COMUNE DI CAGLI PROVINCIA DI PESARO E URBINO PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE DI SITO ESTRATTIVO IN LOC. DENOMINATA PONTE ALTO - POLO "COI001" B A REV. DATA DIS. DESCRIZIONE Titolo documento: STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Data: Luglio 2014 Scala: Documento n.: File: 3B 3B2 - emissioni.pdf Il Proponente: Il Progettista Specialista: & E R U 60044 Fabriano (AN) - Piazza Rosselli, 3 I N ZIO A R IB V IS I N ZIO TA LU A & M Specialisti Ambientali A TIC S U C A V GRUPPO DI PROGETTAZIONE Geologia e Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio Antonello Loiotile mARCh'INGeGNO LABORATORIO DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA Dottore Agronomo 54033 CARRARA (MS)-Via Di Turigliano, 24a 61049 URBANIA (PU)-Via XXIV Maggio,19 Tel.0585093077 Fax 0585842512 [email protected] Tel.-Fax 0722/317881 [email protected] Massimo Gardenato Ingegnere Minerario DiegoTalozzi Ingegnere e Geologo 61043 CAGLI (PU)-Via Flaminia Nord, 151/a Tel. 0721/798891 [email protected] Mirko Tassi Ingegnere e Tecnico Competente in Acustica Francesco Renzaglia Dottore Forestale Paolo Giacchini Biologo 61043 CAGLI (PU)-Via Don Giuseppe Celli, 50 Tel.-Fax 0721/787764 [email protected] Italo Grilli Ingegnere Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale INDICE Caratteristiche del progetto p. 2 Ubicazione del progetto p. 7 Caratteristiche dell’impatto potenziale p. 12 Considerazioni conclusive p. 19 Allegati: Relazione previzionale di impatto acustico (Doc. 3B.1) Relazione di valutazione delle emissioni di polveri (Doc. 3B.2) 1 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale 1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 1.1 Dimensioni del progetto Il progetto sottoposto alla verifica di assoggettabilità a VIA e per il quale è redatto il presente Rapporto preliminare ambientale riguarda il progetto di coltivazione e recupero ambientale del sito estrattivo in loc. Ponte Alto – Polo COI001 che la proponente società Ponte Alto Mineraria s.r.l. intende presentare all’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino in seguito all’Avviso Pubblico per la presentazione all’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, ai sensi dell’art.2, comma 1, lett.a) della l.r. n.30/2009 e dell’art.14 delle NTA del PPAE, di progetti di attività estrattive relativi al polo estrattivo “COI001” in loc. Ponte Alto, Comune di Cagli. Il polo estrattivo COI001 si situa nel Comune di Cagli (PU) in loc. Ponte Alto in un’area oggetto di ampie e perduranti passate attività di estrazione sia della pietra che di materiali inerti di tipo carbonatico per usi industriali ed edilizi. L’area è caratterizzata da un amplissimo fronte che si estende per 1 km ca. residuo di passate coltivazioni avvenute in diverse fasi storiche. L’area nel passato è stata oggetto anche di diversi interventi di messa in sicurezza, prima all’estremo Sud dell’esistente fronte sul finire degli anni 80 per la rimozione di una “sciolta” di materiale particolarmente fratturato (brecce generate dalla convergenza di diverse faglie); seguitamente tra il 1995 e il 2006 nella porzione Nord. Nonostante ciò la zona a Nord appare oggi come quella staticamente meno stabile non fosse altro per la maggior pendenza media del versante; pertanto si è deciso di improntare il progetto di coltivazione su tale zona tenendo conto anche dei seguenti ulteriori motivi: - Minimizzazione della rimozione di esistente superficie boscata naturale (quasi 35000 mq incluse le piste di arroccamento) - Concentrazione dei lavori nella porzione maggiormente distante dalla prospiciente ex S.S. 3 - Interessamento della minima porzione di versante (circa 52000 mq su una superficie di polo di circa 220000 mq) - Concentrazione dei lavori in area non interessata da recenti lavori di messa in sicurezza - Modalità operative volte a minimizzare il sollevamento di polveri diffuse e comunque il più lontane possibile dalla strada Flaminia e dal sito di ristoro posto sulla riva opposta del Burano 2 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Il progetto è stato strutturato in tre successivi stralci di coltivazione e una fase di recupero morfologico funzionali al progetto di ricomposizione ambientale. Sotto il profilo operativo si è scelto conseguentemente di operare secondo le seguenti linee di azione preliminari: 1. Realizzazione di una prima fase preparatoria volta a “costruire” il sito di raccolta del materiale in posizione quanto più defilata dalla strada Flaminia, dagli impianti esistenti e dal fiume Burano 2. Realizzazione di un canale di adduzione del materiale incassato e protetto dai venti dominanti ove concentrare le azioni di mitigazione delle polveri 3. Realizzazione di una viabilità di accesso che sfrutti al massimo le vecchie vie di arrocco delle passate attività e che sia funzionale a tutti gli stralci e posizionata in modo sicuro rispetto alle attività di coltivazione. Si realizzeranno in particolare due strade di arroccamento, una a partire dalla esistente viabilità che giunge alla quota di 430 ca. a Nord dell’area di intervento e una a Sud a partire dal piazzale inferiore salendo su un versante parzialmente interessato da detrito di scarico delle vecchie cave di pietra e che consente di giungere a dei piazzali di lavoro che furono realizzati anch’essi alla quota di 430 m ca. Questa viabilità è indispensabile per consentire l’accesso in sicurezza dato che una volta che i lavori di coltivazione potranno iniziare alle quote superiori tutta la zona centrale del fronte non sarà frequentabile in sicurezza ancorchè non è previsto lo scarico dall’alto per evidenti motivi di differenza di quota. Da qui un’altra viabilità di servizio condurrà in quota sul lato Sud dell’area di intervento e comunque sarà realizzata completamente all’interno del perimetro di scavo. Successivamente, sgomberando per evidenti motivi di sicurezza le aree inferiori, si inizierà a preparare le lavorazioni superiori per lo sviluppo dall’alto dei diversi stralci. In questa fase, creato un piazzale operativo alla quota di ca. 490, si procederà con la realizzazione di un sistema di trasporto su nastro trasportatore di tipo chiuso realizzato in moduli aerei posizionati su pilastri in acciaio con lo scopo di eliminare il trasporto a mezzo dumper così da ridurre ulteriormente il sollevamento di polveri connesso alla movimentazione dei mezzi. Questo sistema modulare realizzato in tronchi di ca. 20 m di lunghezza cadauno è piuttosto flessibile e verrà adeguato nel tempo con il ribassarsi dei piani di coltivazione previsti nei diversi stralci. 3 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale L’alimentazione dell’impianto di trasporto non potrà essere condotta con materiale di estrazione tal quale, ma dovrà essere eseguita una prima frantumazione con impianto mobile in prossimità dell’alimentazione del nastro. In questo modo sarà anche possibile mantenere già in quota la frazione fine (sottovaglio) per il riutilizzo nelle fasi di recupero senza doverlo addurre dalle quote inferiori con risparmio sia economico che riduzione delle emissioni inquinanti dei mezzi. Il primo stralcio intermedio (lotto I), eseguito senza soluzione di continuità con la fase preliminare descritta, prevede come quota obiettivo i 450 m ca. lasciando in abbandono gradoni alle quote 510, 490 e 470 come descritto negli elaborati progettuali, operando quindi su gradoni discendenti. In relazione alla necessità di mantenersi lontano dalla strada Flaminia ed alla volontà di salvaguardare la maggior quantità possibile del bosco soprastante i fronti si è scelta infatti una configurazione progettuale a gradoni inclinati di ca. 70°, alti 20 m ca. e con una berma di 5 m ca.. La pendenza media di inviluppo complessiva del fronte nel suo massimo sviluppo diviene pertanto di ca. 58,5°. La coltivazione del materiale avviene con preminaggio e recupero a mezzo escavatori e pala per l’alimentazione del frantoio mobile che riduce il materiale alla pezzatura caricabile sul nastro di trasporto già descritto. Successivamente si procederà con la coltivazione del secondo lotto. Questo stralcio prosegue nei fatti le lavorazioni di cui allo stralcio precedente sino a giungere alla quota 410 ca. Le modalità di lavoro sono le medesime con il tracciato dell’impianto di trasporto a nastro adeguato via via alla geometria del cantiere. In questo lotto operativo inizieranno e si completeranno i lavori di ripristino e rinaturazione del primo lotto come descritto nella sezione F del presente progetto. Infine si darà corso al terzo ed ultimo lotto operativo. Si proseguiranno così le lavorazioni di cui allo stralcio precedente sino a giungere alla configurazione finale di escavazione con il completo sviluppo dei diversi gradoni che si dispiegano sino alla quota inferiore di 350 ca.. Le modalità di lavoro sono sostanzialmente le medesime con il tracciato dell’impianto di trasporto a nastro adeguato via via alla geometria del cantiere sino al raggiungimento di quota 380 ca. dove il suo impiego diviene superfluo essendo le lavorazioni ormai prossime al piazzale inferiore di quota 330-325. 4 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale In questo lotto operativo, completati i lavori di ripristino del primo lotto, inizieranno i lavori di ripristino e rinaturazione del secondo lotto come descritto nella sezione F del presente progetto. I volumi di scavo complessivi, come meglio dettagliati in elaborato C.2, sono riassunti nella tabella seguente: Descrizione Volumi (mc) Volumi lordi scavo 1.320.260 Volumi scavo esecuzione strada 19.600 TOTALE 1.339.860 Volumi copertura terrosa riutilizzati per recupero 52.810 Volume netto utile 1.287.050 Il progetto di recupero ambientale riguarderà l’intero sito, comprese le aree del polo interessate dalle precedenti attività e consisterà in un recupero sia ad uso naturalistico che favorisca mediante l’utilizzo di essenze autoctone, il reinserimento dell’area all’interno del contesto ambientale circostante, che ad uso turistico ricreativo con la creazione di un’area di sosta attrezzata, una rete sentieristica e la previsione di ambienti museali legati alla geologia e alla lavorazione della pietra. Verrà creata anche una zona umida con lo scopo di valorizzare paesaggisticamente il sito e se possibile avere una finalità di riserva idrica per le emergenze incendi. Si precisa infine che il materiale tout-venant verrà lavorato mediante impianto di frantumazione secondaria e vagliatura installato da anni sul piazzale di cava ed utilizzato negli anni passati per la frantumazione di materiale proveniente dall’esterno ed ora in attesa di riprendere la sua operatività, che verrà rimosso (lasciando solo alcuni elementi come memoria storica) durante il completamento delle operazioni di recupero. Durante l’attività di cava, anche al fine di favorire l’utilizzo di inerti di recupero e di limitare il conferimento in discarica di macerie da costruzione e demolizione, verrà adibita parte dell’area del piazzale per accogliere tali macerie e lavorarle periodicamente (una volta all’anno) mediante carro mobile di frantumazione e vagliatura. Ciò in linea con quanto previsto al punto 6.1.3 “Criteri localizzativi indicativi (preferenziali)” dell’Allegato D al PPAE e secondo le caratteristiche funzionali e l’articolazione e l’organizzazione dell’area previste nello stesso allegato (prevedendo di 5 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale ricevere non più di 15000 t/anno di macerie). 1.2 Cumulo con altri progetti Nell’area in questione non sono previsti altri progetti. 1.3 Utilizzazione delle risorse naturali L’attività estrattiva determina necessariamente un consumo della risorsa mineraria e nella fattispecie l’estrazione di 1300000 mc di calcare da destinarsi alla produzione di inerti per l’edilizia. L’estrazione e la lavorazione avverranno attraverso macchine e impianti alimentati con fonti combustibili fossili (gasolio) ed elettricità. E’ prevista anche un limitato consumo della risorsa acqua tramite attingimento dal torrente Burano (Concessione n°6 del 22/01/2002) per l’abbattimento delle polveri. In particolare è previsto l’utilizzo di circa 2000 mc/anno di acqua. 1.4 Produzione di rifiuti Nell’ambito delle diverse attività è prevista esclusivamente la produzione di rifiuti a seguito delle attività di manutenzione dei mezzi meccanici (filtri dell’aria, dell’olio, oli esausti) che tuttavia, tendenzialmente, verranno fatte presso officine autorizzate. L’area dei piazzali di cava verrà occupata parzialmente anche da rifiuti da costruzione e demolizione in attesa di essere destinati alle operazioni di recupero per ricavarne inerti di recupero come sopra descritto. 1.5 Inquinamento e disturbi ambientali Le fonti di inquinamento sono riconducibili prima di tutto alla natura stessa del progetto che tende ad alterare la geomorfologia dei luoghi a seguito dell’attività estrattiva con conseguente asportazione di superfici boscate ed impatto visivo, poi all’attività dei mezzi meccanici per la 6 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale produzione di polveri e rumori o lo sversamento di liquidi quali oli e carburante ed infine all’uso di esplosivo, anch’esso fonte di emissioni rumorose, polveri e vibrazioni. 1.6 Rischio di incidenti L’unico rischio di incidente che può determinare un inquinamento ambientale è legato alla possibile fuoriuscita di liquidi inquinanti durante le operazioni di rifornimento carburante o cambio olio; tuttavia al fine di scongiurare tale incidente, tali operazioni verranno condotte su apposita piazzola impermeabilizzata. Eventuali rotture di circuiti idraulici durante le operazioni di escavazione sono invece molto rare (soprattutto in presenza di un’attività di manutenzione programmata dei mezzi). Gli altri rischi legati alla sicurezza verranno presi in considerazione nel Documento di Sicurezza e Salute redatto ai sensi del D.Lgs. 624/96). 1.7 Impatto sul patrimonio naturale e storico L’impatto sul patrimonio naturale è legato alle attività propedeutiche all’estrazione ovvero al taglio della vegetazione boschiva per la realizzazione di piste di arroccamento e piazzali di estrazione e al consumo delle risorse naturali successivo (attività di sfruttamento del giacimento). Dal punto di vista del patrimonio storico le attività estrattive avverranno in un’area di particolare interesse archeologico lungo il tracciato della strada consolare Flaminia; tuttavia non interferiranno affatto con tale tracciato, avvenendo gli scavi in parete, dove in ogni caso le attività verranno monitorate da esperti archeologi. Tali impatti verranno dettagliati nel proseguo della relazione a partire dalla descrizione della situazione attuale dell’area in cui insiste il progetto. 2. UBICAZIONE DEL PROGETTO 2.1 Utilizzazione attuale del territorio L’attività in progetto è volta al recupero dell’area di cava in loc. Ponte Alto (vedi inquadramenti cartografici – elaborati A di progetto) in cui, negli scorsi decenni è stata rilevante l’attività estrattiva ed ancora permangono gli impianti di frantumazione e vagliatura del tout-venant di cava. Tale cava è situata in destra idrografica del Torrente Burano. L’attuale fronte di cava è compreso tra le quote 350-500 m s.l.m. con uno sviluppo verticale massimo di 130 ml. Lateralmente, in direzione Nord7 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Sud, presenta uno sviluppo di circa 480 ml, parallelo alla S.S. 3 Flaminia. I piazzali di cava sono ubicati sul fondo valle, al di sopra dell’alveo del torrente Burano e sono raggiungibili dalla S.S. Flaminia attraverso un breve tratto di strada Comunale che costeggia questa partendo dallo svincolo posizionato in corrispondenza della stessa area di cava. Nonostante l’area di cava sia prossima al confine tra i Comuni di Cagli e Cantiano, l’ambito territoriale della stessa con riferimento alle diverse componenti ambientali può essere limitato alla porzione di territorio ricadente interamente all’interno del Comune di Cagli, vista la geomorfologia dei luoghi. La cava si colloca infatti all’interno della profonda gola scavata dal torrente Burano tra i monti Catria e Petrano e percorsa dalla S.S. Flaminia parallelamente alla vecchia strada comunale. A dimostrazione di ciò si faccia riferimento alle tavole di individuazione del bacino visuale 2.M. In termini di insediamenti, nelle vicinanze, dalla parte opposta rispetto alla Flaminia ed in corrispondenza dello svincolo è presente un ristorante che da sempre vive in simbiosi con la cava in quanto fornisce pasti a tutti colore che sono diretti alla stessa ed in generale a chi si trova a percorrere la S.S. Flaminia. I primi insediamenti residenziali si trovano a non meno di 1,5 km di distanza lungo la S.S. Flaminia e sono rappresentati dalla Fraz. di Palcano a 2,5 km in direzione di Cantiano e dalla loc. Foci a 1,5 km in direzione di Cagli. 2.2 Ricchezza relativa, qualità e capacità di rigenerazione delle risorse naturali e capacità di carico dell’ambiente naturale Suolo, sottosuolo e paesaggio Dal punto di vista della geologia dei luoghi va detto che la successione Umbro-Marchigiana affiora nell'area in progetto con le seguenti formazioni: calcare massiccio, corniola, rosso ammonitico. In particolare del calcare massiccio si conoscono in affioramento solo gli ultimi 50 metri del suo spessore (stimabile in 700-800 m). L'unità è essenzialmente rappresentata da litofacies calcaree biancastre o beige in strati spessi 4-5 metri nella parte basale dell'affioramento e 1-1,5 metri nella porzione superiore al passaggio con la formazione della corniola. Lo spessore della Corniola nella Cava di Ponte Alto è di circa 170 metri. Gli strati competenti sono composti da calcari micritici biancastri o beige con intercalazioni di liste e noduli di selce di colore nero; lo spessore degli strati è piuttosto variabile da 20 cm a 35-40 cm. 8 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Superiormente la Corniola passa al Rosso Ammonitico. La formazione in questione, non rilevabile in affioramento, in base a correlazioni stratigrafiche, potrebbe essere intercettata nei settori superiori di escavazione proposti nel presente progetto. L’attività di cava interesserà seppur in minima parte il giacimento di corniola e limitatamente alla parte più bassa dei fronti di scavo, il calcare massiccio (nella sua parte sommitale). Tali materiali, di difficile reperibilità, sono allo stato attuale insostituibili nella produzione di conglomerati cementizi e bituminosi di qualità per l’edilizia. Dal punto di vista geomorfologico nell’ambito territoriale di riferimento il paesaggio è fortemente influenzato dalle caratteristiche litologiche e morfologiche legate alle formazioni geologiche presenti. Nell’area della gola del Burano risulta infatti presente un’alternanza di superfici boscate interrotte da pareti rocciose significative delle varie emergenze geologiche. Nell’area di progetto, che come più volte detto corrisponde all’area in cui nei decenni passati è stata attiva un’intensa attività estrattiva ed i successivi interventi di messa in sicurezza dei fronti esposti, sono evidenti e non recuperati i fronti rocciosi interessati che presentano forti pendenze e risultano in parte interessati ancora dalle originarie piste di arroccamento. Sul piazzale di cava sono ancora presenti gli impianti di frantumazione e vagliatura, mascherati in parte da un’arginatura in terra rinverdita e da porzioni di vegetazione ripariale. Vegetazione e fauna Per quanto riguarda gli aspetti naturalistico-ambientali si rimanda alla relazione 2.B.5.1 “Relazione sugli aspetti faunistici, botanico-vegetazionali e paesaggistici”. Acqua Nella dorsale carbonatica Catria-Nerone sono riconosciuti tre complessi idrogeologici principali (Scaglia, maiolica, Massiccio/Corniola) separati da acquicludi la cui continuità laterale è strettamente dipendente dalle locali condizioni tettonico-strutturali e dal tipo di sedimentazione di alto e basso strutturale che ha caratterizzato il bacino giurassico. Nell’acquifero di base (Massiccio/Corniola) si hanno due tipo di circolazione idrica: una in condizioni di falda libera ed una in condizioni di falda confinata. Le acque della falda libera, rivelano le stesse caratteristiche idrodinamiche ed idrochimiche di quelle che caratterizzano gli acquiferi superiori (Maiolica, e Scaglie), tipicamente bicarbonatocalciche. La falda in pressione che viene a giorno lungo le fratture tettoniche che intersecano il corso d’acqua, presenta acque più mineralizzate in mg e SO4 a dimostrazione di maggiori tempi di contatto acqua-roccia serbatoio, 9 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale con valori estremi nel caso in cui abbiano un contatto con le Anidridi del Burano. La ricarica dell’acquifero profondo, come dimostrato dalle analisi isotopiche, avviene negli alti morfologici del M. Catria e del M. Nerone. La ricarica della falda libera avviene invece attraverso percorsi brevi in roccia a causa della permeabilità medio-medio alta del calcare massiccio e della Corniola connessa con litoclasi (fratturazioni). Allo scopo di studiare la presenza di acque di falda all’interno dell’area di cava, in data 28 gennaio 2011 è stato realizzato un foro di sondaggio nel piazzale e posto in opera un piezometro strumentato con doppia cella e lettura automatica dei dati. Il sondaggio meccanico eseguito per la posa in opera di un piezometro, è stato spinto fino a 21 metri di profondità. La prima cella piezometrica è stata posizionata alla quota di -9,0 m dal p.c. mentre la seconda cella piezometrica è stata posizionata a 18,80 m dal p.c. Durante la campagna di rilevamento idrogeologico durata 3 anni e 6 mesi, il piezometro ha registrato la presenza di una superficie piezometrica unica che presenta le seguenti caratteristiche idrodinamiche: - quota p.c. = 315.0 m slm - quota piezometrica massima = 4,87 m dal p.c. - quota piezometrica minima = 7,76 m dal p.c. - quota piezometrica media nel periodo = 5,83 m dal p.c. - tendenza a lungo periodo (10 anni) = 5,58 m dal p.c. - oscillazione piezometrica massima registrata nel periodo = 2.89 m Dall’analisi delle quote di tendenza a lungo periodo (10 anni), considerata la quota media dell’alveo del Fiume Burano nel tratto considerato, risulta che la falda freatica in questione è interferente con il regime idraulico del Fiume Burano. In particolare, le oscillazioni piezometriche registrate sono riconducibili a periodi di maggiore siccità e quindi di minor ricarica idrica della falda. Parallelamente al monitoraggio quantitativo è stato condotto anche un monitoraggio qualitativo mediante prelievi delle acque del torrente Burano a monte e a valle dell’area di cava. I dati di tale monitoraggio, riportati nella relazione idrogeologica allegata al progetto, confermano che l’area fornisce acqua di ottima qualità chimica, durezza compresa tra 10 e 20 gradi francesi e contenuto di nitrati, salvo pochissime eccezioni, sempre inferiore a 5 mg/l. Gli stessi dati confermano che si tratta di acque che compiono un breve percorso idrogeologico tanto da non poterle assimilare ad acque “tipicamente” sotterranee ma ad acque a circolazione poco attiva (permanenza breve nel sottosuolo). Risulta tuttavia evidente la presenza di alimentazioni derivanti dalla sottostante falda in pressione che viene a giorno attraverso le fratture tettoniche che intersecano in più punti il fiume Burano che, 10 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale per questo, presenta acque mineralizzate in Mg e SO4 a dimostrazione di tempi di contatto acquaroccia serbatoio più o meno lunghi, con valori estremi nel caso in cui si abbia un contatto con le Anidridi del Burano. E’ nota infatti nell’area la presenza di una falda profonda (del Burano) scoperta a seguito delle trivellazioni profonde effettuate per ricerche petrolifere dall’AGIP (pozzo Agip – 1960) con acque, che presentano conducibilità di poco superiore ai 500 μS/cm e valori piuttosto elevati di solfati (intorno a 170-180 mg/l), sfruttate da due pozzi collegati all’acquedotto di Cagli: “Pozzo BuranoAcqueter” e “Pozzo Cagli”. Il contenuto di solfati compreso fra 170 e 180 mg/l SO4 è indicativo dell’avvenuto contatto dell’acqua con le anidriti del Burano. Le profondità dei pozzi in questione sono: - Pozzo Agip (1960)= 2493,5 m - Pozzo Burano-Acquater (Cagli 1-1991) = 262,5 m - Pozzo Cagli = 90 m circa Nel Pozzo Burano (Cagli 1) è stata eseguita una prova a gradini di portata crescente, da 50 l/s fino a 400 l/s, che si è protratta dal 08/04/1992 al 16/04/1992. Durante tale prova è stato monitorato il Pozzo Cagli 2 (ubicato circa 300 m più a valle) con funzione di piezometro. Il controllo della rete superficiale nel corso dello svolgimento della prova, ha permesso di escludere qualsiasi influenza, in fase di emungimento del pozzo e sul breve e medio termine, sia sulle portate delle sorgenti, sia a livello di osservazione microsismica, a dimostrazione di volumi d’acqua considerevoli presenti nell’acquifero basale (Massiccio-Corniola). Atmosfera e rumore Dal punto di vista della qualità dell’aria, la maggior fonte di inquinamento è attualmente rappresentata dal traffico (sostenuto anche in termini di traffico merci) sulla S.S. Flaminia in quanto questa rappresenta un’importante via di comunicazione tra la Provincia di Pesaro e la Provincia di Perugia, nonché il percorso privilegiato per chi dalla provincia intende raggiungere Roma. Non esistono dati rilevati da stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria installate in corrispondenza dell’area in progetto. Anche il clima acustico dell’area è legato alla presenza della infrastruttura stradale che determina dei livelli di fondo piuttosto sostenuti nell’ambito della fascia di pertinenza acustica stradale (Fascia A larga 100 m) anche se legati alla stagionalità ed ai periodi di misura. 11 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale La propagazione di polveri e rumore nell’area risultano fortemente influenzati dai venti che si presentano prevalentemente in direzione NNW-SSE con intensità medie di 6 m/s (dati tratti dalla stazione meteorologica posizionata in località San Geronzio all’imbocco della gola del Burano e riportati nel dettaglio nell’allegata relazione di valutazione). 3. CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE Suolo e sottosuolo Il principale impatto dell’attività estrattiva è necessariamente legato al consumo di risorse non rinnovabili costituite dalle formazioni rocciose oggetto dell’attività di estrazione. Tuttavia il materiale estratto costituito da corniola non risulta sostituibile nella produzione di inerti destinati alla produzione di conglomerati cementizi e bituminosi rispondenti alle stringenti normative di prodotto, con materiali alternativi quali i sottoprodotti di altri cicli produttivi altrimenti destinati in discarica. In ogni caso parallelamente alla coltivazione della cava, verrà installato sul piazzale di lavorazione un centro di raccolta delle macerie da costruzione e demolizione che verranno recuperate per la produzione di materie prime secondarie da utilizzarsi in sostituzione dei materiali calcarei di pregio per la realizzazione di sottofondi e rilevati. Un’altra importante componente ambientale è coinvolta dall’attività estrattiva: si tratta del suolo non utile per fini estrattivi e presente a copertura del giacimento da sfruttare. L’asportazione del suolo dall’area di interesse rappresenta la prima fase dell’attività estrattiva e se non vengono adottate precise modalità di raccolta e conservazione viene disperso e non potrà più essere utilizzato negli interventi di recupero ambientale. Il suolo terrigeno verrà asportato e depositato in bassi cumuli ai margini dell’area di cava cercando di limitarne l’erosione da parte dell’acqua e del vento; tale terreno verrà poi ricollocato, unitamente alla frazione fine (sottovaglio) originatasi dalle operazioni di frantumazione primaria in quota, in alcune porzioni dell’area al fine di favorirne la rinaturazione durante le attività di recupero ambientale. Acque L’impatto sulle acque sotterranee risulta praticamente inesistente in relazione alla collocazione dell’area di escavazione e della falda. 12 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Per quello che riguarda invece le acque superficiali sono individuabili due possibili impatti: il primo di natura quantitativa, legato al prelievo delle acque dal Fiume Burano ai fini delle lavorazioni; il secondo di natura qualitativa, legato alla possibilità che alcuni inquinanti originatisi dall’attività possano essere recapitati allo stesso Fiume a seguito del dilavamento delle superfici da parte dell’acqua meteorica o dell’acqua utilizzata per l’abbattimento delle polveri o il lavaggio dei mezzi meccanici (acque reflue industriali) Relativamente all’impatto di natura quantitativa, i volumi stimati, anche sulla base dei prelievi effettuati in anni passati (quando l’impianto di frantumazione e vagliatura era comunque in funzione per la lavorazione dei materiai provenienti dall’esterno) sono limitati a qualche migliaio di mc all’anno e non sono tali da incidere sulle portate del torrente Burano, fatto salvo il protrarsi di gravi eventi siccitosi che dovessero verificarsi ai quali fanno di norma seguito divieti di emungimento da parte della Autorità. Relativamente all’impatto di natura qualitativa è possibile affermare che gli scarichi di cava in generale non contengono sostanze pericolose o tossiche e l’inquinamento derivato da essi va essenzialmente a modificare le caratteristiche fisiche piuttosto che quelle chimiche delle acque naturali in cui defluiscono. Nonostante ciò l’elevato aumento dei solidi sospesi può nuocere alla qualità ecologica del corpo idrico recettore e modificarne le stesse caratteristiche idrauliche locali. Vanno inoltre considerati i possibili incidenti che possono occorrere quali: perdite di carburanti e di olii di macchina durante le operazioni di rifornimento e di manutenzione dei mezzi di cava, che possono sommarsi ai fenomeni precedentemente descritti. Al fine di mitigare tali possibili impatti verrà completata anche al fine di ottemperare a quanto previsto dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche la rete di raccolta e trattamento delle acque reflue. In particolare le acque dilavanti i piazzali e le strade a seguito di eventi meteorici o azioni atte ad evitare il risollevamento delle polveri, verranno convogliate in apposita vasca di decantazione dei solidi sospesi impermeabilizzata da cui l’acqua potrà eventualmente essere prelevata nuovamente e riutilizzata per l’abbattimento delle polveri. I fanghi di tale vasca verranno riutilizzati nell’ambito del progetto di ricomposizione come sottoprodotti, previa dimostrazione delle caratteristiche definite dall’art. 184-bis del D.Lgs. 152/06. Le attività di rifornimento e manutenzione dei mezzi verranno invece condotte su apposita piazzola impermeabilizzata e le acque dilavanti questa verranno convogliate in apposito pozzetto disoleatore. Sarà impermeabilizzata e dotata di pozzetto decantatore anche l’area dei piazzali destinata ad accogliere le macerie da costruzione e demolizione destinate al recupero tramite azioni di frantumazione e 13 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale selezione. Tutte le acque di lavaggio e meteoriche trattate verranno scaricate unitamente alle acque dei servizi igienici in uscita da apposita fossa Imhoff sul torrente Burano in un punto esterno all’area di salvaguardia del pozzo Cagli (200 m), previa autorizzazione da richiedersi alla Provincia. Le attività di cava in ogni altro caso non interferiranno con il reticolo idrografico superficiale, fatta salva la presenza del guado sul Fiume Burano per l’accesso all’area dalla strada Comunale ormai realizzato da decenni ed autorizzato con concessione Provinciale. Rifiuti I rifiuti potenzialmente prodotti nello svolgimento dell’attività di cava e nelle operazioni ad essa connesse, sono: - Oli esausti (codice CER 130204) pari a circa 200 kg per mezzo impiegato; - Materiali di ricambio di mezzi ed impianti (filtri dell’aria e dell’olio – CER 150202 e 160107) pari ad alcuni kg all’anno; - Materiali ferrosi provenienti dalla deferrizzazione delle macerie da costruzione e demolizione (CER 191202) pari a una decina di tonnellate all’anno; - rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani. Tutti questi rifiuti verranno conservati in appositi contenitori coperti onde evitare il dilavamento ad opera di acque piovane (i contenitori degli oli verranno anche dotati di vasca di contenimento a tenuta stagna) e verranno conferite a ditte specializzate per il recupero e/o lo smaltimento previa redazione di apposito Formulario di Identificazione del Rifiuto e registrazione sul Registro di Carico e Scarico. Non si dovranno invece gestire i materiali terrigeni di scarto come rifiuti in quanto verranno riutilizzati in sito per le operazioni di recupero ambientale. Non è previsto in tal senso l’ingresso di materiale proveniente da siti esterni per le operazioni di recupero ed in ogni caso, qualora ciò si rendesse necessario si ottempererà a quanto previsto dal decreto legge 21 giugno 2013, n° 69 convertito con modifiche nella legge n° 98 del 9 agosto 2013 o dal D.lgs. 30 maggio 2008, n. 117. 14 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Vegetazione, fauna e biodiversità L’attività estrattiva necessita di superfici per poter agevolmente procedere alla coltivazione del giacimento, quindi nelle prime fasi dei lavori di cava verranno previsti come certi gli impatti legati all’asportazione della copertura vegetale presente all’interno dell’area utilizzata all’estrazione. L’asportazione del soprassuolo e del suolo coinvolge anche tutta la fauna presente in loco, dalla microfauna del suolo alle specie di maggior taglia, abili ad allontanarsi per tempo dalla zona di perturbazione. Una particolare avvertenza può essere usata nei tempi di avvio del cantiere, evitando possibilmente l’avvio delle escavazioni e delle volate nel periodo aprile-maggio, meglio se anticipate fin dal mese di febbraio; in tal modo si evita che la fauna possa occupare gli ambienti riproduttivi, spostandosi in altre zone. Tuttavia l’aver individuato il polo estrattivo all’interno di una cava dismessa (senza necessità di realizzare piazzali, strade di accesso, estese piste di arroccamento) ha consentito di limitare di molto gli impatti in tal senso ed il progetto, essendosi sviluppato su una limitata porzione del polo, in un’area ricoperta nella sola parte sommitale di un bosco con caratteristiche di minor pregio rispetto alle restanti aree, ha accentuato tale caratteristica. L’intervento di recupero tenderà poi alla rinaturazione dell’area con contestuale aumento della biodiversità associata alla presenza oltre che di superfici boscate anche di prati selvatici, giardino botanico, zone umide. Per un dettaglio degli impatti del progetto sulle componenti vegetazionali e faunistiche si faccia riferimento agli elaborati sviluppati nell’ambito dello Studio di Incidenza oltre che agli elaborati di progetto relativi alle componenti fauna, vegetazione e paesaggio (2.B.5). Paesaggio – Impatto visivo L’impatto visivo di una cava sul paesaggio si può ricondurre a due fatti essenziali: il primo è dato dal grado di contrasto tra il nuovo aspetto delle zone scavate rispetto alle circostanti; il secondo è legato all’estensione del disturbo ed è riconducibile ai volumi scavati ed in particolare alla superficie del fronte di scavo visibile sui piani dello scenario paesaggistico. Tale impatto è valutabile facendo riferimento all’individuazione del bacino visuale e risulta particolarmente ridotto in relazione alla peculiare morfologia circostante che limita il bacino visuale alle aree direttamente 15 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale prospicienti gli esistenti fronti (veadi specifica documentazione grafica allegata al progetto – Tavola 2.M). Attualmente è già presente un ampio fonte di scavo; pertanto la percezione delle nuove attività di scavo rispetto al contesto sarà limitata, tenuto conto anche della limitatezza dell’area d’intervento rispetto alle possibilità offerte dal polo estrattivo. Inoltre le fasi di coltivazione procederanno parallelamente a quelle di ricomposizione riducendone ancora di più l’impatto e ricreando aspetti del paesaggio riconoscibili all’interno della Gola del Burano (alternarsi di pareti rocciose nude e zone vegetate). La presenza di un’arginatura in terra lungo gran parte dell’esistente piazzale inferiore di cava (quota 315 ca) consentirà inoltre di nascondere alla vista di chi si troverà a transitare lungo la strada Provinciale molte delle aree di deposito e lavorazione oltre che a rappresentare un ostacolo alla propagazione delle polveri esternamente all’area di lavorazione, anche per gli effetti delle arginature sulla velocità del vento. In ogni caso relativamente a quanto concerne l’aspetto paesaggistico si rimanda ai relativi elaborati di progetto (2.B.5 e 2.F) ed in generale agli elaborati sviluppati nell’ambito della richiesta di Autorizzazione Paesaggistica. Emissioni in atmosfera Le emissioni in atmosfera sono essenzialmente emissioni di polveri ed emissioni di gas di scarico dei mezzi in circolazione nell’area di traffico e degli autocarri dei clienti di materiali inerti. Per quello che riguarda le emissioni di gas di scarico queste sono irrilevanti per quello che riguarda i mezzi d’opera impiegati nell’attività di cava; mentre per quello che riguarda la componente immessa dagli autocarri va detto che la stessa componente di traffico (max 35 autocarri al giorno) si trova attualmente a transitare sulla S.S. Flaminia diretta alle cave attive della vicina Umbria per cui la realizzazione del progetto non produrrà incrementi di tali emissioni. Per quello che riguarda invece le emissioni di polveri, questa si crea durante ogni azione connessa direttamente o indirettamente con l’attività all’interno del polo estrattivo: l’asportazione del suolo e delle coperture, l’abbattimento della roccia con esplosivi, l’estrazione con escavatori, la frantumazione dei blocchi, il caricamento ed il trasporto dell’inerte all’impianto di lavorazione, la frantumazione e la selezione dell’inerte, la presenza di ampi piazzali di stoccaggio e di lavorazione 16 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale sterrati, così come piste e rampe sempre sterrate, sono tutte fonti di produzione di polveri. Per quanto attiene i meccanismi di diffusione, oltre che le modalità di coltivazione e le caratteristiche di diversi parametri fisici del giacimento e del tipo di minerale estratto, pesano in maniera significativa anche le condizioni meteo-climatiche locali, con speciale riferimento alla ventosità e alla piovosità. Il diametro delle particelle di polvere può oscillare da pochi micron a circa 3 mm. In generale l’impatto causato dal sollevamento e dal trasporto di polveri si concretizza sotto varie forme di disturbo: nell’impatto visuale legato alla presenza nel cielo di nuvole di polvere, nella deposizione di strati di polveri sulla vegetazione, manufatti e cose presenti all’intorno e in disturbi della respirazione della popolazione residente nelle vicinanze. L’assenza di silice nella composizione del materiale estratto permette invece di escludere l’innesco di malattie quali la silicosi. Per la valutazione dell’impatto provocato dalla dispersione di polveri si è fatto riferimento alla metodologia proposta dalla Provincia di Firenze in collaborazione con ARPAT nelle “linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti” i risultati della cui applicazione sono riportati nell’allegato Doc. 3.B.2. La valutazione è stata condotta, vista la collocazione del polo estrattivo, limitatamente all’unico ricettore sensibile posto nelle vicinanze, ovvero al ristorante collocato a NNW dell’area di cava a più di 150 m di distanza. Nella relazione sono indicate anche tutte le mitigazioni attuate. Rumore Anche la produzione del rumore è collegata all’insieme delle attività svolte in cava: il tipico disturbo che si estende anche al difuori dell’area di cava è quello riferibile al traffico pesante per il trasporto del materiale estratto, seguono i rumori dei mezzi pesanti operanti in cava ed i rumore degli impianti di lavorazione legati alla frantumazione e selezione del materiale estratto. Anche in questo caso, facendo riferimento all’unico ricettore sensibile presente nelle vicinanze è stata condotta la valutazione previsionale dell’impatto acustico prodotto dalle attività di estrazione proposta nell’allegato Doc. 3.B.2. La presenza della strada Provinciale Flaminia, caratterizzata da volumi di traffico consistenti nelle immediate vicinanze dell’area di cava, utilizzata anche dai mezzi in ingresso ed in uscita dalla 17 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale stessa, fa ritenere non necessaria un’ulteriore valutazione del rumore indotto da tali mezzi lungo questa. Si precisa infine, con riferimento agli effetti del rumore sulle popolazioni animali, che la presenza della stessa strada provinciale Flaminia e lo svolgersi in passato di attività di estrazione e lavorazione di materiale lapideo, lascia presupporre una certa assuefazione al rumore da parte di tali popolazioni. Vibrazioni L’unico fenomeno di vibrazione che in cava può eventualmente raggiungere livelli di intensità chiaramente percepibili e potenzialmente dannosi, è quello relativo all’abbattimento con l’esplosivo. Durante l’esplosione è inevitabile che una parte dell’energia prodotta si trasformi in vibrazione del suolo, sebbene sia solo una piccola percentuale dell’energia utilizzata per frantumare la roccia. Gli effetti dinamici indotti dalle volate possono determinare danni alle strutture circostanti. L’insorgenza di danni può essere correlata alla velocità massima di vibrazione delle particelle del terreno in prossimità delle strutture da salvaguardare. Cosicchè considerata una carica istantanea massima di 25 kg ottenibile distribuendo il quantitativo totale necessario per una volata di 300 kg su più fori ed innescando l’esplosione di ogni carica con un detonatore/ritardatore non elettrico ed impostando una velocità di vibrazione verticale di 0,5 cm/s (limite previsto dalla DIN 4150 a 10 Hz per strutture residenziali) la distanza di influenza risulta pari a 86,5 m (vedi relazione del progetto di coltivazione 2.D). Pertanto nessun edificio/struttura si trova a tale distanza. Patrimonio culturale Come detto, l’attività non avrà effetti sul patrimonio culturale in quanto si inserisce in un’area da decenni dedicata all’attività estrattiva. Al termine delle operazioni di recupero, la stessa area oltre che essere destinata ad area attrezzata per escursioni naturalistiche riceverà anche un’area didattica in cui inserire un percorso museale legato alla lavorazione della pietra. 18 Polo COI001 Loc. Ponte Alto – CAGLI Doc. 3.B – Studio Preliminare Ambientale Ricaduta occupazionale Va infine segnalato un impatto certamente di segno positivo considerando la ricaduta occupazionale, diretta ed indiretta, che l’avvio di tale attività generalmente innesca sulle forze lavoro presenti in zona. Nelle aree rurali è stato osservato che spesso l’attività estrattiva, contando sia i lavoratori direttamente impiegati che l’indotto, diventa il riferimento economico dell’intera collettività. Va inoltre ribadito che il progetto di recupero prevede la realizzazione di un’area di sosta attrezzata per la fruizione turistico-ricettiva; pertanto l’intervento consentirà di rimuovere l’attuale limitazione d’uso del territorio per la presenza di fenomeni di instabilità locale del fronte roccioso e la restituzione dello stesso ad usi che consentiranno una ricaduta positiva in termini di occupazione. 4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Per una valutazione quantitativa e puntuale degli impatti potrà farsi riferimento al documento di progetto 2.H “Studio di impatto ambientale secondo la metodologia A.E.V.I.A. di cui all’allegato C della L.R. 71/97”. Da tale documento si evince, avendo ottenuto un valore di impatto I=-156, un marcato miglioramento delle condizioni generali ambientali alla fine dell’attività in linea con gli obiettivi della Variante Generale al P.P.A.E. della Provincia di Pesaro-Urbino, finalizzata al recupero e reinserimento ambientale, morfologico e vegetazionale di siti precedentemente interessati da rilevanti attività estrattive. Cagli, luglio 2014 19
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