A proposito del Casello di Tagliata…

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Il casello vale un risparmio
di tre milioni di € l’anno
Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Paolo
Tomatis, ex direttore dei settimanali cuneesi “La
masca” e “Viver meglio”, da sempre interessato
ai temi ambientali e tra i principali oppositori
della famigerata “Zeta rovesciata” ai tempi della
costruzione della Cuneo-Asti. Favorevole al casello,
Tomatis si fa latore di una proposta che - a suo
dire - consentirebbe di ovviare ai problemi di sicurezza per i residenti di Tagliata e di risparmiare
territorio.
LETTERE AL DIRETTORE
12 febbraio 2014
A proposito del Casello di Tagliata…
“La proposta: allargare di qualche
metro la statale 231 fino a Tagliata e
poi realizzare un sottopasso. Il casello
andrebbe costruito alla confluenza
con l’autostrada, all’altezza del viadotto,
evitando quadrifogli o margherite e
riducendo al minimo l’impatto”
La questione del casello di Tagliata non riguarda
soltanto i fossanesi. Ha risvolti importanti soprattutto
per i cuneesi e per gli abitanti dell’area sud-occcidentale della provincia.
Si trovano oggi in una situazione curiosa: hanno
a disposizione un’autostrada, la To-Sv, che dovrebbe
rendere comodo e sicuro il collegamento con Torino
(la direzione privilegiata), ma di fatto possono
utilizzarla soltanto a mezzo servizio.
L’automobilista cuneese diretto a Torino fino a
sette anni fa entrava in autostrada dal casello di
Marene, cui arrivava percorrendo la Strada Reale
(provinciale 165). Il casello cosiddetto di Fossano,
al Buretto, non conveniva affatto: costringeva ad
allungare il percorso in modo irrazionale, «tornando
indietro» per attraversare la Stura prima verso
est e poi verso ovest.
Oggi passare dalla Reale non ha più senso: il
casello di Marene è stato spostato di 3,5 chilometri
verso Bra (con un incredibile spreco di territorio
contro il quale nessuno ha protestato). Il tragitto
è così aumentato di sette/otto chilometri.
Nel frattempo è stata costruita la bretella della
At-Cn che da Cuneo porta allo svincolo di Massimini.
Questa non serve né per andare a Torino né per
Savona, a meno di non voler allungare il percorso
di 10-11 chilometri.
A Tagliata invece si arriva comodamente da
Cuneo usando la tangenziale di Fossano. Il percorso
ideale sia verso Torino sia verso Alba.
Sono comprensibili e meritano ogni attenzione
le perplessità dei tagliatesi, che chiedono un progetto
che non mortifichi il territorio della frazione.
Una soluzione ragionevole si potrebbe realizzare
adeguando l’esistente via Bra a partire dalla
rotonda all’uscita della tangenziale, allargandola
di qualche metro nei lunghi tratti non fiancheggiati
da edifici e superando la frazione con un sottopasso
di qualche centinaio di metri, puntando dritto al
piccolo viadotto che passa sopra l’autostrada. Il
casello vero e proprio andrebbe costruito in quel
punto, evitando quadrifogli o margherite, anche
a costo di avere due punti di accesso, riducendo
al minimo l’impatto.
Varrebbe la pena? Certamente sì, sia in termini
economici che ambientali.
Osservate nelle mappe allegate i due percorsi
alternativi da Cuneo al casello di Tagliata: mapppa
1 - via superstrada (tangenziale) e mappa 2 - via
autostrada: sono 33 km contro 44!
Facendo i conti su tremila auto al giorno (è
l’ipotesi prospettata) si arriva a 12 milioni di chilometri annui percorsi inutilmente, con il corrispondente inquinamento dell’aria e un costo aggiuntivo che si aggira su un milione e mezzo di
euro l’anno in carburante, e più di tre milioni di
pedaggi.
Paolo Tomatis
I due percorsi alternativi da Cuneo al casello di Tagliata: in superstrada (statale 231 + tangenziale) 33 km; in autostrada 44 km
Il “povero” sindaco
e l’utilità del casello
Riceviamo e pubblichiamo la nota che il
sindaco Francesco Balocco ha inviato alle associazioni di categoria, ai sindacati, alla Camera
di commercio, alle associazioni ambientaliste,
ai redattori del progetto “Metrogranda” del Politecnico di Torino, alle attività economiche del
territorio, ai comitati di frazione e di quartiere,
ai gruppi consiliari e alle forze politiche.
L’ipotesi di realizzare un casello sulla To-Sv,
in località Tagliata, è di alcuni
decenni fa: risale a quando si
realizzò il primo tratto autostradale da Torino a Buretto (l’attuale
casello Fossano - Bene Vagienna).
Fu riproposto poi dall’amministrazione Manfredi nel 2003 e
dalla mia nel 2004, sostenuto
da un’ampia adesione del sistema
economico locale e provinciale.
Nel 2006 la To-Sv spa formulò
le prime ipotesi progettuali ma
tutto venne bloccato nell’attesa
della formalizzazione di una
nuova convenzione di gestione
tra il Ministero dei trasporti e
la società autostradale.
Si arriva così al 2012 quando,
con la definizione della convenzione, la To-Sv procedeva a stendere un progetto definitivo dell’opera che prevedeva la prosecuzione della tangenziale fossanese
(costruita a doppia corsia come
tratto della prevista e poi abbandonata ipotesi
di una superstrada Cuneo-Alba lungo la riva
sinistra di Stura) fino all’imbocco del viadotto
Stura ove situare il casello. L’ipotesi aveva il
vantaggio di evitare l’attraversamento dell’abitato
della località Tagliata in direzione nord, ma costringeva chi proviene da nord a percorrere circa
tre km verso sud e poi altrettanti a risalire per
raggiungere il casello. Altro aspetto decisamente
negativo era il notevole consumo di suolo: circa
tre km attraverso pregiate coltivazioni a frutteto
e, conseguentemente, il costo elevato dell’opera
(oltre 40 milioni quando un primo budget della
■ L ettere al D irettore
Fossano è una città triste
soprattutto
per gli adolescenti
Egregio direttore,
voglio associarmi agli autori del “simpatico” volantino “Non ci resta che piangere” che, dopo aver
spopolato sul web, è diventato lo slogan ufficiale
dei giovani in erba della città di Fossano. Un
volantino che illustrava con ironia la triste situazione
dell’essere un adolescente e vivere a Fossano. Sicuramente saranno d’accordo con me tutti i genitori
con figli minorenni impossibilitati di spostarsi nel
fine settimana e costretti a dover fare i conti con
la triste realtà della movida cittadina. Con questo
risponderei ai signori Mignacca e Fruttero che è
inutile trovare risposta a questa realtà illustrando
un ricco calendario di eventi domenicali. Forse
non hanno capito, o fanno finta di non capire, che
il problema di questa generazione sta nel passare
le loro serate del fine settimana e che del motoraduno,
del Giro d’Italia o di Expoflora, con tutto il rispetto,
ai nostri ragazzi non può importar di meno. Sono
le sere al freddo e al buio di una città scura che li
deprime; sono le feste annullate per un ragazzo
che beve un po’ di più, senza che nessuno si prenda
la responsabilità di continuare a organizzare le
feste evitando così che centinaia di adolescenti
vaghino per una via Roma triste come tristi sono
loro al pensiero che l’unica festa del mese viene
sospesa. Si fa in fretta a giudicare questi ragazzi
sempre annoiati che passano ore ai telefonini, ma
■
società autostradale ne prevedeva circa 25), tale
da metterne in dubbio la realizzabilità.
Di conseguenza, durante l’estate 2013, nasce
la proposta della mia Amministrazione che
prevede una soluzione molto meno impattante:
collegamento diretto dello svincolo alla statale
231 poco più a nord di località Tagliata (vedi
immagine allegata). Questa soluzione riduce
drasticamente il consumo di suolo (circa 400
metri lineari rispetto agli oltre 3.000 del progetto
precedente) e, di conseguenza, anche il costo
dell’opera. Con la nostra ipotesi lo svincolo
risulta essere più facilmente raggiungibile sia
da nord che da sud.
Restano i problemi di sicurezza legati all’attraversamento del centro abitato di Tagliata che,
senza interventi atti a diminuire la velocità dei
veicoli, si aggraverebbero. La questione è stata
da me in più occasioni sottoposta alla To-Sv che,
in un primo tempo, aveva previsto una bretella
che superasse ad ovest il nucleo frazionale. La
bretella è, però, difficilmente realizzabile in quanto
aumenta l’impatto ambientale e non risulta essere
gradita ai residenti. Altre ipotesi sono allo studio
da parte della società cui spetta il progetto.
Rimane la domanda fondamentale, dalla cui
risposta dipende la sensatezza o meno di un
L ettere al D irettore
cosa offriamo loro? Basterebbe un bel locale tipo
sala giochi o bowling (che si trovano ormai in tantissimi paesi della provincia, anche più piccoli del
nostro) per potersi ritrovare e dare loro l’occasione
di guardarsi negli occhi e conoscersi a pelle come
abbiamo fatto tutti noi ai nostri tempi.
Come mai a Capodanno si riempie il palazzetto
sportivo? Perché i giovani a Fossano ci sono e come
tutti i giovani hanno voglia di vivere e far festa...
non potrebbe essere Capodanno tutto l’anno?
Roberto Sansoldo
Omaggio ai fisioterapisti
della Riabilitazione
del Santissima Trinità
Gentile direttore,
per la frattura del femore, in seguito a rovinosa
caduta, mi sono sentita, all’improvviso, irrimediabilmente perduta. Dopo il ricovero in ospedale
e l’intervento di osteosintesi pensavo di aver chiuso
questa dolorosa parentesi.
Il fisiatra mi ha però tolto subito ogni illusione:
si rendeva necessario un periodo di riabilitazione.
La scelta consigliata è stata la Fisioterapia di Fossano dal mio luogo di residenza, tra l’altro, poco
lontano. Arrivata in reparto mi ha colto un forte
scoramento, ma dai fisioterapisti è arrivato il
giusto incoraggiamento. Di primo acchito i vari
esercizi mi sono sembrati torture, l’elettrostimolazione,
l’isocinetica erano veramente dure ma a mano a
mano che ricuperavo il tono muscolare mi tornava
■
intervento che, come abbiamo visto, è di basso
impatto ambientale e presenta problemi di sicurezza oggettivamente superabili. La domanda
è: ma serve un casello? Anzi, la vera domanda
sarebbe: ma servono le autostrade? Si fanno
più o meno in tutto il mondo, qualche volta a
pedaggio in altri casi libere. Servono per velocizzare, aumentare la sicurezza e la fluidità del
traffico a media-lunga distanza e quindi riducono
l’inquinamento. In questo modo si alleggerisce
la circolazione (pesante ma non solo) sulla rete
di viabilità ordinaria ed, in particolare, l’attraversamento dei centri abitati.
Diciamo quindi che le autostrade servono?
Quindi si presume che servano anche
i caselli, perché questa rete di viabilità
veloce e sicura deve pur essere collegata
alla viabilità ordinaria, specialmente
nei pressi dei maggiori centri abitati.
Da anni l’Anas sta perseguendo l’obiettivo di moltiplicare i caselli proprio
per alleggerire la viabilità ordinaria.
Non solo ma i caselli stanno diventando
delle vere e proprie “stazioni” dove, per
esempio, succede che automobilisti pendolari si raggruppino per utilizzare a
turno un’unica vettura per il viaggio.
Un car sharing “fai da te” che potrebbe
anche diventare un car sharing organizzato.
Resta ancora una questione: ma i
caselli devono essere così invasivi (basta
pensare al casello di Marene-Roreto e
a quello di Ceriolo solo per fare due
esempi) con opere di raccordo impressionanti, con foreste di lampioni che
illuminano strade deserte? Questo dipende dall’organizzazione della nostra
rete autostradale: se non fosse a pagamento
non ci sarebbero i caselli e gli innesti sarebbero
molto meno invasivi, la stessa cosa succederebbe
se il pedaggio fosse ad abbonamento (vedi Svizzera ed Austria). Anche se gli accessi fossero
consentiti solo attraverso porte telepass gli
svincoli potrebbero essere molto meno estesi ed
“arzigogolati”.
Ma tutto ciò, come ben potete rendervi conto,
non può certamente dipendere da un povero
sindaco di una cittadina di provincia.
Cordiali saluti.
Il sindaco Francesco Balocco
L ettere al D irettore
la voglia di resistere, di non mollare.
In pochi giorni sono stata messa in piedi sulle
stampelle e le giornate in Ospedale mi sono sembrate
più belle. Grazie alla cortesia e alla professionalità
del fisioterapista mi sono rimessa, in breve tempo,
di nuovo in pista. La bike, il tapis roulant sono
presto diventati strumenti di riabilitazione facilmente
tollerati.
A Franco, Matteo, Marco, Camillo, Massimo, fisioterapisti assai valenti; a Ornella, Nadia, loro
colleghe, molto carine ma anche competenti; a
Livio, di tutti quanti l’autorevole coordinatore,
esprimo tutto il mio ringraziamento con fervore.
Anche i medici e gli amministrativi intendo
ricordare e, a capo della struttura, il solerte dottor
Giachino menzionare.
Maria Teresa Bravo,
una paziente ex-ospedaliera
Tasse cimiteriali: perché
la tumulazione è così onerosa?
Egregio direttore,
le vorrei rubare ancora alcune righe del suo
giornale per controrispondere alla risposta (peraltro
visibilmente scocciata) dell’assessore Paglialonga
nel tagliare corto e dire “Sono paragoni improprii”
ogni Comune fa quello che vuole ed applica una
sua propria politica fiscale che tradotto sarebbe
dire “o così o così”.
Come mai non si è mai provato ad aprire un dibattito e sentire anche la gente anziché sempre
imporre le loro decisioni e volontà anche se a volte
possono essere sbagliate?
Torno a ridire: visto che Paglialonga dice che la
cappella privata è segno di benessere, questa viene
equiparata ad un alloggio di proprietà, se io possiedo
un alloggio mio gli faccio rifare i tetti e i serramenti
da muratori pagati da me, la cappella è uguale,
paghi per le manutenzioni i tuoi muratori, o lattonieri,
o vetrai però al momento di fare una tumulazione
ti viene imposto dal Comune di prendere il suo
personale. Come dire: faccio chiudere una porta
nel mio alloggio e l’amministratore mi manda il
suo muratore perché così vuole lui. Siamo tornati
ai balzelli del feudalesimo? Da parte mia vedo
inoltre che la manutenzione ma...visto che lo scorso
anno per arrivare alla cappella mi sono portato
la pala e il sale da casa altrimenti non ci arrivavi
(il tutto fuori dai 460 euro) perché solo il viale
centrale era stato raschiato dallo spartineve (peraltro
ammucchiando ghiaia) e dire che la cappella non
è situata in un cimitero sopra i 1.500 metri dove
ci va la turbina per togliere la neve. Per concludere
non mi si venga a dire la formula che adotta il Comune di far pagare il 58% ai singoli e il 42% a tutti
perché anche un bambino lo capisce che fra quel
42% ci sei di nuovo tu (pantalone) che prima hai
pagato il 58% e poi ti risucchiano la tua parte del
42% spalmandola su tutti. E non mi sembra neppure
il caso di prendere come spunto questa protesta
per dire: se non vi va bene così, bisogna aumentare
le imposte. Arriveremo anche a tassare le gocce di
sangue, se ne rimarranno ancora?
Questo chiedo ai nostri amministratori: fin dove
volete arrivare a tassarci?
Lettera firmata