Il Corriere di Capri

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Daniele Troise
Il Corriere di Capri
Settimanale a distribuzione in tutte le edicole dell’isola di Capri. Anno V numero 11 di domenica 23 Marzo 2014
Direttore Responsabile: Felice Spinella. e mail: [email protected]
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PREZZO COPIA EURO
Reg. Trib.le di Napoli n. 37 del 15 aprile 2010. Dist.ne: Adis F.lli Pollio Napoli. Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Srl Afragola
Edito da Capri Marketing Srl a Socio Unico. Sede Legale, Amm.ne e Red.ne: Via Provinciale Anacapri, 34 - 80073 - Capri.
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è caccia all’impresa e al tecnico
RISCHIO CHIUSURA AL
CAPILUPI, HANNO MANDATO
PIPPO PAPACCIOLI
AAA CERCASI SEDE PER
L’AZIENDA DI SOGGIORNO
SFRATTATA DA PALAZZO CERIO
TABELLONI PUBBLICITARI
ABUSIVI AL PORTO TURISTICO,
SCATTANO GLI AVVISI
ANACAPRI A RISCHIO
CON UNA SOLA LISTA,
FORSE TRE A CAPRI
La Buona Notizia
della 3a Domenica di Quaresima
23 Marzo 2014 - a cura di don Carmine del Gaudio
Amore riversato nei nostri cuori in modo sovrabbondante: è la famosa misura evangelica “una
misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la
quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Così vorrei sottolineare il messaggio che la liturgia di
oggi depone nei nostri cuori. Iniziamo la nostra riflessione appunto dalla seconda lettura di oggi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,1-2.5-8): Fratelli, giustificati per fede, noi siamo
in pa¬ce con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche,
me¬diante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella
spe¬ranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora
deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire
per un giu¬sto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo
amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
S. Paolo parla di una grazia cui possiamo accedere, che ci viene donata (per questo si chiama “grazia”
= data gratuitamente!) e che quando entra dentro di noi porta la luce della speranza e la visione di
un mondo che prima ci era sconosciuto. Il mondo che ci apre a Cristo, all’opera del Messia che Egli
incarna. Proprio questo amore, abbiamo detto più volte, parte da molto lontano, da quando Dio non ha
mai smesso di pensare a noi e di provvedere al bene di noi suoi figli. Ci viene ricordata la mormorazione
degli Israeliti che vengono fuori dell’Egitto e sono in pieno deserto: ma intanto hanno sete: da una roccia
zampillerà acqua fresca. Sarà Mosè con la verga a percuotere la roccia. Scaturirà un acqua fresca e
zampillante, segno precursore di quella che donerà il Cristo con la sua opera, appunto la grazia, svolta
tra di noi mortali. Dal libro dell’Esodo (17,3-7): In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza
di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far
morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che
cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè:
«Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con
cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla
roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele.
E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla
prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Ma noi abbiamo la testa dura: ancora non riusciamo a comprendere dopo il cammino della nostra storia.
La spiegazione ci viene da questo incontro che ci viene descritto dal Vangelo della Samaritana, molto
lungo e articolato, e che riesce a farci comprendere alcune dinamiche che giocano nostro vantaggio: è
il testo di Giovanni 4,5-42:
Gesù manda i discepoli in città a comprare il cibo: Egli, dall’eternità dell’amore di Dio, ha fissato un
appuntamento con una donna poco raccomandabile da un punto di vista morale. Lo sapremo subito.
Va ad attingere acqua ma deve fare i conti con una richiesta che è assurda fatta da un Giudeo verso un
Samaritano: per giunta questo Giudeo non ha la brocca (nemmeno la brocca potevano avere in comune
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Domenica 23 Marzo 2014
Giudeo e Samaritani, tanto erano nemici!); eppure c’è la richiesta: Dammi da bere. La donna garbatamente
mette davanti ragioni politiche per un rifiuto: sono nemici. Gesù inizia il suo gioco meraviglioso con cui
svela a questa donna il suo mistero, piano piano. Stuzzica dentro di lei la curiosità. Le parla di una acqua
“diversa” da quella che ristagna in questo storico pozzo, oggi chiamato ad assistere ad un altro incontro
di grazia, proprio come ai tempi di Giacobbe. Questa donna equivoca e “scherza” chiedendo di avere
quest’acqua “nuova” e diversa” e così lei non andrà più ad attingere. Gesù le indica una strada ma lei
non può ancora comprendere: è legata dentro al suo passato: fino a quando Gesù non la costringe a
guardare in faccia la suo passato, dicendole in modo imperioso: va a chiamare tuo maritò: dovrà dire:
non ho marito: e così che la rivelazione di Gesù Messia diventa totale: la guarda dentro, dentro la sua
storia di peccato, di appropriazione. Non ho marito, direbbe S. Agostino, perché non hai intelligenza
della fede e del vero amore: l’amore che cerchi è inadeguato: chi ne mangia o ne beve, avrà ancora
fame e sete. Io te lo darò. Tu sei un profeta perché mi hai letto dentro il cuore. Questa donna ora è in
sintonia con Gesù: “So che deve venire il Messia e che quando verrà Lui ci farà capire ogni cosa”.
Gesù le si svela nella sua verità di Messia e la donna passa dalla miseria alla salvezza. La samaritana
quindi, da donna emarginata, immorale e straniera, alla fine dell’incontro con Gesù diventa donna di
fede e testimone tra la sua gente; dimentica di dover prendere l’acqua, ma soprattutto dimentica la sua
condizione. L’unica cosa che diventa importante per lei è quella di correre dalla sua gente e raccontare
la sua esperienza, il suo incontro.
Questa donna sarà anche una peccatrice (cinque mariti e anche l’attuale non sono suoi!) ma è una
donna disponibile ed è alla ricerca. Viene premiata. Il suo cuore, desideroso di “incontrare” e adorare
Dio” inizia a cantare l’inno della libertà: né su questo monte Garizim, né sul monte di Gerusalemme,
ma il Padre Dio si adora in spirito e verità. Un Dio fuori dagli schemi, fuori da regole dettate dagli
uomini finalmente si fa trovare: ecco allora che ella, abbandonando la brocca delle sue sicurezze, del
suo passato, abbandonando i suoi “mariti” (i cinque sensi?) corre di suoi conterranei annunciando di
aver forse incontrato il Messia. Nella loro libertà i Samaritano corrono, ma non crederanno per quanto
detto da Lei ma per la loro esperienza personale di ascolto: colui che hanno incontrato per loro è il vero
salvatore del mondo.
Mi viene voglia di riferirmi a quanta acqua inquinata beviamo noi poveri mortali quando siamo lontani
da Cristo, fonte e scaturigine di un’acqua meravigliosa qual è la grazia e l’amore vero del Padre. Noi
beviamo l’acqua inquinata ed avvelenata dei compromessi personali che la storia ci impone se vogliamo
sopravvivere, meglio sarebbe dire “galleggiare”. Non è possibile continuare a perdere la nostra dignità
per correre dietro un mentalità che solo apparentemente va a nostro favore: poi ci scava la fossa interiore,
più profonda di un pozzo, trivellato per portare acqua in superficie. In fondo al pozzo c’è l‘acqua: in
fondo a noi stessi c’è tristezza e angoscia, c’è paura, c’è assuefazione e abitudine che ci spingono a
cercare sempre cose sbagliate nella direzione sbagliata: tutte cose che non ci appagano, proprio come
i falsi amori. Mi poso permettere di fare una domanda a voi, cari lettori? Quanti “mariti” abbiamo noi?
chiaramente “mariti” nel senso di questa pagina e di questo incontro. Fino a quando non li chiameremo
per nome e daremo loro il benservito con la grazia del perdono, non raggiungeremo la pienezza della
nostra gioia e felicità.
Domenica 23 Marzo 2014
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Politica
ANACAPRI A RISCHIO CON UNA S
Il problema è serio. Ad Anacapri per le prossime amministrative del 25 maggio 2014 potrebbe essere una
sola la lista che corre a gestire per i prossimi quattro anni il comune “di sopra”. A proporsi Franco Cerrotta,
che vuoi per motivi di forti contrasti per
indisponibilità a ricandidarsi, chi dovrebbe
correre per tornare nel consiglio comunale di
Anacapri, sarebbero Pasquale
Mazzarella, Massimo Coppola
e Caterina Farace, tutti gli altri
a casa. Ermanno Balsamo non
sarebbe stato preso in nessuna
considerazione in quanto in
seguito alla vicenda delle
concessioni per il trasporto con
bus con conducente si era posto
fuori dalla maggioranza da
subito. Antonella Rotella non si
candiderebbe invece per scelta
personale. Il vero paradosso
sta invece nella situazione di
Riccardo Federico che con una
lettera aperta negli scorsi giorni
ha ringraziato tutti annunciando
di restare a casa. Sembrerebbe
paradossale che questa sarebbe
stata una scelta forzata indicata da
Franco Cerrotta che vorrebbe invece
inserire l’ex moglie nella terna di donne
in lista. In effetti il ben servito per
Riccardo Federico e il benvenuto per
l’ex moglie, direttrice dell’ufficio postale di Anacapri.
Se realmente ciò accadrà i bookmakers faranno un
passo indietro e cederanno il passo ai numeri al lotto!.
Anche perchè ad Anacapri si mormora fortemente,
non riferendosi chiaramente all’ex moglie, “chi di
voi è senza peccato, scagli la prima pietra” e c’è chi
sorride, chi alimenta il gossip rosa. Si preannuncia
dunque una lista di grande rinnovamento. Il problema
è serio. Una lista si di grande rinnovamento, ma una
sola. Con la legge elettorale le liste sono composte da
In occasione del Mak P della Scuola Media
ragazzi organizzatori desideriamo esprime
hanno sostenuto ed aiutato a rendere possibi
Salumeria da Aldo – Capri-Tel – Over&Giroton
– Farella – La Bagattella – Tabacchi Cortese
di Arianna – Capri Gym – Gelateria Buonocor
- Farmacia Quisisana – Boccanfuso – Decò –
Un grazie anche ad Autotrasporti Staiano –
Pecoraro - ai genitori e agli insegnanti per la
Politica
SOLA LISTA, FORSE TRE A CAPRI
7 cittadini, di cui obbligatoriamente 3 donne (se non si vuole farla ridotta), quindi in consiglio comunale
siederanno il candidato a sindaco vincitore e 7 consiglieri suoi sostenitori. All’opposizione 3 consiglieri
della lista di minoranza. Se non ci sarà una seconda lista quella vincitrice governerà senza l’opposizione,
ma dovrà affrontare un altro problema. Gli elettori, cioè coloro che hanno diritto ad esprimere il voto per le
elezioni amministrative di maggio, ad Anacapri sono circa 6200, di cui 1000 sono italiani all’estero, ovvero
cittadini anacapresi che pur svolgendo ogni loro attività in paesi
stranieri hanno diritto a votare. Ciò determina che l’unica lista,
se dovesse andare così, per vedersi le elezioni validate dovrebbe
essere votata almeno da 3101 persone, ovvero il 51% degli elettori.
Se l’unica lista candidata non otterrà almeno il 51% dei voti alla
fine si vedrà invalidate le elezioni, con un commissario prefettizio
che in sei mesi richiamerà al voto i cittadini. Il problema di un’unica
lista è che ad Anacapri non si verrebbe a creare una campagna
elettorale animata, quindi c’è il rischio che in tanti non vadano a
votare ritenendo che il loro voto non sarebbe determinato e ancor
più coloro che non simpatizzano per la lista di Franco Cerrotta
certamente non voterebbero non avendo alcuna scelta. A meno che
la lista capeggiata da Franco Cerrotta qualora non ci sarà una
lista alternativa non decida di dar vita ad una lista civetta giusto
per prendersi i tre seggi dell’opposizione e comunque evitare il
blocco, lo scalino, del 51%, infatti se dovessero esserci due liste
il quorum degli elettori sarà insignificante se non raggiungesse il
51% dei votanti. Insomma una lista sola può riservare sorprese.
C’è comunque da considerare che il
termine per la presentazione delle
liste è il 25 aprile, quindi c’è ancora
un mesetto per vedere se ad Anacapri
verrà formata almeno un’altra lista.
Al momento le liste a Capri sono due,
quella che ha candidato sindaco l’attuale vicesindaco
Marino Lembo e quella che ha dato vita l’ingegnere
Gianni De Martino. Non è escluso che salti fuori una
terza lista che metta insieme tutti quelli che hanno
aspirazioni politiche e che resteranno fuori dai due
schieramenti. Per quanto riguarda i capresi che sono
all’estero a differenza di Anacapri a Capri sarebbero
circa 600 e dal momento che ci sono almeno due liste
il raggiungimento del quorum del 51% è un problema
che non c’è.
di Felice Spinella
a IPPOLITO NIEVO tenutosi il 13 marzo, noi
ere un particolare grazie a tutti coloro che ci
ile la realizzazione l’evento: Ottico Cimmino ndo – Snobberie- De Martino – La Capannina
– Master Piece – Cucù-Tetè – Sabeli – Il filo
re – Bar Alberto – Bar Corallo – Bar Augusto
– Pronto Charm – Da Gianni – Da Carmine.
– ai fotografi Andrea e Michele – a Rafaella
a disponibilità .
Attualità
RISCHIO CHIUSURA AL CAPILUPI, HA
E’ arrivato a Capri solo da pochi giorni Pippo Papaccioli, chiamato dall’Asl Napoli 1 a dirigere il distretto
sanitario 24 e l’ospedale Giuseppe Capilupi, struttura preziosa per la sanità locale, sia per gli isolani che per
i turisti, che ha fatto capire a chiare lettere i suoi obiettivi. Pippo Papaccioli, Giuseppe all’anagrafe, che
tra l’altro non ha una specializzazione in igiene ma in cardiologia e che quindi potrebbe fare tutto tranne
che il direttore sanitario di un ospedale, di cui non ha alcuna esperienza, è chiaro che è arrivato a Capri con
l’obiettivo di smantellare il nosocomio caprese, che, nel bene e nel male, presta assistenza agli isolani e si pone
come unico presidio sanitario. Pippo Papaccioli impegnato politicamente con i berlusconiani di area politica
Nicola Cosentino (arrestato e accusato di mafia) che ne sostenne la candidatura alle comunali, divenne famoso
(se così si può dire) perchè prestò soccorso proprio a Silvio Berlusconi, che nel corso di una convention ebbe
un malore. E’ stato sindaco di Caivano, un comune dell’hinterland napoletano passato alle cronache spesso per
la malavita, fin quando i suoi stessi consiglieri lo misero in crisi sfiduciandolo e ponendo fine alla sua carriera
politica, facendogli tentare anche l’elezione al senato nella fila di Grande Sud che non avvenne. Il massimo
della notorietà Pippo Papaccioli lo ebbe con un servizio su Le Iene e che riguardava il distretto di Ponticelli
di cui era direttore. Da quel servizio (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?15630)
emerse quant’era piccolo quell’uomo così alto, una figura meschina quando Pippo Papaccioli cercò con un
contro servizio (https://www.youtube.com/watch?v=XtedRVRHd-I) smentire se stesso! Magra figura.
Il direttore generale dell’Asl Napoli 1 ha mandato Pippo Papaccioli, che per la sua barba Silvio Berlusconi
definì Bin Laden, con l’obiettivo di tagliare costi al Capilupi. Costi che possono essere tagliati solo togliendo
servizi, quindi a discapito dei cittadini. Basta pensare che se Pippo Papaccioli vuole tagliare costi ha inteso
eliminare lo straordinario al personale che permette di coprire l’assenza di medici, infermieri ed inservienti
che l’Asl Napoli 1 non manda a Capri. Quindi si tagliano ad esempio 900 euro di straordinario senza sostituire
questo prolungamento dell’orario di lavoro necessario con il personale di cui ogni unità costerebbe all’Asl
Napoli 1 5mila euro al mese tra paga e contributi.
Oggi al Capilupi che versa in un clima disastroso e
che rischia di danneggiare l’utenza, proprio per il
modo di porsi del nuovo direttore sanitario senza
titoli e senza alcuna esperienza di organizzazione
ospedaliera, c’è il rischio che in poche settimane non
si potrà più partorire, lasciando ai ginecologi che
Controllare la tua salute è importante.
svolgono egregiamente il loro lavoro con dedizione e
Eseguire un CHECK-UP
professionalità la necessità di trasferire a terraferma
può aiutarti a scoprire patologie importanti. le partorienti. Una necessità questa nel momento
in cui in sala operatoria dovesse essere tagliata la
AZOTEMIA, EMOCROMO CON FORMULA
presenza di due ginecologi riducendo questa figura
ad uno solo, con oltre il danno per le partorienti stesse
E PIASTRINE, CREATININA, VES,
anche del fattore che non nasceranno più bambini a
GLICEMIA, TAS, COLESTEROLO,
Capri. Come si farà al Capilupi quando con l’arrivo
TRANSAMINASI, TRIGLICERIDI,
dei mezzi marittimi verrà richiesto l’intervento non
GGT COLESTEROLO HDL,
più solo del 118 ma anche del personale del Capilupi
QPE, COLESTEROLO LDL,
davanti a decine di passeggeri sentitisi male, che
CPK SIDEREMIA, LDH, PCR, AMILASI,
trovandosi all’osso non potrà inviare nessuno? Come
ACIDO URICO, ESAME DELLE URINE
si farà per la dialisi senza le ore di straordinario che
Il costo totale è di Euro 100.
garantiscono l’effettuazione non solo per i capresi ma
anche di quella turistica? Domande che dovrebbero
Si può approfondire il CHECK-UP
porsi i sindaci dei due Comuni che per il momento,
con controllo tiroideo (FT3 – FT4- TSH)
anche davanti ad una campagna elettorale alle porte,
controllo prostatico ( PSA- PSA FREE +
preferiscono non interessarsi del problema. Tra
RAPPORTO) e altri esami mirati.
qualche settimana arriverà a Capri una nuova tac
che sostituirà quella che ormai non funziona più
Possibilità di eseguire il prelievo a domicilio e si potrebbe pensare che ciò sia merito di Pippo
Papaccioli, cosa questa non vera, infatti basta leggere
Attualità
ANNO MANDATO PIPPO PAPACCIOLI
le date della corrispondenza e delibere per rendersi conto che se Capri avrà una nuova tac lo si deve solo all’ex
direttore sanitario Alfredo Irollo, che tra l’altro ha una specializzazione in igiene e quindi era titolato per
questo ruolo, che come un pellegrino ha rotto l’anima all’Asl spingendola a quest’acquisto nell’interesse della
cittadinanza e della stessa Asl. Infatti, il malfunzionamento della tac ha costretto centinaia di trasferimenti
a terraferma sia in elicottero che in idroambulanza, per effettuare la tac con un costo maggiore per l’Asl
rispetto all’acquisto di una macchina nuova. Togliendo lo straordinario agli infermieri, questi, ritornando a
terraferma portavano gli esami di laboratorio che a Capri non si potevano elaborare fino al Frullone, ora questi
esami rischiano di dover essere fatti a terraferma. A terraferma davanti al laboratorio di Capri che funzionava
egregiamente e che era arrivato ad effettuare 140mila analisi, un vero record per il Capilupi. Insomma alla
fine si è pensato di tagliare lo straordinario considerandolo “allegro” ma non pensando che proprio con lo
straordinario l’Asl risparmiava migliaia di euro per i medici, infermieri e paramedici, che non mandava a
Capri. Insomma se l’Asl Napoli 1, i sindaci di Capri ed Anacapri, i tanti politici di tutti gli schieramenti
che frequentano Capri, non ci si renderà conto che Capri non può non avere un ospedale e mandi un serio
direttore sanitario con tanto di titoli per farlo e che abbia esperienza di organizzazione ospedaliera, non sulla
carta ma in pratica, al Capilupi non spetta altro che avviarsi alla chiusura. Pubblichiamo la lettera pervenuta
dall’Associazione Robespierre - Comitato per la salute pubblica riferita al servizio dialisi che è oggi a rischio.
Le speranze al momento sono nelle mani di Don Carmine del Gaudio sacerdote tenace e che non le manda a
dire, chissà se le sue prediche interesseranno anche la direzione del Capilupi e lo sfascio che sta portando.
di Felice Spinella
Pregiatissimo Direttore, trovare le parole per esprimere Sdegno e Vergogna oggi basta indicare un
luogo anzi, un contesto. Sdegno e Vergogna sono le precise parole per indicare il Centro di Emodialisi
del Presidio Ospedaliero G. Capilupi di Capri. Perchè esso ne è la sintesi. Quelle stanze piccole, fredde
di inverno, e arroventate dal sole d’estate, racchiudono la malattia come massima espressione della
sofferenza umana e dall’altro la dignità di questi pazienti che consapevoli del bisogno della cura praticano
la necessaria terapia in quel luogo che di dignitoso non ha
nulla. Lo scheletro di quello che una volta era un Ospedale
si erige già oggi a “FUTURA MEMORIA” per le giovani
generazioni evidenziando una classe dirigente incapace e
che per la sua “Disattenzione” verso la cosa pubblica nulla
ha pagato. Dobbiamo avere la capacità di far scattare o se
consegna immediata occhiali da vista
volete far nascere un nuovo orgoglio Caprese, un movimento
di coscienza, una Solidarietà che in maniera trasversale
tocchi tutte le famiglie, tutti i ceti sociali che investi in
primis le Istituzioni Comunali e i massimi Dirigenti dell’Asl
Na 1 Centro e gli amministratori Regionali poi. Ricostruire
il Centro di Emodialisi del Presidio Ospedaliero questo è il
nostro obbiettivo. Ce lo chiedono: Alfredo Morvillo, Salvatore
D’Agostino , Umberto Ruocco, Carmela Cerchia, Giuseppina
Gargiulo, Luciano Pelliccia, Eduardo Aprea ed inoltre, Dott.
ssa Carmen Sforza, Dott.ssa Marianna Bencivenga, gli
infermieri Tiziana Guida, Stefano Properi, Maria Pecoraro,
Armando Cortone, Gina Tortora, Antonio Eliseo che di quel
luogo ne sono frequentatori abituali. Noi individuando nel
Parroco Don Carmine Del Gaudio il legale rappresentante
di questa battaglia di Civiltà indichiamo il percorso della
fratellanza e della solidarietà. Don Carmine sarà il punto di
riferimento per chiunque vorrà dare una mano per realizzare
un “Sogno”. GRAZIE.
Associazione Robespierre - Comitato per la salute pubblica
Il Presidente Giovanni Coppola
Capri Vision
Visite
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Tel. 081.837.64.22
Lettere al Direttore
VOGLIONO CHIUDERE IL CAPILUPI?
Riceviamo e pubblichiamo.
Che fosse necessario mettere un punto sulla situazione sanitaria caprese era chiaro a tutti. Che lo si facesse con
la “Napoletana Approssimazione” questo non ce l’aspettavamo. La nostra visione di Sanità parte da presupposti
completamente diversi da quelli aziendali. La pianificazione della spesa che noi crediamo indispensabile e
necessaria in questo momento storico deve essere foriera dell’ottimizzazione dei servizi, della loro programmazione
e dell’ampliamento, mettendoli nella migliore condizione di rispondere ala equazione Ospedale/Territorio alla
quale tutti ambiscono. Pianificazione e programmazione sono i principi ispiratori sui quali bisogna ripartire e
non sempre la necessità di tagli può essere utile. La rimodulazione dei servizi, se una attenta analisi del territorio
lo richiede, può essere molto più efficace, molto più corrispondente alle esigenze dei cittadini utenti. In questo
momento storico chiudere servizi, ridurre il personale potrebbe significare non avere più in futuro la possibilità di
riaprirli, abbassare o ridurre il numero dei medici significherebbe di fatto non dare più la possibilità alle donne
capresi di partorire a Capri annullando di fatto quel dritto di cittadinanza che ad ogni persona dovrebbe essere
garantito. La “Salute non è una merce” è il motto; dietro la sofferenza dell’uomo malato deve esserci la qualità
di una risposta assistenziale, che non è data dal numero di interventi, dal dato statistico ma dal giusto equilibrio
tra professionalità e umanità. Abbassare il numero dei medici di guardia significa non mettere in sicurezza nè il
paziente nè l’ operatore sanitario con gravi rischi per tutti. La conclusione sarà il trasferimento in terraferma di
qualsiasi paziente e la consequenziale diminuzione dei ricoveri o la chiusura del reparto. Quindi quale è il reale
progetto della Direzione generale della Asl Na 1? Cosa ne sarà nel prossimo futuro il Capilupi? Dove e come
verranno assistiti i cittadini capresi? Queste sono le domande che poniamo al Direttore Generale Dott. Ernesto
Esposito ricordando a lui che quello che regola la vita di un uomo pubblico è l’osservanza delle norme e la loro
applicazione. La domanda legittima la poniamo noi al Direttore Generale: Ma lei L’OSPEDALE LO VUOLE
CHIUDERE? O INTENDE APPLICARE LA NORMA? Certo che nell’uno o nell’altro caso Lei o chi per Lei è
messo male. Il Dott.Papaccioli (neo direttore sanitario del Capilupi, Ndr) il quale ha ricevuto il mandato è un uomo
delle istituzioni avendo ricoperto il ruolo di Sindaco e un conoscitore raffinato delle leggi e delle norme e sa che in
materia sanitaria la legge non lascia deroghe.
Associazione Cittadinanza Attiva comitato “La Viola e la Libertà”
VIALE PANCHINE DACAMERELLE
Riceviamo e pubblichiamo.
Credevamo che dopo la chiusura del ristorante Edodè e il ritorno delle panchine tolte per far posto ad un mare
di tavoli non sarebbero state toccate più. Invece, in barba all’interesse pubblico, per l’interesse del pluripotente
ingegnere Capaldo, patron dell’ex albergo Le Camerelle (sul cui condono ci sarebbe da dire e se ricordo bene fu lei
e la signora Boniello del Mattino a scoperchiare il pentolone) al Comune si starebbero preparando per spostarle di
nuovo e rimetterci i tavoli e sedie per il ristorante che dovrebbe aprire a fine maggio prossimo. A prescindere dalle
considerazioni personali sull’opportunità o meno di togliere le panchine di cui oggi stiamo godendo specialmente
gli anziani che vanno a passeggio e li sostanoper riposare, sono stupito di come sia possibile che il Comune e i vigili
urbani deputati a ciò, si stiano spendendo per il suolo pubblico da dare al nascente ristorante. Ristorante privo
delle minime possibilità di avere la licenza di ristorazione avendo una cucina al dì sotto delle minime quadrature,
per non parlare dei bagni, degli spogliatoi, dei depositi. Lei e la signora Boniello scoprì l’imbroglio dell’ex albergo
Le Camerelle, vada ora a vedere una cucina di 16 mq. come potrà diventare di almeno 20 per chiamarsi cucina da
ristorante, salvo che facciano lavori abusivi. Le norme sono chiare, limpide, accessibili a chiunque. Se quel posto è
già difficile che diventerà ad essere un ristorante dovrebbe almeno essere impossibile poter avere il suolo pubblico
sulla strada, in quanto in base ai metri quadrati della cucina si hanno i posti a sedere di un ristorante e se non
ce li hanno per la terrazza come potrebbero averli per gli spazi di suolo pubblico. Tra l’altro come si da il suolo
pubblico ad un’attività che non c’è? Ed ancor più ai membri della giunta e ai vigili urbani sembra normale dare del
suolo pubblico, se lo si vuole ridimensionare dandogli un solo lato, che da una parte c’è chi si siede per riposarsi
o godere del passeggio e dall’altra chi pranza e cena? Se questo è normale vuol dire che al Comune noi capresi
possiamo vantare dei veri e propri geni! Martedì la giunta del municipio si pronuncerà su richiesta dei vigili urbani
se dare o meno il suolo pubblico e spostare di nuovo le panchine, perchè non si riunisce per stabilire invece che
anche di fronte alla terrazza si mettano altre panchine per l’interesse di tutti e non solo di alcuni, tra l’altro ben
accorsati con un potente ufficio tecnico privato che esprimerà il prossimo sindaco di Capri? lettera firmata
Attualità
SI GIOCA SU I NUOVI CAMPI DI TENNIS
Il Tennis Club Capri ha inaugurato i nuovi campi in play it, frutto di un lavoro duro e lungo svolto nei mesi invernali
dalla ditta edilizia caprese Porta in sinergia con la ditta del nord est italiano di Gianfranco Zanola, attiva in tutto
il paese nel rinnovamento dei campi nei circoli più prestigiosi. Un’opportunità per i giovani allievi della scuola
tennis del club di potersi allenare e competere su una superficie moderna, leggermente più veloce della terra battuta,
ma caratterizzata da rimbalzi sempre uniformi, omologata dalla federazione internazionale, qual è il play it. I due
campi in play it andranno ad affiancare l’unico campo che è stato mantenuto in terra rossa, per dare la possibilità
agli allievi della scuola tennis di giocare sulle due superfici che sono le più praticate in questo sport. A dare nuovo
volto e riqualificare lo storico circolo tennis, è stata la famiglia Breglia proprietaria della struttura che ha voluto
dare un nuovo impulso allo sport del tennis e ai campi che si trovano nel cuore del centro storico di Capri da oltre
settant’anni. Grande entusiasmo fra i giovani allievi, i genitori e tutta la comunità isolana che sabato scorso ha
affollato lo spazio del tennis di Capri che ha avuto un’inaugurazione agonistica fortunata, in quanto la squadra under
12 maschile ha vinto al doppio di spareggio con
la squadra del Tennis Club 2000, uno dei circoli
più quotati in Campania.
di Carmen Ricci
Attualità
FINANZA: 100 METRI QUADRATI
DI ABUSI PER TOTO NALDI
La Guardia di Finanza della Tenenza di Capri, diretta dal Luogotenente Pietro Varlese, ha posto sotto sequestro,
avvalendosi del capo dell’ufficio tecnico ingegnere Salvatore Rossi, oltre 100 metri quadrati di abusi edilizi perpretati
a Palazzo a Mare in contrasto con i titoli autorizzativi: manufatto di dimensioni mt. 6,50 x
mt. 5,80 di h mt. 3,30 attintato con colore bianco con antistanti colonne stile caprese e
sovrastante incannucciato (primo manufatto situato a sx della piscina percorrendo il viale nel
senso della di scesa) provvisto di apertura di accesso e finestre; manufatto di dimensioni mt.
4,40 x mt 4,30 h 3,00 mt situato a dx per chi percorre il viale interno nel senso della discesa;
manufatto di dimensioni mt. 6,30 x mt. 3,90 di altezza mt. 3,00, munito di finestre e porta
di accesso; manufatto in legno delle dimensioni mt. 3,50 x mt. 4,00 situato sul fronte lato
valle della proprietà in prossimità della via Palazzo a Mare; chiusura di uno spazio aperto
attiguo alla rampa di scala che porta all’appezzamento a quota superiore a mezzo vetri e
profilati in alluminio, chiusura che ha comportato creazione di volume. Gli abusi sono stati
perpretati nella proprietà dell’imprenditore del turismo Salvatore Naldi, nella qualità di legale
rappresentante della Soc. C.E.R.C. Spa. Il Comune di Capri ha quindi notificato l’ordinanza
di demolizione a Salvatore Naldi, meglio conosciuto come Toto, mentre va avanti l’inchiesta
della Guardia di Finanza per capire come sia possibile che sia stato costruito tutto quel ben
di Dio e nessuno si sia accorto di nulla. Costruzioni che sarebbero state eseguite di recente
in quanto i vigili urbani avevano effettuato sopralluoghi da cui non era emerso alcun abuso.
Toto Naldi è stato denunciato alla Procura delle Repubblica di Napoli e nei prossimi giorni
si procederà ad identificare l’impresa che ha eseguito gli abusi e l’eventuale coinvolgimento di tecnici.
Attualità
LEGAMBIENTE A SCUOLA
Come ogni anno anche lo scorso venerdì 14 marzo, a Capri nelle scuole primarie dei plessi “IV Novembre”
e “G. Salvia” di Tiberio si è svolta la più grande manifestazione di volontariato nelle scuole italiane:
Operazione Scuole Pulite
Nontiscordardime’
promossa
da
Legambiente.
Grazie al lavoro delle
insegnanti dei plessi
scolastici i ragazzi sono
diventati
responsabili
di grandi pulizie e
abbellimenti del loro
ambiente
scolastico!
Ma non solo: si è potuto
discutere di ambiente e
della corretta raccolta
differenziata dei rifiuti,
i ragazzi si sono dati
da
fare
piantando
fiori nel giardino
e
comprendendo
divertendosi
l’importanza del corretto
rapporto con le cose
comuni e pubbliche.
Una lettera inviata a
tutti i docenti da parte
del Presidente del Consiglio dei Ministri ha salutato
l’importanza dell’iniziativa targata Legambiente. Un
ringraziamento particolare alle maestre e ai collaboratori
dei due plessi scolastici capresi! E gli alunni Capresi ora
aspettano di ricevere la visita dei loro amici dell’Isola del
Giglio, attraverso un gemellaggio legato alle attività di
educazione ambientale!
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Il Corriere di Capri
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l’uscita in edicola manda
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Domenica 23 Marzo 2014
Domenica 23 Marzo 2014
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Domenica 23 Marzo 2014
Attualità
DISCARICA CASTAGNELLE: TUTTO TACE
Ad Anacapri il Comune non si occupa di via Castagnelle, parliamo delle zone alte non
per qualità ma per posizione. Tra gli spazi pubblici e una casa diroccata è stata messa
in essere una vera e propria discarica con tanto di amianto. La discarica verrà presto
occultata con terreno che è già pronto per l’uso, senza che nessuno si accorga di nulla,
senza che nessuno verifichi e scopra chi sono i delinquenti che hanno dato vita a questo
stato di cose.
Domenica 23 Marzo 2014
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Attualità
RIPRISTINARE I SENTIERI
DELL’ARCO NATURALE
Prosegue sotto la direzione dell’associazione Percorsi & Sentieri, e con la collaborazione di volontari e dell’associazione
Legambiente, la pulizia del sentiero che dall’Arco Naturale raggiunge il complesso di grotte dette del Fieno, perché a
tale uso da sempre tali grotte venivano utilizzate. Secondo quanto racconta
Eugenio Cerrotta, il novantenne proprietario dei terreni che raggiungono
fino al demanio comunale e che segue passo passo il ripristino del percorso,
tutta la zona prima della crescita delle piante di alto fusto, era regolarmente
coltivata a legumi
come
“ceci
e
cicierche”,
che
richiedevano poca
acqua oltre al fieno
che veniva lasciato
ad asciugare proprio
nelle grotte. Ma i
racconti ed i ricordi
non si fermano solo
a questo, infatti
una signora del
posto racconta che i
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genitori erano usi a portare
al momento del cambio
di stagione le coperte di
lana che venivano lavate in
acqua di mare, per evitare
che venissero attaccate dalle
tarme, come pure racconta
che quanto lei risaliva dal
mare in un sacchettino
raccoglieva il sale marino
che si formava nelle
pozze delle spanata della
“sementella”. Certamente
erano altri tempi ora è inimaginabile andare a raccoglie il
sale o portare le coperte a lavare, ma la bellezza del posto
merita di essere protetta e resa disponibile a chi amante della
natura cerca emozioni uniche oppure resa fruibile a quelli
che armati di macchia fotografica, al pari dei pittori che
hanno reso celebre gli angoli più remoti dell’isola, cercano
immagini uniche. E’ per tale ragione che le associazioni
come Percorsi & Sentieri isola di Capri e Legambiente
si stanno adoperando per ripristinare la sentieristica della
zona, una sentieristica che a detta di molti consentiva non
solo collegamenti dal ciglio di monte al mare ma anche in
orizzontale dalla grotta di Matermania alla grotta Bianca,
(il sentiero di mezzo), ripristinare tutti i sentieri è difficile,
ma certamente non è impossibile ripristinare quelli più
semplici, importanti e panoramici.
Attualità
AAA CERCASI SEDE PER L’AZIENDA DI
SOGGIORNO SFRATTATA DA PALAZZO CERIO
A seguito dello sfratto operato nei confronti dell’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo Isola di
Capri, la Fondazione Cerio ha concesso una proroga fino al prossimo settembre, data questa nella quale
se l’ente turistico, ormai in decadenza, non avrà trovato un’alternativa dovrà fare i bagagli. L’Azienda
di Soggiorno, tra l’altro, non appare come un ente che possa prestare garanzie di pagare il fitto nel
momento in cui in base alla legge regionale che dovrebbe andare in vigore verrà soppresso e quindi
già per affrontare il nuovo fitto ha chiesto aiuto al Comune di Capri. Intanto, sulla destinazione degli
attuali locali di Palazzo Cerio occupati dall’Azienda di Soggiorno si susseguono voci che lo vorrebbero
destinato ad attività commerciale, ma sul bene permane il vincolo d’uso. Resta sempre, per una realtà
turistica come Capri, l’idea che il Comune si doti per un’agenzia del turismo che rappresenti la cabina
di regia di tutte le iniziative che si svolgono sul territorio, una sorta di società speciale a cui il Comune
affidi tutti i fondi e che inglobi l’attuale professionalità presente in seno all’Azienda di Soggiorno. Solo
così si potrebbe mettere in campo una seria programmazione turistica e dare continuità al modo di fare
turismo che da qualche anno è stato avviato al Comune di Capri. di Fabrizio Grifoni
TABELLONI PUBBLICITARI ABUSIVI AL
PORTO TURISTICO, SCATTANO GLI AVVISI
Per i tabelloni pubblicitari al porto turistico avvisi di garanzia a Fabrizio De Maddi e Marino Bertocci ex
direttori della struttura portuale. A loro si è aggiunto anche Salvatore Lauro, certamente completamente
estraneo ai fatti. In effetti al porto turistico
erano stati dati, nel periodo di gestione degli
stessi dalla Media Blu, antecedentemente al
2005, anno in cui vennero messi ad appalto, in
gestione una decina di impianti che poi negli
anni si sono raddoppiati. Proprio quest’aumento
degli spazi pubblicitari che sarebbe avvenuto in
assenza di autorizzazione edilizia ricondurrebbe
al capo d’imputazione per il quale i tre sono
indagati. Per il porto turistico gli spazi pubblicitari
rappresentano un’entrata rilevante, circa 100mila
euro l’anno, e a parte i risvolti economici alla
luce degli eventi velici internazionali di maggio
sarebbe non gradevole vedere tutti quegli spazi
come se fossero abbandonati. In effetti il porto
turistico, per tutto ciò è tecnico, si è affidato
da anni all’ingegnere Gianni De Martino, una
sorta di super consulente, che avrebbe dovuto
sistemare già da un paio di anni la situazione, che
invece avrebbe preso sotto gamba il problema
facendo oggi trovare il porto turistico in problemi
giudiziari, oltre ovviamente a rischiare per la
concessione demaniale nella quale invece
risultano i tabelloni così come lo sono oggi. Una
situazione presa sotto gamba anche da all’epoca
capo dell’ufficio tecnico che avrebbe messo nel
cassetto il fascicolo presentato da De Martino
che non aveva più seguito la pratica. L’inchiesta
è dei vigili urbani di Capri.
di Felice Spinella
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Domenica 23 Marzo 2014
Capri Via Prov.le Marina Grande, 2 Tel. 081.837.40.55 Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 20.00 orario continuato Aperto Domenica aperti dalle 8.00 alle 13.00
Capri Via Prov.le Marina Grande, 35/37 Tel. 081.837.72.21 anche con reparto Tavola Calda e Pescheria Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 14.30 e dalle ore 17.00 alle 20.00 Domenica chiuso
Capri Via Matermania 1/3 Tel. 081.837.68.40 Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 13.30 e dalle ore 16.00 alle 20.00 Domenica chiuso
Anacapri Via G. Orlandi Tel. 081.838.21.33 Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 13.30 e dalle ore 16.00 alle 20.00 Domenica chiuso
Capri Via Prov.le Marina Grande, 2 Tel. 081.837.40.55 Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 20.00 orario continuato Aperto Domenica aperti dalle 8.00 alle 13.00
Capri Via Prov.le Marina Grande, 35/37 Tel. 081.837.72.21 anche con reparto Tavola Calda e Pescheria Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 14.30 e dalle ore 17.00 alle 20.00 Domenica chiuso
Capri Via Matermania 1/3 Tel. 081.837.68.40 Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle 13.30 e dalle ore 16.00 alle 20.00 Domenica chiuso
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DUPLICATO LIBRETTO
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150 ANNI DI LUCE: IL FARO
DI PUNTA CARENA
Cultura Caprese
di Luigi Lembo
Lo si può tranquillamente considerare uno dei simboli della nostra Capri; di certo il Faro di Punta Carena stupisce per
maestosità e imponenza. Costruito nel 1860 e entrato in attività nel 1867(anche se nel 1864 era già pronto…giusto
150 anni fa, sarebbe opportuno che qualcuno si ricordasse l’evento…), è il secondo faro in ordine d’importanza
in Italia subito dopo quello di Genova. Posizionato sull’estrema punta sud occidentale dell’Isola in quella che è
conosciuta come Punta Carena, anche se, una volta, era chiamata
Punta Limmo, dal latino limen, cioè confine, il Faro è costituito
da una torre ottagonale in muratura con lanterna e galleria, posta
sopra un edificio di due piani per il farista. Il faro è stato ridipinto
qualche anno fa e ora è bianco con strisce verticali rosse. La casa
del custode è di colore rosso. Il faro è dotato di un’ottica rotante
che emette lampi di luce bianca con periodo di 3 secondi il cui
abitacolo è accessibile per una rampa di 140 scalini, a spirale.
Il piano focale si trova a 73 metri sul livello del mare. Il faro
ha una portata di 25 miglia marine (circa 46 km), ed è pertanto
definito faro d’altura. Il faro fa capo al Comando di Zona Fari
della Marina Militare con sede a Napoli (che si occupa di tutti
i fari del Tirreno meridionale), Reggenza di Capri. Da sempre
il suo faro, tra rocce e macchia mediterranea, rappresenta un
punto di riferimento per ogni natante, anche quelli muniti delle
più moderne strumentazioni. L’area è infatti una “zona d’ombra” per qualsiasi segnale Gps e cellulare. La sua
posizione strategica incrocia le vecchie fortificazioni che servirono come vana difesa agli inglesi nel 1808 durante
il rocambolesco sbarco dei francesi di Gioacchino Murat e la conseguente occupazione dell’isola. Và ricordato, per
completezza d’informazione, che nei fortini posti ai suoi piedi furono piazzarono
cannoni anche durante la seconda guerra mondiale, a difesa delle coste. Nonostante
l’importanza del contesto, il suo “isolamento” è restato tale fino agli anni 60;
esisteva infatti fino ad allora solo un polveroso sentiero che, dopo aver lasciato
alle spalle lo slargo di Caprile, attraversava con scomodi scalini, la vallata della
Follicara, costeggiando Casa Caprile dove la regina Vittoria di Svezia aveva più
volte, nei corso di vari anni, trascorso le sue vacanze godendo dell’amicizia e
delle “amorevoli” cure del noto medico Axel Munthe. Si raggiungeva quindi,
dopo circa venti minuti, la torre di Materita e poi Mesola e Pino.
Nel suo Breviario di Capri, del 1937, Amedeo Maiuri lo descrive così: “Scendo
da Caprile per la mulattiera grande del Faro, alla Torre Materita. Ora meridiana,
pànica, beatificante. Il sole irradia e accende di faville d’oro tutta la gran selva
d’ulivi, dal costone dei Mulini giù giù al declivio di Materita. Le rocce all’intorno
sono tutto un bagliore di fiamma; solo qua e là s’incupisce d’ombra qualche gran
quercia superstite dell’antico querceto che ammantava un tempo il Solaro come
la vetta del Nerito caro al cuore di Ulisse. La mulattiera polita, liscia tra gli ulivi
e il terreno riarso roccioso, ha non so qual nitore di lucentezza preziosa. Bimbe
e ragazze scendono lentamente a catena verso la cala del Faro per prendere il
bagno domenicale. Le più grandi tengono per gioco, tra risa e rabbuffi, sollevate
per le braccia, le sorelline minori, e fanno volate canore di grida ed allegre soste
di richiami come stormi di passere a sera. Ma non c’è in quel vocìo del chiasso
sguaiato e corrotto della domenica del villaggio; tutto spira letizia di godimento
sereno”. Oggi, con la moderna carrozzabile via Nuova del Faro ci si arriva in una dozzina di minuti in affollati e
rumorosi pullman; e il vociare delle bimbe di cui sopra è stato soppiantato da quello di sudaticci bagnanti che ne
apprezzano essenzialmente il lido da dove si gode il sole fino al tramonto, dimenticando la poesia di un luogo aspro
ma ricco di un fascino davvero esclusivo.
Roberto Smit
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Attualità
IN RICORDO DI ALDO VIVA
E’ sempre difficile scrivere di chi non è più tra noi. Affiorano come spot ricordi, sorrisi, cose fatte insieme
o piuttosto chiacchierate. Affiora alla mente in modo curioso e del tutto inatteso, come se fosse il
ricordo di un sapore o di un profumo, il senso, l’atmosfera che circonda una persona. Si prova scavando
nei ricordi vivi lo strano effetto di un sorriso e una lacrima in contemporanea. E’ questo che provo
ricordando Aldo. Rivivo un paese, Anacapri, fatto in un certo modo, lo rivivo pensando alle persone
che lo coloravano e che non ci sono più. Rivivo me bambino e le mostre di artigianato anacaprese,
con Aldo insieme a mio padre e tanti personaggi di una Anacapri che fu, dove ognuno discuteva, nelle
botteghe, tra la strada e in piazza, una Anacapri solare e molto easy. Un paese di artigiani in cui Aldo
era il mastro del fuoco e del ferro. Ma soprattutto
mi piace sottolineare una forma che dovremmo
saper reinterpretare noi generazione postuma: la
franchezza, la operosità. Si, un tratto e una forma
che oggi tendono a scomparire, ma che erano la
ricchezza di persone come Aldo. Era franco e
diretto, come le persone semplici e vere, come
chi è vissuto modellandosi tra gli elementi della
natura, che lui soleva riassumere dicendo “sono
figlio di contadini e di queste rocce”. Era franco
come il mare di Anacapri, di più: spumeggiante.
Aveva il tratto di chi solo come Ulisse riesce nel suo
intento, una forza di volontà contagiosa. Lo ricordo
forte della sua volontà anche in Legambiente, ad
esempio quando si trattava di ripulire dai rifiuti l’area
archeologica di Damecuta, perché aveva forte il
senso di comunità. Ma soprattutto in lui albergava
un vero progressista, colui che analizzando
semplicemente ciò che lo circondava avvertiva
e discuteva di scenari e sistemi sociali diversi, di
miglioramenti possibili, anche impossibili a volte,
ma un artista ha anche questo compito storico,
quello di ricercare. Nella semplicità invitava a stare
a testa alta, sempre. A non chinarsi e darsi per vinti.
Questa è una lezione che soprattutto oggi, periodo di grande sbandamento, dobbiamo tenere a mente.
La semplicità, essenza attrattiva di Anacapri, era la sua bandiera. Come la sua opera di land-art “la
triade viva”, un albero in ferro, un grido semplice e forte contro l’uccisione della natura. Alla moglie
Mariarosaria, di cui Aldo confidava di non poter mai farne a meno, vada il grande abbraccio degli amici
e conoscenti come a Fulvia, Adamo e Lilly, ricordandogli, parafrasando Peppino De Filippo al figlio: voi
siete le sue mani, voi siete la continuazione di Aldo, e finchè ci sarete lui ci sarà.
Con amicizia
Nabil Pulita
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