42 Il casello vale un risparmio di tre milioni di € l’anno Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Paolo Tomatis, ex direttore dei settimanali cuneesi “La masca” e “Viver meglio”, da sempre interessato ai temi ambientali e tra i principali oppositori della famigerata “Zeta rovesciata” ai tempi della costruzione della Cuneo-Asti. Favorevole al casello, Tomatis si fa latore di una proposta che - a suo dire - consentirebbe di ovviare ai problemi di sicurezza per i residenti di Tagliata e di risparmiare territorio. LETTERE AL DIRETTORE 12 febbraio 2014 A proposito del Casello di Tagliata… “La proposta: allargare di qualche metro la statale 231 fino a Tagliata e poi realizzare un sottopasso. Il casello andrebbe costruito alla confluenza con l’autostrada, all’altezza del viadotto, evitando quadrifogli o margherite e riducendo al minimo l’impatto” La questione del casello di Tagliata non riguarda soltanto i fossanesi. Ha risvolti importanti soprattutto per i cuneesi e per gli abitanti dell’area sud-occcidentale della provincia. Si trovano oggi in una situazione curiosa: hanno a disposizione un’autostrada, la To-Sv, che dovrebbe rendere comodo e sicuro il collegamento con Torino (la direzione privilegiata), ma di fatto possono utilizzarla soltanto a mezzo servizio. L’automobilista cuneese diretto a Torino fino a sette anni fa entrava in autostrada dal casello di Marene, cui arrivava percorrendo la Strada Reale (provinciale 165). Il casello cosiddetto di Fossano, al Buretto, non conveniva affatto: costringeva ad allungare il percorso in modo irrazionale, «tornando indietro» per attraversare la Stura prima verso est e poi verso ovest. Oggi passare dalla Reale non ha più senso: il casello di Marene è stato spostato di 3,5 chilometri verso Bra (con un incredibile spreco di territorio contro il quale nessuno ha protestato). Il tragitto è così aumentato di sette/otto chilometri. Nel frattempo è stata costruita la bretella della At-Cn che da Cuneo porta allo svincolo di Massimini. Questa non serve né per andare a Torino né per Savona, a meno di non voler allungare il percorso di 10-11 chilometri. A Tagliata invece si arriva comodamente da Cuneo usando la tangenziale di Fossano. Il percorso ideale sia verso Torino sia verso Alba. Sono comprensibili e meritano ogni attenzione le perplessità dei tagliatesi, che chiedono un progetto che non mortifichi il territorio della frazione. Una soluzione ragionevole si potrebbe realizzare adeguando l’esistente via Bra a partire dalla rotonda all’uscita della tangenziale, allargandola di qualche metro nei lunghi tratti non fiancheggiati da edifici e superando la frazione con un sottopasso di qualche centinaio di metri, puntando dritto al piccolo viadotto che passa sopra l’autostrada. Il casello vero e proprio andrebbe costruito in quel punto, evitando quadrifogli o margherite, anche a costo di avere due punti di accesso, riducendo al minimo l’impatto. Varrebbe la pena? Certamente sì, sia in termini economici che ambientali. Osservate nelle mappe allegate i due percorsi alternativi da Cuneo al casello di Tagliata: mapppa 1 - via superstrada (tangenziale) e mappa 2 - via autostrada: sono 33 km contro 44! Facendo i conti su tremila auto al giorno (è l’ipotesi prospettata) si arriva a 12 milioni di chilometri annui percorsi inutilmente, con il corrispondente inquinamento dell’aria e un costo aggiuntivo che si aggira su un milione e mezzo di euro l’anno in carburante, e più di tre milioni di pedaggi. Paolo Tomatis I due percorsi alternativi da Cuneo al casello di Tagliata: in superstrada (statale 231 + tangenziale) 33 km; in autostrada 44 km Il “povero” sindaco e l’utilità del casello Riceviamo e pubblichiamo la nota che il sindaco Francesco Balocco ha inviato alle associazioni di categoria, ai sindacati, alla Camera di commercio, alle associazioni ambientaliste, ai redattori del progetto “Metrogranda” del Politecnico di Torino, alle attività economiche del territorio, ai comitati di frazione e di quartiere, ai gruppi consiliari e alle forze politiche. L’ipotesi di realizzare un casello sulla To-Sv, in località Tagliata, è di alcuni decenni fa: risale a quando si realizzò il primo tratto autostradale da Torino a Buretto (l’attuale casello Fossano - Bene Vagienna). Fu riproposto poi dall’amministrazione Manfredi nel 2003 e dalla mia nel 2004, sostenuto da un’ampia adesione del sistema economico locale e provinciale. Nel 2006 la To-Sv spa formulò le prime ipotesi progettuali ma tutto venne bloccato nell’attesa della formalizzazione di una nuova convenzione di gestione tra il Ministero dei trasporti e la società autostradale. Si arriva così al 2012 quando, con la definizione della convenzione, la To-Sv procedeva a stendere un progetto definitivo dell’opera che prevedeva la prosecuzione della tangenziale fossanese (costruita a doppia corsia come tratto della prevista e poi abbandonata ipotesi di una superstrada Cuneo-Alba lungo la riva sinistra di Stura) fino all’imbocco del viadotto Stura ove situare il casello. L’ipotesi aveva il vantaggio di evitare l’attraversamento dell’abitato della località Tagliata in direzione nord, ma costringeva chi proviene da nord a percorrere circa tre km verso sud e poi altrettanti a risalire per raggiungere il casello. Altro aspetto decisamente negativo era il notevole consumo di suolo: circa tre km attraverso pregiate coltivazioni a frutteto e, conseguentemente, il costo elevato dell’opera (oltre 40 milioni quando un primo budget della ■ L ettere al D irettore Fossano è una città triste soprattutto per gli adolescenti Egregio direttore, voglio associarmi agli autori del “simpatico” volantino “Non ci resta che piangere” che, dopo aver spopolato sul web, è diventato lo slogan ufficiale dei giovani in erba della città di Fossano. Un volantino che illustrava con ironia la triste situazione dell’essere un adolescente e vivere a Fossano. Sicuramente saranno d’accordo con me tutti i genitori con figli minorenni impossibilitati di spostarsi nel fine settimana e costretti a dover fare i conti con la triste realtà della movida cittadina. Con questo risponderei ai signori Mignacca e Fruttero che è inutile trovare risposta a questa realtà illustrando un ricco calendario di eventi domenicali. Forse non hanno capito, o fanno finta di non capire, che il problema di questa generazione sta nel passare le loro serate del fine settimana e che del motoraduno, del Giro d’Italia o di Expoflora, con tutto il rispetto, ai nostri ragazzi non può importar di meno. Sono le sere al freddo e al buio di una città scura che li deprime; sono le feste annullate per un ragazzo che beve un po’ di più, senza che nessuno si prenda la responsabilità di continuare a organizzare le feste evitando così che centinaia di adolescenti vaghino per una via Roma triste come tristi sono loro al pensiero che l’unica festa del mese viene sospesa. Si fa in fretta a giudicare questi ragazzi sempre annoiati che passano ore ai telefonini, ma ■ società autostradale ne prevedeva circa 25), tale da metterne in dubbio la realizzabilità. Di conseguenza, durante l’estate 2013, nasce la proposta della mia Amministrazione che prevede una soluzione molto meno impattante: collegamento diretto dello svincolo alla statale 231 poco più a nord di località Tagliata (vedi immagine allegata). Questa soluzione riduce drasticamente il consumo di suolo (circa 400 metri lineari rispetto agli oltre 3.000 del progetto precedente) e, di conseguenza, anche il costo dell’opera. Con la nostra ipotesi lo svincolo risulta essere più facilmente raggiungibile sia da nord che da sud. Restano i problemi di sicurezza legati all’attraversamento del centro abitato di Tagliata che, senza interventi atti a diminuire la velocità dei veicoli, si aggraverebbero. La questione è stata da me in più occasioni sottoposta alla To-Sv che, in un primo tempo, aveva previsto una bretella che superasse ad ovest il nucleo frazionale. La bretella è, però, difficilmente realizzabile in quanto aumenta l’impatto ambientale e non risulta essere gradita ai residenti. Altre ipotesi sono allo studio da parte della società cui spetta il progetto. Rimane la domanda fondamentale, dalla cui risposta dipende la sensatezza o meno di un L ettere al D irettore cosa offriamo loro? Basterebbe un bel locale tipo sala giochi o bowling (che si trovano ormai in tantissimi paesi della provincia, anche più piccoli del nostro) per potersi ritrovare e dare loro l’occasione di guardarsi negli occhi e conoscersi a pelle come abbiamo fatto tutti noi ai nostri tempi. Come mai a Capodanno si riempie il palazzetto sportivo? Perché i giovani a Fossano ci sono e come tutti i giovani hanno voglia di vivere e far festa... non potrebbe essere Capodanno tutto l’anno? Roberto Sansoldo Omaggio ai fisioterapisti della Riabilitazione del Santissima Trinità Gentile direttore, per la frattura del femore, in seguito a rovinosa caduta, mi sono sentita, all’improvviso, irrimediabilmente perduta. Dopo il ricovero in ospedale e l’intervento di osteosintesi pensavo di aver chiuso questa dolorosa parentesi. Il fisiatra mi ha però tolto subito ogni illusione: si rendeva necessario un periodo di riabilitazione. La scelta consigliata è stata la Fisioterapia di Fossano dal mio luogo di residenza, tra l’altro, poco lontano. Arrivata in reparto mi ha colto un forte scoramento, ma dai fisioterapisti è arrivato il giusto incoraggiamento. Di primo acchito i vari esercizi mi sono sembrati torture, l’elettrostimolazione, l’isocinetica erano veramente dure ma a mano a mano che ricuperavo il tono muscolare mi tornava ■ intervento che, come abbiamo visto, è di basso impatto ambientale e presenta problemi di sicurezza oggettivamente superabili. La domanda è: ma serve un casello? Anzi, la vera domanda sarebbe: ma servono le autostrade? Si fanno più o meno in tutto il mondo, qualche volta a pedaggio in altri casi libere. Servono per velocizzare, aumentare la sicurezza e la fluidità del traffico a media-lunga distanza e quindi riducono l’inquinamento. In questo modo si alleggerisce la circolazione (pesante ma non solo) sulla rete di viabilità ordinaria ed, in particolare, l’attraversamento dei centri abitati. Diciamo quindi che le autostrade servono? Quindi si presume che servano anche i caselli, perché questa rete di viabilità veloce e sicura deve pur essere collegata alla viabilità ordinaria, specialmente nei pressi dei maggiori centri abitati. Da anni l’Anas sta perseguendo l’obiettivo di moltiplicare i caselli proprio per alleggerire la viabilità ordinaria. Non solo ma i caselli stanno diventando delle vere e proprie “stazioni” dove, per esempio, succede che automobilisti pendolari si raggruppino per utilizzare a turno un’unica vettura per il viaggio. Un car sharing “fai da te” che potrebbe anche diventare un car sharing organizzato. Resta ancora una questione: ma i caselli devono essere così invasivi (basta pensare al casello di Marene-Roreto e a quello di Ceriolo solo per fare due esempi) con opere di raccordo impressionanti, con foreste di lampioni che illuminano strade deserte? Questo dipende dall’organizzazione della nostra rete autostradale: se non fosse a pagamento non ci sarebbero i caselli e gli innesti sarebbero molto meno invasivi, la stessa cosa succederebbe se il pedaggio fosse ad abbonamento (vedi Svizzera ed Austria). Anche se gli accessi fossero consentiti solo attraverso porte telepass gli svincoli potrebbero essere molto meno estesi ed “arzigogolati”. Ma tutto ciò, come ben potete rendervi conto, non può certamente dipendere da un povero sindaco di una cittadina di provincia. Cordiali saluti. Il sindaco Francesco Balocco L ettere al D irettore la voglia di resistere, di non mollare. In pochi giorni sono stata messa in piedi sulle stampelle e le giornate in Ospedale mi sono sembrate più belle. Grazie alla cortesia e alla professionalità del fisioterapista mi sono rimessa, in breve tempo, di nuovo in pista. La bike, il tapis roulant sono presto diventati strumenti di riabilitazione facilmente tollerati. A Franco, Matteo, Marco, Camillo, Massimo, fisioterapisti assai valenti; a Ornella, Nadia, loro colleghe, molto carine ma anche competenti; a Livio, di tutti quanti l’autorevole coordinatore, esprimo tutto il mio ringraziamento con fervore. Anche i medici e gli amministrativi intendo ricordare e, a capo della struttura, il solerte dottor Giachino menzionare. Maria Teresa Bravo, una paziente ex-ospedaliera Tasse cimiteriali: perché la tumulazione è così onerosa? Egregio direttore, le vorrei rubare ancora alcune righe del suo giornale per controrispondere alla risposta (peraltro visibilmente scocciata) dell’assessore Paglialonga nel tagliare corto e dire “Sono paragoni improprii” ogni Comune fa quello che vuole ed applica una sua propria politica fiscale che tradotto sarebbe dire “o così o così”. Come mai non si è mai provato ad aprire un dibattito e sentire anche la gente anziché sempre imporre le loro decisioni e volontà anche se a volte possono essere sbagliate? Torno a ridire: visto che Paglialonga dice che la cappella privata è segno di benessere, questa viene equiparata ad un alloggio di proprietà, se io possiedo un alloggio mio gli faccio rifare i tetti e i serramenti da muratori pagati da me, la cappella è uguale, paghi per le manutenzioni i tuoi muratori, o lattonieri, o vetrai però al momento di fare una tumulazione ti viene imposto dal Comune di prendere il suo personale. Come dire: faccio chiudere una porta nel mio alloggio e l’amministratore mi manda il suo muratore perché così vuole lui. Siamo tornati ai balzelli del feudalesimo? Da parte mia vedo inoltre che la manutenzione ma...visto che lo scorso anno per arrivare alla cappella mi sono portato la pala e il sale da casa altrimenti non ci arrivavi (il tutto fuori dai 460 euro) perché solo il viale centrale era stato raschiato dallo spartineve (peraltro ammucchiando ghiaia) e dire che la cappella non è situata in un cimitero sopra i 1.500 metri dove ci va la turbina per togliere la neve. Per concludere non mi si venga a dire la formula che adotta il Comune di far pagare il 58% ai singoli e il 42% a tutti perché anche un bambino lo capisce che fra quel 42% ci sei di nuovo tu (pantalone) che prima hai pagato il 58% e poi ti risucchiano la tua parte del 42% spalmandola su tutti. E non mi sembra neppure il caso di prendere come spunto questa protesta per dire: se non vi va bene così, bisogna aumentare le imposte. Arriveremo anche a tassare le gocce di sangue, se ne rimarranno ancora? Questo chiedo ai nostri amministratori: fin dove volete arrivare a tassarci? Lettera firmata
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