Marzo-Aprile 2014

FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 roma
Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni rotondo - Tel. e fax 0882 441108
n. 2
ANNO XVI
marzo / aprile 2014
Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari
A Tropea
“sapori”
orientali
www.fitp.org
Federazione
Italiana
Tradizioni
Popolari
Consulta
Scientifica
PrESIDENTE
Mario Atzori
VICEPrESIDENTE
Patrizia resta
COMPONENTI
Leonardo Alario
Gian Luigi Bravo
Pino Gala
Ignazio Macchiarella
Vincenzo Spera
Consiglio
Nazionale
SEGrETErIA
PrESIDENZA NAZIONALE
Via San Nicola, 12
71013 San Giovanni rotondo (FG)
Tel. e Fax: 0882.441108
[email protected]
UFFICIO TESSErAMENTO
Via San Sebastiano, 16/18
98122 Messina
Tel. e Fax: 090.771398
tesseramento@fitp.org
SEGrETArIO GENErALE
Contrada Chiusa Lotto 4/b
Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia
88050 Simeri Crichi (CZ)
Tel.: 0961.881609 - 0961.794388
Fax: 0961.881491
[email protected]
UFFICIO TESOrErIA
C.da Conca d’Oro,
Garden Ville, 16
98168 Messina
Tel.: 090.355604
[email protected]
UFFICIO STAMPA
Cdp Service - San Severo (FG)
www.cdpservice.it
Tel. e Fax: 0882 375761
ufficiostampa@fitp.org
MArCHE
Mario Borroni
MOLISE
PIEMONTE
FrIULI VENEZIA
GIULIA
Giampiero Crismani
PUGLIA
LAZIO
Ivo Di Matteo
Antonio Giuliani
Bernardo Beisso
Fedele Zurlo
Nino Agostino
SArDEGNA
Vittorio Fois
Mario Pau
Luigi Usai
Daniel Meloni
COOrDINATOrE
NAZIONALE
SICILIA
Maria L. De Dominicis
Antonella Castagna
Santo Gitto
Consiglieri
TOSCANA
ABrUZZO
Maria L. De Dominicis
BASILICATA
Pasquale Casaletto
CALABrIA
Carmine Gentile
Maria Teresa Portella
CAMPANIA
Fabio Del Mastro
Leonardo Bianco
EMILIA rOMAGNA
Sauro Casali
FrIULI VENEZIA
GIULIA
Mario Srebotuyak
LAZIO
Giuseppe d’Alessandro
LIGUrIA
Luciano Della Costa
LOMBArDIA
Luigi Sara
Giovanni Bossetti
EMILIA rOMAGNA
Sauro Casali
(commissario)
Marco Fini
TrENTINO
ALTO ADIGE
Attilio Gasperotti
UMBrIA
Francesco Pilotti
Valle d’Aosta
Susi Lillaz
VENETO
Gianni Marini
Presidenti
Comitati Regionali
ABrUZZO
Fidio Bianchi
BASILICATA
Pietro Basile
CALABrIA
Michele Putrino
CAMPANIA
Francesco Coccaro
LIGUrIA
Milena Medicina
LOMBArDIA
Fabrizio Nicola
MArCHE
Pamela Trisciani
MOLISE
Michele Castrilli
PIEMONTE
Andrea Flamini
PUGLIA
Tommaso russo
SArDEGNA
Giommaria Garau
SICILIA
Alfio russo
TOSCANA
Francesco Castelli
TrENTINO
ALTO ADIGE
Attilio Gasperotti
UMBrIA
Floriano Zangarelli
Valle d’Aosta
Susi Lillaz
(commissario
straordinario)
VENETO
Adriano Bissoli
IL FOLKLORE D’ITALIA
6
Il Fanciullo e il Folklore
L’edizione di Tropea
fa il pieno di numeri e consensi
Il musical
20
IL FOLKLORE D’ITALIA
Bimestrale d‘informazione
Anno XVI n. 2 - MARZO / APRILE 2014
Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9
dell’8 aprile 2008
DIRETTORE RESPONSABILE
Benito Ripoli
COORDINAMENTO RED.LE
Antonio d’Amico
Leo Conenno
Elvira La Porta
Rita Laguercia
FOTOGRAFIE
Ilaria Fioravanti
PROGETTO GRAFICO
Sinkronia studio
Nel racconto di Michele Putrino
lo spettacolo ideato da Luigi Stabile
22
n. 02 / 2014
STAMPA
Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino
FEDERAZIONE ITALIANA
TRADIZIONI POPOLARI
PRESIDENTE NAZIONALE
Benito Ripoli
VICE PRESIDENTI
Nino Indaimo, Luigi Scalas
La ricerca
Viaggio in Lucania per conoscere
la storia del matrimonio
26
Carnevale di Castrovillari
Tanti colori e divertimento
anche nell’appuntamento del 2014
30
La medicina popolare
Un percorso di ricerca
lungo la superstizione
ASSESSORI EFFETTIVI
Donatella Bastari, Gerardo Bonifati
Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca
Fabio Filippi, Gesualdo Pierangeli
ASSESSORI SUPPLENTI
Giuliano Ierardi, Renata Soravito
SEGRETARIO GENERALE
Franco Megna
VICE SEGRETARIO GENERALE
Giancarlo Castagna
TESORIERE
Tobia Rinaldo
VICE TESORIERE
Adelio Gilardi
COLLEGIO SINDACI REVISORI
Francesco Fedele (presidente)
Giovanni Soro (vicepresidente)
Ancilla Cornali (membro effettivo)
Giampiero Cannas (membro supplente)
Francesco De Meo (membro supplente)
COLLEGIO PROBIVIRI
Gavino Fadda (membro effettivo)
Franco Folzi (membro effettivo)
Dionigi Garofoli (membro effettivo)
Sauro Casali (membro supplente)
Pietro Prencipe (membro supplente)
COMITATO D’ONORE FITP
Past President
Lillo Alessandro
Presidente Onorario
Luciano Della Costa
Comitato Dei Saggi
Luciano Della Costa
Aldo Secomandi
www.fitp.org
Staff del Presidente
Bruno Bordoni, Mario Borroni,
Monica Castrilli, Francesca Grella,
Ivo Polo, Concetta Masciale
Cerimoniere
Michele Putrino
3
editoriale
La Cultura
è ormai un fiore
che si disseta
solo di lacrime
di Benito Ripoli
Presidente Nazionale Fitp
4
«E’vero che la vita è viaggio e l’uomo, per sua natura e missione,
appare creatura che si muove, che
erra, che esplora, che si avventura, con modalità che investono la
mente e il corpo, ma quando si è
costretti a viaggiare per realizzare
e concretizzare il sogno della vita,
il viaggio perde il suo aspetto poetico e l’entusiasmo lascia lo spazio
all’esigenza». Sono le parole di un
illustre professore dell’Università
di Palermo, in occasione della presentazione dell’opera “Prima Etnografia d’Italia”. Gli studi di folklore
tra ‘800 e ‘900 nel quadro europeo,
a cura di Gian Luigi Bravo, pubblicato dalla Franco Angeli, Editore
per volontà della Federazione italiana tradizioni popolari.
Ho ripensato a questa frase, sere fa,
intento a leggere il libro di Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi “I ricercatori non crescono sugli
alberi”, al cui titolo aggiungerei, di
questo paese. E’ la storia di due gio-
vani ricercatori italiani, entrambi
con il bagaglio di una formazione
all’estero. Le loro pagine documentano uno dei nodi irrisolti e più
gravi che la classe dirigente, degli
ultimi decenni, non ha saputo sciogliere per risolverne le varie e complesse questioni derivate, soprattutto, dal non aver investito nella
scuola e nella valorizzazione della
cultura. Poveri i miei giovani..! A
volte mi vergogno nel dir loro di
studiare, di fare ricerca, ma con
que è difficile, ma in Italia, lo è molto di più. Assistiamo, da tempo, ad
una campagna mediatica, che tende a dipingere il ricercatore quasi
come una professione inutile per
la società. L’Accademia stessa viene
rappresentata come un’inutile fonte di spreco di risorse pubbliche, un
luogo popolato da Baroni che mettono in cattedra familiari e amanti.
Purtroppo si tratta di scelte diffuse
e fatte, attualmente, in molti settori
e non soltanto nell’ambito accade-
quali prospettive…? Ma… il mondo va cambiato e i giovani devono
cambiarlo (Benedetto XVI).
Fare il ricercatore, in qualsiasi campo, è sicuramente un lavoro entusiasmante. Tutti i giovani ne sono
affascinati e sognano orizzonti
imperscrutabili, affatto scoraggiati
dalla durezza del “mestiere”. Ovun-
mico; quello forense e della magistratura non sono esenti da contagi; nell’imprenditoria è, da sempre,
un fatto normale tramandare da
padre in figlio l’impresa di famiglia.
Lo stesso avviene in politica con
la consegna della carriera da un
parente ad un altro. Nella scuola
e nel mondo universitario, è risa-
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 02 / 2014
Alcuni momenti
della Rassegna
“Il Fanciullo e il Folklore”
svoltasi a Tropea
puto, che il corpo docente italiano
sia composto da anziani; questo è,
di fatto, il risultato di una politica
di mancati investimenti da circa
un ventennio, con esiti di riforme
inadeguate e stravolgenti istituzioni scolastiche, pedagogicamente e
didatticamente da secoli affermate,
con il semplice intento di plagiare
sistemi di tipo anglosassone, perché “ce lo chiede l’Europa” e chi ci
rimette sono le nuove generazioni.
Nell’Iliade, si narra dell’olocausto
di Ifigenìa, figlia di Agamennone,
uccisa per placare gli dei e permettere la partenza delle falangi greche
alla volta di Troia. Oggi il sacrificio
delle nuove generazioni avviene
sull’altare dell’austerità o della divinità della efficienza funzionale al
sistema dello sfruttamento, al fine
di placare le turbolenze dei mercati finanziari. Purtroppo sarà un
sacrificio vano, perché la perdita di
risorse umane, di giovani, sarà un
danno che verrà pagato nei decenni a venire.
La Cultura è ormai un �iore che si
disseta solo di lacrime…
Abbiamo imprenditori e politici
che, in Europa, risultano fra i meno
colti e dinamici: evanescenti come
gli effluvi dei liquami che inghiottono un inerme corpo, che non hanno alcun interesse nell’incentivare
la formazione e lo sviluppo intellet-
tuale. Ciò determina un’incapacità
nella programmazione economica
e politica. Non viene investito quasi
niente nella scuola e nella ricerca.
Da qui deriva che è in atto un vero
e proprio massacro epocale.
“La Cultura, cari rappresentanti
dello Stato, arricchisce sempre, essa
permette di superare i più impensati limiti umani. Chi ama la Cultura
desidera conoscere tutte le Culture,
quindi è contro il razzismo. La Cultura è contro la volgarità e permette di distinguere il bene dal male. La
Cultura è lo strumento per giudicare anche chi ci governa. La Cultura
è libertà di espressione e di parola.
Si pensa sempre alla Cultura come
un bene astratto, super�luo, ma essa
è come le fondamenta di una casa
per la nostra società e quando si tagliano le fondamenta, la casa crolla!
Con la Cultura si scon�igge il disagio
sociale delle persone. La Cultura
è far si che un giorno i nostri �igli
e nipoti possano andare a teatro e
vivere la magia della musica, del
canto e del ballo. La Cultura è un
bene comune come l’acqua. I teatri, i
musei, le biblioteche sono come tanti acquedotti. La Cultura è come la
vita… e la vita è bella!”.
Oggi, alleata della corsia preferenziale dell’autostrada dell’incultura
è la fretta, la frenesia di vita.
Non ci si ferma più a meditare a ri-
cercare nei meandri della vita dei
nostri avi. Tutti corrono, ognuno
vuole piazzarsi ai primi posti. C’è
una gara ad essere primi ad ogni
cosa, si ha fretta e non si ha tempo
da perdere. L’orologio al polso, possibilmente di marca e di valore, è lo
strumento che regola la vita e tutto
deve rientrare nei limiti del quadrante. Correre, correre… perché il
tempo e prezioso e ogni occasione
persa, non torna più.
Arrivare prima degli altri, magari
bruciarli sul traguardo è quanto di
più bello oggi si ritiene ci possa essere. Nella giungla di tutti i giorni,
bisogna correre per essere presenti al momento opportuno, approfittare del momento favorevole,
spingere per dimostrare di esserci,
di contare qualcosa, anche se si è
meno del nulla. Ma cosa avranno
tutti da correre…? Quale impellente bisogno li spinge? Corrono e
non vedono chi gli sta vicino, con
la mente prefissata a chissà quali
obiettivi.
Fermiamoci per un momento… giriamo gli occhi verso la pianta agitata dal vento, il sorriso di un bimbo
che fa boccacce, l’incedere solenne
di un anziano. C’è sempre un fermento misterioso nel fiore che sta
per sbocciare, nella nuvola che vola
alta nel cielo, nello sguardo di una
fanciulla che passa, nel sorriso di
un bimbo in cerca di coccole. C’è
sempre qualcosa da scoprire anche
dove tutto l’orizzonte sembra piatto. E allora, ragazzi, il nostro deve
essere un atto di fede, una ferma
convinzione, nel rincorrere quello
in cui crediamo… La Cultura e la
ricerca di nuovi risultati scienti�ici. Sono questi i nostri obiettivi, i
programmi e le prospettive future
che potranno salvare l’Italia e l’Europa.
www.fitp.org
5
il fanciullo e il folklore
speciale tropea
Tropea non si smentisce
Bilancio positivo per la trasferta in terra calabrese
di Leo Conenno
redazione Fitp
6
TROPEA (Vibo Valentia) - Qualità
e consensi: la 30.ma edizione de
“Il Fanciullo e il Folklore - Incontro
con le nuove generazioni”, svoltasi
a Tropea, in provincia di Vibo Valentia, sarà ricordata tra le più riuscite in tutti questi anni. Un cammino iniziato dalla Fitp a Roma e che
ogni anno fa tappa negli angoli più
suggestivi d’Italia. E la Calabria è
uno di questi. Lo certificano l’ospitalità e il calore mescolati alla qualità degli spettacoli, impreziositi
dalla presenza di due gruppi folklorici stranieri, uno proveniente
dalla Yakutia, una Repubblica autonoma della Russia situata nella Siberia orientale, l’altro dall’India (a
questo gruppo è stato assegnato il
riconoscimento Vict Iov-Italia con
la seguente motivazione: valore
culturale identificato tradizionale
negli abiti e ornamenti).
La Rassegna di folklore giovanile
internazionale andata in scena nel-
la “Perla del Tirreno” va in archivio
con un “pieno” di soddisfazioni. Sul
palco allestito presso il parcheggio della Marina del Vescovado i
protagonisti della manifestazione
(venti gruppi) hanno cantato e ballato, raccontando storie di vita dei
luoghi di provenienza. Rappresentati anche i giochi popolari. Alcuni gruppi hanno portato in scena
il tema della nona edizione della
Rassegna del documentario etnografico. (pagg. 8-9). La gioia dei
partecipanti alla manifestazione
ha soddisfatto la macchina organizzativa curata a livello locale dal
Gruppo folklorico “Città di Tropea”,
presieduto da Andrea Addolorato.
Che ha messo in campo uno staff
giovane e voglioso di regalare momenti indimenticabili ai protagonisti della Rassegna. Sempre vicini ai
sodalizi durante la “tre giorni”. Le
realtà associative di Tropea hanno
fatto squadra. «Siamo orgogliosi - evidenzia Addolorato - di aver
ospitato a Tropea “Il Fanciullo e il
Folklore - Incontro con le nuove generazioni”. E’ stata una “tre giorni”
indimenticabile per il mio gruppo,
per la città e per tutti quelli che
hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Un traguardo importante reso possibile
da uno staff operativo ben composito. E per questo voglio ringraziare tutti i ragazzi del mio Gruppo ma
anche Tonino, Luana, Aldo, Angela;
alcuni componenti del Gruppo folk
“Le Chiazzarole”, Radio Lattemiele, Pasticceria Cicciò e Interflora
dei fratelli Chiapparo per i servizi
offerti. Ma anche i volontari della
Croce Azzurra Tropea-Ricadi Protezione Civile, il presidente della
Consulta, Pino Lonetti e Salvatore
Rizzo (Organizzazione Partita del
Cuore), il commissario Anna Aurora Colosimo e don Francesco Sicari,
don Ignazio e mons Luigi Renzo».
Di particolare impatto visivo e cul-
IL FOLKLORE D’ITALIA
turale è stata la Mostra “C’era una
volta Tropea» di Franco Cimino e
Foto Antonello.
Ottima la cornice di pubblico presente agli spettacoli. Sono stati
davvero in tanti a seguire i vari
appuntamenti in programma. Fino
alla Parata internazionale della gioia. Una “tre giorni” che ha entusiasmato tutti. Dirigenti nazionali in
primis. Con in testa il presidente
nazionale Benito Ripoli. «La conferma – sottolinea il massimo responsabile della Federazione – che
il lavoro di squadra premia. Come
Giunta abbiamo avuto molta fiducia nelle potenzialità che Addolorato e il suo staff garantivano per la
riuscita della manifestazione. E coì
è stato. Dall’accoglienza all’ospitalità, tipica della gente di Calabria.
Senza dimenticare lo straordinario
scenario delle strutture ricettive
che hanno ospitato la nostra carovana. Dai nostri affiliati abbiamo
raccolto solo commenti positivi,
dalla qualità dei servizi alla bellezza degli scenari naturali che le
ospitano. E non poteva essere altrimenti per una terra che fa del turismo la sua cultura di vita».
Parole di elogio sono state espresse anche da Anna Aurora Colosimo, commissario straordinario del
Comune di Tropea. «Una manifestazione di grande significato e di
grande spessore culturale. Per Tropea è stato un privilegio e un onore
ospitarvi. Manifestazioni del genere aprono il cuore alla speranza,
alla voglia di vivere meglio».
Tropea e la Calabria intera hanno
riabbracciato il folklore. Un bilancio più che positivo per la Fitp e
per tutti.
n. 02 / 2014
Gruppi partecipanti
“Kore” di Enna
“La Provenzana” di San Bartolomeo in Galdo (Benevento)
“Pacchianeddra Sansustisa” di San Sosti (Cosenza)
“Canterini di Serrastretta” (Catanzaro)
“I Tencitt” di Cunardo (Varese)
“Città di Tropea” (Vibo Valentia)
“Le Chiazzarole di Tropea” (Vibo Valentia)
“I Piccoli dell’Eco” di San Giovanni Rotondo (Foggia)
“Città di Milazzo” (Messina)
“Asprumunti” di Cardeto (Reggio Calabria)
“Lu Chicchirichì” di Viggiano (Potenza)
“Francesco Bande” di Sassari
“Rang Surghi” (India)
“Eyerik” (Yakutia)
“I Puricini-Città di Vibo Valentia”
“Miromagnum” di Mormanno (Cosenza)
“Pro Loco del Pollino” di Castrovillari (Cosenza)
“Ortensia” di Ortezzano (Fermo)
“Città di Sant’Onofrio” (Vibo Valentia)
“Pizzeche & Muzzeche” di Vieste (Foggia)
7
www.fitp.org
il fanciullo e il folklore
speciale tropea
I pellegrinaggi
e la religiosità popolare
di Francesca R. Grella
Staff del Presidente Nazionale
8
Pellegrinaggi e �iere nella religiosità
popolare è stato il tema della nona
Rassegna del documentario etnografo organizzata quest’anno
dalla Fitp. Numerosi i partecipanti. Questo successo fa orientare la
Federazione a dedicare in futuro
un evento a parte. Sono giunti cortometraggi da diverse regioni oltre
che da un gruppo della Repubblica
della Jakutzia. Forse il particolare
coinvolgimento è stato determinato soprattutto dall’argomento proposto.
Ogni zona ha la sua storia e la sua
tradizione; però, questa si colloca
nelle specificità identitarie espresse soprattutto dalle tradizioni
religiose. Nei filmati proposti, si
coglie che non bisogna andare lontano per trovare luoghi ameni dove
sorgono santuari e dove le popolazioni compiono pellegrinaggi
per devozione a santi protettori
e miracolosi. In un periodo come
questo in cui tutto è veloce, tutto
è automatizzato, nei pellegrinaggi
documentati i fedeli conservano
la serenità dei tempi lunghi di un
antico passato. Alcuni gruppi hanno riprodotto come si svolgevano
una volta e come attualmente sono
compiuti i pellegrinaggi. Spesso, i
documentari, da un punto di vista
filmico mostrano forti carenze dovute all’inesperienza soprattutto
nelle riprese e nel montaggio delle
immagini. Per esempio, sono evi-
lito. Tutto è stato raccontato così
com’è. Nella maggior parte dei lavori si è documentata la realtà evitando le ricostruzioni recitate. La
fede e la devozione sono risultate
le protagoniste di lunghi percorsi
compiuti a piedi per raggiungere
i santuari. Di particolare interesse
è stato il documentario del gruppo
siberiano della Jakutzia nel quale
vengono documentati i riti propi-
denti le assenze di “effetti speciali”
e di ritrovati tecnologici innovativi
per il montaggio. Tuttavia, si deve
sottolineare, come già avvenuto
nelle edizioni precedenti, il notevole impegno dei gruppi che si sono
impegnati nel produrre i filmati.
Pertanto nei risultati si è dato spazio a ciò che è, e non a come potrebbe essere. Nulla è stato abbel-
ziatori compiuti nel solstizio estivo, nei quali vengono sacralizzati i
cavalli da tempo allevati da quelle
popolazioni.
Nella maggior parte dei filmati, c’è
il giusto compromesso tra visione
e narrazione; pertanto essi presentano le specificità locali: a volte
esclusivamente religiosa, a volte
no. Si deve rilevare che soltanto po-
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 02 / 2014
Gruppi partecipanti
“Eyerik” (Yakutia)
“Ortensia” di Ortezzano (Fermo)
“Pizziche e Muzzeche” di Vieste (Foggia)
“La Compagnia degli Zanni” di Pescorocchiano (Rieti)
“I Tencitt” di Cunardo (Varese)
“Kore” di Enna
“Le Contrade” di Spigno Saturnia (Latina)
“Staphilè” di Staffolo (Ancona)
“Santa Lucia” di Bagnarola di Sesto al Reghena (Pordenone)
“Miromagnum” di Mormanno (Cosenza)
Il prof. Mario Atzori
chi hanno affrontato il tema delle
fiere sebbene fosse stato richiesto
nel bando.
Nei cortometraggi partecipanti
viene messo in risalto soprattutto
l’aspetto devozionale, tralasciando
l’atto penitenziale come intrinseco. Alcuni sono la testimonianza di
ciò che avviene nel proprio paese;
in un caso, per esempio, viene descritta una pietanza tipica dedicata
alla festa e al pellegrinaggio. In altri
casi il pellegrinaggio è attualmente
diventato una semplice processione cerimoniale dedicata al santo.
Attualmente la Rassegna è connessa alla manifestazione Il Fanciullo
e il Folklore; poiché ha raggiunto
un certo successo potrebbe avere
una specifica organizzazione con
una più ampia divulgazione del
bando. Gli argomenti proposti per
le prossime rassegne sono, per il
2015, il fuoco, per il 2016, l’acqua.
Anticipare i temi è molto importante, in quanto la realizzazione di
documentari etnografici richiede
tempo per effettuare le riprese e il
montaggio.
Commissione
Presidente
Mario Atzori (Università di Sassari)
Componenti
Leonardo Alario (Presidente Irsdd)
Fabio Filippi (Assessore Fitp)
Simone Ligas (Università di Sassari)
Gianfranco Donadio (Antropologo)
9
www.fitp.org
il fanciullo e il folklore
speciale tropea
Quel ponte
ideale
con Roma
10
«Che bellezza, che spirito gioioso». Ha esordito così mons. Luigi
Renzo, vescovo di Mileto-NicoteraTropea, nel celebrare, presso la
Cattedrale di Tropea, la messa in
occasione della 30.ma edizione de
“Il Fanciullo e il Folklore - Incontro
con le nuove generazioni”. Durante
l’omelia si è creato un ponte ideale
con Roma, dove Giovanni Paolo II
e Giovanni XXIII sono stati proclamati santi. «Una giornata speciale
per la Chiesa - ha evidenziato il vescovo - e per la città di Tropea. Grazie per questo regalo.
L’opera che fate ci richiama alla
nostra identità». I gruppi folklorici,
coordinati come sempre da Michele Putrino, presidente del Comitato
Fitp-Calabria, hanno partecipato
attivamente alla celebrazione eucaristica. Una festa di giovinezza e
di bellezza. Al termine del rito religioso, mons. Renzo è stato salutato
a suon di tamburelli e dallo sventolio dei fazzoletti.
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 02 / 2014
Pizzica,
taranta
e musiche
tradizionali
La 30.ma edizione de “Il Fanciullo
e il Folklore è stata arricchita dalla
serata di musica popolare etnica.
Presso il parcheggio della Marina
del Vescovado protagonisti sono
stati la pizzica, la taranta, le tarantelle calabresi e le musiche tradizionali del Sud Italia.
I gruppi folklorici tolti gli abiti tipici
hanno ballato e cantato sulle note
de “I Gargarensi” di San Giovanni
Rotondo (Foggia) e “Etno Citra” di
Morano Calabro (Cosenza).
Due ensemble apprezzati nelle rispettive terre d’origine e all’interno della Fitp.
Una serata speciale che ha coinvolto anche i tropeani. Un clima
disteso in cui la musica, vera protagonista della manifestazione, ha
trasformato lo spazio antistante il
palco in una vera e propria pista. Le
chitarre, le fisarmoniche, i tamburelli e altri strumenti hanno scandito per alcune ore un’atmosfera di
magia.
www.fitp.org
11
il fanciullo e il folklore
speciale tropea
tta
i Serrastre
d
i
in
r
e
t
n
Ca
Pizzeche & Muzzeche
La Provenzana
agnum
Mirom
Ortensia
Kore
Eyerik
I Puricini
Città di Vib
o Valentia
Città di Milazzo
ea
Città di Trop
il fanciullo e il folklore
speciale tropea
Città di Sant’Onofrio
ghi
r
u
S
g
ran
Le Chiazzarole di Tropea
Francesco
Bande
ichì
r
i
h
c
ic
Lu Ch
Asprumunti
I Tencitt
sustisa
n
a
S
a
aneddr
Pacchi
I Piccoli gano
el Gar
dell’Eco d
Pro Loco d
el
Pollino
Con la Nazionale Fitp
spettacolo in campo
e sugli spalti gremiti
La Consulta delle Associazioni di Tropea
16
PARGHERIA - In Calabria è tornata in campo la Nazionale Fitp.
Presso il campo sportivo di Parghelia, il team del folklore capitanato dal presidente nazionale Benito Ripoli ha sfidato la Consulta
delle Associazioni di Tropea. La
Nazionale Fitp l’ha spuntata solo
dopo i calci di rigore: 4-3 il risultato finale. I tempi regolamentari
si sono conclusi sullo 0-0. Ma è
stato, comunque, un match emozionante nonostante le reti inviolate. Da registrare la cornice di
pubblico degna di una vera par-
tita di calcio, con la partecipazione di tanti gruppi folklorici e del
Gran complesso bandistico “Città
di Zungri”. Presenti anche i bambini della scuola calcio “Sporting
Club Tropea”. Il calcio d’inizio
è stato dato dal sindaco di Parghelia, Maria Brosio. Al termine
dell’incontro medaglia per tutti
i protagonisti. La Nazionale Fitp,
guidata in panchina dal segretario
generale Franco Megna, ha schierato Benito Ripoli, Antonio Ripoli,
Luca Donadio, Sergio Pagliaminuta, Paolo Latiano, Saverio Cota,
Francesco Gurgoglione, Michele
La Nazionale Fitp
Longo, Marcello Perrone, Giuseppe Apollonio, Antonio De Cata,
Nicola Di Maggio, Marco Megna,
Giuseppe Trapaso, Basilio Pennesi ed Emanuele Pulcini. Questa la
formazione della Consulta delle
Associazioni di Tropea: Onofrio
Lorenzo, Antonio Crai, Antonio
Godano, Pasquale Vasinton, Salvatore Rizzo, Tommaso Belvedere, Saverio Muscia, Umberto
Collia, Domenico Lorenzo, Tonino
D’Aloi, Mimmo Buttafuoco, Ugo
Cesari, Angelo Mattonelli, Cristian
Saturno, Vito Ceravolo e Pasquale
Scidà.
l’appuntamento
La Fitp alla
partita mundial
Italia-Brasile
di Benito Ripoli
Presidente Nazionale Fitp
18
ROMA - Zico - Ze Maria - Cribari - Zaco - Demilson - Emerson
- Junior - Cafù e poi ancora Zoff
- Gentile - Cabrini - Oriali - Toldo
- Schillaci - Tommasi - Di Biagio,
sono solo alcuni dei grandi campioni che, per beneficenza, si esibiranno nello stadio “Olimpico”
di Roma il 20 di maggio 2014.
Ancora una volta, come ormai
avviene da quattro anni, i gruppi
della Fitp, questa volta insieme
a tanti gruppi brasiliani, saranno attori-protagonisti, sul suggestivo anello del magico stadio
capitolino, all’evento benefico
dell’anno, organizzato dalla Nuova Nazionale Attori, diretta dal
“grande” Livio Lozzi.
A me preme, come presidente
della Federazione italiana tradizioni popolari, ringraziare gli
organizzatori per l’invito e parlare, in questa breve presentazione dell’evento, del groviglio di
emozioni che suscitano eventi del
genere, ove, i nostri gruppi, sono
protagonisti attivi di indescrivibili emozioni. Saranno in tanti
(spero) e porteranno il calore, il
colore, l’entusiasmo e, soprattutto, il grande spirito umanitario,
che caratterizza l’attività della
gente che opera nel campo del
folklore.
L’entusiasmo che si respirerà allo
stadio olimpico di Roma, sarà
quello delle grandi occasioni,
dei grandi eventi. Cinquantamila
e forse più, spettatori, festanti,
faranno da fantasmagorica cornice allo storico appuntamento
sportivo-mondano ma soprattutto solidale, della capitale, tra i
grandi calciatori del passato della
Nazionale italiana, vincitrice del
mondiale del 1982 e i “grandi”
del Brasile. Quest’anno, lo straordinario appuntamento si fregia
del fascinoso, incantevole e pre-
stigioso appellativo di “Partita
Mundial del cuore Italia-Brasile”,
in concomitanza con il Mondiale
brasiliano di calcio.
Lo sapete, ho sempre sognato, sin
dai primi momenti della nascita della Nazionale Fitp di calcio
(costituita per scopi puramente
benefici), di presenziare, con i
gruppi della nostra Federazione,
ai grandi eventi negli storici stadi
italiani (“Olimpico” – “Meazza”,
etc.). Partecipare ed essere protagonisti in una manifestazione
di sì grande portata mediatica,
d’inimmaginabile visibilità, d’inconfutabile interesse sociale e di
rimarchevole coinvolgimento degli Enti istituzionali, è il massimo
che ci si potesse aspettare. E’ in
via di realizzazione il progetto e il
sogno sta diventando realtà.
I gruppi, certamente, sfoggeranno i costumi più belli e le musiche
e i canti più coinvolgenti, in una
sinfonia di avvenente bellezza.
Creeranno il giusto clima di festa in tono con la manifestazione,
inonderanno lo stadio, traboccante di giovanile entusiasmo,
di un profumo di conturbante
bellezza folklorica, ove l’anima di
tanti popoli si rigenera di nuova
vita. Musica, danza, calore umano, poesia, arti, che trascinano
i sentimenti e allietano il cuore,
evocatrici di sensazioni dolci e
commoventi, capaci di risvegliare anche sopite passioni, saranno
gli ingredienti con i quali, i gruppi, conquisteranno il popolo della
solidarietà
dell’appuntamento
capitolino.
Ancora oggi il mio pensiero vola
alla magica sera dell’“Olimpico”
del maggio scorso. All’apparire
dei gruppi, come per incanto, si
è scatenato un entusiasmo inde-
scrivibile. Lo stadio è diventato
l’anima di tanti cuori pulsanti,
figli di uno stesso popolo, unito
nella gioia, nell’amicizia e nella
solidarietà, nella speranza di un
mondo migliore, ove trionfi, si
spera, sempre, una “pace senza
tramonto”.
La mia rilettura emotiva dell’intensa giornata, mi porta a ripensare e ad alimentare la speranza
di veder arrivare allo stadio capitolino tantissimi gruppi. Solo
loro potranno trasmettere, compiutamente, le giuste emozioni,
che porteranno il popolo della
solidarietà, ad essere fortemente vicino alle associazioni che
usufruiranno dei proventi della
manifestazione. Mi raccomando,
ragazzi, ancora una volta, mostriamo il nostro volto più bello.
Dimostriamo, ove ce ne fosse ancora bisogno, la finalità educativa
della Fitp e dei suoi iscritti.
“Exempla trahunt”, scriveva il
sommo Sant’Agostino (Sermoni).
Non disdegniamo di essere immagine attiva di vita solidale con
la gioia e l’entusiasmo dei nostri
sentimenti. Io sarò, sempre, al
vostro fianco e, per quanto mi
sarà possibile, cercherò di essere
esempio e specchio per il Vostro
futuro.
Chiudo questo mio breve e semplice messaggio, invitando tutti
a Roma il 20 maggio. E voi, presidenti e dirigenti dei gruppi, offrite questa ulteriore occasione
ai vostri giovani, di mostrare la
propria bravura, la bontà d’animo e il giovanile entusiasmo che
contraddistingue l’appartenenza
al nostro mondo. Vi trasmetto il
mio appello con immensa gioia e
con particolare commozione. Ancora una volta, la Fitp segnerà la
storia di un eccezionale, pregevole e importante evento.
www.fitp.org
19
il musical
di Michele Putrino
Presidente Comitato Fitp - Calabria
20
T’arricordisi?!
Frammenti
di vita passata
MORANO CALABRO (Cosenza)
- Musical “T’arricordisi?!” Frammenti di vita passata di Luigi Stabile. Recita così la copertina del
depliant-invito all’evento vissuto
con passione ed intensità sia dai
protagonisti, sia dal numeroso
pubblico presente, durante le due
esibizioni serali. Due esibizioni
sul palco di un teatro bomboniera dove il grande artista, poliedrico nel suo essere ha incantato
quando hanno affollato e riempito le rosse e comode poltrone.
Un pubblico plaudente che ha
gareggiato, nell’esplosione fragorosa degli applausi, fino a coprire, alcune volte il suono dei tanti
strumenti di una orchestra che
ha mostrato una grande professionalità.
Un pubblico eccezionale e diverso nella sua eterogenea composizione, fatto di varie eccellenze
nel mondo della politica e della
cultura, sia locale che internazionale. Infatti, hanno voluto
rendere omaggio al grande Luigi Stabile, oltre ai suoi affettuosi
compaesani, grandi e piccoli, con
a capo il sindaco e l’assessore
alla cultura del comune ospitante, grandi personalità della cultura popolare, studiosi di quelle
tradizioni alle quali ogni popolo
deve riferirsi per poter crescere.
Hanno reso omaggio, unendosi
a quanti hanno nel cuore il caro
“Gino” responsabili del folklore
europeo ed extra-europeo della Federazione Igf nelle persone
del presidente mondiale, Dorel
Cosma, del presidente Igf della
Romania, Pop Pahone, di Benito
Ripoli presidente nazionale Fitp
e vicepresidente Igf, di Fabrizio
Cattaneo, presidente Iov Italia, e
del sottoscritto, presidente Comitato regionale Fitp Calabria.
“T’arricordisi?!” voleva essere
un “Amarcord”, un rievocare sul
palcoscenico frammenti di vita
vissuta, e far ricordare agli anziani il loro passato fatto di sudata
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 02 / 2014
A sinistra, Luigi Stabile;
in basso, due momenti del musical
fatica ed ai giovani dare spunti
di necessarie considerazioni su
quale sia stato il passato dei nostri padri. “T’Arricordisi?!”, musical che riguarda tutti noi, non
voleva solo essere una domanda,
una sollecitata richiesta di tornare indietro con la memoria, ma
soprattutto un invito a pensare
a tutto quello che appartiene al
passato e trarre da questo motivi
a meglio operare.
Un popolo senza memoria non ha
diritto di cittadinanza in nessuna
società – qualcuno dice che bisogna avere il culto delle memoria.
Ed è proprio quello che sostiene
la Fitp. Ed è proprio questo che
ci ha aiutato a capire “T’arricordisi?!” con sulla scena un Gruppo
folklorico eccezionale, “Calabria
Citra” con un presidente, Remo
Chiappetta, che si è rivelato un
ottimo padrone della scena, presentando e cantando in un modo
molto professionale.
Ma “T’arricordisi?!” che doveva
essere omaggio a Luigi Stabile
nella ricorrenza dei suoi 32 anni
di impegno e studio nel mondo
del folklore è diventato, ed è questo un suo grande merito, uno
studio approfondito di eventi,
ricorrenze, modi di fare, di una
vita vissuta di un mondo contadino dove il popolo, la gente dei
campi ha dovuto sopravvivere
vittima dei soprusi dei padroni,
dei baroni, del caporalato. Rivivere il Natale di una volta, la festa
di fidanzamento, il carnevale e
le stagioni della mietitura e della vendemmia, il tutto offerto in
un crescendo di musiche e danze
travolgenti dove giovani e meno
giovani, sorridenti e mai stanchi,
sotto l’attenta regia del nostro
Luigi. Questo è stato “T’arricordisi?!”.
Mai merito è stato così grande
per le cose manifestate perché
fosse quasi un obbligo fare omaggio al grande artista.
Tutto scorre e scivola, caro Luigi, ma la melodia della tua voce
e le fascinose sinfonie dei tuoi
strumenti musicali, resteranno
sempre nella casa della memoria
della Fitp. Così ha salutato Luigi
Stabile il presidente nazionale
Fitp, Benito Ripoli. Così si è congedato il pubblico presente dal
suo “Gino” stringendo in un abbraccio caloroso diventando esso
stesso cuore ed anima dello stesso corpo.
www.fitp.org
21
la ricerca
Il matrimonio in Lucania
Tradizione e modernità
di Enzo Vinicio Alliegro
Docente Aggregato
Università di Napoli “Federico II”
22
Nella vita delle comunità tradizionali lucane, così come più in
generale in ogni società, il rito
del matrimonio costituisce un
momento centrale di particolare
significatività emotiva, sociale
ed economica, che coinvolge non
soltanto gli sposi ma anche le relative famiglie e parentele, il vicinato e il paese tutto.
Proprio perché non vi è unione
sociale totale”, privato e pubblico, laico e religioso, festoso e
solenne, economico e culturale,
dalle evidenti funzioni di integrazione e di coesione sociale, oltre
che di produzione simbolica e di
scambio materiale.
Abiti e oggetti, prodotti enogastronomici del territorio e della
tradizione locale, saperi e sapori,
danze, canti e musiche, vengono
Vincenzo Defina e Rachele Solimando 27/4/1930
coniugale che non preveda lo
svolgimento di riti e di particolari festeggiamenti, è possibile
definire il matrimonio come fatto
privato che si svolge in una cornice collettiva capace di mobilitare
svariati aspetti che caratterizzano la vita di una comunità. Così
concepito il rito del matrimonio
può essere assunto quale “fatto
messi “in scena” in un palcoscenico ludico-cerimoniale che fanno,
ad esempio, del “Ball ra zit” un
momento festoso di particolare
suggestione, incentrato su prestazioni non soltanto mercantili
ma anche di mutuo aiuto. Il rito
nuziale, in quanto cerimonia religiosa dalle evidenti manifestazioni civili, prevede in effetti al
suo interno una serie di altri riti
e azioni cerimoniali, come quelli
della preparazione degli abiti e
della vestizione degli sposi, del
corteo e del pranzo nuziale, della
festa e del ballo, la cui osservazione consente di accedere a tradizioni locali altrimenti taciute.
L’analisi ravvicinata dei riti matrimoniali lascia venire alla luce
tutto un orizzonte culturale sommerso, costituito da credenze e
pregiudizi, timori magici legati
al malocchio e all’invidia, in cui
specifici sistemi normativi, etici
e valoriali prodotti storicamente, orientano un’azione che più
o meno rigidamente finisce per
essere vissuta seguendo i binari
tracciati dalle consuetudini dominanti, in perenne rivisitazione.
E’ come se, in certo qual modo, si
decidesse di seguire in un territorio ostile, l’alveo protetto tracciato dallo scorrere secolare di un
fiume. E’ come se, in altre parole,
in un momento particolarmente
critico e problematico che richiede capacità decisionale, la tradizione pensasse per noi, venendo
in soccorso con il suo cestino già
pronto di buone azioni già codificate ed ampiamente sperimentate, suscettibili comunque di adattamenti e personalizzazioni.
Anche il rito nuziale, tuttavia,
come ogni altra manifestazione
Filippo Martino e Rosanna Marchese 22/10/1959
culturale delle comunità lucane,
con il passare degli anni ha subito dei mutamenti sostanziali.
Non soltanto sono cambiati gli
orizzonti culturali più ampi in
cui il rito si colloca, ma anche le
pratiche cerimoniali legate al rito
stesso, che lasciavano ben affiorare i tratti salienti di una cultura
arcaica.
Quale esempio di una radicale inversione di tendenza, sarà
sufficiente vedere come alcuni
aspetti rituali si siano in parte
modificati: non ci si preoccupa
più di preparare il “primo letto”
e di esporre “le lenzuola” quale
segno dell’illibatezza della sposa
e dell’onorabilità e virilità dello
sposo; non vengono più mostrati
i vari elementi del corredo, quale
testimonianza del prestigio economico delle famiglie. Inoltre il
corteo prematrimoniale, in cui la
sposa è accompagnata dal padre
www.fitp.org
23
sino in Chiesa dove ad attenderla
troverà il suo sposo, non assume
più il significato di “passaggio e di
consegna simbolica” di una donna da un nucleo familiare patriarcale ad un altro.
Anche i festeggiamenti sono mutati. Questi non si svolgono più
nelle abitazioni, ma si “consumano” nelle strutture alberghiere
dove ad essere servite sono talvolta pietanze del tutto slegate
dalle produzioni tipiche locali, secondo menù “mare e monti”, con
intermezzo al sorbetto di Amalfi,
che richiedono in taluni casi molte ore di paziente attesa. Mentre
ad allietare la cornice festosa
sono finanche dispositivi musicali elettronici con tanto di balli
caraibici, e gli inviti non sono più
consegnati a mano in una relazione face to face, ma annunciati su
facebook e notificati non soltanto con posta ordinaria ma anche
elettronica. Cosa dire poi degli
24
Sposi. Via Roma. 10/9/1947
Corteo nuziale. C.so V. Emanuele. 24/4/1963
abiti degli sposi in alcuni casi acquistati su Amazon, delle costose
sale di ricevimento ricavate in
dismesse masserie pugliesi o in
alberghi barocchi campani, delle
lussuose automobili da cerimo-
nia (americane) noleggiate in
regioni vicine, dei viaggi di nozze
“all inclusive” a Sharm el Sheikh
o a Dubai, che segnano i confini
extraregionali e ormai globali di
una nuova geografia dei consumi
e dei ricordi?
Visto da questa prospettiva, il
rito matrimoniale, con i suoi nessi e connessi festivi e festosi, può
essere pensato quale meccanismo che concorre al mutamento
culturale a cui non sono estranee
dinamiche di disancoraggio identitario. In quanto finestra solenne che le comunità locali aprono
sul mondo extralocale, i riti oggi
sembrano assumere la funzione
di possente motore capace di sostenere la messa in circolazione
di processi di istituzionalizzazione di una pervicace e costosa
corsa “all’inedito e all’inusuale”,
basata sull’introduzione di nuovi cibi -quindi di nuovi gusti-,
di nuovi abiti -quindi di nuove
mode-, di nuove acconciature quindi di nuovi stili -, giungendo
IL FOLKLORE D’ITALIA
Corteo nuziale. Via S. Basile. 16/3/1947
finanche a sostituire gli oggetti
dell’artigianato locale con sfavillanti bomboniere “made in China”.
E’ questo il prezzo più alto che le
comunità locali sono chiamate a
pagare nei riti matrimoniali. La
spinta all’entropia culturale, tuttavia, risulta in certo qual modo
riequilibrata e rallentata dalla
forza di resistenza della tradizione. Ecco, dunque, che molto
del passato sopravvive ancora
oggi, secondo rapporti specifici
tra modernità e tradizione in cui
quest’ultima risulta rifunzionalizzata in un quadro sincretico
che provvede a diversamente miscelare ciò che viene dal passato
e quanto invece sembra precorrere il futuro.
Il rito matrimoniale oggi, pertanto, può essere inteso quale formidabile microcosmo in cui andare
a vedere una serie di variabili che
attestano un mondo posto sotto
tensione. Analizzarne le componenti strutturali e fondative più
appariscenti, quanto le dimensio-
n. 02 / 2014
ni simboliche sottese più recondite, significa infilare decisamente le dita in una ferita profonda
ancora sanguinante, che il mutare dei tempi ha prodotto e che i
nuovi assetti sociali, economici e
culturali stentano a rimarginare.
I riti matrimoniali di oggi, in ultima analisi, possono essere pen-
Anna Maria Ierardi e il padre Giuseppe Antonio 24/4/1952
Sposi. Largo S. Giuseppe. 11/9/1948
sati come straordinarie macchine
del tempo che sollecitano i protagonisti e i partecipanti a prendere coscienza di quanto il presente
sia meglio comprensibile se assunto quale inevitabile intreccio
di temporalità multiple.
Macchine del tempo dagli ingranaggi possenti che, come maschere, mediante performance
pubbliche altamente impattanti
sul piano economico e sociale,
culturale ed identitario, si rendono partecipi (oggi come sempre), del gioco della vita, fatta di
dissimulazioni e mistificazioni
che mostrano nascondendo e nascondono mostrando.
www.fitp.org
25
l’evento
Carnevale di Castrovillari
Maschere e folklore
dal sapore internazionale
26
CASTROVILLARI (Cosenza) Bilancio più che positivo per la
56.ma edizione del Carnevale di
Castrovillari e Festival Internazionale del Folklore, organizzata
dalla Pro loco cittadina, con il
contributo della locale Amministrazione comunale, del Parco
Nazionale del Pollino, delle istituzioni calabresi e di numerosi
sponsor.
Dieci giorni di allegria e spensieratezza, 100 appuntamenti che
hanno spaziato dal mascheramento al folklore, dalla gastro-
nomia allo sport
senza dimenticare la cultura. 56
edizioni ininterrotte organizzate
dalla Pro loco,
diretta dal presidente Giovanni
Amato e dal vulcanico direttore
artistico, Gerardo Bonifati. Nato
ufficialmente nel
1959, sebbene le
sue radici sembrerebbero
risalire al lontano
1635
(quando,
proprio a Carnevale, fu messa in
scena la farsa dialettale di Cesare
Quintana “Organtino”, che diede
origine al teatro popolare in vernacolo calabrese).
Ancora oggi, infatti, il Carnevale
di Castrovillari è connotato da
una fortissima partecipazione
popolare, la caratteristica, che è
anche il suo punto di forza, è quello di coniugare maschere e folklore internazionale. Grande è stata
la partecipazione delle scuole di
ogni ordine e grado della città di
Castrovillari all’evento; l’allegria,
la musica, i colori e il divertimento sono state le note predominanti dell’intera kermesse carnascialesca. L’epilogo si è avuto con il
“Gran Galà” del folklore. Usi, costumi, tradizioni, saperi e sapori
si sono intrecciati a coreografie
attraverso canti e balli tipici, delle
tradizioni culturali ed etniche del
proprio Paese di origine. Tra gli
appuntamenti caratteristici che
vedono la partecipazione attiva
dei castrovillaresi, l’incoronazione di “ Re Carnevale” che apre di
fatto la manifestazione. Questo e
molto altro ancora è il Carnevale
di Castrovillari che si vive ai piedi
del Massiccio del Parco nazionale del Pollino. Un ringraziamento particolare Amato e Bonifati
(più che soddisfatti della riuscita
della manifestazione) lo hanno
voluto fare a tutti i partecipanti,
attori principali della manifestazione carnascialesca, e in modo
particolare a tutte le scuole che
hanno preso parte all’evento,
rendendolo frizzante, colorato,
allegro, vivace; ingredienti questi
che hanno fatto del Carnevale di
Castrovillari una punta di “diamante” degli eventi invernali del
Mezzogiorno d’Italia.
il personaggio
SASSARI - E’ sempre vivo il ricordo di Francesco Bande, fisarmonicista scomparso 25 anni fa.
Una nuova edizione del Festival
a lui dedicato è stata arricchita
dal convegno “L’attualità dell’opera di Francesco Bande a 25
anni dalla scomparsa. 150.mo
anniversario della fondazione
dell’industria italiana della fisarmonica della Ditta Paolo Soprani
di Castelfidardo (Ancona) 18632013”. All’incontro, coordinato
da Enrico Porqueddu, sono intervenuti Beniamino Bugiolacchi,
direttore del Museo internazionale della fisarmonica di Castelfidardo, Umberto Giordano, già
presidente dell’Esit della regione
sarda, e mons. Pietro Melonicaro,
amico della famiglia Bande.
Bugiolacchi ha evidenziato come
la nascita e diffusione di questo
strumento musicale abbia cambiato completamente l’economia
della città marchigiana da agricola a città industriale, e come gli
stessi marchigiani abbiano contribuito nel mondo a diffondere
fabbriche per la costruzione e
l’assistenza tecnica per la messa
a punto dello strumento stesso
che ha nel tempo conosciuto alti e
bassi nella produzione. Giordano
ha parlato come esperto organizzatore di manifestazioni turistiche, come può ormai classificarsi,
la “Cavalcata Sarda”, e di come
ha conosciuto Francesco Bande
e dei viaggi che lo hanno visto
protagonista con i suoi gruppi
quando si recavano in tournèe in
Francesco Bande
La sua opera
tra ricerca
e spettacoli
Da sinistra, Giuliano Cameli e Inoria Bande
Italia e all’estero per promuovere la Sardegna. Mons. Meloni ha
parlato degli aspetti più umani di
Francesco e della vicinanza alla
famiglia Bande alla moglie e alla
figlia Inoria. Spazio anche ai colori, alle voci e ai suoni della Sardegna con il Festival “Francesco
Bande”, giunto alla 25.ma edizione. In questo appuntamento si è
voluto dare risalto agli strumenti
ad ancia libera in serie (fisarmonica e organetto).
La manifestazione tende a valorizzare il folklore nelle sue più
alte espressioni e ogni anno partecipano tra i migliori esecutori
del settore folklorico isolano. Per
la 25.ma edizione hanno avuto un
posto di riguardo alcuni momenti dedicati a dei musicisti provenienti dalle Marche e dall’Umbria.
L’apertura della serata, come di
consuetudine, è stata affidata alla
figlia di Francesco, Inoria, la cui
direzione artistica ha fatto centro
anche in questa edizione, condotta da Carlo Valle.
Tanti gli artisti che si sono avvicendati sul palco. Tra questi
Giuliano Cameli, campione del
mondo (1988), che su su delega di Beniamino Bugiolacchi
ha consegnato a Inoria la targa
della Regione Marche realizzata
per i festeggiamenti dei 150 anni
(1863/2013), della fondazione
dell’industria italiana della fisarmonica, della famiglia di Paolo
Soprani, con la seguente motivazione: “Alla rappresentante di
una dinastia di musicisti sardi
che ha dato lustro alla ditta Paolo
Soprani nel mondo”.
27
vita dei gruppi
Gli Alfieri di Cava de’ Tirreni
festeggiano i 45 anni di attività
28
CAVA DE’ TIRRENI (Salerno)
- Cava de’ Tirreni è una delle capitali nazionali del folklore e fra
le numerose associazioni che la
animano, una delle più longeve è
quella degli Sbandieratori “Città
de la Cava”. Giunto al suo 45.mo
anno di attività il Gruppo Sbandieratori “Città de la Cava”, fondato da Luca Barba nel 1969, rappresenta in pieno la tradizione
degli Alfieri che la Città de la Cava
forniva alla corte partenopea. Il
gruppo è stato ambasciatore della storia e delle tradizioni cavesi
esibendosi su tutto il territorio
nazionale, oltre che in Arabia
Saudita, Australia, Austria, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Jugoslavia, Malta, Polonia,
Portogallo, Russia, Spagna, Stati
Uniti, Svizzera e Turchia. L’Associazione Sbandieratori “Città
de la Cava” è inoltre l’unica Associazione della Campania ad aver
ricevuto quattro riconoscimenti
ufficiali da quattro diversi presidenti della Repubblica per le numerose attività culturali di cui è
stata protagonista e per i numerosi spettacoli folklorici tenuti a
livello mondiale: dal presidente
della Repubblica Francesco Cossiga in occasione dell’Expo Universale di Brisbane - Australia
- nel 1988; dal Presidente della
Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
in occasione dell’Expo Universale di Siviglia - Spagna - 1992; dal
presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi in occasione della
Mostra Internazionale del Costume di cinema, teatro e televisione
- 2003; dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel
2009 come riconoscimento per il
40.mo anno di attività.
Riconoscimenti a cui si aggiunge, nel 2010, il titolo di Cavaliere
Emerito della Repubblica Italiana conferito al presidente Felice Abate, per le attività svolte in
seno all’Associazione per la promozione e la diffusione del patrimonio storico-culturale di Cava
de’ Tirreni nel mondo. L’Associazione Sbandieratori “Città de la
Cava” dal 1988 è, inoltre, editore
della testata giornalistica La Cava
News, periodico di informazione,
cultura e folklore cittadino, ed è
stata promotrice di numerose
pubblicazioni artistiche come
l’ultimo volume “40 anni, una
bandiera” edito in occasione del
40.mo anniversario della fondazione. Fra le numerose attività
culturali la più impegnativa resta
la Mostra internazione del costume di cinema teatro e televisione, una manifestazione di livello
internazionale che ha portato a
Cava de’ Tirreni i più importanti
costumisti del panorama europeo e che visto i suoi natali nello
splendido scenario delle catacombe dell’Abbazia Badia Benedettina di Cava de’ Tirreni.
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 02 / 2014
La Murgia torna
a raccontare
le bellezze
di un territorio unico
di Michele Pettinato
Direttore mensile Nocigazzettino
NOCI (Bari) - La Murgia come
espressione di un territorio,
come pietra nuda su cui nascono e si sviluppano le città di quel
sud-est che dalla provincia di
Bari guarda al mar Ionio. La Murgia come sinonimo di una festa
che ritorna e che porta il pensiero a quel gruppo folklorico che
rappresenta la città di Noci e che
da un anno è ritornato a calcare le scene regionali e nazionali
del folklore. E’ una storia molto
lunga quella del Gruppo folklorico “La Murgia”. Fu costituito nel
1965 dalla Pro loco e da un gruppo di sognatori che condivisero
la necessità di trasmettere ai più
giovani l’importanza dei valori
legati alle tradizioni locali: don
Vito Palattella, Ottavio Lopinto,
Giuseppe Curci, Nino Caldaralo,
Vito Liuzzi e Gianni Mottola, presidente del gruppo fino al 1991
quando la presidenza passò a
Vincenzo Sansonetti. Anima artistica e culturale del gruppo fu
Don Vito Palattella.
Nel 2012 il gruppo, dopo qualche
anno di inattività, è rinato sotto la
guida di Vincenzo Palattella, erede di suo nonno e fondatore don
Vito Palattella, e dopo un anno e
mezzo di attività, annovera esibizioni nell’ambito di programmi
televisivi e di importanti iniziative come quella tenutasi a San
Giovanni Rotondo nel dicembre
2013 per l’Omaggio a Padre Pio.
Tra i nuovi progetti in cantiere la
realizzazione di un cd e la riproposizione al pubblico nel 2014
dello storico Festival internazionale del folklore. Lo spettacolo
del gruppo intitolato “Del lavoro,
della festa, dell’amore” si sviluppa attorno a questi tre aspetti con
canti e coreografie pensate ed
ideate da Anna Maria Vallin che
seguono lo svolgimento della vita
così come si caratterizzava a Noci
sul finire del XIX secolo. Il primo momento, quello del lavoro,
comincia con l’impegno mattutino nei campi, rappresentato dal
ballo “U Scotla Nusce”, ispirato
all’abbacchiatura delle noci e si
conclude con i canti e balli sull’aia
al termine della giornata lavorativa. Lo sbocciare dei primi amori
tra contadini viene ricordato con
struggenti serenate all’innamorata e divertenti scenette, come
quella che rievoca l’usanza, assai
diffusa a Noci e dintorni, di concordare tra suocere la dote dei
promessi sposi. Non manca un
brano tipico del folklore pugliese, “Mamme u’ zite vene”, esilarante duetto tra madre e figlia
alla presenza dello spasimante
di quest’ultima. Gli amori spesso
sfociavano in matrimoni e, dunque, in festa.
Proprio alla festa è dedicato l’ultimo momento dello spettacolo
che inizia con il passaggio del
banditore nelle strade del paese
per passare attraverso l’immancabile quadriglia e la divertente
scenetta “I vestie ‘a massarie” e
si conclude con una indiavolata
“Pizca-Pizca”.
29
lo studio
La medicina popolare
Stregoneria
o superstizione?
di Antonio D’Amico
Redazione Fitp
30
SAN SEVERO (Foggia) - Medicina
popolare: medicina alternativa o
stregoneria? In Puglia il fenomeno è ancora abbastanza diffuso,
se si considerano le pratiche legate alla guarigione del malocchio o
all’uso di piante e fiori per curare
malattie o particolari problemi.
In questa regione la medicina
popolare affonda le sue radici
nel tessuto storico, sociale, economico e culturale con notevoli
riflessi sulla storia del territorio.
Il Centro studi tradizioni popolari “Terra di Capitanata” di San Severo ha intrapreso un percorso di
conoscenza e riscoperta di questi antichi percorsi. L’obiettivo è
quello di favorire la rivalutazione
di quel patrimonio di conoscenze
ed esperienze frutto di secoli di
attività nell’ambito dei metodi di
cura e della medicina popolare
antica e accrescere la conoscenza
sull’uso responsabile dei rimedi
naturali per la cura di molte malattie e sulle verità scientifiche.
Ma anche per mettere in risalto gli indubbi benefici davanti
ad un uso corretto di prodotti
erboristici nonché di potenziali danni alla salute derivanti da
un uso improprio e da un abuso.
“Occhio e malocchio, prezzemo-
viene ritenuta fondamentale.
Durante il percorso, il Centro studi “Terra di Capitanata” ha mostrato video e foto di guaritrici
all’opera, spiegato come funzionavano i rimedi naturali e quelli
legati alle attività delle “guaritrici” che, nel corso della storia,
hanno preso nomi diversi come
streghe, machiare, fattucchiere.
Ma anche fatto capire come l’er-
lo e finocchio…” Chi non ricorda
l’interpretazione di Lino Banfi
in uno dei suoi celeberrimi film?
Sembrava una frase inventata per
l’occasione, per fari ridere la gente al cinema. E invece è proprio la
farse che, da queste parti, le curatrici di malocchio si tramandano
di generazione in generazione
durante la notte di Natale, una di
quelle date che, nel mondo della
stregoneria o dell’esoterismo,
boristeria attuale sia una diretta
emanazione di quella dei secoli
scorsi. Piante ed erbe utilizzate
per curare mali, malattie polmonari. Soluzioni ora riprese da case
farmaceutiche e soprattutto dalla
moderna erboristeria. Ingredienti importanti nella cultura di un
popolo, come quello pugliese, che
continua ancora ad avere un legame particolare con la medicina
dei sensali fatti in casa.