.
Ore 18.30 - Processione Eucaristica e benedizione degli ammalati sul sagrato antistante la chiesa
parrocchiale.
Interverranno i Fratelli e le Sorelle
dell’U.N.I.T.A.L.S.I.
DOMENICA 1 GIUGNO
Giornata della festa esterna
Ore 7.00 - S. Messa dell’Aurora celebrata sul
sagrato del Santuario.
Ore 11.00 - S. Messa solenne celebrata da Mons.
Carmelo Smedila.
Ore 17.00 - Giro del complesso bandistico “Città
di Aci Bonaccorsi” per le vie della parrocchia.
ore 17.30 - Recita del S. Rosario - Coroncina a
Maria SS.ma dell’Aiuto
Ore 18.00 - Celebrazione della S. Messa.
ore 19.00 - Processione della venerata Immagine di Maria SS.ma dell’Aiuto per le vie: S.
Giovanni, Garibaldi, SS.ma Trinità, Pozzo Mulino (sosta di preghiera presso il luogo ove secondo la tradizione si trovava il Quadro della
Madonna nell’anno della traslazione 1641), S.
Barbara, Garibaldi, Abate Ferrara (sosta di preghiera presso l’Icona della Madonna), Sapuppo,
SS.ma Trinità, Naumachia, Piazza Maravigna
(sosta presso la chiesa di S. Giuseppe al Transito,
ove saranno celebrati i vespri Solenni della Beata
Vergine, animati dalla Corale “S. Agata al Carcere” diretta dal M° Giovanni Raddino, all’organo il M° Paolo Cipolla).
Proseguimento della processione per le vie:
Reitano, Di Giacomo, Gentile, Plebiscito, S.
Maria dell’Aiuto, Sapuppo, SS.ma Trinità (sosta
di preghiera presso l’altarino della Madonna),
Garibaldi, Politi, Orfanelli, Cortile S. Pantaleone
(sosta di preghiera presso i resti del Foro Romano ove avvenne la decapitazione del Diacono S.
Euplio), S. Giovanni.
Al rientro della processione, spettacolo pirotecnico dinanzi al sagrato della chiesa parrocchiale.
Al rientro in Santuario canto dell’inno a Maria
SS.ma dell’Aiuto e della salve Regina.
Catania lì 10 Aprile 2014.
®
9
Prospettive - 11 maggio 2014
DIOCESI
Reliquia di San Giovanni Paolo II esposta alla pubblica venerazione
Caro ai catanesi il ricordo di Papa Wojtyła
nche Catania ha partecipato domenica 27
aprile, ottava di Pasqua di Resurrezione, alla storica e memorabile
giornata giubilare della canonizzazione congiunta di due amatissimi
Pontefici, i beati Giovanni XXIII e
Giovanni Paolo II.
Il parroco delle parrocchie della
Civita, San Francesco di Paola e San
Gaetano alla Marina, sac. Giuseppe
Scrivano, è riuscito ad avere dalla
Postulazione della causa di beatificazione-canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II una reliquia di 1° grado del nuovo santo che, tramite le
Suore Francescane dell’Immacolata
Concezione di Lipari della casa di
riposo di via Vittorio Emanuele,
angolo via Serravalle, è stata donata
per essere esposta permanentemente
alla devozione dei fedeli nella parrocchia di piazza San Francesco di
Paola assieme ad un simulacro processionale del novello santo.
La sera di sabato 26 aprile, la comunità interparrocchiale ha celebrato
una veglia eucaristica comunitaria in
preparazione alla festa della Divina
Misericordia, nella domenica in
albis. Nel tardo pomeriggio di domenica 27, sono convenuti nella chiesa
San Francesco di Paola tanti fedeli,
provenienti anche da ogni parte della
città e dell’hinterland, per partecipare ad un’altra veglia eucaristica e alla
proiezione di due filmati concernenti l’elezione dei due santi Papi, avvenuta rispettivamente nel mese di
ottobre del 1958 e del 1978, nonché
una breve sintesi del loro servizio
apostolico come vescovi di Roma e
successori dell’apostolo Pietro.
A
Una grande folla ha assistito anche
al commovente rito di intronizzazione della reliquia (una ciocca di
capelli esposta in una teca argentea
aurata, di forma rotonda e munita del
sigillo della postulazione della causa
di canonizzazione) del Pontefice
Giovanni Paolo II, iscritto nell’albo
dei santi a Roma in mattinata assieme a Papa Giovanni XXIII.
La solenne celebrazione della santa
messa stazionale pasquale “Quasi
modo”, nella festa liturgica della
Divina Misericordia, alla quale è
annessa la possibilità di poter lucrare
l’indulgenza plenaria stabilita dalla
Chiesa per gli anni giubilari, è stata
presieduta dal parroco padre Scrivano, cappellano dell’Opera dell’Apostolato Marittimo e assistente spirituale della Misericordia Porto, con
l’animazione dei canti della corale
interparrocchiale che ha eseguito
l’inno in onore di San Giovanni Paolo II composto dal m° mons. Marco
Frisina utilizzando le memorabili
parole pronunciate dal giovane Papa
la mattina del rito di inizio di ponti-
ficato.
Alla conclusione della celebrazione
eucaristica, tutti hanno potuto baciare la preziosa reliquia di Papa Woyti-
la nel ricordo del pellegrinaggio apostolico
che compì a Catania il
4-5 novembre 1994.
Alcuni dei presenti
hanno ricordato anche
la visita che, da vicario
capitolare dell’arcidiocesi di Cracovia e
padre conciliare, fece
nell’autunno del 1962
alla nostra città, ospite
dell’Arcivescovo
mons. Guido Luigi
Bentivoglio: in quell’occasione, il giovane
presule polacco, ebbe
modo di sostare in preghiera davanti all’altarino della Madonna
della Neve, sull’Etna.
Giovanni Paolo II è
stato l’unico Papa che
è venuto a Catania nel
II millennio dell’era cristiana e la
sua visita pastorale alla nostra Chiesa è rimasta un evento storico memorabile. Il reliquiario e la teca traspa-
Ricordo catanese di San Giovanni XXIII
Anche mons. Angelo Roncalli, allora
presidente per l’Italia dell’Opera
Propagazione della Fede, nel settembre 1923 fu a Catania e tenne al clero, in arcivescovado, una conferenza
su “L’Eucaristìa: compendio vivente
del Credo Cattolico”, in occasione
del 40° anniversario di consacrazione episcopale del cardinale arcivescovo Giuseppe Francica Nava del
quale fu ospite, come ebbe a ricorda-
re nel radiomessaggio trasmesso dalla Radio Televisione Italiana, in collegamento con Radio Vaticana dalla
residenza di Castel Gandolfo, la sera
della domenica 13 settembre 1959 a
conclusione del XVI Congresso
Eucaristico Nazionale che si tenne
appunto nella nostra città. “Oh come
ricordiamo Catania”, disse in diretta,
“dai giorni felici del Nostro incontro
con il suo venerato arcivescovo car-
dinale Nava, che Ci volle ospitare
nella sua casa, al Nostro passaggio di
là nel 1923, mentre eravamo applicati al servizio di ripresa e di fervore
delle energie di cooperazione missionaria in Italia…”. Nel 40° anniversario della sua visita a Catania
avvenuta nel 1923, è stata posta nel
loggiato del palazzo arcivescovile
una lapide in latino che ricorda l’evento e anche il discorso del 1959.
rente di protezione della reliquia
sono stati donati dal Lions Club
Catania Host per iniziativa della presidente prof. ssa Antonella Mandalà.
La reliquia parteciperà alla solenne
quindicina carmelitana del prossimo
luglio, nel santuario diocesano
Maria SS.ma Annunziata al Carmine, in onore di San Giovanni Paolo II
che per tutta la vita aveva indossato
lo scapolare mariano.
La reliquia di San Giovanni Paolo II,
concessa dalla Santa Sede, resterà
per sempre esposta alla pubblica
venerazione nella parrocchiale San
Francesco di Paola, sul cui portale
troneggia una gigantografia del santo Pontefice visibile anche dall’interno.
Alla festa di intronizzazione hanno
partecipato tutte le realtà ecclesiali,
civili e militari operanti nel territorio
della Civita: bambini e genitori del
catechismo, Gruppo Scout Catania
14, Suore Francescane dell’Immacolata di Lipari, Circolo Minimo Paolotto, Circolo San Gaetano, Misericordia Porto, Legio Mariae, Lions
Club Catania Host, Italia Nostra,
Capitaneria di Porto Guardia Costiera, Associazione nazionale Marinai
d’Italia, Guardia di Finanza, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, Pattuglia Aerea Navale, Gruppo
Ormeggiatori, Piloti e Rimorchiatori, Ufficio della Dogana, Ufficio del
Demanio Marittimo, Ufficio regionale espletamento gare di appalto
lavori pubblici, Sanità Marittima ed
Area di Frontiera, Società Cooperativa La Portuale II.
Blanc
Il direttore della Caritas incontra le famiglie e i bambini di Talità Kum
Aprire i cuori alla speranza
n’isola di speranza nel
cuore di una delle tante
periferie esistenziali tanto care a
Papa Francesco. Il direttore della
Caritas diocesana, Don Piero Galvano, ha presentato cosi il centro di
aggregazione per minori, Talità
Kum, durante l’incontro con le
famiglie e i bambini, presso il cortile dell’Opera-segno in viale Moncada, 2, a Librino. Un impegno che
continua dal 2007 in uno dei quartieri più difficili e problematici della
provincia di Catania, e che ogni
giorno offre a più di cento bambini
una speranza concreta di cambiamento. Dove le istituzioni vengono a
mancare in un contesto di forte
emergenza educativa, la Caritas diocesana, con il sostegno di tutta la
Chiesa catanese, è riuscita a creare
un’oasi felice anche per le famiglie
che hanno trovato uno spazio in cui
dialogare e crescere insieme. La speranza e la famiglia sono stati il tema
centrale dell’incontro. Don Piero
durante la celebrazione eucaristica
animata dai volontari e dagli stessi
bambini si è rivolto direttamente alle
famiglie presenti esortandole a condividere le attività del centro: “Oggi
siamo qui per continuare a credere
nella speranza, guai a fermarsi
davanti alle difficoltà e ai problemi
quotidiani. Siamo qui per ricordare
che bisogna continuare il lavoro
intrapreso in questi anni senza
U
dimenticare che solo il Signore è
capace di aprire i nostri cuori. Lo
dobbiamo fare per questi bambini
che ci hanno detto prima della messa che vogliono un mondo fatto da
pace, giustizia e amicizia”. Il direttore della Caritas ha poi rivolto una
domanda direttamente ai bambini:
“Ma chi ci dà tutte queste cose? Siete capaci di dirmelo. Ve lo dico io.
La risposta è semplice: è solo il
Signore che ci dona la vera amicizia,
la vera giustizia, la vera pace. Nessuno di noi è capace di farlo”. Don
Piero ha esortato anche ad avere più
fiducia nel prossimo: “Se avessimo
un pò di fede in più anche le cose tra
noi cambierebbero, tutto sarebbe più
semplice, litigheremo di meno. Bisogna avere più fiducia nel prossimo,
che è il tuo compagno
di classe, il tuo compagno di giochi, tua
sorella, o fratello, essere propositivi per credere nel valore dell’altro”. Fiducia che
sta alla base di
ogni rapporto,
sopratutto
in
famiglia:
“La
fiducia nell’altro
ci permette di
cambiare vita ma
per farlo dobbiamo far entrare
nelle nostre case
un Persona importane: Il
Signore Gesù. Se nelle nostre
famiglie non entra la Luce di
Dio tutto va a rotoli”. Infine il
direttore diocesano ha ricordato ai bambini l’importanza dell’umiltà e della riconoscenza:
“Prima di apprestarci alla
eucarestia vi ricordo che nella
vita bisogna essere umili e
riconoscenti specie in famiglia. Il marito deve dire grazie
alla moglie, la moglie al marito, i genitori ai figli, i figli ai
genitori, e cosi discorrendo.
Anche con gli educatori, dire
un grazie anche a loro non
guasta mai. Impariamo a dire
grazie con umiltà nella semplicità che viene dal Signore.
Solo cosi se apriamo i nostri cuori
possiamo aprirci alla speranza viva
di Gesù”.
Da segnalare le numerose attività
che vengono svolte nel pomeriggio
dal lunedì al venerdì per bambini e
ragazzi dai 2 ai 17 anni: sostegno
scolastico, laboratori di creatività,
corsi di informatica, pittura, danza,
clowneria, lotta greco romana, violi-
no, coro, calcio, cucina, teatro. E
tanto altro. I locali del centro Talità
Kum si trovano al primo piano di
uno stabile che si affaccia tra grigi e
desolanti palazzoni di cemento, proprio di fronte al cosiddetto ‘Palazzo
di cemento’, simbolo del degrado
sociale a Librino. Stanze colorate e
piene di allegria che stridono con
l’esterno ma che riempiono le ore
pomeridiane dei
ragazzi
grazie
all’insostituibile
lavoro dei tanti
volontari che in
Talità Kum hanno
sperimentato la
gioia autentica del
donarsi senza ricevere nulla in cambio. Per i bambini
è a disposizione
anche una ricca
biblioteca multimediale, otto personal computer
collegati in rete e
dvd multimediali
per ragazzi disabili. Ma c’è dell’altro. Come lo Straludobus, un camper coloratissimo
trasformato in una
ludoteca itinerante
che va in giro per
il quartiere ad
arricchire la già
ampia offerta formativa.
®
10
Prospettive - 11 maggio 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
LA PORTA
IV DOM DI PASQUA /A - At 2,14a,36-41; Sal 22/23,1-6; I Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10
La definizione che Gesù si dà è, certamente, innovativa. Si definisce “porta” con
tutto quello che questa significa. Significa
accoglienza. significa libertà, significa possibilità di fruire della casa, significa comunione, significa apertura, significa benessere, significa sicurezza. Sono tutti sentimenti di cui l’uomo ha bisogno, di cui sente la necessità.
La certezza di poter contare su qualcuno
è ciò di cui noi tutti abbiamo bisogno. San
Pietro negli Atti degli Apostoli dà questa
sicurezza: “Sappia con certezza tutta la
casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”. Si deve sapere con certezza che se
c’è qualcuno su cui noi cristiani possiamo
contare è quel Gesù che Dio ha costituito
Signore e Cristo. Perché è lui che si è
offerto come la porta per entrare in
comunione con Dio ed in comunione con
gli altri uomini.
Se l’umanità può contare su un rinnovamento della vita questo lo può fare con
Gesù e attraverso Gesù. Infatti la sua vita
è passata in mezzo agli uomini istruendo,
facendo del bene, curando gli ammalati,
in altre parole amando. È di amore che
noi tutti abbiamo bisogno. Tutto è importante nella vita, ma non certamente quanto l’amore. Quanto la capacità di soffrire
per amare e non fare del male. Dice Pie-
tro: “Se facendo il bene, sopportate con
pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito a
Dio”. Perché fare il bene sopportando con
pazienza la sofferenza? Perché è questa la
nostra chiamata: “A questo infatti siete
stati chiamati, perché anche Cristo patì
per voi, lasciandovi un esempio, perché ne
seguiate le orme”. È l’unico esempio di
vita per noi cristiani. Ha insegnato liberando gli uomini dall’ignoranza, ha guarito liberando l’uomo dalla malattia, ha
detto di amarci fino alla morte e ci ha
amati fino alla morte. Ha realizzato, in
altri termini, la sua missione voluta da
Dio fino alla morte, soffrendo fino ad
esclamare “Signore perché mi hai abbandonato? e fino a richiedere “se questo calice non può passare oltre sia fatta la sua
volontà”. Questo significa la porta che lui
è. Una accettazione totale di Dio ed una
comunione sconfinata con Lui. Non esiste
aspetto della vita che sia senza sofferenza.
Amare significa rinunciare a se stessi e
quindi soffrire, significa accontentare gli
altri e quindi soffrire. Ma se la Chiesa che
noi formiamo vuole essere aderente a Cristo non può non seguire il suo esempio.
Ma la Chiesa, cioè noi cristiani, è capace
di entrare per questa porta, oppure la tentazione non la induce ad entrare per altri
varchi che non sono Gesù Cristo? Questa
è la domanda che dobbiamo fare a noi
stessi, per rispondere seriamente alla
nostra chiamata di essere per il mondo
porta che introduce al cielo.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
Norme di comportamento Col 3,12-17
“Scelti da Dio santi e amati” rivestitevi
dunque di sentimenti di misericordia, di
bontà, di umiltà, di mansuetudine, di
pazienza”. Questi sono i sentimenti che
deve avere l’uomo nuovo. L’uomo nuovo che si è rivestito dei sentimenti di
Cristo e che deve essere pieno di amore,
buono, mansueto e paziente e possedere
gli elementi che rendono possibile l’ac-
coglienza e la comunicazione. Questi
sentimenti ci rendono ottimi comunicatori. Bisogna evitare l’arroganza cercando di sopportare qualsiasi cosa,
pronti al perdono reciproco. Come il
Signore ha perdonato a noi tutti “così’
fate anche voi”. Non bisogna dimenticare la riconoscenza e la gratitudine verso
tutti per quello che si riceve. La parola
di Cristo sia la guida di ogni cristiano.
Essa deve dimorare abbondantemente
in ognuno. Non bisogna dimenticare
che l’ammonizione va fatta “con ogni
sapienza”, in un contesto di profonda
gratitudine a Dio, compiendo tutto nel
nome di Cristo.
L.C.
Incontrare Cristo è cambiar e rotta e indirizzar e la prora del cuore verso le cose che il Pastore ama
Dio, pastore di libertà e di futuro
Vita
Gesù è venuto dal Padre come intenzione di bene, come pastore di vita
abbondante perché ciascuno sia
datore di vita.
Dobbiamo ringraziare Dio perché ci
dà momenti di quiete contemplativa.
Possiamo dedicare un po’ di tempo
alla preghiera, alla riflessione e alla
meditazione.
Possiamo rivedere gli avvenimenti,
gli incontri, le persone che sono
entrate nella nostra vita e offrirle
nella preghiera al Signore. Possiamo
ripensare al cumulo di impegni attraverso i quali siamo passati e cerchiamo di ordinarli nella nostra mente.
Ci sforziamo di cogliere il significato delle diverse esperienze, di valutarle alla luce del Vangelo a imitazione di Maria che “serbava tutte queste
cose meditandole nel suo cuore”.
Nel fare ciò ci accorgiamo di stare
vivendo, per dono di Dio, quella che
si potrebbe chiamare la “dimensione
contemplativa” dell’esistenza: cioè
quel momento di distacco dall’incalzare delle cose, di riflessione, di
valutazione alla luce della fede, che è
tanto necessario per non essere travolti dal vortice degli impegni quotidiani.
Tempo dello Spirito
È proprio su questo prezioso “tempo
dello spirito” che desideriamo fermarci . Tra le tante cose che possiamo osservare e ammirare, accanto
alle splendide iniziative che fioriscono dovunque, ci sembra sia utile
richiamare l’importanza degli spazi
di riflessione contemplativa, non per
diminuire l’impegno, ma per renderlo più cosciente e attento. Il costruttore della parabola evangelica che
prima di iniziare la torre si siede e fa
i suoi conti, non perde tempo, ma ne
guadagna. Il lavoro procederà così
più spedito e lieto.
La Chiesa desidera che queste parole siano un messaggio per tutti gli
uomini di buona volontà, spesso
appesantiti dall’accumulo delle fatiche quotidiane e dalla molteplicità
delle preoccupazioni.
Vorremmo dire loro che ammiriamo
l’impegno stressante per la costruzione della città, per la difesa e la
diffusione del benessere, per il trionfo dell’ordine contro la minaccia
sempre incombente del disordine e
dello sfascio. Ma desideriamo anche
sottolineare che l’ansia della vita
non è la legge suprema, non è una
condanna inevitabile. Essa è vinta da
un senso più profondo dell’essere
dell’uomo, da un ritorno alle radici
dell’esistenza. Questo senso dell’essere, questo ritorno alle radici ci permettono di guardare con più fermezza e serenità ai gravissimi problemi
che la difesa e la promozione della
convivenza civile ci propongono
ogni giorno.
Tuttavia desideriamo approfondire
ulteriormente il discorso alla luce
della fede, esplorando le profondità
della persona redenta da Cristo,
mostrando gli orizzonti reali e meravigliosi su cui ci fa aprire gli occhi la
riflessione sul mistero della preghiera, in particolare sulla “preghiera
eucaristica silenziosa”.
Intendiamo accennare prima
di tutto alla “preghiera silenziosa”, cioè di tutti quegli
aspetti del rapporto dell’uomo con Dio in cui è sottolineata la dimensione contemplativa dell’esistenza: silenzio, ascolto della Parola,
adorazione,
riflessione,
meditazione, ecc. Questo
atteggiamento interiore non
isola la persona dalla realtà
della Chiesa e del mondo,
ma aiuta ad immergervela
seriamente e responsabilmente. Intendiamo evidenziare come questo tipo di
preghiera si può chiamare
“eucaristica”, perché ha
come centro e punto di riferimento il mistero del Corpo
del Signore, cioè l’Eucaristia. Essa aiuta a riscoprire quegli
atteggiamenti di gratuità, di lode, di
dono serio della vita che sono frutto
del mistero eucaristico per la Chiesa.
Prendendo il tema della dimensione
contemplativa, che si specifica poi
come “preghiera eucaristica silenziosa”, a oggetto delle indicazioni
pastorali , intendiamo anche favorire
il tema dell’Eucarestia: L’Eucaristia
al centro della comunità e della sua
missione.
Bisognerà allora riflettere esplicitamente sulla grande preghiera eucaristica pubblica, sulle manifestazioni
solenni del culto verso l’Eucaristia e
sulle loro conseguenze per la vita
degli uomini e delle donne del nostro
tempo. Questo messaggio può essere
inteso come un messaggio di pausa
riflessiva, che già orienti verso il
centro della vita dell’uomo redento,
cioè l’ Eucaristia . Per questo invitiamo tutti i battezzati della Diocesi ad
un serio esame su questo tema, e alla
promozione di iniziative che aiuteranno a concentrare l’attenzione su
questo aspetto fondamentale dell’esistenza cristiana. A tutti coloro che
per grazia e per vocazione sono
“maestri della preghiera”, ai sacerdoti, religiosi e religiose, specialmente di vita contemplativa, e a tutti
quei battezzati che sentono in sé in
modo speciale la grazia della preghiera di silenziosa adorazione e di
ascolto della Parola, ai membri dell’Azione Cattolica e di
altri gruppi e movimenti
ecclesiali e a quanti sono
impegnati
nell’apostolato,
sono rivolte in modo tutto speciale queste indicazioni.
Possiamo fare prima di tutto
una breve analisi della situazione attuale: come è vissuto
nella nostra società e nella
nostra Chiesa il momento contemplativo
dell’esistenza?
Possiamo chiarire i rapporti
tra preghiera, silenzio e struttura della persona umana, e
approfondire i rapporti fra
preghiera e Eucarestia.
Potremmo ricordare alcune
caratteristiche più vistose della maniera in cui oggi è vissuta l’istanza contemplativa della vita, nello sfondo della cultura attuale, e su di esso cercare di cogliere il cammino che
facciamo.
Tra le molte cose che si possono dire sulla maniera in cui è vissuta
oggi la dimensione contemplativa
dell’esistenza, vengono alla mente le
seguenti: la disabitudine presso la
grande massa alla pratica della preghiera e delle pause contemplative.
In questo la nostra civiltà occidentale si distingue nettamente dalle civiltà dell’Oriente dove sono in onore la
pratica e le tecniche contemplative e
il gusto per la riflessione profonda;
la ricerca, diversamente motivata,
presso alcuni gruppi, di forme e
momenti più intensi di preghiera.
Padre Angelico Savarino
11
Prospettive - 11 maggio 2014
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Luigi Pirandello
Passa la gloria del mondo
Mie ultime volontà da rispettare
I. Sia lasciata passare in silenzio la
mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né
annunzi né partecipazioni.
II. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente
fiori sul letto e nessun cero acceso.
III. Carro d’infima classe, quello dei
poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici. Il carro, il
cavallo, il cocchiere e basta.
IV. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere, perché niente, neppure la cenere, vorrei
avanzasse di me. Ma se questo non si
può fare sia l’urna cineraria portata
in Sicilia e murata in qualche rozza
pietra della campagna di Girgenti,
dove nacqui.
Luigi Pirandello
uesto, quanto leggo in
un brandello di foglio
di giornale che trovo nella mia caotica libreria, mentre mi accingo a sistemare i numerosi libri che ne affastellano i ripiani. Ed ecco che ripongo su
un piano i testi di greco di memoria
liceale e quelli di latino. In un altro
settore quelli di storia, più in basso i
volumi di filosofia e poi quelli di letteratura italiana. Infine uno scaffale è
dedicato alle mie pubblicazioni. Ho
sempre avuto la certezza che i libri
costituiscano una vita silente che
necessita di essere interrogata, un
universo di conoscenza da esplorare,
un magnete che divora l’anima e la
mente e ti cambia interiormente.
Quello stralcio di giornale sta lì, sul
nudo pavimento, quasi fosse una
voce ammutolita da tempo che adesso desidera parlare. Adesso mi coglie
un torpore: sono stanca e così mi
assopisco. Sono in una vallata, in
lontananza i templi solenni con la
loro mole imperitura sono un richiamo all’eternità dell’arte e giù l’immensa distesa marina luccicante ai
bagliori del sole che giungono come
un caldo abbraccio. In fondo alla
strada bucolica una casa modesta in
nuda pietra e accanto una roccia rinfrescata dall’ombra di un pino contenente nel suo litico cuore un’anfora
greca. Sono emozionata e non riesco
a trattenere le lacrime. Riconosco
l’urna che contiene le ceneri di Luigi
Pirandello e la piccola e umile dimora del Kaos.
Ora odo una voce pacata e magnetica
che si accompagna a una leggera
brezza marina e che così si esprime:
Io dunque son figlio del Caos; e non
allegoricamente, ma in giusta realtà,
perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma
dialettale, Càvusu dagli abitanti di
Girgenti. Colà la mia famiglia si era
rifugiata dal terribile colera del
1867, che infierì fortemente nella
Sicilia. Quella campagna, però, porta scritto l’appellativo di Lina, messo
da mio padre in ricordo della prima
figlia appena nata e che è maggiore
Q
di me di un anno; ma nessuno si è
adattato al nuovo nome, e quella
campagna continua, per i piú, a chiamarsi Càvusu, corruzione dialettale
del genuino e antico vocabolo greco
Xàos.
Chi parla? Non vedo
alcuna persona! Ho
sentito bene? Nato
nella campagna di
Girgenti
(l’attuale
Agrigento) denominata Kaos! Non posso
crederci! È lui! Luigi
Pirandello!
Professore, lei giunge
a me, e io ne sono
profondamente lusingata. Il suo messaggio
esistenziale mi è
rimasto scolpito nell’animo perché lo si
evince in ogni ambito
umano.
Ricordo
quando a scuola l’insegnante mi spiegò il
sentimento del contrario e l’avvertimento
del contrario: ogni fenomeno comportamentale può suscitare l’ilarità,
può stimolare il riso ed essere contemporaneamente anche espressione
di tristezza e di un’antica malinconia.
<<Mi hanno definito un isolato, uno
difficile da inquadrare in un movimento letterario ben definito. Nelle
mie opere trovi riflessioni sull’esistenza e sul ruolo dell’uomo nella
società con l’impossibilità di trovare
una soluzione che sconvolge la crisi
dei singoli individui. La vita è movimento e caos, ogni momento non è
mai uguale all’altro, ogni evento è in
continua trasformazione. Smarrimento, solitudine, incomunicabilità,
l’illusione degli ideali politici. L’individuo è in eterno conflitto con se
stesso; da una parte la natura con le
sue pulsioni, dall’altra la società con
le sue maschere, con le sue convenzioni che non fanno altro che mortificare la coscienza dell’individuo. È
compito dell’arte mettere a nudo
questo dissidio per portarlo nell’ambito della consapevolezza.>>
Professore, mi rode una curiosità,
quasi uno strazio interiore, ma mi
dica perché quel testamento “Andarsene sul carro dei poveri, non essere
accompagnato da alcuno, essere disperso al vento. Un uomo celebre che
va via chiudendosi la porta alle spal-
le senza un saluto, senza un pensiero,
chiedendo di essere coperto appena
da un lenzuolo?
<<Figlia mia, avevo già chiuso gli
occhi nel riposo eterno e mi veniva
da sorridere, vedendo il capo del
Governo, il Duce indignato dibatteva
i pugni perché era negato a un genio
il discorso di commiato. In quella
quiete eterna con la mia volontà
testamentaria annunciavo di essere
libero e solo e di non appartenere a
nessun altro se non al vento.
Il giorno seguente, la nebbia infradiciava gli ultimi fiori secchi di quel
giardinetto dietro a quel cancello di
via Antonio Bosio. Un povero cavallo attaccato al carro dei poveri era
fermo sulla strada bagnata, tutto puntato in avanti per non scivolare. La
bara di abete tinto da poco con una
mano di terra bruna, fu collocata sul
carro, e i pochi amici rimasero fermi
davanti al cancello a vederla partire
verso gli alberi brumosi in fondo al
viale. Sic transit gloria mundi….>>
Stefania Bonifacio
La biografia completa di Don Giussani sarà presentata a Catania al teatro ABC
Chi cerca la bellezza trova Cristo
on Giussani era
cresciuto in una
casa – come disse lui stesso –
povera di pane, ma ricca di
musica; e così, sin dall’inizio
era toccato, anzi ferito dal desiderio della bellezza; non si
accontentava di una bellezza
qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la
Bellezza infinita; così ha trovato
Cristo, in Cristo la vera bellezza,
la strada della vita, la vera
gioia». Così si esprimeva l’allora card. Ratzinger nell’omelia
tenuta al funerale di don Giussani, il sacerdote brianzolo che ha
dato vita al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione
oggi diffuso in decine di paesi in
tutto il mondo. Don Giussani ha
sempre sostenuto che tutto ciò
che negli anni è nato dalla sua
fede e dalla sua passione educativa, affonda le radici nel rapporto con la mamma fervente cattolica e con il padre convinto
socialista la cui sensibilità umana diviene la prima, affascinante
testimonianza di quello che,
divenuto prete e insegnante,
chiamerà “il senso religioso”. Il
suo impegno educativo, iniziato
nelle aule del liceo “Berchet” di
Milano nel 1954, si focalizza su
uno scopo: «mostrare la pertinenza della fede alle esigenze
della vita. Mi ero profondamente
persuaso che una fede che non
potesse essere reperta e trovata
nell’esperienza presente, confer-
«D
mata da essa, utile a
rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di
resistere in un mondo
dove tutto, tutto, diceva
e dice l’opposto». Per
don Giussani l’incontro
con Cristo ridesta e
rilancia le domande
dell’uomo, permette di
tenere aperta e viva
l’attesa della ragione
umana e consente così
di intercettare e accettare le sfide che la
modernità pone alla
effettiva rilevanza del
cristianesimo nella vita
personale, sociale, culturale. La prima biografia completa del servo di Dio don Luigi
Giussani curata da
Alberto Savorana, verrà presentata a Catania
il 16 maggio 2014 alle
ore 19.30 presso il teatro ABC, via Pietro
Mascagni, 92. Interverranno: l’autore del
libro Alberto Savorana,
Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione
con il Sud. Sarà presente S.E. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania.
Salvatore De Mauro
12
Prospettive - 11 maggio 2014
RUBRICHE
Inaugurato all’università di Catania il 0aster sul 0anagement pubblico dello sviluppo locale
L’efficacia dipende dall’efficienza
e dalla velocità
l dipartimento di scienze politiche e sociali è
stato inaugurata la IV edizione del
master in Management pubblico dello sviluppo locale coordinato dal
prof. Renato D’Amico; testimonial
e modello da seguire per il suo proficuo e fruttuoso lavoro, il presidente
Pietro Martello, brontese di nascita,
magistrato con il grado di Consigliere della Corte di Cassazione e pubblicista, e dalla fine del 2011 Presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Milano, la più importante
d’Italia, con un record indice di efficienza (meno di sei mesi in media
per causa), niente arretrati e un contenzioso praticamente annullato.
Il master ha avuto per titolo “Sviluppo locale e tempi della Giustizia in
Italia: fattori di sistema e buone prassi”. Ha aperto i lavori il prof. D’Amico presentando obiettivi, sbocchi
professionali e finalità del corso sottolineando la “mission” del master è
A
proprio quella di “formare una figura che riesca a “cucire” i rapporti far
gli interessi pubblici e privati anche
nel quadro delle politiche Ue, in una
logica di governance di rete; per
recuperare la capacità progettuale di
una società usa e getta”.
Il presidente Martello osserva: “La
Giustizia dovrebbe predisporre gli
strumenti per raggiungere un risultato efficace. Ma sono i fattori di sistema a fare la differenza. Un buon
sistema produce buone prassi. Se
l’obiettivo è l’efficacia dell’azione,
l’efficienza dovrebbe accelerare i
tempi in cui ottenere l’efficacia”. La
sua tesi viene avvalorata dalla sua
citazione degli ultimi rapporti del
Consiglio d’Europa che vedono
incredibilmente l’Italia al secondo
posto in termini di produttività della
Magistratura e ha riferito anche che
lo smaltimento del contenzioso che
in Italia cresce più del resto d’Europa.
Sono molte le
domande: perché l’eccessiva
durata dei processi? La macchina processuale viene attivata dai cittadini per ottenere
giustizia e invece subiscono
illegittima compressione del
diritto.
Interessante la specularità dell’incontro che ha focalizzato il punto di
vista dei giudici e degli avvocati,
l’avv. Marco Tortorici, civilista e
componente del Consiglio dell’Ordine ha presentato le emergenze con le
quali gli avvocati si trovano a relazionare, come la chiusura delle sedi
decentrate del tribunale avvenuta nei
mesi scorsi. “Pensavamo che i tagli
avrebbero potuto migliorare la tem-
Presentazione del libro “Catania Mariana”
di mons. Giovanni lanzafame
Lunedì 12, alle 17 nel salone dei vescovi del palazzo
arcivescovile, dove si trova la seicentesca statua della
Madonna dell’Indirizzo verrà presentato il libro di
mons. Giovanni Lanzafame “Catania Mariana”. Presiederà l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina; interverrà
il giornalista prof. Antonino Blandini per considerazioni
e prefazione sull’opera. Saluto e conclusione di mons.
Giovanni Lanzafame, mariologo e autore dell’opera.
Durante la presentazione saranno proiettate foto antiche
e recenti del culto mariano a Catania. Interverrà la
Corale Maria Santissima Immacolata di Belpasso che
interpreterà canti mariani del patrimonio musicale catanese del sec. XIX; tra i pezzi la coroncina della Madonna della Salute scritta dal maestro Tarallo.
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Intervista al Presidente Piero Martello
Perché funziona la sua sezione? “È una sezione ben organizzata favorisce
anche il rispetto dei tempi stretti previsti dal codice del lavoro. Ogni anno si
esauriscono più cause di quante non ne entrino. Insomma non si crea arretrato. In questo momento non abbiamo cause antecedenti al 2012. E poi
anche la durata media dei procedimenti, scesa al di sotto dei sei mesi”.
Che significa fattori di sistema? “Ottimi colleghi ,organizzazione, rispetto
dei tempi previsti dalla legge”.
Le ragioni di una giustizia lenta? “Le cause sono multiple – segnala il presidente - e multiple le soluzioni. Ci sono carenze strutturali sempre più
incisive e un personale amministrativo sempre più esiguo per il blocco del
turnover”. Ve l’immaginate un chirurgo che opera senza l’infermiere? Ma
ci sono anche – evidenzia - le responsabilità dei magistrati, in passato le
sentenze erano meditate articolate come tesi, adesso si crede che ci sia una
valenza maggiore in una sentenza che, oltre che efficace, sia anche veloce.
La magistratura sta cambiando. E la pubblica amministrazione?”.
L’utilità delle buone prassi? “Sicuramente, soprattutto dove ci sono pochi
giudici i carichi si appesantiscono e i tempi si allungano, ma è il sistema
che si deve far funzionare. La legge consente pratiche dilatorie permettendo agli avvocati di far durare a lungo la causa”.
La recente innovazione normativa sul lavoro cosa ha comportato? Una
sua illuminante considerazione che deriva dalla lunga esperienza? “La
situazione economica incide: più crisi, più licenziamenti, più contenzioso.
Molti procedimenti vengono dal lavoro cosiddetto flessibile, ma anche il
pubblico impiego, ora competenza dei tribunali del lavoro, è stato fonte di
decine di migliaia di procedimenti da parte dei precari, soprattutto della
scuola. La riforma Fornero ci ha complicato la vita moltissimo, anche inutilmente: ha disarticolato il processo del lavoro, istituito nel ’73, un meccanismo collaudato che funzionava bene. Adesso le modifiche imposte dalla
riforma Fornero sono risultate disfunzionali e anche gli obiettivi della legge. Quindi, dove il processo funzionava, i tempi previsti dalla legge
92/2012 sono stati effettivamente rispettati. Mentre, laddove il processo
del lavoro già registrava difficoltà, i nuovi termini processuali sono rimasti,
per lo più, sulla carta e le cause ex Fornero vengono fissate a distanza di
mesi; altro che 40 giorni. Se la Fornero avesse sentito chi lavora e chi opera
nel settore, avrebbe prodotto meno guasti e più migliorie”.
pistica visto l’aumento del personale
in servizio a Catania. Invece molti
lavoratori hanno chiesto e ottenuto
per accordo sindacale di essere distaccati in altre amministrazioni pubbliche”.
Per il vicepresidente Apindustrie
Francesco Bizzini, al di là dei singoli settori, il problema è quello della crisi di sistema. “Sono arrivate
risorse infinite nel Mezzogiorno, ma
abbiamo un approccio sbagliato al
bene comune, che è personalista e
non generalista”.
A chiusura, il neosegretario CGIL
Giacomo Rota si è posto una
domanda: “Le aziende delocalizzano
anche in Paesi con costo del lavoro
uguale o superiore a quello italiano.
Perché? Da un lato i problemi di
approccio al mondo del lavoro, dall’altro quello dei tempi lunghi della
Giustizia con lavoratori licenziati
che aspettano 4-5 anni e imprese sui
quali piovono contenziosi insostenibili. Oggi il sindacalista – ha chiarito - cerca di risolvere la questione
prima di arrivare alla Giustizia con
un occhio ai lavoratori e l’altro all’azienda che rischia di essere strozzata
dai debiti”.
La giornata si è conclusa con l’apprezzamento di tutti i partecipanti e
il prof. D’Amico ha specificato
significativamente la valenza del
corso: “Le possibilità di collocazione occupazionale delle figure formate sono ampie, per affrontare, insieme ai tanti risvolti dell’euro-progettazione, le sfide della globalizzazione”.
In ambito pubblico, riguardano il
complesso delle amministrazioni e
degli organismi ad esse riferibili, per
le quali anche i più recenti interventi
normativi richiedono personale con
funzioni di elevata responsabilità, e
competenze specialistiche per
accompagnare i processi di sviluppo.
In ambito privato, le prospettive
occupazionali attengono alle numerose e diverse organizzazioni con
funzioni di interesse collettivo in rete
con le istituzioni pubbliche.
Lella Battiato