Test mtb elettrica Lombardo Sestriere 600, motorizzata Ecovia

Test mtb elettrica Lombardo
Sestriere 600, motorizzata Ecovia
Installare un kit con motore e batteria su una bicicletta normale può
essere un ottimo modo per risparmiare qualche soldo. Se già si ha a
disposizione una buona bici, si dovranno sostenere solo le spese per il
kit e la sua installazione, andando a spendere di meno rispetto
all’acquisto di una bici elettrica completa. E’ possibile installare kit su bici
di tutti i tipi, anche sulle mountain bike. Abbiamo chiesto adEcovia di
Roma di fornirci una mtb normale da loro elettrificata, per capire bene
come si comportano mezzi di questo tipo. Ecco le nostre impressioni. La
bici protagonista del test di oggi è una Lombardo Sestriere 600, una
mtb entry level venduta fra i 600 e i 700 euro. A questa bici è stato
applicato da Ecovia un kit Bafang con motore centrale, sensore di
pedalata e batteria. E’ proprio sulle prestazioni del kit che ci
concentreremo in questo articolo, senza soffermarci troppo sulle altre
parti meccaniche della mtb, in quanto il nostro intento è quello di far
capire a chi ha una mtb entry level cosa può guadagnare
dall’installazione di un kit di elettrificazione. Il kit montato su questa mtb
è un Bafang 8Fun. Il motore è a norma, da 250W, ed è posizionato
all’altezza del movimento centrale. Il motore agisce direttamente sulla
trasmissione della bici, e questo – come vedremo meglio – determina
una pedalata più naturale rispetto ai motori al mozzo, pur in
assenza di un sensore di sforzo. L’installazione del kit prevede la
sostituzione della guarnitura (una tripla corona nella bici originale) con
quella, a corona singola, fornita dalla Bafang stessa, in questo caso a
45 denti (ma è possibile anche scegliere corone più piccole).
La batteria scelta è molto capiente, da 13Ah e 36V, per ben 468Wh,
ovviamente agli ioni di lito. E’ posizionata sul tubo obliquo del telaio, per
mantenere il peso il più basso possibile.
Completano la dotazione un display da montare sul manubrio che
fornisce varie informazioni in tempo reale: velocità, distanza (parziale e
totale), livello di assistenza, stato di carica della batteria, potenza
erogata dal motore, e persino temperatura ambientale. I comandi del kit
(accensione/spegnimento, selezione dei tre livelli di assistenza e
selezione delle diverse informazioni fornite dal display) sono montati
suuna pulsantiera posta in prossimità della manopola sinistra,
raggiungibile allungando appena il pollice verso il centro del telaio, e
comodamente azionabile anche con guanti mtb interi.
La prova su sentiero della mtb elettrica
Come si diceva, il kit Bafang centrale prevede tre livelli di
assistenza. Non c’è un sensore di sforzo, ma il motore si attiva dopo
circa un quarto di giro di pedale. Poiché il motore agisce direttamente
sulla trasmissione, è importante selezionare la marcia corretta, da cui
dipenderà anche la velocità di crociera. Facciamo un esempio pratico:
selezionando un rapporto agile, e mantenendo una pedalata solo
simbolica, il motore ci porterà a una certa velocità di crociera; andando
a selezionare un rapporto più duro, e facendo sempre girare a vuoto i
pedali, vedremo che la velocità aumenterà.
Questo esempio è stato fatto solo per far capire il funzionamento del
motore. Passiamo ora invece a capire come si comporta la bici al
momento della pedalata vera e propria. L’avvio dell’assistenza
avviene senza alcuno strappo, tipico invece di alcuni motori al mozzo: si
sente solamente un alleggerimento della pedalata che aumenta
gradualmente all’aumentare della cadenza di pedalata, fino a quando
non si raggiunge il massimo dell’erogazione della potenza (dato il livello
di assistenza e dato il rapporto utilizzato) con cadenze fra le 60 e le 80
pedalate al minuto. In pratica, poiché il motore agisce direttamente sulla
trasmissione, è “costretto” a un avvio graduale dell’assistenza dalla
scarsa efficienza a basse cadenze di pedalata. Ne risulta quindi una
pedalata molto naturale, anche se non al livello della naturalezza
garantita dai sensori di sforzo.
Il terreno su cui questa mtb elettrica dà il meglio di sé è lo sterrato
compatto in pianura o in leggera salita. Qui l’assistenza del motore,
unita a una decisa pedalata, permette di aumentare distanze e dislivelli,
e quindi il divertimento. Per chi non è abituato, “volare” ai 25 km/h su
sterrato in pianura, schivando sassi e superando radici, è una
sensazione inebriante – consigliamo comunque ai meno esperti di
arrivare gradualmente a quelle velocità, cominciando magari con il
primo o secondo livello di assistenza, senza farsi tentare troppo dal
terzo.
All’aumentare delle difficoltà tecniche cominciano a vedersi i limiti
di questa soluzione. Innanzitutto il peso totale della bici (22 kg) si fa
sentire in situazioni come i tornanti stretti, in cui è necessario effettuare
veloci cambi di direzione; si tratta comunque più di un fastidio che di un
problema vero e proprio, e abituandosi al peso si riuscirà a recuperare
un buon feeling con il mezzo. In altri passaggi delicati, dove ad esempio
c’è poco spazio per far passare il manubrio in uno slalom tra gli alberi, si
sente la mancanza di un sensore di sforzo che permetterebbe di
controllare ancora meglio l’assistenza del motore. Nei muri ripidi invece
sarebbe auspicabile avere una corona più piccola – magari da 36 – per
poter mantenere una pedalata agile (su questo kit è stata scelta una
corona da 45 in quanto la bici è stata pensata anche per un uso
quotidiano su asfalto; chiaramente ognuno personalizzerà la propria bici
a seconda dell’uso che vuole farne). Nei tratti più scassati la catena
tenda a saltare dalla corona verso il telaio, problema risolvibile con un
guidacatena da pochi euro.
Queste considerazioni non devono comunque far pensare che
questa mtb elettrica sia inutilizzabile in situazioni del genere,
tutt’altro: se si incontra qualche passaggio più delicato durante le
proprie escursioni su sterrato si riuscirà comunque ad affrontarli.
Chiaramente se si affrontano invece molto spesso passaggi più tecnici
ci si rivolgerà a mezzi più leggeri e con sensori di sforzo (su altre fasce
di prezzo però). Sempre tenendo in mente che la differenza principale la
fa non tanto il mezzo, quanto l’abilità del biker. Vale la pena o no di
montare un kit di questo genere sulla propria mountain bike?Tutto
dipende da come si pensa di usare la bici. Se si pensa a un uso
prevalentemente escursionistico, facendo delle pedalate su sentieri
tecnicamente semplici – con rari passaggi più delicati – un kit di questo
genere permetterà di percorrere più chilometri e aumentare il dislivello,
aumentando di conseguenza anche il divertimento. L’installazione di
una corona da 36 permetterà di affrontare anche brevi tratti di salita
ripida, con l’ausilio del motore. Il motore centrale che agisce
direttamente sulla trasmissione determina una pedalata più naturale di
quelli al mozzo, anche se i motori con sensore di sforzo (come i sistemi
Bosch) sono ancora migliori da questo punto di vista.
In definitiva, se si ha già una buona mountain bike in buone
condizioni, la possibilità di installarci un kit di conversione è da
prendere in seria considerazione. Con una spesa di circa 1000 € si
può ottenere una mtb elettrica con buone prestazioni. L’importante è
che il kit sia di buona qualità e che sia installato da personale
competente.
La mtb testata è in vendita presso Ecovia di Roma.