lezione4_2015 - I blog di Unica

MARIA TERESA MELIS
SISTEMI INFORMATIVI
GEOGRAFICI IN GEOLOGIA
[email protected]
ANNO ACCADEMICO 2013/ 2014
LEZIONE 4
ANALISI GEOGRAFICHE
Corso di Sistemi Informativi Geografici in Geologia
a cura di Maria Teresa Melis
[email protected]
Section 1
ANALISI SPAZIALE
ANALISI SPAZIALE VETTORIALE
Gli strumenti GIS permettono l’analisi di uno o
più layer tematici e dei loro attributi associati.
L’analisi può essere applicata a un singolo tema
o a due (o più) temi
Temi
•
L’esito della analisi può essere un nuovo dataset estratto da quello interrogato, oppure un
nuovo tema.
•
La struttura della analisi è condizionata dal
modello e dalla struttura spaziale in cui sono
organizzati i dati disponibili:
•
punti
•
linee
•
poligoni
1. interrogazione (querying)
2. analisi di prossimità (proximity analysis)
3. analisi di sovrapposizione (overlay analysis)
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Funzioni di analisi
Esistono tre tipi essenziali di funzioni di analisi dei dati vettoriali:
•
interrogazione (querying): opera una selezione interna agli oggetti contenuti nel tema analizzato
•
analisi di prossimità (proximity analysis):
individua aree di influenza spaziale
•
analisi di sovrapposizione (overlay analysis): applica operazioni di intersezione tra
temi sovrapposti
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Scrivi
Queryper inserire testo
L’utente può selezionare parte degli elementi presenti in un layer componendo
una interrogazione (query) che individua
gli oggetti che corrispondono a uno specifico criterio di scelta.
Il criterio si basa sulle informazioni presenti nella tabella degli attributi.
Il tipo più semplice di query in un database (come “comuni_sardegna”) consiste nella associazione attraverso un operatore di
relazione (come “=”) tra un campo tabellare (come NOME_COMUNE) e un particolare valore (come “Tissi”).
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SQL
Le query utilizzano il linguaggio SQL
(Structured Query Language) che permette
di formalizzare i criteri di ricerca in un
campo tabellare:
SELECT * FROM comuni_sardegna WHERE “NOME_COMUNE” = ‘Tissi’
Nella struttura di una query si individuano
tre elementi fondamentali:
•
lo strato informativo all’interno del quale si effettua la selezione
•
l’entità oggetto della selezione
•
le condizioni che consentono di effettuare la selezione
Questa struttura, sulla base dello standard
SQL, si esprime come segue:
SELEZIONA <entità>
Query aspaziale in ArcGIS
DA <strato informativo>
DOVE <condizioni>
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Select By Attribute
La finestra di dialogo Select by Attribute
permette di individuare il Layer sul quale
si vuole costruire l’interrogazione e il metodo (Method) con cui si vuole operare; è infatti possibile
•
Creare una nuova selezione
•
Aggiungere elementi a una selezione
corrente
•
Rimuovere elementi da una selezione
corrente
•
Struttura SQL
Selezionare internamente a una selezione corrente
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Select By Attribute
I campi (fields) tabellari del layer su cui si
opera la selezione appaiono nella parte sinistra della finestra di dialogo.
Dopo aver individuato il campo sul quale
si vuole operare la selezione, nella parte
destra della finestra appare un campione
dei valori contenuti nel campo. Se si vogliono vedere tutti i valori disponibili in
quel campo, è necessario un click su Complete List
La parte centrale della finestra è occupata
dagli operatori di /corrispondenza associazione tra campo e valori e di connessione
tra query.
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L’esecuzione di una query by attribute
Per eseguire una query semplice:
1. Click doppio sul nome del campo su
cui si vuole operare la selezione
2. Click sull’operatore di corrispondenza
3. Click doppio sul valore dell’elemento
che si vuole selezionare
1
3
4. Click su Apply
2
4
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Regole SQL
La digitazione diretta dei valori nella finestra di dialogo può essere operata a condizione di conoscere alcune regole del linguaggio SQL:
•
Il nome dei campi deve essere racchiuso in virgolette doppie (p.e. “NOME_COMUNE”
•
I valori di testo (string) devono essere racchiusi da virgolette semplici (p.e. ‘Tissi’)
•
Il linguaggio SQL è case sensitive (le maiuscole sono considerate diverse dalle minuscole).
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Operatori di corrispondenza
Il linguaggio SQL fa uso di tipi diversi di
operatori
Operatori per cercare valori specifici
•
=
Operatori per comparare valori
•
> maggiore
•
< minore
•
>= maggiore o uguale
•
<= minore o uguale
•
<> diverso
Operatori Booleani
•
AND
•
OR
•
NOT
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Operatori Booleani AND e OR
È possibile costruire query imponendo più
di una condizione di selezione.
Si usano a questo scopo gli operatori
Booleani AND e OR
AND impone che tutte le condizioni richieste siano verificate (p.e. in un layer di comuni sardi “Provincia” = ‘CA’ AND “ASL”
= ’8’ individua tutti i comuni sardi in Provincia di Cagliari che appartengono anche
alla ASL 8).
OR impone che almeno una delle condizioni richieste debba essere verificata (p.e.
in un layer di comuni sardi “Provincia” =
‘CA’ OR ASL = ‘8’ individua tutti i comuni
in Provincia di Cagliari e, in più, anche i
comuni appartenenti alla ASL8.
Il termine" booleano" si riferisce ad un sistema logico
sviluppato dal matematico inglese George Boole
(1815-64).
La logica booleana consiste di tre operatori logici:
•
OR
•
AND
•
NOT
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L’operatore NOT
NOT impone che la condizione che segue
nell’espressione della query, mono o multicriteriale non sia verificata.
NOT in una selezione monocriteriale sui
comuni sardi:
Moravia NOT Mondadori
NOT “ASL” = ’8’
Individua tutti i comuni che non appartengono alla ASL 8.
NOT in una selezione multicriteriale sui comuni sardi:
Tutti i documenti con Moravia editi da chiunque ma
non da Mondadori
“Provincia” = ‘CA’ AND NOT “ASL” = ’8’
individua tutti i comuni in Provincia di Cagliari che non appartengono alla ASL 8.
“Provincia” = ‘CA’ OR NOT ASL = ’8’
individua tutti i comuni in Provincia di Cagliari e, in più, tutti i comuni che non appartengono alla alla ASL 8.
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L’operatore LIKE e i caratteri
wildcards
Se non si è sicuri di come sia scritto il valore nella tabella si può usare l’operatore
“LIKE” invece dell’operatore “=“ e aggiungere un carattere wildcard come “_”
che vale per “qualsiasi carattere”, oppure il carattere “%” che vale per “qualsiasi
gruppo di caratteri”.
p.e. l’espressione
"NOME" LIKE 'T_rralba‘
individua sia il comune di Terralba che il
comune di Torralba.
p.e. l’espressione
"NOME" LIKE 'Villa%‘
individua i comuni di Villaspeciosa, Villasimius, Villacidro ...
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Il linguaggio SQL prevede altri operatori
IS NULL (che individua campi vuoti)
DATE (che individua il formato di data)
Ogni query può essere salvata in un formato di testo con estensione .exp (click su Save) e caricata se necessario (click su Load)
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Creare un nuovo layer utilizzando
il risultato di una query
Quando un oggetto, o una serie di oggetti,
è stato selezionato può essere convertito in
un nuovo layer senza che sia necessario
creare un nuovo dataset.
Il comando Selection/Create Layer from Selected Features per ottenere la conversione
in un nuovo layer è disponibile dopo un
click destro sul nome del layer su cui si è
effettuata la selezione.
Il nuovo layer apparirà nella Table of Contents, con un nome di default che può essere modificato.
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Esportare il risultato di una query
come nuovo dataset 1/2
In alcuni casi è opportuno propriamente
esportare il risultato della selezione come
nuovo dataset shapefile (p.e. per utilizzare
il dataset in altre applicazioni).
Il risultato della selezione può essere esportato attraverso il comando Export Data, disponibile con un click destro sul nome del
layer nella TOC.
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Esportare il risultato di una query
come nuovo dataset 2/2
Nella finestra Export Data si può indicare:
•
se si desidera esportare tutti gli oggetti
contenuti nella selezione (All features),
oppure solo gli oggetti che appaiono
nella estensione della vista (All features
in View Extent).
•
il sistema di riferimento a cui riferire il
nuovo dataset, da scegliere tra quello in
uso nel dataset su cui è stata operata la
selezione (Use the same Coordinate System as this layer’s source data) e quello
in uso nella vista (Use the same Coordinate System as the data frame)
•
il nome del dataset, e il percorso di
creazione del nuovo shapefile
•
quando si è salvato il nuovo dataset,
ArcMap chiede automaticamente se lo
si vuole aggiungere alla mappa come
nuovo layer.
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Section 2
ANALISI SPAZIALE
L’analisi di prossimità permette di analizzare lo spazio circostante gli oggetti vettoriali e di creare eventualmente nuovi layer.
L’analisi di prossimità include la selezione per proprietà spaziali (selection by location) e il buffering.
Selection by location
La selezione si basa sulla relazione spaziale tra oggetti appartenenti o no allo stesso layer,
Buffering
Si tratta di una funzione che permette di creare una
zona poligonale che circonda un determinato oggetto
creando un nuovo layer informativo.
Temi
1. interrogazione (querying)
2. analisi di prossimità (proximity analysis)
3. analisi di sovrapposizione (overlay analysis)
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Selezione in base a relazione spaziale in ArcMap (query spaziale
Con la funzione di select by location devono essere definiti:
•
Metodo di selezione, scelto tra i 4 disponibili
•
Layer sul quale operare la selezione
•
Forma di relazione spaziale, scelta tra le 11
disponibili
•
Layer di riferimento sul quale operare la selezione, selezionato tra quelli presenti nella
Table of Contents (può essere usata anche
una selezione)
•
Eventuale distanza di buffer rispetto agli oggetti del layer di riferimento
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Tra i metodi disponibili in ArcMap sono utilizzabili gli stessi metodi di Select by Attribute:
•
Creare una nuova selezione
•
Aggiungere elementi a una selezione corrente
•
Rimuovere elementi da una selezione corrente
•
Selezionare internamente a una selezione
corrente
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Forme di relazione spaziale
Sono disponibili 11 diversi operatori geografici:
•
Intersect
•
Are within a distance of
•
Completely contain
•
Are completely within
•
Have their center in
•
Share a line segment with
•
Touch the boundary of
•
Are identical to
•
Are crossed by the outline of
•
Contain
•
Are contained by
Data una figura, il punto che corrisponde alla posizione che avrebbe il suo baricentro se essa fosse costituita da materiale omogeneo,
viene chiamato centroide in quanto generalizza il concetto di centro del cerchio.
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Relazioni spaziali tra temi multipli vettoriali
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Relazioni spaziali tra temi multipli vettoriali
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Esempi di selezioni in base a relazione spaziale: poligoni e linea
Quali comuni sono attraversati da un corso
d’acqua?
Definizione di una relazione tra due temi:
•
comuni_sardegna (shape poligonale che riporta le estensioni dei comuni)
•
fiumi (shape lineare che definisce il percorso del fiume)
Selezione in base a proprietà spaziale:
select features from comuni_sardegna that intersect the feature in this layer: fiumi
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Esempi di selezioni in base a relazione spaziale: oggetti adiacenti
Con quali comuni confina il comune di Nuoro?
Definizione di una relazione interna a un tema:
comuni_sardegna (shape poligonale che riporta
le estensioni dei comuni)
Dopo aver selezionato (interattivamente o attraverso una query by attribute) il comune di Nuoro, impostare la relazione in base alla proprietà
spaziale:
select features from comuni_sardegna(use selected features) that touch the boundary of the
features in that layer comuni_sardegna
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Costruzione di aree di prossimità
(buffering)
Attraverso operazioni di buffering è possibile
creare poligoni il cui perimetro abbia una distanza costante e determinata rispetto a oggetti
esistenti.
Si usano operazioni di buffering per generare
aree di influenza relativamente ad oggetti localizzati.
Un buffer è un dataset vettoriale che rappresenta lo spazio compreso entro una distanza uniforme da un oggetto (o una serie di oggetti).
La funzione di buffering è utilizzata comunemente per disegnare le aree di rispetto (vincoli).
Quando si crea un buffer, l’utente seleziona
l’oggetto sul quale esercitare l’operazione di
buffering e una distanza di buffer.
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Buffering in ArcMap
La costruzione di un buffer produce un nuovo
dataset poligonale, in cui un nuovo perimetro è
tracciato a una distanza specifica intorno a oggetti appartenenti a un layer.
La distanza di buffer può essere costante o può
variare secondo un attributo tabellare (field).
È possibile impostare un buffer costruito da
aree di influenza concentriche costruite a distanze progressive (multiple buffer rings)
Per la loro natura geometrica, buffer applicati
ad oggetti vicini possono sovrapporsi: l’utente
può decidere di conservare le sovrapposizioni
o rimuoverle.
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La funzione buffer in ArcMap
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La funzione buffer in ArcMap
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Applicazione di un’area di rispetto, buffer, di 150 metri
dall’alveo del fiume Flumendosa.
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Section 3
ANALISI SPAZIALE
Le funzioni di overlay consistono nell’incrocio tra
due piani informativi e riguardano sia la componente
tabellare che la componente spaziale.
Le funzioni di overlay si applicano sia sui dati in formato vettoriale che sui dati in formato raster.
In questa lezione viene presentata l’applicazione ai
dati vettoriali e quindi si potrà applicare a:
•
punti su poligoni
•
linee su poligoni
•
poligoni su poligoni
Quindi in ognuno dei tre tipi di overlay almeno uno
dei layer deve essere di tipo poligonale.
Temi
1. interrogazione (querying)
2. analisi di prossimità (proximity analysis)
3. analisi di sovrapposizione (overlay analysis)
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Overlay: intersezione e unione
Esistono due tipi di overlay:
•
unione
overlay
C
B
A
C
B
A+B
l’ Intersezione
overlay
•
A
l’Unione
intersezione
L’intersezione permette l’incrocio tra i poligoni
di due layer e crea in output un nuovo layer
con i poligoni comuni ai due layer. L’estensione intersezione
spaziale è uguale alla superficie in comune tra
gli elementi.
unione
L’unione combina i poligoni dei due layer e
crea in output un nuovo layer che mantiene tutti i poligoni originali. L’estensione spaziale è
uguale alla superficie totale dei due layer originali.
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Overlay: la componente tabellare
L’intersezione di due piani informativi A e B
porta alla creazione di un terzo piano informativo C la cui componente alfanumerica contiene
gli attributi che appartengono sia ad A che a B.
processo di intersezione
L’unione invece mantiene tutte le informazioni
di A, di B o di entrambi.
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intersezione
unione
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Overlay: intersezione punti su poligoni
Input:
•
layer puntuale con sondaggi geognostici
•
layer poligonale con descrizione delle litologie affioranti.
Output:
il layer risultante dall’intersezione dei punti con
i poligoni permette di associare ad ogni sondaggio geognostico il tipo di litologia sul quale è
stato eseguito, questa informazione sarà riportata come campo nuovo della tabella di attributi.
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Overlay: intersezione linee su poligoni
Input:
•
layer lineare della rete stradale
•
layer poligonale con descrizione dell’uso
del suolo
Output:
il layer risultante dall’intersezione delle linee
con i poligoni permette di associare ad ogni tratto stradale l’utilizzo del suolo attraversato; questa informazione sarà riportata come campo
nuovo della tabella di attributi.
Relazioni spaziali tra temi multipli vettoriali
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Overlay: intersezione poligoni su
poligoni
Input:
•
layer poligonale delle aree urbanizzate
•
layer poligonale delle aree a rischio esondazione
Output:
il layer risultante dall’intersezione dei poligoni
dei due piani informativi permette di individuare le aree urbanizzate a rischio esondazione.
limite urbanizzato
aree a rischio esondazione
aree urbanizzate a rischio
esondazione
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Overlay: unione poligoni su poligoni
Input:
•
layer poligonale geologia
•
layer poligonale con l’acclività dei versanti
Output:
Geology
Slope class
il layer risultante dall’unione dei poligoni della
geologia con i poligoni dell’acclività permette
di ottenere un nuovo layer che contiene per
ogni poligono entrambe le informazioni.
unione
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I “micropoligoni” (sliver
polygons)
Si tratta di piccoli poligoni che si creano nelle
operazioni di overlay e che possono non rivestire interesse per via della loro dimensione.
Si possono eliminare sia durante il processo di
elaborazione stabilendo un valore di tolleranza
o dopo l’elaborazione eliminando tutti i poligoni più piccoli di una certa soglia.
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ArcGIS: overlay
In ArcGIS le unzioni di Overlay: intersezione e
unione si trovano in ArcToolbox, in Analysis
Tools nella toolset Overlay.
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ArcGIS: overlay, unione
Input features: inserire i piani informativi, layer poligonali
Ranks: indica il “rango” del layer; il layer di rango 1 non viene modificato, mentre i layer di rango inferiore possono essere modificati per far coincidere i nodi secondo il valore di tolleranza
output features class: inserire il nome del file in output
Join Attribute: il fiel in output potrà contenere o no tutti i campi dei file di input
XY tolerance: si può definire una misura minima al di sotto della quale i nodi vengono automaticamente agganciati
Gaps Allowed: possono essere lasciate le aree vuote o a queste può essere associato un poligono senza attributi
ma con FID=-1, in modo da poterlo riconoscere e eventualmente codificare
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ArcGIS: overlay, intersezione
Output type: indica il tipo di primitiva geometrica che caratterizzerà il layer in output. In un’intersezione
un layer deve essere poligonale mentre l’altro può essere puntuale, lineare o poligonale
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ArcGIS: altre funzioni di elaborazione
Ulteriori funzioni di elaborazione, geoprocessing, che utilizzano strumenti di trasformazione
dei dati originali (input) in nuovi dati (output),
sulla base di regole definite dall’operatore.
Si trovano sotto Data Management Tools.
Di seguito vengono descritte le funzioni di:
•
dissolve
•
append
•
clip
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ArcGIS: generalization, dissolve
Questa funzione elabora dati di tipo poligonale
e serve a eliminare linee in comune tra poligoni sulla base di un criterio che permette di ottenere da due o più poligoni uno solo.
Il criterio viene stabilito sulla base dei valori di
un attributo.
Per esempio si può passare da un sistema di
classificazione più specifico ad uno più generico.
Urbano
continuo
Seminativi
irrigui
Urbano
discontinuo
Seminativi non
irrigui
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Urbano
Seminativi
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ArcGIS: dissolve
Dissolve fields: vengono elencati i campi del dato in entrata che possono essere utilizzati per la aggregazione.
Scegliendo uno o più campi, lo strumento DISSOLVE andrà a cercare quei poligoni che possiedono valori
uguali degli attributi indicati e li fonderà assieme, eliminando i limiti in comune
Statistics field:in questa finestra a discesa possono essere scelti i campi sui quali potrà essere calcolata un’operazione statistica di aggregazione come la somma, la media, il massimo e il minimo.
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Multipart e singlepart
Un livello informativo singlepart è costituito da
un certo numero di elementi cui corrispondono
uno stesso numero di record nella tabella degli
attributi.
Un livello multipart può contenere diversi elementi spaziali associati ad un unico record della tabella di attributi. Quindi non è possibile
trattarli separatamente ma se si seleziona uno
di essi vengono selezionati tutti.
Nella funzione DISSOLVE è possibile scegliere
di creare o no un layer multipart se per esempio si hanno più poligoni con lo stesso attributo
(isola amministrativa del Comune di Tempio).
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ArcGIS: append
Si tratta di una funzione che permette di aggiungere a un dato layer un altro livello informativo
purchè costituito dalle stesse primitive geometriche (punto, linea, poligono) e riferito allo stesso
sistema cartografico.
Il layer in output dovrà essere un layer già esistente (target dataset) al quale saranno annessi
tutti i layer elencati.
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ArcGIS: append
Schema type: permette di scegliere lo schema della tabella di attributi in output. Se viene selezionato test, gli schemi delle tabelle degli attributi dei layer in input dovranno essere tutti uguali fra loro e allo schema del target. Se si
sceglie NO TEST lo schema degli attributi dei layr in input non viene trasferito al layer in output a meno che non sia
perfettamente coincidente.
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ArcGIS: clip
La funzione Clip si utilizza quando si vuole ritagliare la parte spaziale di un piano informativo
utilizzando un altro layer come limite.
Il layer da tagliare può essere poligonale o lineare, mentre quello che opera il taglio deve
essere poligonale.
Il risultato di questa operazione è un terzo layer
(output) che dal punto di vista spaziale ha la
stessa forma del layer di taglio mentre dal punto di vista alfanumerico mantiene la stessa struttura del file originale, ma con un numero di record pari al numero degli elementi presenti all’interno della forma di taglio.
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