FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 roma Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni rotondo - Tel. e fax 0882 441108 n. 2 ANNO XVI marzo / aprile 2014 Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari A Tropea “sapori” orientali www.fitp.org Federazione Italiana Tradizioni Popolari Consulta Scientifica PrESIDENTE Mario Atzori VICEPrESIDENTE Patrizia resta COMPONENTI Leonardo Alario Gian Luigi Bravo Pino Gala Ignazio Macchiarella Vincenzo Spera Consiglio Nazionale SEGrETErIA PrESIDENZA NAZIONALE Via San Nicola, 12 71013 San Giovanni rotondo (FG) Tel. e Fax: 0882.441108 [email protected] UFFICIO TESSErAMENTO Via San Sebastiano, 16/18 98122 Messina Tel. e Fax: 090.771398 tesseramento@fitp.org SEGrETArIO GENErALE Contrada Chiusa Lotto 4/b Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia 88050 Simeri Crichi (CZ) Tel.: 0961.881609 - 0961.794388 Fax: 0961.881491 [email protected] UFFICIO TESOrErIA C.da Conca d’Oro, Garden Ville, 16 98168 Messina Tel.: 090.355604 [email protected] UFFICIO STAMPA Cdp Service - San Severo (FG) www.cdpservice.it Tel. e Fax: 0882 375761 ufficiostampa@fitp.org MArCHE Mario Borroni MOLISE PIEMONTE FrIULI VENEZIA GIULIA Giampiero Crismani PUGLIA LAZIO Ivo Di Matteo Antonio Giuliani Bernardo Beisso Fedele Zurlo Nino Agostino SArDEGNA Vittorio Fois Mario Pau Luigi Usai Daniel Meloni COOrDINATOrE NAZIONALE SICILIA Maria L. De Dominicis Antonella Castagna Santo Gitto Consiglieri TOSCANA ABrUZZO Maria L. De Dominicis BASILICATA Pasquale Casaletto CALABrIA Carmine Gentile Maria Teresa Portella CAMPANIA Fabio Del Mastro Leonardo Bianco EMILIA rOMAGNA Sauro Casali FrIULI VENEZIA GIULIA Mario Srebotuyak LAZIO Giuseppe d’Alessandro LIGUrIA Luciano Della Costa LOMBArDIA Luigi Sara Giovanni Bossetti EMILIA rOMAGNA Sauro Casali (commissario) Marco Fini TrENTINO ALTO ADIGE Attilio Gasperotti UMBrIA Francesco Pilotti Valle d’Aosta Susi Lillaz VENETO Gianni Marini Presidenti Comitati Regionali ABrUZZO Fidio Bianchi BASILICATA Pietro Basile CALABrIA Michele Putrino CAMPANIA Francesco Coccaro LIGUrIA Milena Medicina LOMBArDIA Fabrizio Nicola MArCHE Pamela Trisciani MOLISE Michele Castrilli PIEMONTE Andrea Flamini PUGLIA Tommaso russo SArDEGNA Giommaria Garau SICILIA Alfio russo TOSCANA Francesco Castelli TrENTINO ALTO ADIGE Attilio Gasperotti UMBrIA Floriano Zangarelli Valle d’Aosta Susi Lillaz (commissario straordinario) VENETO Adriano Bissoli IL FOLKLORE D’ITALIA 6 Il Fanciullo e il Folklore L’edizione di Tropea fa il pieno di numeri e consensi Il musical 20 IL FOLKLORE D’ITALIA Bimestrale d‘informazione Anno XVI n. 2 - MARZO / APRILE 2014 Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9 dell’8 aprile 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Benito Ripoli COORDINAMENTO RED.LE Antonio d’Amico Leo Conenno Elvira La Porta Rita Laguercia FOTOGRAFIE Ilaria Fioravanti PROGETTO GRAFICO Sinkronia studio Nel racconto di Michele Putrino lo spettacolo ideato da Luigi Stabile 22 n. 02 / 2014 STAMPA Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI PRESIDENTE NAZIONALE Benito Ripoli VICE PRESIDENTI Nino Indaimo, Luigi Scalas La ricerca Viaggio in Lucania per conoscere la storia del matrimonio 26 Carnevale di Castrovillari Tanti colori e divertimento anche nell’appuntamento del 2014 30 La medicina popolare Un percorso di ricerca lungo la superstizione ASSESSORI EFFETTIVI Donatella Bastari, Gerardo Bonifati Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca Fabio Filippi, Gesualdo Pierangeli ASSESSORI SUPPLENTI Giuliano Ierardi, Renata Soravito SEGRETARIO GENERALE Franco Megna VICE SEGRETARIO GENERALE Giancarlo Castagna TESORIERE Tobia Rinaldo VICE TESORIERE Adelio Gilardi COLLEGIO SINDACI REVISORI Francesco Fedele (presidente) Giovanni Soro (vicepresidente) Ancilla Cornali (membro effettivo) Giampiero Cannas (membro supplente) Francesco De Meo (membro supplente) COLLEGIO PROBIVIRI Gavino Fadda (membro effettivo) Franco Folzi (membro effettivo) Dionigi Garofoli (membro effettivo) Sauro Casali (membro supplente) Pietro Prencipe (membro supplente) COMITATO D’ONORE FITP Past President Lillo Alessandro Presidente Onorario Luciano Della Costa Comitato Dei Saggi Luciano Della Costa Aldo Secomandi www.fitp.org Staff del Presidente Bruno Bordoni, Mario Borroni, Monica Castrilli, Francesca Grella, Ivo Polo, Concetta Masciale Cerimoniere Michele Putrino 3 editoriale La Cultura è ormai un fiore che si disseta solo di lacrime di Benito Ripoli Presidente Nazionale Fitp 4 «E’vero che la vita è viaggio e l’uomo, per sua natura e missione, appare creatura che si muove, che erra, che esplora, che si avventura, con modalità che investono la mente e il corpo, ma quando si è costretti a viaggiare per realizzare e concretizzare il sogno della vita, il viaggio perde il suo aspetto poetico e l’entusiasmo lascia lo spazio all’esigenza». Sono le parole di un illustre professore dell’Università di Palermo, in occasione della presentazione dell’opera “Prima Etnografia d’Italia”. Gli studi di folklore tra ‘800 e ‘900 nel quadro europeo, a cura di Gian Luigi Bravo, pubblicato dalla Franco Angeli, Editore per volontà della Federazione italiana tradizioni popolari. Ho ripensato a questa frase, sere fa, intento a leggere il libro di Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi “I ricercatori non crescono sugli alberi”, al cui titolo aggiungerei, di questo paese. E’ la storia di due gio- vani ricercatori italiani, entrambi con il bagaglio di una formazione all’estero. Le loro pagine documentano uno dei nodi irrisolti e più gravi che la classe dirigente, degli ultimi decenni, non ha saputo sciogliere per risolverne le varie e complesse questioni derivate, soprattutto, dal non aver investito nella scuola e nella valorizzazione della cultura. Poveri i miei giovani..! A volte mi vergogno nel dir loro di studiare, di fare ricerca, ma con que è difficile, ma in Italia, lo è molto di più. Assistiamo, da tempo, ad una campagna mediatica, che tende a dipingere il ricercatore quasi come una professione inutile per la società. L’Accademia stessa viene rappresentata come un’inutile fonte di spreco di risorse pubbliche, un luogo popolato da Baroni che mettono in cattedra familiari e amanti. Purtroppo si tratta di scelte diffuse e fatte, attualmente, in molti settori e non soltanto nell’ambito accade- quali prospettive…? Ma… il mondo va cambiato e i giovani devono cambiarlo (Benedetto XVI). Fare il ricercatore, in qualsiasi campo, è sicuramente un lavoro entusiasmante. Tutti i giovani ne sono affascinati e sognano orizzonti imperscrutabili, affatto scoraggiati dalla durezza del “mestiere”. Ovun- mico; quello forense e della magistratura non sono esenti da contagi; nell’imprenditoria è, da sempre, un fatto normale tramandare da padre in figlio l’impresa di famiglia. Lo stesso avviene in politica con la consegna della carriera da un parente ad un altro. Nella scuola e nel mondo universitario, è risa- IL FOLKLORE D’ITALIA n. 02 / 2014 Alcuni momenti della Rassegna “Il Fanciullo e il Folklore” svoltasi a Tropea puto, che il corpo docente italiano sia composto da anziani; questo è, di fatto, il risultato di una politica di mancati investimenti da circa un ventennio, con esiti di riforme inadeguate e stravolgenti istituzioni scolastiche, pedagogicamente e didatticamente da secoli affermate, con il semplice intento di plagiare sistemi di tipo anglosassone, perché “ce lo chiede l’Europa” e chi ci rimette sono le nuove generazioni. Nell’Iliade, si narra dell’olocausto di Ifigenìa, figlia di Agamennone, uccisa per placare gli dei e permettere la partenza delle falangi greche alla volta di Troia. Oggi il sacrificio delle nuove generazioni avviene sull’altare dell’austerità o della divinità della efficienza funzionale al sistema dello sfruttamento, al fine di placare le turbolenze dei mercati finanziari. Purtroppo sarà un sacrificio vano, perché la perdita di risorse umane, di giovani, sarà un danno che verrà pagato nei decenni a venire. La Cultura è ormai un �iore che si disseta solo di lacrime… Abbiamo imprenditori e politici che, in Europa, risultano fra i meno colti e dinamici: evanescenti come gli effluvi dei liquami che inghiottono un inerme corpo, che non hanno alcun interesse nell’incentivare la formazione e lo sviluppo intellet- tuale. Ciò determina un’incapacità nella programmazione economica e politica. Non viene investito quasi niente nella scuola e nella ricerca. Da qui deriva che è in atto un vero e proprio massacro epocale. “La Cultura, cari rappresentanti dello Stato, arricchisce sempre, essa permette di superare i più impensati limiti umani. Chi ama la Cultura desidera conoscere tutte le Culture, quindi è contro il razzismo. La Cultura è contro la volgarità e permette di distinguere il bene dal male. La Cultura è lo strumento per giudicare anche chi ci governa. La Cultura è libertà di espressione e di parola. Si pensa sempre alla Cultura come un bene astratto, super�luo, ma essa è come le fondamenta di una casa per la nostra società e quando si tagliano le fondamenta, la casa crolla! Con la Cultura si scon�igge il disagio sociale delle persone. La Cultura è far si che un giorno i nostri �igli e nipoti possano andare a teatro e vivere la magia della musica, del canto e del ballo. La Cultura è un bene comune come l’acqua. I teatri, i musei, le biblioteche sono come tanti acquedotti. La Cultura è come la vita… e la vita è bella!”. Oggi, alleata della corsia preferenziale dell’autostrada dell’incultura è la fretta, la frenesia di vita. Non ci si ferma più a meditare a ri- cercare nei meandri della vita dei nostri avi. Tutti corrono, ognuno vuole piazzarsi ai primi posti. C’è una gara ad essere primi ad ogni cosa, si ha fretta e non si ha tempo da perdere. L’orologio al polso, possibilmente di marca e di valore, è lo strumento che regola la vita e tutto deve rientrare nei limiti del quadrante. Correre, correre… perché il tempo e prezioso e ogni occasione persa, non torna più. Arrivare prima degli altri, magari bruciarli sul traguardo è quanto di più bello oggi si ritiene ci possa essere. Nella giungla di tutti i giorni, bisogna correre per essere presenti al momento opportuno, approfittare del momento favorevole, spingere per dimostrare di esserci, di contare qualcosa, anche se si è meno del nulla. Ma cosa avranno tutti da correre…? Quale impellente bisogno li spinge? Corrono e non vedono chi gli sta vicino, con la mente prefissata a chissà quali obiettivi. Fermiamoci per un momento… giriamo gli occhi verso la pianta agitata dal vento, il sorriso di un bimbo che fa boccacce, l’incedere solenne di un anziano. C’è sempre un fermento misterioso nel fiore che sta per sbocciare, nella nuvola che vola alta nel cielo, nello sguardo di una fanciulla che passa, nel sorriso di un bimbo in cerca di coccole. C’è sempre qualcosa da scoprire anche dove tutto l’orizzonte sembra piatto. E allora, ragazzi, il nostro deve essere un atto di fede, una ferma convinzione, nel rincorrere quello in cui crediamo… La Cultura e la ricerca di nuovi risultati scienti�ici. Sono questi i nostri obiettivi, i programmi e le prospettive future che potranno salvare l’Italia e l’Europa. www.fitp.org 5 il fanciullo e il folklore speciale tropea Tropea non si smentisce Bilancio positivo per la trasferta in terra calabrese di Leo Conenno redazione Fitp 6 TROPEA (Vibo Valentia) - Qualità e consensi: la 30.ma edizione de “Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni”, svoltasi a Tropea, in provincia di Vibo Valentia, sarà ricordata tra le più riuscite in tutti questi anni. Un cammino iniziato dalla Fitp a Roma e che ogni anno fa tappa negli angoli più suggestivi d’Italia. E la Calabria è uno di questi. Lo certificano l’ospitalità e il calore mescolati alla qualità degli spettacoli, impreziositi dalla presenza di due gruppi folklorici stranieri, uno proveniente dalla Yakutia, una Repubblica autonoma della Russia situata nella Siberia orientale, l’altro dall’India (a questo gruppo è stato assegnato il riconoscimento Vict Iov-Italia con la seguente motivazione: valore culturale identificato tradizionale negli abiti e ornamenti). La Rassegna di folklore giovanile internazionale andata in scena nel- la “Perla del Tirreno” va in archivio con un “pieno” di soddisfazioni. Sul palco allestito presso il parcheggio della Marina del Vescovado i protagonisti della manifestazione (venti gruppi) hanno cantato e ballato, raccontando storie di vita dei luoghi di provenienza. Rappresentati anche i giochi popolari. Alcuni gruppi hanno portato in scena il tema della nona edizione della Rassegna del documentario etnografico. (pagg. 8-9). La gioia dei partecipanti alla manifestazione ha soddisfatto la macchina organizzativa curata a livello locale dal Gruppo folklorico “Città di Tropea”, presieduto da Andrea Addolorato. Che ha messo in campo uno staff giovane e voglioso di regalare momenti indimenticabili ai protagonisti della Rassegna. Sempre vicini ai sodalizi durante la “tre giorni”. Le realtà associative di Tropea hanno fatto squadra. «Siamo orgogliosi - evidenzia Addolorato - di aver ospitato a Tropea “Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni”. E’ stata una “tre giorni” indimenticabile per il mio gruppo, per la città e per tutti quelli che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Un traguardo importante reso possibile da uno staff operativo ben composito. E per questo voglio ringraziare tutti i ragazzi del mio Gruppo ma anche Tonino, Luana, Aldo, Angela; alcuni componenti del Gruppo folk “Le Chiazzarole”, Radio Lattemiele, Pasticceria Cicciò e Interflora dei fratelli Chiapparo per i servizi offerti. Ma anche i volontari della Croce Azzurra Tropea-Ricadi Protezione Civile, il presidente della Consulta, Pino Lonetti e Salvatore Rizzo (Organizzazione Partita del Cuore), il commissario Anna Aurora Colosimo e don Francesco Sicari, don Ignazio e mons Luigi Renzo». Di particolare impatto visivo e cul- IL FOLKLORE D’ITALIA turale è stata la Mostra “C’era una volta Tropea» di Franco Cimino e Foto Antonello. Ottima la cornice di pubblico presente agli spettacoli. Sono stati davvero in tanti a seguire i vari appuntamenti in programma. Fino alla Parata internazionale della gioia. Una “tre giorni” che ha entusiasmato tutti. Dirigenti nazionali in primis. Con in testa il presidente nazionale Benito Ripoli. «La conferma – sottolinea il massimo responsabile della Federazione – che il lavoro di squadra premia. Come Giunta abbiamo avuto molta fiducia nelle potenzialità che Addolorato e il suo staff garantivano per la riuscita della manifestazione. E coì è stato. Dall’accoglienza all’ospitalità, tipica della gente di Calabria. Senza dimenticare lo straordinario scenario delle strutture ricettive che hanno ospitato la nostra carovana. Dai nostri affiliati abbiamo raccolto solo commenti positivi, dalla qualità dei servizi alla bellezza degli scenari naturali che le ospitano. E non poteva essere altrimenti per una terra che fa del turismo la sua cultura di vita». Parole di elogio sono state espresse anche da Anna Aurora Colosimo, commissario straordinario del Comune di Tropea. «Una manifestazione di grande significato e di grande spessore culturale. Per Tropea è stato un privilegio e un onore ospitarvi. Manifestazioni del genere aprono il cuore alla speranza, alla voglia di vivere meglio». Tropea e la Calabria intera hanno riabbracciato il folklore. Un bilancio più che positivo per la Fitp e per tutti. n. 02 / 2014 Gruppi partecipanti “Kore” di Enna “La Provenzana” di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) “Pacchianeddra Sansustisa” di San Sosti (Cosenza) “Canterini di Serrastretta” (Catanzaro) “I Tencitt” di Cunardo (Varese) “Città di Tropea” (Vibo Valentia) “Le Chiazzarole di Tropea” (Vibo Valentia) “I Piccoli dell’Eco” di San Giovanni Rotondo (Foggia) “Città di Milazzo” (Messina) “Asprumunti” di Cardeto (Reggio Calabria) “Lu Chicchirichì” di Viggiano (Potenza) “Francesco Bande” di Sassari “Rang Surghi” (India) “Eyerik” (Yakutia) “I Puricini-Città di Vibo Valentia” “Miromagnum” di Mormanno (Cosenza) “Pro Loco del Pollino” di Castrovillari (Cosenza) “Ortensia” di Ortezzano (Fermo) “Città di Sant’Onofrio” (Vibo Valentia) “Pizzeche & Muzzeche” di Vieste (Foggia) 7 www.fitp.org il fanciullo e il folklore speciale tropea I pellegrinaggi e la religiosità popolare di Francesca R. Grella Staff del Presidente Nazionale 8 Pellegrinaggi e �iere nella religiosità popolare è stato il tema della nona Rassegna del documentario etnografo organizzata quest’anno dalla Fitp. Numerosi i partecipanti. Questo successo fa orientare la Federazione a dedicare in futuro un evento a parte. Sono giunti cortometraggi da diverse regioni oltre che da un gruppo della Repubblica della Jakutzia. Forse il particolare coinvolgimento è stato determinato soprattutto dall’argomento proposto. Ogni zona ha la sua storia e la sua tradizione; però, questa si colloca nelle specificità identitarie espresse soprattutto dalle tradizioni religiose. Nei filmati proposti, si coglie che non bisogna andare lontano per trovare luoghi ameni dove sorgono santuari e dove le popolazioni compiono pellegrinaggi per devozione a santi protettori e miracolosi. In un periodo come questo in cui tutto è veloce, tutto è automatizzato, nei pellegrinaggi documentati i fedeli conservano la serenità dei tempi lunghi di un antico passato. Alcuni gruppi hanno riprodotto come si svolgevano una volta e come attualmente sono compiuti i pellegrinaggi. Spesso, i documentari, da un punto di vista filmico mostrano forti carenze dovute all’inesperienza soprattutto nelle riprese e nel montaggio delle immagini. Per esempio, sono evi- lito. Tutto è stato raccontato così com’è. Nella maggior parte dei lavori si è documentata la realtà evitando le ricostruzioni recitate. La fede e la devozione sono risultate le protagoniste di lunghi percorsi compiuti a piedi per raggiungere i santuari. Di particolare interesse è stato il documentario del gruppo siberiano della Jakutzia nel quale vengono documentati i riti propi- denti le assenze di “effetti speciali” e di ritrovati tecnologici innovativi per il montaggio. Tuttavia, si deve sottolineare, come già avvenuto nelle edizioni precedenti, il notevole impegno dei gruppi che si sono impegnati nel produrre i filmati. Pertanto nei risultati si è dato spazio a ciò che è, e non a come potrebbe essere. Nulla è stato abbel- ziatori compiuti nel solstizio estivo, nei quali vengono sacralizzati i cavalli da tempo allevati da quelle popolazioni. Nella maggior parte dei filmati, c’è il giusto compromesso tra visione e narrazione; pertanto essi presentano le specificità locali: a volte esclusivamente religiosa, a volte no. Si deve rilevare che soltanto po- IL FOLKLORE D’ITALIA n. 02 / 2014 Gruppi partecipanti “Eyerik” (Yakutia) “Ortensia” di Ortezzano (Fermo) “Pizziche e Muzzeche” di Vieste (Foggia) “La Compagnia degli Zanni” di Pescorocchiano (Rieti) “I Tencitt” di Cunardo (Varese) “Kore” di Enna “Le Contrade” di Spigno Saturnia (Latina) “Staphilè” di Staffolo (Ancona) “Santa Lucia” di Bagnarola di Sesto al Reghena (Pordenone) “Miromagnum” di Mormanno (Cosenza) Il prof. Mario Atzori chi hanno affrontato il tema delle fiere sebbene fosse stato richiesto nel bando. Nei cortometraggi partecipanti viene messo in risalto soprattutto l’aspetto devozionale, tralasciando l’atto penitenziale come intrinseco. Alcuni sono la testimonianza di ciò che avviene nel proprio paese; in un caso, per esempio, viene descritta una pietanza tipica dedicata alla festa e al pellegrinaggio. In altri casi il pellegrinaggio è attualmente diventato una semplice processione cerimoniale dedicata al santo. Attualmente la Rassegna è connessa alla manifestazione Il Fanciullo e il Folklore; poiché ha raggiunto un certo successo potrebbe avere una specifica organizzazione con una più ampia divulgazione del bando. Gli argomenti proposti per le prossime rassegne sono, per il 2015, il fuoco, per il 2016, l’acqua. Anticipare i temi è molto importante, in quanto la realizzazione di documentari etnografici richiede tempo per effettuare le riprese e il montaggio. Commissione Presidente Mario Atzori (Università di Sassari) Componenti Leonardo Alario (Presidente Irsdd) Fabio Filippi (Assessore Fitp) Simone Ligas (Università di Sassari) Gianfranco Donadio (Antropologo) 9 www.fitp.org il fanciullo e il folklore speciale tropea Quel ponte ideale con Roma 10 «Che bellezza, che spirito gioioso». Ha esordito così mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-NicoteraTropea, nel celebrare, presso la Cattedrale di Tropea, la messa in occasione della 30.ma edizione de “Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni”. Durante l’omelia si è creato un ponte ideale con Roma, dove Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sono stati proclamati santi. «Una giornata speciale per la Chiesa - ha evidenziato il vescovo - e per la città di Tropea. Grazie per questo regalo. L’opera che fate ci richiama alla nostra identità». I gruppi folklorici, coordinati come sempre da Michele Putrino, presidente del Comitato Fitp-Calabria, hanno partecipato attivamente alla celebrazione eucaristica. Una festa di giovinezza e di bellezza. Al termine del rito religioso, mons. Renzo è stato salutato a suon di tamburelli e dallo sventolio dei fazzoletti. IL FOLKLORE D’ITALIA n. 02 / 2014 Pizzica, taranta e musiche tradizionali La 30.ma edizione de “Il Fanciullo e il Folklore è stata arricchita dalla serata di musica popolare etnica. Presso il parcheggio della Marina del Vescovado protagonisti sono stati la pizzica, la taranta, le tarantelle calabresi e le musiche tradizionali del Sud Italia. I gruppi folklorici tolti gli abiti tipici hanno ballato e cantato sulle note de “I Gargarensi” di San Giovanni Rotondo (Foggia) e “Etno Citra” di Morano Calabro (Cosenza). Due ensemble apprezzati nelle rispettive terre d’origine e all’interno della Fitp. Una serata speciale che ha coinvolto anche i tropeani. Un clima disteso in cui la musica, vera protagonista della manifestazione, ha trasformato lo spazio antistante il palco in una vera e propria pista. Le chitarre, le fisarmoniche, i tamburelli e altri strumenti hanno scandito per alcune ore un’atmosfera di magia. www.fitp.org 11 il fanciullo e il folklore speciale tropea tta i Serrastre d i in r e t n Ca Pizzeche & Muzzeche La Provenzana agnum Mirom Ortensia Kore Eyerik I Puricini Città di Vib o Valentia Città di Milazzo ea Città di Trop il fanciullo e il folklore speciale tropea Città di Sant’Onofrio ghi r u S g ran Le Chiazzarole di Tropea Francesco Bande ichì r i h c ic Lu Ch Asprumunti I Tencitt sustisa n a S a aneddr Pacchi I Piccoli gano el Gar dell’Eco d Pro Loco d el Pollino Con la Nazionale Fitp spettacolo in campo e sugli spalti gremiti La Consulta delle Associazioni di Tropea 16 PARGHERIA - In Calabria è tornata in campo la Nazionale Fitp. Presso il campo sportivo di Parghelia, il team del folklore capitanato dal presidente nazionale Benito Ripoli ha sfidato la Consulta delle Associazioni di Tropea. La Nazionale Fitp l’ha spuntata solo dopo i calci di rigore: 4-3 il risultato finale. I tempi regolamentari si sono conclusi sullo 0-0. Ma è stato, comunque, un match emozionante nonostante le reti inviolate. Da registrare la cornice di pubblico degna di una vera par- tita di calcio, con la partecipazione di tanti gruppi folklorici e del Gran complesso bandistico “Città di Zungri”. Presenti anche i bambini della scuola calcio “Sporting Club Tropea”. Il calcio d’inizio è stato dato dal sindaco di Parghelia, Maria Brosio. Al termine dell’incontro medaglia per tutti i protagonisti. La Nazionale Fitp, guidata in panchina dal segretario generale Franco Megna, ha schierato Benito Ripoli, Antonio Ripoli, Luca Donadio, Sergio Pagliaminuta, Paolo Latiano, Saverio Cota, Francesco Gurgoglione, Michele La Nazionale Fitp Longo, Marcello Perrone, Giuseppe Apollonio, Antonio De Cata, Nicola Di Maggio, Marco Megna, Giuseppe Trapaso, Basilio Pennesi ed Emanuele Pulcini. Questa la formazione della Consulta delle Associazioni di Tropea: Onofrio Lorenzo, Antonio Crai, Antonio Godano, Pasquale Vasinton, Salvatore Rizzo, Tommaso Belvedere, Saverio Muscia, Umberto Collia, Domenico Lorenzo, Tonino D’Aloi, Mimmo Buttafuoco, Ugo Cesari, Angelo Mattonelli, Cristian Saturno, Vito Ceravolo e Pasquale Scidà. l’appuntamento La Fitp alla partita mundial Italia-Brasile di Benito Ripoli Presidente Nazionale Fitp 18 ROMA - Zico - Ze Maria - Cribari - Zaco - Demilson - Emerson - Junior - Cafù e poi ancora Zoff - Gentile - Cabrini - Oriali - Toldo - Schillaci - Tommasi - Di Biagio, sono solo alcuni dei grandi campioni che, per beneficenza, si esibiranno nello stadio “Olimpico” di Roma il 20 di maggio 2014. Ancora una volta, come ormai avviene da quattro anni, i gruppi della Fitp, questa volta insieme a tanti gruppi brasiliani, saranno attori-protagonisti, sul suggestivo anello del magico stadio capitolino, all’evento benefico dell’anno, organizzato dalla Nuova Nazionale Attori, diretta dal “grande” Livio Lozzi. A me preme, come presidente della Federazione italiana tradizioni popolari, ringraziare gli organizzatori per l’invito e parlare, in questa breve presentazione dell’evento, del groviglio di emozioni che suscitano eventi del genere, ove, i nostri gruppi, sono protagonisti attivi di indescrivibili emozioni. Saranno in tanti (spero) e porteranno il calore, il colore, l’entusiasmo e, soprattutto, il grande spirito umanitario, che caratterizza l’attività della gente che opera nel campo del folklore. L’entusiasmo che si respirerà allo stadio olimpico di Roma, sarà quello delle grandi occasioni, dei grandi eventi. Cinquantamila e forse più, spettatori, festanti, faranno da fantasmagorica cornice allo storico appuntamento sportivo-mondano ma soprattutto solidale, della capitale, tra i grandi calciatori del passato della Nazionale italiana, vincitrice del mondiale del 1982 e i “grandi” del Brasile. Quest’anno, lo straordinario appuntamento si fregia del fascinoso, incantevole e pre- stigioso appellativo di “Partita Mundial del cuore Italia-Brasile”, in concomitanza con il Mondiale brasiliano di calcio. Lo sapete, ho sempre sognato, sin dai primi momenti della nascita della Nazionale Fitp di calcio (costituita per scopi puramente benefici), di presenziare, con i gruppi della nostra Federazione, ai grandi eventi negli storici stadi italiani (“Olimpico” – “Meazza”, etc.). Partecipare ed essere protagonisti in una manifestazione di sì grande portata mediatica, d’inimmaginabile visibilità, d’inconfutabile interesse sociale e di rimarchevole coinvolgimento degli Enti istituzionali, è il massimo che ci si potesse aspettare. E’ in via di realizzazione il progetto e il sogno sta diventando realtà. I gruppi, certamente, sfoggeranno i costumi più belli e le musiche e i canti più coinvolgenti, in una sinfonia di avvenente bellezza. Creeranno il giusto clima di festa in tono con la manifestazione, inonderanno lo stadio, traboccante di giovanile entusiasmo, di un profumo di conturbante bellezza folklorica, ove l’anima di tanti popoli si rigenera di nuova vita. Musica, danza, calore umano, poesia, arti, che trascinano i sentimenti e allietano il cuore, evocatrici di sensazioni dolci e commoventi, capaci di risvegliare anche sopite passioni, saranno gli ingredienti con i quali, i gruppi, conquisteranno il popolo della solidarietà dell’appuntamento capitolino. Ancora oggi il mio pensiero vola alla magica sera dell’“Olimpico” del maggio scorso. All’apparire dei gruppi, come per incanto, si è scatenato un entusiasmo inde- scrivibile. Lo stadio è diventato l’anima di tanti cuori pulsanti, figli di uno stesso popolo, unito nella gioia, nell’amicizia e nella solidarietà, nella speranza di un mondo migliore, ove trionfi, si spera, sempre, una “pace senza tramonto”. La mia rilettura emotiva dell’intensa giornata, mi porta a ripensare e ad alimentare la speranza di veder arrivare allo stadio capitolino tantissimi gruppi. Solo loro potranno trasmettere, compiutamente, le giuste emozioni, che porteranno il popolo della solidarietà, ad essere fortemente vicino alle associazioni che usufruiranno dei proventi della manifestazione. Mi raccomando, ragazzi, ancora una volta, mostriamo il nostro volto più bello. Dimostriamo, ove ce ne fosse ancora bisogno, la finalità educativa della Fitp e dei suoi iscritti. “Exempla trahunt”, scriveva il sommo Sant’Agostino (Sermoni). Non disdegniamo di essere immagine attiva di vita solidale con la gioia e l’entusiasmo dei nostri sentimenti. Io sarò, sempre, al vostro fianco e, per quanto mi sarà possibile, cercherò di essere esempio e specchio per il Vostro futuro. Chiudo questo mio breve e semplice messaggio, invitando tutti a Roma il 20 maggio. E voi, presidenti e dirigenti dei gruppi, offrite questa ulteriore occasione ai vostri giovani, di mostrare la propria bravura, la bontà d’animo e il giovanile entusiasmo che contraddistingue l’appartenenza al nostro mondo. Vi trasmetto il mio appello con immensa gioia e con particolare commozione. Ancora una volta, la Fitp segnerà la storia di un eccezionale, pregevole e importante evento. www.fitp.org 19 il musical di Michele Putrino Presidente Comitato Fitp - Calabria 20 T’arricordisi?! Frammenti di vita passata MORANO CALABRO (Cosenza) - Musical “T’arricordisi?!” Frammenti di vita passata di Luigi Stabile. Recita così la copertina del depliant-invito all’evento vissuto con passione ed intensità sia dai protagonisti, sia dal numeroso pubblico presente, durante le due esibizioni serali. Due esibizioni sul palco di un teatro bomboniera dove il grande artista, poliedrico nel suo essere ha incantato quando hanno affollato e riempito le rosse e comode poltrone. Un pubblico plaudente che ha gareggiato, nell’esplosione fragorosa degli applausi, fino a coprire, alcune volte il suono dei tanti strumenti di una orchestra che ha mostrato una grande professionalità. Un pubblico eccezionale e diverso nella sua eterogenea composizione, fatto di varie eccellenze nel mondo della politica e della cultura, sia locale che internazionale. Infatti, hanno voluto rendere omaggio al grande Luigi Stabile, oltre ai suoi affettuosi compaesani, grandi e piccoli, con a capo il sindaco e l’assessore alla cultura del comune ospitante, grandi personalità della cultura popolare, studiosi di quelle tradizioni alle quali ogni popolo deve riferirsi per poter crescere. Hanno reso omaggio, unendosi a quanti hanno nel cuore il caro “Gino” responsabili del folklore europeo ed extra-europeo della Federazione Igf nelle persone del presidente mondiale, Dorel Cosma, del presidente Igf della Romania, Pop Pahone, di Benito Ripoli presidente nazionale Fitp e vicepresidente Igf, di Fabrizio Cattaneo, presidente Iov Italia, e del sottoscritto, presidente Comitato regionale Fitp Calabria. “T’arricordisi?!” voleva essere un “Amarcord”, un rievocare sul palcoscenico frammenti di vita vissuta, e far ricordare agli anziani il loro passato fatto di sudata IL FOLKLORE D’ITALIA n. 02 / 2014 A sinistra, Luigi Stabile; in basso, due momenti del musical fatica ed ai giovani dare spunti di necessarie considerazioni su quale sia stato il passato dei nostri padri. “T’Arricordisi?!”, musical che riguarda tutti noi, non voleva solo essere una domanda, una sollecitata richiesta di tornare indietro con la memoria, ma soprattutto un invito a pensare a tutto quello che appartiene al passato e trarre da questo motivi a meglio operare. Un popolo senza memoria non ha diritto di cittadinanza in nessuna società – qualcuno dice che bisogna avere il culto delle memoria. Ed è proprio quello che sostiene la Fitp. Ed è proprio questo che ci ha aiutato a capire “T’arricordisi?!” con sulla scena un Gruppo folklorico eccezionale, “Calabria Citra” con un presidente, Remo Chiappetta, che si è rivelato un ottimo padrone della scena, presentando e cantando in un modo molto professionale. Ma “T’arricordisi?!” che doveva essere omaggio a Luigi Stabile nella ricorrenza dei suoi 32 anni di impegno e studio nel mondo del folklore è diventato, ed è questo un suo grande merito, uno studio approfondito di eventi, ricorrenze, modi di fare, di una vita vissuta di un mondo contadino dove il popolo, la gente dei campi ha dovuto sopravvivere vittima dei soprusi dei padroni, dei baroni, del caporalato. Rivivere il Natale di una volta, la festa di fidanzamento, il carnevale e le stagioni della mietitura e della vendemmia, il tutto offerto in un crescendo di musiche e danze travolgenti dove giovani e meno giovani, sorridenti e mai stanchi, sotto l’attenta regia del nostro Luigi. Questo è stato “T’arricordisi?!”. Mai merito è stato così grande per le cose manifestate perché fosse quasi un obbligo fare omaggio al grande artista. Tutto scorre e scivola, caro Luigi, ma la melodia della tua voce e le fascinose sinfonie dei tuoi strumenti musicali, resteranno sempre nella casa della memoria della Fitp. Così ha salutato Luigi Stabile il presidente nazionale Fitp, Benito Ripoli. Così si è congedato il pubblico presente dal suo “Gino” stringendo in un abbraccio caloroso diventando esso stesso cuore ed anima dello stesso corpo. www.fitp.org 21 la ricerca Il matrimonio in Lucania Tradizione e modernità di Enzo Vinicio Alliegro Docente Aggregato Università di Napoli “Federico II” 22 Nella vita delle comunità tradizionali lucane, così come più in generale in ogni società, il rito del matrimonio costituisce un momento centrale di particolare significatività emotiva, sociale ed economica, che coinvolge non soltanto gli sposi ma anche le relative famiglie e parentele, il vicinato e il paese tutto. Proprio perché non vi è unione sociale totale”, privato e pubblico, laico e religioso, festoso e solenne, economico e culturale, dalle evidenti funzioni di integrazione e di coesione sociale, oltre che di produzione simbolica e di scambio materiale. Abiti e oggetti, prodotti enogastronomici del territorio e della tradizione locale, saperi e sapori, danze, canti e musiche, vengono Vincenzo Defina e Rachele Solimando 27/4/1930 coniugale che non preveda lo svolgimento di riti e di particolari festeggiamenti, è possibile definire il matrimonio come fatto privato che si svolge in una cornice collettiva capace di mobilitare svariati aspetti che caratterizzano la vita di una comunità. Così concepito il rito del matrimonio può essere assunto quale “fatto messi “in scena” in un palcoscenico ludico-cerimoniale che fanno, ad esempio, del “Ball ra zit” un momento festoso di particolare suggestione, incentrato su prestazioni non soltanto mercantili ma anche di mutuo aiuto. Il rito nuziale, in quanto cerimonia religiosa dalle evidenti manifestazioni civili, prevede in effetti al suo interno una serie di altri riti e azioni cerimoniali, come quelli della preparazione degli abiti e della vestizione degli sposi, del corteo e del pranzo nuziale, della festa e del ballo, la cui osservazione consente di accedere a tradizioni locali altrimenti taciute. L’analisi ravvicinata dei riti matrimoniali lascia venire alla luce tutto un orizzonte culturale sommerso, costituito da credenze e pregiudizi, timori magici legati al malocchio e all’invidia, in cui specifici sistemi normativi, etici e valoriali prodotti storicamente, orientano un’azione che più o meno rigidamente finisce per essere vissuta seguendo i binari tracciati dalle consuetudini dominanti, in perenne rivisitazione. E’ come se, in certo qual modo, si decidesse di seguire in un territorio ostile, l’alveo protetto tracciato dallo scorrere secolare di un fiume. E’ come se, in altre parole, in un momento particolarmente critico e problematico che richiede capacità decisionale, la tradizione pensasse per noi, venendo in soccorso con il suo cestino già pronto di buone azioni già codificate ed ampiamente sperimentate, suscettibili comunque di adattamenti e personalizzazioni. Anche il rito nuziale, tuttavia, come ogni altra manifestazione Filippo Martino e Rosanna Marchese 22/10/1959 culturale delle comunità lucane, con il passare degli anni ha subito dei mutamenti sostanziali. Non soltanto sono cambiati gli orizzonti culturali più ampi in cui il rito si colloca, ma anche le pratiche cerimoniali legate al rito stesso, che lasciavano ben affiorare i tratti salienti di una cultura arcaica. Quale esempio di una radicale inversione di tendenza, sarà sufficiente vedere come alcuni aspetti rituali si siano in parte modificati: non ci si preoccupa più di preparare il “primo letto” e di esporre “le lenzuola” quale segno dell’illibatezza della sposa e dell’onorabilità e virilità dello sposo; non vengono più mostrati i vari elementi del corredo, quale testimonianza del prestigio economico delle famiglie. Inoltre il corteo prematrimoniale, in cui la sposa è accompagnata dal padre www.fitp.org 23 sino in Chiesa dove ad attenderla troverà il suo sposo, non assume più il significato di “passaggio e di consegna simbolica” di una donna da un nucleo familiare patriarcale ad un altro. Anche i festeggiamenti sono mutati. Questi non si svolgono più nelle abitazioni, ma si “consumano” nelle strutture alberghiere dove ad essere servite sono talvolta pietanze del tutto slegate dalle produzioni tipiche locali, secondo menù “mare e monti”, con intermezzo al sorbetto di Amalfi, che richiedono in taluni casi molte ore di paziente attesa. Mentre ad allietare la cornice festosa sono finanche dispositivi musicali elettronici con tanto di balli caraibici, e gli inviti non sono più consegnati a mano in una relazione face to face, ma annunciati su facebook e notificati non soltanto con posta ordinaria ma anche elettronica. Cosa dire poi degli 24 Sposi. Via Roma. 10/9/1947 Corteo nuziale. C.so V. Emanuele. 24/4/1963 abiti degli sposi in alcuni casi acquistati su Amazon, delle costose sale di ricevimento ricavate in dismesse masserie pugliesi o in alberghi barocchi campani, delle lussuose automobili da cerimo- nia (americane) noleggiate in regioni vicine, dei viaggi di nozze “all inclusive” a Sharm el Sheikh o a Dubai, che segnano i confini extraregionali e ormai globali di una nuova geografia dei consumi e dei ricordi? Visto da questa prospettiva, il rito matrimoniale, con i suoi nessi e connessi festivi e festosi, può essere pensato quale meccanismo che concorre al mutamento culturale a cui non sono estranee dinamiche di disancoraggio identitario. In quanto finestra solenne che le comunità locali aprono sul mondo extralocale, i riti oggi sembrano assumere la funzione di possente motore capace di sostenere la messa in circolazione di processi di istituzionalizzazione di una pervicace e costosa corsa “all’inedito e all’inusuale”, basata sull’introduzione di nuovi cibi -quindi di nuovi gusti-, di nuovi abiti -quindi di nuove mode-, di nuove acconciature quindi di nuovi stili -, giungendo IL FOLKLORE D’ITALIA Corteo nuziale. Via S. Basile. 16/3/1947 finanche a sostituire gli oggetti dell’artigianato locale con sfavillanti bomboniere “made in China”. E’ questo il prezzo più alto che le comunità locali sono chiamate a pagare nei riti matrimoniali. La spinta all’entropia culturale, tuttavia, risulta in certo qual modo riequilibrata e rallentata dalla forza di resistenza della tradizione. Ecco, dunque, che molto del passato sopravvive ancora oggi, secondo rapporti specifici tra modernità e tradizione in cui quest’ultima risulta rifunzionalizzata in un quadro sincretico che provvede a diversamente miscelare ciò che viene dal passato e quanto invece sembra precorrere il futuro. Il rito matrimoniale oggi, pertanto, può essere inteso quale formidabile microcosmo in cui andare a vedere una serie di variabili che attestano un mondo posto sotto tensione. Analizzarne le componenti strutturali e fondative più appariscenti, quanto le dimensio- n. 02 / 2014 ni simboliche sottese più recondite, significa infilare decisamente le dita in una ferita profonda ancora sanguinante, che il mutare dei tempi ha prodotto e che i nuovi assetti sociali, economici e culturali stentano a rimarginare. I riti matrimoniali di oggi, in ultima analisi, possono essere pen- Anna Maria Ierardi e il padre Giuseppe Antonio 24/4/1952 Sposi. Largo S. Giuseppe. 11/9/1948 sati come straordinarie macchine del tempo che sollecitano i protagonisti e i partecipanti a prendere coscienza di quanto il presente sia meglio comprensibile se assunto quale inevitabile intreccio di temporalità multiple. Macchine del tempo dagli ingranaggi possenti che, come maschere, mediante performance pubbliche altamente impattanti sul piano economico e sociale, culturale ed identitario, si rendono partecipi (oggi come sempre), del gioco della vita, fatta di dissimulazioni e mistificazioni che mostrano nascondendo e nascondono mostrando. www.fitp.org 25 l’evento Carnevale di Castrovillari Maschere e folklore dal sapore internazionale 26 CASTROVILLARI (Cosenza) Bilancio più che positivo per la 56.ma edizione del Carnevale di Castrovillari e Festival Internazionale del Folklore, organizzata dalla Pro loco cittadina, con il contributo della locale Amministrazione comunale, del Parco Nazionale del Pollino, delle istituzioni calabresi e di numerosi sponsor. Dieci giorni di allegria e spensieratezza, 100 appuntamenti che hanno spaziato dal mascheramento al folklore, dalla gastro- nomia allo sport senza dimenticare la cultura. 56 edizioni ininterrotte organizzate dalla Pro loco, diretta dal presidente Giovanni Amato e dal vulcanico direttore artistico, Gerardo Bonifati. Nato ufficialmente nel 1959, sebbene le sue radici sembrerebbero risalire al lontano 1635 (quando, proprio a Carnevale, fu messa in scena la farsa dialettale di Cesare Quintana “Organtino”, che diede origine al teatro popolare in vernacolo calabrese). Ancora oggi, infatti, il Carnevale di Castrovillari è connotato da una fortissima partecipazione popolare, la caratteristica, che è anche il suo punto di forza, è quello di coniugare maschere e folklore internazionale. Grande è stata la partecipazione delle scuole di ogni ordine e grado della città di Castrovillari all’evento; l’allegria, la musica, i colori e il divertimento sono state le note predominanti dell’intera kermesse carnascialesca. L’epilogo si è avuto con il “Gran Galà” del folklore. Usi, costumi, tradizioni, saperi e sapori si sono intrecciati a coreografie attraverso canti e balli tipici, delle tradizioni culturali ed etniche del proprio Paese di origine. Tra gli appuntamenti caratteristici che vedono la partecipazione attiva dei castrovillaresi, l’incoronazione di “ Re Carnevale” che apre di fatto la manifestazione. Questo e molto altro ancora è il Carnevale di Castrovillari che si vive ai piedi del Massiccio del Parco nazionale del Pollino. Un ringraziamento particolare Amato e Bonifati (più che soddisfatti della riuscita della manifestazione) lo hanno voluto fare a tutti i partecipanti, attori principali della manifestazione carnascialesca, e in modo particolare a tutte le scuole che hanno preso parte all’evento, rendendolo frizzante, colorato, allegro, vivace; ingredienti questi che hanno fatto del Carnevale di Castrovillari una punta di “diamante” degli eventi invernali del Mezzogiorno d’Italia. il personaggio SASSARI - E’ sempre vivo il ricordo di Francesco Bande, fisarmonicista scomparso 25 anni fa. Una nuova edizione del Festival a lui dedicato è stata arricchita dal convegno “L’attualità dell’opera di Francesco Bande a 25 anni dalla scomparsa. 150.mo anniversario della fondazione dell’industria italiana della fisarmonica della Ditta Paolo Soprani di Castelfidardo (Ancona) 18632013”. All’incontro, coordinato da Enrico Porqueddu, sono intervenuti Beniamino Bugiolacchi, direttore del Museo internazionale della fisarmonica di Castelfidardo, Umberto Giordano, già presidente dell’Esit della regione sarda, e mons. Pietro Melonicaro, amico della famiglia Bande. Bugiolacchi ha evidenziato come la nascita e diffusione di questo strumento musicale abbia cambiato completamente l’economia della città marchigiana da agricola a città industriale, e come gli stessi marchigiani abbiano contribuito nel mondo a diffondere fabbriche per la costruzione e l’assistenza tecnica per la messa a punto dello strumento stesso che ha nel tempo conosciuto alti e bassi nella produzione. Giordano ha parlato come esperto organizzatore di manifestazioni turistiche, come può ormai classificarsi, la “Cavalcata Sarda”, e di come ha conosciuto Francesco Bande e dei viaggi che lo hanno visto protagonista con i suoi gruppi quando si recavano in tournèe in Francesco Bande La sua opera tra ricerca e spettacoli Da sinistra, Giuliano Cameli e Inoria Bande Italia e all’estero per promuovere la Sardegna. Mons. Meloni ha parlato degli aspetti più umani di Francesco e della vicinanza alla famiglia Bande alla moglie e alla figlia Inoria. Spazio anche ai colori, alle voci e ai suoni della Sardegna con il Festival “Francesco Bande”, giunto alla 25.ma edizione. In questo appuntamento si è voluto dare risalto agli strumenti ad ancia libera in serie (fisarmonica e organetto). La manifestazione tende a valorizzare il folklore nelle sue più alte espressioni e ogni anno partecipano tra i migliori esecutori del settore folklorico isolano. Per la 25.ma edizione hanno avuto un posto di riguardo alcuni momenti dedicati a dei musicisti provenienti dalle Marche e dall’Umbria. L’apertura della serata, come di consuetudine, è stata affidata alla figlia di Francesco, Inoria, la cui direzione artistica ha fatto centro anche in questa edizione, condotta da Carlo Valle. Tanti gli artisti che si sono avvicendati sul palco. Tra questi Giuliano Cameli, campione del mondo (1988), che su su delega di Beniamino Bugiolacchi ha consegnato a Inoria la targa della Regione Marche realizzata per i festeggiamenti dei 150 anni (1863/2013), della fondazione dell’industria italiana della fisarmonica, della famiglia di Paolo Soprani, con la seguente motivazione: “Alla rappresentante di una dinastia di musicisti sardi che ha dato lustro alla ditta Paolo Soprani nel mondo”. 27 vita dei gruppi Gli Alfieri di Cava de’ Tirreni festeggiano i 45 anni di attività 28 CAVA DE’ TIRRENI (Salerno) - Cava de’ Tirreni è una delle capitali nazionali del folklore e fra le numerose associazioni che la animano, una delle più longeve è quella degli Sbandieratori “Città de la Cava”. Giunto al suo 45.mo anno di attività il Gruppo Sbandieratori “Città de la Cava”, fondato da Luca Barba nel 1969, rappresenta in pieno la tradizione degli Alfieri che la Città de la Cava forniva alla corte partenopea. Il gruppo è stato ambasciatore della storia e delle tradizioni cavesi esibendosi su tutto il territorio nazionale, oltre che in Arabia Saudita, Australia, Austria, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Jugoslavia, Malta, Polonia, Portogallo, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Turchia. L’Associazione Sbandieratori “Città de la Cava” è inoltre l’unica Associazione della Campania ad aver ricevuto quattro riconoscimenti ufficiali da quattro diversi presidenti della Repubblica per le numerose attività culturali di cui è stata protagonista e per i numerosi spettacoli folklorici tenuti a livello mondiale: dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga in occasione dell’Expo Universale di Brisbane - Australia - nel 1988; dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro in occasione dell’Expo Universale di Siviglia - Spagna - 1992; dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della Mostra Internazionale del Costume di cinema, teatro e televisione - 2003; dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2009 come riconoscimento per il 40.mo anno di attività. Riconoscimenti a cui si aggiunge, nel 2010, il titolo di Cavaliere Emerito della Repubblica Italiana conferito al presidente Felice Abate, per le attività svolte in seno all’Associazione per la promozione e la diffusione del patrimonio storico-culturale di Cava de’ Tirreni nel mondo. L’Associazione Sbandieratori “Città de la Cava” dal 1988 è, inoltre, editore della testata giornalistica La Cava News, periodico di informazione, cultura e folklore cittadino, ed è stata promotrice di numerose pubblicazioni artistiche come l’ultimo volume “40 anni, una bandiera” edito in occasione del 40.mo anniversario della fondazione. Fra le numerose attività culturali la più impegnativa resta la Mostra internazione del costume di cinema teatro e televisione, una manifestazione di livello internazionale che ha portato a Cava de’ Tirreni i più importanti costumisti del panorama europeo e che visto i suoi natali nello splendido scenario delle catacombe dell’Abbazia Badia Benedettina di Cava de’ Tirreni. IL FOLKLORE D’ITALIA n. 02 / 2014 La Murgia torna a raccontare le bellezze di un territorio unico di Michele Pettinato Direttore mensile Nocigazzettino NOCI (Bari) - La Murgia come espressione di un territorio, come pietra nuda su cui nascono e si sviluppano le città di quel sud-est che dalla provincia di Bari guarda al mar Ionio. La Murgia come sinonimo di una festa che ritorna e che porta il pensiero a quel gruppo folklorico che rappresenta la città di Noci e che da un anno è ritornato a calcare le scene regionali e nazionali del folklore. E’ una storia molto lunga quella del Gruppo folklorico “La Murgia”. Fu costituito nel 1965 dalla Pro loco e da un gruppo di sognatori che condivisero la necessità di trasmettere ai più giovani l’importanza dei valori legati alle tradizioni locali: don Vito Palattella, Ottavio Lopinto, Giuseppe Curci, Nino Caldaralo, Vito Liuzzi e Gianni Mottola, presidente del gruppo fino al 1991 quando la presidenza passò a Vincenzo Sansonetti. Anima artistica e culturale del gruppo fu Don Vito Palattella. Nel 2012 il gruppo, dopo qualche anno di inattività, è rinato sotto la guida di Vincenzo Palattella, erede di suo nonno e fondatore don Vito Palattella, e dopo un anno e mezzo di attività, annovera esibizioni nell’ambito di programmi televisivi e di importanti iniziative come quella tenutasi a San Giovanni Rotondo nel dicembre 2013 per l’Omaggio a Padre Pio. Tra i nuovi progetti in cantiere la realizzazione di un cd e la riproposizione al pubblico nel 2014 dello storico Festival internazionale del folklore. Lo spettacolo del gruppo intitolato “Del lavoro, della festa, dell’amore” si sviluppa attorno a questi tre aspetti con canti e coreografie pensate ed ideate da Anna Maria Vallin che seguono lo svolgimento della vita così come si caratterizzava a Noci sul finire del XIX secolo. Il primo momento, quello del lavoro, comincia con l’impegno mattutino nei campi, rappresentato dal ballo “U Scotla Nusce”, ispirato all’abbacchiatura delle noci e si conclude con i canti e balli sull’aia al termine della giornata lavorativa. Lo sbocciare dei primi amori tra contadini viene ricordato con struggenti serenate all’innamorata e divertenti scenette, come quella che rievoca l’usanza, assai diffusa a Noci e dintorni, di concordare tra suocere la dote dei promessi sposi. Non manca un brano tipico del folklore pugliese, “Mamme u’ zite vene”, esilarante duetto tra madre e figlia alla presenza dello spasimante di quest’ultima. Gli amori spesso sfociavano in matrimoni e, dunque, in festa. Proprio alla festa è dedicato l’ultimo momento dello spettacolo che inizia con il passaggio del banditore nelle strade del paese per passare attraverso l’immancabile quadriglia e la divertente scenetta “I vestie ‘a massarie” e si conclude con una indiavolata “Pizca-Pizca”. 29 lo studio La medicina popolare Stregoneria o superstizione? di Antonio D’Amico Redazione Fitp 30 SAN SEVERO (Foggia) - Medicina popolare: medicina alternativa o stregoneria? In Puglia il fenomeno è ancora abbastanza diffuso, se si considerano le pratiche legate alla guarigione del malocchio o all’uso di piante e fiori per curare malattie o particolari problemi. In questa regione la medicina popolare affonda le sue radici nel tessuto storico, sociale, economico e culturale con notevoli riflessi sulla storia del territorio. Il Centro studi tradizioni popolari “Terra di Capitanata” di San Severo ha intrapreso un percorso di conoscenza e riscoperta di questi antichi percorsi. L’obiettivo è quello di favorire la rivalutazione di quel patrimonio di conoscenze ed esperienze frutto di secoli di attività nell’ambito dei metodi di cura e della medicina popolare antica e accrescere la conoscenza sull’uso responsabile dei rimedi naturali per la cura di molte malattie e sulle verità scientifiche. Ma anche per mettere in risalto gli indubbi benefici davanti ad un uso corretto di prodotti erboristici nonché di potenziali danni alla salute derivanti da un uso improprio e da un abuso. “Occhio e malocchio, prezzemo- viene ritenuta fondamentale. Durante il percorso, il Centro studi “Terra di Capitanata” ha mostrato video e foto di guaritrici all’opera, spiegato come funzionavano i rimedi naturali e quelli legati alle attività delle “guaritrici” che, nel corso della storia, hanno preso nomi diversi come streghe, machiare, fattucchiere. Ma anche fatto capire come l’er- lo e finocchio…” Chi non ricorda l’interpretazione di Lino Banfi in uno dei suoi celeberrimi film? Sembrava una frase inventata per l’occasione, per fari ridere la gente al cinema. E invece è proprio la farse che, da queste parti, le curatrici di malocchio si tramandano di generazione in generazione durante la notte di Natale, una di quelle date che, nel mondo della stregoneria o dell’esoterismo, boristeria attuale sia una diretta emanazione di quella dei secoli scorsi. Piante ed erbe utilizzate per curare mali, malattie polmonari. Soluzioni ora riprese da case farmaceutiche e soprattutto dalla moderna erboristeria. Ingredienti importanti nella cultura di un popolo, come quello pugliese, che continua ancora ad avere un legame particolare con la medicina dei sensali fatti in casa.
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