A PAG. 7 Catania - anno XXX - n. 18 - 11 maggio 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità NUOVE DECORAZIONI AL SANTUARIO S. MARIA DELL’AIUTO “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” L’educazione oggi: dalla crisi alla luce IL RECUPERO della capacità di relazione L ’educazione vive oggi una crisi che forse non ha precedenti. Sono venuti meno certi automatismi del passato che la rendevano una sorta di processo meccanico, poiché era chiaro a tutti il processo di trasmissione dei valori, attraverso l’esemplarità che il conte- sto familiare di stampo patriarcale, favoriva e tramandava. L’educazione sembra essere sprofondata in una sorta di magma indifferenziato e talmente fluido che non presenta alcun punto di consistenza. La crescente individualizzazione che ha contrassegnato lo sviluppo della società moderna ha prodotto senz’altro una maggiore attenzione alla libertà e all’autonomia delle persone, ma ha determinato una diffusa frammentazione che caratterizza la nostra tarda modernità. Il relativismo soggettivo diventa regola di vita e ciascuno agisce nella solitudine e quel che appare inaccettabile è che tutto sembra normale e giustificabile sotto il velo del soggettivismo, o dell’accoglienza della diversità. La citazione dell’espressione di Papa Francesco, “Chi sono io per giudicare?” spesso utilizzata in modo improprio e spesso inopportuno, a giustifi- cazione della libertà di pensiero, che si apre al dialogo, all’incontro, all’accoglienza, ha segnato un solco nell’educazione alle regole e al rispetto del bene comune. Appaiono normali anche le assurdità che avvengono negli stadi e che gruppi di facinorosi abbiano acquisito la potenza della contrattazione e dettino leggi alla comunità, facendo il bello e il cattivo tempo. La libertà declinata come libertà di fare ciò che piace, senza guardare alla responsabilità e all’importanza di sapere: “Perché voglio fare una determinata cosa”, ha fatto sì che anche sul piano educativo s’incominciasse pirandellianamente a recitare a soggetto. Famiglia e scuola sono state lasciate per anni nel loro spaesamento educativo dal potere pubblico, ma oggi, specialmente in Europa, registriamo una sorta di riscossa ideologica, desiderosa di riprenGiuseppe Adernò (segue a pag. 2) IL RITORNO DI FRA’ AGNELLO a pagina 7 RELIQUIA SAN GIOVANNI PAOLO II a pagina 9 Primo maggio - Celebrata la festa dei Lavoratori tra manifestazioni e proteste Lavoro: la disillusione di un futuro migliore isillusione. Nessuna speranza. Abbandono ad una vita in bilico, fondata sulle stringenti esigenze dell’oggi e la mancata fiducia nel domani. Amara costatazione della maggioranza dei lavoratori, e di chi non ha mai avuto la possibilità di esserlo, oggi in Italia: dati sempre più allarmanti si alternano a previsioni altrettanto disarmanti, senza la benché minima sicurezza di stabilità. Sul capitale tema del lavoro si sono spesi fiumi di parole, senza alcun risultato concreto: la disoccupazione ha raggiunto livelli record, specie se si considera la popolazione del Mezzogiorno e la fascia giovanile; i salari hanno ormai perso il loro potere d’acquisto, non permettendo al lavoratore, in molti casi, il dignitoso sostentamento della sua famiglia; sempre più realtà lavorative chiudono i battenti lasciando sul lastrico milioni di occupati..questo è lo scenario occupazionale nella nostra società. E se i giovani non riescono ad inserirsi all’interno di un mercato lavorativo sempre più asfittico e contratto, gli adulti non hanno più la sicurezza del domani. Le politiche fin ora messe in campo non hanno assolutamente lasciato intravedere barlumi di speranza, anzi l’eccessiva tassazione sul lavoro ha sempre più spinto le aziende a trasferire i loro stabilimenti altrove, per poter guadagnare maggiormente sul prodotto venduto e diminuire i costi. Di fronte a questo scenario si è celebrata lo scorso primo maggio la festa dei lavoratori che, da parecchi commentatori, è stata definita quest’anno quasi come una ricorrenza legata alla disoccupazione: D dalle molte piazze si è alzata la voce degli italiani che, in modi diversi, hanno chiesto unanimemente un futuro migliore, all’insegna del diritto al lavoro! L’allarme lavoro è stato lanciato anche dalle stanze del Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alla presenza del presidente della Camera Laura Boldrini, del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio Cesare Damiano. Napolitano ha posto l’accento: sull’urgenza di “riforme razionalizzatrici e politiche severe d’impiego trasparente e produttivo del danaro pubblico, incidendo su sprechi, corruzione, privilegi e parassitismi”; sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; sull’importante funzione dei sindacati che hanno un ruolo davvero essenziale nel proporre soluzioni “coraggiose e determinate” e nell’occuparsi di disoccupati e giovani. I dati più allarmanti, ha ribadito con veeemenza, riguardano la situazione del Mezzogiorno, in particolare quella femminile e giovanile: “dall’inizio della crisi il sud ha perso in termini relativi, rispetto al nord, il doppio dell’occupazione. E la disoccupazione giovanile è al 21% nel nord, al 27% nel centro e al 42,9% nel Mezzogiorno”. Da Pordenone è giunto forte e chiaro l’appello dei sindacati, con Camusso, Bonanni e Angeletti, stanchi di parole e desiderosi di cambiamenti. Camusso ha affermato: “continuiamo ad essere convinti che la riforma di una grande macchina come quella della pubblica amministrazione non si può fare se non coinvol- Berenice (segue a pag. 2) MASTER MANAGEMENT SVILUPPO LOCALE a pagina 12 2 Prospettive - 11 maggio 2014 sommario al n. 18 PRIMO PIANO Bioetica: Riflettori puntati sulla fecondazione eterologa_3 Incontri sull’iconografia al Monastero S. Giuseppe di S. G. La Punta__________3 “Buona politica” Papa Francesco e le intuizioni di Sturzo_____5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 Lettera dell’Arcivescovo ____6 DIOCESI Il direttore della Caritas incontra le famiglie e i bambini di Talità Kum ___9 Indietro nel tempo intervistando Luigi Pirandello__________11 La biografia completa di Don Giussani__________11 “Catania Mariana” di mons. G. Lanzafame ____12 Direzione amministrazione e redazione: via San Giuseppe al Duomo 2/4, 95124 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Progetto grafico: Patrizia Di Blasi - SRI spa. 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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso alle ore 13.00 di mercoledì 7 maggio 2014 Riforma Pubblica Amministrazione, tagli a strutture non necessarie Un solo obiettivo: semplificare ’Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco, dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia, torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l’Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione”. Parole di Matteo Renzi in una lettera destinata ai dipendenti della pubblica amministrazione. La missiva verrà spedita a tutti i lavoratori del pubblico impiego via email invitandoli ad offrire spunti e suggerimenti in merito alla riforma in programma a metà giugno. E dal 30 aprile al 30 maggio ci sarà una specifica consultazione online. Riforma che dovrebbe svilupparsi su tre basi: capitale umano, innovazione, tagli alle strutture non necessarie. Innovazioni strutturali, che si traducono in programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni. Secondo step, i tagli agli sprechi e la riorganizzazione dell’Amministra- “L (continua da pag. 1) IL RECUPERO... dersi il monopolio educativo, esautorando le famiglie e cercando di dare alle scuole un fastidioso compito “laicista” e libertario. Sotto l’egida della libertà e della pari dignità, si costruiscono percorsi aberranti di falsa educazione, che produce la corrosione dei valori e segna il crollo della montagnola di sabbia appena costruita. La concezione dell’uomo, dalla quale, pur con alterne vicende e con errori a volte clamorosi, la pratica educativa ha tratto per secoli il suo significato, ha mutato direzione e sembra quasi eclissata anche a causa dell’indebolimento dei legami sociali, che hanno modificato il contesto socio-relazionale all’interno del quale la vita umana appare come la vita di un “io”, che non ha le caratteristiche connotative né del “cittadino”, che implica una rete di ruoli e di funzioni, né del “cristiano”, che comporta il legame con gli altri, “comunità di fratelli”, proiettati alla coope(continua da pag. 1) LAVORO... gendo e valorizzando il lavoro”; toni più apri per Angeletti “la maggioranza degli italiani ha perso l’illusione che ci possano essere sviluppo e occupazione senza fabbriche”. Bonanni ha lanciato un messaggio diverso “questo è un Primo Maggio di speranza, la speranza che l’Italia possa andare avanti cambiando e ripartendo dalla produzione, perché il lavoro si crea con la buona economia”. Il mondo dei lavoratori chiede un cambiamento, i disoccupati ed i giovani invocano un cambiamento: non c’è più tempo, servono delle risposte! ® La riforma dovrebbe svilupparsi su tre basi: capitale umano, innovazione e tagli alle strutture non necessarie zione. L’obiettivo del governo è quello di cancellare i cosiddetti doppioni, grazie all’abolizione di enti che sono lontani dalle reali esigenze dei cittadini. Terzo passo servirsi degli Open Data (dati liberamente accessibili a tutti, privi di brevetti o altre forme di controllo), quali strumento di trasparenza attraverso la semplificazione e la digitalizzazione dei servizi. Perché sostiene il premier bisogna “utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita dei cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai razione e alla carità. Come ha affermato il prof. Sergio Belardinelli, dell’Istituto Redemptor Hominis, al Simposio “Educazione e nuova evangelizzazione”, citando il pensiero di Niklas Luhmann, “l’uomo non è più il metro di misura della società”. Sembra assurdo constatare come spesso l’uomo, pur vivendo nell’ambiente del sistema sociale, non fa più parte della società. Siamo, quindi, di fronte a un processo paradossale, che tende a rendere l’uomo sempre più “individuo”, sempre più autonomo e libero da qualsiasi legame sociale. La sua libertà si configura soprattutto come emancipazione dai cosiddetti legami tradizionali e, di fatto, mortifica e inibisce la sua spontaneità e la sua creatività. Nella società differenziata, sembra che l’uomo abbia realizzato il suo sogno di essere libero di fare quello che gli pare su ogni fronte della sua vita, a cominciare da quando va a scuola, dove, almeno in apparenza, a nessuno viene più in mente di frenare la sua spontaneità. Il prezzo che, però, l’uomo di oggi sta pagando è la sua solitudine, il suo spaesamento e la sua crescente irrilevanza sociale. La società funziona come se il soggetto non esistesse. L’epoca tardo moderna, nella quale viviamo, ha frantumato, sia l’unità del contesto socio-culturale all’interno del quale ognuno di noi agisce, sia l’unità del nostro io. Ricucire i fili della rete e assemblare i cocci della frantumazione è oggi un’impresa non facile che necessita di una cooperazione a 360 gradi, sollecitando impegno, corresponsabilità, partecipazione e comunicazione. La trasmissione dei valori, che oggi passa attraverso i nuovi canali della comunicazione ed i nuovi codici linguistici della rete telematica, apre il sentiero di una nuova missione “ad gentes” trasponendo il paradigma del buon samaritano alla comunicazione più moduli diversi per le diverse amministrazioni”. Nello specifico, poi, si elenca, una lunga lista di buoni propositi; abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio; modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria; introduzione dell’esonero dal servizio; agevolazione del part-time; applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai opzionale per il lavoratore in esubero; semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn-over fermo restando il vincolo sulle risorse per tutte le amministrazioni; riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego; introduzione del ruolo unico della dirigenza; abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione; possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa nella e per la società di oggi. Le raccomandazioni di Papa Francesco ai giornalisti “chiamati a dare notizie che possono costruire o distruggere, orientare o disorientare, rendere felici o infelici” com’è stato ribadito nel recente incontro di rifondazione a Catania dell’Unione cattolica Stampa Italiana (UCSI), appaiono di grande attualità. “La nostra comunicazione sia olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria. La nostra luminosità non provenga da trucchi ed effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore e con tenerezza”. La forza dell’amore e della tenerezza, soffocati sotto la cenere dell’individualismo, restituiranno quel soffio di umanità, che necessita ancor più oggi una ripresa di fiamma e di energia, per segnare una presenza e dare vita al messaggio cristiano e alla ricchezza dei valori che trasmette. incarichi a termine; possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine; valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia; abolizione della figura del segretario comunale; rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni. La riforma prevede, inoltre, una serie di accorpamenti di enti e organi della Pubblica amministrazione. Per prima cosa, la riduzione delle prefetture, che saranno presenti solo “nei capoluoghi di regione e in zone strategiche, quindi saranno ridotte a 40”. Ci sarà una “centrale unica per gli acquisti delle forze di polizia e si accorperanno l’Aci, il Pra e la Motorizzazione civile”. Infine tra le tante novità anche “l’introduzione del Pin del cittadino: oggi la pubblica amministrazione parla 13 linguaggi diversi, noi vogliamo che parli un’unica lingua e che lavora su tutto”. Il progetto di riforma infatti prevede per il cittadino l’introduzione di un unico codice per accedere ai servizi pubblici. Semplificare, significa anche questo. ® Filippo Cannizzo Filo diretto con Ecco come mettersi in contatto con noi: • Inviare un’email all’indirizzo [email protected] • Telefonare al numero 095 2500220 o mandare un fax allo 095 8992039 Per il numero che sarà in edicola e in parrocchia il 25 maggio 2014, vi preghiamo di inviare i vostri contributi entro venerdì 16 maggio 2014. Grazie! 3 Prospettive - 11 maggio 2014 Studio Teologico S. Paolo Servizio di bioetica “Dott. Angelo Cafaro” Riflettori puntati sulla fecondazione eterologa i ricomincia a parlare di fecondazione eterologa: l’annuncio della sentenza della Corte Costituzionale, che sembra avviare un percorso giuridico diverso, occupa i palinsesti della nostra informazione. E, a meno di un mese da quel primo annuncio, la ricaduta sociale sembra essere quella del dis- S velamento di una emergenza procreativa. Il dibattito, infatti, carcerato entro i titoli dei giornali e dentro gli spots video dei notiziari, non si sostanzia in termini bioetici, giuridici, sociali, ma sembra volere determinare una speculazione intellettiva di altra natura. Che sia dettato da interessi particolari, piuttosto che da uno squisito intento informativo? C’è da dire subito che la sentenza non è nota nelle motivazioni e quindi manca della peculiarità giuridica che la rende valutabile. Tecnicamente andrebbe spiegato che i tratti di incostituzionalità generica annunciati non corrispondono ad un sovvertimento legislativo, ma ad un adeguamento ai fondamentali del diritto costituzionale che potranno emergere solo dalle motivazioni. Solo allora si potrà comprendere il vero senso ed i punti di cambiamento che la Corte propone. E questo sarebbe il percorso del dibattito in termini giuridici, basato su dati realistici e non su annunci generici. C’è da dire anche che la legge 40, ove l’indulgenza informativa fosse spinta dalla diffusione della conoscenza e questa supportata da intenti di democrazia, è l’espressione legislativa di un referendum. C’è da dire ancora che la quantità di richieste (più di 3500) Incontri sull’iconografia al Monastero S. Giuseppe di S. G. La Punta Nei giorni 19-20 maggio si terranno, presso il nostro monastero due incontri di introduzione all’iconografia tenuti dal maestro iconografo Giancarlo Pellegrini, allievo e collaboratore del maestro russo Alexander Vassilievic Stal’nov. Si propone di seguito un contributo del maestro Pellegrini in preparazione agli stessi incontri Le Carmelitane a alcuni decenni si assiste ad un rinnovato interesse da parte dei popoli occidentali verso l’iconografia orientale, specie verso l’icona su legno. È un segno forte del riconoscimento di un alto valore che l’icona ancora trasmette, della potenza che si cela dietro i suoi segni e colori, dell’azione che la presenza teofanica e gloriosa di Dio in essa produce. L’icona va intesa e letta come la Scrittura. Le parole scritte nella Bibbia sono la mediazione del pensiero di Dio, della rivelazione stessa. Così i segni iconografici, i colori, le forme sono il segno visibile, leggibile in un altro alfabeto, della stessa rivelazione. Ecco perché l’icona è un’immagine analogica, proprio perché riferita alla Scrittura. Nell’icona si condensa la teologia biblica ed il pensiero teologico dell’uomo. Così concepita e composta l’icona diventa una funzione del processo eterno della vita della Chiesa. Icona, dal greco eikon, immagine. Immagine di che cosa, o meglio di chi? Cristo “è icona del Dio invisibile” (Col. 1,15). Quindi l’icona è Cristo. L’uomo è stato creato ad immagine di Dio, kat’eikona dice la LXX, betzalmenu dice l’ebraico, ma Cristo è l’icona. Tanto da affermare: “Chi vede me, vede il Padre”(Gv 14,8-9)! E Cristo è il Dio incarnato, Dio che si è fatto carne, che ha assunto l’umanità decaduta, segnata dal peccato e quindi dalla morte, per riscattarla e ricrearne l’immagine nuova, ad immagine del suo Salvatore. In Cristo l’umanità vede ricostituita l’immagine primigenia, in Lui si ricompongono le ferite antiche, in Lui è fatta unità, in Lui è abbattuto il muro dell’inimicizia, in Lui e soprattutto D L’icona, bellezza rivelata nella sua morte e con la sua morte è sconfitta la morte e ai morti è donata la vita. Se dunque tutto parte da Lui, come sempre tutto parte da Dio, ecco che possiamo dire con certezza che ogni icona nasce dall’icona del Cristo, quindi ogni icona è cristologica. Fondamento dell’iconografia è infatti l’incarnazione del Verbo, che viene a compiere le Scritture e a superare i divieti veterotestamentari. Il Dio invisibile si rende visibile, l’Inconoscibile si fa conoscere, l’Infinito si rende finito, entra nella finitudine, che è la nostra esperienza quotidiana, Colui che non ha limiti si circoscrive, Colui che è fuori dal tempo e dalla storia entra nel nostro tempo e nella nostra storia: per dirla con i Padri, Dio diventa uomo perché l’uomo diventi Dio. E’ la théosis, la divinizzazione dell’uomo, che si compie già nella nostra vita. L’icona non è solo un dipinto, o come si potrebbe dire con espressioni di critica storica, un fondo oro o una pittura su tavola. E’ molto di più. L’icona è un’immagine dossologica, che canta la gloria di Dio; è uno strumento di preghiera, che veicola la grazia santificante; è un’immagine liturgica, che riceve un ruolo, un posto, dei gesti, nell’azione della preghiera pubblica; è un’immagine cultuale, non culturale, perché la sua fruizione è di ricevere culto, onore, venerazione non per se stessa, ma perché mettendo in comunione il fedele con il prototipo che essa presenta, il culto a lei rivolto va all’archetipo che è in cielo; è un’immagine simbolica, perché attraverso dei segni vuole rivelare altre realtà; è un’immagine canonica, perché sostenuta dal pensiero dei padri della Chiesa che l’hanno così concepita; è un’immagine escatologica, perché ci invita a considerare la meta del nostro pellegrinaggio terreno, cioè il Regno dei cieli; è un’immagine anagogica, perché ci stimola a procedere verso le altezze di Dio, mentre il principe di questo mondo vorrebbe portarci nell’abisso della sua dimora; è un’immagine popolare, perché rivolta a tutti e da tutti facilmente comprensibile; è un’immagine storica, perché ha un percorso che si intreccia con la vita dei popoli che l’hanno prodotta, e di questi è espressione vera del loro sentire e vivere la fede; è un’imma- gine pedagogica, perché insegna all’uomo come crescere nel suo rapporto con Dio e con i fratelli; è un’immagine di comunione, perché partendo dal Cristo, che è la comunione e la nostra pace, invita l’uomo di ogni tempo a ricercare quella comunione e quella pace che è, per ora, per i concittadini di Dio, cioè i Santi; è un’immagine mistica, perché si pone tra la persona nascosta in lei e noi che osserviamo; diventa così il veicolo di una presenza personale che noi sentiamo, ma che non cogliamo; è un’immagine ascetica, perché tende a riorientare continuamente ogni attività dell’uomo verso il mistero di Dio, creatore e salvatore del mondo. L’icona, dunque, non rappresenta qualcuno o qualcosa, non mostra scenari illusori e falsi, ma presenta una nuova dimensione, una dimensione “altra” rispetto alla nostra attuale, ci pone di fronte ad una visione “allo specchio”, ad una visione anticipata, ad un “già e non ancora”, mentre ci invita ad ascoltare il suo linguaggio silenzioso. Così possiamo affermare che “l’icona è il rinvenimento della presenza” di un Dio che è da sempre e, nello stesso tempo, sempre presente nella storia del suo popolo, che con l’incarnazione del Cristo diventa partecipe fino in fondo dei suoi destini, delle sue gioie come delle sue sofferenze, che partecipa in tutto, eccetto che nel peccato, alla vita che l’uomo è chiamato a condurre su questa terra. L’icona oggi può assolvere un compito molto importante: porsi come sfida alla secolarizzazione del nostro tempo. Apriamo dunque i nostri cuori all’icona, apriamo le nostre case e ancora più le nostre chiese, affinché si possa pregare con opere veramente ecclesiali, capaci di presentare il mistero senza per nulla occultarlo. L’icona grida il mistero di Dio, ma la sua voce non fa rumore, non fa schiamazzi per farsi notare. Come per la Scrittura, bisogna saperle dare voce e sapersi porre in ascolto di essa. Ritorna alla mente la famosa frase di F. M. Dostoievskj: “La bellezza salverà il mondo”. Di quale bellezza si parla? Se Gesù è “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal. 44,3), se Gesù è il Salvatore del mondo, va da sé che Egli è la Bellezza che salva. Tale bellezza si può contemplare, non in pienezza, ma sotto il velo dei segni nell’icona ecclesiale. Non priviamoci di un dono così grande e accogliamo la grazia di Dio che dall’icona viene a noi comunicata. Giancarlo Pellegrini, iconografo www.iconografia.com ® che, in questo breve periodo, pare siano giunte ai centralini delle cliniche e dei centri che potrebbero essere autorizzati all’espletamento delle procedure sanitarie per l’attuazione della metodica fecondativa, ha dell’inverosimile, proprio perché statisticamente impossibile. Leggerezza giornalistica? Superficialità di una classe di informatori che per andare appresso alla notizia e far cassa con i proventi pubblicitari non lesina falsità? Interessi economici di quel privato che in sanità sembra non concorrere alla salute della persona, ma al dettame statutario dell’utile a tutti i costi? Interessi partitici che tendono ad accattivare consensi elettorali per la prossima tornata delle elezioni politiche europee? Interessi contingenti di storno dell’opinione pubblica dai problemi sociali innescati dalla crisi economica, anch’essa parziale sul piano della verosimiglianza informativa? O, semplicemente, l’assurdo mantenimento in continuità di un sistema sociale che si alimenta dell’idiozia, visto il fallimento del diritto, della democrazia? Un sistema non riferito all’etica. In ogni caso la marginalizzazione della sostanza morale è evidente e lascia il posto, nell’informazione, al culto dell’apparenza strumentale. Ora, che interessi convergenti sia economici che politici o elettorali possano rendere disonesta la conduzione del bene al punto da virtualizzare anche la bioetica, questa è materia di riflessione. La risposta dell’informazione seria va mantenuta all’interno dei canali mediatici che contemplino il buon uso della conoscenza, quindi prima di tutto la sua veridicità, con la coscienza dei riferimenti etici, senza facili digressioni a millantate esigenze democratiche o giuridiche. Senza l’allusione che i giudici possano decidere sulle coscienze e che i cittadini possano aver deciso che la coscienza si formi con le asserzioni delle maggioranze democratiche e, insieme, le minoranze stiano a promuovere un dibattito decontestualizzato dalla bioetica. Qui l’onestà intellettuale dell’informazione non può mantenere le connotazioni del luogo comune, deve, invece, assumere il significato profondo della consapevolezza del proprio mandato: promuovere l’onestà della speculazione intellettiva che dall’informazione deriva. Problema squisitamente bioetico. Santo Fortunato Servizio di Bioetica, Studio Teologico S. Paolo Se desiderate avere chiarimenti su questioni di bioetica, potete contattarci inviando una vostra richiesta al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] 4 Prospettive - 11 maggio 2014 PRIMOPIANO Festa in onore dei Santi Fratelli Martiri Alfio Filadelfo Cirino - MAGGIO 2014 Carissimi Fedeli Ogni anno, nel mese di Maggio, raccogliamo i frutti di un anno di impegno pastorale, che culmina nella Pasqua di Risurrezione e si completa con la Festa in onore dei Santi Martiri Alfio Filadelfo Cirino. Questi frutti li vogliamo condividere con i pellegrini e i fedeli che accorrono numerosi al Santuario per venerare le Reliquie dei Santi Martiri e per trovare la misericordia di Dio e la guarigione nel corpo e nello Spirito. Con loro vogliamo vivere intensamente questi giorni di Festa nella contemplazione sempre nuova della eroica testimonianza di questi martiri fratelli. Da loro apprendiamo ancora come dobbiamo condurre la nostra vita in questi tempi di nuova persecuzione, in cui, da più zone del mondo, partono segni di violenza che tentano di sgretolare e tagliare ogni radice di vita cristiana perchè Dio scompaia dalla storia dell’uomo. Questi è tentato così di farsi lui padrone della vita, decidendo di viverla senza Cristo e senza il lieto annuncio del Vangelo, ricorrendo ai Santi solo per invocarli e mai per imitarli. Con uno stile nuovo di vivere e di far festa vogliamo salvaguardare e accrescere, secondo il nuovo insegnamento di Papa Francesco, quella “pietà popolare” o “spiritualità popolare”, “incarnata nella cultura dei semplici”, che è “un modo legittimo di vivere la fede”, “che porta con sé la grazia della missionarietà, dell’uscire da sé stessi e dell’essere pellegrini: il camminare insieme verso i santuari, portando con sé anche i figli o invitando altre persone, è in sé stesso un atto di evangelizzazione”. (Ev. G.). Ci auguriamo e facciamo di tutto perché questa Festa che celebriamo insieme, sia una nuova occasione che il Signore ci offre per una vera evangelizzazione. Don Alfio Torrisi PROGRAMMA 10 Maggio -Sabato Festività Liturgica dei Santi Fratelli Martiri Alfio Filadelfo e Cirino Ore 5,15 – 6,00 – 7,00 – 8,00 – 9,15 - 10,30 – 18,30 – 19,30 : Sante Messe. Ore 9,00: SVELATA DEI SIMULACRI DEI SANTI. Ore 9,15: Celebrazione Eucristica, presieduta da Sua Ecc. Mons. Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo e Vescovo emerito di Acireale. Ore 10,30: Santa Messa celebrata dal Rev.mo Predicatore del Novenario. Ore 11,00: Arrivo dei Carretti Siciliani in Piazza S. Alfio. Ore 12,30: Sul sagrato del Santuario: Liturgia di lode e benedizione dei fedeli e dei bambini con le Reliquie dei Santi Martiri. Ore 13,00: USCITA DEI SIMULACRI DEI SANTI. I Simulacri dei Santi Martiri saranno accolti nel piazzale antistante il Santuario dai fedeli che li accompagneranno in processione per le vie cittadine. Ore 15,00: Arrivo del Fercolo in Chiesa Madre. Durante la permanenza nel monumentale e artistico Tempio, le Reliquie verranno esposte alla venerazione dei fedeli. Ore 18,00:In Chiesa Madre: Santa Messa celebrata dal Rev.mo Predicatore del Novenario. Subito dopo, il Fercolo con i Simulacri dei Santi riprenderà la processione Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei Bianchi: Gran Concerto Sinfonico del Complesso Bandistico “Città di Ciminna” (PA) ACAR “Giuseppe Verdi”, diretto dal M Vincenzo Grimaldi. 11 Maggio –– Domenica IV di Pasqua Giornata della Devozione Cittadina Ore 8,00 – 9,00 – 10,00 – 11,00 – 12,00 – 19,00: Sante Messe. Ore 8,00: Arrivo del Pellegrinaggio della Comunità di Tremestieri Etneo, guidato dal Parroco P. Salvatore Scuderi. Ore 19.00: Solenne Pontificale presieduto da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo Metropolita di Catania, con la partecipazione dei Sacerdoti del Vicariato “Etna” e delle Autorità Civili e Militari. La Schola Cantorum del Santuario “Don Salvatore Romeo” unitamente al Coro Parrocchiale”Nello Sangiorgio” della Chiesa Madre di Trecastagni, con la direzione del M° Sebastiano Russo, eseguiranno la “Messa a 4 v.d”. di Michele Bocc hini. Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei Bianchi: Gran Concerto Sinfonico della Banda Musicale “Città di Trecastagni”, diretta dal M° Carmelo Caruso. 12 Maggio – Lunedì Ore 19,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli della Comunità di Belpasso, guidato dal Parroco P. Orazio Scuderi. 13 Maggio – Martedì Giornata degli Ammalati e degli Anziani Ore 18,30: Raduno degli ammalati e degli anziani in Santuario accompagnati dal personale UNITALSI Sottosezione di Trecastagni, e recita del S. Rosario meditato. Ore 19,00: S. Messa Solenne celebrata da P. Antonino Sapuppo, Parroco della Parrocchia S. Caterina V.M. e Processione Eucaristica con O.F.M. e animata dai “PueriCantores”del Santuario, diretti dal M° Cinzia Bella. Ore 21,00: Rientro delle Candelore al Santuario. Benedizione degli ammalati. La celebrazione sarà animata dai “Pueri Cantores del Santuario” diretti dal M° Cinzia Bella. 14 Maggio – Mercoledì Ore 19,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli delle Comunità di Lavinaio, S. Maria La Stella e Monterosso Etneo, guidato dal Parroco P. Giuseppe Arcidiacono e S. Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Alfio Rapisarda, Nunzio Apostolico. 17 Maggio – Sabato Ottava della festa Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 – 10,00 - 11,00 – 12,00 – 17,00 – 18,00 – 19,00: Sante Messe. Ore 10,00: Celebrazione Eucaristica presieduta da P. Giuseppe Guliti, Vice Cancelliere Arcivescovile. Ore 19,00: Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo Arciprete Mons. Rosario Currò Ore 20,30: A conclusione della Messa: -Nell’anno della elevazione agli Altari di Papa Giovanni XXIII° e di Papa Giovanni Paolo II°, il Laboratorio Teatrale “Tres Casti Agni” presenta: “CON VERA FEDE”. Partendo dal Santuario, percorrendo Corso Sicilia, ci recheremo in processione, con gli attori in azione scenica, in Piazza dei Bianchi, dove, sul Palco, si concluderà la sacra rappresentazione. 18 Maggio – Domenica V di Pasqua Giornata delle giovani famiglie. Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 –10,00 - 12,00 – 17,30 – 19,30: Sante Messe. Ore 8,00: Arrivo del Pellegrinaggio dei fedeli della Comunità di Viagrande, guidato dal Parroco P. Alfio Bonanno. Ore 10,00: Santa Messa con la partecipazione delle famiglie e presentazione e Benedizione dei bambini, celebrata da P. Pio Memoria 22 Maggio – Giovedì Ore 19,00: S. Messa, in memoria di P. Salvatore Romeo nel 30° Anniversario della sua partenza per il cielo e 9° della traslazione della sua salma in Santuario, presieduta da Mons. Gaetano Zito, Preside dello Studio Teologico “S. Paolo” di Catania, con la partecipazione dei Superiori e dei Seminaristi del Seminario Arcivescovile di Catania. Al termine della Messa:”2ª Rassegna Corale “In Gloria Martyrum” organizzata dall’Associazione Musicale “SCHOLA CANTORUM Don Salvatore Romeo”. 24 Maggio – Sabato Sulle orme dei Santi, pellegrini di Dio Ore 19,15: Arrivo del Pellegrinaggio della Parrocchia Maria SS. Del Rosario di Fleri, guidato dal Parroco Mons Alfio Russo, e della Comunità di Bongiardo (S. Venerina), guidato dal Parroco P. Antonello Russo.. Ore 19,30: Celebrazione Eucaristica, in memoria dei pellegrini defunti,con la partecipazione delle Amministrazioni locali, forze di Volontariato e Protezione Civile. 31 Maggio – Sabato Ore 5,00: Pellegrinaggio della Comunità di Trecastagni al Santuario dell’Addolorata di Mascalucia. Ore 19,00: Santa Messa e conclusione del “Mese di Maggio”all’altare della Madonna 1 Giugno – Domenica VII di Pasqua - Ascensione del Signore Giornata del Ringraziamento Ore 8,00 –10,00 – 11,00 – 18,30 - 19,30: Sante Messe. Ore 11,00: Santa Messa con Battesimi. Ore 19.30: Messa Solenne di Ringraziamento, animata dal Gruppo musicale “La Sorgente”. 8 Giugno – Domenica di Pentecoste Ore 8.00 – 10.00 – 18.30 – 19,30: Celebrazione di Sante Messe. Ore 22.15: Momento di preghiera e CHIUSURA della Cappella dei Simulacri dei Santi Martiri. Trecastagni, 11 Aprile 2014. IL PARROCO Sac. A. Torrisi IL SINDACO Dott. G. Barbagallo AVVISO AI SACERDOTI DICHIARAZIONE DEI REDDITI 730 /2014 Anche quest’anno il patronato 50&Più ENASCO svolge il servizio di assistenza e consulenza per la compilazione dei modelli 730/14. I sacerdoti e quanti altri intendono avvalersi di tale servizio dovranno rivolgersi o contattare il Sig. Ciraldo Steve, (ex dipendente del patronato FACI ) presso la sede del patronato 50&Più Enasco, via Dottor Consoli 76, tel. 095/315424 fax 095/2500684 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,30 e nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15,30 alle ore 17,00, oppure recarsi in Curia, nella giornata di MARTEDÌ, dalle ore 10,00 alle ore 12.00 a partire dal giorno 01 aprile fino al 31 maggio. Tale servizio sarà comprensivo di calcolo e compilazione del modello f24 della nuova IMU sugli immobili, (ex ICI) per quanti lo richiedano. Sempre a richiesta, congiuntamente al mod. 730, sarà rilasciata l’attestazione ISEE. IMPORTANTE NOVITÀ Già dallo scorso anno, l’INPS, per sé e per la gestione EX INPDAP, non manderà più ai cittadini il CUD relativo alla propria pensione, i quali dovranno scaricarlo dal sito dell’INPS, se provvisti di PIN, oppure richiederlo direttamente al Centro di Assistenza Fiscale, tramite il supporto dell’IDSC, che provvederà a rilasciarlo immediatamente. Per tale richiesta dovrà essere sempre presentata la fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale o tessera sanitaria e il mandato firmato al patronato. DOCUMENTAZIONE DA PRODURRE - COPIA MODELLO 730/13. - MODELLO/I CUD 2014. - VISURE CATASTALI (PER TERRENI E FABBRICATI). - SCONTRINI CONTENENTI IL NOME DEL FARMACO E CODICE FISCALE DI CHI LO HA ACQUISTATO E DOCUMENTI COMPROVANTI ALTRE SPESE MEDICHE. - DOCUMENTAZIONE INERENTE ASSICURAZIONE SULLA VITA ED AUTO (PER LA SOLA QUOTA S.S.N.). - DOCUMENTAZIONE INERENTE INTERESSI PASSIVI PER MUTUI RELATIVI ALL’ACQUISTO DELLA PRIMA CAS A. - FOTOCOPIA CONTRATTO DI MUTUO ED ATTO DI ACQUISTO DELLA PRIMA CASA. - DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ONERI E SPESE EFFETTUATE NEL 2012 RELATIVE ALL’ISTRUZIONE ETC.. - FOTOCOPIA DELLA PROPRIA CARTA DI IDENTITÀ 0 QUALSIASI ALTRO ANALOGO DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO IN CORSO DI VALIDITÀ. - FOTOCOPIA DELLA TESSERA SANITARIA. È importante comunicare qualsiasi variazione intervenuta nell’anno 2013, dal cambio di indirizzo , al luogo di residenza , dall’acquisto alla vendita di immobili, alla sostituzione e modifica del proprio codice fiscale, al fine di evitare in futuro spiacevoli inconvenienti derivanti dall’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si ricorda, altresì, che il sig. Ciraldo, per mezzo del patronato 50&Piu’Enasco, continua l’opera, iniziata tanti anni fa col patronato Faci, di aiuto nei confronti di tutti i cittadini, lavoratori e non, i quali gli si rivolgono per l’espletamento di pratiche, che spesso per la lungaggine della burocrazia o per la complessità della normativa, pone in difficoltà. Inoltre il patronato 50&Piu’Enasco, assiste gratuitamente i sacerdoti, pensionati, lavoratori, invalidi, nelle pratiche relative alla pensione ed assicura la corretta informazione su tutta la materia previdenziale e sanitaria. Tra i tanti servizi del patronato, ricordiamo: - PENSIONI DI VECCHIAIA ED INVALIDITÀ DEL FONDO CLERO. - PENSIONI DI VECCHIAIA ED ANZIANITÀ - PENSIONI D’INVALIDITÀ ED INABILITÀ. - PENSIONI DI REVERSIBILITÀ. - ASSEGNI SOCIALI. - RICOSTITUZIONI PENSIONI CONTRIBUTIVE E REDDITUALI. - RICHIESTA, VERIFICA E RETTIFICA DELLE POSIZIONI ASSICURATIVE. - COMPILAZIONE MODELLI RED - INPS. - COMPILAZIONE E RILASCIO MODELLO ISEE. - PRESTAZIONI AI MINORATI CIVILI, CIECHI E SORDOMUTI, QUALI PENSIONI, IND. DI ACCOMPAGNAMENTO ETC.. - CONTENZIOSO AMMINISTRATIVO E LEGALE. Sig. Ciraldo Steve Patronato 50&più Enasco 5 Prospettive - 11 maggio 2014 PRIMOPIANO Papa Francesco e le intuizioni di Sturzo Per una “buona politica” bbiamo letto con vivo interesse sull’ultimo numero di “Aggiornamenti Sociali” (n°3- marzo c.a.) l’articolo di padre Bartolomeo Sorge con lo stesso titolo. È il testo della lezione che egli ha tenuto il 16 gennaio u.s. nel Corso di formazione socio-politica di ispirazione cristiana promosso dalla diocesi di Napoli. Esso ci trova in perfetta consonanza, perché, da due anni ormai, anche da noi è attiva la Scuola diocesana di formazione all’impegno socio-politico, diretta da don Piero Sapienza, dove sono state in argomento lezioni sul popolarismo di Sturzo , sull’Appello ai liberi e forti e sulla rigorizzazione di popolarismo, popolare e populismo. Ricordo che padre Bartolomeo Sorge è stato apprezzato relatore nella terza Giornata Sociale Diocesana del 2007 a CT. su:«Bene Comune e partecipazione attiva dei cittadini». Quel che troviamo ora interessante e che ci conferma nella nostra interpretazione sturziana, è quando padre Sorge, da par suo, rileva che nella esortazione apostolica, Evangelii gaudium, vi siano alcuni passaggi che «senza volerlo direttamente, costituiscono di fatto un aggiornamento del popolarismo sturziano. L’intuizione di Sturzo, egli continua, è tuttora l’antidoto più efficace contro la deriva del “populismo” e, nello stesso tempo, rimane fino a oggi la traduzione più coerente e insuperata di quanto la A dottrina sociale della Chiesa insegna in tema d’impegno politico dei cristiani». L’impostazione dell’articolo e quindi delle argomentazioni di p. Sorge è tutta fondata sulla corrispondenza simmetrica fra i quattro criteri evangelici enunciati da papa Francesco nella Evangelii gaudium e i quattro elementi fondamentali del popolarismo sturziano. Vogliamo riportarli. I quattro elementi fondamentali del popolarismo sturziano, secondo p. Sorge, sono: a) Ispirazione religiosa b) Laicità. c) Territorialità. d) Riformismo coraggioso e responsabile. Il Papa, che non si rivolge solo ai fedeli cristiani laici ma propone a tutti una sorta di “bussola per la buona politica”,enuncia come fossero i punti cardinali, quattro criteri evangelici necessari per sviluppare una cultura dell’incontro, cioè il bene comune, che è il fine stesso della politica; essi sono: a) Il tempo è superiore allo spazio. b) L’unità è superiore al conflitto. c) Il tutto è superiore alla parte. d) La realtà è superiore all’idea. (Cfr. E.G.nn. 217-237) Questa corrispondenza simmetrica fra principi ecclesiali e realtà storica, in un rapporto dinamico, in effetti ha orientato tutta l’opera sturziana, ed è il criterio diarchico che si articola in dualità, cioè in natura duplice come nell’uomo c’è il corpo e l’anima; dualismo che esprime il contrasto e la dialettica di opposizione o di sintesi; diarchia, quando il movimento dinamico si concretizza in istituzioni, come la famiglia,lo stato, il comune, la chiesa, l’università e così via. Alla luce di questa valida diarchia p. Sorge vede una possibile via per affrontare la grave crisi attuale: i principi del popolarismo restano ancora validi, nonostante i tentativi di Mino Martinazzoli (1994) e le esperienze successive della Margherita(2002), dell’Ulivo (2004) e del Partito democratico (2007). Ora che la “rivoluzione” di Papa Francesco, dopo il Vaticano II, rimasto incompiuto per una auspicata riforma interna della Chiesa, apre orizzonti nuovi anche per l’impegno sociale e politico dei cristiani, e non solo, proponendo un ideale di politica buona, intesa come vocazione e non come professione, dato che la carità è il principio non solo delle micro-relazioni come sezione di Catania UCSI possa brillare per la sua attività e diventare protagonista di una nuova stagione, in cui sia al servizio della società. Dopo un secondo intervento dell’avv. Azzia sulla necessità di una programmazione culturale di un certo livello, il dott. Vecchio ha espresso il personale compiacimento per il felice e promettente riavvio della sezione e ha chiarito alcune regole statutarie. Subito dopo l’assemblea elettiva è stata presieduta dal socio UCSI di Siracusa dott. Salvo Ganci. Il nuovo consiglio direttivo eletto all’unanimità dai soci giornalisti è risultato così composto: Giuseppe Adernò, Domenico Azzia, Anna Bella, Filippo Cannizzo, Salvatore Cifalinò, Nunzio Currenti, Salvo Fichera, Maria Torrisi, Orazio Vecchio. La riunione si è conclusa con la recita della preghiera del giornalista composta dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. Giovedì 15, il direttivo eleggerà a norma di statuto il presidente, il segretario e il tesoriere e stilerà il programma sociale della sezione. tas in veritate,n°56). È questo l’insegnamento e la validità prospettica del pensiero e dell’opera di Sturzo, sicchè p. Sorge può concludere così il suo articolo: «Oggi è possibile riattualizzare il popolarismo sturziano, come impegno di tutti per una buona politica, debitamente ripensato, poiché non solo interessa i cristiani impegnati in politica, ma è un valido strumento-offerto a “tutti i liberi e forti” (non solo ai cristiani)- per superare la grave crisi politica attuale, essendo l’efficace antidoto contro il pericolo d’involuzione populista. Nello stesso tempo, l’insegnamento di papa Francesco apre ai cristiani impegnati in politica prospettive nuove e più ampie». Abbiamo opportunamente sottolineato quel “debitamente ripensato”, per integrare alcuni aspetti di ciò che è stato scritto fin qui. 1-In Sturzo c’è una sintesi geniale fra fede religiosa e impegno politico, che si specifica in un modello di democrazia popolare, non populista, frutto anche di una assimilazione critica della filosofia neo-sintetica del fratello vescovo Mario. 2)Troviamo un corretto rapporto tra le autonomie locali e lo stato federale. Una giusta impostazione del problema del meridione in rapporto all’area del Mediterraneo 3)La sua veduta culturale e politica, anche in base alla sua lunga esperienza, presenta una prospettiva europea, mondiale, ecumenica. 4)Dai suoi scritti, specialmente se coniugati con quelli del fratello vescovo, Mons. Mario, può desumersi una teologia del laicato! 5)Vi è chiaro e circostanziato un progetto di costituzione per la pace mondiale, che permetterebbe di concretizzare quelli altrettanto nobili, ideati da don Mazzolari, da Giorgio La Pira, da Giovanni XXIII fino all’attuale papa Francesco.6) Sturzo è un testimone credibile della Chiesa di Cristo, perciò opportuno è stato l’avvio del processo di beatificazione per lui e per il fratello Mario. Ma soprattutto per noi, oggi, Sturzo costituisce quello che potrebbe dirsi un “caso di coscienza del cattolicesimo italiano”, per avere permesso, forse per motivi di giochi ed equilibri politici, che si ergesse a ideale culturale e politico il pensiero di Gramsci e del gramscismo negli anni cinquanta e sessanta, di cui, peraltro, il filosofo Augusto del Noce ha giustamente svelato la genesi nello storicismo di Benedetto Croce e nell’attualismo di Giovanni Gentile! Ora che quella prospettiva, immanentista e laicista, è caduta, è proprio il caso di riprendere quel vasto progetto culturale e politico sturziano, ancora validissimo, e farsi perdonare quella colpevole omissione, anche perché l’atteggiamento dei papi, come si è dimostrato attraverso questo articolo,è cambiato. È bene, però, che tale eredità culturale e politica vastissima diventi patrimonio di tutti. Ma come? A nostro avviso, attraverso scuole di educazione sturziana, diffuse in tutto il paese, e rivolte in modo particolare alle nuove generazioni. Memorex Salvatore Latora rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni, come i rapporti sociali, economici, politici. «Come si vede, aggiunge p. Sorge, il Papa fa una lettura ampliata di quanto già diceva don Sturzo, quando, escluso ogni confessionalismo e clericalismo, scorgeva nella ispirazione trascendente della religione una condizione necessaria per iniziare i processi di riforma, richiesta da una buona politica». È necessario riscoprire questo reciproco arricchimento, perché come ha affermato BenedettoXVI:«La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede, e questo vale anche per la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo dell’umanità»(Cari- UCSI eletto nuovo direttivo provinciale a mattina di sabato 3 maggio, l’assemblea elettiva provinciale dei soci dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) si è riunita nella sede catanese di Sicilia Mondo, con la partecipazione del presidente regionale Giuseppe Vecchio e dei sacerdoti consulenti ecclesiastici per la Sicilia e per la provincia di Catania, rispettivamente il prof. Paolo Buttiglieri salesiano e il prof. Giuseppe Putrino. L’incontro si è aperto con l’introduzione del decano avv. Mimmo Azzia, che ha presieduto e sottolineato il ruolo del giornalista cattolico portatore di un’etica in un mondo in rapida evoluzione tecnologica. Dopo la preghiera iniziale è intervenuto padre Putrino sul messaggio di Papa Francesco sulla Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali per la prossima solennità dell’Ascensione del Signore, soffermandosi sul presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo mons. Claudio Maria Celli, che definisce il documento profondamente francescano: bisogna porre l’accento sulle L relazioni interpersonali, mettersi in ascolto dell’altro, essere disposti non solo a dare ma anche a ricevere dagli altri, essere consapevoli dei limiti zione a considerare una guida nel farsi prossimo verso chi si incontra lungo il cammino. Don Buttiglieri ha evidenziato qual- delle comunicazioni digitali. Il relatore ha evidenziato poi il passaggio sulla parabola del Buon Samaritano: comunicare significa, infatti, farsi carico degli altri. La conclusione ha fatto riferimento proprio alla figura del Buon Samaritano che il Papa invita gli operatori della comunica- che altro aspetto del messaggio pontificio, dando quasi una definizione della comunicazione quale sinonimo di relazione. Nei social network si riscontrano tre virus virtuali: anomia (senza regole), anonimia (senza identità), anoressia (senza contenuti). Ha auspicato, inoltre, che la Notizie in breve dal 12 al 18 maggio 6 Prospettive - 11 maggio 2014 Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 12 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 17.00 Arcivescovado, Salone dei Vescovi: presenzia alla presentazione del volume “Catania Mariana” di Mons. Giovanni Lanzafame. • Ore 19.00 Catania, parrocchia San Giovanni Apostolo: celebra la S. Messa per l’apertura della Visita pastorale. Martedì 13 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 10.00 Arcivescovado: presiede l’incontro del Consiglio diocesano Affari Economici. • Ore 18.30 Catania, parrocchia San Giovanni Apostolo: Visita pastorale. Mercoledì 14 • Ore 9.00 Catania, parrocchia San Giovanni Apostolo: Visita pastorale. Giovedì 15 • Ore 9.30 Misterbianco, parrocchia Card. Dusmet: incontra il Giovane Clero. • Ore 18.30 Misterbianco, parrocchia S. Carlo Borromeo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione. Venerdì 16 • Ore 9.30 Catania, Casa Circon- dariale Piazza Lanza: celebra la S. Messa e amministra i sacramenti del Battesimo e della Confermazione. • Ore 17.30 Catania, parrocchia San Giovanni Apostolo: Visita pastorale. Sabato 17 • Ore 9.00 Catania, Corte d’Appello: saluta i partecipanti ad un Convegno di Studio su microcredito e legalità. • Ore 11.00 Catania, Studio Teologico S. Paolo: consegna gli attestati ai partecipanti della scuola di formazione sociopolitica. • Ore 12.30 Catania, Seminario: incontra i presbiteri ed i diaconi per un momento di preghiera e di fraternità. • Ore 18.00 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la S. Messa in occasione del suo Anniversario di Ordinazione presbiterale. Domenica 18 • Ore 10.30 Catania, parrocchia SS. Angeli Custodi: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione. • Ore 18.30 Catania, parrocchia San Giovanni Apostolo: celebra la S. Messa a conclusione della Visita pastorale. ® Avviso I.D.S.C. Ai Sacerdoti in servizio in Diocesi Si porta a conoscenza che i Mod. PO1 relativi all’anno 2014 devono essere ritirati presso l’Ufficio Economato della Curia Arcivescovile e consegnati all’I.D.S.C.. I titolari di pensione, insieme al modello PO1, devono consegnare copia della propria carta di identità valida. L’Arcivescovo Ai Presbiteri, ai Diaconi, dell’Arcidiocesi Carissimi, Ho avuto la gioia di partecipare all’esaltante evento della canonizzazione dei due Pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ho vissuto la celebrazione con particolare intensità: Giovanni XXIII mi ricorda gli anni del Seminario; Giovanni Paolo II mi ha chiamato all’episcopato come Ausiliare a Palermo e successivamente come Vescovo diocesano dapprima ad Acireale e dopo qui a Catania. Ho affidato alla loro intercessione la nostra Chiesa che entrambi i Santi Pontefici hanno visitato, come pure il servizio di Ministri ordinati che in essa svolgiamo. Con la presente desidero comunicarvi che tramite i Vicari foranei riceverete la nuova edizione del Direttorio Liturgico Pastorale, unitamente agli Atti del Convegno diocesano del 4 dicembre 2013. Mentre rinnovo il ringraziamento a quanti hanno collaborato per la stesura del documento, Vi invito, con insistenza, a conoscerlo, studiarlo e diffonderlo in vista di una sua fruttuosa valorizzazione. Al riguardo, seguiranno ulteriori indicazioni. Mi e gradito, inoltre, attirare la vostra attenzione su alcuni prossimi appuntamenti. MARTEDÌ 27 MAGGIO, Seminario ore 9,30: Incontro di Formazione Permanente. Mons. Renzo Bonetti continuerà a presentarci il Questionario in vista della III Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi. VENERDÌ 30 MAGGIO: Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Mompileri. Presteremo la dovuta attenzione al Manifesto e alla lettera che il carissimo Rettore, Don Alfio Privitera, ha già inviato allo scopo di favorire la corale partecipazione nostra e dei fedeli a questo importante momento della vita diocesana. LUNEDÌ 9 GIUGNO, ore 17,30 in Arcivescovado, Salone dei Vescovi, verrà presentato il volume “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura di Alberto Melloni, edizioni II Mulino. Circa il contenuto della pubblicazione, unisco una nota che potrà motivare e facilitare la nostra partecipazione alla presentazione. MARTEDÌ 10 GIUGNO: Giornata Sacerdotale Mariana Ragionale. Avremo 1’onore di ospitarla nel Santuario di Mompileri. Allego ad ogni buon fine il depliant predisposto dalla Commissione presbiterale regionale che contiene le indicazioni cui ci atterremo anche noi, che certamente parteciperemo numerosi e premurosi nell’accoglienza. LUNEDÌ 23-GIOVEDÌ 26 GIUGNO: Si svolgerà il corso di aggiornamento teologico - pastorale. La Commissione provvederà a fornirci indicazioni più dettagliate. LUNEDÌ 21-VENERDÌ 25 LUGLIO: Per quanto riguarda la “Settimana di fraternità in montagna” presso il “Grande Albergo” a Gambarie, faccio presente che è ancora possibile prenotarsi telefonando in Segreteria. Rinnovo i più fervidi auguri per questo tempo di Pasqua, invocando l’abbondanza dei doni del Signore sul nostro ministero. @ Salvatore, Arcivescovo P.S. SABATO 17 MAGGIO ricorderò il 44° anniversario dell’ordinazione sacerdotale. La messa prefestiva non permette il consueto appuntamento in Cattedrale. Potremo, tuttavia, vivere un momento di fraternità in Seminario incontrandoci per l’ora media alle ore 12,30 e per il pranzo successivo. Chi può partecipare, ne dia direttamente conferma in Seminario. Celebrerò la Santa Messa in Cattedrale alle ore 18,00. Chi potesse concelebrare sarà veramente benvenuto. In ogni caso, vi sarò vivamente grato se nella Messa vespertina vorrete ricordarmi nella preghiera dei fedeli, unitamente ai carissimi confratelli Ezio Coco, Angelo D’Agata, Chisari Placido, Carbonaro Alfio, Interlandi Roberto e Marchese Giovanni con i quali condivido la data di ordinazione. ® Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia Nella nostra prassi pastorale dobbiamo purtroppo registrare, a volte anche nelle persone che si professano cristiane, una grave carenza d’istruzione religiosa. Lo stesso insegnamento religioso nelle scuole pubbliche non sembra colmare questo vuoto. È il pluralismo crescente delle esperienze religiose diverse dal cristianesimo, rende ancora più grave il problema. Sembra quindi opportuno cogliere l’occasione della recente pubblicazione di un “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia”,, presso la Società editrice Il Mulino, per iniziare una riflessione che interessa gli operatori pastorali non meno di quanto interessi tutti coloro che vogliono comprendere le dinamiche della nostra società. II Rapporto raccoglie i contributi di giuristi, teologi, storici, sociologi ed educatori e sviluppa un’ana- lisi ad ampio raggio sulle motivazioni che hanno portato a questa situazione. Senza pretendere di offrire soluzioni facili, il Rapporto coglie anche alcune specificità del panorama italiano, dove non esistono facoltà teologiche nell’ambito statale capaci di immettere nella cultura comune strumenti atti a comprendere l’esperienza religiosa come tale. Qualche contributo inoltre presenta alcune sperimentazioni che sono state avviate in varie sedi italiane per colmare le carenze e che possono e potrebbero essere corrette, incrementate e perfezionate anche nel nostro ambiente. Per una riflessione approfondita da condurre in seguito soprattutto in ambito pastorale, sembra quanto mai utile quindi presentare i contenuti principali del Rapporto e avviare una prima discussione che dovrebbe coinvolgere tutti coloro che sono impegnati a vario titolo nelle istituzioni scolastiche e universitarie, oltre agli operatori pastorali. La presentazione del “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” avverrà il prossimo 9 giugno, lunedì di Pentecoste, in Arcivescovado -salone dei vescovi, via Vittorio Emanuele II, 159, alle ore 17.30. Presenteranno il volume: Prof. Roberto Osculati, storico del cristianesimo presso l’Università di Catania Prof. Alberto Melloni, curatore del volume e segretario della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Introdurrà e modererà don Pino Ruggieri, docente emerito di teologia presso lo Studio teologico San Paolo di Catania. 7 Prospettive - 11 maggio 2014 Inaugurate le 8 formelle artistiche del Santuario Maria SS. dell’Aiuto Esprimere la fede con decoro a mattina di domenica 4 maggio, una grande folla di fedeli, guidata dal parrocorettore e vicario foraneo mons. Carmelo Smedila, si è radunata sull’alto e scenografico sagrato del santuario diocesano “Maria Santissima dell’Aiuto” e si è stretta attorno all’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina che ha solennemente e ritualmente benedetto le otto formelle in bronzo che decorano magnificamente la grande porta d’ingresso della storica chiesa cittadina. Al significativo evento ecclesiale e religioso erano presenti oltre a diversi qualificati esponenti del mondo culturale ed artistico catanese, lo scultore dott. Maria Musumeci e il sig. Luigi Laconeo, titolare della Fonderia Artistica di Riposto i quali hanno spiegato il significato e la tecnica della moderna e pregiata opera d’arte applicata con corretto gusto estetico rispettoso delle nostre più nobili tradizioni. Gli otto riquadri bronzei sono frutto L della collaborazione dell’artista catanese e del tecnico ripostese e sono ispirati dalla fede cattolica da loro professata e dall’antica, sempre viva e profonda devozione mariana del nostro popolo animata dalla testimonianza evangelica dei suoi degni pastori che si sono succeduti nel servizio parrocchiale, che impreziosisce ancor di più il celebre santuario diocesano, in origine intitolato ai santi apostoli Pietro e Paolo e legato da secoli al culto della “Madonna Nera” auxilium christianorum, particolarmente intenso nel mese di maggio. Mons. Smedila e i suoi devoti parrocchiani, in modo particolare la commissione interna che ha vagliato e giudicato i progetti di realizzazione delle formelle ed ha seguito con attenzione e scrupolo la concreta realizzazione nel progetto presentato ed eseguito dalla dott.ssa Musumeci, presentato con il parere favorevole dell’architetto Renato Mirone per conto della parrocchia ed approvato dal competente organo tutorio e di vigilanza della Soprintendenza per i Beni Culturali di Catania. Subito dopo lo scoprimento e la benedizione delle formelle, è stata solennemente riaperta la splendida “Porta del Paradiso” del santuario cittadino tanto caro alla pietà popolare perché racchiude tante preziose memorie mariane come quelle della Madonna del Santo Aiuto, della Santa Casa Lauretana-Nazaretana dell’Annunciazione del Signore alla Vergine, di Nostra Signora della Misericordia, nonché diverse memorie patrie ecclesiali dei santi apostoli corifei Pietro e Paolo, e di altri tre apostoli del Signore una volta ivi venerati, Simone e Giuda, Giacomo il maggiore, di san Giovanni Battista il Precursore di Cristo. È seguita in chiesa la celebrazione della s. messa pontificale della domenica III di Pasqua, presieduta dall’Arcivescovo con l’animazione liturgica dei canti eseguiti dalla Corale Mater Divinae Misericordiae, che ha dato inizio ai festeggiamenti patronali e titolari del santuario parrocchiale Maria Santissima dell’Aiuto. Antonino Blandini Fra’ Agnello Paladino, Frate Minore della Provincia del SS. Nome di Gesù in Sicilia rate Agnello Paladino nasce a Regalbuto il 24.22, 1904 da Nicola Pedalino e Concetta Lo Presti, famiglia povera ma ricca di virtù cristiana. Gli fu posto il nome di Giuseppe. Fin dalla tenera età manifestò tanta bontà e spirito di preghiera e conobbe S. Francesco attraverso la testimonianza dei frati francescani che raccoglievano le offerte per la Terra Santa. Attratto dalla testimonianza di carità e umiltà dei frati, rivelò ad essi il desiderio di diventare francescano. I frati “Collettori di Terra Santa”, che per alcuni mesi all’anno risiedevano nel Convento S. Maria della Guardia, lo invitarono a venire a Catania e il 20 gennaio 1926 lo presentarono al Padre Guardiano Gaetano Leotta, uomo di santa vita, ricco di esperienza nel discernimento vocazionale, il quale capì che Dio aveva posato lo sguardo su quel giovane nella via tracciata da S. Francesco. Giuseppe così alto, magro, semplice, intelligente avrebbe testimoniato nella Chiesa la carità di Cristo con semplicità francescana. Così rimase come postulante e diede segni di vera vocazione: pietà sincera, carità operosa, fede profonda. Terminato il postulandato i Superiori ritennero che poteva iniziare il Noviziato: avrebbe conosciuto di più la regola che S. Francesco diede ai primi Frati e i Superiori avrebbero visto se era in grado di poterla vivere bene. Iniziò l’anno di Noviziato il 12 novembre 1929 nel Convento S. Francesco in Biancavilla, il suo maestro è stato Padre Silvestro Di Bella. Era consuetudine, all’inizio dell’anno di Noviziato, cambiare il nome al candidato, come segno di una nuova vita. Gli fu dato il nome di frate Agnello. Emise la professione semplice il 17 novembre 1930, e la professione solenne nelle mani di Padre Benedetto Petralia nel Convento della Guardia il 20 novembre 1933. Sarà il frate questuante che di casa in F Il frate che parlava al cuore della gente casa annunziava il Santo Vangelo, andando come agnello mansueto tra i poveri, gli emarginati, gli arrabbiati. S. Francesco aveva raccomandato ai suoi frati: “quando vanno per il mondo non litighino, evitino le dispute di parole, né giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e mode- sti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, come si conviene…in qualunque casa entreranno prima dicano: pace a questa casa”. Quest’esortazione divenne stile di vita di frate, cercato dalla gente, che con semplicità e bontà riusciva a far appianare tante situazioni difficili. Fra’ Agnello divenne strumento di riconciliazione tra gli uomini e tra l’uomo e Dio, con la sua bontà si aprivano le porte del cuore dell’uomo per farvi entrare la grazia di Cristo. Tutta Catania lo ebbe come apostolo di carità, di pace e di gioia. La sua bisaccia o le larghe maniche della tunica si riempivano con la questua che faceva di casa in casa e si svuo- tavano con lo stesso amore con cui si erano riempite: i destinatari erano il Convento e i poveri. Tante volte fu notato che usciva con addosso il mantello per occultare ciò che portava a qualche famiglia: era il suo pranzo. Curò moltissimo la devozione alla Madonna della Guardia: quando il simulacro passava per le vie della parrocchia in processione era una manifestazione di amore da parte di tutta la gente del quartiere. Un’altra devozione tanto cara era quella al Bambino Gesù per l’Epifania: organizzava una processione con una piccola ‘vara’, e, attorniato dai bambini, girava per le vie. La processione del Venerdì Santo col Cristo morto, interrotta dal 1944 perché la guerra aveva causato gravi danni al simulacro e all’urna, fu ripresa nel 1952. È stato l’apostolo dei bambini, li sapeva accogliere, guidare, proteggere; dalle sue mani uscivano teneri scappellotti per richiamarli ai doveri e sempre tante caramelle e ritagli di ostie; con la speranza di potere suonare le campane della Chiesa, i bambini erano sempre attaccati alla sua tonaca. Fu apostolo di Cristo principalmente nel “deposito delle locomotive “vicino Piazza Europa, luogo di lavoro dei più agguerriti comunisti; fu la sua bontà, la sua dolcezza, la sua umiltà che fecero spalancare quelle porte invalicabili alla Chiesa. Lui, umile frate laico, senza titoli accademici riusciva a parlare al cuore di quella gente del proletariato che voleva tenere fuori Cristo dalla loro vita. Dietro a lui poteva entrare il parroco per portare Cristo. Il mese di maggio vedeva Fra Agnello a S. Giovanni Li Cuti in una baracca di legno, costruita con le offerte dei fedeli e anche con il contributo del Prefetto, a raccogliere i bambini per l’istruzione catechistica e i fedeli per le funzioni. Si distinse, inoltre, nel periodo post bellico, nella ricostruzione della Chiesa distrutta durante il bombardamento del 11.07.1943. Fu tutta la Comunità ad impegnarsi per raccogliere offerte per la sua ricostruzione, ma quelle più numerose arrivavano mediante Fra’ Agnello che andò anche a lavorare come manovale presso un costruttore edile, per portare qualche lira in più. Spese tutte le sue energie per la gloria del Signore, ma inesorabilmente, il tanto lavoro e le tante rinunzie avevano indebolito il suo fisico, e Fra’ Agnello cominciò ad accusare una malattia al pancreas; fu ricoverato all’Ospedale Garibaldi. Costatando l’inutilità delle cure, in condizioni gravissime fu riportato in Convento. Fra’ Agnello muore santamente il 22 ottobre 1967, festa della Madonna della Guardia, all’età di 63 anni dopo 40 anni di vita religiosa. La concomitanza della festa con la morte di questo suo grande devoto fu vista come una benedizione. La festa fu trasferita alla domenica successiva. I suoi funerali testimoniarono quanto era caro al popolo. Mentre il carro funebre passava per le vie della parrocchia le saracinesche dei negozi erano abbassate in segno di lutto, un modo affettuoso per esprimere la stima e la riconoscenza a Fra’ Agnello. Da quelle strade, da quei vicoli non sarebbe più passata la figura di questo frate: alto, magro, sempre con i sandali e i piedi nudi che avanzava con la bisaccia a spalla. I fedeli lo ricordano con tanto amore e ci chiedono anche di raccogliere testimonianze per un possibile cammino verso gli onori dell’altare. Saranno due grandi figure di frati poste all’ingresso della Chiesa: Padre Giuseppe Guardo nato a Catania nel 1793 e morto nel 1874 e Fra’ Agnello Paladino, che diverranno luce e verità per coloro che vengono nella Chiesa S. M. della Guardia a incontrare il Signore.Padre Giuseppe Guardo, con la sua sapienza e santità di vita, con la predicazione aveva trascinato il popolo di Catania a Cristo; Fra Agnello Paladino con umiltà, dolcezza e spirito di servizio è stato un esempio luminoso di carità, umiltà, abnegazione e servizio ai poveri.Fra Agnello sarà sempre il fratello più grande che ci insegnerà come si ama il Signore e il nostro prossimo. ® Frate Agnello ritorna tra la sua gente Martedì 13 maggio, nella parrocchia S. Maria della Guardia in Ognina, in preparazione alla festa titolare e patronale, ci sarà una giornata di spiritualità francescana con l’accoglienza di fra’ Agnello. La salma del venerato frate minore sarà traslata dalla cappella funeraria della Curia arcivescovile presso il cimitero di Catania alla chiesa parrocchiale S. Maria della Guardia. Alle 10 arriveranno i resti mortali di fra’ Agnello. Alle 19 dopo la recita del s. rosario e della coroncina alla Madonna padre Giorgio Catania ofm presiederà la s. messa, animata dal gruppo fran- cescano (OFS-P. Pio). Alle 20 seguirà un concerto in onore di fra’ Agnello, a cura di fra’ Massimo corallo e dei giovani della parrocchia. A conclusione avverrà la sepoltura di fra’ Agnello nella nuova cappella sul lato sinistro dell’ingresso della chiesa. 8 Prospettive - 11 maggio 2014 DIOCESI $ltro lutto Qnella CompagnQ n ia di * G esù a CataQiaP. Carmelo Pulizzotto Un gesuita molto amato a Catania distanza di poco più di una settimana dal ritorno alla casa del Padre del sacerdote gesuita Luigi Macaluso un altro confratello della Residenza e parrocchia San Tommaso Becket e Santi Martiri Inglesi di Sant’Agata Li Battiati, padre Carmelo Pulizzotto, ha reso piamente l’anima a Dio dopo dolorosa malattia e un fecondo e lungo ministero sacerdotale prestato senza risparmio di forze nella Residenza e parrocchia Santissimo Crocifisso dei Miracoli A di Catania. Profondo cordoglio ha suscitato anche la scomparsa di padre Carmelo, a 88 anni di età, 59 di vita consacrata e 50 di sacerdozio, in servizio apostolico di confessore, assistente della “Comunità Eucaristica Mariana” da lui fondata a Mascalucia e aiuto assistente della “Compagnia di Maria” nella parrocchia gesuitica di Leucatia, nell’ex villa di S. Giuliano di via Barriera del Bosco, dove è stato promotore per la Sicilia e l’arcidiocesi di Catania dell’Apostolato della Preghiera e vicario parrocchiale. Nato a Marineo, provincia di Palermo, il 10 febbraio 1927 padre Pulizzotto, già dirigente della gioventù di Azione Cattolica e segretario politico della Democrazia Cristiana, sentì forte la vocazione alla vita consacrata nel sacerdozio lasciò la toga di avvocato civilista per indossare la semplice tunica nera della Compagnia di Gesù, dove entrò all’età di 29 anni. Dopo il lungo e severo cammino di for- Reliquia di San Giovanni Paolo II a Biancavilla poco più di una settimana dalla canonizzazione in Piazza San Pietro a Roma dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II è giunta sabato nella Basilica Collegiata “Santa Maria dell’Elemosina“ la Reliquia di San Giovanni Paolo II per mano di don Giuseppe Scrivano direttamente dalla chiesa parrocchiale catanese di “San Francesco di Paola“ dove viene custodita durante l’anno. Una veglia di preghiera promossa dalle Commissioni delle aggregazioni laicali e giovanili del XIII Vicariato pastorale, in ringraziamento alla canonizzazione dei due pontefici. Presenti il Prevosto-parroco don Agrippino Salerno ed il Vicario foraneo di Biancavilla e Santa Maria di Licodia, don Giovambattista Zappa- A là. Dopo un breve momento introduttivo che ha visto la proclamazione della Parola di Dio, il celebrante ha rivolto ai giovani l’invito di presentarsi dinanzi al transetto per il mandato missionario di evangelizzazione nelle piazze Collegiata e Annunziata, centro della movida biancavillese. Intanto, come detto, l’arrivo della Reliquia di San Giovanni Paolo II, la venerazione dei fedeli e successivamente portata nella chiesa parrocchiale Annunziata per il prosieguo della veglia di preghiera sino a mezzanotte, dove nelle rispettive chiese è stato esposto il Santissimo Sacramento sull’altare per l’adorazione Eucaristica, la possibilità di accostarsi alla confessione e l’accoglienza dei fedeli nel corso della notte. Antonio A. Marino Zappalà mazione nel prestigioso Ordine religioso fondato da Sant’Ignazio di Loyola compiuto a Bagheria, Roma, Palermo, Messina, dove venne ordinato presbitero, e Cordoba in Spagna, ha speso la sua vita apostolica in Sicilia, se si eccettua la parentesi di un anno come missionario in Messico e in Madagascar tra la povera gente. La sua prima destinazione, nel 1966, poco dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, fu la Residenza catanese di via Enrico Pantano con l’incarico di ministro e di assistente spirituale delle allora fiorenti Congregazioni MarianeComunità di Vita Cristiana degli universitari, giovani studenti d’ambo i sessi, che per tanti anni con il loro intenso apostolato laicale vivacizzarono la parrocchia gesuitica di via Umberto. L’ubbidienza, successivamente e in tempi diversi, lo mandò nel capoluogo della regione, ad Alcamo, dove pronunciò gli Ultimi Voti, prima come animatore dei gruppi giovanili e ispiratore dell’Associazione di Solidarietà Familiare “Il Cireneo” e poi, più volte, come superiore, incarico che avrebbe ricoperto anche a Catania dove ebbe occasione di operare anche al Liceo Cutelli. Sul solco della spiritualità ignazia- na padre Carmelo, guida ricercata ed apprezzata nei ritiri e negli esercizi spirituali comunitari per tanti gruppi e movimenti laicali catanesi, ha dedicato molta parte del suo ministero sacerdotale alla direzione spirituale e a suscitare nuove vocazioni. I congregati mariani di Catania, in particolare gli “ex ragazzi del 42 di via Enrico Pantano” ricorderanno sempre il loro carissimo “Don Carmelino” con affetto fraterno e gratitudine per il bene che ha seminato a piene mani tra la gioventù e il laicato catanese. Il Signore Risorto l’ha chiamato a Sé la domenica di Pasqua all’ospedale Cannizzaro dove era stato ricoverato per una grave forma di broncopolmonite. È stato un uomo “trasparente” come l’ha definito all’omelìa della s. messa esequiale, concelebrata nella chiesa Santissimo Crocifisso dei Miracoli gremita di giovani, il superiore-parroco padre Gianni Notari, un uomo di consiglio, fedele alla sua vocazione ignaziana, punto di riferimento per tantissime persone. Attraverso la sua parola riusciva a trasmettere in maniera appassionata la gioia di appartenere al Signore. A.B. Festa di Maria SS.ma dell’Aiuto Maggio 2014 DAL 15 AL 23 MAGGIO Novenario in preparazione alla festa GIOVEDÌ 15 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco Sac. Salvatore Interlando VENERDÌ 16 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio delle Comunità parrocchiale S. Cuore ai Cappuccini. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco Sac. Teodoro Di Bella F.M. Capp. presieduta dal parroco Mons. Barbaro Scionti. La liturgia sarà animata dalla schola cantorum: “Mater Divinae Misericordiae” MERCOLEDÌ 21 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità Parrocchiale S. Luigi. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal novello Sacerdote don Giovanni Mazzeppi, Vicario Cooperatore. SABATO 17 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio dei Ragazzi dell’Oratorio S. Filippo Neri. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal Sac. Don Francesco Bontà s.d.b. GIOVEDÌ 22 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale S. Francesco di Paola e S. Gaetano alla Marina. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco Sac. Giuseppe Scrivano DOMENICA 18 MAGGIO Solennità della Dedicazione del Santuario Giornata del tesseramento Ore 08.00 e 11.00 - Celebrazione della S. Messa Ore 18.00 - Recita del S. Rosario Ore 18.30 - S. Messa solenne e consegna delle tessere ai Soci del Circolo S. Maria dell’Aiuto VENERDÌ 23 MAGGIO Ore 18.00 - Celebrazione dei Vespri della B. Vergine Maria. S. Messa celebrata dal parroco Mons. Carmelo Smedila Ore 19.30 - Liturgia penitenziale in preparazione alla solennità della Vergine SS.ma dell’Aiuto LUNEDÌ 19 MAGGIO Ore 18.00 Pellegrinaggio del gruppo A.D.M.A. Figlie di Maria Ausiliatrice. Recita del Rosario e celebrazione della S. Messa presieduta dal Rev.do Don Pennisi s.d.b. SABATO 24 MAGGIO SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA DELL’AIUTO Dalle ore 8.00 alle ore 12.00 - Celebrazione di S. Messe Ore 9.00 - Recita delle Lodi e celebrazione della S. Messa Ore 12.00 - S. Messa della Supplica ed omaggio floreale alla SS.ma Vergine. Celebrerà il novello sacerdote Rosario Mazzola Ore 18.00 - Recita S. Rosario e coroncina alla MARTEDÌ 20 MAGGIO Ore 18.00 - Pellegrinaggio della Comunità parrocchiale delle basiliche Cattedrale e Collegiata. Recita del S. Rosario e celebrazione Eucaristica Vergine SS.ma dell’Aiuto. Ore 19.00 - Solenne pontificale presieduto da S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Sciacca vescovo titolare di Fondi e Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale Romano della Segnatura Apostolica. Verrà eseguita la “Missa Pontificalis Prima a tre voci dispari e organo” del M° Lorenzo Perosi, all’organo il M° Paolo Cipolla Presteranno servizio le Guardie d’onore ai Santuari mariani Al termine della S. Messa omaggio floreale alla SS.ma Vergine da parte dei Vigili del fuoco. MERCOLEDÌ 28 MAGGIO Giornata della sofferenza Ore 17.30 - Raduno in chiesa degli ammalati e celebrazione della S. Messa. Amministrazione dell’Olio degli Inferni. Ore 18.30 - Processione Eucaristica e benedizione degli ammalati sul sagrato antistante la chiesa parrocchiale. Interverranno i Fratelli e le Sorelle dell’U.N.I.T.A.L.S.I. DOMENICA 1 GIUGNO Giornata della festa esterna Ore 7.00 - S. Messa dell’Aurora celebrata sul sagrato del Santuario. Ore 11.00 - S. Messa solenne celebrata da Mons. Carmelo Smedila. Ore 17.00 - Giro del complesso bandistico “Città di Aci Bonaccorsi” per le vie della parrocchia. ore 17.30 - Recita del S. Rosario - Coroncina a Maria SS.ma dell’Aiuto Ore 18.00 - Celebrazione della S. Messa. ore 19.00 - Processione della venerata Immagine di Maria SS.ma dell’Aiuto per le vie: S. Giovanni, Garibaldi, SS.ma Trinità, Pozzo Mulino (sosta di preghiera presso il luogo ove secondo la tradizione si trovava il Quadro della Madonna nell’anno della traslazione 1641), S. Barbara, Garibaldi, Abate Ferrara (sosta di preghiera presso l’Icona della Madonna), Sapuppo, SS.ma Trinità, Naumachia, Piazza Maravigna (sosta presso la chiesa di S. Giuseppe al Transito, ove saranno celebrati i vespri Solenni della Beata Vergine, animati dalla Corale “S. Agata al Carcere” diretta dal M° Giovanni Raddino, all’organo il M° Paolo Cipolla). Proseguimento della processione per le vie: Reitano, Di Giacomo, Gentile, Plebiscito, S. Maria dell’Aiuto, Sapuppo, SS.ma Trinità (sosta di preghiera presso l’altarino della Madonna), Garibaldi, Politi, Orfanelli, Cortile S. Pantaleone (sosta di preghiera presso i resti del Foro Romano ove avvenne la decapitazione del Diacono S. Euplio), S. Giovanni. Al rientro della processione, spettacolo pirotecnico dinanzi al sagrato della chiesa parrocchiale. Al rientro in Santuario canto dell’inno a Maria SS.ma dell’Aiuto e della salve Regina. Catania lì 10 Aprile 2014. ® 9 Prospettive - 11 maggio 2014 DIOCESI Reliquia di San Giovanni Paolo II esposta alla pubblica venerazione Caro ai catanesi il ricordo di Papa Wojtyła nche Catania ha partecipato domenica 27 aprile, ottava di Pasqua di Resurrezione, alla storica e memorabile giornata giubilare della canonizzazione congiunta di due amatissimi Pontefici, i beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Il parroco delle parrocchie della Civita, San Francesco di Paola e San Gaetano alla Marina, sac. Giuseppe Scrivano, è riuscito ad avere dalla Postulazione della causa di beatificazione-canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II una reliquia di 1° grado del nuovo santo che, tramite le Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari della casa di riposo di via Vittorio Emanuele, angolo via Serravalle, è stata donata per essere esposta permanentemente alla devozione dei fedeli nella parrocchia di piazza San Francesco di Paola assieme ad un simulacro processionale del novello santo. La sera di sabato 26 aprile, la comunità interparrocchiale ha celebrato una veglia eucaristica comunitaria in preparazione alla festa della Divina Misericordia, nella domenica in albis. Nel tardo pomeriggio di domenica 27, sono convenuti nella chiesa San Francesco di Paola tanti fedeli, provenienti anche da ogni parte della città e dell’hinterland, per partecipare ad un’altra veglia eucaristica e alla proiezione di due filmati concernenti l’elezione dei due santi Papi, avvenuta rispettivamente nel mese di ottobre del 1958 e del 1978, nonché una breve sintesi del loro servizio apostolico come vescovi di Roma e successori dell’apostolo Pietro. A Una grande folla ha assistito anche al commovente rito di intronizzazione della reliquia (una ciocca di capelli esposta in una teca argentea aurata, di forma rotonda e munita del sigillo della postulazione della causa di canonizzazione) del Pontefice Giovanni Paolo II, iscritto nell’albo dei santi a Roma in mattinata assieme a Papa Giovanni XXIII. La solenne celebrazione della santa messa stazionale pasquale “Quasi modo”, nella festa liturgica della Divina Misericordia, alla quale è annessa la possibilità di poter lucrare l’indulgenza plenaria stabilita dalla Chiesa per gli anni giubilari, è stata presieduta dal parroco padre Scrivano, cappellano dell’Opera dell’Apostolato Marittimo e assistente spirituale della Misericordia Porto, con l’animazione dei canti della corale interparrocchiale che ha eseguito l’inno in onore di San Giovanni Paolo II composto dal m° mons. Marco Frisina utilizzando le memorabili parole pronunciate dal giovane Papa la mattina del rito di inizio di ponti- ficato. Alla conclusione della celebrazione eucaristica, tutti hanno potuto baciare la preziosa reliquia di Papa Woyti- la nel ricordo del pellegrinaggio apostolico che compì a Catania il 4-5 novembre 1994. Alcuni dei presenti hanno ricordato anche la visita che, da vicario capitolare dell’arcidiocesi di Cracovia e padre conciliare, fece nell’autunno del 1962 alla nostra città, ospite dell’Arcivescovo mons. Guido Luigi Bentivoglio: in quell’occasione, il giovane presule polacco, ebbe modo di sostare in preghiera davanti all’altarino della Madonna della Neve, sull’Etna. Giovanni Paolo II è stato l’unico Papa che è venuto a Catania nel II millennio dell’era cristiana e la sua visita pastorale alla nostra Chiesa è rimasta un evento storico memorabile. Il reliquiario e la teca traspa- Ricordo catanese di San Giovanni XXIII Anche mons. Angelo Roncalli, allora presidente per l’Italia dell’Opera Propagazione della Fede, nel settembre 1923 fu a Catania e tenne al clero, in arcivescovado, una conferenza su “L’Eucaristìa: compendio vivente del Credo Cattolico”, in occasione del 40° anniversario di consacrazione episcopale del cardinale arcivescovo Giuseppe Francica Nava del quale fu ospite, come ebbe a ricorda- re nel radiomessaggio trasmesso dalla Radio Televisione Italiana, in collegamento con Radio Vaticana dalla residenza di Castel Gandolfo, la sera della domenica 13 settembre 1959 a conclusione del XVI Congresso Eucaristico Nazionale che si tenne appunto nella nostra città. “Oh come ricordiamo Catania”, disse in diretta, “dai giorni felici del Nostro incontro con il suo venerato arcivescovo car- dinale Nava, che Ci volle ospitare nella sua casa, al Nostro passaggio di là nel 1923, mentre eravamo applicati al servizio di ripresa e di fervore delle energie di cooperazione missionaria in Italia…”. Nel 40° anniversario della sua visita a Catania avvenuta nel 1923, è stata posta nel loggiato del palazzo arcivescovile una lapide in latino che ricorda l’evento e anche il discorso del 1959. rente di protezione della reliquia sono stati donati dal Lions Club Catania Host per iniziativa della presidente prof. ssa Antonella Mandalà. La reliquia parteciperà alla solenne quindicina carmelitana del prossimo luglio, nel santuario diocesano Maria SS.ma Annunziata al Carmine, in onore di San Giovanni Paolo II che per tutta la vita aveva indossato lo scapolare mariano. La reliquia di San Giovanni Paolo II, concessa dalla Santa Sede, resterà per sempre esposta alla pubblica venerazione nella parrocchiale San Francesco di Paola, sul cui portale troneggia una gigantografia del santo Pontefice visibile anche dall’interno. Alla festa di intronizzazione hanno partecipato tutte le realtà ecclesiali, civili e militari operanti nel territorio della Civita: bambini e genitori del catechismo, Gruppo Scout Catania 14, Suore Francescane dell’Immacolata di Lipari, Circolo Minimo Paolotto, Circolo San Gaetano, Misericordia Porto, Legio Mariae, Lions Club Catania Host, Italia Nostra, Capitaneria di Porto Guardia Costiera, Associazione nazionale Marinai d’Italia, Guardia di Finanza, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, Pattuglia Aerea Navale, Gruppo Ormeggiatori, Piloti e Rimorchiatori, Ufficio della Dogana, Ufficio del Demanio Marittimo, Ufficio regionale espletamento gare di appalto lavori pubblici, Sanità Marittima ed Area di Frontiera, Società Cooperativa La Portuale II. Blanc Il direttore della Caritas incontra le famiglie e i bambini di Talità Kum Aprire i cuori alla speranza n’isola di speranza nel cuore di una delle tante periferie esistenziali tanto care a Papa Francesco. Il direttore della Caritas diocesana, Don Piero Galvano, ha presentato cosi il centro di aggregazione per minori, Talità Kum, durante l’incontro con le famiglie e i bambini, presso il cortile dell’Opera-segno in viale Moncada, 2, a Librino. Un impegno che continua dal 2007 in uno dei quartieri più difficili e problematici della provincia di Catania, e che ogni giorno offre a più di cento bambini una speranza concreta di cambiamento. Dove le istituzioni vengono a mancare in un contesto di forte emergenza educativa, la Caritas diocesana, con il sostegno di tutta la Chiesa catanese, è riuscita a creare un’oasi felice anche per le famiglie che hanno trovato uno spazio in cui dialogare e crescere insieme. La speranza e la famiglia sono stati il tema centrale dell’incontro. Don Piero durante la celebrazione eucaristica animata dai volontari e dagli stessi bambini si è rivolto direttamente alle famiglie presenti esortandole a condividere le attività del centro: “Oggi siamo qui per continuare a credere nella speranza, guai a fermarsi davanti alle difficoltà e ai problemi quotidiani. Siamo qui per ricordare che bisogna continuare il lavoro intrapreso in questi anni senza U dimenticare che solo il Signore è capace di aprire i nostri cuori. Lo dobbiamo fare per questi bambini che ci hanno detto prima della messa che vogliono un mondo fatto da pace, giustizia e amicizia”. Il direttore della Caritas ha poi rivolto una domanda direttamente ai bambini: “Ma chi ci dà tutte queste cose? Siete capaci di dirmelo. Ve lo dico io. La risposta è semplice: è solo il Signore che ci dona la vera amicizia, la vera giustizia, la vera pace. Nessuno di noi è capace di farlo”. Don Piero ha esortato anche ad avere più fiducia nel prossimo: “Se avessimo un pò di fede in più anche le cose tra noi cambierebbero, tutto sarebbe più semplice, litigheremo di meno. Bisogna avere più fiducia nel prossimo, che è il tuo compagno di classe, il tuo compagno di giochi, tua sorella, o fratello, essere propositivi per credere nel valore dell’altro”. Fiducia che sta alla base di ogni rapporto, sopratutto in famiglia: “La fiducia nell’altro ci permette di cambiare vita ma per farlo dobbiamo far entrare nelle nostre case un Persona importane: Il Signore Gesù. Se nelle nostre famiglie non entra la Luce di Dio tutto va a rotoli”. Infine il direttore diocesano ha ricordato ai bambini l’importanza dell’umiltà e della riconoscenza: “Prima di apprestarci alla eucarestia vi ricordo che nella vita bisogna essere umili e riconoscenti specie in famiglia. Il marito deve dire grazie alla moglie, la moglie al marito, i genitori ai figli, i figli ai genitori, e cosi discorrendo. Anche con gli educatori, dire un grazie anche a loro non guasta mai. Impariamo a dire grazie con umiltà nella semplicità che viene dal Signore. Solo cosi se apriamo i nostri cuori possiamo aprirci alla speranza viva di Gesù”. Da segnalare le numerose attività che vengono svolte nel pomeriggio dal lunedì al venerdì per bambini e ragazzi dai 2 ai 17 anni: sostegno scolastico, laboratori di creatività, corsi di informatica, pittura, danza, clowneria, lotta greco romana, violi- no, coro, calcio, cucina, teatro. E tanto altro. I locali del centro Talità Kum si trovano al primo piano di uno stabile che si affaccia tra grigi e desolanti palazzoni di cemento, proprio di fronte al cosiddetto ‘Palazzo di cemento’, simbolo del degrado sociale a Librino. Stanze colorate e piene di allegria che stridono con l’esterno ma che riempiono le ore pomeridiane dei ragazzi grazie all’insostituibile lavoro dei tanti volontari che in Talità Kum hanno sperimentato la gioia autentica del donarsi senza ricevere nulla in cambio. Per i bambini è a disposizione anche una ricca biblioteca multimediale, otto personal computer collegati in rete e dvd multimediali per ragazzi disabili. Ma c’è dell’altro. Come lo Straludobus, un camper coloratissimo trasformato in una ludoteca itinerante che va in giro per il quartiere ad arricchire la già ampia offerta formativa. ® 10 Prospettive - 11 maggio 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo LA PORTA IV DOM DI PASQUA /A - At 2,14a,36-41; Sal 22/23,1-6; I Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10 La definizione che Gesù si dà è, certamente, innovativa. Si definisce “porta” con tutto quello che questa significa. Significa accoglienza. significa libertà, significa possibilità di fruire della casa, significa comunione, significa apertura, significa benessere, significa sicurezza. Sono tutti sentimenti di cui l’uomo ha bisogno, di cui sente la necessità. La certezza di poter contare su qualcuno è ciò di cui noi tutti abbiamo bisogno. San Pietro negli Atti degli Apostoli dà questa sicurezza: “Sappia con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”. Si deve sapere con certezza che se c’è qualcuno su cui noi cristiani possiamo contare è quel Gesù che Dio ha costituito Signore e Cristo. Perché è lui che si è offerto come la porta per entrare in comunione con Dio ed in comunione con gli altri uomini. Se l’umanità può contare su un rinnovamento della vita questo lo può fare con Gesù e attraverso Gesù. Infatti la sua vita è passata in mezzo agli uomini istruendo, facendo del bene, curando gli ammalati, in altre parole amando. È di amore che noi tutti abbiamo bisogno. Tutto è importante nella vita, ma non certamente quanto l’amore. Quanto la capacità di soffrire per amare e non fare del male. Dice Pie- tro: “Se facendo il bene, sopportate con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito a Dio”. Perché fare il bene sopportando con pazienza la sofferenza? Perché è questa la nostra chiamata: “A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme”. È l’unico esempio di vita per noi cristiani. Ha insegnato liberando gli uomini dall’ignoranza, ha guarito liberando l’uomo dalla malattia, ha detto di amarci fino alla morte e ci ha amati fino alla morte. Ha realizzato, in altri termini, la sua missione voluta da Dio fino alla morte, soffrendo fino ad esclamare “Signore perché mi hai abbandonato? e fino a richiedere “se questo calice non può passare oltre sia fatta la sua volontà”. Questo significa la porta che lui è. Una accettazione totale di Dio ed una comunione sconfinata con Lui. Non esiste aspetto della vita che sia senza sofferenza. Amare significa rinunciare a se stessi e quindi soffrire, significa accontentare gli altri e quindi soffrire. Ma se la Chiesa che noi formiamo vuole essere aderente a Cristo non può non seguire il suo esempio. Ma la Chiesa, cioè noi cristiani, è capace di entrare per questa porta, oppure la tentazione non la induce ad entrare per altri varchi che non sono Gesù Cristo? Questa è la domanda che dobbiamo fare a noi stessi, per rispondere seriamente alla nostra chiamata di essere per il mondo porta che introduce al cielo. Leone Calambrogio San Paolo in briciole Norme di comportamento Col 3,12-17 “Scelti da Dio santi e amati” rivestitevi dunque di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza”. Questi sono i sentimenti che deve avere l’uomo nuovo. L’uomo nuovo che si è rivestito dei sentimenti di Cristo e che deve essere pieno di amore, buono, mansueto e paziente e possedere gli elementi che rendono possibile l’ac- coglienza e la comunicazione. Questi sentimenti ci rendono ottimi comunicatori. Bisogna evitare l’arroganza cercando di sopportare qualsiasi cosa, pronti al perdono reciproco. Come il Signore ha perdonato a noi tutti “così’ fate anche voi”. Non bisogna dimenticare la riconoscenza e la gratitudine verso tutti per quello che si riceve. La parola di Cristo sia la guida di ogni cristiano. Essa deve dimorare abbondantemente in ognuno. Non bisogna dimenticare che l’ammonizione va fatta “con ogni sapienza”, in un contesto di profonda gratitudine a Dio, compiendo tutto nel nome di Cristo. L.C. Incontrare Cristo è cambiar e rotta e indirizzar e la prora del cuore verso le cose che il Pastore ama Dio, pastore di libertà e di futuro Vita Gesù è venuto dal Padre come intenzione di bene, come pastore di vita abbondante perché ciascuno sia datore di vita. Dobbiamo ringraziare Dio perché ci dà momenti di quiete contemplativa. Possiamo dedicare un po’ di tempo alla preghiera, alla riflessione e alla meditazione. Possiamo rivedere gli avvenimenti, gli incontri, le persone che sono entrate nella nostra vita e offrirle nella preghiera al Signore. Possiamo ripensare al cumulo di impegni attraverso i quali siamo passati e cerchiamo di ordinarli nella nostra mente. Ci sforziamo di cogliere il significato delle diverse esperienze, di valutarle alla luce del Vangelo a imitazione di Maria che “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Nel fare ciò ci accorgiamo di stare vivendo, per dono di Dio, quella che si potrebbe chiamare la “dimensione contemplativa” dell’esistenza: cioè quel momento di distacco dall’incalzare delle cose, di riflessione, di valutazione alla luce della fede, che è tanto necessario per non essere travolti dal vortice degli impegni quotidiani. Tempo dello Spirito È proprio su questo prezioso “tempo dello spirito” che desideriamo fermarci . Tra le tante cose che possiamo osservare e ammirare, accanto alle splendide iniziative che fioriscono dovunque, ci sembra sia utile richiamare l’importanza degli spazi di riflessione contemplativa, non per diminuire l’impegno, ma per renderlo più cosciente e attento. Il costruttore della parabola evangelica che prima di iniziare la torre si siede e fa i suoi conti, non perde tempo, ma ne guadagna. Il lavoro procederà così più spedito e lieto. La Chiesa desidera che queste parole siano un messaggio per tutti gli uomini di buona volontà, spesso appesantiti dall’accumulo delle fatiche quotidiane e dalla molteplicità delle preoccupazioni. Vorremmo dire loro che ammiriamo l’impegno stressante per la costruzione della città, per la difesa e la diffusione del benessere, per il trionfo dell’ordine contro la minaccia sempre incombente del disordine e dello sfascio. Ma desideriamo anche sottolineare che l’ansia della vita non è la legge suprema, non è una condanna inevitabile. Essa è vinta da un senso più profondo dell’essere dell’uomo, da un ritorno alle radici dell’esistenza. Questo senso dell’essere, questo ritorno alle radici ci permettono di guardare con più fermezza e serenità ai gravissimi problemi che la difesa e la promozione della convivenza civile ci propongono ogni giorno. Tuttavia desideriamo approfondire ulteriormente il discorso alla luce della fede, esplorando le profondità della persona redenta da Cristo, mostrando gli orizzonti reali e meravigliosi su cui ci fa aprire gli occhi la riflessione sul mistero della preghiera, in particolare sulla “preghiera eucaristica silenziosa”. Intendiamo accennare prima di tutto alla “preghiera silenziosa”, cioè di tutti quegli aspetti del rapporto dell’uomo con Dio in cui è sottolineata la dimensione contemplativa dell’esistenza: silenzio, ascolto della Parola, adorazione, riflessione, meditazione, ecc. Questo atteggiamento interiore non isola la persona dalla realtà della Chiesa e del mondo, ma aiuta ad immergervela seriamente e responsabilmente. Intendiamo evidenziare come questo tipo di preghiera si può chiamare “eucaristica”, perché ha come centro e punto di riferimento il mistero del Corpo del Signore, cioè l’Eucaristia. Essa aiuta a riscoprire quegli atteggiamenti di gratuità, di lode, di dono serio della vita che sono frutto del mistero eucaristico per la Chiesa. Prendendo il tema della dimensione contemplativa, che si specifica poi come “preghiera eucaristica silenziosa”, a oggetto delle indicazioni pastorali , intendiamo anche favorire il tema dell’Eucarestia: L’Eucaristia al centro della comunità e della sua missione. Bisognerà allora riflettere esplicitamente sulla grande preghiera eucaristica pubblica, sulle manifestazioni solenni del culto verso l’Eucaristia e sulle loro conseguenze per la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Questo messaggio può essere inteso come un messaggio di pausa riflessiva, che già orienti verso il centro della vita dell’uomo redento, cioè l’ Eucaristia . Per questo invitiamo tutti i battezzati della Diocesi ad un serio esame su questo tema, e alla promozione di iniziative che aiuteranno a concentrare l’attenzione su questo aspetto fondamentale dell’esistenza cristiana. A tutti coloro che per grazia e per vocazione sono “maestri della preghiera”, ai sacerdoti, religiosi e religiose, specialmente di vita contemplativa, e a tutti quei battezzati che sentono in sé in modo speciale la grazia della preghiera di silenziosa adorazione e di ascolto della Parola, ai membri dell’Azione Cattolica e di altri gruppi e movimenti ecclesiali e a quanti sono impegnati nell’apostolato, sono rivolte in modo tutto speciale queste indicazioni. Possiamo fare prima di tutto una breve analisi della situazione attuale: come è vissuto nella nostra società e nella nostra Chiesa il momento contemplativo dell’esistenza? Possiamo chiarire i rapporti tra preghiera, silenzio e struttura della persona umana, e approfondire i rapporti fra preghiera e Eucarestia. Potremmo ricordare alcune caratteristiche più vistose della maniera in cui oggi è vissuta l’istanza contemplativa della vita, nello sfondo della cultura attuale, e su di esso cercare di cogliere il cammino che facciamo. Tra le molte cose che si possono dire sulla maniera in cui è vissuta oggi la dimensione contemplativa dell’esistenza, vengono alla mente le seguenti: la disabitudine presso la grande massa alla pratica della preghiera e delle pause contemplative. In questo la nostra civiltà occidentale si distingue nettamente dalle civiltà dell’Oriente dove sono in onore la pratica e le tecniche contemplative e il gusto per la riflessione profonda; la ricerca, diversamente motivata, presso alcuni gruppi, di forme e momenti più intensi di preghiera. Padre Angelico Savarino 11 Prospettive - 11 maggio 2014 l’intervista Indietro nel tempo intervistando Luigi Pirandello Passa la gloria del mondo Mie ultime volontà da rispettare I. Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzi né partecipazioni. II. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso. III. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. IV. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere, perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra della campagna di Girgenti, dove nacqui. Luigi Pirandello uesto, quanto leggo in un brandello di foglio di giornale che trovo nella mia caotica libreria, mentre mi accingo a sistemare i numerosi libri che ne affastellano i ripiani. Ed ecco che ripongo su un piano i testi di greco di memoria liceale e quelli di latino. In un altro settore quelli di storia, più in basso i volumi di filosofia e poi quelli di letteratura italiana. Infine uno scaffale è dedicato alle mie pubblicazioni. Ho sempre avuto la certezza che i libri costituiscano una vita silente che necessita di essere interrogata, un universo di conoscenza da esplorare, un magnete che divora l’anima e la mente e ti cambia interiormente. Quello stralcio di giornale sta lì, sul nudo pavimento, quasi fosse una voce ammutolita da tempo che adesso desidera parlare. Adesso mi coglie un torpore: sono stanca e così mi assopisco. Sono in una vallata, in lontananza i templi solenni con la loro mole imperitura sono un richiamo all’eternità dell’arte e giù l’immensa distesa marina luccicante ai bagliori del sole che giungono come un caldo abbraccio. In fondo alla strada bucolica una casa modesta in nuda pietra e accanto una roccia rinfrescata dall’ombra di un pino contenente nel suo litico cuore un’anfora greca. Sono emozionata e non riesco a trattenere le lacrime. Riconosco l’urna che contiene le ceneri di Luigi Pirandello e la piccola e umile dimora del Kaos. Ora odo una voce pacata e magnetica che si accompagna a una leggera brezza marina e che così si esprime: Io dunque son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti. Colà la mia famiglia si era rifugiata dal terribile colera del 1867, che infierì fortemente nella Sicilia. Quella campagna, però, porta scritto l’appellativo di Lina, messo da mio padre in ricordo della prima figlia appena nata e che è maggiore Q di me di un anno; ma nessuno si è adattato al nuovo nome, e quella campagna continua, per i piú, a chiamarsi Càvusu, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xàos. Chi parla? Non vedo alcuna persona! Ho sentito bene? Nato nella campagna di Girgenti (l’attuale Agrigento) denominata Kaos! Non posso crederci! È lui! Luigi Pirandello! Professore, lei giunge a me, e io ne sono profondamente lusingata. Il suo messaggio esistenziale mi è rimasto scolpito nell’animo perché lo si evince in ogni ambito umano. Ricordo quando a scuola l’insegnante mi spiegò il sentimento del contrario e l’avvertimento del contrario: ogni fenomeno comportamentale può suscitare l’ilarità, può stimolare il riso ed essere contemporaneamente anche espressione di tristezza e di un’antica malinconia. <<Mi hanno definito un isolato, uno difficile da inquadrare in un movimento letterario ben definito. Nelle mie opere trovi riflessioni sull’esistenza e sul ruolo dell’uomo nella società con l’impossibilità di trovare una soluzione che sconvolge la crisi dei singoli individui. La vita è movimento e caos, ogni momento non è mai uguale all’altro, ogni evento è in continua trasformazione. Smarrimento, solitudine, incomunicabilità, l’illusione degli ideali politici. L’individuo è in eterno conflitto con se stesso; da una parte la natura con le sue pulsioni, dall’altra la società con le sue maschere, con le sue convenzioni che non fanno altro che mortificare la coscienza dell’individuo. È compito dell’arte mettere a nudo questo dissidio per portarlo nell’ambito della consapevolezza.>> Professore, mi rode una curiosità, quasi uno strazio interiore, ma mi dica perché quel testamento “Andarsene sul carro dei poveri, non essere accompagnato da alcuno, essere disperso al vento. Un uomo celebre che va via chiudendosi la porta alle spal- le senza un saluto, senza un pensiero, chiedendo di essere coperto appena da un lenzuolo? <<Figlia mia, avevo già chiuso gli occhi nel riposo eterno e mi veniva da sorridere, vedendo il capo del Governo, il Duce indignato dibatteva i pugni perché era negato a un genio il discorso di commiato. In quella quiete eterna con la mia volontà testamentaria annunciavo di essere libero e solo e di non appartenere a nessun altro se non al vento. Il giorno seguente, la nebbia infradiciava gli ultimi fiori secchi di quel giardinetto dietro a quel cancello di via Antonio Bosio. Un povero cavallo attaccato al carro dei poveri era fermo sulla strada bagnata, tutto puntato in avanti per non scivolare. La bara di abete tinto da poco con una mano di terra bruna, fu collocata sul carro, e i pochi amici rimasero fermi davanti al cancello a vederla partire verso gli alberi brumosi in fondo al viale. Sic transit gloria mundi….>> Stefania Bonifacio La biografia completa di Don Giussani sarà presentata a Catania al teatro ABC Chi cerca la bellezza trova Cristo on Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – povera di pane, ma ricca di musica; e così, sin dall’inizio era toccato, anzi ferito dal desiderio della bellezza; non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia». Così si esprimeva l’allora card. Ratzinger nell’omelia tenuta al funerale di don Giussani, il sacerdote brianzolo che ha dato vita al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione oggi diffuso in decine di paesi in tutto il mondo. Don Giussani ha sempre sostenuto che tutto ciò che negli anni è nato dalla sua fede e dalla sua passione educativa, affonda le radici nel rapporto con la mamma fervente cattolica e con il padre convinto socialista la cui sensibilità umana diviene la prima, affascinante testimonianza di quello che, divenuto prete e insegnante, chiamerà “il senso religioso”. Il suo impegno educativo, iniziato nelle aule del liceo “Berchet” di Milano nel 1954, si focalizza su uno scopo: «mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita. Mi ero profondamente persuaso che una fede che non potesse essere reperta e trovata nell’esperienza presente, confer- «D mata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice l’opposto». Per don Giussani l’incontro con Cristo ridesta e rilancia le domande dell’uomo, permette di tenere aperta e viva l’attesa della ragione umana e consente così di intercettare e accettare le sfide che la modernità pone alla effettiva rilevanza del cristianesimo nella vita personale, sociale, culturale. La prima biografia completa del servo di Dio don Luigi Giussani curata da Alberto Savorana, verrà presentata a Catania il 16 maggio 2014 alle ore 19.30 presso il teatro ABC, via Pietro Mascagni, 92. Interverranno: l’autore del libro Alberto Savorana, Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. Sarà presente S.E. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania. Salvatore De Mauro 12 Prospettive - 11 maggio 2014 RUBRICHE Inaugurato all’università di Catania il 0aster sul 0anagement pubblico dello sviluppo locale L’efficacia dipende dall’efficienza e dalla velocità l dipartimento di scienze politiche e sociali è stato inaugurata la IV edizione del master in Management pubblico dello sviluppo locale coordinato dal prof. Renato D’Amico; testimonial e modello da seguire per il suo proficuo e fruttuoso lavoro, il presidente Pietro Martello, brontese di nascita, magistrato con il grado di Consigliere della Corte di Cassazione e pubblicista, e dalla fine del 2011 Presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Milano, la più importante d’Italia, con un record indice di efficienza (meno di sei mesi in media per causa), niente arretrati e un contenzioso praticamente annullato. Il master ha avuto per titolo “Sviluppo locale e tempi della Giustizia in Italia: fattori di sistema e buone prassi”. Ha aperto i lavori il prof. D’Amico presentando obiettivi, sbocchi professionali e finalità del corso sottolineando la “mission” del master è A proprio quella di “formare una figura che riesca a “cucire” i rapporti far gli interessi pubblici e privati anche nel quadro delle politiche Ue, in una logica di governance di rete; per recuperare la capacità progettuale di una società usa e getta”. Il presidente Martello osserva: “La Giustizia dovrebbe predisporre gli strumenti per raggiungere un risultato efficace. Ma sono i fattori di sistema a fare la differenza. Un buon sistema produce buone prassi. Se l’obiettivo è l’efficacia dell’azione, l’efficienza dovrebbe accelerare i tempi in cui ottenere l’efficacia”. La sua tesi viene avvalorata dalla sua citazione degli ultimi rapporti del Consiglio d’Europa che vedono incredibilmente l’Italia al secondo posto in termini di produttività della Magistratura e ha riferito anche che lo smaltimento del contenzioso che in Italia cresce più del resto d’Europa. Sono molte le domande: perché l’eccessiva durata dei processi? La macchina processuale viene attivata dai cittadini per ottenere giustizia e invece subiscono illegittima compressione del diritto. Interessante la specularità dell’incontro che ha focalizzato il punto di vista dei giudici e degli avvocati, l’avv. Marco Tortorici, civilista e componente del Consiglio dell’Ordine ha presentato le emergenze con le quali gli avvocati si trovano a relazionare, come la chiusura delle sedi decentrate del tribunale avvenuta nei mesi scorsi. “Pensavamo che i tagli avrebbero potuto migliorare la tem- Presentazione del libro “Catania Mariana” di mons. Giovanni lanzafame Lunedì 12, alle 17 nel salone dei vescovi del palazzo arcivescovile, dove si trova la seicentesca statua della Madonna dell’Indirizzo verrà presentato il libro di mons. Giovanni Lanzafame “Catania Mariana”. Presiederà l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina; interverrà il giornalista prof. Antonino Blandini per considerazioni e prefazione sull’opera. Saluto e conclusione di mons. Giovanni Lanzafame, mariologo e autore dell’opera. Durante la presentazione saranno proiettate foto antiche e recenti del culto mariano a Catania. Interverrà la Corale Maria Santissima Immacolata di Belpasso che interpreterà canti mariani del patrimonio musicale catanese del sec. XIX; tra i pezzi la coroncina della Madonna della Salute scritta dal maestro Tarallo. ® Intervista al Presidente Piero Martello Perché funziona la sua sezione? “È una sezione ben organizzata favorisce anche il rispetto dei tempi stretti previsti dal codice del lavoro. Ogni anno si esauriscono più cause di quante non ne entrino. Insomma non si crea arretrato. In questo momento non abbiamo cause antecedenti al 2012. E poi anche la durata media dei procedimenti, scesa al di sotto dei sei mesi”. Che significa fattori di sistema? “Ottimi colleghi ,organizzazione, rispetto dei tempi previsti dalla legge”. Le ragioni di una giustizia lenta? “Le cause sono multiple – segnala il presidente - e multiple le soluzioni. Ci sono carenze strutturali sempre più incisive e un personale amministrativo sempre più esiguo per il blocco del turnover”. Ve l’immaginate un chirurgo che opera senza l’infermiere? Ma ci sono anche – evidenzia - le responsabilità dei magistrati, in passato le sentenze erano meditate articolate come tesi, adesso si crede che ci sia una valenza maggiore in una sentenza che, oltre che efficace, sia anche veloce. La magistratura sta cambiando. E la pubblica amministrazione?”. L’utilità delle buone prassi? “Sicuramente, soprattutto dove ci sono pochi giudici i carichi si appesantiscono e i tempi si allungano, ma è il sistema che si deve far funzionare. La legge consente pratiche dilatorie permettendo agli avvocati di far durare a lungo la causa”. La recente innovazione normativa sul lavoro cosa ha comportato? Una sua illuminante considerazione che deriva dalla lunga esperienza? “La situazione economica incide: più crisi, più licenziamenti, più contenzioso. Molti procedimenti vengono dal lavoro cosiddetto flessibile, ma anche il pubblico impiego, ora competenza dei tribunali del lavoro, è stato fonte di decine di migliaia di procedimenti da parte dei precari, soprattutto della scuola. La riforma Fornero ci ha complicato la vita moltissimo, anche inutilmente: ha disarticolato il processo del lavoro, istituito nel ’73, un meccanismo collaudato che funzionava bene. Adesso le modifiche imposte dalla riforma Fornero sono risultate disfunzionali e anche gli obiettivi della legge. Quindi, dove il processo funzionava, i tempi previsti dalla legge 92/2012 sono stati effettivamente rispettati. Mentre, laddove il processo del lavoro già registrava difficoltà, i nuovi termini processuali sono rimasti, per lo più, sulla carta e le cause ex Fornero vengono fissate a distanza di mesi; altro che 40 giorni. Se la Fornero avesse sentito chi lavora e chi opera nel settore, avrebbe prodotto meno guasti e più migliorie”. pistica visto l’aumento del personale in servizio a Catania. Invece molti lavoratori hanno chiesto e ottenuto per accordo sindacale di essere distaccati in altre amministrazioni pubbliche”. Per il vicepresidente Apindustrie Francesco Bizzini, al di là dei singoli settori, il problema è quello della crisi di sistema. “Sono arrivate risorse infinite nel Mezzogiorno, ma abbiamo un approccio sbagliato al bene comune, che è personalista e non generalista”. A chiusura, il neosegretario CGIL Giacomo Rota si è posto una domanda: “Le aziende delocalizzano anche in Paesi con costo del lavoro uguale o superiore a quello italiano. Perché? Da un lato i problemi di approccio al mondo del lavoro, dall’altro quello dei tempi lunghi della Giustizia con lavoratori licenziati che aspettano 4-5 anni e imprese sui quali piovono contenziosi insostenibili. Oggi il sindacalista – ha chiarito - cerca di risolvere la questione prima di arrivare alla Giustizia con un occhio ai lavoratori e l’altro all’azienda che rischia di essere strozzata dai debiti”. La giornata si è conclusa con l’apprezzamento di tutti i partecipanti e il prof. D’Amico ha specificato significativamente la valenza del corso: “Le possibilità di collocazione occupazionale delle figure formate sono ampie, per affrontare, insieme ai tanti risvolti dell’euro-progettazione, le sfide della globalizzazione”. In ambito pubblico, riguardano il complesso delle amministrazioni e degli organismi ad esse riferibili, per le quali anche i più recenti interventi normativi richiedono personale con funzioni di elevata responsabilità, e competenze specialistiche per accompagnare i processi di sviluppo. In ambito privato, le prospettive occupazionali attengono alle numerose e diverse organizzazioni con funzioni di interesse collettivo in rete con le istituzioni pubbliche. Lella Battiato
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